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Autore: ladyzaphira    25/07/2018    3 recensioni
Sono passati all'incirca tre mesi da quando le tartarughe e il loro fratellino acquisito, Peter, si sono scontrati per la prima volta con i Kraang, nonché tre mesi da quando quest'ultimo ha ottenuto i suoi poteri.
Peter sta cominciando a crearsi una certa fama come vigilante mascherato tra la gratitudine di alcuni e lo scetticismo di altri mentre ancora vanno avanti con le ricerche degli scienziati, tra cui il padre di April, rapiti dai misteriosi cervelli alieni.
Ma altri pericoli mostrano all'orizzonte, pronti a minacciare non solo l'amichevole Spiderman di quartiere ma anche la tartarugosa sua famiglia!! Che dire? Tra pericolosi clan ninja, ingegneri pazzi, nuovi mutanti e molto altro i nostri eroi non avranno certo il tempo di annoiarsi ...
***
Lo so non sono mai stata granché con le intro, ma ecco finalmente il secondo capitolo della serie "A teenager Mutant Ninja Superhero", spero vi piaccia!! ^^
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Teenager Mutant Ninja Superhero'
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“Conners?! Il Dottor. CURT CONNERS?!”
 
La lucertola emise un lieve sibilo nel buio dell’incoscienza, infastidita da quel rumore improvviso.
 
“Il nome ti dice qualcosa, Pete?”
“Beh, ho letto che è uno scienziato specializzato nella ricombinazione del DNA e delle mutazioni dei rettili, all’università dove lavora lo considerano un genio”
“Dite che questo lucertolone sia un esperimento finito male di questo tizio?”
 
Una voce …
… No, più voci.
 
“Di sicuro deve avere a che fare con lui, indossa il suo camice da laboratorio con tanto di cartellino appuntato”
“Allora? Per quanto ne sappiamo potrebbe averglielo rubato”
“Non credo, insomma guardate come è ridotto”
 
Il rettile mosse cautamente la testa, prima da una parte poi dall’altra, alla cieca, nel tentativo di capire da quale direzione venissero le voci.
 
“E’ evidente che non è della sua taglia, stessa cosa vale per i pantaloni, piuttosto sembra quasi … non so, che ci sia cresciuto DENTRO”
“Oh cavoli, non penserai mica che questa lucertola sia …”
 
“D-Dove … dove sono?”
 
Michelangelo si lasciò sfuggire un urletto da scolaretta spaventata quando si accorse che il loro ospite squamato aveva riaperto gli occhi.
“Ragazzi, si è svegliato!!” esclamò sbattendo le palpebre.
 
“Chi siete?!” esclamò la lucertola nervosa alzando di scatto la testa.
 
“Ehi, sta tranquillo” fece Peter alzando entrambi i palmi aperti in segno di pace “Non abbiamo cattive intenzioni”
“Sì beh, a meno che non ne abbia tu” si premurò di aggiungere Raphael.
 
“Ti abbiamo salvato dai Kraang” affermò Leo, incrociando le braccia sul petto.
 
La lucertola sbatté le palpebre, ancora frastornata, e si portò una mano alla testa sibilando per il dolore “Voi … s-sì, in effetti mi sembrava di aver visto … qualcosa” borbottò per poi guardarsi intorno “Dove … Dov’è sono?”
 
“Nel nostro rifugio” parlò di nuovo la tartaruga con la maschera azzurra.
 
“Oh …”
 
La lucertola rilassò le spalle, sospirando a metà tra lo stanco e il sollevato.
 
“Vedo che il nostro ospite ha ripreso i sensi”
 
Dal lato della cucina fece capolino il muso del maestro Splinter, tenente fra le mani un piccolo vassoio rettangolare di legno con sopra una teiera fumante e qualche tazza in stile giapponese con sopra dipinti dei sottili rami di ciliegio.
La lucertola sgranò gli occhi vedendolo, indeciso su come comportarsi in quella situazione del tutto nuova per lei.
 
Splinter gli rivolse un sorriso incoraggiante, appoggiando il vassoio sul tavolino davanti al divano dove, solo allora si rese conto, era in parte sdraiato.
 
“In tal caso, spero se la sentirà di rispondere a qualche domanda” concluse il maestro.
 
“Io direi di cominciare con le presentazioni” suggerì Peter amichevolmente “Io sono Peter” esordì “Questa è la mia famiglia, Splinter, Leo, Mikey, Raph, Donnie …” fece un cenno ad ogni membro della “Famiglia” davanti ad una lucertola sempre più incredula “… Tu come ti chiami?” concluse il castano.
 
“C-Connors, Dottor. Curt Connors …”
 
Poco più tardi, si trovavano ancora nel soggiorno della tana a fare conoscenza.
La lucertola teneva fra le mani una tazza del thè preparato da Splinter, il più delicatamente possibile per timore di romperla.
Sembrava sentirsi già meglio, ma non aveva parlato granché.
“Uh, anche … anche voi eravate umani un tempo?” mormorò, nel tentativo di indirizzare la conversazione lontano dalla sua storia personale.
 
“Non esattamente Signor. Connors” rispose Splinter con un sorriso paziente “Tra noi, solo il mio figlio più giovane può dire di esserlo” e fece un cenno a Peter che annuì a sua volta.
 
“Suo figlio?” Connors lo guardò con misto di perplessità e curiosità.
 
Beh, effettivamente il ragazzo aveva definito quelle cinque creature come la sua famiglia ma …
 
“… Come?”
 
“E’ una storia lunga” fece Splinter “Che ha inizio molti anni fa, quando era ancora un essere che si poteva definire, beh, normale …”
 
… Ricordo che un giorno fui testimone di un’incidente.
C’era un ragazzino sul marciapiede lì davanti, che teneva fra le mani un vaso di vetro contenete quattro piccole tartarughe.
 
“Che siamo noi!!” precisò Mikey allegramente, beccandosi un’occhiataccia da parte del maestro per averlo interrotto.
L’arancione fece le spallucce, ridacchiando nervoso.
Non era mica colpa sua se si emozionava ogni volta ad ascoltare le origini di quella loro così particolare famiglia!!
 
“Eh, scusa” sorrise con fare innocente.
 
Connors sorrise a sua volta, sorseggiando un po’ del suo thè ed abbandonandosi completamente sullo schienale del divano.
Sì, poteva confermare che difatti lì si respirava una certa aria familiare
I modi di fare della tartaruga con la maschera arancione poi gli ricordavano quelli di suo figlio, Billy.
 
“Come stavo dicendo …” riprese con un sospiro il sensei.
 
… Un vecchio cieco aveva iniziato ad attraversare la strada, ma proprio in quel momento arrivò un grosso camion a tutta velocità.
Quando l’autista cercò di evitare l’impatto, un contenitore metallico finì per venire sbalzato fuori dal camion, mentre, in quello stesso momento, al ragazzino sul marciapiede di fronte sfuggì dalle mani il vaso delle tartarughe.
Entrambi i contenitori rotolarono velocemente dentro un tombino, cadendo ed infrangendosi entrambi sul pavimento fognario.
 
Dal contenitore metallico uscì fuori un liquido verde, fosforescente ed oleoso, che ricoprì i corpi delle piccole tartarughe.
 
Ebbi pietà di loro e le salvai, trascinandole al sicuro dalla corrente d’acqua stagnate ed i cocci di vetro per poi spingerle con il muso all’interno di un grosso barattolo.
In questo modo il misterioso liquido finì per ricoprire anche me.
 
Il giorno dopo, al risveglio, mi resi conto che le tartarughe era molto più grandi di quanto lo fossero il giorno precedente.
Quel liquido aveva influenzato la loro crescita, e non solo.
Anch’io ero cambiato, non solo nella mia anatomia e dimensioni, ero diventato improvvisamente cosciente della mia situazione.
Ero diventato intelligente.
 
Da allora le cose cambiarono radicalmente.
Ogni giorno che passava sia io che le tartarughe assumevamo sempre più consapevolezza di ciò che eravamo.
 
Le tartarughe mi ascoltavano e presero a seguirmi pressoché dappertutto, fatta eccezione per la superficie poiché sapevo che gli esseri umani non sarebbero stati in grado di capire la nostra situazione.
Ero meravigliato dalle loro capacità, finché un giorno, proprio come i bambini che articolano le loro prime parole, incominciarono a chiamarmi per nome.
Non passò molto tempo prima che tutti imparassero a parlare.
 
Così divennero i miei figli.
 
Sapevo che in superficie, tra gli uomini, avrebbero dovuto affrontare molti pericoli.
Decisi perciò di insegnare loro il ninjtsu, la segreta arte dell’invisibilità e della forza, oltre naturalmente a tutto quello che conoscevo di questo mondo.
Da un vecchio libro sui pittori del rinascimento che trovai, in seguito, in una discarica scelsi un nome per ognuno di loro.
 
Leonardo.
Donatello.
Raphael.
Ed infine …
 
“… Michelangelo!! Mikey per gli amici!!” affermò il ninja dei nunchaku.
 
“Una storia davvero incredibile” commentò Dottor. Conners sinceramente colpito.
 
“Proprio così” confermò Splinter “E le saremmo infinitamente grati se mantenesse il segreto”
 
“Oh, i-io naturalmente, ma il ragazzo …?” fece lo scienziato, prima di lanciare un’occhiata all’unico essere umano presente lì dentro.
Peter intuì il tipo di domanda celata nello sguardo di Connors e prese la parola.
“Splinter mi trovò per strada quando avevo cinque anni” spiegò brevemente, non volendo scendere nei dettagli “Ero praticamente rimasto solo al mondo, pertanto decise di prendermi con sé”
 
“Incredibile” ripeté lo scienziato passandosi una mano dietro la nuca “E lei, signor … ehm, maestro Splinter? Come ha imparato il ninjtsu?”
 
“Questa è un’altra storia” si limitò a dire il sensei con fare curiosamente enigmatico “Adesso però è lei che ci deve qualche risposta”
 
“Oh” sospirò Connors deluso “Sì, la sua è una richiesta legittima, dopotutto mi avete salvato la vita”
“Non deve scendere nei dettagli se non se la sente” lo rincuorò Donatello.
“Già, ci basta solo sapere cosa volevano i Kraang da lei e se possiamo aiutare in qualche modo” confermò Peter.
 
“Temo che non sarà così facile” replicò la lucertola scuotendo piano il capo.
 
“Il suo, ehm, attuale aspetto?” domandò Leonardo cercando di non essere indelicato “Sono stati i Kraang?”
 
“Non esattamente” ammise lo scienziato, osservandosi le mani “Cioè, non posso negare che la sostanza mutagena prodotta nei loro laboratori abbia dato un contributo determinate ma …” esitò “… La verità è che sono stato io stesso a realizzare il siero che mi ha reso così” 
“COSAAAA?!” fecero i ragazzi all’unisono facendo sussultare il poveretto.
Il Dottor. Connors fece un sospiro, reso sibilante dalla lingua biforcuta, prima di cominciare a spiegarsi.
“Vedete ragazzi, prima di essere rapito dai Kraang stavo lavorando ad un progetto” esordì “L’obbiettivo era trovare il modo di trasferire la peculiare capacità, di alcuni rettili, di rigenerare gli arti perduti nei mammiferi”
 
Peter e Donnie sgranarono gli occhi ed anche i fratelli, pur non essendo efferati in materia scientifica, furono alquanto impressionati dall’idea.
 
“Le possibilità di riuscita c’erano” riprese Connors “Eppure, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a trovare la formula giusta per adattare il DNA rettile affinché non venisse rigettato dall’organismo ospite” seguitò emettendo un ringhio frustrato al ricordo di tutti quei mesi di fallimenti “Fu dopo l’ennesimo buco nell’acqua che, una sera, mentre tornavo a casa dall’università, venni avvicinato dai Kraang …”
 
Fece una pausa, terminando il thè, prima di continuare.
 
Raccontò ai ragazzi di come, nel laboratorio dei Kraang, rivide un suo vecchio compagno di studi, Otto Octavius, e di come, insieme a lui, cercarono di escogitare un modo per scappare dalle grinfie dei cervelli rosa.
Fu proprio Otto, dopo che aveva intercettato casualmente qualche frase dei loro carcerieri, a proporre di rubare la cellula di energia, uno strumento indispensabile per il funzionamento di un portale senza cui gli alieni non potevano più accedere alla loro dimensione (e quindi la ragione per cui era stato aggredito con tanta ferocia dai Kraang in quel condotto).
 
“… In seguito mi aiutò a creare una nuova formula basata sul DNA di lucertola, associandola con il mutageno, ma non avevamo cavie su cui testarla”
 
“Così ha deciso di usarla su sé stesso?” esclamò Peter stupito.
 
“Non avevamo altra scelta” si giustificò la lucertola “La mia mutazione improvvisa fu il diversivo che servì ad Otto per sgattaiolare nella sala di questo portale, il “Transmat” come lo chiamano i Kraang, e rubare la cellula”
 
“Che ne è stato del Dottor. Octavius?” chiese Donnie.
 
“Subito dopo aver rubato la cellula ci trovammo a metà strada ed insieme riuscimmo a raggiungere la prima uscita che ci capitò per strada ma …”
“Non riusciste a scappare entrambi, vero?” intuì Leonardo.
 
Connors annuì gravemente.
 
“Otto è stato preso prima che potesse mettere un piede fuori da quel maledetto posto” confermò lucertola “Tuttavia, prima che fosse trascinato indietro, fece in tempo a lanciarmi la cellula urlandomi di portarla il più lontano possibile dai Kraang …”
 
A quel punto nella tana calò il silenzio.
 
………………………………
 
Sono imperdonabile, lo so.
 
Ma credetemi se vi dico che è stato un periodo davvero pesante per me questo inizio estate, inizialmente per via degli ultimi esami che dovevo ASSOLUTAMENTE dare prima della pausa estiva, poi per un’inaspettata e terrificante caduta di mia madre che ha avuto come conseguenza un braccio rotto e un fine settimana da incubo.
Non avevo proprio voglia di scrivere.
Ad ogni modo ora sono un po’ più tranquilla e forse, se tutto va bene, riuscirò a rimettermi in carreggiata e a farmi perdonare ^^
 
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito fino ad ora e chiedo scusa per la lunga attesa.
Spero che questo capitolo con un po’ di storia delle origini, presa para, para dalla stagione 2003, e trascorsi dei dottori Connors e Octavius (non so perché ma la serie 2012 di Spiderman mi ci ha fatto affezionare non poco a quest’ultimo, perché dai un po’ fa pena poverino dopo tutto ciò che gli ha fatto passare Osborn, almeno te la fa finché non si comporta da idiota egocentrico) con i Kraan.
 
Alla prossima!!
  
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