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Autore: Lady White Witch    26/07/2018    3 recensioni
[Scritta in collaborazione con IMmatura. Grazie a te, che supporti sempre i miei scleri]
'' Si, ma le mie scorte di dolci sono al sicuro?'' Questione di priorità, dopotutto.
‘’ Temo di no, altezza ‘’ fu la risposta del ragazzo, ancora ansimante per la corsa.
'' Come?''
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Ariovisto voltò il viso verso l’altro, e con un’espressione che avrebbe fatto raggelare il sangue nelle vene a chiunque, disse:’’ Com’è possibile che non siano ancora nate? Eppure le profezie che abbiamo trascritto erano chiare!’’
" Colpa di come scrivi tu i numeri nelle profezie, tutte stanghette, crocette, letterine... non si capisce un cazzo e poi uno sbaglia decennio. "
‘’ Quindi, adesso che facciamo?’’
L’Oracolo fece spallucce.
‘’ Tocca inventarci qualcosa… beh, che ne dici di utilizzare i loro genitori? Sarebbe preferibile scegliere le madri, ma in caso di necessità andranno bene anche i padri.’’
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"Riesco a rintracciare solo i padri..."
"Usiamoli, allora!"
"Ma che cazzo dici? Secondo te si mettono a svolazzare in vestitini sexy?"
"Vedi che non siamo su Italia 1, si può fare. Il crossdressing al pubblico piace!"
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 2p!Hetalia, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FrUk Collection - Quando una rana e un coniglio... '
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The Guardians

Se loro sono gli eroi, noi  siamo spacciati

 

 

Capitolo 16
Go Romano, che il rock sia con te!

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 



Heatherfield
Cortile dello Sheffield Institute
 

Matt si asciugò il sudore con una manica. Aveva dovuto cambiare forma più volte, da umanoide a rettile, da rettile a uccello, da uccello ad umanoide, per arrivare allo Sheffield e trovare il ragazzino ruba borse prima che si accorgesse di cosa avesse preso e del suo potere.
Purtroppo, nonostante le migliori intenzioni, era arrivato tardi: qualcuno aveva già suonato il corno.
Aveva utilizzato il più potente strumento magico di Meridian, arma che anche Kandrakar temeva…per far ballare Alejandro di Lady Gaga.
Strabuzzò gli occhi. Il biondino (come si chiamava? Benicio? Ponzio? No, Feliks!) sembrava a suo agio nel dare ordini. Probabilmente, non si era accorto che lo stavano obbedendo per via del corno.  
“Ehi tu! – lo richiamò, salendo sul palco - Dove lo hai preso quello?”
“Questo? Scambio di borse.”
“Scambio di borse? Allora deve essere mio! Stamattina ho avuto un incidente. Potresti…”
“No.”
“No?”
“Col cavolo che te lo rido – continuò Feliks – Insomma, è una cosa grandiosa. Ha ritmo, ha…”
“Non sai neppure che suono fa!”
“Certo che lo so! E c’è chi apprezza! Tipo, tutti sono qui a fare le coreografie che voglio!”
“Se non me lo ridai, passerai un brutto quarto d’ora.”
“Davvero? Tipo, parlare con te non è abbastanza brutto? E cosa vorresti farmi? Picchiarmi?
Con quelle braccine?”
Matt si dovette trattenere per non saltare alla gola al biondo.
“Inoltre, non sei leggermente ooc per fare queste uscite? Tipo, non è così che dovrebbe essere il tuo personaggio sai?”
“Che? Ma di cosa stai parlando?”
“Lascia stare” e detto questo ricominciò a suonare, non si sa bene come, Tik Tok usando il corno.
Matt sbatté le palpebre confuso: non sapeva neanche che il corno fosse in grado di emettere suoni del genere! Ma soprattutto si chiedeva come fosse possibile che non fosse ancora andato in frantumi dopo le scelte musicali di quel ragazzo...
Per fortuna, essendo lui originario di Meridian, il suono del corno non aveva effetto su di lui.
Altrimenti, che incubo dover eseguire tutti gli ordini di quell’esaltato!
“Fantastico! – esclamò poi il polacco – Non so come, ma penso ad una melodia e tipo la ripete alla perfezione. Prima non capivo come suonarlo, poi ho pensato alla mia canzone preferita…poi alla seconda canzone preferita…e così via…e guarda che risultati! Hanno iniziato tutti a ballare, il ritmo gli è entrato nel sangue!”
Matt lo fissò con lo stesso sguardo che di solito usava col principe:no, non poteva essere così stupido...
“Ma che dico! Sicuramente si tratta totalmente delle mie doti di musicista! Sono tipo perfetto!" e prese a ridere come un cattivo di un cartone degli anni '90.
No, quel tipo era davvero così stupido da non capire che quella situazione non era normale.
Era stato fortunato, il corno era capitato nelle mani di qualcuno che non ne comprendeva il valore.
Peccato che suddetto qualcuno fosse anche un idiota narcisista. Sospirò.
Doveva passare alle maniere forti.
“Peccato, devo usare la mia vera forma. Farà un male cane.”
"Mhm, come dici caro?" chiese solo Feliks, prima di voltarsi verso di lui ed impallidire di botto.
Non c'era più il timido e magrolino bibliotecario biondo con gli occhiali, ma un gigantesco essere alto almeno una decina di metri con il corpo a forma di serpente verde e giallo. Una cresta rossa gli correva lungo tutta la lunghezza della spina dorsale per poi formare una sorta di corazza protettiva sulle spalle.
Il volto ricordava ancora quello umano e i corti capelli biondi erano sempre gli stessi, ma al posto degli occhiali indossava una sorta di maschera rossa.
"Tipo... tipo..." iniziò a balbettare.
Matt sorrise: tornare nella sua vera forma era una scocciatura, ma almeno ne era valsa la pena. Il ragazzino presto sarebbe scappato via urlando lasciandogli il corno e...
“Tipo... ma come ti vesti?! Cosa ti sei fatto alla pelle? Hai mai sentito parlare, tipo, delle creme di bellezza? E poi il taglio da rude falegname è così out! Per non parlare poi dell'accostamento di colori. Giallo verde e rosso? Ma sei daltonico per caso?”
“Ok ho capito…sei un osso duro.”
Con la coda, prese Feliks per i piedi e lo alzò a testa in giù.
“Ehi! Non si reagisce così ad una critica.”
“Non mi hai lasciato altra scelta, biondino.”
“Sì che l’avevi! Andare a cambiarti!”
“Ma è proprio un pensiero fisso…senti, sono qui per il corno. Tu puoi anche andare a giocare a Giulia Passione: Stilista.”
“È un gioco vecchio!”
“Meglio, saprai già giocarci.”
Matt strisciò verso il corno e lo prese. Lo portò davanti a Feliks e disse:”Vedi questo? Si chiama Corno di Hypnos. Non è una cosa con cui un bambino dovrebbe avere a che fare.”
“Corno di Hypnos??? Che nome  demodè! Non potevano dargli un nome più fashion tipo, non so, strumento meraviglioso di Feliks?”
“Ma tu pensi mai a qualcosa che non sia te stesso?”
“Sì, proprio in questo momento: hai l'alito che puzza di topo morto, va a prenderti una mentina.”
“Le cose sono due: o sei incredibilmente coraggioso oppure terribilmente stupido.”
“Chiedilo a Toris. Lui mi conosce bene.”
“È il tuo fidanzato?”
“Diciamo che al momento la definizione è complicata. Siamo un po’ più di amici ma…”
“Ho capito: ti ha friedzonato.”
“Ehi! I bibliotecari non dovrebbero conoscere certe parole!”

“Sul serio? Sono appena diventato un serpente umanoide di dieci metri e tu continui a pensare che sia un semplice bibliotecario?”
“Fintanto che lavori qui sei un bibliotecario, tipo non mi interessa quali siano i tuoi altri lavori o interessi al di fuori del campus.”
Matt gli umani non li capirà mai.
“Certo che sei strano…comunque, ora non ho tempo per te. Devo distruggere cinque ragazzini, tornare a casa e programmare l’invasione di qualche pianeta.”
“Ed io vorrei vincere il talent show. Ognuno ha i suoi progetti, amico.”
“Ti ucciderei, ma non mi sporco le mani…”
“E la coda.”
“…per un essere insignificante come te.”
“Tipo, hai idea di chi sono?”
“La mosca più fastidiosa di sempre?”
“No, il più giovane talento giornalistico dello Sheffield Institute, biondo più biondo sull’annuario, maestro di D&D, primo…”
Mentre Feliks continuava ad enumerare i suoi titoli che Daenerys levate,
l’alieno si portò il corno alle labbra. Ora o mai più.
Suonò. 
Feliks si interruppe, lo sguardo perso nel vuoto. I ballerini smisero di ballare e si misero sull’attenti, in attesa di un suo ordine. Avevano un nuovo padrone.
“Finalmente un po’ di silenzio – sbuffò Matt – Vediamo…non siete molti e non sembrate neppure  forti. Tu gracilino…te sembri che stai morendo…nessuno ha chiamato un esorcista per te?...fammi indovinare, tu sei bella dentro…ma guarda un po’…”
Avvicinò il viso ad Antonio e ghignò:”Finalmente un po’ di fortuna. Ho il guardiano della terra alla mia totale mercè. Avrei preferito il guardiano del Cuore di Kanrakar ma…”
“Porca puttana!”
Matt alzò lo sguardo: da dietro le quinte, con una chitarra in mano, era uscito Gilbert.
Lupus in fabula…”
Posò Feliks a terra, vicino a Toris, e strisciò vicino al guardiano.
“Povera, sfortunata anima…dì addio alla tua…”
SBAAM
Gilbert aveva fantastici poteri. Li sapeva anche usare discretamente bene. Ma non li usò: invece, utilizzò la chitarra come arma impropria e la sbatté in testa a Matt.
Poi corse via, prendendo Antonio per il colletto e saltando giù dal palco.
“Dannato…credi di potermi sfuggire? – sbottò irato il mutaforma – Guardiano della Terra, fermalo!”
Antonio obbedì: qualcuno si sarebbe potuto immaginare cose incredibili, come un terremoto o un muro di roccia che si frapponeva tra l'albino e la sua fuga, ma ciò che lo spagnolo fece fu semplicemente evocare una pietra sul percorso dell'altro e farlo inciampare, facendolo finire con la faccia per terra.
“Traditore…”
Provò a rialzarsi, ma aveva il piede bloccato da una radice. Tentò di liberarsi, mentre il serpentone gigante blaterava Dio solo sa cosa. Non riusciva a sentirlo, aveva ancora le cuffie.
Meglio per lui, visto che così evitava il monologo del cattivo. Se solo riuscisse a liberarsi…
L’alieno si stava portando uno strano oggetto alla bocca e lo stava per suonare, ma delle stelle ninja lo colpirono, facendogli cadere lo strumento e facendolo sanguinare.
Gilbert si sentì sollevare per le braccia.
“Kiku! È  così bello vederti! Che stai dicendo? Sì lo so c’è un serpentone gigante in cortile ed Antonio è un…eh? Che c’è?”
Kiku gli tolse le cuffie e ripetè:”Quello è il braccio destro del principe Oliver! E stava per suonare il Corno di Hypnos.”
“Il corno di ché?”
“Uno strumento leggendario che piega la volontà di chi lo sente e lo rende suo schiavo.”
“Carino…”
“Ti sei salvato dal soggiogamento grazie  alle cuffie.”
“E me le dovevi togliere?!”
“Non mi sentivi!”
“Ridammele!”
“Prima…”
“Argh…piccolo insulto basiliadiano…tu e il guardiano del Cuore diventerete degli zombie asserviti al mio totale controllo – ringhiò Matt – Guardiano della Terra, prendili. Voi altri, bloccateli. Io riprendo il corno.”
Antonio stava per attaccare, ma un muro di fuoco si frappose tra lui, Kiku e Gilbert.
Il tedesco si voltò e all’ingresso dell’istituto vide Romano, la mano ancora tesa e l’espressione più incazzosa del solito.
“Cazzo sta succedendo?”
“Te lo spieghiamo dopo!” replicò Gilbert.
“Intanto entra! – esclamò Kiku - Ti seguiamo!”
“Non li attacchiamo o…”
“Sono esseri umani innocenti. Non potete usare i vostri poteri contro di loro.”
“Però gli zombie possono inseguirci e consegnarci al serpentone.”
“Sì.”
“Che schifo essere i buoni – sbuffò l’albino e correndo aggiunse - A proposito…perché sei qui allo Sheffield?”
“Sono venuto a parlare con una persona.”
“Chi?”
“Il vostro rettore.”
“Eh? – Gilbert pensò di aver sentito male - Perché?”
“Ordine dell’Oracolo. Voleva delle informazioni…”
“Da un pazzo psicopatico?”
“Non è pazzo…non più del principe Oliver, in realtà. È una persona complicata.”
“Non vorrei interrompere voi signorine dai vostri pettegolezzi – commentò sarcastico Romano quando lo raggiunsero -  Ma abbiamo Antonio e metà  campus contro. Che cazzo dobbiamo fare?”
“Conosco un posto dove possiamo nasconderci” rivelò Kiku.
“Ah sì? Dove?”
“Nell’ufficio del rettore!”
Dopo quella risposta…beh…improvvisamente, venir linciati non sembrò poi tanto brutto come destino.


Poco dopo…
Ufficio del rettore

Tra tutti i luoghi dell Sheffield Institute, c'era una stanza che gli studenti, e anche gli insegnanti, evitavano come la peste: l'ufficio del rettore Braginski.
La stanza, arredata con uno stile ottocentesco, presentava una larga scrivania sempre meticolosamente pulita, al punto da sembrare innaturale, dietro alla quale se ne stava la sedia barra poltrona del rettore.
Di fronte alla scrivania erano piazzate due sedie, appositamente piccole per far sentire ancora più in soggezione chi vi entrava.
Su di un lato della stanza era presente un piccolo mobiletto nel quale erano presenti varie bottiglie di vodka di varie annate, bottiglie che appartenevano esclusivamente al rettore e che nessuno aveva mai provato a rubare (temendo che contenessero più che altro acido o le lacrime dei dannati invece che vodka vera e propria, visto che il russo non era certo una creatura terrena ma proveniente dagli inferi).
Vi erano poi lo schedario personale di Ivan con le varie note sui suoi studenti e la libreria, che a prima vista sembrava normale. Peccato che una volta letti i libri ti trovavi davanti titoli come La tortura ieri e oggi, Strumenti di sofferenza del medioevo, Come traumatizzare i giovani adulti, Vivisezione per tutti i gusti  e altre letture altrettanto amene.
Il rettore era seduto dietro la scrivania e stava riempiendo un bicchiere di vodka. C’erano tante domande che affollavano la mente dei ragazzi: tipo Kiku, perché diavolo dovevi parlare con sto tizio? oppure Perché qui dovremmo essere al sicuro?
Non osarono aprire bocca, ancora scossi dal tentativo di linciaggio della folla inferocita.
“Perché ci stanno inseguendo tutti?” sbottò infine Romano, rompendo il silenzio.
“Colpa del braccio destro del principe di Meridian: sta usando uno dei più potenti strumenti magici del suo mondo per cercare di distruggere voi Guardiani” rispose tranquillamente Ivan, bevendo un bicchiere di vodka.

“COSA?!” esclamarono all’unisono Gilbert e Romano.
“Ho detto…”
“Abbiamo sentito – l’interruppe l’italiano – Ma tu…insomma…come sai…”
“Era la balia della Luce di Meridian – spiegò Kiku – Aiutò la regina a scappare col figlio sulla Terra. Da allora, si nasconde qui.”
“Eri una balia? Tu?” domandò scettico Gilbert.
“Ero molto bravo nel mio lavoro.”
“Ora si spiega perché ‘sto cazzo di principe Oliver è un pazzo psicopatico” commentò Romano.
“Purtroppo non è merito mio – fece rammaricato Ivan – Prima di me, il principe aveva eliminato già quattro balie e una quinta era scappata prima che fosse troppo tardi.”
Purtroppo?!”
“Eliminato quattro balie?!”
“Brutta storia – continuò il rettore – Le poverette avevano avuto l’ordine di assecondare ogni capriccio di Oliver, compreso mangiare il cibo che preparava. Purtroppo, il veleno…”
“Veleno?!”
“Non era sempre veleno, a volte erano anche mini bombe che, una volta a contatto coi succhi gastrici…”
“Mi sto per sentire male…”fece Romano, disgustato.
“Quanti anni aveva questo Norman Bates alieno?”
“Dodici.”
“E aveva ancora bisogno di una balia?”
“Tecnicamente no. Praticamente? Se fosse rimasto da solo cinque minuti, avrebbe distrutto il castello.”
“Non vi passò mai per la mente, che so, di gettarlo nelle segrete e di buttare via la chiave?”
“Due o tre volte, specie quando la regina rimase incinta – ammise Ivan – Iniziò a perdere il controllo, le cose esplodevano, i capelli delle serve diventavano viola, grigi, verdi, a seconda del suo umore. Ma il peggio doveva ancora venire: un giorno, per il castello risuonò una musica atroce, da far venire i brividi. Molti scapparono, altri si chiusero spontaneamente nei sotterranei o si persero nella Città Infinita. La regina per fortuna non la sentì, era in visita a Kandrakar per una missione diplomatica. Altrimenti, sono sicuro, avrebbe abortito.”
“Per un po’ di musica? Esagerato!” esclamò Gilbert.
“Non sottovalutare il potere delle maledizioni del mio popolo – lo ammonì Ivan – Il Pulcino Pio è un’arma dei tempi antichi, usata contro i nemici per costringerli alla resa. Molti impazzivano prima, altri supplicavano prendete un dannato trattore e investite quel cazzo di uccello. Non so dove Oliver l’abbia imparata.”
Il Pulcino Pio? Sei serio? Quella cazzata avrebbe fatto tutti quei danni?”
“Non sottovalutarlo – fece tetro Gilbert – Quel pulcino è una bestia di Satana, neppure il trattore riesce a farlo fuori.”
“Andiamo, è una canzone per bambini!”
“Deve sembrare innocua – commentò Ivan – Così si diffonde la magia oscura.”
“Esagerati.”
“Come giustifichi l’evidente mancanza di sanità mentale del principe?”
“Cattiva educazione? Troppo tempo coi videogiochi? Troppa tv? Merend…”
Una scossa di terremoto l’interruppe, costringendo i presenti ad appoggiarsi alla scrivania dell’ufficio per non cadere a terra.
“Cazzo – esclamò Gilbert – Tonio è forte.”
“Almeno solo un Guardiano è sotto ipnosi.”
“Non sappiamo che fine hanno fatto mio fratello e il pervertito francese!”
“I Guardiani dell’aria e dell’acqua? Sono al sicuro.”
“E tu che ne sai?” domandò scontroso Romano.
“Se fossero ipnotizzati, sicuramente ci sarebbero trombe d’aria, uragani e temporali. Ma dato che non ce ne sono…”
“Ottima osservazione  - concordò Kiku – Però, non mi rende più tranquillo. Non possiamo rintracciare Feliciano e Francis per avvertirli di quanto sta succedendo.”
“In realtà sì, potete.
Ludmoore…”
“…della cui esistenza in questa storia ci stavamo dimenticando.”
“…vi ha insegnato ad usare certi poteri, dico bene?”
“Ci insegna qualcosa quando non perde tempo a ridipingere i quadri che abbiamo accidentalmente distrutto al museo – spiegò Romano – Doveva aiutarmi con la telepatia, ma non ha mai tempo. L’unica cosa che effettivamente ho imparato da lui è isola la tua mente dal resto del mondo.
“È il tuo giorno fortunato: ti insegnerò io a contattare telepaticamente altri Guardiani.”
“Tu?”
“Ho dei discreti poteri telepatici e molta pazienza.”
“Potrebbe volerci del tempo…”
“…che non abbiamo – convenne Ivan – Però questo lo considero un incentivo. Sarai più motivato. Non fallirai.”
“Se però fallisce…ehi non guardarmi così, Romano…è meglio essere preparati per ogni evenienza… dicevo, se fallisce…un piano B lo abbiamo?”
“Ovviamente.”
“Ok, adesso sono più tranquillo.”
“Vaffanculo, mangiacrauti.”
“Non farti sopraffare dalle emozioni – gli ricordò Ivan – La tua mente deve essere libera da distrazioni.”
“La fai facile…”
“Non agitarti. Vuoi da bere?”
“No, grazie. La vodka non la reggo.”
“Peccato: ti saresti rilassato. Comunque, tornando a noi…chiudi gli occhi, fa un bel respiro profondo e visualizza nella tua mente l’immagine della persona che vuoi contattare.”
“E?”
“E poi aspetta che l’altra persona ti risponda. Solo così saprai se hai fallito o meno.”
“Noi invece?” chiese Gilbert.
“State zitti, non abbiamo bisogno di presenze moleste.”
“Tsk…che simpatico…ehi Kiku – sussurrò rivolto all’asiatico – Ma perché l’Oracolo voleva che tu parlassi con lui?”
“Perché potrebbe sapere dove si trova la Luce di Meridian – bisbigliò in risposta Kiku – Meridian sta morendo, il principe ha prosciugato quasi tutta la magia. Se il legittimo erede al trono non torna…”
“State zitti! Deve concentrarsi!”
“Ok! Non scaldart…”
“Zitto!”
L’albino alzò le mani in segno di resa. Non disse più una parola, consentendo finalmente a Romano di concentrarsi.
“Fratellino…dovunque tu sia…NON TI MUOVERE DA LI’ E COPRITI LE CAZZO DI ORECCHIE CHE C’E UN TIZIO CON UN CORNO IPNOTICO CHE GIRA PER IL CAMPUS!”
All'istante Gilbert urlò e si coprì le orecchie. Vicino a lui Kiku fece lo stesso mentre assumeva un'espressione infastidita. Ivan si limitò ad alzare un sopracciglio.
“Merda, e per fortuna che glielo dovevi insegnare ad usare! Questo qui mi sta fondendo il cervello con i suoi messaggi. Ho già la vocina di West in testa che mi dice cosa fare, non mi serve anche quella di questo passivo represso” ringhiò l'albino.
“Sono un ottimo insegnante – si difese Ivan – Ho insegnato anche alla regina e a suo figlio ad usare i loro poteri.”
“Tanto bene che lei è scappata e suo figlio è impazzito.”
“Se non fossi un guardiano di Kandrakar…”
“Scusate! – intervenne prontamente Kiku  - Non credo che sia il momento di litigare. Non ne abbiamo il tempo.”
“Potete chiudere le vostre stramaledette bocche? – urlò l’italiano – Non riesco a concentrarmi!”
“Hai problemi con la lunga gittata” commentò il rettore.
“Che sorpresa! Il potere difettoso doveva capitare a me!”
“Non è difettoso, semplicemente hai problemi ad usarlo perché sei inesperto. Oppure ci sono problemi di campo.”
“Problemi... di campo?" ripeté confuso Gilbert me l’altro continuò con:”Lo sapevo io che i tecnici del wi-fi non avevano fatto un buon lavoro con la ricezione, ho sempre problemi a prendere la rete. Ma mi sentiranno, eccome se mi sentiranno...”
“Wo-wo-wo-wo, frena un attimo, alieno sociopatico, mi stai dicendo che la telepatia funziona come un cellulare o internet?”
“Certo! cosa ti aspettavi? Che qualunque posto andasse bene?”
“Come cazzo faccio? – sbottò Romano – Se ho problemi di campo che dovrei fare? Andare sul tetto e…ditemi che non devo andare sul tetto.”
“No, sarebbe troppo pericoloso. Verreste catturati subito.”
“Grazie per la fiducia.”
“Guardiano del Cuore, non ho mai visto nessuno avere un rapporto così maldestro e caotico con la magia: siete  un disastro.”
“Quanti complimenti…”
“Vogliamo tornare alla questione principale? – li richiamò Romano – Come cazzo faccio a mandare il messaggio a mio fratello…”
“E a Francis!”
“…sì, e al maniaco?”
“Mhm…forse una piccola scarica elettrica…”
“COSA?!”
Ivan rimase impassibile e continuò:”Non sarà pericoloso, basterà per caricare il sistema nervoso centrale e potenziarti senza il bisogno del wi-fi.”
“E secondo te una cosa del genere funzionerebbe?  Almeno è testata prima?”
“Certo che sì, per chi mi prendi? Ai vecchi tempi questo era il metodo che si aveva per contattare gli altri guardiani usando la telepatia, altro che cose come wi-fi o altre diavolerie moderne. Tuttavia la scarica deve essere di potenza controllata, senza però essere eccessivamente debole.”
“Pertanto chi la deve usare deve essere capace di controllare i suoi poteri” intervenne Kiku.
“Altrimenti?”
“La cosa risulta inefficace oppure ti frigge il sistema nervoso.”
“Non è che tu…”
Ivan scosse la testa.
“Non dispongo di quel genere di potere. L’unico che può farlo è il guardiano del Cuore.”
“Col cazzo che permetto a questo mangiacrauti di arrostirmi!”
“Ehi!”
“Hai causato un black out in tutto il tuo quartiere perché volevi provare a ricaricare il tuo cellulare senza inserire la presa!”
“Questo come lo sai?”
“Me lo ha detto Antonio!”
“Che domande…ovvio che doveva essere lui…”
“Il punto è: tu non sai controllarti! O usi troppo potere o non ne usi affatto! Se non fosse stato per Kiku quel serpentone ti avrebbe mangiato!”
“Non credo, di solito i mutaforma sono vegetariani” si intromise  il rettore.
“Gli avrebbe solo tolto le cuffie e costretto ad ascoltare il suono del Corno di Hypnos.”
“Se però riuscisse a controllare meglio i suoi poteri…”
“Cosa che già di per sé suona ancora meno credibile di tutta questa cosa che stiamo vivendo”
“…potrebbe darti la possibilità di comunicare con gli altri due guardiani rimanenti senza causa danni collaterali.”
“Io continuo a trovarla una cosa impossibile.”
“Ehi, grazie mille, aiuti davvero molto la mia autostima” sbuffò indispettito il tedesco.
“Non che tu ne abbia davvero bisogno, visto che ce l'hai già a mille" rispose ringhiando Romano.
“Non litigate. Dovete imparare a collaborare, e questo è il modo perfetto – intervenne  Kiku - Sono sicuro che il guardiano del Cuore riuscirà a controllare i suoi poteri senza causare danni collaterali.”
“Ne sei sicuro o lo stai sperando?”
“Sì.”
“Quale delle due?”
“Entrambe.”
“Cazzo…”
“Andiamo, non friggerei mai il cervello del fidanzato di uno dei miei migliori amici!”
Romano arrossì e farfugliò un io e quell’idiota spagnolo non stiamo insieme.
“A questo punto, mi pare la cosa migliore da fare – convenne Ivan – Guardiano del Cuore, procedi.”
Romano si fece prima il segno della croce e recitò un veloce Ave Maria.
“Okay, ora sentirai un leggero pizzicore al cervello...”
“Non scherzare, cretino” bofonchiò il castano, mentre Gilbert si asciugò le mani sudate sui pantaloni e le mise sulle tempie dell’altro.
La verità era che se Romano era terrorizzato, Gilbert lo era dieci volte di più. Controllare i suoi poteri? Facile a dirsi! Non aveva idea di cosa significava dosarsi o andarci piano, per lui o era lento o era veloce, o era luce o era buio.
Le cose a metà gli erano sempre risultate difficili.
Non aveva intenzione di friggergli il cervello: poi chi lo sentiva Antonio?
Chiuse gli occhi. Ispirò. Rilasciò l’energia.
Gli occhi di Romano si illuminarono d’argento ed Ivan disse:”Guardiano, sei ancora con noi?”
“Cazzo, non urlare!”
“È ancora lui.”
“Per ora…ma se Gilbert si distrae…”
“Ma sei proprio stronzo tu!”
“Sono realista.”
“Non aiuti.”
“Ci conviene sbrigarci. Il signor Beilschmidt non è certo noto per essere il campione della concentrazione, e inoltre abbiamo una torma di zombie che vogliono catturarvi e portarvi da Lord Matt da almeno dieci minuti ma di cui sembriamo essercene tutti dimenticati. Dobbiamo fare in fretta. Guardiano, contatta tuo fratello.”
Il ragazzo annuì. Chiuse gli occhi e…

Il cliente da lei selezionato è al momento non raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi.

“E che cazzo! Anche qua il servizio clienti?”
“Riprova finchè non ti risponde.”
“Mi sento un fottuto telefono…”


Intanto…
Appartamento Francis e Arthur


Francis aveva bisogno di riposare. Dare lezioni a Romano Vargas si era rivelato più difficile del previsto e alla fine entrambi si erano arresi.
Pazienza per il talent: non parteciperà.
Gli dispiaceva per Antonio, lui ci teneva a duettare con l’altro. Sarà per un’altra occasione.
Una in cui non rischia di finire arso vivo per essersi avvicinato troppo o per un flirt accennato o…
“Pervertito…”
Si girò. Non c’era nessuno. L’appartamento era vuoto. Eppure, gli era sembrato di sentire la voce di…
“Dannato vuoi rispondere? Sei uno zombie o cosa?”
“Romano?”
“Sì sono io e no, non sono invisibile o altro. È un messaggio telepatico potenziato.”
“Un messaggio telepatico potenziato…certo… - ormai non si stupiva più di tutte le robe pseudo fantasy che gli stavano succedendo – Perché sei nella mia testa?”
“Non l’ho scelto io, ma il tuo amico voleva che avvisassi anche te e perciò eccomi.”
“Avvisarmi di cosa?”
“Che un serpente gigante da Meridian è qui e sta usando un coso chiamato Corno di Hypnos per creare degli zombie.”
“Zombie?”
“Chi sente il suono del corno diventa schiavo del serpentone e…”
“Franny!!! Sei ancora tu?”
“Cazzo non ti intromettere! Già mi sta venendo mal di testa!”
“È il mio migliore amico, ovvio che voglia sapere se sta bene! Abbiamo perso Antonio e…”
“Un momento – fece il francese  - Che significa che avete perso Antonio?”
“È uno degli zombie.”
“Se senti un terremoto, è lui che ci sta cercando per consegnarci al suo padrone.”
“Non avere pensieri sporchi che poi li leggo!”
“Dove siete?”
“Nell’ufficio del rettore. Lo sapevi che è un alieno?”
“Eh?”
“Giuro, non ci credevo nemmeno io e…”
“Smettila di fare il pettegolo! Stronzo, rimani nascosto e non uscire per nessuna ragione.”
“Perché?”
“Kiku e l’altro stramboide alieno hanno un piano.”
“Sì ma…”
“Se vi teletrasportate da noi, il serpentone saprà dove siamo. Qualcosa che ha a che fare con la localizzazione magica o stronzate varie. Se invece…”
“La telepatia non è magia?”
“A detta del rettore è più come un potere individuale che una vera e propria magia. Al contrario, il teletrasporto è più facile da localizzare.”
“Non riesco a vedere la differenza.”
“Senti coso, non sono qui per dare lezioni di magia. Come ho detto a mio fratello, sta fermo, non fare niente e tappati le orecchie. Non aprire a nessuno e se vedi uno zombie…mi dispiace, sei morto.”
“A tuo fratello hai detto di scappare e trovare un altro posto sicuro!”
“Allora? Non è che…”
“Suvvia ragazzi, siate più gentili col signor Bonnefoy. Inoltre, è meglio se interrompiate il contatto. Il signor Vargas sta iniziando a fumare dalle orecchie…”
“Merda…beh maniaco, in bocca al lupo, non farti ammazzare e bla bla bla…ci vediamo.”
“Aspetta io…”
“Rana, adesso parli da solo?” domandò Arthur, uscendo dalla sua stanza. Indossava un pigiama blu e aveva un plaid addosso. Sembrava un straccio, il naso gocciolava e gli occhi erano cerchiati di rosso.
‘’ Arthur? Sei tu? ‘’
‘’ No, sono la regina Elisabetta. ‘’
‘’ Non sapevo che la regina avesse delle sopracciglia così brutte – scherzò Francis, poi si fece improvvisamente serio – Stai bene? Ti senti strano? Hai mal di testa? Sei… ‘’
‘’ Ho qualche decimo di febbre e il raffreddore, come vuoi che mi senta? ‘’
‘’ Quindi non sei uscito? ‘’
‘’ Solo per dire a Collins di cercare un altro a cui appioppare le sue ricerche. ‘’
‘’ Hai sentito qualcosa di strano, una tromba o… ‘’
‘’ Sì, il peggior jazzista che abbia mai sentito e… ehi, chiudi la bocca altrimenti ci entreranno le mosche. ‘’
“Quando?”
“Dieci minuti fa? Forse venti…”
“Sii più preciso.”
“Non lo so, non mi ricordo. Ha importanza?”
“È abbastanza urgente, sì” disse, non volendo correre il rischio di avere uno zombie in casa.
“Era solo Feliks e…ehi, perché mi stai abbracciando?”
“Io…uhm…sono contento?” provò a giustificarsi il biondo. In effetti, era sollevato che Arthur avesse sentito Feliks. Non era uno zombie.
“Se non stai attento, ti mischio.”
“Ho difese immunitarie molto forti.”
“Non sei lo stesso che prese un raffreddore in piscina?”
“No.”
“Certo…come vuoi. Io me ne torno in stanza.”
“Ok.”
Una preoccupazione in meno: doveva solo sigillare porta e finestre ed impedire che un’orda di zombie li attaccasse. Quanto poteva essere difficile?  

Un’ora dopo
Cortile dello
Sheffield Institute 

“Come diamine fate a non trovarli? Cercateli meglio!”
Matt era furioso. Non solo si era lasciato sfuggire due guardiani e un misero basiliadiano, ma con un piccolo esercito non riusciva neppure a trovarli!
Sperava di usare a suo favore il classico ah ma io agli innocenti non faccio del male dei buoni, ma niente: il loro spirito di conservazione era più forte, erano abbastanza furbi da nascondersi e non fare niente di avventato.
Una vera sorpresa, visti i precedenti.
Il piccolo alieno doveva essere un ottimo stratega.
Poco male: nessuna strategia riuscirà a…
“Ehi, Lucifer! Sembri un po’ ingrassato!”
“Lucifer?”
Sul palco, era apparso il guardiano del Fuoco, con una chitarra elettrica rosso fiammante e lo sguardo deciso. Non sembrava contento di essere uscito allo scoperto.
“Hai usato il teletrasporto per arrivare?”
“Sì.”
“Intelligente. Effetto sorpresa garantito.”
“Felice di sentirtelo dire.”
“È stato anche molto stupido: mi dai la possibilità di renderti uno zombie asservito alla mia volontà.”
“O distruggerò il tuo Corno di vattelapescà senza combattere.”
“E come lo vuoi fare?”
“Con…non ci posso credere che sto per dirlo…il rock ‘n roll!”
L’altro ridacchiò.
“Certo…il potere del rock n’roll…come dici tu. Beh…è stato divertente. Ma lo scherzo è bello quando dura poco…” Matt si portò il corno alle labbra.

Romano deglutì e strinse a sé la chitarra. Gilbert urlò:”le casse sono ok!” Era tutto pronto per il piano…

Mezz’ora prima…

“Allora? Il piano?” domandò impaziente Romano, con la testa che gli martellava per l’uso prolungato della telepatia.
“Suonare.”
“Mi stai prendendo in giro.”
Ivan scosse la testa.
“Il Corno di Hypnos sarà pure uno strumento potente, ma ha un punto debole: la musica. Se chi lo suona è potente, allora anche la musica lo sarà. Ma se è debole…”
“Non capisco perché dobbiamo improvvisare un concerto.”
“Te lo spiegherò in termini molto semplici, così che il tuo cervello umano capisca: se la musica del corno si scontra con la musica di un altro oggetto magico, se quest’ultima è più forte il corno si distruggerà e i suoi effetti svaniranno.”
“Non abbiamo strumenti magici.”
“Ma avete la magia. Ergo, qualsiasi strumento con voi diventerà magico.”
“È una spiegazione del cavolo! Come in quel film dove qualsiasi spada in mado a re Artù diventa Excalibur. Ma ti rendi conto che è una cazzata?”
“È una teoria basata su…”
“Una teoria?!”
“Se mi lasci spiegare…”
“Dobbiamo rischiare la vita per una cazzo di teoria del cavolo?! Ma io…se non avessi mal di testa ti brucerei l’ufficio!”
“E poi dove vi nascondereste?”
“Ha ragione.”
“Grazie per il supporto, Kiku.”
“Se ci fermiamo tutti a discutere civilmente…”
“Non lo possiamo fare, non con un piano suicida!”
“Iniziamo a discuterne i dettagli prima!”
“I dettagli di come diventare zombie o…”
“Non ascolti mai?”
“Non le cose stupide.”
“Dagli mezz’ora per dire cosa dovete fare – propose Kiku – Se ti verrà in mente qualcosa di meglio, lo faremo.”
Romano sbuffò. Poi disse.”Va bene! Sentiamo la cazzata!”
“Sei ragionevole, alla fine. Bene, stavo dicendo…dovrai suonare contemporaneamente a Lord Matt. In questo modo, si creerà un muro del suono e a prevalere sarà la musica più potente. “
“Niente è più potente del rock!” esclamò Gilbert.
“Allora suona tu! Sei bravo con queste cose, giusto?”
“Ottima idea…ma lui deve stare dietro le quinte.”
“Perché?”
“Deve potenziare gli amplificatori: aumenteranno le possibilità di successo. Dati i suoi poteri sull’elettricità, il guardiano del Cuore è il più indicato per il lavoro. Tu invece…”
“Diamine, no! Io la chitarra non la so neppure suonare!”
“Ma non sapevi suonare il basso?”
“Sta zitto, mangiacrauti!”
“Ehi, alla fine sono la stessa cosa!”
“Non è vero e tu…”
“Bambini – li interruppe Ivan – Basso o chitarra non conta. Conta il potere che tu vi eserciterai sopra. Ricorda come suoni il basso e ripeti la stessa cosa sulla chitarra. Semplice e pulito.”
“Non è così!”
“Meno di un quarto d’ora fa hai imparato ad usare la telepatia consapevolmente. Suonare la chitarra non sarà più difficile.”
L’italiano si morse il labbro. Su quello non aveva torto.
“Quindi cosa? Suono una chitarra potenziata dalla magia del mangiacrauti e spero che vada bene?”
“No: ci sono solide basi magiche e scientifiche…”
“È un salto nel buio e lo sappiamo tutti!”
“Ma è anche l’unica possibilità che abbiamo per distruggere il Corno di Hypnos senza ricorrere all’uso della forza. A meno che tu non abbia pensato a qualcosa di meglio…”
Romano scosse la testa. Era fregato.
“Molto bene. Non ci resta che fornirci della materia prima…”


Iniziarono a suonare in contemporanea.
La musica del corno si scontrò contro quella della chitarra di Romano.  Come aveva previsto il rettore. Ma erano equivalenti. Nessuna delle due riusciva a prevalere sull’altro.
Il ragazzo continuò a suonare.
Romano pizzicava le corde, unendo la sua magia del fuoco a quella elettrica di Gilbert. Non aveva la minima idea di quello che stava facendo. Ma continuò a suonare, più veloce, più veloce, sempre più veloce.
Alla fine il corno si spezzò, riducendosi in mille pezzi.
“NO!!!”
L’alieno tentò di recuperare i pezzi, ma l’impresa fu ostacolata da una dozzina di piedi che ballavano e rendevano difficile l’individuazione dei pezzi mancanti.
L’incantesimo era rotto. Gli umani non erano più sotto il suo controllo. Ora tutti sembravano rapiti dalla performance musicale di Romano, urlando e dimenandosi.
Il rock aveva vinto.
Matt decise di andare a nascondersi in biblioteca: la sconfitta era insopportabile.
Inoltre, doveva riparare il corno e riportarlo in armeria, sperando che Oliver non si accorgesse di nulla.  
Sul palco, ancora sudato, Romano balbettò:“Abbiamo vinto?”
“A quanto pare…”
Il piano assurdo del rettore aveva funzionato. Un successo decisamente inaspettato.
“Chiama gli altri.”
“Mi hai preso per il tuo cellulare?”
“Andiamo, abbiamo appena fatto il culo ad un mega alieno!”
“Allora? Questo non ci rende amici.”
“Colleghi?”
“A malapena.”
“Il rettore vuole parlare con tutti – gli ricordò Gilbert – Non lo vuoi far arrabbiare, vero?”
“Sei uno stronzo.”
“Ehi, qualcuno deve avere un po’ di buon senso qui!”



 

 

 

 

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Nel prossimo capitolo di The Guardians…

Ivan rifletté a lungo. Alla fine, disse: ‘’ Certo che so dove si trova la Luce di Meridian…”
“…grazie al Cielo!”
“…frequenta lo
Sheffield come voi!”
“COSA?!”
“Di nuovo? – chiese invece Kiku – Anche la regina Elyon frequentò quest’Istituto.”
“Secondo te perché sono diventato il rettore di questo buco? Non certo per condividere le mie abilità pedagogiche con degli umani.”
“Da quando la tortura è un’abilità pedagogica?”

“Fammi capire bene…tu sai chi è l’erede al trono, sai che studia qui, lo stai proteggendo e tenendo al sicuro da Oliver, cospirando con l’ex regina per farlo tornare a Meridian…ma non vuoi dirci chi è?”
Ivan sorrise, imperturbabile, e disse:”Sì.”
“Ma allora sei stronzo!”

Matthew alzò lo sguardo e fissò Francis negli occhi.
“Come lo hai capito?”
“Quel che ha detto il rettore mi ha fatto pensare…perché darti un lavoro qui? Qual’era il suo scopo? Poi perché nessuno si accorge di te? Deve esserci un motivo, un motivo…magico. Ti stai nascondendo, non è vero?”
“Sei intelligente, ho sottovalutato le tue capacità deduttive. A questo punto, non mi resta altro da fare…devo eliminarti.”
“Sì hai ragio…ELIMIANRMI?”
Matthew lo guardò come se fosse stupido.
“Hai scoperto chi sono, ovvio che ti debba eliminare. Se gli altri guardiani lo sapessero, mi rispedirebbero a Meridian e chiuderebbero i Portali.”
“Ma non lo vuoi anche tu? Tornare a Meridian, governare…”
“Governare? Quel mondo è una pattumiera, sto aiutando Oliver a distruggere del tutto la Muraglia così potremo iniziare ad invadere altri mondi più prosperi e con più magia.”
“Sei tale e quale a tuo fratello…”
“È una grave offesa: io non sono per niente simile ad Allen.”
“Chi è Allen? Io parlavo di Oliver!”
“Oliver?”
“Tuo fratello!”
“Lui non è mio fratello.”
“Non è…Mon Dieu,  io credevo che fossi tu la Luce di Meridian!”
“Davvero? – silenzio imbarazzante, poi – Mi rimangio quello che ho detto prima, le tue abilità deduttive fanno pena.”

Prossimo capitolo
Indovina chi versione aliena: chi è la Luce di Meridian? 



E grazie a Classicboy per avermi aiutata con la stesura di questo cap. Minimo due recensioni per continuare questa storia. Volete far felici due autori, da?
   
 
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