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Autore: verystar02    27/07/2018    1 recensioni
Dopo la battaglia tra esorcisti e satana che aveva quasi distrutto la True Cross un nuovo male colpisce l'umanità.
Il mondo è, ancora una volta, in pericolo.
Esorcista o demone? Solo te puoi decidere cosa essere.
Un nuovo arrivo sconvolgerà le vite degli studenti di esorcismo e non solo.
Cosa potrebbe comportare convivere con dei re demoni, parecchio possessivi, di Gehenna?
Riuscirà una ragazza a tenergli testa o si farà sottomettere da quest'ultimi?
Inoltre che segreti nasconde nel suo passato la novizia e cosa la lega a Gehenna e agli otto re?
"Il male é un punto di vista, Dio uccide indiscrimatamente e cosi' faremo noi, perché nessuna creatura di dio é come noi, nessuno simile a lui quanto noi "
La storia ha raiting orange ma ci saranno scene esplicite di sesso, violenza, splatter, triangolo, quindi penserò bene se cambiarlo in futuro.
Se vi ho incuriositi, accomodatevi pure.
I commenti sono bene acetti anche perchè è la mia prima fic su Ao no exorcist.
[...]Dai primi capitoli.
«Sei salato sulla mia auto in corsa?» Chiese Mephisto alla figura appena "salita" a bordo della limousine.
«Si. Perchè?» Rispose ingenuemente il ragazzo.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Satana
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Attorno a se nessun rumore.
Pace.
Vuoto.
Il suo respiro regolare.
Dopo che il verde si era chiuso la porta alle spalle, lasciandola sola, il silenzio era stato il suo unico compagno.
Solo allora Ryse potè elaborare il tutto.
Avrebbe dovuto coinvivere con due individui bizzarri per il resto della sua vita?
Perchè gli sembravano così familiari?
Perchè si era buttata a capofitto in quell'assurda situazione?
Perchè si fidava di loro?
Mille mila pensieri le frullavano per la testa, provocandole spiacevole nausea e male umore al bassovente.
Erano le otto e un quarto di mattina, o almeno così poteva notare leggendo l'ora dall'orologio posto a fianco della porta della sua nuova stanza.
Era un maestoso orologio alto un pò più di lei, uno di quelli a pendolo, di quelli antichi, intarsiati in legno pregiato con virtuosismi artistici che facevano invidia alle decorazioni del resto del palazzo.
Se ne stava li, a far ondeggiare il suo lucente pendolo, dietro una porta di vetro, con nobile distacco, sprecandosi solo una volta ogni ora per rintoccare con la sua voce austera.
Sembrava saggio e pieno di storie, con delle parole in lingua estranea incise sopra il disco delle ore, ormai sbiadite e invecchiate.
Ora che ci fece caso si ricordò che ne aveva già visto uno identico a quello nel suo passato.
Rammendava e rammendava, portandosi entrambe le mani alla testa per il dolore che tali pensieri stranamente le provocavano, senza giungere però a una conclusione.
Non aveva grandi ricordi del suo trascorso.
Il vecchio orfanatrofio femminile era la sua unica certezza.
Non aveva famiglia, nessuno che avrebbe pianto la sua morte...
Con quel idea in testa mosse i primi passi nella spaziosa camera donatagi da quei buffi personaggi.
Passo dopo passo vagava ed esplorava quel luogo nuovo camminando sulla candida moquette indaco.
Ogni oggetto le ricordava qualcosa, ma non riusciva a mettere a fuoco cosa.
Scostò le pesanti tende ricamate che oscuravano la luce di una finestra trovandosi piacevolmente sorpresa nell'imbattersi invece in una porta di vetro, che conduceva a un enorme balcone esterno che non aveva notato prima.
Uscì e rimase sbalordita.
Cielo limpido.
Solo questo, per centinaia e centinaia di chilometri.
E sotto di lei il nulla più totale.
La sua stanza probabilmente si tovava nella parte posteriore del palazzo e ciò significava che una caduta da quel livello sarebbe stata certamente fatale per qualunque essere vivente.
La vista sul balcone era bellissima, mentre fissava il cielo blu dinnanzi a lei, mischiato col bagliore del sole mattutino che ha il compito di svegliare la vita assopita, iniziò a ripensare alla sua vita.
«Non voglio tornare indietro qui' sono gentili è mi trattano bene , mi sento bene con loro, certo, ancora non li conosco ancora, ma non sembra abbiano cattive intenzioni. Mi hanno accolto nella propria dimora senza esitare e senza chiedere nulla... nessuno mi ha mai trattato con tanto riguardo, nel luogo in cui mi trovavo prima ero sempre l'ultima a venir scelta dalle altre ragazze, l'ultima a ricevere il pasto, l'ultima a venir avvisata di un fatto...»
Si disse con una vena di tristezza appoggiandosi al cornicione del balcone, lasciando che i suoi capelli si librassero nel vento.
Poi un concetto.
Allora li capì.
Lì capì il motivo per cui non aveva avuto da ridire alle parole dei due ragazzi.
Non aveva più nulla da perdere, questo era, tanto valeva quindi provare a ricominciare.
Un potente soffio di vento l'obbligò a chiudere gli occhi, mentre con i palmi si teneva ancorata alla ringhiera cercando di non sbilanciarsi per via della folata.
Rimase immobile per alcuni secondi finchè il tutto non cessò.
Poi aprì gli occhi.
A quel punto scostandosi un ciuffo di capelli dal viso dovette indietreggiare spaventata, fino alla porta finestra, di fronte a ciò che i suoi occhi scuri videro.
Stante innanzi lei un ragazzo, o almeno così sembrava a prima vista, l'abbigliamento bizzarro che indossava, un completo di pelle nera, pantaloni, stivali e felpa con bizzarre corna il tutto con vari accessori e catene metalliche, lo metteva allo stesso livello di stranezza degli altri due individui già conosciuti.
Se ne stava in piedi sul cornicione e la guardava dall'alto con i suoi occhi rossi come il sangue mentre i suoi capelli bianchi, con quache sfumatura rosa, si muovevano leggeri accompagnati dal vento.
La cosa che a primo impatto l'aveva spaventata però era un'altra, ossia l'enorme pitone bianco insieme a lui con gli occhi del medesimo colore del ragazzo.
Il cuore le pulsava a mille il respiro accelerava sempre di più, le mani iniziarono a sudare freddo.
Cosa voleva questo adesso da lei?
Possibile che non avesse un secondo di pace?
«Chi sei tu? Come hai fatto ad arrivare qui?» Domandò impavida alzando la testa così da vederlo in volto, aspettandosi un'espressione dura, ma quella che trovò era giusto l'opposto.
Un sorriso malinconico.
Uno sguardo perso nei ricordi.
«Come puoi esserti lasciata glaciare i ricordi così ancora non lo comprendo... Comunque sono Zagabriel, ripiacere.» Rispose placcidamente lasciandosi sfuggire un sorrisetto di sfida da dove si intravedevano due affilati canini.
La ragazza era visibilmente spaesata, continuava a spostare lo sguardo dal pitone al viso del ragazzo quasi pensando a quale dei due dovesse fare più attenzione.
Zagabriel scosse la testa, facendo un sorriso amaro. «È assurdo.»
«Che cosa è assurdo?» Domandò Ryse prendendo coraggio, non sapendo a cosa lui si stesse riferendo.
Zagabriel rimase in silenzio per qualche istante, poi fece un cenno con il mento.
«Questo» Disse solamente.
«Io e te, qua. Dopo quasi tremila anni... sei rimasta lontana troppo a lungo...torniamo a casa?» Sussurrò tristemente scendendo dal cornicione e andando verso di lei tendendole una mano pallida.
Calò il silenzio.
Tremila anni...casa... Cosa significava?
Chi era realmente lui e cosa voleva da lei?
Non fece tempo a dire nulla che un enorme tonfo di fronte a lei la fece impallidire obbligandola a schiacciarsi ancor di più conto il muro.
Per terra davanti a lei c'era sdaiato il ragazzo dai capelli bianchi insieme al suo compagno pitone, sotto il peso di un'altro ragazzo a lei conosciuto.
Amaimon.
«Bene bene le cose si fanno interessanti... fratellino.» Sussurrò Zagabriel prima di rialzarsi senza problemi scostando da se il verde che malamente cadde a terra.


 

Angolo di Veronique

Non ho idea da quanto tempo fosse pronto questo capitolo, ma boh fatalità oggi ci ho messo le mani e dopo qualche piccola modifica ho deciso di pubblicarlo.
Questo vuol dire che continuerò la fic almeno per un'pò (per vostra felicità)
Iniziano a entrare nuovi personaggi misteriosi.
Che ruolo avranno?
Chi sono?
Tutte domande senza risposta per il momento.
Se volete scoprirlo continuate a leggereeee!!!

Lui è Zagabriel.

  
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