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Autore: Meggy the Witch    28/07/2018    0 recensioni
Dopo essere stata costretta ad abbassare gli scudi difensivi della base Starkiller (e dopo essere evasa da un compattatore di rifiuti), il Capitano Phasma cancella tutte le registrazioni del suo gesto proditorio, ma scopre che il tenente Sol Rivas ha avuto accesso a quei file prima di lei. Così decide di addossare la colpa del suo reato a quest’ultimo, modificando vari file del Prim’Ordine e cercando di uccidere lo stesso Rivas. Il Capitano, con l’aiuto della pilota del Prim’Ordine TN-3465, segue il tenente fuggiasco sul pianeta Luprora. Dopo essersi travestite per confondersi tra i civili, scoprono che però il tenente Rivas si trova prigioniero dei R’ora, creature aliene non troppo amichevoli…-tratta dal fumetto Capitano Phasma-
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitano Phasma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò nauseata nel pieno della notte dell’impervio pianeta Luprora.
Quelle rocce avevano lo stesso odore nauseabondo del suo odioso pianeta natale! Puah… iniziava ad odiare anche quello.
Accanto a lei le Lupr’or che l’avevano accolta e la pilota dormivano ancora profondamente.
Si voltò a guardare il misero accampamento, vicino al relitto di una vecchia nave che avrebbero dovuto usare come arma il giorno seguente. Poco lontano, verso la costa, altri Lupr’or sorvegliavano le apparenti calme acque.
-Capitano? Tutto bene?-
La pilota doveva avere un sonno molto leggero.
-Nessun problema. Torna a dormire, Pilota. Dovremo essere ben riposate per domani, se vorremo affrontare i R’ora.-
La pilota annuì e richiuse gli occhi.
“Dormi tranquillamente Pilota.” pensò
Le sedette a fianco, distendendo la schiena contro il ruvido muro di pietra.
Era un piano semplice: i Lupr’or avrebbero distratto quelle spaventose creature, lei avrebbe trovato ed ucciso Rivas e poi se ne sarebbe tornata alla base del Prim’Ordine con Pilota. Il suo ambitissimo titolo di Capitano non si sarebbe trasformato in quello vile di traditrice e la sua reputazione sarebbe rimasta intatta.
Capitano.
La perfetta Capitan Phasma, devotissima al Prim’Ordine, la più astuta e intollerabile tra tutti gli ufficiali, temuta dai troopers e pure il generale Hux pareva un po’ titubante difronte a quell’impenetrabile armatura.
Ed eccola ancora, imponente e indomabile, su un pianeta impervio, mentre insegue il Tenente Rivas, vile traditore del Prim’Ordine…
Tutto era lecito pur di mantenere lucida la sua reputazione, anche sacrificare l’intera popolazione dei Lupr’or dandola in pasto ai R’ora e uccidere senza pietà l’innocente Tenente Rivas addossandogli tutte le sue colpe.
L’importante era che per tutti la sua apparenza fosse quella di una dominante e indistruttibile armatura cromata.
Eppure qualcosa non la convinceva.
Quella volta aveva dovuto abbandonare l’inseparabile corazza per nascondersi dietro la semplice maschera di un qualsiasi cacciatore Lupr’or.
Cosa poteva cambiare? Era davvero solo l’armatura a renderla invulnerabile?
Certo che no! Si era mostrata invincibile anche difronte a quei selvaggi, che consideravano lei e Pilota inviate dagli dei…
Ecco cosa non la convinceva!
“Pilota…” pensò, trattenendo un lieve sussurro sulle labbra.
Quello stupido e freddo nome, che nemmeno poteva considerarsi come ‘nome’, scelto giusto perché chiamarla ‘TN-3465’ avrebbe dato sospetti. Eppure in quei pochi giorni le era penetrato nella mente, forse un po’ troppo insistentemente, associato all’immagine di quella normalissima ragazza. Pilota e BB-K8, Pilota che l’aiuta a sconfiggere un Tsw’ells, Pilota che odia scalare, Pilota che tenta di essere…umana con lei.
Sì, umana.
Pilota non le parlava come tutti gli ufficiali del Prim’Ordine, con timore e rispetto. Loro si rivolgevano sempre alla Phasma argentata, all’automa del Prim’Ordine privo di sentimenti; invece Pilota parlava alla persona che stava sotto quello scudo.
Le aveva permesso di chiederle, di consigliarle, di risponderle a tono, di essere anche ironica con lei e addirittura sembrava essere nata una certa…complicità?
Un’amicizia?
L’idea fece storcere il volto del capitano in un mezzo sorriso.
“No, Phasma…cosa stai facendo?”
Strappò quel pensiero dalla mente.
Cosa le stava succedendo? Si stava forse affezionando a Pilota?
Nel corso degli anni aveva imparato ad isolarsi da ogni genere di sentimento amichevole o anche solo complice nei confronti di qualunque essere umano, era l’unico modo per sopravvivere nel Prim’Ordine… com’era possibile che una qualsiasi pilota di Caccia TIE fosse riuscita ad addentarsi attraverso l’invarcabile armatura cromata che l’aveva sempre protetta?
Scappò dall’accampamento e si rifugiò verso il caccia TIE dove aveva lasciato l’inseparabile corazza.
Era davvero così debole senza quella?
La indossò nuovamente, sentendosi protetta ancora una volta dalla famigliare e privata atmosfera.
Stava tornando tutto alla consuetudine. Era stato solo un folle attimo passeggero di preoccupazione.
Ritornò alla nave abbandonata dei Lupr’or, dove ormai tutti erano svegli e attendevano solo i suoi ordini.
Si levò nell’armatura scintillante, avanzando in quell’esercito improvvisato che l’acclamava.
Era di nuovo lei. L’intollerabile e perfetta Phasma.
-Rimettiti l’uniforme, Pilota. Basta nascondersi.-
Era il momento che anche lei riprendesse il suo solito ruolo.
Di nuovo di fronte ad un esercito da incitare, anche se non era la sua divisione.
Un gruppo di coloni superstiti, dimenticati da tutti.
Carne da macello.
-Se volete sopravvivere a questo pianeta, a queste creature, dovrete usare tutte le risorse a vostra disposizione… dovrete diventare qualcos’altro…incluso ciò che avete scelto di lasciarvi alle spalle! Dovete imbracciare le armi, usare ciò che è sconosciuto, quello che i vostri antenati hanno costruito. Io vi condurrò alla vittoria. Sono stata inviata per condurvi a questa vittoria!-
Semplice.
Anche i suoi troopers si esaltavano per menzogne simili.
Un banale discorso di incoraggiamento, tante parole false da far bere ad un gruppo di stolti come quello, pronunciato senza sentimento, sapendo che li stava esortando verso un massacro certo.
Le restava solo da dare gli ultimi ordini, aspettare la bassa marea, far uscire allo scoperto i R’ora, farli distrarre dall’esercito di primitivi, entrare nel loro territorio e finalmente avrebbe trovato e ucciso Rivas.
-E poi? Una volta che saremo dentro?- sibilò una voce amichevole.
Fu come se una sottile lama stesse cercando di oltrepassare la sua corazza di solitudine.
“Phasma, lei è solo un qualsiasi pilota.” pensò il Capitano, respingendo ogni singolo sentimento.
-Ci penseremo quando sarà il momento.- soffocò.
-Ma…-
-Niente ma.-
Bene.
Così. L’impenetrabile e perfetto Capitan Phasma di sempre.
Ancora poco e avrebbe avuto la certezza che il suo gesto di debolezza sarebbe stato cancellato per sempre, l’apparenza dell’indistruttibile armatura cromata…
-Capitano, io… il suo discorso… è stato molto bello. Sta davvero facendo la differenza nelle loro vite.-
Phasma da sotto l’elmo si allargò in uno spontaneo sorriso amichevole.
La lama varcò la corazza.
L’armatura dietro la quale si era sempre nascosta, parve squarciarsi, come una grande ferita che poteva solo peggiorare.
Ormai non poteva più respingere quella complicità, quell’amicizia, che parte di lei desiderava, come se d’improvviso si fosse resa conto di non poter fare a meno di quel sentimento.
Era un’enorme piaga nella sua armatura, che lentamente l’avrebbe lacerata.
Doveva chiudere assolutamente quello squarcio.
Se non poteva più uccidere i sentimenti, non le rimaneva altra scelta, se non quella di uccidere la causa di tutto.
Pilota doveva morire.
-Non essere sciocca, Pilota. Mi serve solo un esercito per arrivare fin là.-
Una lacrima morì sulla palpebra.
-Sono solo carne da cannone.-
Sarebbe tornata come sempre.
Ancora la solita Armatura Cromata.
 
   
 
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