«Io...»
«Racconta tutto, dall'inizio.»
Luca guardò fuori dalla finestra. Pioveva. La pioggia aveva sempre suscitato in lui sensazioni negative e affrontare una conversazione del genere in un giorno tanto cupo sembrava essere un ulteriore brutto presagio. Nel silenzio della stanza gli parve di poter udire il ticchettio di ogni goccia, che leggera si infrangeva sul vetro di quella casa che ne aveva viste passare così tante. Fermo, con i nervi tesi sotto una vecchia maglietta un po' sgualcita, si sentiva risucchiato da un vortice di eventi e quasi stentava a ricordare a come fosse stata la sua vita, prima di quel giorno. Prima di tutto. Prima di loro.
Si sforzò di ricordare, di dare un senso cronologico a tutte le vicende che lo avevano travolto; alcuni flashback si susseguirono rapidi, scagliandosi nella sua memoria come la pioggia sulla finestra di fronte a lui. Ogni sorriso, quel sorriso. Ogni piccolo passo, ogni stretta allo stomaco, ogni lacrima versata. Perché sì, a volte anche gli uomini piangono.
Il temporale continuava a fare loro da unico sottofondo. In strada le persone camminavano strette nei loro impermeabili, le mani salde su quegli ombrelli colorati. Una coppia di adolescenti era intenta a salutarsi, afferrando le mani uno dell'altro, incuranti della pioggia che bagnava violenta i loro visi. Un anziano signore, poco distante dai giovani, lottava per mantenere tra le braccia il proprio cagnolino. Atti d'amore diversi, ma tangibili persino dal primo piano di quell'appartamento buio. Luca si chiese cosa sarebbe successo se i binari della vita si fossero incrociati in modo diverso tra loro. Avrebbe potuto evitare quel senso di destabilizzazione, di vuoto allo stomaco? Era possibile, oppure era già tutto scritto, da qualche parte? Lui nemmeno ci aveva mai creduto, al destino. Sospirò, voltando lo sguardo verso la persona che aveva davanti. Due pozzi profondi, cupi e tristi, erano conficcati su di lui. E capì che non avrebbero accettato un no come risposta. Non più.