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Autore: Perrii    08/07/2009    2 recensioni
L'avevano dovuto dare per malato, per giustificare la stanchezza che si portava dietro da qualche giorno.
Ma questa non era giustificabile.
Nessuno mi avrebbe raccontato che quella a cui stavo assistendo – e subendone gli effetti – io era una malattia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Senri Shiki, Takuma Ichijo, Toga Yagari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fake Ill.


Era sera inoltrata ed ognuno di noi si stava dirigendo verso la classe per seguire regolarmente le lezioni.

Come sempre la stanza che si presentava era buia, data l'ora, ma nessuno si era mai azzardato ad accendere una luce, per evitare malevole conseguenze.

Dopotutto, nelle mie veci di vice-capo dormitorio, era mio compito evitare consumazioni fuori pasto da parte di ciascuno.

In attesa del professore di lettere, il quale era stato sostituito da un Vampire Hunter con laurea in materia da un paio di notti, ognuno se ne stava per proprio conto.

Kaname era il solito in disparte, elegantemente appoggiato alla finestra dalla quale io mi affacciavo : a parere di qualunque altro sguardo avesse incrociato la sua figura, era immerso in una lettura, ma da quello che potei dire conoscendolo, la testa e tutti i derivanti pensieri erano rivolti alla sua cara Yuuki.

Sentii la porta sbattere.

Era entrato il professore.

< bene cari signori vampiri ... siete pregati di prendere i vostri posti > .

La frustrazione di non poterci uccidere, era solito sfogarla attraverso l'amarezza dalle parole e della voce.

Prese a fare l'appello chiamando per cognome e nome, poi controllandone la posizione.

< Shiki Senri >

Non ricevette alcuna risposta.

L'unico suo occhio in grado di vedere analizzò l'aula.

< Shiki Senri ? ... sapete dirmi dov'è o ha subito un destino troppo crudele da poterlo rivelare ad un Vampire Hunter ? >

Nessuno apriva bocca, perciò decisi di prender parola io. < ha detto di essere stanco. Non è mai uscito dal dormitorio > .

< grazie dello sforzo, Ichijou. Potresti andare a verificare se la sue condizioni sono così “gravi” ? >

< certo, professore > detto fatto.

Mentre vagavo per i corridoi, pensai a come fortunatamente aveva dato l'incarico a me : se, ipoteticamente, avesse richiesto in tal modo qualcosa ad Aidou, avrebbe dovuto tirar fuori il fucile per legittima difesa.

Mi trovai quindi davanti alla porta della stanza di Shiki, indeciso se bussare o no.

Decisi infine di entrare nel modo più educato possibile, ma senza ricevere risposta dall'interno.

Aprii lentamente la porta ed intravidi la sua figura rannicchiata sotto le coperte.

Mi avvicinai fino a toccare il suo letto e con la mano gli arruffai i capelli già disordinati per conto loro, per fargli aprire gli occhi.

Sembrava immerso in un sonno profondo.

Provai a chiamarlo più volte, appoggiandomi col braccio in modo da sovrastarlo, senza risultati.

Mi sorpresi però a fissarlo senza più fare appello alla sua attenzione.

Con quell'aria angelica e innocente avrebbe incantato chiunque ... no, Kaname a parte.

Decisi che se dovevo disturbarlo, non l'avrei fatto solo in parte : mi avvicinai al suo orecchio e a voce piena dissi < Shiki sveglia !! > .

Quello che capitò ancora prima che mettessi l'esclamazione alla fine della frase, non l'avevo assolutamente calcolato come possibile conseguenza.

Con la forza di tutto il corpo mi aveva scaraventato dall'altra parte del letto, facendomi sfiorare il muro con la testa.

La situazione si era decisamente ribaltata.

Lui era distrattamente seduto sul mio bacino e con le mani mi teneva la braccia schiacciate contro il materasso.

< ma cosa ... ?! > non finii la frase tanto ero stupito.

Ma che cavolo gli era preso ?

Nella luce lunare che penetrava dalla finestra, vidi i suoi occhi diventare lentamente più scuri e brillare scarlatti nella notte.

Un senso di timore mi invase inconsapevolmente.

Non stava facendo niente, ma supponevo di poter prevedere le sue intenzioni.

Tentai di liberarmi con calma dalla sua presa : non l'avevo mai visto usare la violenza su qualcuno, era sempre parso un tipo pacifico a tutti, anche se si era notata la sua deplorevole passione per il sangue.

Cercava sempre di sottrarne a tradimento, soprattutto a me, ma non era mai stato eccessivamente aggressivo.

Mi chiesi perchè questa volta si stesse comportando così.

Forse gli negavo il mio sangue da troppo tempo ... ma insomma ! Neanche fossi un distributore ambulante.

Agendo sempre in gesti improvvisi, mollò la presa da un braccio e strappò dalla divisa il fermacravatta argentato buttandolo dietro di sé : senza esitare, tirò fuori la cravatta e allentò tanto violentemente il nodo da farmi credere che stesse pianificando di strozzarmi.

Non riuscivo a trovare il senso logico.

Approfittai del braccio libero e tentai di impedirgli altri movimenti, ma era troppo tardi.

Tornò a fare pressione sul mio braccio e con l'altra mano prese la parte sinistra del colletto. L'abbassò fino a scoprire tutto l'incavo tra il collo e la spalla.

Mi puntai sul braccio destro, deciso a farlo tornare in sé.

< Shiki basta !! > .

Non sembrava sentirmi.

Lottammo a pari forze, nessuno dei due riusciva ad avere la meglio.

Il senso di disagio che si era accumulato nel mio petto, si stava espandendo creando uno stretto nodo alla gola che mi mozzava il respiro.

L'avevano dovuto dare per malato, per giustificare la stanchezza che si portava dietro da qualche giorno.

Ma questa non era giustificabile.

Nessuno mi avrebbe raccontato che quella a cui stavo assistendo – e subendone gli effetti – io era una malattia.

Abbassai la guardia, preso dai miei perchè e sentii il suo fiato sul collo.

Passò la lingua su un lembo di pelle e affondò i denti nella mia carne.

Non riuscivo a calcolare quanto mi sentissi idiota in quel momento : morso da un mio coetaneo, i suoi canini che affondavano percepibilmente di mm in mm e io non facevo nulla per respingerlo.

Sentii il sangue fluire principalmente in un punto.

Niente dolore, non avrei mai potuto sentire dolore.

Provai ad irrigidire i muscoli del collo per contrastare anche solo minimamente il suo attacco, invano.

Portai il mio braccio a circondargli la testa e passai la mano nei suoi capelli rossicci.

Non avevo idea quanto sangue mi avesse già sottratto, io continuavo solo a sentire il suo corpo sul mio, la sua destra immobilizzarmi il braccio e la sua sinistra allontanare sempre di più la camicia e la giacca dalla mia spalla.

La cosa più stupida sarebbe stato dire che mi piaceva.

Mi aveva sempre fatto piacere stare con lui, ma non era mai successo niente del genere.

Ora però mi stavo rendendo conto che mi piaceva.

Mi sentii tremendamente incoerente e ripetitivo.

Cercai di prendere la situazione nel modo meno drammatico possibile e usai la mano libera per allontanarlo pian piano dalla sua bramata bevanda.

Docilmente si lasciò allontanare e la luce illuminò di nuovo il suo viso : un paio di occhi rossi come rubini ne incrociarono un altro paio color smeraldo e vennero inghiottiti da questi, si spensero, lasciando al loro posto due cristalli puri.

Rimasi fermo ad analizzare il suo cambiamento.

Lui non era cambiato, eccetto le sue iridi, ma dentro ora era decisamente diverso.

Vidi il mio sangue sul suo viso e portai la mia mano a coprire il morso.

In poco tempo sarebbe guarito e anche le macchie che aveva lasciato sarebbero sparite.

< Shiki ... stai bene ? > non era il caso di arrabbiarmi, quel che era stato fatto, era stato fatto.

Continuava a fissarmi imperterrito.

Probabilmente non sapeva rispondere alla domanda.

Mi puntai sui gomiti e mi tirai su, ma lui non ne volle sapere di muoversi.

Sembrava una statua di sale.

Provai a sorridere per sdrammatizzare. < Shiki ci sei ? ... ti dispiacerebbe alzarti ? >

Come se percepisse la mia voce a rilento, solo qualche istante dopo si mosse e si sedette sul cuscino.

Mi spostai e mi sedetti sul bordo del letto, tentando di sistemarmi : trovai sotto i miei piedi la cravatta che mi era stata sottratta con violenza e cercai di conseguenza il fermacravatta.

In mezzo a quel buio non vedevo niente, perciò decisi di occuparmi di ciò che avevo già trovato.

Riallacciai così la cravatta rossa facendo riprendere alla divisa la posizione originaria.

Gli lanciai un'occhiata obliqua e lo vidi guardare assente le coperte, immobile, seduto a poca distanza da me.

In un gesto veloce feci quello che mi aveva appena dettato il pensiero : infilai una mano nella tasca dei pantaloni e arrivai a contatto con una scatolina di plastica, di relative dimensioni.

La tirai fuori e, aprendola, misi in bocca 4 o 5 pasticche ematiche, badando a non mandarle giù.

Mi sentivo ancora leggermente frustrato da quanto Shiki aveva fatto prima, perciò senza troppe cerimonie mi avvicinai, posai il palmo della mia mano sotto il suo orecchio alzandogli la testa, gli sorrisi e lo baciai.

Inizialmente non pensai neanche a quanto stavo facendo e mi limitai a convincerlo ad aprire la bocca.

Chissà cosa stava pensando.

Dopo un paio di tentativi per fagli rilassare i muscoli facciali, con mio grande stupore lui rispose al bacio.

Non era esattamente l'effetto che desideravo.

Ne approfittai però per lasciare nella sua bocca le pasticche ematiche, che diversamente non avrebbe mai preso.

Continuai a baciarlo senza rendermene conto, anche quando le prime pasticche vennero inghiottite.

Passai più volte la lingua sulle sue labbra, attirato dal sapore del mio sangue.

Avevo sempre avuto un autocontrollo invidiabile, ma quell'insieme poteva portarmi alla pazzia.

Quando sentii che anche l'ultima parte di finto sangue scomparve, capii di dover smettere : mi staccai dalla sua bocca ed evitai accuratamente di guardarlo, ancora influenzato dai pensieri che mi erano nati poco prima.

Passai il dorso della mano a pulire i minuscoli residui di saliva e mi alzai.

< dirò al professore che sei ancora stanco, ma mi raccomando riprenditi, ok ? >

Iniziai ad interrogarmi su quanto tempo avevo trascorso lì dentro, non appena formulai la domanda.

Non me ne preoccupai gran che : se Yagari-sensei miracolosamente si fosse accorto del fatto che non ero ancora rientrato, avrebbe solo potuto essere più felice essendosi tolto dalla scatole un altro vampiro.

Gli rivolsi un ultimo sorriso, convinto solo in parte, e lasciai la stanza.


*§*§*§*§*


Le lezioni più lunghe alle quali abbia mai assistito.

Forse per il fatto di non aver prestato la minima attenzione al libro davanti a me o al professore che si atteggiava per poter risultare più convincente nell'argomento.

Avevo fissato un punto vuoto d'innanzi a me per gran parte del tempo.

Il ricordo di cosa era successo in quella stanza si proiettava a flash.

Salutai educatamente i due Guardians che anche per stanotte avevano finito il loro lavoro.

Yuuki mi guardò un po' stranita ; probabilmente ero più silenzioso del solito.

Dirigendomi su per la scalinata del Dormitorio Luna, feci per allentarmi la cravatta, cercando di pensare a qualcos'altro pur di prender sonno al più presto.

Chissà se anche Shiki ... oh no, probabilmente stava già dormendo della grossa.

Bombardato di immagini, di ricordi di sensazioni, il morso, il sangue, il bacio : emozioni forti, a cui spesso conseguivano azioni non calcolate.

Perchè avevo pensato subito a baciarlo ?

Mi trovai davanti alla porta della mia stanza.

Augurai una buona notte convincente ad Hanabusa ed Akatsuki e girai il pomello della porta.

Ma la porta non si aprì.

Qualcosa la bloccava, probabilmente da sotto.

Mi piegai facendo scorrere le dita nell'intercapedine tra la soglia e il telaio e trovai ciò che bloccava l'entrata.

Dal materiale sembrava metallico e con un poco di sforzo riuscii a sbloccarlo.

Lo fissai stupito : non mi ero nemmeno accorto di non aver rimesso al suo posto, sulla divisa, il fermacravatta.




Commento di Alec :

< Perry, sei in grado di rendere pornografica qualunque cosa >


xDxD

Compatitelo poverino,

è un maschio è non comprende *-*

Spero che questa abbia reso giustizia alle ShikixIchijou,

dopo l'obbrobrio che è venuto fuori nella precedente xD

Un GRAZIE ai lettori (:


  
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