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Autore: HikariMoon    30/07/2018    4 recensioni
Il desiderio insperato dei Maestri della Luce è diventato realtà: c’è una possibilità di riavere indietro Dan. Ma non è tutto proprio come speravano: farlo potrebbe mettere a repentaglio la vita stessa di uno di loro e lo stesso Guerriero Rosso potrebbe non essere più la persona che ricordavano. E, tutto questo, nell'ipotesi di successo. Messi di fronte a una scelta così difficile, i Maestri della Luce dovranno capire se sono pronti a pagarne le conseguenze. Senza contare che, a causa del Nucleo Progenitore, il gruppo si ritroverà nei radar dei loro inseguitori e dovrà trovare un modo per scappare e non rendere vani gli sforzi fatti fino a quel momento.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hideto Suzuri, Magisa, Mai Viole/Shinomiya, Un po' tutti, Zonguri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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CAPITOLO 1

“C’è ancora una speranza per Dan.”

Hideto, Mai e Yuuki si fissarono e il loro mondo, in quegli istanti, si ridusse al battito dei loro cuori e a quella frase che si ripeteva in loop nella loro mente.

L’ultimo raggio del tramonto senza sole scomparve dietro ai picchi rocciosi. La penombra avvolse i tre Maestri della Luce. Dentro, si attivarono le luci. Dalle vetrate riuscivano a vedere chiaramente tutti gli altri componenti del gruppo e si capiva che la notizia doveva essere stata annunciata da poco. Il Guerriero Blu si doveva essere fiondato fuori senza neanche farli finire di parlare.

Serjou girato verso di loro, Kenzo con gli occhi sgranati, Zungurii indeciso tra il ridere e il piangere, ma quasi in lacrime per la gioia inaspettata. Su un altro divanetto, Magisa con un sorriso appena abbozzato e una luce angosciata nello sguardo e Aileen leggermente impacciata, forse insicura se essere contenta per loro o rimanere gentilmente neutrale.

Mai emise uno sbuffo esasperato, strinse i pugni e scattò verso l’interno. Superò Hideto senza guardarlo, la lunga coda che sbatacchiava sulla schiena in modo scomposto. Il Guerriero Blu si riscosse, smise di sorridere, e seguì zoppicante la ragazza. Yuuki fu subito accanto a lui e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso e allarmato.

Zungurii sentì i loro passi e si voltò, con un sorriso che non poteva essere più enorme. “Mai, hai sentito? Possia-”

La Guerriera Viola, però, alzò repentinamente la mano davanti a lui per interromperlo. Il granroriano si zittì di colpo, disorientato da quanto poco elettrizzata sembrasse la ragazza. Quest’ultima fece ancora pochi metri e si fermò a lato del tavolino. Il suo sguardo passò sulle due granroriane per posarsi infine su Aileen.

“Perché non ce lo hai detto!”

“Cosa?”, la granroriana sbatté le palpebre e cercò di incrociare lo sguardo dei due Maestri della Luce dietro alla Guerriera Viola. Quando nessuno dei due fu in grado di chiarirle il motivo di tanto improvvisa animosità, Aileen tornò a incrociare gli occhi di Mai.

“Non avevi nessun diritto di tenercelo nascosto!”, sibilò la ragazza.

A quelle parole, cosa stesse succedendo fu chiaro alla granroriana. Per un attimo, si chiese se sarebbe sempre stato così. Se ogni volta l’avrebbero guardata di sottecchi, domandandosi che cosa stesse ancora nascondendo. Non ebbe il coraggio di guardare verso Yuuki e Hideto, sicura di trovare nei loro sguardi lo stesso sospetto. Si sentì avvampare e si spinse per mettersi in piedi.

“Io non ne avevo la minima idea! Perché avre-”

La mano di Magisa le afferrò il braccio prima che potesse completare la salita e la granroriana si ritrovò seduta ancora prima di rendersene conto. L’attenzione di tutti si spostò sulla Maga che chiuse gli occhi per un attimo. Poi sospirò e sorrise amaramente.

“Aileen, non c’entra niente. La sorte di Dan mi è ormai nota da anni. Sono io che ho scelto di non rivelarlo a nessuno.”

Mai sbatté le palpebre e sedette lentamente sull’ultimo divanetto ancora libero, svuotata e capace solo di guardare Magisa, sentendosi contemporaneamente speranzosa e ferita. Hideto le si sedette accanto subito, rapido a posarle una mano sulla spalla. Yuuki rimase in piedi.

“Avreste potuto già salvarlo.”

“Perché non ce l’hai detto, Magisa?”, protestò debolmente Zungurii.

“Non è così semplice. Forse non avrei dovuto dirvelo neppure ora.”

Magisa abbassò lo sguardo a fissare le mani, cercando di ignorare il silenzio carico di attesa di tutti i suoi amici. Perché non era riuscita tenere la sua boccaccia chiusa? E sapeva bene quanto pericoloso poteva diventare il tentativo di riportare Dan tra di loro.

Ma era stato più forte di lei, quando Hideto e Kenzo erano arrivati alla conclusione del loro resoconto e le avevano rivelato con occhi malinconici che Dan si era sacrificato nel futuro. Aveva avuto un tuffo al cuore e si era sentita un mostro. Loro soffrivano, erano convinti che Dan fosse perduto per sempre e lei sapeva che non era veramente così.

“Tecnicamente, Dan non è morto…”

Non aveva riflettuto, come una sciocca. Alla faccia dell’esperienza che tanto decantava come Maga del Mondo Altrove. Ora che si ritrovava anche senza scettro, nessuno avrebbe potuto prenderla sul serio. Come aveva fatto a non pensare ai rischi che avrebbero corso? E con ancora i segni della fuga dal Governatore bene in vista per giunta.

“Magisa?”

La voce di Hideto la riscosse. Alzò lo sguardo di scatto e vide i cinque Maestri della Luce, ammaccati ma carichi di coraggio e di speranza. Erano così cresciuti, quasi non si vedano più i ragazzini che aveva conosciuto tanti anni prima. Eppure, faticava a scacciare il pensiero che, comunque, fossero solo poco più che bambini. Come poteva quando vedeva la gamba fasciata di Hideto, il labbro ancora leggermente gonfio di Mai, i lividi violacei sullo zigomo di Yuuki e, sulla spalla di Aileen, la contusione che sbucava dal bordo del vestito?

“Abbiamo corso dei rischi per salvare te. Siamo pronti a fare lo stesso per salvare Dan”, esclamò incoraggiante Kenzo.

Magisa si morse un labbro e tornò a fissare le mani, improvvisamente gelide. Perché non potevano essere adulti, pensò con una punta di rancore. Perché non potevano essere granroriani o umani con anni e anni di vita alle spalle? Perché dovevano essere ragazzini quelli che era condannata a spingere verso il pericolo? Come era possibile che un tempo le venisse tanto più semplice? Non ricordava di essersi sentita tanto in colpa, quando i Maestri della Luce si erano preparati a sacrificarsi per sostituire i cristalli delle scale. Era stata una persona orribile.

“È troppo pericoloso.”

I volti di Mai, Hideto e Kenzo a quelle parole si rabbuiarono e i tre strinsero le mani a pugno. Flash del sacrificio di Dan si fecero largo nella loro mente e insieme ad essi riemerse il senso di impotenza che avevano provato allora. Un cocente e inaspettato fiotto di risentimento avvampò dentro di loro, alimentato da quelle parole usate così tanto dalle loro famiglie anni prima. Proprio da Magisa, che avrebbe dovuto essere dalla loro parte.

“Dacci la possibilità di valutare da soli quanto sia pericoloso. Starà a noi decidere se varrà la pena correre il rischio.”

Yuuki si sedette accanto a Hideto, incrociò le braccia e si posò contro lo schienale. “Dopotutto, siamo i Maestri della Luce.”

Magisa sospirò, profondamente cosciente della freddezza dei loro sguardi. Non aveva dubitato per un istante che alla fine avrebbe dovuto cedere. Probabilmente era il suo destino dover guardare in disparte mentre gli altri si sacrificavano al suo posto. Un tempo senza il mazzo, ora senza lo scettro.

“Come volete.”

La granroriana chiuse gli occhi e si alzò in piedi. Strinse le braccia attorno al petto e uscì dallo spazio ristretto tra i divanetti. Nel tentativo di riordinare i pensieri ingarbugliati, cominciò a camminare lentamente avanti e indietro davanti alle vetrate. Per tutto il tempo sentì lo sguardo dei Maestri della Luce, di Zungurii e Serjou che la seguiva. Forse solo M.A.I.A. non le stava prestando attenzione, impegnata com’era a gestire l’astronave.

“Clarky aveva sperato. Quando è apparso il Nucleo Progenitore, credeva che tu fossi venuta a salvarlo”, sussurrò Mai mentre con le dita di una mano stringeva una ciocca di capelli. Voleva crederci così tanto che le faceva male, ma non poteva illudersi. Non lo avrebbe sopportato una seconda volta.

Magisa incrociò il suo sguardo e sorrise dolcemente.

“È un po’ più complicato. Vi spiegherò dall’inizio e forse tutto vi sarà più chiaro.”

Tutti trattennero il respiro per un attimo. La Maga ispirò e spostò una ciocca di capelli rosa dietro all’orecchio.

“Dentro ai Maestri della Luce, coloro che vengono individuati come idonei dal Nucleo Progenitore, brilla una stilla della luce del Nucleo.”

“I nostri simboli”, esclamò Kenzo.

“Esatto. Ogni prescelto, se così vogliamo chiamarlo, ha la possibilità di alimentare questa luce oppure ignorarla finché essa non si spenga.”

Hideto annuì solennemente. “Quello che abbiamo fatto noi scegliendo di restare e combattere per Gran RoRo.”

“Ma tale luce è comunque legata indissolubilmente al Nucleo Progenitore e a esso deve tornare”, dichiarò Magisa posando una mano su una dei vetri. Su esso apparve il riflesso del suo volto, velato dalla preoccupazione e dall’ansia, e dietro si potevano vedere i Maestri della Luce. Fuori il paesaggio era avvolto nell’oscurità, un confuso via vai di sfumature d’ombra.

“Vuoi dire che quando noi moriremo-”, mormorò scioccato Kenzo.

“La luce tornerà al Nucleo”, concluse tranquillamente il Guerriero Bianco. Magisa si limitò ad annuire. 

“Quando ho chiuso i portali, i due mondi hanno continuato a coesistere in parallelo su due linee temporali separate. Ma i poteri del Nucleo, se io avessi voluto utilizzarli in tal modo, mi avrebbero permesso di accedere alla Terra in una qualunque delle sue epoche.”

“È successo quel giorno in cui ha usato i suoi poteri ma non ha voluto spiegarci il motivo, dico bene Maga Magisa?”

Aileen sussultò a quelle parole, ricordando solo in quel momento l’occasione a cui si riferiva Serjou con tale prontezza. Era successo tutto all’improvviso, fino ad un attimo prima stavano parlando tranquillamente, poi Magisa si era irrigidita e il suo sguardo si era rabbuiato. Li aveva ignorati mentre ancora stavano parlando, si era alzata e aveva fissato un punto lontano.

“Magisa?”

Ma era come se avesse parlato all’aria. Incrociò lo sguardo di Serjou e vide la sua stessa confusione. Fu in quell’istante che Magisa emise un verso strozzato e cadde in ginocchio, il corpo scosso dai tremori e le mani strette al petto.

“MAGISA!”

“Maga Magisa!”

Scattarono in piedi per correre al suo fianco, ma si bloccarono quando una luce iridescente l’avvolse. I capelli rosa si sollevarono mossi da un vento che avvolgeva solo lei, spire di serpenti che si arrotolavano nell’aria. Aileen rimase imbambolata a fissare la sua luce, la prima volta che vedeva Magisa usare i poteri del Nucleo davanti a lei. Quei poteri che i suoi genitori e suo fratello avevano visto dal vivo. Quei poteri che le erano dolorosamente familiari.

Il tempo sembrò rallentare e strecciarsi all’infinito. I pochi minuti in cui brillò la luce parvero protrarsi per ore.

Poi la luce scomparve, i capelli tornarono a scivolare lungo la schiena della granroriana. Aileen si riscosse e si gettò al suo fianco.

"Cos’è successo? Come stai?”

Ma Magisa non rispose. Rimase immobile a fissare senza vedere quello che aveva davanti. La Guerriero Verde si inclinò per vederla in volto e sgranò gli occhi.

Le sue guance erano rigate di lacrime silenziose, le labbra piegate in un sorriso carico di inquietudine e di dolore.

“Era da anni ormai che faticavo a usarne i poteri. Fui colta alla sprovvista dall’improvvisa destabilizzazione del Nucleo. Mi resi subito conto che doveva essere successo qualcosa sulla Terra”, tentò una risata ma risuonò vuota e scosse la testa. “Quando mi resi conto che era il futuro, per un secondo gioii. Anche se era meschino, perché qualcosa di grave stava succedendo. Ma vi credevo al sicuro.”

“La distorsione spazio-temporale generata dalla distruzione del nucleo al centro della Terra”, esalò Kenzo sbattendo gli occhi. Poi un sorriso trionfante piegò le sue labbra. “Era quello che ha permesso l’apparizione del Nucleo, lo sapevo!”

Hideto gli lanciò uno sguardo di rimprovero e il ragazzino ridacchiò e arrossì, abbassando la testa e borbottando un flebile scusate. Magisa non sembrò averlo sentito, immersa nei propri ricordi.

“Percepii che l’equilibrio sulla Terra si stava ristabilendo. Percepii l’immensa energia rilasciata pochi istanti prima fluire nel Nucleo”, Magisa si inumidì le labbra e tornò a scuotere la testa. “E percepii l’energia di un Maestro della Luce. Dan.”

Un brivido percorse la pelle dei Maestri della Luce che quel giorno erano stati lì. Potevano anche aver messo l’esperienza alle spalle, ma fermarsi a ricordare quegli istanti faceva riaffiorare solo brutte memorie. Kenzo fu il primo a riscuotersi, mosso dal desiderio impellente di dare un quadro più razionale possibile a tutto quel discorso.

“Quindi, riepilogando, stai dicendo che l’energia dei nostri simboli è legata a doppio filo con il Nucleo e che, quando viene liberata dal suo portatore, essa viene ripresa in sé dal Nucleo?”

“Esattamente, Kenzo.”

“E questo per il nostro Dan che cosa significa?”, si intromise Zungurii il cui unico interesse era capire nella pratica come potessero salvarlo.

“Il vostro simbolo non è un’entità estranea. Esso è legata a voi, è una parte vera e propria del vostro essere. Non è come con me con il Nucleo Progenitore. Io lo custodisco, nel tempo vi sono legata, ma non è una vera e propria parte del mio essere.”

“Come lo era invece per mia sorella. Il suo legame con il Nucleo non era stato creato, era innato. Per questo lei non poteva vivere senza di esso”, proseguì Yuuki chiudendo gli occhi, per nascondere il tormento legato a quei ricordi.

“O come è successo con il Re del Mondo Altrove”, aggiunse Magisa lasciando che la schiena si poggiasse alle vetrate. “La sua brama di conoscenza e di potere lo ha portato a unirvi completamente la sua forza vitale.”

“E quando il Nucleo gli è stato tolto…”

“Se l’è cercata”, sbottò con poco celato disprezzo il Guerriero Blu. Nessuno lo contraddisse.

Kenzo si risistemò gli occhi e tornò a voltarsi verso Magisa, deglutendo prima di esprimere a parole una realtà che nessuno di loro aveva mai immaginato possibile. “Quindi, quando il Nucleo ha ripreso l’energia del simbolo rosso di Dan-”

“Può aver portato con sé anche la sua forza vitale”, concluse Mai con voce ferma nonostante gli occhi lucidi.

“Dan è qui? Cosa aspettiamo? Andiamo a prenderlo!”, esclamò a gran voce Zungurii saltando in piedi.

Magisa scosse bruscamente la testa. “Non lo puoi trovare in un luogo raggiungibile con l’astronave.”

“Che peccato, speravo veramente che fosse più semplice!”, si lamentò Zungurii risedendosi pesantemente e posando i gomiti sulle ginocchia e la faccia tra le mani. Un broncio sostituì l’entusiasmo di pochi secondi prima, scatenando più di qualche sorriso divertito tra i Maestri della Luce.

“Immagino servirà il Nucleo Progenitore”, esordì Yuuki rompendo il breve silenzio seguito allo sfogo del granroriano.

L’espressione di quest’ultimo tornò ad illuminarsi, rialzò il volto e aprì la bocca. Mai, riscossasi, balzò in piedi prima che Zungurii potesse continuare o, peggio, che qualcun altro potesse appoggiarlo. Avrebbe voluto tanto anche lei gettarsi a capofitto al salvataggio, anche solo per placare i propri sensi di colpa. Ma i muscoli doloranti delle gambe erano un messaggio più che eloquente. Stava succedendo tutto troppo in fretta, al solo pensiero sentiva girarle la testa. E dubitava che i sentimenti negativi suscitati da Magisa fossero d’aiuto.

“Non credo sia la soluzione migliore. Abbiamo avuto una giornata pesante, siamo tutti mezzi acciaccati. Prima di imbarcarci in una nuova missione penso sia meglio che ci riposiamo tutti un po’.”

“Concordo con Mai. Non è da prendere alla leggera”, aggiunse Yuuki attirandosi a sua volta le occhiate offese e deluse di Zungurii, occhiatacce che ignorò senza battere ciglio. “È meglio che rimandiamo tutto a domani.”

Aileen annuì prontamente, grata di poter finalmente andare a riposare. Si era infilata in una presa d’aria minuscola, era stata sballottata contro i muri, si era presa una tirata d’orecchi dal Guerriero Blu e aveva avuto un incontro leggermente surreale con il Guerriero Bianco. Per lei quella giornata era stata fin troppo lunga.

“E poi devo prima ridare il Nucleo a Magisa. Credo di aver già dato a sufficienza il mio contributo come Maestra del Nucleo Progenitore!”

“Qui qualcuno sta cominciando a montarsi la testa!”, rimarcò Hideto ghignando. Quando anche gli altri tre Maestri della Luce e Zungurii sorrisero divertiti, Aileen sgranò gli occhi e portò le mani ai fianchi.

“Scusate! Vi ho portato a Gran RoRo e vi ho salvato tutti accelerando la Limoviole! Chiedo un po’ di gratitudine!”

Tutti nel gruppo scoppiarono a ridere, se possibile più sereni e determinati di poche ore prima, quando avevano avuto la loro prima vittoria. Avere un obbiettivo così chiaro, così caro a loro, li riempiva di nuove forze. La tensione accumulatasi evaporò.

Tutti ridevano tranne Magisa, in disparte e con un sorriso tirato che non raggiungeva gli occhi. Un terrore gelido le stringeva lo stomaco in una morsa. E non solo per la leggerezza con cui pensavano di andare in quel luogo.

Il giorno che aveva ceduto il Nucleo ad Aileen era stato semplice, quasi troppo. In quegli istanti aveva avuto la dolorosa sensazione che il Nucleo stesso cercasse di allontanarsi da lei.

Cosa le faceva credere che il Nucleo avrebbe accettato di aver di nuovo lei come custode?

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La mattina dopo tutti i Maestri della Luce si svegliarono di buon umore, carichi di energie e smaniosi di agire. Soprattutto per i Maestri della Luce umani l’attesa era troppo lunga. E come poteva essere altrimenti, quando per quattro anni avevano creduto di aver perso Dan per sempre?

Anche i granroriani furono facilmente coinvolti nel clima di entusiasmo. Zungurii non faceva altro che ripetere che avrebbe finalmente potuto duellare con Dan. Lo ripeté così tante volte, mentre preparava la colazione e anche mentre mangiavano, che tutti gli altri venne quasi la nausea. Nessuno di loro però ebbe cuore di dirgli qualcosa: la notizia della morte di Dan, seppur avuta solo pochi giorni prima, lo aveva sconvolto. Aileen a sua volta, educatamente contenta che gli altri potessero riavere indietro un loro caro amico, sorrideva a trentadue denti alla prospettiva di poter tornare il Nucleo a Magisa.

La speranza, la gioia erano così travolgenti che addirittura M.A.I.A. scordò di punzecchiare Kenzo e anzi continuò a svolgere i suoi compiti fischiettando musichette allegre.

E Magisa a vedere quella scena le si spezzava il cuore. Si sforzò di sorridere, di non far vedere il tumulto interiore, di farsi coinvolgere dal buon umore. Ma si rendeva conto da sola di quanto falsa fosse la sua messinscena. Se nessuno se ne era accorto, il motivo era solo che tutti erano troppo concentrati sulla possibilità di salvare Dan.

Non riusciva ad incontrare lo sguardo dei Maestri della Luce. Non riusciva quasi a voltarsi nella direzione di Aileen. Le aveva affibbiato un compito non suo, con la promessa che sarebbe stato qualcosa di temporaneo. Come avrebbe fatto a guardarla negli occhi se non fosse riuscita a riprendersi il Nucleo?

“Mangi ancora qualcosa?”

La voce di Zungurii strattonò violentemente l’attenzione della Maga che sobbalzò, girando di scatto la testa verso il granroriano. Aveva già in mano tazze e piattini. Solo in quel momento Magisa si rese conto che gli altri avevano già finito. Precipitosamente spostò lo sguardo sul proprio piatto e afferrò l’ultimo biscotto che doveva aver preso senza pensarci.

Forzò un sorriso e scosse la testa. “Va benissimo così, grazie Zungurii.”

Il granroriano alzò un sopracciglio, ma dopo qualche istante sorrise e alzò le spalle. Magisa tirò un sospiro di sollievo e infilò il biscotto in bocca. Accanto a lei si sedette qualcuno. La Maga non dovette neppure voltarsi per capire chi fosse.

“Cominciamo quando vuoi, Magisa.”

La Maga finì di masticare e inghiottì il boccone: sembrava cartone. Annuì e inspirò, cercando di afferrarsi all’ottimismo imperante dei Maestri della Luce. Quest’ultimi si erano alzati dai divani e si erano posizioni in piedi a poca distanza. Zungurii li aveva raggiunti dopo aver portato via gli ultimi piatti.

“Cosa devo fare?”

Magisa si pulì lentamente le mani su un tovagliolo per poi sistemarsi sul divanetto in modo da fronteggiare la Guerriero Verde.

“Niente di complicato. Devi rilassarti e lasciar fare a me il resto. Quando sentirai fluire il Nucleo, non opporti e lascia che si allontani da te.”

Era riuscita a parlare tranquilla, senza far tremare la voce, ma era una misera vittoria. E si sentì codarda, e anche un po’ cattiva, ma non poté evitare di pensare che avrebbe preferito fosse molto più complicato. Così, se Aileen non fosse riuscita a guidare il Nucleo, almeno non avrebbe dovuto confrontarsi con l’evidenza che, per l’ennesima volta, era inadeguata ad aiutare Gran RoRo.

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Nessuno dei Maestri della Luce era stato presente sei anni prima, quando Magisa aveva preso il Nucleo che stava consumando Dan. Non avevano ben chiaro che cosa aspettarsi nel passaggio del Nucleo, ma l’entusiasmo di Aileen e le parole di Magisa li avevano alquanto rassicurati. Avevano avuto tutta l’intenzione di sedersi accanto alle due granroriane, se non fosse che la Guerriero Verde aveva chiesto loro di allontanarsi quel tanto che bastava per non farle sentire il fiato sul collo. E, così, i quattro umani si erano messi in piedi contro il parapetto della postazione di comando, dove invece si erano seduti Serjou e Zungurii.

Dalla loro posizione, riuscivano a vedere le due granroriane solo dalle spalle in su. Dopo aver inspirato, e senza perdere il sorriso, la più giovane strinse le mani dell’altra e chiuse gli occhi. Magisa esitò un attimo prima di imitarla.

Per lunghi minuti non successe nulla. M.A.I.A. sfrecciò velocemente sopra di loro e poi tornò all’esterno per proseguire le sommarie riparazione della Limoviole.

“Un attimo e ci arrivo”, esclamò Aileen con una punta d’incertezza nella voce.

“Tranquilla”, la rassicurò Magisa. “Prenditi il tempo che ti serve.”

Forse grazie all’incoraggiamento di quelle parole, pochi istanti dopo un tenue bagliore iniziò ad avvolgere Aileen. L’aria venne attraversata da un debole ronzio che crebbe leggermente quando un’aura iridescente l’avvolse. I corti capelli vennero mossi delicatamente, come percorsi dal vento. Il resto del gruppo sussultò.

La luce crebbe e inglobò anche Magisa, cominciando ad attenuarsi attorno alla giovane granroriana. Il bagliore scomparve quasi del tutto attorno ad Aileen, i cui capelli ricaddero mollemente. Poi, l’aura luminosa oscillò bruscamente.

Yuuki si irrigidì e si staccò di scatto dal muro. “Qualcosa non sta funzionando.”

Mai, Hideto e Kenzo accanto a lui e Zungurii e Serjou trasalirono allarmati, incapaci di percepire che cosa stesse succedendo. Il Guerriero Bianco, intanto, era già avanzato di alcuni passi.

“Fermatevi!”

Aileen e Magisa aggrottarono entrambe la fronte, la prima aprì di scatto gli occhi, sgranati e spaventati.

“Magis-”

L’esplosione di energia li colse tutta alla sprovvista. Per un attimo, la luce del Nucleo sembrò svanire, completamente assorbita da Magisa. Un istante dopo, un’onda di luce multicolore attraversò con furia rabbiosa tutta l’astronave. Yuuki venne scaraventato indietro contro gli altri Maestri della Luce, travolgendoli e facendoli urtare violentemente contro il muro del passamano. I vetri si incrinarono, il tavolino venne spinto contro uno dei divani e si scheggiò. Magisa venne sbattuta contro l’angolo tra i due divani e l’impatto le mozzò il respiro. Aileen, invece, venne scagliata contro la parete della Limoviole dalla parte opposta dei divani. Il suo corpo sballottò contro il metallo e si accasciò sul pavimento.

“Aileen! Magisa!”

Zungurii fu il primo a scattare, salvato in parte dalle conseguenze dell’esplosione di energia dalla posizione più rialzata. Balzò giù dai gradini, mentre i Maestri della Luce si stavano appena rendendo conto di quanto fosse successo, seguito a ruota da Serjou.

Il granroriano del villaggio Gurii si lanciò verso Aileen e indicò a Serjou di occuparsi di Magisa. Quando quest’ultimo raggiunse la Maga, la donna si era portata una mano alla fronte e fissava imbambolata il tessuto del divano, annerito e in parte sventrato, e, più oltre, Zungurii inginocchiato che aveva sollevato delicatamente l’altra granroriana facendole posare la testa sulla sua spalla. Aileen aprì e chiuse gli occhi, disorientata, e gemette debolmente portandosi una mano alla nuca.

Yuuki, appoggiandosi al gomito, fu il primo a rendersi conto delle conseguenze dell’esplosione. Sgranò gli occhi e scattò in piedi, correndo verso i due granroriani a terra. “Hideto!”

Il Guerriero Blu, che si stava facendo aiutare da Mai a rimettersi in piedi, accelerò e insieme agli altri due Maestri della Luce raggiunse la granroriana. Hideto lanciò uno sguardo verso Serjou che gli fece cenno con il capo per rassicurarlo sulle condizioni non preoccupanti di Magisa. Il granroriano posò una mano sulla spalla della donna, che si ritrasse di scatto, spostando bruscamente lo sguardo su di lui.

“Io non-”, mormorò con voce tremante per poi zittire, abbassando lo sguardo sulle dita coperte da ustioni, la pelle rossa e tirata.

Nel frattempo, Hideto si era inginocchiato accanto a Zungurii e Yuuki, che aveva posato una mano sul braccio della ragazza.

“Lasciate aria!”, esclamò il ragazzo sottolineando la richiesta con un gesto brusco della mano.

Una volta che Yuuki, lanciato un ultimo sguardo sulla granroriana, si era alzato e aveva affiancato due altrettanto preoccupati Mai e Kenzo, il Guerriero Blu portò la mano sotto il mento di Aileen e attirò la sua attenzione.

“Mi vedi? Ti senti qualche fastidio? Ronzii? Mal di testa?”

“Vorrei vedere te, dopo un volo del genere”, gemette debolmente la ragazza continuando a massaggiarsi la nuca. “Mi verrà un bernoccolo mostruoso…”

“Se hai la forza di lamentarti, non dovresti stare così male.”

Aileen sbuffò e aprì gli occhi, focalizzando il volto del ragazzo. “Mi vedi sdoppiato?”, le chiese ancora e lei scosse la testa.

“Solo un tantino rintronata. Che ho sbagliato sta volta?”, aggiunse abbozzando una risata. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo e sorrisero appena. Magisa, invece, si portò una mano tra i capelli ed espirò.

“State bene, Maga Magisa?”

La donna annuì e sospirò, faticando a trattenere i sensi di colpa a quella domanda. “Non sarebbe dovuto succedere…”

Intanto, Hideto e Zungurii avevano afferrato le braccia di Aileen per sorreggerla. Il secondo rimase in attesa che Hideto fosse pronto. Il ragazzo, una volta coordinatosi con la gamba ferita, annuì. “Proviamo a tirarla su.”

In piedi, i due provarono a lasciare la presa e Aileen, dopo un attimo di ondeggiamento, rimase saldamente sulle proprie gambe. Sicura di non cadere, la ragazza sorrise verso gli altri e si controllò le mani, segnate anch’esse da ustioni.

“Rischi del mestiere, no?”, esclamò tornando ad alzare lo sguardo. “Sapevamo tutti che sono inesperta. Riproveremo più tardi.”

Prima che uno dei Maestri della Luce o Zungurii, palesemente poco convinti della proposta della granroriana, potesse protestare in qualche modo, fu Magisa a ribattere.

“Non cambierebbe niente.”

“Visto?”, aggiunse prontamente Zungurii, “anche per Magisa è meglio… cosa?”

Il granroriano si voltò verso la Maga, imitato dai Maestri della Luce che uno dopo l’altro afferrarono quanto sussurrato dalla donna.

Magisa non alzò la testa. “Non è Aileen il problema. Sono io.”

Inspirò e si obbligò a incrociare lo sguardo di tutti, che si erano fidati di lei, che avevano messo a repentaglio le loro vite solo poche ore prima per lei. Inghiottì a fatica la saliva che le impastava la bocca.

“Temo di non potermi riprendere il Nucleo. Forse, non potrò farlo per molto tempo!”

Distolse subito lo sguardo e, nello stesso istante, Aileen scattò in avanti con il viso infiammato, liberandosi dal sostegno di Hideto e Zungurii.

“Me lo avevi promesso!”

Magisa strinse le labbra, sofferenza e sconforto palesi nella smorfia del viso. “Aileen…”

“Doveva essere qualcosa di temporaneo”, interruppe con foga e avanzando ancora, ormai a ridosso dei divani. “Solo finché non ti avremmo salvata!”

La giovane granroriana aspettò una replica e, quando questa non giunse, proseguì con la voce incrinata,

“È per questo che hai sempre rimandato l’apertura del portale.”

Magisa aprì subito la bocca per negare, ma non una parola riuscì a uscire dalle sue labbra, non quando una parte di lei si sentiva colpevole. Forse non lo aveva fatto inconsciamente, ma per ben più a lungo di un mese aveva saputo che qualcosa non andava. Forse lasciare il Nucleo a qualcun altro era sembrata istintivamente una via di fuga.

“Sì.”

Aileen ruotò su sé stessa, corse e si fiondò giù per i gradini. Nessuno degli altri ebbe la forza e la prontezza di seguirla.

Hideto fu il primo a reagire, occupando lo spazio in cui poco prima si era trovata Aileen, e sbattendo le mani sullo schienale del divano. Magisa sussultò e lo fissò con occhi sgranati.

“Potete gentilmente finirla qui? Tutti quanti?”

Il ragazzo si voltò, cercando lo sguardo di Serjou e Zungurii, con M.A.I.A. che saettò fuori dal suo campo di vista.

“Forse vi starete tutti quanti divertendo un mondo, ma noi NO.”

Mai lo affiancò posandogli una mano sul braccio e quando i loro sguardi si incrociano, la ragazza scosse appena la testa. Hideto si passò una mano tra i capelli e sbuffò, ma alla fine si sedette pesantemente incrociando le braccia. La Guerriero Viola abbracciò le braccia al busto e sospirò, voltandosi verso la Maga.

“Magisa, capiamo che può essere difficile ammettere una sconfitta. Ma tutto questo nascondere di dettagli”, si morse un labbro, “non aiuta.”

“Prima di ripetere una simile esperienza con il salvataggio di Dan”, aggiunse il Guerriero Bianco andandosi a sedere su uno dei posti liberi del divano, “propongo di chiarificare esattamente cosa e che rischi ci dovremmo attendere.”

Kenzo annuì vigorosamente e raggiunse velocemente il divano, rivolgendo un sorriso incoraggiante a Magisa.

“Devi ancora raccontarci un sacco di cose!”

“E senza mentire”, mormorò con voce dura il Guerriero Blu.

La donna ricambiò il sorriso e sospirò, rassegnata dall’impossibilità di fermare i Maestri della Luce e segretamente grata di poter rimandare il confronto con Aileen.

“Non siete i primi che tentano questa impresa.”

Allungò quindi la mano e fece apparire uno dei suoi libri, una delle poche cose che riusciva a fare senza aver bisogno di incanalare la magia nello scettro. Lo aprì e sfogliò le pagine fino al punto che, pochi anni prima, aveva trovato grazie ai sacerdoti del regno di Topazio.

“Prima di me, ci sono state decine di Maghi e Maghe del Mondo Altrove e molti di essi hanno lasciato memorie di quanto hanno vissuto. Quanto sto per leggervi, risale a un’epoca molto antica, antecedente al periodo in cui il Nucleo Progenitore perse il suo Maestro.”

“Cosa intendi dire?”, interruppe Kenzo corrugando la fronte.

“Per molto tempo il Nucleo Progenitore è stato senza un suo custode. Kajitsu è stata la prima dopo secoli”, rispose Yuuki. La linea dura delle labbra lasciava ben intendere quanto avrebbe preferito che, ciò, non fosse mai spettato alla sorella.

“Ma nel passato c’era un Maestro del Nucleo Progenitore?”

“Esatto”, riprese Magisa, “e queste parole appartengono a quell’epoca. Sono le prime che io sia riuscita a trovare, che parlano di quel luogo.”

La donna inspirò e irrigidì le spalle, sperando in cuor suo di non dover vivere quanto era lì scritto.

“Quest’oggi, ho perso la mia migliore amica. E Irkar ha perso sua sorella. Né lui né io ce lo potremmo perdonare, perché è stata colpa nostra. Ma ho trovato un antico testo, antiche leggende tramandate, di un luogo che connette i nostri mondi e che è pervaso dal poter del Nucleo. Troverò il modo di accedervi.”

Lasciò scorrere il dito su quelle parole ricopiate e tramandate, fino a fermarsi sul passo più importante che doveva leggere loro. Rialzò lo sguardo.

“I due ci riuscirono, aprendo forse per la prima volta il varco per quella dimensione. Irkar trionfò e riportò indietro la sorella.”

“E allora dov’è il problema?”, interruppe Zungurii accovacciato dietro al divano e appoggiato con le braccia sullo schienale.

Magisa chiuse il libro di scatto, le pagine che produssero un rumore sordo, spinte con violenza le une contro le altre. Con foga, alzò lo sguardo verso di loro, le iridi lucide.

“Non li riconobbe! MAI! Nonostante loro avessero provato e riprovato a ricordarle il suo passato. Alla fine, chiese loro di lasciarla in pace, di permetterle di vivere senza tutte le loro aspettative!”, replicò riaprendo poi subito le pagine e trovando le righe che subito lesse con voce carica d’emozione.

“Sono passati anni, non è cambiato nulla. I miei doveri mi hanno portato lontana, ma non dimenticherò mai il giorno in cui ho perso davvero la mia migliore amica. Se n’è andata e ci ha chiesto di non cercarla più. Ora, lei è felice, si è rifatta una vita, ha fatto pace con le visioni che l’hanno tormentata da allora e si è costruita una famiglia. La ferita nella mia anima, però, non si rimarginerà mai, bruciante di sensi di colpa. Forse, è la punizione giusta. Oh, tu lettore del futuro, non dimenticare queste mie parole: fate tesoro delle memorie e accettate che i cammini delle persone che amate si interrompano prima del vostro.”

La Maga tornò ad alzare lo sguardo e incrociò l’espressione scioccate delle persone attorno a lei. Il silenzio era pesante, rendeva quasi difficile respirare.

“Queste sono le sue ultime parole.”

“Ma è un caso, Magisa!”, esclamò Kenzo voltandosi a destra e a sinistra, gli occhiali che scivolavano sulla punta del naso, “magari hanno sbagliato qualcosa. Magari, cioè… intendo dire, non avevano nessuna idea. Come facevano a sapere cosa fare?”

La granroriana non rispose, stringendo il libro al petto. Kenzo abbassò le spalle, frustrato. Hideto accanto a lui, sospirò.

“Un indizio è un indizio, tre sono una prova.”

Le parole suonarono poco convinte, ma spinsero comunque la Maga a replicare, le dita che stringevano con forza la copertina ruvida.

“Sarete contenti, allora. Dalle testimonianze che si sono conservate, solo altre due volte provarono a riportare indietro qualcuno.”

“Non sono più tanto curioso”, biascicò Kenzo al sentire il tono della Maga.

“Nessuno di loro tornò indietro.”

Quelle parole suonarono come una condanna, la perfetta conclusione di una giornata che era iniziata nel peggiore dei modi. L’euforia della sera prima si era dissolta, così lontana che non sembrava loro possibile fosse successa solo poche ore prima.

“Ma che cosa c’è in quella dimensione?”, domandò ancora Yuuki spingendosi in avanti e posando le braccia sulle gambe. “Possibile che nessuno sia stato in grado di fornire informazioni utili?”

Magisa posò il libro e si alzò in piedi, portando una mano alla fronte. Poi, lentamente tornò ad abbassare la mano e si voltò verso le vetrate, dando la schiena ai Maestri della Luce.

Un mondo come nessuno dei mondi. Dove il tempo non esiste. Dove finisci per dimenticare chi sei. Dove sei costretto ad affrontare le tue angosce. Ti rimane dentro e ti consuma.

Tornò a voltarsi.

“Ciò è quello che raccontò Irkar. Neppure lui tornò incolume da quel mondo, nello spirito più che nel corpo, e non volle parlarne mai. Lasciò queste parole su un foglio, quando non ce la fece più.”

Tutti compresero che cosa significasse.

“Capite perché mi oppongo?”

Questa volta, furono i Maestri della Luce a non saper cosa rispondere.

Da una parte sembrava una follia, un giocare con la sorte che prometteva esiti e conseguenze che rischiavano di seguirli per sempre, facendogli pagare caro l’ardire di entrare in quella dimensione.

Ma, una piccola parte dentro di loro, quella riaccesasi davanti alla possibilità di riavere Dan, impediva loro di spegnere la speranza in quello stesso istante, lasciarla alle spalle e proseguire.

“Potete prendervi del tempo per decidere, Lady Viole. Dobbiamo comunque aspettare che cali la notte per avvicinarci alla scala.”

Hideto fu il primo ad alzarsi, si stirò la schiena e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni. Lo sguardo di tutti non tardò a voltarsi verso il ragazzo che si limitò a scuotere le spalle e regalare loro un mezzo sorriso.

“Inutile che restiamo qui a guardarci, che dite?”, e agitò la mano verso il retro. “Credo approfitterò della luce per schiarirmi un po’ le idee.”

Gli altri lo guardarono allontanarsi finché non scomparve dietro la parete posteriore. Serjou chinò il capo e tornò alla postazione di comando e fece cenno a M.A.I.A. di seguirlo. Il robot fece un paio di giri sopra il gruppo e raggiunse il granroriano emettendo una serie di bip di disappunto.

Fu allora che Mai scattò in piedi, cogliendo quasi di sorpresa Kenzo che sussultò e le lanciò uno sguardo interrogativo. La ragazza rimase per qualche istante assorta nei propri pensieri, lo sguardo sfocato diretto verso il tavolino di vetro.

“Mai?”

La Guerriero Viola sussultò e si voltò verso l’amico. Dopo un attimo di esitazione, iniziò a raccogliersi i capelli in una cipolla disordinata.

“Seguirò l’esempio di Hideto. La fuga della fortezza è stata veramente stressante. Mi rilasserò con un bel bagno o mi sistemerò le unghie!”, aggiunse infine con una risata e schizzando l’occhio.

Kenzo annuì e iniziò a mordicchiarsi l’unghia del pollice, seguendo con la coda dell’occhio Mai che si dileguò al piano inferiore. Lentamente, il ragazzo afferrò il proprio portatile e lo accese. Allo stesso tempo, anche Yuuki si allontanò dal divano dirigendosi verso il retro della Limoviole.

Fissò lo schermo per lunghi istanti, ripensando e ripensando alle parole di Magisa, ai rischi che potevano correre, alle conseguenze che pesavano su Dan. Alle conseguenze che avrebbero dovuto accettare loro. Eppure, l’unico pensiero che non riusciva a lasciarlo in pace, che gli impediva di concentrarsi in modo obbiettivo sul problema, era un pulsante. Una traduzione sbagliata.

Sentì la mano di Magisa sulla sua spalla prima di rendersi conto che gli si era avvicinata. Non spostò lo sguardo dallo schermo, ma allontanò le dita dalla bocca.

“Fino a qualche anno fa, mi piaceva credermi adulto.”

Poi c’era stato l’attacco mediatico. Il quasi assassinio di Yuuki. L’avventura nel futuro. Il sacrificio di Dan. Tutte cose che un bambino non avrebbe dovuto affrontare.

“Volevo che i miei genitori di accorgessero di me. Se fossi stato maturo, intelligente… capace di stare al loro livello. Ma sbagliavo. Ho sbagliato su tante cose.”

“Tutti sbagliamo, Kenzo.”

“Non pensavo alle conseguenze, non veramente. Se sei piccolo, gli errori non sembrano mai così insormontabili.”

“Riguarda Dan?”, azzardò dolcemente la Maga.

Kenzo si voltò di scatto verso di lei, gli occhi lucidi e la voce incrinata. “Dan non ha scelto! Non puoi fare un esperimento senza tutti i dati. Non sapeva, nessuno pensava che potesse andare così! IO dovevo stare più attento!”

Tornò a voltarsi bruscamente verso lo schermo e schiacciò Invio con forza. Magisa sospirò.

“A Dan non sarebbe importato nulla, e lo sai anche tu.”

“Lo so!”, sbottò aprendo un file a caso, ben sapendo che non sarebbe riuscito a pensare ad altro, non finché non avesse preso una decisione.

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti. Finalmente questo nuovo episodio ha visto la luce, anche se purtroppo ben più tardi di quanto avrei sperato. Ma il duello di questo episodio è stata una bella bestia da domare: ho perso il conto di quante volte siamo stati costretti a rifarlo per farlo funzionare e facendo in modo che non fosse unidirezionale. Spero che apprezzerete.

Venendo a questo capitolo, avrete notato che mi sono permessa una “licenza poetica" sulla struttura di Gran RoRo.  La dimensione di cui parlano è una mia completa invenzione, ma ho cercato di introdurla senza contraddire (spero) nessun dettaglio canon del Mondo Altrove.

Il titolo è ispirato a quello dell’episodio 46 di Dan il Guerriero Rosso, “Vincere per Kajitsu” … se il risultato questa volta sarà diverso, però, è ancora tutto da vedere.

Cosa ne pensate? Quale decisione prenderanno i nostri Maestri della Luce? E cosa li aspetta, qualunque sarà la loro scelta?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che i personaggi abbiano reagito e agito IC e che vi abbia incuriosito. Se vi va fatemi sapere che vi sembra e quale secondo voi sarà il risultato. E per qualunque domanda (tranne spoiler, che la risposta è una sola: vedrete) sapete dove trovarmi.

Ho deciso di suddividere l’episodio in un numero maggiore di capitolo, ma più brevi (dalle 3500 parole alle 6000). Fatemi sapere se vi trovate bene o preferireste che torni ai soliti quattro capitoli ma più lunghi (tra le 7000-10000 parole). Secondo me, così è una lettura più scorrevole, ma ovviamente non sono io la lettrice. ;)

A presto,

HikariMoon

P.S. so di aver fatto passare di nuovo un sacco di tempo, ma voglio rassicurarvi che questa serie non sarà abbandonata e che, succedesse qualcosa per cui sia costretta a farlo, ve lo comunicherei chiaramente.

  
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