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Autore: Rohhh    30/07/2018    1 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao ragazze!
Sono di nuovo qui, ce l'ho fatta!
Questo è un capitolo piuttosto scuro ma è necessario per i successivi sviluppi. Tra poco avrò le ferie e sarò un po' più libera quindi spero di poter continuare relativamente presto. Non aggiungo altro e vi lascio alla lettura, ringraziando come sempre chi continua e chi si è aggiunto da poco!
A presto e un abbraccio, spero vi piaccia il capitolo!

Cap. 40 Tutto crolla

 

Michelle entrò in macchina come una furia, sbattendo la portiera con un tale violenza che il rumore rimbombò con un'eco lungo il viale alberato che costeggiava casa sua, deserto a quell'ora del pomeriggio.

Tutti erano chiusi dentro le loro bellissime ville in quel quartiere, godendosi il calore dei riscaldamenti mentre fuori imperversava il freddo di Gennaio e, nonostante fossero ormai passati due giorni dal primo dell'anno, si respirava ancora un clima di festa.

Non per lei.

Anche Michelle avrebbe dovuto essere con la sua famiglia, confortata e protetta dalle mura che conosceva bene, circondata dai suoi cari e dall'ambiente a cui apparteneva, ma così non era stato. Era uscita giusto un attimo per recuperare un libro dimenticato in auto e, invece, la cruda verità le era crollata addosso all'improvviso, senza preavviso e senza che avesse potuto programmarlo e prepararsi alle conseguenze devastanti che avrebbe avuto su di lei.

L'aveva cercata e rincorsa inutilmente per più di un mese, ci era arrivata vicino, sfiorandola e dannandosi per aver fallito e, alla fine, per uno strano gioco del destino, era stata lei a trovarla in un normalissimo e tranquillo pomeriggio.

Col respiro affannato, afferrò la sua borsa e vi frugò dentro freneticamente, imprecando più volte prima di riuscire finalmente a rintracciare le chiavi della vettura, ma dovette fare una serie di tentativi per riuscire a infilarle e mettere in moto, perchè un vistoso tremore le scuoteva le mani e non ne voleva sapere di cessare.

Doveva calmarsi, doveva almeno provarci, così si fermò un secondo, gettò la testa all'indietro come se le pesasse un quintale e respirò profondamente per cercare invano di riprendere il controllo della sua razionalità.

Niente da fare, non ci riusciva.

Un miscuglio indistinto di rabbia, amarezza, dolore e gelosia le attanagliava lo stomaco e le stritolava i polmoni, facendole quasi perdere il contatto con la realtà.

Il breve dialogo avuto poco prima con Pam continuava a tormentarla, le sue parole schiette e dure non facevano altro che risuonare incessantemente nelle sue orecchie, come il copione di una recita provato all'infinito e che alla fine le era rimasto impresso indelebile nella mente.

La differenza era che purtroppo per lei non si trattava affatto di una finzione ma della cudele verità e Michelle provò l'orribile sensazione di essere condannata per l'eternità a rivivere quei quindici minuti infernali trascorsi con la spiacevole compagnia di quella ragazza sprezzante e odiosa.

 

"«Allora, si può sapere che cosa vuoi? Ho fretta e non ho la minima voglia di perdere del tempo prezioso con te!» si premurò di precisare Michelle, il suo tono di voce era fermo e deciso come al solito e non tradiva alcuna emozione.

Il suo corpo, però, sembrava comunicare tutt'altro: si era seduta su una panchina, la schiena dritta e rigida, le braccia incrociate strette sul petto, aveva accavallato le gambe e una di queste ondeggiava vistosamente, rivelando un nervosismo e una irrequietezza che non le si addicevano.

C'era come un brutto presentimento che le provocava una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco e, nonostante fosse diffidente nei confronti di Pam, qualcosa le diceva di dover ascoltare con attenzione ciò che aveva da raccontarle.

All'occhio attento di Pam tutti quei segnali non sfuggirono e sul viso della ragazza spuntò un ghigno beffardo di soddisfazione mentre si pregustava l'attimo in cui avrebbe rivelato il terribile segreto a Michelle e si sarebbe gustata l'espressione sconvolta e ferita sul suo viso.

Stava andando tutto come aveva programmato e, più la castana era nervosa più la sua reazione alla notizia sarebbe stata esplosiva e, di conseguenza, la vendetta di Pam avrebbe ottenuto maggiore efficacia.

«Tranquilla, si tratta solo di dieci minuti e toglierò il disturbo, il fastidio è reciproco, cara» ribattè per le rime, senza scomporsi o perdere la sua sfacciataggine.

«Bene, allora. Ti ascolto» scandì Michelle duramente, sporgendosi qualche centimetro in avanti, con lo sguardo corrucciato e i muscoli del viso tesi.

Pam le lanciò una rapida occhiata compiaciuta, con calma mosse qualche passo e, invece di sedersi accanto alla sua nemica, si piazzò in piedi di fronte a lei, guardandola dall'alto in basso come normalmente era abituata a fare Michelle con gli altri.

Adesso la situazione si era capovolta, era lei quella vulnerabile e in soggezione e Pam si godette quella sensazione rara di potere che per una volta le era stata concessa sulla ragazza più orgogliosa e fiera che avesse mai conosciuto.

Si schiarì la voce e riaggiustò la folta chioma, arrotolandosi con aria distratta qualche ricciolo, prendendosi del tempo e facendo aumentare a dismisura i tic nervosi di Michelle, poi decise che era arrivato il momento e dischiuse le labbra.

Rimase immobile per una frazione di secondo, pensando a quale fosse il modo migliore per sganciare quella bomba, poi realizzò che c'era solo una maniera per farlo.

Niente giri di parole, niente fronzoli.

Solo la verità, spiazzante, spietata, semplice e diretta.

«La tua cara amica Ashley se la fa con Matt»

Il suono di quelle dieci parole colpì Michelle peggio di una secchiata di acqua gelida e Pam fu quasi in grado di sentire lo scricchiolio di qualcosa che dentro la castana si era incrinato per sempre.

Michelle rimase come congelata, i suoi occhi si spalancarono, sembravano persi nel vuoto e le sue iridi castane cominciarono a vagare confuse, come in cerca di una spiegazione o una giustificazione per quella frase così disgustosa e insensata.

Deglutì amaramente, per un attimo sentì la testa girare forte e come riflesso dovette aggrapparsi alle assi di legno della panchina,la terra le mancò sotto i piedi e le sembrò di precipitare in un incubo.

No, non poteva essere vero.

«Allora, sei rimasta senza parole? Beh, ti capisco...deve essere un brutto colpo sapere che una tua amica vi tradisce andandosene col vostro peggiore nemico, non è vero?» infierì Pam, con tono provocatorio.

La sua voce riuscì inaspettatamente a riportare Michelle alla realtà, la ragazza sollevò la testa di scatto e la fissò con gli occhi che avevano recuperato una scintilla di vitalità e determinazione.

Anche se aveva vacillato a quella rivelazione, lei era sempre la Michelle caparbia e astuta, quella che non si lasciava ingannare da qualche chiacchiera di corriodio, che non faceva la credulona alla prima cazzata che le venisse raccontata da una qualunque e che nessuno poteva prendere in giro.

Lentamente e con movimenti felini si alzò, portandosi allo stesso livello di Pam, assottigliò lo sguardo e si inumidì le labbra.

«E perchè dovrei crederti? -. sibilò a un passo dal sorriso sfrontato di Pam – Chi mi dice che questo non sia un vostro patetico tentativo di mettere zizzania al'interno del mio gruppo? Scommetto che vi piacerebbe vederci litigare, non è così?» la provocò, sperando di vederla esitare, ma Pam non si piegò di una virgola, il suo volto rimase sereno e sicuro mentre Michelle sentì nuovamente l'agitazione pervaderla.

La risata acuta e odiosa della riccia le diede il voltastomaco.

«Andiamo, Michelle! Così mi meravigli...ti facevo più scaltra! - esclamò Pam, passeggiando avanti e indietro sul selciato e dando i nervi a Michelle – Se davvero avessi voluto distruggere il vostro gruppo di sfigati avrei di certo puntato a metterti contro il tuo adorato fratello o contro tua cugina o, che ne so, una tua amica di vecchia data...sarebbe stato alquanto stupido spingerti a litigare con l'ultima arrivata, una ragazza che, in fondo, conosci solo da qualche mese, non ti pare? - le spiegò, avvicinandosi a lei con aria furtiva per poi allungarsi subdolamente verso il suo orecchio – Fidati di me, ti ho detto la verità e sai perchè? – sussurrò, dandole i brividi prima di fare una pausa che a Michelle parve interminabile – Vedi, non mi interessa rovinare il tuo gruppo...questi giochetti da scuola media non fanno per me...quello che voglio è distruggere quella schifosa relazione per dare una bella lezione a Matt e fargli capire che gli amici che gli sono stati sempre accanto, quelli che hanno sopportato gli insulti che tu, mia cara Michelle, e i tuoi leccaculo ci hanno sempre rivolto, quelli che lo hanno sempre sostenuto e mai abbandonato...beh, loro non meritano un simile voltafaccia solo perchè lui ha avuto voglia di infilarsi tra le gambe di una ragazza. I traditori vanno puniti...sono sicura che anche tu sia d'accordo con me» concluse Pam, allontanadosi da Michelle per guardarla in viso e aspettare la sua reazione.

Lei sentì montare dentro una rabbia che non provava da tempo, il suo viso si trasformò in una maschera di odio perchè, per quanto avesse voluto trovare un buco nelle ragioni di Pam, doveva ammettere che il suo ragionamento non faceva una piega, era logico, inattaccabile e terribilmente autentico, come la sua espressione carica di risentimento che non poteva essere falsa.

Riusciva a leggerle chiaramente nello sguardo una delusione e una voglia di vendetta che di finto non aveva proprio nulla e gli stessi sentimenti cominciarono a farsi strada anche nel suo cuore.

Ashley e Matt, in una relazione segreta che andava avanti chissà da quando, mentre quella ingrata viveva sotto il tetto che lei e suo fratello le avevano procurato e aveva illuso Terence, facendogli credere che forse avrebbe potuto avere una chance con lei quando invece si divertiva a farsi scopare dal loro rivale.

Aveva capito che la rossa nascondeva qualcosa, non era stupida, e a lungo aveva pregato per scoprire la verità, ma quello...

Quello era peggio di qualunque previsione o congettura avrebbe mai potuto concepire, era qualcosa che nemmeno lei era stato in grado di immaginare e l'aveva ferita nel profondo.

Non solo per Terence ma, forse, ancor più per i sentimenti che covava e che cercava ogni giorno di negare a sè stessa.

Era ancora innamorata di Matt, disperatamente e senza rimedio, e immaginare Ashley insieme a lui mentre facevano l'amore, abbracciati o intenti a scambiarsi baci e carezze, le riaprì una ferita che non ne voleva sapere di rimarginarsi.

Il suo viso si indurì, gli occhi freddi come il ghiaccio e Pam sorrise quando realizzò che aveva raggiunto il suo obiettivo: Michelle sarebbe stata sua alleata.

«Come l'hai scoperto?» domandò intanto, fredda come un robot, Pam si rabbuiò un attimo al ricordo di quella scena.

«Alla festa di Capodanno. La tua amica era...» iniziò ma Michelle la interruppe di botto.

«Non è mia amica» pronunciò subito, facendo sorridere la riccia.

«Oh, scusami...- fece Pam, poi continuò – beh, comunque sia, ero fuori con la mia amica, volevamo prendere solo una boccata d'aria quando, da dietro un cespuglio abbiamo sentito dei rumori, come dei lamenti. Ci siamo sporte in silenzio e li abbiamo visti. Lei era ubriaca marcia, non faceva che stringerlo e ripetere che voleva fare sesso con lui di nuovo e Matt la teneva tra le braccia con un'aria davvero molto protettiva, la accarezzava e le diceva di stare tranquilla, che sarebbe andato tutto bene e che non l'avrebbe mai abbandonata. Che carini, non ti pare?» commentò sarcastica mentre Michelle sentì la nausea salirle con prepotenza.

Come aveva potuto essere così cieca e non accorgersi di nulla?

«E dopo?» chiese con la voce rotta da un tremolio mentre si sforzava di non fare uscire quelle maledettissime lacrime che premevano.

«Siamo andate via, era uno spettacolo piuttosto vergognoso e penso concorderai con me – rispose Pam, osservandosi le unghie smaltate con indifferenza – Ma sai qual è la cosa più buffa? Che la mia amica era innamorata di Matt ma lui da un po' di tempo non sfiorava nessuna ragazza così avevamo capito ci fosse qualcuna nella sua vita. Lei ci era rimasta sotto, il fascino di Matt è difficile da dimenticare, così si era fissata a voler scoprire a tutti i costi chi fosse quella misteriosa ragazza, giusto per spettegolare e togliersi la curiosità...una volta abbiamo provato a smascherarlo ma io mi ero sentita sporca perchè consideravo Matt un mio amico e non ritenevo giusto invadere la sua privacy, così l'avevo convinta a smetterla – spiegò amaramente, al pensiero di quello che lei riteneva un tradimento imperdonabile – E alla fine, senza che ci fossimo impegnate, siamo capitate lì per caso e abbiamo scoperto tutto...evidentemente le ingiustizie prima o poi meritano di venire a galla» dichiarò calma, sotto lo sguardo sempre più vacuo di Michelle.

«Capisco» disse lei, mentre ripercorreva il racconto di Pam e si rendeva conto che corrispondeva a quello che doveva essere successo quella sera.

Ashley ubriaca che spariva tra la folla, Terence che la ritrovava in giardino con Melissa, di sicuro coinvolta in qualche modo in quella faccenda.

Era perfettamente plausibile e di colpo tutti i pezzi di quell'intricato puzzle tornarono a posto, uno dopo l'altro.

Gli strani atteggiamenti di Ashley, le sue sospette assenze da casa, le scuse che raccontava ogni volta, il misterioso ragazzo biondo con gli occhi chiari visto da Carol più volte fuori dal negozio dove lavorava e persino la litigata con Terence, quella volta in cui Ashley si era lanciata per evitare che tirasse un pugno a Matt apparentemente senza un motivo valido mentre solo adesso appariva evidente che l'avesse fatto per difenderlo.

Quell'episodio era stato così ambiguo e sospetto che per un attimo la sua mente si era avvicinata alla soluzione, per poi ritenerla troppo assurda per essere vera.

E invece aveva imparato a sue spese che nella vita non esiste niente di assurdo e che tutto può succedere, purtroppo.

«Dunque...posso contare sul tuo aiuto?» insistette Pam all'improvviso, rompendo il silenzio.

Michelle sollevò lo sguardo immerso nei pensieri, si sentiva umiliata, ferita e col cuore spezzato per l'ennesima volta.

E cosa c'era di peggio di una ragazza innamorata, tradita e delusa?

«Non ti aiuterò mai in niente Pamela – ribattè spietata, coi capelli scombinati dal vento – ma su una cosa avevi ragione...i traditori vanno puniti» aggiunse determinata.

Pam ghignò, poteva ritenersi soddisfatta.

«So che saprai farti valere...adesso vado...il tuo profumo da snob mi sta facendo venire l'orticaria - pensò bene di farle notare prima di stringersi la sciarpa attorno al collo e rimettere la borsa in spalla – e comunque mi aspettavo almeno un grazie...in fondo, se non fosse stato per me, chissà per quanto tempo ancora Ashley avrebbe continuato a vederlo sotto i vostri ingenui occhi! Perchè non le chiedi com'è Matt a letto...potrebbe interessarti!» la provocò lanciandole uno sguardo malizioso e gettando ancora più benzina sull'incendio che ormai era esploso nell'anima di Michelle.

«Sparisci, Pam...non farti più vedere da queste parti» sibilò lei a denti stretti, serrando i pugni fin quasi a provocarsi dolore.

Non era niente in confronto alla sofferenza che stava provando.

«Molto volentieri...addio Michelle» disse Pam, fissando per un'ultima volta la ragazza dritto negli occhi per poi voltarsi e sparire dietro l'angolo.

Michelle rimase lì ferma, incapace di muovere un passo, con un macigno sul cuore e una lacrima che le scorreva sulla guancia.

Si sentiva catapultata dentro a un incubo e l'unico sentimento che riuscì a non farla crollare definitivamente, sopraffatta dal dolore, fu la sete di giustizia per quel terribile affronto che andava eliminato dalla sua vita.

 

Scosse la testa con forza e aprì il finestrino per fare entrare l'aria gelida dell'inverno.

Le immagini del confronto con Pam erano ritornate a farle visita e, ogni volta che succedeva, le davano sempre più determinazione per fare l'unica cosa per la quale aveva trovato la forza di reagire.

Vendicarsi.

Senza attendere oltre girò la chiave e mise in moto l'auto.

Ignorò il suono del telefono che squillava invano, abbandonato sul cruscotto. Probabilmente era sua madre o Terence che si chiedevano che fine avesse fatto e perchè ci mettesse così tanto per prendere un libro, ma lei non aveva tempo da perdere per avvisare.

L'avrebbe fatto dopo, così come avrebbe raccontato tutto con calma a suo fratello e stavolta era sicura che non sarebbe rimasto così indifferente come aveva fatto in quei mesi.

Stavolta avrebbe avuto anche il suo appoggio ed Ashley avrebbe pagato duramente per quel suo enorme sbaglio.

In un baleno l'immagine della sua ex amica abbracciata a Matt passò nella sua mente come un flash e Michelle serrò le mani attorno al volante.

Le faceva schifo e ribrezzo e voleva unicamente cancellarla dalla sua testa, se solo fosse stato possibile.

Forse non era lucida abbastanza per mettersi alla guida, tutto quello di cui aveva bisogno ma che non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura,era un pianto liberatorio, uno sfogo come da lungo tempo non si concedeva, ma lei era Michelle, la ragazza forte e di successo che tutti ammiravano, e non avrebbe mai permesso alle sue debolezze di rovinarle il trucco.

Adesso aveva un solo obiettivo e più la strada scorreva sotto di lei, più vi si avvicinava e solo questo la faceva stare bene e sentire viva.

Fece un sorriso, finalmente. Un sorriso amaro e sadico, ma pur sempre un sorriso.

 

 

Melissa tagliò un pezzo della sua torta alle fragole con la forchetta e lo portò lentamente alla bocca, ma nemmeno il sapore dolcissimo che le sue papille gustative percepirono riuscì a cancellare l'amarezza che provava da quando, esattamente due giorni prima, aveva risposto in quella maniera brusca ad Ashley, tagliando quasi i ponti con lei.

«Cos'hai? Non è buona?» chiese un po' impacciato Luke, seduto di fronte a lei in un bar affollato a quell'ora del pomeriggio.

Per potersi vedere si erano spostati in una zona lontana della città e più periferica per essere sicuri di non venire scoperti da nessuno, ma il viso scuro di Melissa non era dovuto a quell'ansia, stavolta.

«No, la torta è deliziosa» lo smentì lei, per poi tornare a mangiare malvolentieri, col viso basso e gli colmi di tristezza.

Luke sospirò, si scompigliò i ricci con una mano e si guardò intorno un paio di volte prima di trovare il coraggio di intraprendere un discorso che ormai non poteva più evitare.

«Senti, Mel...riguardo a quello che è successo alla festa di Capodanno...riguardo Ashley...e Matt – precisò, infine, notando un piccolo cambiamento nell'espressione della sua ragazza quando aveva nominato i due ragazzi - ti giuro che non volevo nasconderti nulla. Devi capirmi io..non potevo dirti la verità! Matt è il mio migliore amico e la situazione era delicatissima, come puoi immaginare! Era sempre per questo motivo che mi hai visto con Jessica quella volta...cercavamo di trovare un modo per aiutarlo...anche se abbiamo fallito, mi sa – mormorò cupo, ricordandosi della scenata della bionda proprio durante quella maledetta serata che pareva aver sconvolto la vita di tutti – Aspettavo che le cose si sistemassero, o che almeno andassero un po' meglio per parlartene...ma è stato tutto inutile e adesso mi dispiace solo di non essere stato sincero prima. Spero che tu capisca che non mi sono comportato così per escluderti o perchè non mi fidi di te...il fatto è che...non ho avuto altra scelta.» concluse, posando la forchetta sul piatto.

Per quanto entrambi si sforzassero, l'appetito proprio non ne voleva sapere di coglierli.

Melissa scosse la testa piano, poi i suoi occhi si addolcirono e finalmente si posarono su di lui.

«Non sono arrabbiata con te, Luke. - disse infine con un fil di voce - É vero, all'inizio, quando mi è piombato tutto addosso mi ha scombussolato di colpo e mi sono sentita messa da parte, esclusa, ma...questo è un mio difetto che sto cercando di superare. Comprendo benissimo le tue ragioni, tranquillo...sei un amico leale e, anche io al posto tuo mi sarei comportata così.» affermò, posando una mano su quella di Luke, che sorrise e la strinse subito, sentendosi di colpo sollevato.

«Allora cosa c'è che non va?» domandò però poco dopo, notando che il viso di Melissa rimaneva ancora profondamente turbato.

«Non parlo con Ashley da due giorni...lei ha cercato di chiarire, sembrava così mortificata e sconvolta ed io...semplicemente non sono riuscita ad ascoltarla...a darle la possibilità di spiegarsi - gli rivelò, pallida e distrutta – Mi sento così male per il modo orrendo in cui mi sono comportata con lei ma...è come se non riuscissi ad accettare la realtà. Sì, insomma...lei e Matt...perchè non me ne ha parlato? Avrei potuto aiutarla, darle il mio sostegno...io mi ero aperta con lei e pensavo che mi ritenesse un'amica...mi sono sentita delusa e ferita» continuò con la voce roca, gesticolando come se non trovasse pace.

«Melissa, credo che Ashley sia divorata dalla paura e dai sensi di colpa. - cercò di spiegarle Luke, poi le prese le mani e la esortò a guardarlo in viso – Pensa a noi due e a come ci sentiamo ogni giorno della nostra vita! Per lei è ancora peggio perchè Matt è il nemico numero uno per voi e... Ashley è un tipo molto chiuso, ha un carattere schivo e difficile, sta spesso sulla difensiva e a volte sembra proprio una stronza senza sentimenti ma...in realtà è solo una ragazza provata e terrorizzata dalla vita e da quello che le sta succedendo!»

Melissa ascoltò in silenzio le sagge parole di Luke e dentro qualcosa le suggerì che il ragazzo aveva terribilmente ragione, soltanto che lei non se l'era mai cavata bene con i rapporti sociali e adesso non sapeva come porre rimedio a quel labirinto di silenzi e incomprensioni a cui aveva dato vita.

«Lo so, Luke ma...mi sento così bloccata! Vorrei poter liberarmi da tutta questa dannata emotività che mi frena sempre ma...non è per niente facile!» si lamentò, nascondendo gli occhi sotto la lunga frangia.

«Ce la farai Mel, io credo in te!» la rassicurò il ragazzo, regalandole un meraviglioso sorriso che riscaldò il cuore di Melissa e parve infonderle coraggio e speranza.

«E così...stanno insieme? Sono innamorati o cos'altro?» chiese poi timidamente, senza specificare i soggetti di quella frase visto che non ce ne era bisogno.

«Non ne ho assolutamente idea e stavolta ti giuro che non è una bugia! Capire cosa frulla nella testa di quei due è un'impresa impossibile e farebbe diventare matto chiunque! - rispose Luke, sgranando gli occhi atterrito al pensiero di tutti i guai che aveva passato a causa della testardaggine di Matt ed Ashley – Di una cosa però sono sicuro...Matt tiene tanto a quella ragazza...per lui è troppo importante e... sono certo che per Ashley sia lo stesso, anche se fa di tutto per negarlo. Non conosco i dettagli ma...dev'esserci qualcosa che li lega profondamente, qualcosa che solo loro due riescono a sentire...è inutile chiedersi se sia giusto o sbagliato o come sia potuto capitare...è successo e basta ma nessuno di loro due voleva ferire i propri amici, te l'assicuro. Si sono solo trovati intrappolati proprio come noi, Mel» dichiarò pacato Luke e la sua sincerità e maturità fu come un sorso di acqua fresca nel deserto per la mente stanca di Melissa.

«Cosa pensi dovrei fare?» gli domandò, in cerca di un consiglio dall'unica persona di cui si fidasse ciecamente.

Luke la fissò amorevolmente «Quello che farebbe una vera amica...starle accanto, sostenerla ed esserci quando ne avrà più bisogno, senza giudicarla. Non importa se adesso non ci riesci, se tornando a casa continuerai ad evitarla...questo non vuol dire che sarà sempre così, l'importante è che ci lavori sù, anche se ci vorrà del tempo. Non c'è niente di sbagliato o cattivo in te, Melissa. Siamo deboli, nessuno escluso, sbagliamo in continuazione ma...continueremo a rialzarci e ad imparare dai nostri errori.» le suggerì, facendole riempire gli occhi di lacrime e il cuore di un sentimento forte che premeva per uscire.

Mai come quella volta sentì che voleva urlargli quanto lo amasse ma le parole le rimasero incastrate in gola.

Avrebbe lavorato anche su quello, ne era certa, e adesso sapeva che poteva riuscire ad abbattere le insicurezze che da sempre la rendevano schiava delle sue stesse emozioni negative.

«Grazie, Luke...non mi stancherò mai di ripetertelo» disse soltanto, accontentandosi per quella volta.

«Cavoli, mi è venuta una fame! - esclamò il moro, passandosi una mano sullo stomaco che improvvisamente reclamava cibo e sentendosi di colpo leggero e spensierato – se non ti sbrighi a mangiare la tua fetta, credo proprio che finirò per rubartela!» la minacciò bonariamente, puntando con la forchetta la torta di Melissa, ancora consumata solo per due bocconi.

«Non ci provare!» si ribellò lei, ridendo per poi prendere un grosso boccone e gustarlo.

L'appetito era tornato magicamente anche a lei così come una dolce serenità che sperava sarebbe durata il più a lungo possibile.

 

 

«A domani Ashley!»

«A domani, Carol!» salutò la rossa, dopo che la sua collega aveva chiuso la porta del negozio, sancendo la fine della loro giornata lavorativa.

Ashley mise la borsa a tracolla, attraversò la strada e si diresse verso casa.

Era esausta, il negozio aveva riaperto subito dopo il primo dell'anno e lei non aveva avuto nemmeno il tempo di riprendersi da quella sbronza devastante che si era ritrovata dietro la solita scrivania a ricominciare la sua quotidiana routine.

Sospirò e rallentò per guardare distrattamente qualche vetrina lungo la strada, quasi volesse ritardare il più possibile il rientro a casa.

Non aveva dimenticato la litigata con Melissa, la sua amica non le parlava da quel giorno e in casa cercava di incrociarla il meno possibile per evitare di darle fastidio con la sua presenza.

Era riuscita a rovinare anche quell'ultimo barlume di normalità che le era rimasta senza contare quanto si sentisse male al pensiero di avere deluso l'ultima persona che le era sinceramente amica.

Possibile che non facesse altro che ferire chiunque avesse intorno?

Non le era rimasto più nessuno accanto.

Nessuno eccetto Matt, ovviamente, ma lui era un bel problema a parte e poi non lo vedeva dalla notte di Capodanno.

Dopo la sua immensa figuraccia e quella telefonata per farsi raccontare cosa avesse combinato da ubriaca, non le era sembrato il caso di cercarlo. Si sentiva in imbarazzo e in colpa per come si era ridotta e poi c'era stato il lavoro, lo studio per gli esami e la tensione per l'atmosfera che si respirava in casa e così, per una cosa o un'altra, non erano ancora riusciti a vedersi.

Le sue coinquiline erano tutte tornate dalle vacanze tranne Michelle, che si sarebbe trattenuta qualche giorno in più a casa dei suoi.

In un certo senso per lei era un sollievo, non era ancora pronta ad affrontarla dopo quella terribile serata e nemmeno riusciva a prevedere come diavolo avrebbe fatto a ristabilire un rapporto quanto meno civile con lei dopo i recenti accadimenti.

Una collega dell'università la incontrò qualche metro più avanti e le fece perdere una buona mezz'ora a parlare di libri, professori e lezioni.

Quando finalmente riuscì a sgattaiolare via e a infilare la chiave nella toppa del portone di casa erano già le dieci di sera, non aveva ancora cenato e fuori si era alzato un vento gelido fastidiosissimo.

Prima di entrare sollevò lo sguardo al cielo, grigiastro per via delle nuvole fitte che non lasciavano spazio ad alcuna stella, e capì che a breve sarebbe venuto giù un bell'acquazzone.

Per fortuna era ormai arrivata e non vedeva l'ora di mettere qualcosa sotto i denti, farsi un bagno caldo e mettersi sotto il piumone per dimenticare quella giornata stancante.

Il corridoio di casa era silenzioso e buio quando aprì la porta ma Ashley non fece in tempo a richiuderla che la luce si accese all'improvviso, cogliendola un po' di sorpresa.

Doveva esserci qualcuno ed Ashley si voltò, convinta di trovarsi di fronte una delle sue coinquiline.

Il viso della persona che i suoi occhi misero a fuoco, però, non era di certo quello che aveva creduto di poter vedere e lo sguardo che adesso la puntava, pungente e freddo, non preannunciava nulla di buono.

Michelle stava in piedi al centro del corridoio, un sorriso tetro sul bel volto, le braccia dritte lungo i fianchi, i capelli raccolti da un lato con i ciuffi morbidi e ondulati che le ricadevano sulla spalla e fino al seno, indossava un elegante vestito nero al ginocchio, quasi come fosse appena rientrata da una festa e in effetti la rivelazione di Pam l'aveva sorpresa nel bel mezzo di un tranquillo pomeriggio tra parenti, tutti agghindati alla perfezione così come li obbligava il loro ceto. Non aveva avuto il tempo di cambiarsi, si era messa in macchina e aveva guidato per raggiungere il suo unico obiettivo, che adesso la guardava con gli occhi impauriti e consapevole di essere ormai in trappola.

Ashley non poteva più scappare, ormai era finita, tutti i suoi giochetti e le sue bugie erano arrivate al capolinea e adesso era giunto il momento della resa dei conti.

L'immagine perfetta di Michelle non era mai apparsa tanto inquietante come in quel momento ed Ashley rabbrividì mentre ogni muscolo del suo corpo parve intorpidirsi.

Che ci faceva lei a casa? Non doveva rimanere alcuni giorni dai suoi genitori? Cosa l'aveva spinta a ritornare e materializzarsi davanti a lei come un fantasma con le sembianze di una bellissima ragazza?

Non riuscì nemmeno ad aprire bocca e Michelle la anticipò, disinvolta e apparentemente tranquilla.

«Bentornata, Ashley» pronunciò con un tono cordiale ma gelido e gli angoli della bocca tirati a formare un sorriso evidentemente finto.

«Michelle...- rispose Ashley con la voce roca per l'ansia – non credevo di trovarti» ammise con sincerità visto che la sua visione l'aveva talmente spiazzata da non riuscire a nascondere lo stupore.

«Avevo una cosa importante da fare» spiegò la castana, senza muovere un passo o dare altre spiegazioni.

Ashley avanzò, col fiato corto e il cuore a mille ma Michelle non si fece da parte e non le lasciò spazio per passare oltre, al contrario, rimase immobile in quella posizione statuaria, senza la minima intenzione di spostarsi.

Quando la rossa le fu vicino, così tanto da riuscire a sentire il suo fiato sul suo collo, Michelle si voltò e le lanciò un' occhiata sprezzante.

«Dove sei stata?» chiese con fare indagatorio ed Ashley tremò dentro.

Il suo comportamento era decisamente strano e lei provò un'orribile sensazione al centro del petto.

«A lavoro» rispose, dicendo nient'altro che la verità.

Una mano di Michelle le afferrò un polso e la tirò leggermente, costringendola a guardarla in faccia.

Michelle squadrò il suo viso pallido per il freddo e la paura, studiò gli occhi castani, contratti in un'espressione di dubbio e terrore e poi si soffermò sulle sue labbra, rosse e leggermente dischiuse e di colpo non potè fare a meno di pensare a quante volte la sua bocca avesse incontrato quella di Matt, perdendosi in baci che lei desiderava e non aveva mai avuto la fortuna di assaporare.

La rabbia aumentò dentro di lei e per riflesso le strinse di più il polso, facendola sussultare.

«Devo crederti o è una delle tante menzogne che ci hai raccontato in tutti questi mesi?» sibilò a un passo dal suo viso.

Stavolta non c'era più ombra di alcun sorriso e gli occhi erano carichi di risentimento e fissi nei suoi, senza intenzione di abbandonarli neanche per un secondo.

Ashley sentì che non aveva più via di scampo, non era certa che Michelle avesse scoperto la verità ma questa volta realizzò che non poteva più continuare a mentire e nascondersi.

«Michelle..» mormorò ma la ragazza le impedì di continuare e la incalzò nuovamente.

«Dobbiamo parlare, Ashley...ma non qui. Dovrai farlo davanti alle altre, perchè queste spiegazioni non le devi solo a me...le devi a tutte noi» soffiò con crudeltà, trascinandola verso quella che si preannunciava come la sua umiliazione pubblica per tutti gli sbagli commessi.

Senza quasi sentire più le gambe, con la testa che le girava e quel poco tempo per realizzare cosa stesse succedendo, si ritrovò nel salone.

Spaesata, fece vagare le sue iridi confuse intorno alla stanza e vide le sue coinquiline, sedute sul divano, con gli occhi spenti e vacui e persino Melissa, in piedi, rintanata in un angolo, con lo sguardo basso e fisso sul pavimento, incapace di guardarla in viso.

Le mancò il respirò e provò un dolore lancinante all'altezza del petto quando capì di essere sola contro tutte, senza nessun alleato, di fronte a quello che sembrava proprio un comitato di inquisizione pronto a divorarla e nessuno a difenderla o sostenerla.

Alla fine quel momento tanto temuto, quello che l'aveva tormentata giorno e notte con incubi ricorrenti ma che aveva cercato di allontanare per più tempo possibile, illudendosi di poterlo scampare, era arrivato inesorabile e lei non era affatto pronta ad affrontarlo.

«Che succede?» riuscì a domandare, con gli occhi che già le bruciavano e un nodo alla gola.

«Questo dovresti dirlo tu a noi, semmai. - ribattè secca Michelle, piazzandosi in piedi di fianco alle altre ragazze, che continuavano a fissarla serie e imperturbabili – in ogni caso, Ashley, sta' tranquilla...non ci girerò molto intorno, avrò pietà di te, la tua agonia sarà breve. E poi, a me piace arrivare dritta al punto» sussurrò languida, godendosi lo spettacolo del suo viso stravolto dalla paura.

«E quale sarebbe?» chiese, in uno slancio di coraggio ma con le gambe che le tremavano.

«Il punto, mia cara Ashley è...hai una relazione con Matt?» le sparò dritto sul cuore, senza mezzi termini o premesse inutili.

Ashley impallidì più di quanto già non avesse fatto e si sentì morire dentro.

Che Michelle avesse dei dubbi su di lei era cosa ben nota...ma che avesse scoperto di Matt...quello non se l'aspettava nemmeno lei.

Deglutì a fatica, la vista cominciò ad annebbiarsi e sentì che avrebbe perso i sensi se non avesse fatto appello a tutta la forza che le rimaneva.

«Io non...» provò debolmente a spiegare ma Michelle si fece avanti e la bloccò.

«Ashley, vi hanno visti insieme alla festa tre giorni fa...in atteggiamenti intimi...quindi lo ripeterò per l'ultima volta. State insieme tu e Matt?» domandò, rossa in viso per la collera e più spaventosa che mai.

Quella domanda la mise in enorme difficoltà perchè la risposta era oscura anche a lei, intrecciò le dita delle mani, congelate, respirò con affanno e poi provò a parlare.

«Non stiamo insieme, noi...» iniziò ma Michelle aveva bisogno di certezze, di confessioni e tutto quel tergiversare non ebbe altra conseguenza che farle saltare i nervi.

«Siete andati a letto insieme?» ringhiò nervosa, arrivando al nocciolo della questione con una domanda molto chiara, alla quale, stavolta, avrebbe potuto rispondere solo con un sì o con un no.

Ashley esitò, osservò gli occhi interrogativi delle ragazze, carichi di aspettative e in cerca di riposte e ne sentì il peso tutto in una volta sulle sue povere spalle.

Non poteva più mentire, ormai era inutile e, anche se non avrebbero capito, non poteva fare altrimenti.

«Sì» affermò decisa, mentre una parte di lei andava in frantumi per sempre.

Vide gli occhi chiari di Beth, di solito allegri e gioiosi, sgranarsi e diventare immensamente tristi e quelli scuri di Colleen farsi severi, carichi di delusione e fissarla con disappunto mentre Melissa era ancora schiacciata contro il muro, con la fronte contratta, lo sguardo sempre basso e le labbra che adesso le tremavano vistosamente.

E infine, l'ultima coltellata, quella mortale, le giunse dagli occhi di Michelle, intrisi di una venatura di soddisfazione mista a odio, sicuri di avere vinto quella battaglia e di averla finalmente messa a nudo di fronte ai suoi peccati.

«Sei solo una puttana traditrice!» le urlò contro, mentre le altre non reagirono, rimasero in silenzio, ammutolite di fronte a una verità che non avevano potuto neanche lontanamente immaginare e che faceva male, troppo male.

«É successo solo una volta, Michelle! Io...ero fragile e ferita...non hai idea di cosa ho dovuto passare prima di venire qui, nessuna di voi ce l'ha! - ribattè con voce disperata, sperando di riuscire almeno a fare capire loro che non aveva fatto tutto di proposito e per il puro divertimento - E lui...è riuscito a capirmi, a consolarmi...mi è stato vicino quando ne ho avuto più bisogno. Non è qualcosa che ho cercato...ci sono caduta dentro e...non sapevo come fare a dirvelo! Ho sbagliato, lo so...ma...lui era diventato importante per me e io...non sono riuscita a rinunciarci, non volevo perderlo!» confessò tutto d'un fiato, usando l'ultimo briciolo di coraggio che le fosse rimasto in corpo.

Le parole cariche di sentimenti e di disperazione di Ashley colpirono Melissa nel profondo e la mora si rese conto di quanto si potesse rispecchiare in ognuna delle emozioni provate dalla sua amica.

Adesso la capiva meglio, adesso le sembrò di vivere il suo stesso dramma e una lacrima le scivolò lungo la guancia, sebbene non riuscisse a prendere alcuna iniziativa, immobilizzata dall'insicurezza.

«Non me ne frega un cazzo di tutte le tue scuse! Ti abbiamo accolta quando eri in difficoltà, ti abbiamo trovato una casa, degli amici...ti abbiamo salvata senza pretendere nulla in cambio... ma tu ci hai traditi tutti...mio fratello per primo...me, e tutte noi! Era più facile prenderci in giro e mentire piuttosto che tenere le gambe chiuse davanti a quello che sapevi essere il nostro peggiore nemico, non è vero?» la accusò, sorda a qualunque spiegazione e determinata a continuare con quella tortura.

«Ma non capisci che non si tratta solo di quello...non si tratta di sesso!» ribattè a voce alta, rendendosi conto che forse era la prima volta che ammetteva a sè stessa che con Matt non era mai stato solo un fattore fisico, era sempre stato molto di più anche se continuava a non accettarlo.

«Ti sei innamorata di lui...- sibilò Michelle col cuore in gola, perfettamente conscia di quanto anche lei condividesse quel sentimento per il biondo – mi fai schifo!» esclamò infine, con la voce carica di sdegno.

Ashley credette di trovarsi sospesa tra la realtà e un incubo, non aveva più appigli, ancore a cui aggrapparsi, era sola e circondata da visi che non le erano più amici.

Aveva rovinato tutto, sapeva che sarebbe successo eppure non si era fermata quando ne aveva avuto l'occasione, aveva continuato con quella follia che alla fine aveva distrutto quel poco che era stata in grado di ricostruire dalle macerie della sua vita.

Era solo un fallimento su tutti i fronti e dovette dare ragione a Michelle.

Non aveva scuse e meritava tutto quello.

Una forte depressione la colse, sentì di non avere più forze per difendersi e di colpo anche la relazione con Matt le sembrò solo un enorme e stupido sbaglio che non l'aveva portata da nessuna parte se non sull'orlo di un baratro.

«Lui era come me...- mormorò quasi più a sè stessa che alle ragazze, come volesse darsi una giustificazione per come erano andate le cose – Noi due eravamo uguali» aggiunse, con gli occhi vuoti e la voce rotta dal pianto.

«Hai ragione, siete uguali! Due sporchi traditori! - rincarò la dose Michelle, senza pietà di fronte a quella ragazza ormai devastata – e io ti voglio fuori da questa casa...adesso!» concluse diretta, incrociando le braccia e dandole le spalle.

Melissa sussultò, strinse forte i pugni e fu tentata di intervenire mentre dentro di lei si consumava una lotta all'ultimo sangue contro le sue paure.

Un silenzio che parve interminabile invase la stanza, Ashley capì che nessuna delle sue amiche avrebbe contrastato Michelle, giacevano tutte inermi, deluse e sconvolte, e non poteva dare loro torto.

«É giusto...me ne vado» si rassegnò alla fine.

Dopotutto quella non era più la sua casa, erano solo delle mura di cemento fredde e senza più calore umano.

Non aggiunse altro e si rintanò in quella che ormai non poteva considerare più la sua stanza, raccattò le sue cose in maniera disordinata e le infilò malamente nelle valigie, asciugandosi con le maniche del maglione le lacrime che non aveva potuto frenare.

Quella era la sua disfatta, la sua sconfitta e la dimostrazione che era capace solo di combinare disastri.

Trascinò a fatica i bagagli, si affacciò per un'ultima volta nel salone, dove le ragazze parlottavano a voce bassa con Michelle, che tutta fiera, continuava a ripetere di aver avuto sempre ragione su Ashley.

«So che non vale nulla ma...volevo solo dirvi che mi dispiace da morire...non volevo ferirvi, non volevo tradirvi...è che...» provò a dire ma le sue corde vocali non collaborarono, lanciò un'ultima occhiata a Melissa e poi gli occhi di Michelle si puntarono di nuovo spietati su di lei.

«Vattene» sbottò, Melissa stavolta non resistette e sollevò di scatto la testa, con la sguardo accigliato per poi puntarlo finalmente su quello desolato di Ashley.

I suoi occhi la trafissero, non voleva perderla, era sua amica e si chiese come avesse fatto a dubitarlo in quei giorni.

Ashley sparì senza aggiungere altro, richiuse per sempre quella porta ormai familiare alle sue spalle e tutti i mesi trascorsi in quella casa le sfilarono nella mente uno dopo l'altro per poi polverizzarsi in un soffio.

Melissa cominciò a tremare, una forza mai provata prima la invase d'improvviso e, prima che potesse realizzarlo, scattò verso Michelle e la guardò con aria di sfida, strappandole uno sguardo meravigliato.

«Stavolta hai esagerato, Michelle!» la accusò, sfoggiando una sfrontatezza che nessuna delle ragazze le aveva mai visto usare.

«Cosa c'è? Vuoi difenderla? O hai anche tu qualcosa da nascondere?» la provocò lei, ricordandosi che Melissa era sempre stata vicina ad Ashley e probabilmente era pure sua complice.

«Mi hai stancata!» esclamò sotto gli occhi sgomenti delle ragazze, prima di fiondarsi per le scale con una corsa disperata per tentare di raggiungere Ashley.

Era preoccupatissima, era ormai tarda sera e lei avrebbe vagato sola in quella grande città, senza un posto dove andare per dormire o qualcuno a confortarla.

E poi non le aveva ancora chiesto scusa per quanto fosse stata stupida ad abbandonarla e a non capirla quando invece si trovavano nella stessa identica situazione e dovevano restare unite se volevano sopravvivere.

«Ashley!» urlò a gran voce quando scorse i capelli rossi della sua amica che sbucavano dal suo cappotto.

La ragazza si voltò, il suo voltò buio si illuminò appena quando vide la mora correrle incontro quindi si fermò e smise di trascinare le valigie.

«Ashley, ti prego fermati!» la implorò, fermandosi a un passo da lei, affannata per la corsa e per il magone che si portava sul petto.

«Melissa...torna indietro o Michelle se la prenderà anche con te» disse piano, facendo per voltarsi e continuare a camminare prima che Melissa la trattenesse con forza tirandole il cappotto.

«Non me ne frega niente di Michelle! - ribattè decisa, i suoi occhi brillavano di una determinazione nuova che stupì anche Ashley – e tu non puoi andare in giro da sola a quest'ora...torna a casa, parlerò con Michelle, non può trattarti così...la convincerò a farti restare, convincerò le altre!» cercò di fermarla Melissa ma la sua amica scosse la testa rassegnata.

«Quella non è più casa mia, ormai...e Michelle ha ragione. Vi ho mentito, vi ho tradito...è un dato di fatto e merito di andarmene» affermò con un tono di voce piatto e spento, non sembrava più neanche lei ma l'ombra di sè stessa, una ragazza distrutta senza voglia di lottare .

Melissa sgranò gli occhi, con un gesto rapido le afferrò le mani ghiacciate e le strinse.

«Ma cosa dici, Ashley! Perdonami per averti trattato in quel modo vergognoso in questi giorni! Non volevo, ero come immobilizzata e cieca, non riuscivo a vedere al di là di quello che le mie debolezze volevano mostrarmi...ma non ho mai smesso di volerti bene, sei mia amica e...non voglio che tu vada via! – la supplicò con le lacrime agli occhi e la voce tremolante – ti prego...non posso immaginarti qui fuori, da sola...come farai?» le domandò, agitata.

Ashley la osservò in silenzio, poi un sorriso accennato increspò le sue labbra.

Melissa non l'aveva abbandonata ma lei non meritava la sua amicizia, non in quel momento.

«In qualche modo me la caverò. Ho sbagliato e devo pagare. Sono stata con Matt...è tutto vero, Melissa... ci vedevamo di nascosto, l'abbiamo fatto per mesi...io...» cominciò a raccontare ma Melissa la fermò.

«Tu lo ami! E cosa c'è di sbagliato in questo? Anche io amo Luke e non ho più intenzione di rinunciare a lui! Dirò tutto a Michelle, a costo di dovermene andare e ricominciare daccapo!» esclamò, stringendo di più le mani di Ashley ma lei, dolcemente, si liberò dalla stretta e le carezzò una guancia.

«Sei una ragazza forte...ma per me è diverso. Non credo di amare Matt...come può nascere amore da una situazione che sta facendo soffrire così tante persone? - domandò con lo sguardo perso nel vuoto e una immensa confusione nella mente, lasciando Melissa incapace di replicare – Ti voglio bene anche io...ma adesso devo andare...ti auguro di essere felice, Melissa» disse infine, per poi riprendere le valigie.

Melissa rimase attonita, il viso ormai rigato di lacrime inarrestabili «Ashley!...No!» ripetè invano, ma la ragazza non le rispose nè si voltò e continuò a camminare lungo la via deserta.

La brunetta allora corse indietro, ritornò a casa come un fulmine e si chiuse dentro la sua stanza.

Non ce la faceva ad abbandonarla e c'era solo una persona che poteva aiutarla. Con le mani che le tremavano prese il telefono e selezionò il nome del suo ragazzo dalla rubrica, col cuore che le scoppiava.

«Mel, che piacere sentirti!» rispose una voce allegra dall'altra parte.

«Luke! – mugolò Melissa, facendolo allarmare subito – devi aiutarmi, ti prego!» lo pregò, a corto di fiato.

«Mel, che hai? Ti è successo qualcosa? Non farmi morire dalla paura!» fece il ragazzo, seriamente preoccupato da quel tono disperato.

«Non è per me, è per Ashley! É andata via da casa, è sola ed è notte fuori! Ti prego, va' a cercarla! É a piedi con delle valigie pesanti, non può andare molto veloce, sarà ancora qui in zona ma devi sbrigarti! Raggiungila, io non so davvero come fare! - gli spiegò tra un singhiozzo e l'altro mentre Luke era paralizzato – Chiama Matt, forse lui è l'unico che può salvarla!» gli chiese infine, senza credere alle sue stesse parole.

«Sta' tranquilla e adesso calmati...ci penso io, ok? - la rassicurò, mentre col telefono poggiato maldestramente tra la spalla e l'orecchio, recuperava scarpe e giubbotto e si precipitava per le scale -

sono già fuori, prendo la macchina e vado...ti prometto che la troveremo, fidati di me!» la incoraggiò, anche se il suo viso stravolto comunicava l'esatto contrario.

Non sapeva i dettagli di quella che si prospettava come una catastrofe ma aveva il presentimento che qualcosa si fosse rotto per sempre e che da quel momento le vite di ciascuno di loro sarebbero cambiate.

Quel giorno era arrivato, alla fine. La bomba era esplosa.

«Mi fido, Luke...ma tu aiuta la mia amica!» ripetè per l'ennesima volta e Luke riuscì a sorridere.

Melissa aveva fatto pace con i suoi mostri se considerava di nuovo Ashley sua amica e quelle poche parole lo tranquillizzarono, nonostante la situazione tragica.

«Lo farò...ti avverto appena ho novità, a dopo!» la salutò velocemente.

Aveva una telefonata molto importante da fare e non poteva perdere un secondo di più.

«Cazzo, rispondi..» imprecò fra sè e sè, quando diversi squilli si susseguirono senza risposta, poi finalmente la voce che aspettava.

«Luke, che vuoi a quest'ora?» rispose Matt con fare piuttosto annoiato, ignaro di quanto fosse successo.

«Matt, devi raggiungermi subito...si tratta di Ashley»

Poche semplici parole e un unico nome capace di scatenare un terremoto nel ragazzo al quale era indirizzata la chiamata e in più, il tono nervoso e serio dell'amico, davvero poco comune per Luke, lo allarmò immediatamente.

I suoi occhi si velarono di un'ombra mentre la fronte si contrasse, riflettendo le sue preoccupazioni.

«Luke, si può sapere che diavolo è successo?»

P.S. Mi dispiace per l'assenza di parti "romantiche" in questo capitolo, ma è un momento critico della storia e non ce n'era spazio per stavolta. Abbiate fiducia per i successivi! 

 

  
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