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Autore: Elgul1    30/07/2018    12 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il bambino vagava per la campagna desolata. Intorno a lui non c'era traccia di vita umana solo il gracidare dei corvi, nel mezzo dei campi brulli e pieni di erbacce, lo accompagnava nel suo camminare incessante alla ricerca di cibo. 
 
 
Era stanco. Sentiva che le forze lentamente lo stavano abbandonando; con calma si tastò i lunghi capelli argentati finché, di fronte a lui, non vide una sorta di tempio.
 
 L'ingresso sembrava essere stato abbattuto con violenza. Il muro, attorno ad esso, era crepato in più punti facendo così crescere vari rampicanti che, lentamente, lo stavano inglobando. A passo forzato cominciò ad avvicinarsi al luogo, noncurante delle risate che sentiva provenire da lì dentro. Con calma si mise davanti al portone distrutto e lo colpì con la piccola manina come per bussare.
Dopo alcuni istanti si palesò un uomo: era alto e molto robusto, con una folta peluria sul viso e indossava una specie di armatura che aveva visto giorni migliori, piena di sangue rappreso in più punti, e una spada che stava nella sua cintola posta al fianco sinistro. 
 
 
" Ti sei perso piccolo?" Chiese con voce roca il tizio e un alito che sapeva di alcool. Lui annuì. " Mi spiace, purtroppo non possiamo aiutarti piccolino..." Mormorò costernato. Con la guerra in corso era impossibile sistemare tutti gli orfani che si trovavano nei paraggi. Ne aveva visti ridotti a pelle e ossa e altri, così malandati, che si erano accasciati al suolo ormai privi di vita. A un certo punto il piccolo sbarello e cadde al suolo. L’uomo, allarmato, si inginocchiò per avvertire il battito, ma, non appena fu a portata, la lama di una daga sbucata dalla manica del piccolo gli perforò il collo da parte a parte. Lui si alzò rantolando, col sangue che sgorgava dalla sua gola, cercando di chiamare aiuto e di tamponare nel contempo la ferita.
Il bambino, intanto, si era rialzato mostrando un volto che raggelò quello del samurai che, per la prima volta da quando solcava i campi di battaglia, avvertiva una strana paura. " Perdonami..." Sussurrò il piccolo con un tono quasi dispiaciuto avvicinandosi al portone tenendo stretto il coltello nella mano destra come se fosse un giocattolo innocuo con cui aveva una dimestichezza simile a quella del samurai per la sua spada. " Ho l'ordine di uccidervi tutti..." Spiegò brevemente con una semplicità che sconvolse il samurai che, lentamente, stava morendo vedendo il bambino oltrepassarlo diretto dai suoi compagni. 
 
 
https://www.youtube.com/watch?v=Pmw4VfJMD-M
 
 
 "Jinmei, che sta succedendo là fuori?" Gridò un  uomo con un pizzetto nero sul mento. " Forse sarà andato a pisciare." Disse un altro illuminando l'area circostante per far luce con la fiaccola. " No, non credo magar..." Prima che finisse di parlare un pugnale volante finì nella sua gola aprendo uno squarcio e facendo fioccare il sangue. I tre joi, confusi, estrassero le armi per proteggersi e gettarono le fiaccole a terra per illuminare l'intera area. " Chi cazzo sei?" -Gridò l’uomo di prima all' ombra che sembrava correre qua e là per confonderli. A un certo punto una zazzera bianca prese alle spalle l’uomo sulla sinistra: la spada si conficcò nella sua schiena facendolo urlare dal dolore. - Mentre il compagno cercava di togliersi l’avversario dalla schiena, i due samurai rimasti corsero verso l'edificio del tempio. Il buio sembrava avvicinarsi sempre di più a loro come se, la notte stessa, li stesse inseguendo. Arrivati alla porta la chiusero di botto sigillandola con una trave di legno.
" Che cazzo sta succedendo?" Domandò il più giovane dei due  con l'affanno per lo scatto appena fatto.
" Non lo so..." Ammise il più vecchio dei due preoccupato quanto lui. " Chiunque sia mi sta facendo venire i brividi..." Aggiunse allontandosi dalla porta.
" Anche a me, per nostra fortuna qui siamo al sicuro." Disse il più giovane cercando di darsi una sicurezza che, sentendo alcuni passi dietro di loro, iniziò a vacillare.
" Non si può sfuggire al destino..." Disse la voce di un fanciullo che sembrava rimbombare per l'intera stanza. I due si misero schiena contro schiena allarmati. " Il vostro destino è quello di morire qui, oggi e io farò la sua volontà..." Continuò a dire stavolta uscendo dell'ombra.  I due fissarono il bambino stupefatti: era stato davvero quel moccioso che non dimostrava nemmeno dieci anni a uccidere i loro compagni?
" Ti sei messo contro le persone sbagliate bimbetto..."  Lo minacciò il più anziano mettendo la spada di fronte a sé. Avvertiva in quel bambino qualcosa di pericoloso il suo istinto gli diceva di prendere e andarsene  alla svelta. 
 
 
Quello scattò verso di loro senza alcuna paura. L’uomo scoccò un fendente diretto verso la sua testa che il piccolo scansò portandosi sulla sua sinistra per poi affondare la lama nella gamba sinistra del samurai. Il Joi gridò dal dolore mettendosi in ginocchio.  Il più giovane cercò di prenderlo con una serie di stoccate, ma il bambino, più agile di lui, con un balzo lo scavalcò portandosi sopra di lui e, con un movimento semplice ed elegante, tranciò di netto la testa che rotolò ai piedi del compagno più anziano.
" Chi cazzo sei tu?!?" Gridò ancora lui impossibilitato a muoversi per via della gamba malmessa. Il piccolo fece volteggiare la lama per togliere il sangue, poi, con delicatezza, la mise accanto alla testa dell’ultimo joi rimasto.
" Io non sono nessuno..." Mentre diceva questo abbasso la lama verso il suo collo. " Sono solo un misero e piccolo corvo che passava da queste parti." Rispose in breve per poi tagliare la testa all’uomo.
 
 
 Non appena il corpo del suo avversario cadde al suolo il bambino si diresse a passo svelto verso il portone. Con forza tolse la pesante trave di legno e spalancò la porta trovandosi lì in attesa un uomo alto, dal fisico massiccio e con un grande cappello di paglia sulla testa e una maschera di corvo che ne nascondeva le fattezze del viso.
Il piccolo chino la testa in segno di rispetto. " Gran bel lavoro..." Disse quello scompigliando i capelli del suo protetto con un sorriso allegro sul volto.
" Non è stato niente di che maestro..." Mormorò lui imbarazzato.
 
         
  " Continua così e presto, sarai un degno membro dei Naraku, non sei contento?" Gli domandò facendogli cenno di seguirlo.
 " Si, ne sarò davvero onorato maestro solo però..." Disse lui con lo sguardo rivolto verso il maestro. " Solo che cosa?" Chiese l adulto confuso.
" Sperò che, per la prossima volta, scelga avversari più difficili." Disse il bambino con fare innocente.
 L’uomo mascherato si mise a ridere a quell'affermazione, poi, indicandogli il cielo, disse:" Ma certo: Gintoki ogni giorno avrai sempre avversari più difficili sul tuo cammino finché non sarai alla cima e sarai tu il più forte che sia mai esistito." A quelle parole il volto di Gintoki si schiuse rivelando un sorriso sincero: questa era la nascita del Kuroyasha.






Angolo dell'autore: Eccomi con questo esperimento :) volevo rendere la mia storia più originale. Molti sono i personaggi del mio what if e tante le cose da dire e ho così deciso di mostrarvi anche i retroscena.

Grazie a chi leggerà alla prossima.
 
   
 
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