Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: FunnyYoungMe    01/08/2018    0 recensioni
Jimin è tornato dall'America. Taehyung, suo grande amico da prima che lui se ne andasse all'estero, lo invita una sera ad una uscita con il resto dei ragazzi del gruppo. Nonostante non sia sicuro delle sue decisioni e se essere sincero con loro, acconsente alla richiesta, cercando di mettere da parte il pensiero che Yoongi non è più il suo ragazzo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ehilà Jimin!” Esclamarono sei voci diverse entrando in camera del ragazzo.

“Che ci fate qua?” Domandò sistemando meglio le lenzuola che lo coprivano, volendo nascondere che stava ancora indossando il pigiama.

“Tutto bene?” Domandò Taehyung prima di posargli una mano sulla fronte per sentire se era caldo o meno.

“Certo. Perché lo domandi?”

“Perché sono le tre del pomeriggio e sei ancora in pigiama. E poi, tua madre ha detto che non hai mangiato", rispose Yoongi appoggiandosi contro la scrivania.

“Non ho fame e… e sono stanco.”

“Per questo hai la faccia bianca come un lenzuolo e hai le borse sotto agli occhi?” Insistette Seokjin in piedi davanti al letto a braccia incrociate e un'espressione seria in viso.

“Io… No, non sto bene, ma tranquilli, mi sto curando”, disse infine Jimin evitando lo sguardo dei suoi amici.

“Da una settimana? E poi, sei sicuro di stare mangiando? Cioè, sembri più magro dell'ultima volta…” domandò curioso Jungkook guardandolo attentamente.

“Perché non ci guardi negli occhi?” Inquisì Namjoon dalla sedia della scrivania.

“La… La potete smettere di fare domande? Ho già mia madre a farlo, non potete mettervici anche voi. Mi sto curando, d'accordo?” Sbottò esasperato Jimin.

Sapeva di stare mentendo, o almeno in parte, ma non se la sentiva di raccontare loro tutta la verità. Non voleva fargli più male di quanto non avesse già fatto andandosene in America.

Non erano stupidi i suoi amici, per cui non ci avrebbero messo molto a mettere insieme i pezzi, ma sperava succedesse il più tardi possibile.

Hoseok decise di intervenire, cosicché il loro amico non li guardasse con risentimento come stava facendo in quel momento e, nel caso si sentisse ancora male, potesse pensare ad altro.

“La settimana prossima abbiamo una presentazione per una casa discografica. Ti andrebbe di venire a sentirci?”

Jimin annuì mentre sorrideva; ringraziava che il suo amico lo avesse salvato dalle domande pressanti degli altri e allargò il sorriso quando Taehyung cambiò argomento.

Seduto sul letto, sentiva i suoi amici raccontargli tutto quello che era successo in quella settimana che non si erano visti e ogni tanto si lasciava andare, scoppiando a ridere insieme a loro e commentando.

Quando si avvicinò l'ora di cena, la madre di Jimin invitò tutti a restare, ma questi dovettero rifiutare, avendo altri impegni. Uno ad uno si avvicinarono a lui e lo salutarono, promettendogli che sarebbero tornati il giorno dopo.

Non appena furono fuori dalla sua stanza, si appoggiò al cuscino e chiuse gli occhi; pur non avendo fatto nulla, era esausto.

“Stai davvero bene? Non hai nulla di grave, vero?” Sentì quella voce domandargli.

Aprì gli occhi e incrociò lo sguardo di Yoongi fermo ai piedi del suo letto. Sapeva che non gli credeva, lo conosceva troppo per non riuscire a notare le bugie nel suo tono di voce e nei suoi gesti.

Preferì non rispondere, non volendo rovinare la fiducia che era riuscito a guadagnare una seconda volta dopo aver parlato.

“Io non… Non capisco perché tu non voglia confidarci cosa ti stia facendo soffrire ma sappi che, per qualunque cosa, ti puoi fidare di noi… di me”, mormorò il maggiore, cercando di comunicargli che non era solo, che poteva appoggiarsi ai suoi amici.

“Hyung… Tu credi io possa deluderti una seconda volta?”

“Una seconda volta? Non c'è nemmeno stata la prima”, ribatté il castano.

“Ma…”

“'Ma’ niente. Senti…” Yoongi si passò una mano fra i capelli, “non potrai mai deludere me e nemmeno i ragazzi. Se non vuoi raccontarci qualcosa lo sappiamo che è perché sei spaventato e non perché non ti fidi di noi. Qualunque cosa succeda, non ti rinfacceremo mai nulla”, lo rassicurò mentre si avvicinava a lui e gli scompigliava i capelli.

Jimin lo guardò con gli occhi lucidi. “Mi odierete…”

“No perché ti vogliamo molto bene”, controbatté prima di posargli un bacio in fronte. “Non te lo dimenticare mai, chiaro?”

Quel gesto sorprese immensamente Jimin che non si aspettava quel gesto da parte sua. Quel bacio gli aveva fatto comprendere che se Yoongi ancora gli voleva bene nonostante quello che gli aveva fatto andandosene in America, allora i suoi amici avrebbero potuto perdonarlo per questo ultimo tradimento.

Sorrise di cuore al maggiore e gli strinse la mano mentre una lacrima gli scivolava lungo la guancia.

“Grazie… Questo significa tanto per me”, disse Jimin.

Sentì su di sé lo sguardo di Yoongi che cercava di decifrare perché stava dicendo quelle parole, perché gli sembrava un altro addio.

Si salutarono un'ultima volta, promettendo di tornare a visitarlo non appena si fosse rimesso completamente.

Non appena vide Yoongi uscire dalla sua stanza, mandò un messaggio a Taehyung.



TaeTae, stasera puoi venire da me? Ho bisogno di qualcuno.



Mise giù il cellulare e ancora con il sorriso sulle labbra, si addormentò.



------



“Vuoi venire a casa mia a cenare?” Domandò Jungkook al suo ragazzo mentre questi lo stringeva in un forte abbraccio da dietro, tenendo il mento appoggiato alla sua spalla.

“Mi piacerebbe tanto…” Il moro cominciò a sorridere ampiamente. “... però Jimin mi ha chiesto se stasera potevo passare da lui un attimo.” Jungkook aggrottò le sopracciglia e girò la testa a guardare l'altro.

“Ti piaccio ancora, vero?” Domandò serio.

Taehyung lo guardò confuso prima di sorridergli, cogliendo una punta di gelosia nella voce del suo ragazzo. “Certo! E non dovresti mai dubitarlo”, rispose e si avvicinò per posargli un bacio sulla punta del naso. “E solo che… mi dispiace lasciare da solo Jimin, soprattutto adesso che sta male. Lo considero il mio migliore amico e vorrei avesse una spalla sulla quale piangere o qualcuno con cui confidarsi”, ammise con una certa tristezza che gli velava il viso.

Jungkook strinse le braccia che gli cingevano la vita. “Appena possiamo, andiamo tutti e due a visitarlo e magari usciamo con lui.”

“Ecco perché ti amo”, commentò Taehyung prima di baciarlo.





“Jimin-ah~~~” esordì Taehyung entrando in camera dell'altro e trovandolo seduto alla scrivania con carta e penna davanti a lui.

“Oh, Tae, ciao”, ribatté questi piegando la carta che aveva tra le mani.

“Che fai?” Domandò il minore appoggiandosi alla schiena del più grande.

“Mah, sto solo scrivendo delle cose…” rispose sorridendo e dandogli un colpetto sulla spalla.

“Ma dimmi, ti mancavo così tanto che mi hai detto di venire? Guarda che Kookie non lo lascio per te.”

“Ugh, va bene tutto, ma sei come un fratello per me…” replicò Jimin girandosi a guardarlo. “E poi sicuro come l'oro che Jungkook è capace di farmi fuori prima di fare una mossa con te.”

“Hai ragione… È così carino quando fa il geloso”, rilasciò un sospiro da innamorato mentre si portava una mano al cuore.

“Quanto siete sdolcinati.”

Taehyung gli diede un pugno sulla spalla mentre l'altro faceva versi disgustati. Entrambi scoppiarono a ridere, con Jimin che imitava i suoi due amici quando stavano insieme e Taehyung che dava dei baci all'aria.

Dopo qualche minuto passato a ridere, Jimin si alzò e si sedette a letto, seguito a ruota dal minore.

“Scherzi a parte… Devi dirmi qualcosa, vero?” Disse tornando serio il più piccolo.

Jimin sospirò e ricambiò lo sguardo dell'altro. “In effetti sì…”

Taehyung gli posò una mano sulla spalla. “Basta che tu non mi dica di picchiare qualcuno.”

Jimin sorrise e negò col capo. “Figurati, credo che quello che finirebbe preso a botte saresti tu e non l'altra persona.”

Jimin si sdraiò a pancia in su con lo sguardo rivolto al soffitto e Taehyung, ridendo per la battuta dell'amico, si accomodò di fianco a lui con le mani sotto la testa.

“Ho paura”, confessò il più grande senza distogliere lo sguardo dall’intonaco.

“Di cosa?”

“Che mi abbandoniate dopo che vi racconterò tutto.”

“Perché mai dovremmo farlo?”

“Perché ve lo tengo nascosto da quando ero in America che non mi sono fatto più vivo…”

Taehyung si mise a sedere di scatto, trattenendosi dal prendere a schiaffi l'altro.

“Credi che siamo così menefreghisti? Se hai qualcosa che ti opprime il cuore, il fatto che tu decida di raccontarcelo ci fa solo piacere perché significa che ti fidi di noi… Perché mai dovremmo abbandonarti? Sei nostro amico, non credo che gli altri la pensino diversamente da me.”

“Ma… È una cosa grossa che… che potrebbe cambiare tutto.”

“Potrebbe cambiare tutto un cazzo!” Taehyung si voltò furibondo verso Jimin. “Sei incredibile! Cerco di capirti, di capire i tuoi comportamenti e i tuoi cambiamenti, ma non ci riesco. Pensavo tu avessi paura di affrontare Yoongi hyung e Hoseok hyung, però non è stato così. Ti sei reso conto che pensavi che una volta tornato, niente sarebbe più stato come prima e invece ora riuscito a parlare con sincerità con Yoongi, a non allontanarti da Hoseok? Se qualcosa deve cambiare, non sarà in peggio perché noi non ti lasceremo solo. Ti consideriamo un fratello!”

Jimin lo guardò in silenzio prima di sorridere lievemente. “Quand'è che sei diventato così saggio?”

Taehyung arrossì e cominciò a borbottare parole incomprensibili all'orecchio dell'amico.

“Cercherò di fidarmi”, disse infine Jimin dopo qualche momento di silenzio. “Però vi chiedo solo di… di mantenere la vostra parola.”

“Certo!” Rispose prontamente il più piccolo.

Jimin lo fece sdraiare nuovamente al suo fianco e si appiccicò a lui.

“Hai da fare stasera?”

“No, perché?”

“Jungkook ti aspetta?”

“Ehm, no…”

Quando Jimin sentì l'esitazione dell'amico si girò verso di lui e notò che aveva le guance leggermente arrossate. Ridacchiò nel vederlo imbarazzato.

“Ti va di restare qui stasera? Ti giuro che non ti toccherò in modo inappropriato”, gli domandò cercando di intenerirlo con uno sguardo tenero.

“Per me si può fare.”

Non appena ebbe pronunciato quelle parole, vide il maggiore sistemarsi su un fianco e passargli un braccio sopra il suo torace, abbracciandolo con forza. Quando lo guardò in faccia, Jimin aveva gli occhi chiusi e un lieve sorriso gli adornava il volto.

Taehyung gli diede delle pacche sul braccio per confortarlo perché anche se l'altro non glielo diceva, vedeva che era triste e pensieroso.

“Sei un grande amico, TaeTae. Non cambiare mai, d'accordo? E tratta Jungkook come se fosse la persona più preziosa che ci sia al mondo”, mormorò Jimin sempre con gli occhi chiusi.

“Va bene, ma sei sicuro di star bene?”

“Adesso sì”, gli rispose.

Taehyung, seppur riluttante, chiuse gli occhi e strinse il suo amico. Non sapeva perché, ma sentiva che il suo amico aveva proprio bisogno di quello.

Jimin aprì gli occhi solo quando sentì il respiro del minore farsi regolare. Si girò verso la lampada sul comodino e la spense, poi tornò a guardare il suo amico nella penombra. Sorrise lievemente e si asciugò una lacrima.

“Grazie TaeTae… Ti voglio bene”, sussurrò prima di chiudere gli occhi e addormentarsi.



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“Signori Park, possiamo parlare?”, disse l'uomo con sguardo serio.

I genitori di Jimin si alzarono dalle loro sedie ed entrarono nell'ufficio del signore, assicurandosi che la porta della stanza fosse chiusa bene. Non contavano sul fatto che il figlio si potesse appoggiare alla superficie, volendo sentire quello che veniva detto loro; d'altronde, avrebbero parlato di lui.

All'inizio riuscì a sentire solamente un mormorio indistinto, ma dopo qualche minuto sentì sua madre scoppiare in lacrime e il dottore che cercava di calmarla insieme al marito, ma senza riuscirci.

Jimin, interpretando quello che era stato raccontato a sua madre, si allontanò dalla porta e tornò al suo posto, cercando di mostrarsi calmo quando in realtà non lo era.

Lo sapeva anche da solo che non stava bene, ma non era solo la gola a dargli problemi. Nell'ultimo periodo aveva avuto episodi di forti mal di testa, vomito e affaticamento. Lo aveva attribuito allo stress, e in realtà sperava fosse così, perché se avesse pensato anche solo minimamente che era dovuto tutto ad altro, non sapeva come sarebbe riuscito ad andare avanti.

Sorrise ironicamente. “È stato tutto inutile…”, pensò stringendo i pugni sulle ginocchia.

Non c'era bisogno che i suoi genitori gli dicessero la diagnosi finale, lo aveva capito da solo. Era stato tutto inutile, cercare di tornare a vivere normalmente, cercare nuovamente le sue amicizie. In poco tempo avrebbe rovinato tutto e reso infelici tutti.

Pensò ai suoi amici e a quando avrebbe spezzato loro il cuore.

Quando vide i suoi genitori uscire dall'ufficio, sua madre con evidenti segni di pianto e suo padre con un'espressione vuota, si avvicinò a loro e, abbracciandogli, gli informò su quello che desiderava.

“Andiamo in vacanza insieme? Un posto bello, lontano da qui, solo noi tre”, mormorò stringendo le braccia attorno a loro.

I suoi genitori ricambiarono l'abbraccio e con voce spezzata accettarono.





Vi aspetto a casa mia alle 20. Devo dirvi una cosa importante.

Queste erano le parole che sei ragazzi ricevettero per messaggio con lo stesso mittente: Jimin.

Dopo averne a lungo discusso con i suoi genitori e soprattutto averci pensato, il ragazzo era giunto ad una decisione. Sapeva che sarebbe stato difficile raccontare tutto ai suoi amici, ma non se la sentiva più di tenere nascosta la sua malattia a quelli che lui ormai considerava fratelli.

Erano passate due ore da quando aveva mandato il messaggio e sarebbero arrivati a breve. Per il nervosismo cominciò a camminare in cerchio in salotto, passandosi la mano tra i capelli e avrebbe dovuto evitare di farlo visto che si ritrovò con qualche ciocca nera tra le dita.

“Merda”, pensò Jimin con gli occhi lucidi e sull'orlo di una crisi di nervi.

Quando il campanello suonò, corse subito ad aprire; aveva avvisato i suoi genitori che avrebbe detto la verità ai suoi amici quella sera, quindi entrambi avevano deciso di uscire, dandogli lo spazio di cui aveva bisogno.

Si asciugò i palmi delle mani sui pantaloni prima di aprire la porta e fare entrare i sei ragazzi.

Taehyung, non appena vide Jimin, lo avvolse in un abbraccio, cercando di rassicurarlo.

“Ehi!” Disse Jungkook, fingendosi arrabbiato.

“Ha tutte le carte in regola per soffiarti il ragazzo da sotto il naso”, commentò Namjoon, ma dalla voce si capiva che non era serio.

“Ragazzi, sedetevi pure e tranquillo Jungkook, il koala si staccherà da solo adesso, vero TaeTae?”

Taehyung lo lasciò andare con un broncio piuttosto evidente che il più piccolo di tutti si apprestò a far sparire mentre il resto dei ragazzi prese posto sui due divani che si trovavano in salotto. Jimin si sedette sul tavolino da caffè e prese a giocherellare con le mani sotto lo sguardo attento degli altri.

“Di cosa volevi parlarci, Jimin?” Seokjin spezzò il silenzio facendo la domanda che tutti i presenti si continuavano a ripetere da quando avevano ricevuto il messaggio del moro.

“Io… Non è facile... affatto e…” Inspirò profondamente ed espirò, chiudendo gli occhi per evitare di vedere la preoccupazione che sapeva avrebbe visto rispecchiata negli sguardi dei suoi amici.

“Puoi fidarti di noi”, gli ricordò Yoongi e a quelle parole Jimin sorrise debolmente.

“Quando sono tornato, l'ho fatto perché… No, devo cominciare dall'inizio”, mormorò Jimin alzandosi e mettendosi a camminare avanti e indietro di fronte ai ragazzi.

“Quando ero in America, ero intenzionato a mantenere la mia promessa con tutti voi di farmi sentire. E ci stavo riuscendo. Almeno fino a quando… Fino a quando ho cominciato a soffrire più spesso di raucedine, anche per lunghi periodi. Pensavo fosse dovuto al cambio di stagione ma… Poi ho cominciato ad avere problemi di deglutizione, disturbi alle orecchie. Non dissi nulla ai miei genitori, non volendo preoccuparli per quello che pensavo fosse solo una influenza forte. All'ennesimo attacco di raucedine, i miei genitori mi hanno convinto a farmi vedere da un dottore”, raccontò evitando di guardarli negli occhi perché sapeva che stavano cominciando a capire dove voleva andare a parare.

“I risultati uscirono e per me cominciò l'inferno. Cancro alla gola fu il diagnostico”, sussurrò Jimin, ma tutti captarono le sue parole perché nella stanza non si sentiva alcun suono al di là della voce del ragazzo.

“Cosa?!” Esclamò sull'orlo delle lacrime Taehyung che strinse la mano di Jungkook tra le sue.

“Ca-cancro?” Ripeté Hoseok portandosi le mani davanti alla bocca.

Yoongi strinse la mascella e serrò i pugni, sentendosi miserabile per avere pensato che l'altro avesse tagliato i rapporti perché non lo amava più. Namjoon strinse le spalle di Seokjin che cominciò a singhiozzare con la testa nascosta nel suo petto.

“Ovviamente cominciai subito le cure e andavano anche abbastanza bene. Solo che mia madre preferì tenermi lontano da qualunque aggeggio trasmettesse onde elettromagnetiche, perciò addio cellulare. Quando i dottori mi reputarono guarito, dopo tre mesi di cure, parlai con i miei genitori e decisi di tornare a Seoul perché mi mancavate tutti e sapevo sareste stati arrabbiati con me per il lungo silenzio”, terminò di dire col capo chino.

“Ma tu… Tu sei guarito, quindi?” Domandò con circospezione Jungkook.

Jimin alzò subito il capo e pensò a cosa dire. Nei loro sguardi vedeva preoccupazione e paura per quella che avrebbe potuto essere la sua risposta. Certo poteva dire loro di sì, ma non voleva mentire perché gli avrebbe fatto più male al cuore e non voleva dare loro false speranze.

Jimin scosse il capo con le lacrime agli occhi. “Pensavamo di sì… Ma ho-ho avu-avuto dei pro-problemi ques-ti giorni e do-dopo aver fat-to degli es-esami…”, riuscì ad aggiungere prima di scoppiare in lacrime, portandosi le mani sul viso per nasconderlo ai suoi amici.

Subito i ragazzi si alzarono e corsero ad abbracciarlo, stringendolo forte mentre anche loro cominciavano a piangere.

Si sentivano impotenti e non sapevano cosa fare. Il loro amico si stava spegnendo davanti ai loro occhi e non potevano fare altro che guardarlo, riempirlo di affetto.

Rimasero abbracciati a lungo, non volendo lasciare andare Jimin e quando questi li fece tornare ai loro posti, lo videro sorridere.

“Sono contento di essere riuscito a confidarmi con voi… Spero mi perdoniate per aver taciuto per questo tempo ma pensavo… pensavamo sul serio fossi guarito.”

“Quando riprendi la chemio?” Domandò Yoongi con la voce spezzata.

Jimin lo guardò qualche istante prima di rispondere. “Non lo farò.”

“Cosa?! Tu… Tu devi! Ti può aiutare!” Urlò Taehyung mettendosi in piedi con Jungkook che cercava di farlo restare al suo posto.

“Tae… Il dottore mi ha detto che si è esteso ad altre parti del corpo e che ormai non possono farci nulla.”

“Quindi tu…” Seokjin non concluse la frase, conscio che avrebbero tutti capito cosa volesse dire.

Jimin fece una smorfia e annuì, cercando di non crollare una seconda volta.

“E, se posso essere egoista, vorrei chiedervi una cosa.”

“Dicci pure”, rispose Namjoon.

“Trattatemi normalmente. Voglio fare tante memorie con voi nei prossimi giorni e non vorrei che vi restasse solo tristezza.”

“Giorni?” Chiese Hoseok sgranando gli occhi.

“La settimana prossima vado in vacanza con i miei”, spiegò prontamente lui.

“Oh… Be’, se è solo questo che vuoi, allora credo che possiamo farlo, non è vero ragazzi?” Namjoon guardò i suoi amici in attesa di una loro risposta.

Tutti e cinque i ragazzi dissero prontamente “sì”, non notando Jimin che li guardava con tristezza misto affetto.





Passarono i giorni e i sei amici cercavano di stare insieme a Jimin più tempo possibile. Non facevano commenti sulla sua situazione né gli chiedevano nulla; la promessa fattagli era importante per loro è cercavano in tutti i modi di mantenerla, per quanto fosse difficile ignorare la salute del ragazzo.

Jimin apprezzava i loro tentativi e si rendeva conto di quanto li facesse soffrire, ma preferiva così a saperli col fiato sul suo collo ogni volta che ne avevano l'occasione. Una cosa che però lo lasciò molto giù di morale fu vedere come Yoongi e Hoseok si evitassero. Per quanto il maggiore gli piacesse, non sopportava vedere il suo migliore amico e lui nello stesso posto ma senza guardarsi una sola volta.

“Hoseok”, lo chiamò gentilmente una sera quando si trovavano in cucina a preparare la cena insieme a Seokjin.

“Dimmi”, rispose l'altro avvicinandosi al tavolo al quale era seduto a tagliare verdure.

“So che non sono affari miei e che probabilmente ti dia fastidio che te lo chieda ma… È successo qualcosa con Yoongi?”

Hoseok, sorpreso dalla domanda, si sedette di fianco a lui.

“Perché… Perché lo chiedi?”

“Se siete nella stessa stanza state in due posti diversi. Non vi guardate mai né fate nulla che dica che siete una coppia… Avete litigato?” Abbassò la voce cosicché Seokjin, intento a mescolare la zuppa al fornello, non li sentisse.

“Oh no, va tutto be-”

“Non mentirmi”, lo interruppe il moro.

“...” Hoseok si passò una mano tra i capelli e sospirò. “È che… mi fa strano parlarne con te”, ammise abbassando lo sguardo.

“Perché c'entro io o perché sono il suo ex?”

Il più grande lo guardò e per la seconda volta nel giro di un minuto sospirò, questa volta sconfitto.

“Ha i sensi di colpa. Gli ho detto che tu sei storia passata e che dovrebbe andare avanti, che vi siete chiariti e che dovrebbe smetterla di pensare a te. Lo so che è egoista da parte mia ma… lui mi piace sul serio e non è bello sentire il tuo ragazzo parlare del suo ex anche quando siete ad un appuntamento. Lui… Be’, non l'ha presa molto bene e mi ha risposto che se devo comportarmi così, allora farebbe meglio a lasciarmi perché pensava che io lo potessi capire ma evidentemente si sbagliava”, disse tutto d'un fiato, trattenendo le lacrime.

Jimin sentì il cuore spezzarsi di fronte alla vista del suo migliore amico così distrutto e, soprattutto, per colpa sua. Gli posò una mano sulla spalla e lo guardò con affetto.

“Mi spiace abbiate litigato per me. Ma vedrai che quel citrullo rinsavisce e capirà che quello che ha detto è una grandissima cazzata perché, per quanto tu possa pensare il contrario in questo momento, gli piaci tantissimo. E quando vuoi sfogarti, puoi farlo tranquillamente, okay?” Gli sorrise dolcemente.

“Grazie Jiminie… Sei il migliore amico che potessi mai avere.”

“Se avete finito con la vostra chiacchierata, e soprattutto di aver tagliato la verdura, mi fareste un piacere se veniste ad aiutarmi ai fornelli”, si lamentò Seokjin guardandoli con un finto sguardo serio.

“Agli ordini!” Esclamarono i due ragazzi al tavolo prima di raggiungerlo.





“Lo sai che sei un coglione, vero?”

“Sì, lo so.”

“Lo sai che lo stai ferendo? Anzi, li stai ferendo.”

“Anche questo lo so.”

“Lo sai che sono a letto insieme, e non per dormire né parlare?”

“So anche ques… CHE COSA HAI DETTO?!” Domandò confuso Yoongi, spostando il suo sguardo da Namjoon al corridoio delle stanze.

“Grazie per la tua attenzione”, ribatté tranquillamente il biondo. “E tranquillo, né Hoseok né Jimin ti farebbero un’infamata del genere.”

“Esatto, anche perché qui l'unico stronzo sei tu”, aggiunse Jungkook mentre abbracciava Taehyung, addormentato sul suo petto.

“Senti un po', Namjoon può parlarmi come vuole ma tu... tu mi devi parlare con rispetto”, sibilò Yoongi assottigliando gli occhi.

“Tornando al discorso principale…” interferì Namjoon per evitare che si saltassero al collo. “Devi parlarci.”

“Con chi?” Domandò Yoongi, facendo finta di non aver capito.

“Con Hoseok…” Vide che Yoongi inarcava il sopracciglio. “E Jimin. Sai già cosa fare.”

“Lo sooo!” Rispose esasperato il maggiore.

“Bene.”

“Ragazzi, la cena è pronta!” Si sentì la voce di Seokjin chiamarli dalla cucina.





“Buonanotte ragazzi”, li salutò Jimin dall'uscio di casa sua.

I sei amici si girarono e sorridendo lo salutarono prima di intraprendere ognuno la propria strada di ritorno. Fece per chiudere la porta d'ingresso ma una mano la fermo. Voltò il viso e si trovò quello di Yoongi che lo fissava dalla fessura.

“Hai dimenticato qualcosa?”

“No. Io… Io devo parlarti.”

Ancora sorpreso dall'azione del maggiore, Jimin lo fece passare e accomodare sul divano mentre lui prendeva posto sulla poltrona di fronte a lui.

Rimasero a fissarsi qualche minuto, nessuno dei due pronto a rompere il silenzio che li avvolgeva. Il moro continuava a mantenere lo sguardo sulle mani del contrario, tenute sul suo grembo e che continuava a storcersi, come se fosse nervoso. Non capiva cosa potesse renderlo così nervoso dal torturarsi le mani.

Esasperato dal silenzio, Yoongi parlò per primo. “Io e Hoseok abbiamo litigato.”

“Lo so”, fu la risposta del minore, sorprendendo il castano che non se lo aspettava.

“Sai anche il motivo?” Domandò titubante.

Jimin annuì e prima che l'altro potesse continuare con il suo discorso, cominciò a parlare.

“Sei veramente scemo, lo sai? Non devi ASSOLUTAMENTE sentirti in colpa. Non è dovuto a te che io mi sia allontanato da voi. Se stai insieme a Hoseok, un motivo c'è”, disse Jimin cercando di silenziare quella parte di lui che voleva avere Yoongi per sé per quel poco tempo che restava, ma non sarebbe stato giusto per nessuno dei tre. “E no, non dire che è solo perché ti ho lasciato qui da solo. Cioè, c'entra anche quello, ma quello che conta di più è che sei riuscito ad aprirti a lui, a dargli il tuo cuore pur quando questo probabilmente era spezzato. Non buttare all'aria la vostra bellissima relazione per un sentimento di colpa che non devi assolutamente provare. Non sono malato per colpa tua; sarebbe successo comunque, no?”

Yoongi lo guardò con le lacrime agli occhi, mostrando quanto fosse veramente addolorato per tutta quella situazione e senza fingere di essere forte. Si avvicinò a Jimin e gli prese le mani tra le sue, stringendo forte.

“Mi dispiace tanto per averti… per avervi fatto preoccupare. Sono veramente scemo.”

Jimin sorrise. “Almeno l'hai capito. Dovevo riprenderti, visto che queste tue ammissioni non accadono spesso.”

“Domani mattina andrò da Hoseok e gli chiederò perdono.”

“È la cosa giusta da fare…” Il moro lo guardò con dolcezza e aggiunse, “hyung.”

Il maggiore, sentendolo pronunciare quella parola, capì che finalmente avrebbero lasciato tutto alle loro spalle. Gli lasciò un bacio sul dorso della mano prima di ritrarsi.

“E io dovrei essere il più vecchio? Non sembra.”

“La vita ti insegna ad essere saggio.”

“Dovrò stare attento, allora.”

Entrambi si guardarono con il sorriso sulle labbra.

“Hai bisogno di qualcosa prima che vada?”

Jimin ci pensò un attimo e, in effetti, desiderava qualcosa prima di vederlo uscire dalla porta. Pensando a quello che sarebbe successo nei seguenti giorni, decise di approfittarne un'ultima volta.

“So che non dovrei chiederlo… soprattutto dopo tutto questo discorso però… Cioè, prima di andare avanti io…”

Yoongi lo vide esitare più del solito, la confidenza di qualche minuto prima svanita nell'aria come se non ci fosse mai stata. Aveva una mezza idea di quello che avrebbe potuto volete il minore, ma si divertiva troppo a vederlo così imbarazzato.

“Cioè, se non vuoi, ti capisco. E neanche io lo vorrei se fossi al tuo posto. Però hai ragione, sarebbe troppo per me…” continuò a farfugliare il ragazzo, cominciando a torcersi le mani con nervosismo.

Il maggiore ridacchiò e addolcì il suo sguardo quando parlò.

“Lasciami indovinare… Vuoi un ultimo bacio, come una specie di addio, giusto?”

Jimin sollevò la testa di scatto con gli occhi sgranati, sorpreso che avesse capito cosa stava pensando. Arrossì fino alle punta delle orecchie e si coprì il viso con le mani.

“Oddio, fai come se questo non sia successo, ti prego”, lo implorò.

Yoongi si sedette sul bracciolo della poltrona e gli posò una mano sul capo, cominciando ad accarezzare i suoi capelli.

“Credo… Credo sia normale, la tua richiesta e, sinceramente, ora come ora non ci vedo nulla di male. Se è quello che vuoi, posso…”

Ma Jimin lo interruppe, togliendo le mani da davanti al viso e girandosi a guardarlo.

“Oh no, non pos-”

Ma le sue parole non finirono di essere pronunciate perché Yoongi aveva posato delicatamente le sue labbra su quelle del più piccolo, facendolo arrossire ancor di più se era possibile e portandolo a chiudere gli occhi, ricambiando quell'ultimo bacio che, sapeva, avrebbe sigillato tutta la loro storia.

Quando era rimasto indietro per parlare con Jimin, il castano non si aspettava che sarebbe finito tutto in quel modo. Certo, era a conoscenza che avrebbero posto la parola 'fine’ alla loro storia, ma non pensava che si sarebbero baciati. Era dura da ammettere, soprattutto ora che stava insieme a Hoseok, ma i baci di Jimin gli erano mancati un po'. In essi era sempre riuscito a sentire tutto l'amore che l'altro gli professava, e anche questa volta accadde così, con maggiore intensità.

Rimasero in quella posizione per una decina di secondi, che bastarono a Jimin a fargli sentire nuovamente le farfalle nello stomaco che aveva sentito la prima volta che si erano baciati. Era contento di aver deciso di lasciare definitivamente il maggiore e sperava che il suo migliore amico riuscisse a dargli tutto l'aiuto di cui avrebbe avuto bisogno una volta non ci fosse stato più. Pregava perché potessero essere l'uno la forza dell'altro e che nessuno si interponesse nella loro relazione.

Si allontanarono lentamente e senza smettere di guardarsi quando sentirono l'auto dei genitori di Jimin parcheggiare nel vialetto del garage e le portiere sbattere. Si sorrisero a vicenda, cercando di mascherare il rossore che regnava sulle loro guance.

“Gr-grazie”, balbettò Jimin.

“E grazie a te. Per avermi aperto gli occhi”, ribatté l'altro.

“Quindi… amici?” Domandò Jimin una volta si furono alzati e porgendogli la mano.

Yoongi guardò la mano del ragazzo e sorrise. “Amici”, affermò lui ricambiando la stretta.

In quel momento entrarono i genitori di Jimin che non si aspettavano di trovarsi il loro figlio in compagnia soltanto di Yoongi. Nonostante la sorpresa, lo salutarono e lo videro uscire di casa a passo lento ma con un sorriso smagliante sul viso.

“Abbiamo… abbiamo interrotto qualcosa?” Chiede sua madre spostando lo sguardo da suo figlio alla porta.

“Assolutamente no. Stavamo chiacchierando”, rispose Jimin avviandosi verso la sua stanza. Si girò verso i suoi genitori e li guardò con serenità. “Sveglia alle 6 domani?”

Loro annuirono e il figlio diede loro la buonanotte, salendo le scale con passo leggero, come si sentiva in quel momento. Era felice di aver sistemato tutto con Yoongi e anche di sapere che il giorno dopo, il suo migliore amico avrebbe visto arrivare il suo ragazzo a casa sua per chiedergli perdono.





“Che ci fate qui anche voi?” Domandò Taehyung vedendo i suoi hyung raggiungerlo davanti alla porta di casa dei Park.

“È da un po' che Jimin non si fa sentire”, rispose prontamente Hoseok stringendo la mano a Yoongi.

“Non doveva mica partire con i suoi?”

“Sì ma ci avrebbe avvisato, no?” Ribatté Jungkook mentre accarezzava la schiena al suo ragazzo, cercando di calmarlo.

“Non ne sarei così sicuro…” Commentò Namjoon senza guardare nessuno in particolare.

“Perché lo dici?”

Anziché aspettare che il suo ragazzo rispondesse, Seokjin indicò un foglio, piegato sotto la fessura della porta, sul quale si poteva leggere chiaramente 'Per Seokjin, Namjoon, Yoongi, Hoseok, Taehyung e Jungkook’.

Taehyung, il più vicino all'entrata della casa, si piegò a raccogliere il biglietto e lo porse a Jungkook con mani tremanti. Aveva paura di quello che ci sarebbe potuto essere scritto e sentiva già un groppo in gola.

Jungkook prese il foglietto e cominciò a leggerlo ad alta voce.



Ciao ragazzi,

Se state leggendo questa lettera, probabilmente sono in vacanza con i miei.

Innanzitutto volevo ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me: accettarmi nel gruppo dopo essere tornato, avermi reso partecipe alle vostre canzoni… essermi stati vicini in questo periodo. Non potete capire quanto tutto ciò mi abbia scaldato il cuore. Non vi ho mai considerati amici. Per me siete dei fratelli, che si perdonano a vicenda e che si sostengono quando si vacilla.

Non mi piace parlarne perché rende la cosa troppo vera, però devo farlo perché probabilmente queste saranno le mie ultime parole per voi. E mi spiace che avvenga tramite una lettera, ma non trovavo la forza per farlo faccia a faccia.

So che sarà difficile e che non vi sentirete pronti, ma vi chiedo di stare vicini ai miei genitori. Cercano di sorridere davanti a me, ma io so quanto questo li stia distruggendo dentro. Per questo ve lo chiedo, in ginocchio perfino: non lasciateli soli. Sono troppo preziosi per me e mi fareste un grandissimo piacere.

E ora… scriverò direttamente ad ognuno di voi; l'ordine è casuale, quindi non litigate per chi è primo e chi ultimo. Vi voglio bene allo stesso modo.

Cominciamo da te, Seokjin. Per quanto tu possa sembrare fragile, so che sei forte dentro e per questo ti chiedo di vegliare su quei 5 bambini che ti trovi come amici. Stai sempre loro vicino e non lasciare mai che altri si mettano in mezzo all’amicizia, all'affetto che si è creato nel gruppo. Sono sicuro che ce la farai.

Jungkook, maknae dei miei stivali, porta rispetto ai tuoi hyung prima che uno di loro (non faccio nomi, vero Yoongi?) decida di farti fuori. Finisci gli studi e diplomati col massimo dei voti, così appena ne avrai la possibilità, ti trasferisci a vivere con Taehyung (e stai tranquillo: appena si sentirà abbastanza coraggioso ti chiederà di sposarlo, credimi… Quel demente sbava per te!)

Namjoon… Lo sai che ti ho sempre considerato il capo del nostro gruppo? Sai prendere le giuste decisioni, vagliare ogni opzione, fermare i litigi e fungere da intermediario. Ti ammiro, tantissimo. Continua a farlo, mi raccomando, perché non appena levi lo sguardo da loro per fissare Seokjin, questi sono capaci di far saltare in aria un palazzo intero per il più stupido litigio. Come facciamo ad essere amici ancora oggi va al di là della mia comprensione.

TaeTae… Lo so cosa stai facendo in questo momento che uno dei ragazzi sta leggendo la lettera. Sì, so che non lo fai tu perché ti conosco. Ma non trattenere le lacrime; se ti senti di piangere, fallo. Se vuoi urlare, fallo. Non tenere nulla dentro e quando ne hai bisogno, sfogati. Hai degli amici al tuo fianco, ottimi amici oserei dire. E hai un ragazzo che stravede per te e che farebbe di tutto per te. Sappi che sei stato veramente prezioso in questo periodo e ti ringrazio per avermi aiutato i primi giorni in cui sono tornato.

Hoseok… Non hai mai, neppure per un istante, smesso di essere il mio migliore amico. Sei coraggioso, ricordalo. Non ti sei dato per vinto con Yoongi quando me ne sono andato e ringrazio che alla fine la tua insistenza ti abbia ripagato dei tuoi sforzi. Lo sai quanto cerchi di fare il duro, quando in realtà è una pallina di fluffiness (permettetemi la licenza poetica) perciò stagli vicino, ora più come mai. Io sarò sempre con voi a vegliare sulla vostra relazione e quando il deficiente (con affetto, Yoongi hyung!) farà qualcosa di sbagliato, farò in modo di farlo rinsavire.

E ora… Yoongi. Ti ringrazio per avermi perdonato, per avermi concesso di mettere la parola 'fine’ con un sentimento sì nostalgico, ma più che altro di gioia a ciò che eravamo. Grazie perché sei andato avanti e non ti sei fermato ad aspettarmi, trovando nel mio migliore amico il rifugio di cui avevi, e hai, bisogno. Se Hoseok ci dà il permesso, a me di fartela leggere e a te di cercarla, vai in camera mia e nel cassetto della mia scrivania troverai una lettera per te. Non dovete preoccuparvi: non è qualcosa che mina la vostra relazione, tranquilli. Siate felici insieme, okay?

Be’ ragazzi io… Io non so più che altro dire. Non vi dico cosa fare, come reagire, ma vi lascio solo qualche parola.

Piangete pure se volete, urlate, ma ricordate che io sarò sempre con voi, che vivrò nei vostri ricordi, nelle vostre memorie che, spero con tutto il mio cuore, siano felici e non tristi. Vi voglio troppo bene.

Vi lascio queste parole, prese da Remember Me:



Remember me, though I have to say goodbye
Remember me, don't let it make you cry
For even if I'm far away, I hold you in my heart
I sing a secret song to you each night we are apart
Remember me, though I have to travel far
Remember me, each time you hear a sad guitar
Know that I’m with you the only way that I can be
Until you’re in my arms again, remember me



Sempre vostro (ho sempre desiderato scriverlo!!!),

Jimin



Jungkook ripiegò il foglio e si asciugò le lacrime, senza guardare gli altri, sapendo che si trovavano nella sua stessa situazione, se non peggio.

Sentì qualcuno passargli accanto e tirare fuori la chiave di scorta della porta d'ingresso dalla casetta degli uccelli che c'era a qualche passo di distanza. Le chiavi girarono nella toppa e si sentirono dei passi correre verso qualche punto della casa. Non c'era bisogno di alzare a guardare per capire che era Yoongi.

Il castano corse in camera di Jimin e si avvicinò alla scrivania, aprendo il cassetto e tirando fuori un bigliettino ripiegato. Lo prese e lo aprì. Il testo scritto recava un titolo: “The First One.”



You made me so happy
Our story was one of a kind
Only memories are left now
None of us knew
Good to see you're doing fine
If only I've stayed

Maybe is better this way
Instead of crying for sadness
No tears left my eyes



Yoongi sentì stringersi il cuore e ci mise qualche istante a capire che quello che stava leggendo era una poesia scritta da Jimin solo per lui. Aveva compreso il titolo ma soprattutto, quanto aveva reso felice il suo amico per quel poco tempo che erano stati insieme.

Si asciugò una lacrima e tornò dai suoi amici, fermi ancora fuori dalla casa ad aspettarlo. Prese per mano Hoseok e guardò tutti in volto, uno per uno.

“Dobbiamo… Dobbiamo andare ad incidere una canzone”, furono le parole che sorpresero tutti, ma quando videro il sorriso che adornava il suo viso, capirono che quello non sarebbe stato per loro, per diventare famosi. No. Era il loro regalo per Jimin.





CHORUS
Unconditional love
Unpredictable ending
Anger fading
Angel of this world, can you hear me?

Just remembered your smile
In this cold night
Memories crowding my mind
If you leave me,
Never will I see you again?

CHORUS

Please stay with me
And never leave my side
Rescue me from this darkness
Known tears won't stop flowing

CHORUS

Believe me when I say
That you will always be
Special to me

Be happy where you are
The sun will shine again
So I'll know that you are with me

CHORUS



“Ed eccoci qui con una nuova canzone che, nessuno se lo aspettava, è diventata una hit non appena è stata rilasciata al pubblico. Ma parliamo con il gruppo che sta scalando le classifiche con 'Unconditional Love’. A voi, i BTS!” Esclamò il DJ facendo loro segno di parlare.

“3,2,1… Bang-tan! We are BTS!” Salutarono i sei ragazzi in coro.

“Wow ragazzi, parliamo del vostro incredibile debutto con un mini che ha come title una ballad, al contrario delle altre 4 canzoni che ci sono… Come mai una ballad? Avreste potuto utilizzare una delle b-side che, a mio avviso, sembra più combaciare con il vostro stile.”

“Be’, avremmo potuto farlo, ma è da quando la canzone è stata scritta che la volevamo come title”, rispose prontamente Namjoon mentre il resto dei ragazzi annuiva.

“Perché proprio questa canzone?” Chiese curioso il DJ.

“Due anni fa, una persona a noi molto cara è venuta a mancare. Abbiamo scritto la canzone pensando a lui e abbiamo mantenuto vivo il nostro desiderio di diventare idol insieme facendo il possibile per debuttare e, quando ci saremmo riusciti, di usare una canzone scritta da noi come title di debutto”, spiegò con calma Yoongi, sorridendo agli altri ragazzi.

“Oh…” commentò sorpreso il DJ per la sincerità prima di riprendersi. “Sono sicuro che questa persona, dovunque sia, si senta orgogliosa di voi.”

“Ne siamo convinti anche noi”, disse fiero Taehyung, alzando lo sguardo verso la finestra dello studio e sorridendo mentre guardava il cielo e una nuvola che, stranamente, gli ricordava un paio di ali.

“Curioso”, pensò Taehyung prima di tornare a concentrarsi nell'intervista in corso.

øøøøøøø


Bene, che dire? Siate buone con me? Non volevo far fuori nessuno e ho sofferto come un cane per tutti e 7, soprattutto per Jimin e TaeTae? Be', lo dico comunque!
Una cosa. La poesia finale e la canzone intitolata "Unconditional Love" sono farina del mio sacco scritte in occasione della pubblicazione di questa ff, quindi di sicuro non le troverete su YT ;) Però vi consiglio di ascoltare "Remember Me"; è veramente bella, soprattutto la cover che ne hanno fatto le Dreamcatcher.
Oh! Dopo di questa ff ne pubblico un'altra (one-shot) per farmi perdonare per l'angst e spero diate una possibilità anche a quella!!
Grazie ancora!!!



   
 
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