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Autore: T612    02/08/2018    2 recensioni
Ragionandoci bene Pepper e Tony si conoscono dalla bellezza di vent’anni... ragionandoci meglio, secondo la mente contorta di Tony e quella analitica di Pepper, c’è una “spiegazione scientifica” sul perché ci sono voluti vent’anni prima che improvvisassero la proposta di matrimonio in mondovisione.
Semplicemente, è stata una reazione all’inerzia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stark's'
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PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE: 
Ad ogni azione ne corrisponde una uguale o contraria.




Virginia aveva appurato che, dopo dieci anni di onorevole e rispettabile servizio alle Stark Industries, a forza di stare a stretto contatto e alle dipendenze del suo capo aveva assorbito qualche nozione di fisica. 
Pepper non era certo ai livelli del Signor Stark, non capiva assolutamente nulla di meccanica e robotica, ma nel corso di quei dieci anni aveva compreso la piena funzionalità della terza legge della dinamica.
La legge, rapportata nel suo caso specifico, si poteva così riassumere: 
Ad ogni provocazione lanciata a Tony, egli reagisce con reazione uguale o contraria. 
Il più delle volte era una reazione impulsiva, infantile e provocatoria, una richiesta di attenzioni costante che le provocava un crollo di nervi e continue psicosi nel tentativo di limitare i danni. 
Sembrava che il compito che il Signor Stark si fosse imposto come missione di vita implicasse darle del filo da torcere su ogni fronte, dall’opinione pubblica alla sua sanità mentale.
La reazione era imprevedibile. 
Poteva essere l’ennesima istigazione lanciata contro il “mercante di morte”, il più delle volte conclusasi con reazione contraria: spazzatura. E in quei casi la legge fisica le si ritorceva contro, costretta a gettare fuori la spazzatura da Villa Stark non poteva fare a meno di pensare che Tony causava sempre eventi a catena. 
Istigazione, spazzatura di turno, dovere da segretaria... e, infine ed inconsapevolmente, istinto omicida. 
L’amore non è mai stato un triangolo, era un poligono… da tiro. 
Tutto era cambiato quando, dopo il ritrovamento in Afganistan, aveva parlato di Stark Senior seduto per terra armato di cheeseburger. Aveva chiuso il mercato d’armi per poi creare un’armatura come ripiego. Aveva indetto una conferenza stampa per smentire le voci su una possibile arma per poi dichiarare in mondovisione di essere Iron Man. Aveva evitato di parlarle dell’intossicazione da palladio per proteggerla, come se non l’avesse esposta abbastanza nominandola CEO. 
Un eterno loop di azioni e reazioni, un circolo vizioso che l’aveva trascinata da una expo in fiamme a una chiamata persa… mentre guardava terrorizzata il tg mentre un’armatura rossa e oro, con una bomba nucleare sulla schiena, scompariva per poi precipitare da un portale alieno.
Le sue ultime parole erano per lei, racchiuse in quella chiamata persa, quando si era lanciato nello spazio per proteggerla.
L’amava, a modo suo.

***

Dopo New York si era trasferita in pianta stabile alla Stark Tower, Tony aveva bisogno di avere il controllo sulle sue scelte, il suo mondo cadeva a pezzi… in un certo senso lei era l’unico punto fermo in mezzo alla sua mente caotica. Ma ogni volta superava il limite e non se ne rendeva conto… Pepper non capiva quale parte ricopriva nell’equazione che spiegava la vita di Tony, se in quel triangolo aveva più o meno importanza delle armature che costruiva senza sosta.
-Pep, lo ammetto, colpa mia… scusa, sono parecchio incasinato. Va avanti da un po’ ormai, non ho detto niente. Tutto è cambiato dopo New York.
-Oh davvero? Non me ne ero accorta. –non le aveva detto niente ma doveva ancora capire che con lei non c’era bisogno che parlasse. Tuttavia, dopo anni, trovava ancora il modo di sorprenderla… con reazione uguale o contraria, imprevedibile e non in linea con il suo comportamento standard abituale. 
Come un’ammissione di colpa.
-Vivi esperienze al limite… e poi tutto finisce senza una spiegazione? Alieni, dei, altre dimensioni… sono solo un uomo di latta. L’unico motivo per cui non ho avuto un crollo è perché ti sei trasferita da me. È fantastico, ti amo, sono fortunato… ma tesoro, non riesco più a dormire. Tu vai a letto e io vengo qui a fare quello che so fare… armeggio. Il pericolo è imminente e devo proteggere l’unica cosa senza la quale non vivrei. Sei tu. E le mie armature sono…
-Macchine.
-Sono una parte di me.
-Una distrazione.
-Probabile.
Per ventiquattr’ore aveva sperato, nel profondo del suo cuore, che Tony avesse toccato il fondo per risalire… l’ammissione di colpa l’aveva scombussolata, sperava sul serio che si imponesse un freno e che ragionasse sulle conseguenze delle sue azioni. 
Poi aveva dato il loro indirizzo di casa a un terrorista e la villa a Malibu Point era stata demolita.
Tra le macerie aveva trovato il casco dell’armatura… le aveva lasciato un messaggio, le chiedeva scusa di nuovo, se voleva proteggerla non sarebbe tornato per un po’. 
L’amava, a modo suo. 

***

Era il suo punto debole… ed ora aveva il fuoco nelle vene. Aveva ucciso un uomo. E Tony la stava guardando terrorizzato… errato, aveva superato la paura, ora stava reagendo. 
-Chi è parecchio incasinato ora?
-È opinabile, un po’ sbilanciato dalla tua parte. Perché non ti vesti così anche a casa? Carino il reggiseno, tutto il look…
-Sai inizio a capire perché non vuoi rinunciare alle armature, adesso di cosa mi lamenterò?
-Sono sempre io, troverai qualcosa. 
-Non toccarmi, ti brucerò.
-Ferma, non succederà. –aveva optato per la reazione contraria al buon senso. -Non scotti.
-Dici che me la caverò?
-No. Hai una relazione con me, non te la caverai mai.
Aveva distrutto le armature, Iron Man attira minacce che minano alla sua sicurezza. 
L’amava, a modo suo.

***

Poi erano subentrati gli Avengers e il lavoro da supereroe… e la reazione uguale all’attacco era stata quella di costruire un’armatura a protezione del mondo, il suo mondo. 
Pepper lo sapeva, l’aveva sempre saputo, che gestire Tony era quasi impossibile, logorante ed estenuante. Era troppo per un’unica persona… a un certo punto aveva semplicemente fatto le valige. 
Ad ogni azione esiste una reazione uguale o contraria. 
L’aveva svegliata alle tre di notte mentre era in volo di ritorno dalla Siberia. Chi voleva prendere in giro… era tornata, aveva disfatto le valige e l’aveva trovato sul divano ad aspettarla a braccia aperte. Le aveva seppellito la testa in mezzo ai suoi capelli in un tentativo mal riuscito di contenere le lacrime, tutte le sue certezze erano crollate di colpo e solo dopo più di vent’anni stava affrontando il lutto. 
Era tornato con l’armatura smembrata, aveva firmato gli accordi per tentare di dare uno scopo positivo a quell’ammasso di latta, ma aveva causato l’ennesima catastrofe… e Pepper era rimasta.
In tutti quegli anni l’unica preoccupazione di Tony era di proteggere il mondo, il suo mondo. Era solo convinto che per farlo gli servisse quell’ammasso informe abbandonato sul pavimento… 
L’amava, a modo suo.

***

Pepper era abituata a considerare tutte le variabili impazzite, comprese le reazioni uguali e contrarie… ma non le reazioni illogiche. Era abituata a trattare con un genio incompreso e con una sala stracolma di giornalisti, insieme o separatamente. Ma un conto era coprire Tony per salvare le Stark Industries, un altro era coprire Tony per salvare un ragazzino.
-Dov’è? –la porta chiuse fuori le voci che la richiamavano indietro, erano in ritardo sulla scaletta.
-Se ne è andato.
-Ma lo aspettano tutti.
-Lo sai che ha fatto una scelta molto matura? Siamo senza parole tutti e due.
-Avete mandato tutto a monte? –Tony era tranquillo, era ancora nella sua confort zone, mentre Happy la pregava con lo sguardo di non ucciderlo.
-Lui gli ha detto di aspettarlo fuori. 
-Mi prendete in giro. Ho una sala piena di persone che aspettano un annuncio importante, ora cosa devo dirgli?
-Trova un… e se magari… -Tony reagisce con uno strano guizzo negli occhi. -Happy hai ancora l’anello?
-Se ho l’a…
-L’anello di fidanzamento, si.
-L’anello? Lo porto sempre con me, dal 2008. 
Happy teneva in mano un solitario, si era bloccata a fissare il diamante sconcertata. Ma che diavolo…?
-Okay... –la nota di panico nella voce di Tony la riscuote.
-Credo di poter trovare un’idea migliore. –è illogico, sono passati quasi dieci anni dal 2008.
-Ma ci farebbe guadagnare tempo… -si butta sulle sue labbra senza pensarci due volte, un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. -…siamo esperti no?
-Lo tenevi in tasca, non ci credo.
Alla fine la ama, a modo suo.
   
 
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