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Autore: Sparrowhawk    02/08/2018    0 recensioni
Natsumi è una ragazza come tante, solare, amante dello sport, capace di fare amicizia con tutti in breve tempo e davvero poco concentrata sulla sua carriera scolastica. In realtà sono le persone che le stanno attorno a non essere del tutto nella norma, apparendo fuori dalla portata del resto di noi altri comuni mortali per attitudini, comportamenti ed aspetto. Aiko, la sua migliore amica, è bella, intelligente e stravagante, però è capace di provare un solo sentimento alla volta e al massimo della sua potenza. Tarou, trasferitosi da poco in città e nella loro scuola è altrettanto attraente, sicuro di se stesso nonché molto simpatico, ma sotto sotto nasconde non poche incertezze dietro alla sua maschera di pura spensieratezza. Le vite di questi tre personaggi andranno ad intrecciarsi nel corso della storia, svelando piano piano il disegno del destino.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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3.

E allora, luce fu!


La prima volta che gli occhi di Aiko si posarono su Tarou fu appunto alla cerimonia di inizio anno, quando gli studenti infestavano il cortile alla ricerca dei loro nomi sulle bacheche che davano delucidazioni sulle varie classi.

Di quella giornata ricordo molte cose diverse, ed una di quelle che più mi sovvengono è il chiasso. C'era un chiacchiericcio tale, tutto intorno a noi, che per un paio di minuti sia io che Ai-chan facemmo fatica a sentire i nostri discorsi e, penso io, perfino i nostri stessi pensieri. Anche gli uccellini, allegri per l'avvento della primavera, cinguettavano in cielo posandosi poi sui rami vicini degli alberi in fiore. Di tanto in tanto, poco distanti dalla scuola, in strada, si sentivano i clacson, intenti ad intonare anche loro un canto anche se decisamente meno invitante e dolce rispetto a quello degli uccelli.

«Che fortuna!» avevo esclamato io, ridendo, gli occhi marroni semi chiusi mentre sul mio volto si dipingeva un dolce sorriso «Anche quest'anno siamo in classe insieme!»

Non ricevetti risposta ma, abituata a cose di questo tipo, non mi allarmai per nulla e anzi mi voltai verso Aiko alla ricerca del suo sguardo che, come al solito, doveva essersi perso nel vuoto. Quando però mi fui girata del tutto e vidi dove lei stava guardando, non potei fare a meno di lasciar morire il sorriso che solo pochi attimi prima aveva impreziosito il mio viso.

Improvvisamente, neanche se fossimo stati tutti sotto l'effetto di una qualche sorta di magia, il chiacchiericcio cessò, così come il canto degli uccelli e lo stonatissimo starnazzare dei clacson. Eravamo stati tutti circondati dal silenzio o, molto più probabilmente, fui io a credere che ciò avvenisse.

Mi ero sempre vantata del collegamento che io ed Aiko possedevamo, non era passato giorno in cui non avevo capito cosa volesse dire con uno dei suoi strani e complicatissimi discorsi. Anche in seguito, per quanto le cose avessero in qualche modo continuato a peggiorare, io avevo sempre continuato imperterrita a capire tutto ciò che usciva dalle sue labbra e, nella mia infinita ignoranza, avevo dato per scontato che questo bastasse.

Solo allora, mentre la guardavo persa stavolta non nel vuoto, ma negli occhi di un'altra persona, cominciai a capire i miei errori.

«Ai-chan...» mormorai, facendo qualche passo verso di lei «Ai-chan, ci sei?»

Le posai una mano sulla spalla, delicatamente, con la solita paura di poterla distruggere anche con un piccolo tocco. Lei, pensierosa, era tornata ad osservarmi solo per un breve lasso di tempo prima di tornare a cercare Tarou.

«Ai-chan, si può sapere che ti prende?»

Oh, sapevo bene che le prendeva, lo sapevo ma volevo che fosse lei a dirmelo, magari nella speranza che tutto ciò che stavo credendo io non fosse assolutamente vero. Forse mi avrebbe detto che quel ragazzo tanto alto e bello, lo stesso che in seguito scoprii essere uno studente trasferito da un'altra scuola, aveva una strana pettinatura o che, ancora meglio, le stava mettendo addosso una strana soggezione.

«Lo...lo conosci quel ragazzo?» mi chiese lei, ignorando la mia domanda a bella posta, come sempre.

«No, non credo di averlo mai visto.»

«Nemmeno io.» sospirò, portandosi una ciocca di quei suoi lunghi e folti capelli dietro all'orecchio destro «...nemmeno io.»

Io lasciai andare la presa e mi portai le mani dietro alla nuca, unite, come facevo di solito quando dovevo pensare intensamente a qualcosa. Di certo non era una novità per me, il vederla così con la testa fra le nuvole, ma mai avrei creduto possibile che tutto ciò avvenisse per un ragazzo. Aiko non aveva mai dato segno di apprezzarne uno in tutti gli anni che la avevo conosciuta e, pur possedendo una bellezza che certamente non poteva passare inosservata, non si era mai sprecata una singola volta a dare corda ad uno dei coraggiosi che le si erano dichiarati. Era probabile che non avesse neanche mai capito cosa significassero certi discorsi sconnessi e balbettanti di coloro che si erano spinti a tanto, e forse nemmeno sapeva bene cosa fosse l'amore di per sé se tale sentimento si spingeva oltre al semplice 'mi piaci' nel senso di 'mi stai simpatico/a'.

«Mh...a quanto pare non sei l'unica ad averlo notato.» me ne uscii io, cercando di porre un freno a tutte quelle mie stupidissime supposizioni.

Aiko si guardò attorno, realizzando come me che erano già state molte, le studentesse del nostro Istituto, ad accorgersi dell'avvenenza di quel ragazzo.

Non poteva che essere altrimenti, mi dissi subito io, quando si viveva in un paese come il nostro. Non eravamo di certo un piccolo borgo timorato di Dio, dove le comodità della città arrivavano con dieci anni di ritardo e dove le mode erano lente a cambiare, ma nemmeno potevamo considerarci una grande metropoli come Tokyo, ricca di novità e di vita. Da noi tutti si conoscevano da sempre e, quando qualcosa cambiava, causava un tale scalpore da rimanere nella top ten dei pettegolezzi per almeno qualche settimana se non addirittura per un mese. Era dunque ovvio che, quella nuova presenza all'interno delle mura della scuola, non potesse non suscitare un certo interesse.

«Dici che anche le altre lo trovano...bello?»

Sgranai del tutto gli occhi di fronte ad una simile affermazione.

Aiko che faceva un complimento diretto ad un completo sconosciuto?

Aiko che arrossiva solamente a guardare un ragazzo?

All'improvviso mi sembrava di essere stata catapultata in una sorta di realtà parallela.

«B-Beh...» balbettai «...non posso certo dire che sia brutto, ecco.»

Tornai ad osservarlo per un breve lasso di tempo prima di concentrarmi ancora su Ai-chan.

«Insomma, guardalo, brutto non lo è di certo!» risi dicendolo, nella speranza di non farle vedere tutta la mia sorpresa «Alto, muscoloso, capelli scuri ed occhi...sono marroni?» Aguzzai un poco la vista per rispondere alla mia stessa domanda. «Ecco sì, decisamente un bel vedere!»

Non eravamo solite fare quel genere di discorsi - e non nascondo che mi sentii per lungo tempo una povera mentecatta dopo quel primo accenno di attenzione all'universo maschile da parte nostra - perciò io non sapevo bene che cosa era meglio dire o non dire.

Ciò che sapevo e ciò che non poteva non essere visto, era il luccichio scintillante negli occhi neri di Aiko. Le illuminava tutto il volto, dandole un nuovo aspetto da aggiungere alle sue solite espressioni e donandole una bellezza che prima di certo non aveva posseduto.

«Come si fa a capire quando si è innamorati?»

Un'altra domanda a cui io, povera me, non sapevo rispondere.

Mi grattai la guancia, distrattamente, alla ricerca di una perla di saggezza nei meandri della mia mente.

«...immagino che sia una questione di...di cuore.» dissi infine, buttandola lì come meglio potevo.

«Allora mi sono innamorata, Natsu-chan...»

«E come fai a dirlo?»

Aiko si portò una mano al petto, senza distogliere lo sguardo da Tarou neanche per un secondo, le dita che stringevano forse inconsciamente il cardigan blu scuro della divisa scolastica.

«...perché mi fa male il cuore.»

  
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