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Autore: clairemonchelepausini    02/08/2018    0 recensioni
|Klaroline| KlausCentred | CarolineCentred |
[Klaus/Caroline]
“Non è un segreto, Klaus e Caroline non facevano mai le cose come due persone normali, andavano controcorrente e dovevano far passare anni prima di convincersi che si appartenevano, che l’uno non poteva esistere senza l’altro ma, dopotutto è proprio per questo che noi ci siamo innamorati di loro.”
Raccolta di drabble, flashfic e one shot che narrano il mio amore per loro, fatto di piccoli momenti resi unici, di parole che sanno di promesse e di amore che durerà per sempre, senza ma e senza se.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’ombra era stata sconfitta, anche se a caro prezzo. Klaus rimase lontano ma non quanto avrebbe dovuto. Doveva allontanarsi e lo sapeva, ma aveva bisogno di sentirla, doveva essere sicuro che stesse bene. Hope, la sua piccolina, aveva appena combattuto la sua prima battaglia, era questo che in eredità gli avevano lasciato. L’ibrido si maledì, non era la vita che voleva per lei. Non era questo che significava essere una Mikaelson, ma sapeva anche che aveva alcuni lati positivi. Chiunque l’avrebbe tenuta.
Hayley, l’abbracciò a sè e quando le sentì pronunciare quelle parole, sapeva che l’avrebbe protetta sempre. Klaus non aspettò oltre, sparì così velocemente ancor prima che il suo cervello stesse metabolizzando davvero la notizia.
Tutti ne avevano pagato qualcosa e... lui non riusciva a perdonarsi che forse... molte di quelle scelte che aveva compiuto l’avevano portato lì, davanti la porta di quella casa.

Caroline era sotto la doccia che cantava cercando di smorzare la tensione accumulata in quei giorni. Aveva bisogno di rilassarsi e in qualche modo le due cose l’aiutavano. Era un periodo strano, cioè forse era meglio dire devastante, assurdo o... davvero schifoso. Nessuna cosa andava per il verso giusto e... l’uomo che amava l’aveva lasciata ancor prima di poter avere la loro prima lite, di poter fare pace con il sesso rappacificatore e... Beh, di poter condividere la vita insieme. 
Mentre l’acqua calda scorreva sul suo corpo chiuse gli occhi, lasciò che quelle sensazioni scorressero via, si passò una mano sul viso ma... niente, tutto era come prima. D’un tratto i suoi sensi si fecero più sensibili, fiutò una strana agitazione e il suo pensiero corse subito alle sue figlie. Sì attorcigliò velocemente un asciugamano intorno al corpo, lego in un morbido chignon i capelli e andò a controllare le loro stanze. Josie e Lizzie stavamo dormendo dolcemente, ma Caroline non riusciva a togliersi quella sensazione.

Klaus era rimasto fuori dalla porta, stava per tornarsene indietro, ma si fermò quando sentì la sua voce cantare. Quello era una delle cose che gli mancava di lei. Si riscosse in fretta quando lei chiuse il getto della doccia e con passi leggiadri la sentì sospirare e aprire contemporaneamente una porta. Sapeva dov’era, sorrise a quel pensiero, anche se subito fu oscurato da un dolore e un vuoto che gli portò a sentirsi mancare il respiro. Doveva parlarle.
Caroline era consapevole di non essere pazza, c’era qualcosa che non andava e così quando qualcuno bussò alla sua porta seppe di avere ragione. Velocemnete si vestì, poteva sistemarsi, ma piombò all’ingresso ancora fresca di doccia e rimase esterrefatta quando si trovò davanti la figura dell’uomo che... aveva tormentato le sue notti e i suoi sogni per molti anni.
«Klaus» sussurrò appena ancora sconvolta di quella visita.
Se lui era colpito non lo diede a vedere, si avvicinò alla porta e con occhi gentili chiese di poter entrare. Ma Caroline non era più sola, aveva due figlie da proteggere e lui... beh, non era certo l’uomo dell’anno.
«Caroline» affermò dolcemente in una velata supplica, mentre dal suo tono la voce veniva smorzata.

“Da quando Klaus Mikaelson supplica? Da quando...” ma non fece in tempo a farsi altre domande perché il suo sguardo cadde sulla sua espressione. 

Forse stava commettendo l’errore più grande, non doveva fidarsi, ma qualcosa della sua postura, del suo sguardo e della sua voce l’aveva tradito. Rimase impassibile quando aperta la porta la vide con un abbigliamento sbarazzino, i capelli ancora bagnati raccolti in una coda scompigliata e a piedi nudi. Klaus era andato per un motivo che gli stava a cuore, eppure quando lei era là, davanti a lui per un momento dimenticò tutto e si ritrovò a rivivere i loro momenti più belli. Caroline intercettò la scintilla nei suoi occhi, non poteva non accorgersene e arrossì violentemente perché capì dove lui si trovasse e cosa stesse pensando. Le era bastato così poco per tornare a sentirsi viva, ma nello stesso momento in cui percepì quella sensazione si sentì in colpa e, fu nello stesso momento che si accorse di essere ancora mezza nuda.
Klaus sorrise quando la vide gesticolare con le mani cercando di stringersi di più nel suo corpo stesso.
«Entra» ammise alla fine, consapevole di aver appena fatto entrare il diavolo in casa.
L’ibrido gli rivolse uno sguardo dolce, avanzò con passi lenti e ancor prima di varcare la soglia di casa le lanciò un’occhiata perché poteva sempre ritirarsi, ma lei accennò un sorriso.
«Torno subito»disse e sparì così velocemente che non permise a nessuno dei due di dire altro. 
Klaus rimase fermo nello stesso punto in cui l’aveva lasciato, stava osservando la casa, l’ingresso e pur se sapeva di non doverlo fare si avvicinò alla mensola dove si trovavano alcune fotografie.
Sorrise quando vide una foto di Caroline piccola che pasticciava in cucina, al suo fianco c’e n’era una di lei e sua madre abbracciati - scattata sicuramente quando stava bene- è ancora una di lei con Bonnie ed Elena a un vecchio pigiama party e, infine -quella più difficile da guardare- una del giorno del suo matrimonio. Osservò quei momenti e si costrinse a sentirsi felice per la sua vita, ma quell’ultimo ricordo gli fece capire che non era più sua, proprio come lui non era più suo. Quella foto gli ricordò Camille è un senso di rabbia si fece spazio dentro di lui, ma quando si passò una mano sul viso si ricordò il motivo per cui  era lì.

“No, non farlo” si disse mentalmente, ma non aveva mai ascoltato la sua coscienza e prima di cambiare idea si avvicinò a osservarle.

Klaus aprì lentamente la porta della stanzetta delle gemelle e rimase a osservarle. Il suo cuore sussultò quando si soffermò sui loro volti sorridenti e con l’espressione angelica e, un ricordo non molto lontano tornò a tormentarlo. Si riscosse e si sentì colpevole per quell’intromissione nelle loro vite e così chiuse la porta e si girò, ma nel momento in cui lo fece le si ghiacciò il cuore quando vide l’espressione terrorizzata di Caroline.
«Non qui, Love» e, prese il suo braccio ritrovandosi vicini - troppo vicini- per finire in meno di un secondo in salotto. 
La bionda era senza parole, ma i suoi occhi dicevano più di quanto avrebbero fatto le parole.
«Perché sei qui?» una volta preso coraggio domandò, ma persino lei poteva vedere che non c’era d’avere paura, che era indifeso e con un’espressione sincera.
Klaus osservava ogni dettaglio, sentiva il cuore delle piccoline battere ma fu l’espressione di Caroline a paralizzarlo. Aveva paura. Paura di lui. 
Non capiva... ma quando si ritrovò a osservare la situazione con i suoi occhi, conoscendo il suo passato capì.
«Devo chiederti un favore» ammise stringendo i denti, mentre le mani si formarono in pugni chiusi e il suo viso si oscurò.
«Klaus» esclamò Caroline quasi sussurrando quando lo vide, e per la prima volta seppe che non era là per lei o per le sue figlie.
Quell’affermazione la scosse, ma aveva troppe cose a cui pensare per rimanerci male o soffermarsi davvero sulle sensazioni che stava provando.
Sollevò lo sguardo e finalmente si perse nei suoi occhi. Le raccontò tutto, ogni più piccolo dettaglio è più andava avanti più la vedeva sussultare, ma la sentì comprensiva. 
«Non è colpa tua» tentò di dire, ma lui la guardò torvo e lasciò che parole non dette si facessero strada tra i due.
Ci credeva davvero. Caroline glielo aveva detto perché era la verità, ma Klaus si era convinto del contrario e... nemmeno lei sarebbe stata in grado di fargli cambiare idea.
Lei continuò a fargli domande e lui rispose gentilmente. Stavano faticando a riconoscersi.
E quando aveva finito il racconto... si sentì più leggero e per la prima volta capito, Caroline non lo stava giudicando e Klaus sospirò consapevole che quel muro che aveva eretto tra i due era crollato.
«Dove andrai?»domandò, ma persino lei sapeva di non aver alcun diritto.
L’originale la guardò, si memorizzò ogni lineamenti del suo viso, del suo corpo e poco dopo si alzò dal divano. Non l’aveva mai fatto, ma stavolta fu lui a mettere distanza tra loro. Sorrise appena, guardò le loro mani appoggiate l'una sull’altra, si riscosse e aprì bocca.
Klaus voleva dirle di Stefan, dirle che gli dispiaceva, ma quando ci provò ebbe la sensazione di tradire la memoria del suo amico e quella della donna che amava.
Caroline rimase a fissarlo, dopo tutti quegli anni continuava a provare qualcuna per lui, anche se non avrebbe saputo descriverla. Sentiva che c’era qualcosa che non le aveva detto, proprio come lei non aveva menzionato Stefan. Entrambi stavano proteggendo i loro cuori in memoria delle persone che amavano e che avevamo perso.
«Io...»
«Klaus...»
«Caroline...» sussurrò dolcemente e quando le sue labbra si schiusero per pronunciare il suo nome il suo corpo rabbrividì. 
Stava per aggiungere qualcosa, lo sentiva, ma quando un rumore appena accennato gli aggiunse l’orecchio si ritirò.
«Mamma?»una piccola voce ancora impastata dal sonno chiamò, facendo amplificare tutti i sensi di Caroline.
Lanciò un’occhiata a Klaus che la ricambiò con un sorriso e, prima che potesse aggiungere dell’altro, lui l’aveva anticipata.
«Prenditi cura di mia figlia» le disse, mentre spariva nella notte lasciandola inerme e da sola.
Caroline si sentì nuovamente mancare la terra sotto i piedi, capì quando le era mancato quella sensazione di vita, ma nello stesso momento in cui lo confermò a se stessa seppe che da quel giorno sarebbe cambiata. Doveva farlo anche per il bene delle sue bambine oltre che di se stessa. No, non poteva sopravvivere, ma doveva vivere.
Klaus Mikaelson lasciò quella casa con un vuoto nel cuore e, quando osservò la sua figura da lontano sorrise, perché sapeva che non c’era nessuno di cui si fidasse di più a cui avrebbe affidato la vita di sua figlia.
Due persone con un destino che remava contro di loro.
Due vite spezzate ancor prima di viverle e un amore nel tempo.
Caroline e Klaus si sarebbero rincontrati, la loro storia non era ancora arrivata alla fine.



















Spazio d'aurice:
Buona sera.... ed eccomi di nuovo qui...
Queste due storie, quella di pubblicata poco prima e queste giacevano nel mio pc da troppo tempo e... non ero riuscita  a farlo prima e quindi eccomi qui.
Questa storia nasce dopo la 4 stagione di TO, appunto quando sconfiggono l'ombra, anche se detta così sembra brutto dato che si sono trovati ad essere seprata stavolta contro la loro voglia.
MI piace pensare che una scena di queste sarebbe potuta succedere perchè anche se allal fine è Hayley ha portata Hope nella scuola di Caroline... Beh, chi ci dice che Klaus non fosse passato prima?? XD
Amo sognare il klaroline in tutte le sue sfumature.... l'avreste capito ormai..:XDXD
Bene.... spero che vi sia piaciuta, mi piacerebbe sapere che ne pensate e nulla....
Alla prossima *_*
Baci,
Claire.

 
   
 
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