Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: TheMadHatter16    03/08/2018    1 recensioni
Claire Evans, in seguito al secondo matrimonio della madre, si trasferisce in una fredda cittadina canadese dal nome decisamente inquietante: Soulsville. Claire non si fida di quel luogo: spaventose leggende, case infestate, avvistamenti di strane presenze, bestie feroci che si aggirano per il bosco e alcune morti misteriose ne turbano la quiete. Quali segreti nasconde Soulsville? E quali segreti nascondono le persone vicine a Claire?
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Il ritrovamento


Stavo guardando il notiziario del distretto regionale delle sei mentre aspettavo di andare a lavoro. Fuori pioveva ed ero sola in casa. Adam e mia madre sarebbero tornati entrambi verso le sette, mia madre forse ancora più tardi perché aveva delle pratiche da sbrigare in ufficio. Jared invece staccava alle sei da lavoro, sarebbe stato lì a momenti.
Stavano dando le notizie di economia, di lì a poco sarebbero passati alle notizie di cronaca. 
In quel momento rientrò Jared, tutto bagnato di pioggia, i lunghi riccioli neri completamente zuppi.
"Sei tutto bagnato! Aspetta, ti prendo un asciugamano" gli dissi, salendo in direzione del bagno.
"Non c'è problema, faccio da solo" replicò lui, ma io ormai ero già salita su per le scale scricchiolanti. 
Presi un asciugamano pulito in bagno e scesi di nuovo da lui. 
"Tieni, asciugati" dissi porgendogli il grande asciugamano che avevo preso.
"Grazie, ma non ce n'era bisogno" fece lui, accennando una specie di sorriso. Penso fosse la prima volta che lo vedevo con un'espressione diversa dal solito broncio. 
"Passiamo ora alla cronaca nera. Questa mattina è stato ritrovato nel bosco di Soulsville il cadavere di Rebecca Jones, la ragazza scomparsa quattro giorni fa da Brown County. La polizia non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma sembra che la giovane sia stata uccisa in modo particolarmente violento, il suo corpo è stato ritrovato in condizioni talmente terribili da renderne molto difficoltoso persino il riconoscimento. Dopo l'autopsia si riuscirà a sapere qualcosa di più e forse si potrà anche identificare il killer. Per ora, l'unico sospettato è il ragazzo della vittima, Brian Miller, che continua a dichiararsi innocente".
Jared sembrava molto interessato. Rivedendo di nuovo sullo schermo il viso della povera Rebecca, mi convinsi (o, per meglio dire, cercai di autoconvincermi) che non fosse il suo il volto che qualche notte prima avevo sognato. Quell'incubo era stato solo una conseguenza della mia impressionabilità quando sentivo storie di fantasmi. 
"Quindi c'è un assassino che si aggira per Soulsville" osservai. Jared non disse nulla, aveva lo sguardo atterrito e perso nel vuoto. Forse la morte violenta di quella ragazza gli aveva riportato alla mente quella di sua madre.
"Mi tolgo questi abiti fradici di dosso e ti porto a lavoro, okay? Ti bagneresti tutta ad andare a piedi, in più di questi è tempi non è bene che una ragazza giri da sola di sera" fece lui infine. 
"Grazie, ma si è già offerto di portarmi Dylan" risposi. 
Jared sbuffò e, senza dire una parola, salì in camera sua. 
Sospettavo che fosse geloso di Dylan: forse era per quello che il nostro vicino non gli andava a genio. Magari Jared era interessato a me. Mi faceva strano pensare che uno scorbutico come lui potesse interessarsi ad una ragazza, era un tale misantropo.. alla fine però era un essere umano anche lui, non era così impossibile che potesse interessarsi a qualcuna.

Alle sei e tre quarti Dylan fece suonare il clacson. Scesi di casa col cappuccio della felpa ben calcato sulla testa e salii sul suo enorme pick-up. Aveva una macchina piuttosto grossa per essere un ragazzo di poco più di vent'anni, supponevo che la sua famiglia fosse agiata. Immaginavo che i suoi genitori fossero divorziati o che la madre fosse vedova perché vedevo solo lei in casa e Lucy, la sorella maggiore di Dylan. La madre di Dylan era una donna molto silenziosa, schiva, non salutava nemmeno mai quando vedeva me o gli altri membri della mia famiglia uscire di casa e lei magari se ne stava in giardino ad innaffiare i fiori o a gettare la spazzatura. Era un po' un alterego femminile di Adam, diciamo. 
"Brutta serata, eh?" fece Dylan.
"Puoi dirlo forte, guarda come piove!". Pioveva davvero fortissimo, la pioggia scrosciava con forza sui vetri dell'auto di Dylan, rimbombava mentre si abbatteva sul cofano. Non era una pioggia, era un diluvio. Per di più, lampi e tuoni completavano il quadro. Se possibile, Soulsville sembrava ancora di più una cittadina da film horror durante il temporale.
"Sai che hanno ritrovato il corpo di Rebecca Jones?" gli chiesi.
"Sì, l'ho saputo dal telegiornale. Mai un attimo di pace a Soulsville, ogni tanto la quiete viene funestata da qualche morte violenta" osservò lui.
"Già".
Non parlammo d'altro, io pensavo a Rebecca e lui, vedendo che me ne stavo per i fatti miei, non disse nulla. Dopo un paio di minuti circa eravamo arrivati a destinazione. 
"Be' ti auguro buon lavoro" fece lui "vuoi che ti passi a prendere più tardi, quando stacchi? Magari ci beviamo una birra insieme".
"Io stacco tardi, questa sera devo fare chiusura quindi prima delle undici non posso..".
"Nessun problema, io non vado mai a letto presto" disse facendomi l'occhiolino. 
"Ok allora, ti mando un messaggio quando stacco. A dopo!" e scesi dalla sua auto.

Fu una serata poco impegnativa, pochissime persone vennero a mangiare nel locale di Bill. Forse il temporale le aveva convinte a restare a casa, al caldo. 
"Allora Claire, queste sono le chiavi. Chiuditi dentro dopo che sarò uscito, non si sa mai chi può entrare. Finisci di mettere tutte le sedie sul tavolo e passa lo straccio in terra, poi stacca il contatore della luce che ti ho già spiegato come funziona e infine esci, richiudi a chiave la porta e tira giù la serranda come ti ho mostrato. Okay?" mi disse Bill.
"Certo, farò tutto come mi hai detto" assicurai. 
"Spero tu non abbia troppa paura a rimanere da sola" disse infilandosi la coppola in testa. 
"No, non preoccuparti Bill, so cavarmela" risposi. In realtà non mi piaceva per niente l'idea di dover rimanere da sola, di notte, in quel locale, ma non avevo scelta.
"Molto bene. Buona notte cara, a domani" mi salutò. 
"Buona notte Bill". Appena uscì dalla porta, mi affrettai a chiudere a chiave e poi mi misi al lavoro.

Dopo circa tre quarti d'ora avevo finito. Guardai il grande orologio appeso alla parete: segnava le undici e tre quarti. Era davvero tardi, speravo che Dylan non si fosse addormentato. Jared mi aveva scritto alle dieci chiedendomi se doveva passarmi a prendere e non aveva risposto nulla quando gli avevo detto che sarebbe passato Dylan. 
Ero davvero molto stanca, stavo seduta ad uno dei tavoli a riposarmi, quando sentii un rumore provenire dallo sgabuzzino. 
Mi alzai e andai nel retro del ristorante: forse avevo riposto male una delle scope nel ripostiglio ed era caduta. Era piuttosto buio e male illuminato il retro del ristorante. Sentii un brivido salirmi lungo la schiena. 
Un po' incerta aprii la porta dello sgabuzzino. Buio pesto. Tirai la catenella che accendeva la lampadina appesa al soffitto e me la ritrovai davanti. Rebecca Jones, pallida e sporca di terriccio sul viso, le orbite completamente bianche, vestita di un camice bianco da ospedale. Mi prese per le spalle e gridai. 
Una botta forte al ginocchio. Mi accorsi di essere caduta dalla sedia. Capii di essermi addormentata sul tavolo del ristorante. Avevo solo sognato. Terrorizzata e dolorante mi rialzai, aggrappandomi al tavolo. Improvvisamente sentii bussare con forza alla porta d'ingresso. Urlai di nuovo. Era Rebecca, era venuta a bussare come nel mio sogno!
"Sono io" sentii gridare da di fuori. La voce di Dylan!
"Claire, mi senti? Sono Dylan!"
"Sì, Dylan, arrivo!" gli gridai di rimando. Corsi ad aprire la porta e appena gli fui davanti lo abbracciai, saltandogli letteralmente al collo.
"Wow, che entusiasmo!" esclamò lui ridendo.
"Ho fatto un sogno orribile, Dylan, l'ho sognata di nuovo! Ho sognato che era nel ripostiglio delle scope e mi aveva presa per le spalle! È stato.. è stato terribile!" piagnucolando, stringendomi a lui e nascondendo il naso nel suo giubbotto di pelle. Mi sentivo come una bambina terrorizzata che si stringe al papà dopo aver fatto un incubo.
"Stai tranquilla, Claire, era solo un brutto sogno. Ora è tutto finito, è passato. Ci sono io con te, ora sei sveglia" mi tranquillizzò lui, accarezzandomi con dolcezza i capelli.
Mi staccai leggermente da lui, così che ci ritrovammo faccia a faccia. Era inevitabile che succedesse, eravamo troppo vicini, potevo sentire il suo respiro sul mio viso. Dylan si avvicinò lentamente a me fino a che i nostri nasi si sfiorano. Rimase così, senza muoversi, per qualche secondo, poi io annullai la distanza tra di noi baciandolo. Lui mi strinse a sé e io mi sentii finalmente al sicuro.
Non dovevo più avere paura: c'era lui con me adesso, l'incubo era finito.

Salve a tutti! So di essere mancata per un bel pezzo, purtroppo a causa di impegni e mancanza di ispirazione avevo mollato tutto, ma ora sono finalmente riuscita a terminare la storia e sono pronta per aggiornarla con costanza! Ringrazio chi leggeva già questa fanfic e chi la legge ora per la prima volta, se vi piace seguitela e se vi va di lasciarmi un commentino sappiate che a me fa tanto piacere. Ciao tutti e un bacione!!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: TheMadHatter16