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Autore: Milady Silvia    03/08/2018    0 recensioni
Continuano le disavventure di Marin e Chris.
Link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
"26 prompts challenge: prompt 13/26: Febbre: 1 Aumento della temperatura del corpo dovuto a cause patologiche || fig. una f. da cavallo, molto alta.
Parole: 700.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'L’amante del malvivente '
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FEBBRE

 

Nell’angolo della stanza c’era un trono d’oro, dai cuscini di raso rosso decorato da dei bottoni d’argento.

La luce filtrava dalle finestre dai vetri colorati.

Chris stava in piedi davanti a un letto in baldacchino, decorato come se il legno fosse fatto di pietra lavica.

Marin aveva il viso arrossato, gli occhi gonfi gli bruciavano e il naso gli gocciolava. Scalciò le coperte e cercò di mettersi in piedi, ricadendo pesantemente sul letto.

 “Sei stato in coma per parecchio, ti sei svegliato per miracolo. Un abbassamento delle difese immunitarie era il minimo” sussurrò Chris.

Prese una pezzuola da dentro una ciotola di cristallo colma d’acqua e la posò sulla fronte del malato.

“Non posso lasciarmi fermare da una cosa del genere” borbottò l’esecutore.

< Persino in queste condizioni il suo odore mi dà alla testa. Sono sempre più convinto non possa essere una persona normale, ma un ‘mio’ raro tesoro… Una parte di me vorrebbe rimanere qui steso a lasciare che si occupi di me, magari per ottenere qualche altro atteggiamento di favore più in là.

Solo che non posso! > pensò.

Cercò nuovamente di alzarsi, vedeva la stanza leggermente sfocata.

Una delle pareti era tinteggiata di grigio e v’era dipinta la statua della libertà, un’altra era completamente nera con incastonato una titanica testa di leone d’argento.

Chris lo afferrò per le spalle e lo spinse, obbligandolo a stendersi di nuovo.

“Resta giù” gli intimò.

Marin ghignò.

“Uh. Da quando hai affilato le zanne e sfoderato gli artigli?” chiese. La sua voce era rauca e sentiva un dolore all’altezza della gola.

 

“Fai davvero uno strano ‘effetto’ sugli uomini del capo, ma ben poco su di me” ammise Minerva. Scosse lentamente il capo con un movimento teatrale.

“Non ho mai fatto colpo sulle ragazze” ammise Chris.

Minerva si appoggiò al lavandino di marmo, dai rubinetti d’oro.

“Finalmente un motivo in più per vantarmi con quegli altri idioti” disse, accendendosi una sigaretta.

“T’interessa la loro stima?” domandò Chris.

“Neanche un po’, ma voglio che capiscano che questo ruolo me lo sono meritata senza bisogno di rinunciare a ciò che sono” ribatté Minerva.

Chris osservò la benda che le copriva l’occhio.

“Una presa di posizione?” domandò. Tossì sentendo il fumo della sigaretta di lei pungergli le narici.

“Se vuoi metterla così. Per me è semplicemente ribadire che la mia fedeltà è assoluta e la mia mano ferma nonostante sia nata con un seno. Non temo i loro pregiudizi, ma voglio distruggere quelle loro sciocche idee.

Non sopporto che degl’imbecilli lavorino per il boss” ribatté Minerva.

“Puoi insegnarmi a farmi rispettare?” la pregò Chris.

La donna lo spintonò e Chris rischiò di cadere con un gemito.

“Non credo tu possegga il carattere necessario alla cosa. Fatti furbo, continua a nasconderti dietro la toga” lo derise lei.

Chris si rimise in piedi e si sporse in avanti, serrando i pugni.

“Ti prego. Lo voglio fare anche per ‘lui’, per restargli accanto” la supplicò.

“Un miracolo per il boss? Posso provare” disse Minerva. Estrasse un contenitore di gomme e glielo porse.

“Grazie” rispose Chris, prendendone una.

 

“Chiamali artigli, zanne o come vuoi, ma non ti affaticare. Se la febbre sale ancora diventerà pericoloso” disse Chris secco. Recuperò il lenzuolo e l’adagiò su Marin.

“Mi sento inutile! Voglio alzarmi… Poi come dovrei fare per andare in bagno?” brontolò Marin.

“Potresti affidarti a me” rispose Chris. Allungò la mano e prese quella dell’altro nella propria.

“Come un cazzo di peso morto?” ringhiò Marin, rabbrividendo al contatto.

“No, come una persona che si fida di me” disse Chris, guardandolo fisso negli occhi.

Marin gli strinse la mano e lo trasse a sé, facendolo cadere sul letto.

“Bah. L’unica cosa è che almeno così ti avrò intorno più spesso. Non mi dispiace così tanto” disse Marin.

“Pensa positivo, così potrai anche controllarmi meglio” sussurrò Chris, stendendosi accanto a lui.

“Ti guarderei a vista anche dalla tomba. Dannazione, gli affari non si gestiscono da soli” brontolò Marin. Chiuse gli occhi, sentendo il respiro di Chris e la pelle gelida di lui, rispetto alla propria in preda alla febbre.

< Però non è così male, dovrei ammalarmi più spesso > pensò.

< Sei tornato a respirare, per ‘noi’ > pensò Chris, sorridendogli.

   
 
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