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Autore: daphtrvnks_    03/08/2018    4 recensioni
Periodo Edo/Tokugawa.
Il popolo cinese sotto il dominio della dinastia Ming inizia la sua conquista nella regione del Kantō, nel sud del giappone.
Vegeta, erede della signoria Satsuma chiederà aiuto ai Daimyō per creare un esercito in grado di fermare l'avanzata nemica.
Insieme a lui il suo miglior amico Kakaroth, generale e samurai di alto grado.
Due donne entreranno a far parte della storia dei valorosi guerrieri cambiando così il corso del loro destino.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sussurri e bisbigli, nella grande stanza fuori dalla corte dell'imperatrice giapponese i Daimyō più importanti della regione si erano riuniti segretamente per discutere sull'avanzata cinese che stava colpendo le terre del sud. 

Seduti sul tatami finemente cucito in paglia e leggeri filamenti di canna sorseggiavano silenziosamente il sakè in tazze di porcellana, le geisha al loro fianco con le labbra tinte di rosso ed il viso pallido come la neve portavano loro compagnia servendo graziosamente l'alcol. 

‘Metterò a disposizione 13.000 dei miei guerrieri!'

Aveva urlato il daimyō della grande città dell'Ovest, gli altri continuarono proponendo i loro samurai al servizio dell'impero. 

'Si dice in giro che la figlia dell'imperatore cinese sia scappata, una cosa da matti!'

Un altro aveva cambiato discorso tenendo la piccola mano della sua geisha preferita rivolgendole un piccolo sorriso carico di malizia, i capelli neri della donna cadevano dolci sulle spalle, la sua bellezza eterea aveva fatto invidia alle mogli dei signori ma lei, strafottente com'era, preferiva passare le sue serate a far colpo sui ricchi uomini.

'Una ragazza giovane, dicono, doveva essere promessa in sposa al figlio di Meisho, si pensa che la fanciulla non fosse d’accordo.' 

Osò parlare una delle maiko per poi abbassare lo sguardo e rimanere in silenzio.

Un sospirò uscì dalle labbra dell'erede della signoria Satsuma nel paese del mare meridionale, uno dei luoghi in quel momento attaccato dall'esercito cinese.

Giovane e dal fisico scolpito il ragazzo alzò lo sguardo verso la donna che un momento prima aveva proferito parola, diversa dalle altre spiccava per la sua particolarità. 

I capelli turchesi raccolti in un'acconciatura sostenuta da dei kanzashi dorati, la loro forma elegante e raffinata si abbinava al kimono cremisi decorato da lunghi fili argentati che variavano in piccole figure concentriche e fiori.

Strinta sulla vita una fascia blu legata a fiocco sulla schiena.

Gli occhi limpidi come il cielo riflettevano la luce calda delle lampade ad olio brillando come stelle, la bellezza travolgente e la sua voce vellutata avevano scosso l'animo del nobile provocandogli brividi che solo l'eccitazione alla battaglia gli faceva provare.

Torniamo al punto del discorso, ho urgente bisogno di un esercito e sono pronto a pagare quantità d'oro in abbondanza. Non voglio quei sporchi cinesi sulla mia terra a portare distruzione e morte alla mia gente.' 

Il tono fermo e deciso portò silenzio, i signori dello stato feudale annuirono in approvazione delle sue parole e dopo un'ultima tazza del liquido trasparente si alzarono inchinandosi in segno di rispetto e saluto tornando nelle loro dimore, la maiko rimase lì senza seguire il suo cliente, ancora seduta e col capo abbassato, le belle iridi ferme sul tatami e le piccole mani sulle ginocchia coperte dal tessuto in seta.

‘Perché rimani?' 

Aveva sussurrato, si avvicinò lentamente trascinando la veste indaco appena abbassata sulle possenti spalle rivelando così il petto ambrato disseminato da tagli e ferite ormai cicatrizzate. Il respiro caldo del moro scosse l'esile corpo della più piccola, in risposta ella alzò il viso tenendo in ogni caso lo sguardo sul pavimento.

'Hai paura?' 

Continuò provocandole solo tremori ed una palpitazione accelerata, scosse il capo lasciando così scivolare sulle guance rossastre ciocche dei suoi crini scappati alla presa dei suoi fermagli.

'Bene. Com'è che vi chiamate? Sempre se le vostre belle labbra vogliano farmi beare della vostra soave voce.' 

Riuscì con quelle semplici parole a farla sorridere avvampando così nella sua anima un fuoco. La bocca della diciassettenne si schiuse pronta a parlare ed a ubbidire alla sua richiesta.

Non fu capace di pronunciare neanche un suono che la sua attenzione fu presa dall'ombra che fuori dalla stanza veniva riflessa sulle pareti di carta, perplessa cercò di capirne la provenienza notando soltanto in essa i tratti di un'armatura simile a quella dei samurai. 

L'altro seguì il suo sguardo alzandosi in uno scatto ed avvicinandosi alla porta aprendola senza indugio, guardando da dietro il suo fisico ben allenato, coperto solo dalla veste leggera e tipicamente estiva della sua terra d'origine ebbe un sussulto. 

'Che diamine ci fai qui?!' 

Sentì sussurrare da lui con una certa insistenza, quasi furioso ed alterato dalla presenza di quel nuovo individuo. 

'Poco mi interessa se eri in buona compagnia.'

Seguita da quella nuova voce intravide lo sguardo curioso di quell'uomo appena più alto del nobile e con una capigliatura singolare e troppo esagerata. 

'Kanagawa è stata attaccata nuovamente, la sua famiglia lì non è al sicuro. Ho radunato gli uomini necessari ed ho già avvertito l'imperatrice della mia assenza, si parte domattina alle cinque. Ci aspetta un lungo viaggio, signore.' 

Il tutto fu seguito dal suo inginocchiamento al cospetto del più grande che sbuffando gli ordinò di alzarsi.

'Ci conosciamo da una vita, evita queste stupide formalità Kakaroth. Ora sparisci, ho di meglio da fare.' 

'Bello spassarsela con una maiko ancora vergine!' 

Aveva urlato il guerriero ricevendo soltanto un’occhiataccia dall'altro che senza perdere altro tempo aveva richiuso la porta ritornando dalla turchina.

'Anche io provengo dalle prefetture del sud.'

Aveva parlato la ragazza senza nessun preavviso provocando soltanto nell'uomo un'espressione confusa, ritornò al suo fianco versando nella tazza un altro po' di sakè ed ingurgitandolo senza fatica, ansioso e nervoso per le sorti della sua famiglia preferiva bere che mettersi a dormire.

'Come ci siete finita qui?' 

Sbottò appena curioso passando la lingua sulle sottili labbra impregnate dell'amara sostanza.

'Mia madre era una Geisha della regione del Kantō, mi ebbe con un migrante europeo e prima che il mio vero padre potesse scoprire di aver avuto una figlia venni mandata qui.

Voi siete Vegeta della signoria Satsuma, vero? Ho sentito parlare di voi per delle missioni nel contrastare le avanzate cinesi nel Kansai.'

Ridacchiò ascoltandola portando i palmi delle mani sul pavimento e sostenendosi tenendo gli occhi fissi sulla dea davanti a sé. 

'Qui presente, le voci corrono veloci da quel che ho capito. Possibile che nessuno non abbia ancora acquistato la vostra verginità? Sembra quasi sprecata…' 

Mormorò sottovoce concentrandosi maggiormente sulle sue forme, dal seno prorompente alla vita accuratamente fasciata. Senza ritegno in quel momento avrebbe pagato fil di quattrini per poter fare suo simile gioiello

'Prima che ciò accada voglio andare via da qui. Non voglio concedermi a chi paga la somma più alta, voglio essere io a decidere e nessuno potrà fermarmi.' 

La prepotenza e sicurezza delle sue parole fece scattare nel nobile una certa attrazione già abbastanza accentuata.

Chiuse le palpebre rimanendo in silenzio, il destino delle Geisha era segnato a fuoco, difficile scappare da tale sorte ma se ciò che la ragazza voleva era scappare, senza problemi, l'avrebbe aiutata. 

Forse era l'alcol a parlare o il semplice desiderio di poterla possedere, non controllò la sua bocca che ormai le aveva fatto una promessa.

'Ti aiuterò. Domani mattina verrai con me, in cambio però concedimi la possibilità di acquistarti. Sarai libera e sicura al mio fianco.' 

Non poté vedere l'espressione dalla fanciulla ma immaginò il suo bel sorriso in quella promessa che ancora non sapeva se poter realmente realizzare. 

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Il sole non era ancora comparso sotto le nuvole cariche di pioggia che imponenti sovrastavano la grande corte, il loro colorito grigio e le mura alte e possenti rendevano angusto quel luogo pieno fino all'orlo di segreti e bugie. 

Il gran generale dell'esercito, figlio ed erede del samurai Bardack, stretto e fedele compagno del nobile Vegeta della famiglia Satsuma restava seduto sul suo tatami fuori dalla stanza, ammirando estasiato ciò che la natura aveva da offrirgli con il suo vento e l’aria pesante e fresca che dava inizio ad una lunga giornata.

Già completo della sua solita armatura unita da corde in ferro ed i grandi stivali in cuoio aspettava, impaziente, che i soldati si riunissero e con loro anche il suo amico, nonché capo.

I capelli ribelli con la loro folta chioma nera si muovevano finendo spesso davanti ai suoi occhi onice, ma poco importava, nella sua mente un piano dettagliato si era formato impedendogli di dormire, per cui verso le quattro e quaranta di quel mattino di fine settembre si era ritrovato a dover fare i conti con la sua infinita intelligenza, il quale caparbia gli impediva di riposare decentemente. 

La sua fedele amante stretta nella fodera in pelle, la mano sinistra serrata sulla impugnatura disseminata di smeraldi e rubini di una vecchia conquista del padre nella vicina Corea, il silenzio regnava sovrano e con un sospiro il bel guerriero dalla pelle ambrata ragionava.

Mancava poco e poi dopo quel viaggio e la sanguinosa guerra sarebbe ritornato per sposarsi e mettere su famiglia. 

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I cavalli sfrecciavano come fulmini, superando correnti e fitte foreste, senza sosta tra le steppe e le praterie, tenendo sopra le loro selle con gli stemmi della famiglia reale i guerrieri.   

Vegeta aveva portato con sé la vergine ed a Kakaroth, nome che gli fu assegnato dopo esser divenuto un vero samurai al servizio dell’imperatrice, ciò non diede fastidio. 

La responsabilità non era sua e da quello che aveva intuito l'altro aveva grandi progetti per la ragazza.

Il confine era stato superato da ore ed oramai erano nel tanto agognato paese del mare meridionale, una regione basata sulla pesca ed agricoltura che vantava nelle doti dell'arte della seta e della spada.

Aveva notato l'alchimia tra i due che sullo stesso stallone bianco si scambiavano sguardi complici e strani sorrisi, da quel che gli aveva accennato prima di partire l'aveva comprata ad un prezzo davvero considerevole e la geisha che serviva aveva tentennato parecchio prima di lasciarla tra le sue mani. 

Non gli parve strano, infatti, quando dopo essersi accampati per la notte in una dei piccoli villaggi lungo la costa che avessero deciso di condividere la stessa tenda lontano da sguardi indiscreti, dal canto suo era rimasto davanti al focolare con lo sguardo fisso al cielo e le nubi che lentamente si erano portati dietro dal loro lontano regno.


//Yay!

In una notte di fine luglio mi è venuto in mente di scrivere questa nuova fanfiction, perciò rieccomi qui! Premetto già da adesso che la realtà e appena appena distorta, già dal fatto che la Cina nel periodo edo non ha mai cercato di conquistare il giappone, insomma, ci sono fondi di verità ed elementi invece completamente inventati da me! In ogni caso spero che questo prologo vi incuriosisca, alla prossima!

-Daph

  
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