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Autore: paige95    03/08/2018    7 recensioni
Quante volte è necessario toccare il fondo per poter rialzarsi più forti di prima? E quante volte è necessario attraversare il buio per raggiungere una luce che nemmeno si sapeva potesse esistere?
Riscoprire l’amore nei momenti più delicati può essere il miglior modo per affrontare le difficoltà e le incomprensioni.
In questo clima nascerà, inaspettatamente anche per loro, l'amore tra Pan e Trunks, proprio quando entrambi avranno bisogno di dare una svolta alla loro vita e di comprendere meglio se stessi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Trunks, Un po' tutti, Videl | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inverno – Sentimenti sommersi



 
La spessa coltre di neve aveva coperto gran parte di Satan City, rendendo totalmente inagibili molte vie e uffici che si trovavano in zona. Quella tipica giornata di inverno rendeva grigio persino ogni pensiero, solo il bianco e soffice manto innevato illuminava, impedendo alla sera di scendere in anticipo.  
 
Non fece ovviamente eccezione l’università in cui Gohan lavorava e Pan studiava ormai da qualche mese, anch’essa era chiusa e ciò aveva consentito ad entrambi di prendersi almeno un giorno di riposo. In realtà a cogliere con piacere quella giornata burrascosa fu solo Pan, perché suo padre, al contrario, non abbandonò il suo lavoro, stando comodamente seduto al tavolo di casa sua. La ragazza, appena maggiorenne, era stata incoraggiata da Gohan verso una brillante carriera, eppure lei, forse vittima della giovane età, aveva altre idee per la mente. Pan lo accusava spesso di essere tale e quale a sua nonna e preferiva di gran lunga confidarsi con suo zio Goten, che ai libri non rivolgeva lo sguardo neppure per sbaglio. La passione di Pan restava senza ombra di dubbio il combattimento e in questo suo nonno Goku di certo la sosteneva, anche se purtroppo solo teoricamente a causa delle volontà di Gohan.
 
Più sua figlia cresceva più il giovane Son non riusciva ad anticipare le sue mosse e i suoi pensieri, stava diventando per lui peggio del libro più incomprensibile che avesse mai letto. Lui voleva solo il bene di Pan, ma lei per prima continuava a non comprenderlo e si ostinava a non accogliere i saggi e amorevoli consigli di suo padre. Proprio per queste ragioni il rapporto tra padre e figlia si era trasformato in una sfida continua e di conseguenza si era incrinato senza che loro realmente lo volessero. Gohan aveva messo da parte tutta la comprensione, che sarebbe dovuta essere essenziale per gestire una figlia che stava, volente o nolente, crescendo e Pan aveva dato libero sfogo alla sua sfrontatezza, che si ergeva come un muro di difesa contro suo padre.
 
In quella fredda e cupa mattina Gohan dovette accendere una piccola lampada per svolgere in modo più agevole il suo lavoro. Fu proprio quella fioca luce ad indicare l’ombra della ragazza che stava passando accanto a lui. Il padre la vide di sfuggita scendere le scale, passargli davanti con disinvoltura ed avviarsi verso la porta. Gli venne del tutto spontaneo distogliere l’attenzione dalla pila di esami che stava correggendo per posarla infastidito sulla figlia.
 
“Ehy, signorina, dove credi di andare?”
 
Pan si bloccò appena prima di varcare la porta e con un’espressione palesemente scocciata si voltò verso di lui, sicura di quale sarebbe stato l’argomento del rimprovero.
 
“Non penserai che resti chiusa in casa per due fiocchi di neve, vero?!”
 
Gohan la squadrò con fare autoritario, era stufo dell’impertinenza di sua figlia e provocarlo arrivato al limite della sopportazione era senza ombra di dubbio una pessima idea.

“E invece tu resti dove dico io, oggi non è il caso di uscire”
 
La ragazza incrociò le braccia al petto e sbuffò voltandosi dall’altra parte. Forse Pan era consapevole che continuare ad essere ribelle davanti alla volontà del padre avrebbe semplicemente indurito l’atteggiamento di Gohan nei suoi confronti.
 
“Come se potessi comandarmi qualcosa!”
 
Gohan non aveva accettato quell’ennesima sconsiderata risposta e si era alzato per far valere le sue ragioni e farsi rispettare.
 
“Pan, non ti permettere mai …”
 
Videl, ormai abituata a quei continui scontri su ogni possibile argomento, rassegnata, aveva continuato a sbrigare le sue faccende ed entrò in soggiorno come se nessuna discussione fosse in atto. Si sedette sul divano e senza degnare il marito di uno sguardo lo riprese con pacatezza.
 
“Basta, Gohan, non puoi tenerla prigioniera tutto il giorno, lasciala uscire”
 
Guardò la moglie sconvolto e il fatto che lei per prima mettesse in discussione la sua autorità con una tale leggerezza lo infastidì, tanto che si tolse persino gli occhiali per comunicare meglio a sua moglie il fastidio che gli aveva provocato quella sua considerazione. Fu tutto inutile però, perché Videl proseguiva tranquilla a piegare alcuni vestiti.
 
“Se si ammala, la curi tu”
 
“È una sayan, Gohan”
 
“Una mezza sayan, anzi, meno di mezza”
 
“A me sembra che abbia tutte le carte in regola per esserlo”
 
Pan, silente spettatrice di quello scambio di opinioni tra i suoi genitori, iniziò a spazientirsi per quel contrattempo.
 
“Scusate se vi disturbo, ma posso uscire?”
 
“Certo che non puoi!”
 
Gohan, ancora più irritato, aveva urlato contro la figlia, ma, in netto contrasto con l’atteggiamento del marito, Videl cercò di distendere il clima, così si rivolse a Pan con un sorriso.
 
“Vai, tesoro, ci vediamo più tardi”
 
La ragazza non se lo fece ripetere e uscì arrabbiata dalla porta, mentre Gohan, ignorando ormai il comportamento scontato della figlia, fissò contrariato la moglie.
 
“Gohan, qual è il problema?”
 
La guardò per infiniti secondi prima di rischiare di risponderle nuovamente in modo sgarbato. Di certo non era nervoso per colpa sua, ma a farlo innervosire era stata una pesante situazione che ormai perdurava da tanto tempo. Si sedette demoralizzato, sotto lo sguardo vigile della donna,  accanto a lei e, senza nemmeno guardarla, provò pacatamente a spiegarle ciò che lo turbava.
 
“Mi sembra di non riuscire più a … la sento distante, Videl”
 
Interruppe finalmente i suoi lavori casalinghi e si preparò ad affrontare quella conversazione con il marito, che forse avrebbe finalmente alleggerito un difficile periodo di contrasti.
 
“Nostra figlia sta solo crescendo, sono normali le incomprensioni ed è normale sentirla un po’ più distante”
 
Si voltò dolcemente verso di lei.
 
“E se fossi io il problema, se non fossi in grado di comprenderla come dovrei invece fare?”
 
“Io non credo, Gohan, credo piuttosto sia un problema comune a molti genitori”
 
“La vorrei sempre proteggere e vorrei il meglio per lei … ma sono troppo protettivo, vero?”
 
Videl gli sorrise, preferiva di gran lunga quel Gohan, il dolce ragazzo di cui si era innamorata e non il padre autoritario e intransigente. Era convinta che fosse quella la sua vera versione e la rabbia fosse dovuta in parte al suo essere sayan e in parte all’amore che provava per sua figlia che lo spingeva a proteggerla sopra tutto e tutti.
 
“Sì, lo sei, amore. Anche se non è una sayan completa, resta pur sempre tua figlia e fossi in qualche malintenzionato non oserei proprio avvicinarmi a lei. Gohan, cerca di essere meno professore a casa e sono certa che tu e Pan andrete d’accordo”
 
Si alzò, raccogliendo i vestiti piegati e dandogli, prima di allontanarsi da lui, un sentito bacio sulla tempia, strappandogli un piccolo sorriso.
 
∞∞∞
 
Suo padre aveva ragione, il freddo era pungente e volare consentiva a quell’aria gelida di penetrare maggiormente nelle ossa. La ignorò, non voleva dargliela vinta, non voleva che lui vincesse quella sfida, dopotutto era grande e sapeva badare a se stessa. Era esattamente ciò che suo padre non capiva, visto che la trattava perennemente come una bambina e forse la trattava anche peggio dei suoi studenti, pretendendo da lei sempre di più, sia a casa che all’università.
 
I suoi tormenti si placarono quando riuscì ad avvertire un’aura familiare a pochi metri da lei. Aumentò la velocità ignorando il freddo tagliente e in pochi secondi raggiunse suo nonno mentre tirava contro l’aria una serie di pugni sopra una fitta distesa di neve a pochi centimetri dal suolo. Pan per annunciarsi scelse il modo sbagliato, tentò di parare un pugno sferrato deciso dal nonno. Goku non riuscì a bloccare quel forte fendente in tempo appena prima che colpisse la nipote, comparsa all’improvviso davanti a lui. Non aveva fatto in tempo nemmeno a percepire l’aura della ragazza e la colpì in pieno petto, perché lei era troppo debole per difendersi e lui non aveva misurato la sua forza convinto di non avere davanti alcun avversario.
 
“Pan!”
 
Corse immediatamente verso dove l’aveva involontariamente scagliata non appena si rese conto di ciò che aveva fatto. La neve aveva attutito la caduta, ma il colpo lo aveva subito del tutto.
 
“Piccola, ehy, come stai?”
 
Pan guardò il nonno senza la reale voglia di rimettersi in piedi.
 
“È tutta colpa di papà, nonno, non mi consente più di allenarmi e pretende che io apra i libri prima di potermi battere con qualcuno. Mi sono indebolita ed ora non riesco più a parare nemmeno un pugno”
 
Goku tirò un sospiro di sollievo per non averle fatto veramente male e chinandosi accanto a lei provò a tranquillizzarla.
 
“Tesoro, quel pugno era forte, mi stavo esercitando convinto di non avere davanti un reale avversario”
 
“Nonno, non eri neppure trasformato in super sayan”
 
L’avrebbe voluta allenare lui stesso, ma suo figlio non avrebbe mai approvato, ne era certo.
 
“Credo che la nonna ci abbia messo lo zampino, Pan”
 
“Lo so, ha trasformato papà in un cervellone ed ora chi ci rimette sono io”
 
Goku gli allungò una mano per aiutarla ad alzarsi con un grande sorriso stampato in volto.
 
“Abbattersi non serve a nulla, piccola”
 
La giovane si alzò demoralizzata, ma determinata ad ottenere ciò che desiderava.
 
“Nonno, mi alleni? Ti prego, papà non capisce che sono una sayan”
 
“Mezza sayan”
 
“Anche meno di mezza, secondo lui”
 
“Ha ragione”
 
“Ti prego, nonno, non ti ci mettere anche tu! Io voglio diventare forte come te, perché non me lo consentite?!”
 
Non sapeva più come convincerla a lasciare perdere, era una battaglia che non avrebbe perso solo lei, ma anche lui se si fosse messo in mezzo cercando di far ragionare Chichi e Gohan.
 
“Pan, tu non puoi diventare forte come me, tua nonna e tua madre sono terrestri, ricordi?”
 
“Questo non c’entra niente, anche papà è un mezzosayan, eppure è forte. Mi stai mentendo!”
 
“Pan, fidati di me, è una pessima idea”
 
Si alzò dal suolo di qualche centimetro ancora più arrabbiata di prima e stavolta nemmeno da chi avrebbe garantito l’appoggio sembrava arrivare un aiuto.
 
“Da quando ti importa cosa dice la nonna sugli allenamenti?”
 
“Tesoro, stiamo parlando di te, non di me e sono i tuoi genitori a dover decidere per te, non io”
 
“Pensavo mi avresti capita, papà non ragiona!”
 
Gli voltò velocemente le spalle e spiccò il volo senza dargli la possibilità di terminare quella conversazione in altro modo.
 
“Pan, aspetta!”
 
Lei non lo ascoltò e in compenso un’aura familiare comparve alle spalle del sayan. In quel momento non fu per nulla gradita, necessitava solo di riflettere in silenzio e in solitudine.
 
“Kaaroth, le stai spudoratamente mentendo, la ragazza ha ragione”
 
“Grazie, Vegeta, lo so anche io che se le fosse concesso potrebbe diventare molto forte, ma voglio solo che soffra il meno possibile”
 
Vegeta lo affiancò osservando Pan sparire a tutta velocità tra le nuvole ancora cariche di neve.
 
“Il problema è Gohan?”
 
“Sì, e pare che prima o poi io debba parlare a mio figlio, anche a costo di prendere una sfuriata da mia moglie”
 
“Non ti invidio, sai, Kaaroth?”
 
“Nemmeno io mi invidio … ma posso sapere perché sei qui?”
 
“Bulma ti vuole alla Capsule Corporation”
 
“Per cosa?”
 
“Per un problema ben più grande di quello di tua nipote”
 
Goku dimenticò Pan per un istante ed iniziò ad elaborare le parole di Vegeta.
 
“Che genere di problema?”
 
“Non lo so di preciso, io non me ne intendo, Bulma mi ha detto solo di cercarti e dirti di raggiungerla in laboratorio”
 
Il sayan, incitato dal suo rivale, lanciò solo un’occhiata nel punto in cui Pan era sparita per poi spiccare anch’egli il volo seguito dal principe.
 
∞∞∞
 
Tornò infuriata, talmente tanto da sbattere la porta e portare nell’atrio qualche fiocco di neve ribelle e svolazzante. Videl a quel rumore si affacciò dalla cucina perplessa.
 
“Pan?”
 
La ragazza non ascoltò la madre e si fiondò su per le scale. Il caso volle che qualcun altro di poco gradito stesse scendendo. Gohan si bloccò all’improvviso per non scontrarsi con la figlia. I due si fissarono per interminabili secondi, ma, prima che una nuova aria di sfida potesse incombere, dei grossi lacrimoni solcarono il viso della giovane, lasciando il padre spiazzato. Pan lo oltrepassò di corsa con l’evidente intenzione di rimanere sola. Ripresosi dalla sorpresa, realizzò i passi leggeri della moglie salire qualche gradino per venire nella sua direzione, evidentemente aveva percepito anch’essa il pianto della figlia.
 
“Gohan, mi hanno stufata i modi che usi con Pan”
 
“Videl, non ho detto nulla, non so perché sia scoppiata a piangere”
 
La moglie gli lanciò un’occhiata diffidente e gli passò accanto per raggiungere la camera della ragazza. Aprì lentamente la porta per non turbarla più del necessario e la trovò rannicchiata sul letto a piangere disperata. La donna si avvicinò e si sedette con delicatezza accanto a lei. Dalla posizione della figlia le venne spontaneo accarezzarle la fronte sudata dal pianto per provare a tranquillizzarla. Pan, nonostante tenesse gli occhi chiusi e le mani sul volto, riconobbe il dolce tocco materno.
 
“M-mamma, aiutami”
 
“Sono qui, tesoro, calmati”
 
Lo sguardo di Videl cadde sul petto della ragazza e, allarmata, senza conoscerne l’origine, le scostò le braccia per esaminare meglio i lividi che si intravedevano dalla scollatura della sua maglietta.
 
“Pan, ma che hai fatto?”
 
La figlia guardò anch’essa il suo petto confusa, non sentiva alcun male in quel punto, il cuore le doleva sicuramente di più e per circostanze differenti di un semplice pugno.
 
“È stato nonno Goku”
 
“Cosa??”
 
“Mi ha colpita involontariamente”
 
“Non avrete combattuto spero”
 
La madre era allarmata per quella notizia.
 
“E anche se fosse?”
 
“Tesoro, per favore, papà …”
 
Videl sapeva che l’unico modo per ripristinare l’armonia in quella casa era assecondare il volere di Gohan, che a parere dell’uomo era la scelta migliore per la figlia e il suo futuro.
 
“Mamma, mi ha stufata, io non sono più una bambina e decido io quello che è giusto per me”
 
“Pan, devi cercare di capirlo, lui vuole solo che prendi la decisione giusta per te stessa”
 
“Ed io da chi vengo capita, mamma?! Il nonno per colpa sua non mi vuole più allenare”
 
“Tesoro mio, io ti capisco”
 
“Dovrebbe capirmi papà, visto che è un sayan. Se lui ha abbandonato il combattimento, dedicandosi all’ambito accademico, non significa che debba farlo anche io”
 
Videl non sapeva più come convincerla a riporre l'ascia di guerra e cercare un punto d’incontro con il padre.
 
“Pan, che ne diresti di riscoprire il tuo lato più umano? Potresti ricrederti e scoprire che l’università potrebbe piacerti, infondo potresti fare nuove conoscenze”
 
La figlia la guardò allibita, certa che sua madre la conoscesse veramente molto poco, forse almeno tanto quanto suo padre.
 
“A differenza sua io non rinnego le mie origini”
 
“Nessuno ti chiede di farlo”
 
Pan fissò offesa la madre, prima di voltarsi dall’altra parte del letto.
 
“Tesoro, ti curo quel livido”
 
“Mi sono messa in mezzo credendo di pararlo e se non sono riuscita è sempre colpa di papà che non mi ha permesso di allenarmi”
 
“Di chi sia la colpa non mi importa, Pan, ora lasci che io ti curi quel livido”
 
La figlia si voltò verso di lei dispiaciuta per aver trattato male l’unica persona che in quel difficile periodo cercasse di mediare anche se con difficoltà tra le opinioni della figlia e quelle del marito. La preoccupazione nella voce della madre le aveva mostrato quanto avesse riversato su di lei le sue frustrazioni.
 
“Mamma, io non volevo …”
 
“Tesoro, lo so” le allungò le braccia come se fosse ancora una bambina e la aiutò ad alzarsi “Proverò a parlare con tuo padre, non ti prometto nulla, ma cerco di farlo ragionare. È chiaro che il bene che prova per te lo stia accecando”
 
Pan si buttò tra le braccia di Videl, che non indugiò neppure per un istante a stringerla forte a sé. Lo sguardo della ragazza da quella posizione cadde su Gohan, che, appoggiato allo stipite della porta, aveva seguito buona parte della conversazione.
 
“Papà”
 
Le due sciolsero l’abbraccio e si voltarono entrambe verso di lui.
 
“Il nonno ti ha colpito?”
 
Il tono dell’uomo era dispiaciuto e non sembrava affatto arrabbiato, ma Pan trovò opportuno giustificarlo anche davanti a lui.
 
“È stato solo un incidente, non abbiamo combattuto, anzi, gli ho chiesto se poteva allenarmi, ma lui si è rifiutato, perché conosce la tua opinione”
 
“Bene, sono contento che abbia rispettato la mia volontà. Ti ha fatto molto male?”
 
Stavolta fu Videl ad intervenire per alleggerire la tensione, rivolgendosi al marito.
 
“È solo un graffio, niente di serio, ora ci penso io, Gohan. Esci così la posso medicare”
 
L’uomo l’ascoltò e serio acconsentì, uscendo e richiudendo la porta alle sue spalle.
 
“Mamma, papà non accetterà mai quello che desidero”
 
“Pan, tu sei già fortissima, altrimenti avresti ben altre ferite dopo un pugno di Goku, non credi? Papà deve solo accettarlo che, con o senza allenamenti, questa sei tu ed è giusto che scelga tu la strada che ti appartenga di più”
 
Dopo tanto tempo, grazie alle rincuoranti parole della madre, sul viso della ragazza si dipinse un piccolo sorriso.

 


Ciao ragazzi!
 
Questa storia è pensata per descrivere come nascerà l’amore tra Pan e Trunks, ma quello romantico, come avrete potuto notare da questo primo capitolo, non sarà l’unico amore ad essere messo in discussione. Il tutto verrà intrecciato da una trama principale che metterà sicuramente tutti in difficoltà.
 
Nella speranza di riuscire a tenere insieme tutti i pezzi del puzzle, se vi va, vi do appuntamento al prossimo capitolo 😊
 
Baci
-Vale


 
   
 
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