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Autore: paige95    06/08/2018    3 recensioni
Vi sono piccole e grandi vicissitudini per una giovane coppia, ma qualcosa potrà sconvolgere profondamente la loro vita.
/La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia/
Dedicata con tanto affetto a HarryPotter394 e Longriffiths
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Viaggio di nozze

 





                                                                                                               


 
Il freddo pungente di fine dicembre non aveva affatto fermato Ron, il mare in inverno era troppo bello per non pensare di trascorrere gli ultimi giorni di quel tormentato 2003 su quella calma riva. Le voleva regalare quella luna di miele, che mille vicissitudini non avevano ancora acconsentito. Si meritava molto di più per tutta la pazienza che aveva avuto e per aver creduto fino in fondo nel loro amore, ma Villa Conchiglia restava come sempre la migliore scelta, la pace e la tranquillità regnavano sovrane e l’unico rumore che si sentiva nei paraggi era il pianto della sua bambina che rivendicava le dovute attenzioni. Era esattamente ciò di cui entrambi necessitavano, quella quiete dopo la tempesta li avrebbe aiutati a lasciarsi quel sofferto passato alle spalle per pensare solo al meraviglioso futuro insieme che li attendeva. Mentre tutta la famiglia Weasley era riunita a Londra per dare insieme il benvenuto al nuovo anno, Ron ed Hermione avevano deciso che quella adorata confusione potesse aspettare, avevano qualche mese da recuperare in serenità e volevano cominciare finalmente la loro vita insieme come si conveniva con la piccola Rose.

Se ne stava beatamente sulla riva a giocare agli Scacchi dei Maghi e gli sfuggiva un sorriso ogni volta che la sua piccola Rose lanciava qualche gridolino, che non lo deconcentrava affatto, anzi tutto il contrario. Avrebbe desiderato trascorrere così ogni singolo istante della sua vita, godere di ogni singolo attimo della crescita della sua bambina e di ogni singolo secondo condiviso con la sua giovane sposa. Per colpa sua Hermione aveva trascorso dei momenti orribili, si sentiva in colpa e per qualche giorno desiderava portarla lontana da Londra e da tutti i casini che in quei mesi aveva sfiorato. Forse non avrebbero salutato l’anno ormai terminato insieme alla grande famiglia Weasley, ma loro necessitavano solo di qualche attimo dedicato a loro e alla loro neofamiglia e di salutare insieme e per sempre quell’anno che li aveva messi così tanto alla prova. Allo stesso tempo però quella disavventura aveva sicuramente insegnato loro più di quanto avrebbero sperato, il loro amore era decisamente più forte di qualsiasi incomprensione e di qualsiasi errore.
 
Il tramonto era ormai prossimo a scendere. La tipica luce rossiccia donava ai capelli di Ron sfumature più chiare e ignorando totalmente il gelo di quella sera, che, essendo inverno, scendeva prima del tempo, proseguiva concentrato la sua solitaria partita. Era quella la scena che la ragazza si trovò davanti agli occhi non appena ebbe varcato la soglia di casa. Sapere che suo marito era solamente a qualche passo da lei la rasserenava, sicuramente qualche mese prima non ci avrebbe mai creduto e tanto meno sperato. Era così gradevole la sensazione che provava, talmente tanto che, nonostante il flebile sole di dicembre non battesse più sulla piccola spiaggetta, lei avvertiva un’aria mite accarezzarla e cullarla, l’aria del mare contribuiva a mitigare il clima e a farla sentire a casa propria anche se erano distanti da essa svariati chilometri. Avvolse le spalle in un pesante scialle per evitare di ammalarsi e si avviò verso di lui a passo deciso.
 
Un dolce contatto sulla schiena attirò l’attenzione di Ron e subito dopo sentì una stoffa morbida infondergli calore. Gli venne spontaneo afferrare la mano della ragazza che giaceva ancora sulla sua spalla, allo stesso modo in cui ad Hermione veniva spontaneo prendersi cura di lui. Alzò lo sguardo sulla ragazza in piedi accanto a sé e le sorrise per ringraziarla.
 
“Hai intenzione di ammalarti proprio l’ultimo dell’anno?”
 
“Per poi restare ammalato tutto l’anno? Non ci tengo, grazie per la coperta”
 
Hermione accolse la battuta del marito con un sorriso, per poi lanciare uno sguardo serio alla scacchiera.
 
“Ti sfido, Weasley. Se vinco, rientriamo al caldo”
 
“Allora hai voglia di rimanere ancora qua fuori, perché è chiaro che vincerò io”
 
Si sedette di fronte a lui con risolutezza, quella provocazione la rese ancora più determinata sul suo obiettivo. Hermione diede le spalle al mare e cercò di ignorare la brezza gelida che ne proveniva.
 
“Hermione, ma fai sul serio? Non ricordo nemmeno l’ultima volta che hai preso in mano una pedina. E poi, tesoro, ti ricordo che gli scacchi sono i miei, da chi credi che prenderanno ordini?”
 
“Zitto e gioca, Ronald” osservò concentrata la scacchiera e fece la sua mossa “Pedone in D2”
 
Il pedone si mosse di un paio di caselle, lasciando il ragazzo diffidente sulle reali intenzioni della moglie. Voleva forse prendersi la rivincita su di lui per qualche ragione? Le ragioni di certo non le mancavano e questo lo preoccupò parecchio.
 
“E ci dovevi anche pensare? Era la prima mossa, Hermione, era del tutto scontata, una valeva l’altra”
 
Alzò lo sguardo su di lui solo per rimproverarlo e avvertirlo.
 
“Se il tuo scopo è quello di deconcentrarmi, non ci riuscirai”
 
Poche volte l’aveva vista così agguerrita e guarda caso lo diventava sempre con lui, così preferì fare la sua mossa senza aggiungere altro.
 
“Pedone in H7”
 
Hermione tornò seria a concentrarsi sulla scacchiera e osservò con attenzione la pedina muoversi verso di lei. Si strinse maggiormente lo scialle attorno alle spalle e tentò di riflettere lucidamente sulla sua prossima mossa, nonostante il freddo le stesse attraversando le ossa, di certo però l’orgoglio le dettava di non gettare la spugna prima del tempo e lasciare cadere quella scommessa. Era diventata improvvisamente molto seria e lo diventava sempre di più ad ogni turno, tanto che Ron iniziò a preoccuparsi che gli scacchi non fossero gli unici suoi pensieri
 
“Amore, sei sicura di stare bene?”
 
L’evidente preoccupazione del marito la portò ad alzare lo sguardo su di lui e subito un sorriso si dipinse sul suo volto per stemperare la tensione che involontariamente aveva creato.
 
“Benissimo, Ron, non avrei potuto chiedere di meglio da questo ultimo dell’anno, anzi da questo primo ultimo dell’anno in cui siamo sposati” non perdendo il suo spensierato sorriso tornò con lo sguardo alla sua strategia di gioco “Pedone in B2”
 
Faceva una certa fatica a concentrarsi sugli scacchi, quando di fronte a lui c’era proprio sua moglie, bellissima con i capelli inondati dalle sfumature vermiglie del cielo. Attese qualche istante per poi alzare perplessa lo sguardo sul ragazzo.
 
“Ron, tocca a te”
 
“Sì, scusa”
 
Si sbrigò a fare la sua mossa, provocandole un ennesimo sorriso causato dall’imbarazzo del marito per essere stato sorpreso ad ammirarla con amore. Di quel passo, Ron ne era sicuro, lei, con la sua sola presenza, lo avrebbe deconcentrato provocando la sua sconfitta.
 
Continuarono a giocare per almeno un quarto d’ora. Come aveva previsto, la ragazza gli stava dando del filo da torcere e lui di certo non si sarebbe mai aspettato di non avere in mano la vittoria sicura proprio contro lei che aveva sempre odiato gli Scacchi dei Maghi. La prossima mossa di Hermione era piuttosto delicata, la partita ormai era giunta alle ultime battute e lei, prima di annunciare le coordinate, ci rifletté qualche secondo in più del normale.
 
“Hermione, qualcosa ti preoccupa?”
 
A quelle parole la ragazza sfoggiò un grande sorriso soddisfatto.
 
“Dovresti essere tu preoccupato. Torre in C4” entrambi osservarono la pedina avvicinarsi pericolosamente al re, appena prima che Hermione annunciasse trionfale la sua vittoria “Scacco”
 
Ron guardò perplesso la partita concludersi con la sua sconfitta.
 
“Come accidenti hai fatto a battermi?”
 
“Mai sottovalutare l’avversario, tesoro, specie se quell’avversario è tua moglie”
 
“Quindi mi stai dicendo che hai stregato gli scacchi per vincere, giusto? Ti prego dimmi di sì, sarebbe meno umiliante”
 
“Umiliante, Ron, sarebbe se io prendessi in mano una scopa e ti battessi a Quidditch”
 
Il ragazzo la fissò spaventato, sperando di aver capito male.
 
“Ma a te non piace volare, giusto?”
 
Hermione rise, sapeva di aver toccato le giuste argomentazioni.
 
“Potrebbe essere una delle tante voglie che mi sono venute in gravidanza e che non ho potuto soddisfare per ovvie ragioni”
 
“Stai scherzando, vero? Io sono certo che hai sempre odiato volare”
 
Si sporse in avanti oltre la scacchiera per provare a dare qualche spiegazione a Ron, divertita per il risvolto che aveva preso la conversazione.
 
“Ecco, vedi, Ron, una cosa che non conosci delle donne è che molto spesso in gravidanza finiscono per amare o odiare cose che prima non amavano o odiavano. E se queste voglie non vengono soddisfatte finisce che rimangono e potrebbero ricadere anche sui figli”
 
Il marito la fissò spaventato, quella rivelazione lo aveva palesemente scioccato.
 
“Che altro non ho soddisfatto quand’eri incinta?”
 
Aveva solo un modo per non scoppiargli a ridere in faccia, lo baciò riuscendo così a soffocare le risate. Ron non aspettava altro da quando quella partita era iniziata. Peccato che Rose con il suo esigente pianto pensò di rompere quella romantica atmosfera.
 
“Non è normale portarsi dietro i figli in luna di miele, Hermione”
 
“È tutta colpa tua, Ronald, tua figlia è un pozzo senza fondo come te”
 
Si alzò, avviandosi decisa verso la porta, ma il ragazzo fu più veloce, la prese per la vita e la costrinse a sedersi sulle sue gambe.
 
“Ronald, tua figlia piange, finiscila”
 
“Io non sento più nulla, credo abbia smesso”
 
Nemmeno Hermione sentiva più la sua bambina piangere, ma ciò contribuì solo ad allarmarla, non a rasserenarla, quindi i tentativi di baciarla di nuovo furono bloccati prontamente da lei.
 
“Ron, invece di fare l’idiota, ti consiglio di rientrare, abbiamo preso anche troppo freddo e non credo tu voglia passare il resto della luna di miele a letto”
 
“Dici a letto?! Tesoro, sarebbe una splendida idea! Purché insieme, s’intende”
 
Hermione alzò gli occhi al cielo esausta, mentre stavolta fu Ron a divertirsi.
 
“Io ho sposato un bambino, vero? Perché in questo momento sei più infantile di tua figlia che non ha nemmeno 4 mesi”
 
All’improvviso Ron cessò le risate e lanciò lo sguardo meravigliato oltre la ragazza, che lo fissò perplessa.
 
“Hai ragione, Hermione, Rose è molto più matura di me”
 
“Cosa??”
 
Anche la ragazza si voltò nella stessa direzione del marito e ciò che vide sorprese lei stessa.
 
“Rose!”
 
Si alzò allarmata senza che lui la fermasse per andare a recuperare la figlia che era uscita in autonomia e stava gattonando spensierata sulla spiaggia. Quando la raggiunse la bambina era impegnata ad accarezzare con la piccola manina una tomba a loro familiare. Hermione indugiò qualche istante a prenderla in braccio, anzi si chinò sulle ginocchia e si tolse lo scialle dalle spalle per coprire Rose.
 
“Piccola, hai intenzione di ammalarti?!”
 
Non l’aveva però lasciata indifferente il punto della spiaggia in cui si trovavano, il marmo freddo su cui le manine di Rose scivolavano l’avevano commossa. Probabilmente se non fosse stato per Dobby, che riposava su quella spiaggia ormai da qualche anno, loro non si sarebbero mai sposati e la loro bambina non sarebbe mai nata. Hermione la prese in braccio e Rose le sorrise spensierata, ignorando gli occhi lucidi della ragazza, la quale ricambiò il sorriso della sua piccola. La gioia di Rose si allargò quando anche Ron le raggiunse e porse alla moglie anche la sua coperta per tenere maggiormente al caldo la bambina. Anche lui lanciò un’occhiata alla lapide e mille emozioni gli invasero il cuore, probabilmente le stesse che avevano sfiorato sua moglie. La voce rotta di Hermione riportò la sua attenzione su di lei.
 
“Sarà meglio rientrare, Ron”
 
Poteva leggere negli occhi del ragazzo i pensieri che gli erano passati per la mente, allo stesso in modo in cui lui riuscì a comprendere la sua comprensione.
 
“Non aspettiamo la mezzanotte?”
 
“Sì, ma al caldo”
 
Si avviò verso la porta di casa senza concedergli il tempo di ribattere e a lui non rimase che prendere gli scacchi e seguirla dentro la Villa. Una volta dentro, Ron chiuse la porta alle sue spalle, posò la scacchiera, entrasse la bacchetta e la puntò contro il caminetto.
 
“Incendio”
 
Subito la legna iniziò ad ardere con un’unica fiammata, dopodiché posò la bacchetta e si avvicinò al camino per scaldarsi le mani. Non si era accorto quanto effettivamente facesse freddo sulla spiaggia prima che quel piacevole calore lo invadesse.
 
“Hai ragione, Hermione, c’è un gelo là fuori”
 
La ragazza però non gli rispose, era troppo concentrata sulla piccola che teneva stretta tra le braccia e osservava le sue palpebre calare, probabilmente quell’ambiente riscaldato conciliava il suo sonno.
 
“Hermione, mi hai sentito?”
 
“Fa’ silenzio, Ron, Rose si sta addormentando”
 
Il marito si sedette al loro fianco per nulla offeso ed iniziò a scrutare la bambina, mentre lentamente entrava nel mondo dei sogni, facendosi cullare dalle braccia della sua mamma e da quelle di Morfeo. Stringeva involontariamente le manine, una vicina al petto della ragazza e l’altra abbandonata nell’aria, così Ron d’istinto avvicinò le sue dita a quelle della figlia. Rose subito strinse l’indice del ragazzo.
 
“Sa che sono il suo papà e che le voglio bene, secondo te?”
 
“Sarebbe difficile il contrario, Ron, visto che le lo ripeti più volte al giorno da quando è nata”
 
“Già, è vero”
 
Ron sorrise imbarazzato allo sguardo di finto rimprovero della moglie.
 
∞∞∞
 
Le prime ore del 2004 non tardarono a trascorrere e la mattina giunse rapidamente. I coniugi Weasley però non si accorsero nemmeno dello scorrere del tempo e dell’arrivo del nuovo anno, perché quel piacevole clima caldo aveva favorito anche il loro inaspettato riposo. Quella quiete però cessò presto, perché il pianto di Rose svegliò di soprassalto Ron, che impiegò qualche istante per realizzare che fossero rimasti sul divano del soggiorno, visto che le finestre illuminate annunciavano l’imminente alba. Indugiò a muoversi quando si accorse che Hermione si era addormentata sulla sua spalla e la bambina piangeva disperata tra le braccia della ragazza. Provò a calmarla sussurrandole attentamente.
 
“Piccola, va tutto bene, non piangere”
 
Era ancora addormentato e non riusciva nemmeno a mettere bene a fuoco la figura di Rose che si divincolava, minacciando così di svegliare la madre. Non riuscendo nel suo intento, Ron tentò di non disturbare la moglie, recuperando delicatamente la bambina e iniziando a ninnarla.
 
“Dai, Rose, basta piangere, altrimenti svegli la mamma”
 
Hermione però si svegliò ugualmente al semplice tocco di Ron sulle sue braccia.
 
“Ha fame, Ron, è per quello che piange”
 
La ragazza si rivolse a lui flebilmente e delicatamente si alzò dalla spalla del marito invitandolo a passarle Rose. Ron indugiò per un istante.
 
“Tesoro, che aspetti, le do latte”
 
Il ragazzo continuò ad essere misteriosamente titubante.
 
“Non le puoi dare il latte con il biberon?”
 
“Perché, le vuoi dare tu il latte?”
 
“Posso?”
 
Hermione sorrise a quella amorevole richiesta e si alzò per accoglierla.
 
“Va bene, Ron, vado a prendere il biberon”
 
Il ragazzo rimase solo con la figlia, che nel frattempo aveva smesso di piangere e lo fissava con i suoi grandi occhi azzurri. Ron rimase ad ammirarla e a stringerla a sé nell’attesa della moglie. Era talmente piccola che si ripromise di proteggerla da qualsiasi genere di sofferenza possibile e immaginabile, anche dalle sue stesse assenze. Hermione non tardò a tornare e con un sorriso gli porse il biberon con del latte caldo, ma lui tardò qualche instante prima di afferrarlo.
 
“Tesoro, hai cambiato idea?”
 
“No, certo che no … scusa, stavo pensando”
 
Ron afferrò il biberon e la ragazza si risedette al suo fianco.
 
“A cosa pensavi?”
 
“Niente di importante”
 
Avvicinò il biberon a Rose e subito la bambina iniziò a succhiare il latte, allungando le braccine con l’illusione di riuscire reggere da sola il biberon. Hermione alzò leggermente il biberon per agevolare la bambina, quando notò che il marito era chiaramente distratto.
 
“Ron, così fa fatica”
 
“Sì, scusa, ci sono”
 
“Se vuoi le do io il latte, non è un problema”
 
“Continuo io, tranquilla, ora mi concentro”
 
La ragazza sorrise dolcemente davanti alla sua ostinazione, ma avvertì che qualcosa lo turbava.
 
“Ron, me ne vuoi parlare?”
 
“Di cosa?”
 
“Di quello a cui stavi pensando”
 
Di certo non le avrebbe dato altre preoccupazioni, ansie o nuovi motivi per pensare, voleva solo donarle una vita serena.
 
“Bè, tanto per iniziare ci siamo addormentati prima della mezzanotte”
 
“Vero, ma c’è dell’altro”
 
“Vorrei tanto che tutte le mattine fossero come questa, senza alcuna fretta di correre al Ministero e poter trascorrere qualche minuto in più con la mia famiglia”
 
“Ma se ci vediamo ogni giorno al Ministero!”
 
Si voltò verso di lei come se non avesse colto il reale significato delle sue parole, ma allo stesso tempo era riuscita a non toccare argomenti che ancora gli provocavano una certa agitazione per il futuro che li attendeva.
 
“Come se fosse la stessa cosa, vero, Hermione?”
 
“No, non è la stessa cosa, però ti ricordo che hai insistito tu che diventassi Ministro, quindi le responsabilità per me sono aumentate e questo toglie di conseguenza tempo alla nostra famiglia”
 
“Io però non sapevo fossi incinta!”
 
“Quando ho firmato quei documenti neppure io, ma, infondo, cosa sarebbe cambiato? Non mi avresti comunque incoraggiata ad accettare quella promozione?”
 
Ron rifletté qualche secondo prima di risponderle. Nello stesso istante Rose con la sua leggera forza spinse via il biberon per comunicare al padre di essere sazia. Ribatté alla ragazza gesticolando con il biberon in mano per essere ancora più convincente.
 
“Si, Hermione, ti avrei incoraggiata ugualmente, perché sapevo quanto fossi perfetta per quel ruolo e infatti ora a capo del Ministero c’è la strega più brillante della sua età e noi non potremmo chiedere di meglio. Grazie a te il Ministero della Magia è diventato una fortezza inespugnabile, non c’è un’irregolarità neppure per sbaglio”
 
“Hai finito di adularmi?” gli strappò divertita il biberon dalle mani “Pensa piuttosto a te e al tuo ruolo di padre”
 
“Perché, ho sbagliato qualcosa? Rose sembra felice”
 
“Hai solo rischiato di ustionarla, Ron. Non hai controllato che il latte non fosse bollente”
 
Il ragazzo tentò di ricordare, ma effettivamente sua moglie aveva ragione, peccato che però non lo avrebbe mai ammesso.
 
“Ho dato per scontato che lo avessi fatto tu, visto che mi conosci e sai che spesso, ma non sempre, sono distratto … questa comunque era una di quelle rare volte in cui non sarei stato distratto”
 
“Ed io dovrei crederti vero?”
 
Hermione lo guardò diffidente, convinta che gli stesse spudoratamente mentendo.
 
“Eh va bene, d’accordo, lo avrei dimenticato”
 
“Ah ecco, ora sei decisamente più credibile”
 
Appoggiò il biberon sul tavolino di fronte al divano e tirò su Rose dalle braccia di Ron per cullarla e favorire il suo sonno, visto che era appena giunta l’alba ed era decisamente troppo presto per i suoi poveri genitori iniziare a sfinirli con la sua vivacità.
 
“Porto Rose nella culla e poi ci mettiamo sotto le coperte” fece per andarsene, ma il pensiero di essere stata ambigua la riportò sui suoi passi “Per dormire, s’intende, è ancora presto e un letto è sicuramente più comodo di un divano”
 
“Certamente, lo avevo capito … però se nel caso dovesse succedere altro a me non dispiacerebbe affatto”
 
Sapeva di averla provocata, quindi come minimo si aspettava un qualsiasi rimprovero.
 
“So dove vuoi andare a parare, Ronald, e no, Rose è piccola e dopo quello che ho passato per averla, se permetti, mi prendo una pausa”
 
“Però avevi promesso, Hermione. Eravamo giunti ad un compromesso e avevamo parlato di due”
 
“Per l’amor del cielo, Ronald! Non siamo sposati nemmeno da un anno, ma che fretta hai?!”
 
Ron le sorrise quando vide che lei si stava chiaramente innervosendo. Si avvicinò a sua moglie e a sua figlia con spensieratezza e sfiorò le labbra della ragazza con un leggero bacio.
 
“Assolutamente nessuna, abbiamo tutta la vita davanti a noi”



 

Ciao ragazzi!
 
Scusatemi tanto se vi ho fatto attendere anche per questo ultimo capitolo ☹
 
Stavolta sono anche riuscita ad abbinare una piccola immagine al capitolo, anche per rendere un pochino più leggera una storia che in svariate occasioni è stata drammatica.
 
Con la speranza che abbiate apprezzato questa conclusione, vi ringrazio immensamente per aver seguito questa infinita storia, più per il tempo da me impiegato a scriverla che per il numero di capitoli. In particolar modo ringrazio coloro che l’hanno commentata, HarryPotter394, Longriffiths e Inzaghina, che con le loro gentilissime parole mi hanno incentivata a proseguirla e tutti coloro che l’hanno inserita nelle preferite, ricordate e seguite.
 
Un sincero grazie di cuore a tutti! <3
 
Baci
-Vale

 

   
 
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