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Autore: justhevidence    06/08/2018    0 recensioni
[Triple H]
One-Shot evoluta da un'idea che mi turbinava in mente da parecchio tempo.
Dal testo: Tutto, attorno a quel volto, si era fatto scuro, offuscato. La sua figura fluttuava nelle tenebre similmente ad un soggetto caravaggesco.
Si era vestito di un’incomparabile grazia.
Ma le sue iridi, cupe, erano intinte d’ingloriosa, putrida passione.
Questa non faceva che far risplendere il giovane di un’ingannevole, ma altrettanto luminosa purezza. Una purezza che implorava di essere dissacrata.

Kim Hyunah/Lee Hoetaek/Kim Hyojong
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Di respiri rubati e note di melassa.


Le iridi scure della ragazza, coperte da due artificiali anelli color ghiaccio, scorrevano pacatamente attraverso la stanza. Da diversi minuti scivolavano su persone e oggetti, permettendole di scrutare ogni più piccolo dettaglio raggiungibile dalla sua posizione.
Hui, suo malgrado, si sentiva come incapace di distaccare i propri, di occhi, da quella figura tanto concentrata; da quella pelle di ceramica, fragile e soffice al tempo stesso; da quel minuto neo sulla sua gota, un bacio d’indelebile inchiostro; e da quelle labbra piene, tinte d’un rosso sensuale, provocatorio.
In quel momento, il giovane avrebbe potuto giurare di sentire i propri pensieri combattere, urlargli contro l’estremo, intimo bisogno che provava per quella bocca e, in risposta, altre grida di protezione, che intimavano lui di rimanerne il più lontano possibile.
Continuava a carezzare ogni centimetro del viso di Hyuna con quel tocco impercepibile, rimanendo in silenzio mentre, al suo fianco, E’Dawn dissacrava la stessa angelica visione con i suoi occhi famelici, che parevano quasi annegare in desideri lussuriosi.
La giovane, segretamente compiaciuta da quella silente guerra fredda che aveva preso vita di fronte a sé, smise di studiare il locale – le luci soffuse e calde, i tavoli in legno scuro accompagnati da sedie e sgabelli con cuscinetti in velluti dai toni eleganti – non appena un cameriere alto e slanciato approcciò il loro tavolo a passo sicuro, il vassoio tondo in perfetto equilibrio sulla mano aperta.
Questo nominò, una ad una, le bevande ordinate dal trio, ponendole poi di fronte ad ognuno di loro con movimenti estremamente controllati. Portò, dunque, il vassoio dietro la schiena e s’inchinò, prima di dirigersi nuovamente verso il sontuoso bancone e riprendere a combinare e shakerare miscugli alcolici.
Hyuna si scostò i capelli, appena arricciati, dietro le spalle prima di stringere lo stelo del proprio flute tra le dita affusolate, alzandolo subito dopo.
“Propongo un brindisi”, affermò, posando lo sguardo sui volti dei due ragazzi. “Al Trio d’Acca più talentuose,” i suoi occhi incontrarono quelli di Hui, “provocatorie” ora quelli dell’altro compagno, “e sensuali” fece una breve pausa, concludendo poi “che abbia mai messo piede su questo pianeta”.
Portò il bicchiere al centro, mantenendolo alzato in attesa dei ragazzi, i quali la seguirono prontamente facendo tintinnare il vetro per sigillare in quel timido suono quanto da lei affermato.
Alla Triple H”, dissero all’unisono.
Portandosi il bordo del bicchiere alla bocca, la giovane allungò volutamente una gamba verso quelle di Hui, facendo incontrare alla pelle nuda del proprio polpaccio la stoffa leggera dei pantaloni del ragazzo, il quale sussultò quasi impercettibilmente.
L’irrigidirsi dei suoi muscoli sarebbe sfuggito a chiunque, ma non allo sguardo attento di lei.
In risposta, il ragazzo abbassò repentinamente lo sguardo e strinse i denti, trattenendosi inconsciamente dall’inspirare. Quel segreto contatto, per quanto avrebbe voluto poterlo negare, gli faceva ribollire il sangue nelle vene – quelle delle mani, se notate, l’avrebbero tradito anche all’occhio meno esperto; per un interminabile istante avrebbe potuto giurare di avere due mani strette al collo, la quale presa si faceva man mano più salda mentre Hyuna muoveva adagio la gamba contro il proprio polpaccio.
Si concesse un frettoloso sorso del proprio drink scuro e, come la ragazza avesse percepito tale gesto similmente a quello di un’innocente preda che si piega al proprio carnefice per concedersi ad esso nel proprio spoglio timore, ritirò la gamba, accavallandola elegantemente all’altra.
Hui, liberato da quell’immobilizzante morsa, riconobbe soltanto ora di aver mantenuto ogni muscolo del proprio corpo teso durante tutto quell’incontro avvenuto all’ombra del tavolo e scosse mollemente il capo.
Coglione.
Si morse la parete interna del labbro inferiore.
Presi alcuni respiri, avendo finalmente permesso al corpo rigido di ossigenarsi, alzò lo sguardo per guidarlo a E’Dawn, il quale rideva in risposta a qualcosa detto da Hyuna che, però, Hui non aveva colto. Sentiva le orecchie ovattate e persino le risa del compagno lo raggiungevano in toni distorti.
Coglione. Sai perfettamente come andrà a finire.
Si era trovato in situazioni affini a quella infinite volte e nessuna di queste si era conclusa positivamente. Almeno, non per lui.
Hyuna non era mai scivolata, mai aveva fallito nei suoi intenti. Erano sempre stati lui e il compagno a spofondare nel mortale oblio di velluti e ansiti in cui la ragazza li intrappolava.
S’insinuava abilmente nelle loro menti, sgusciava tra i loro desideri, li afferrava e li faceva suoi, collezionandoli uno dopo l’altro come trofei d’inestimabile valore. Quasi si trattasse di piccoli frammenti delle anime dei due ragazzi.
Quasi avesse percepito – per l’ennesima volta – i pensieri di Hui e non volesse trattenersi più a lungo ad ascoltarli, la ragazza, presa l’ultima sorsata del drink, si alzò – il corpo avvolto da un corto tubino nero dalle spalline sottili, il collo circondato da un collarino di velluto anch’esso nero particolareggiato da un piccolo pendente in perla al centro – e rivolse uno sguardo d’invito ad entrambi i propri compagni.
“Spero non vogliate lasciare questa damigella scatenarsi tutta sola sulla pista da ballo”, disse in tono scherzoso, senza aspettare però alcuna risposta prima di avviarsi al centro della sala ondeggiando lievemente i fianchi a tempo di musica, passo dopo passo.
“Hoetaek,” chiamò E’Dawn con entusiasmo, battendo i palmi sul bordo del tavolo per farsi leva, “andiamo a smuovere questo covo di larve”. Porse una mano al maggiore, il quale l’afferrò fermamente, pronto a seguirlo verso le poche persone che si muovevano timidamente sulla musica del locale.
Il biondo si voltò per un istante prima di raggiungere Hyuna, rivolgendo a Hui un genuino sorriso, il quale parve a quest’ultimo quasi trepidante all’idea di potersi divertire con i propri compagni e che gli strappò una sommessa ma altrettanto sincera risata.
E’Dawn si sistemò il baschetto, intrappolando il proprio labbro inferiore tra i denti e facendovelo scivolare attraverso mentre la compagna faceva loro segno di avvicinarsi maggiormente, mimando i gesti senza perdere un singolo conto della canzone. I ragazzi alzarono le braccia e, passatavi sotto, Hyuna diede le spalle al più piccolo dei due, il quale le cinse prontamente i fianchi con le mani – la presa sicura quanto i movimenti dei fianchi, che accompagnavano impeccabilmente quelli di lei, l’inguine contro i suoi lombi –, e allungò le braccia per raggiungere le spalle del secondo.
Le sue iridi aggrappate a quelle di lui, pronte a tenerle strette senza concedere via di scampo. Le punte delle dita a esercitare sempre più pressione sulle scapole del ragazzo – avrebbe potuto tracciarne i contorni ad occhi chiusi, seguendone la forma contro la seta in cobalto semi trasparente della camicia che indossava – in modo da incitarlo a minimizzare le distante d’un passo ancora, ed un altro, finché non fosse riuscita ad intrecciare le dita dietro al suo collo, liscio e tiepido al tatto.
Il respiro di Hui si faceva più breve ad ogni centimetro in meno a distanziarli.
Ad ogni fluido ondeggiamento una maggior limitazione dei movimenti della propria cassa toracica.
Mosse senza esitazione un braccio verso di lei, andando a posare la propria mano sulla sua vita e cancellando, così, gli ultimi millimetri che distanziavano i loro ventri.
Tremò nell’immediato a tale contatto. Una repentina scossa calda a percorrergli l’intera spina dorsale, facendogli increspare la superficie della pelle.
Avrebbe voluto abbadonarsi allo sguardo di Hyuna, che lo tratteneva a sé con un magnetismo ipnotico e inspiegabile, annegarvi dentro fino a perdere il fiato. Ma si costrinse a spostare la propria attenzione sul volto di E’Dawn.
Incontrò il suo sguardo cesio già pronto a legarsi al proprio e, d’istinto, portò la mano libera alla nuca del compagno con fermezza. Questo piegò appena il capo, facendo sì che il proprio zigomo aderisse quasi totalmente al pollice del maggiore, e alzò un’estremità delle labbra in un sorriso malizioso un frammento d’attimo prima di iniziare ad intensificare i movimenti dei propri fianchi. Hyuna lo seguì, compiaciuta, e così Hui.
Danzavano lasciando che i propri corpi si carezzassero l’un l’altro con estrema sensualità – le labbra di E’Dawn contro i capelli profumati di Hyuna e il suo viso carezzato dalle dita di Hui; la fronte di Hyuna a pochi millimetri dal naso di Hui, le quali labbra sfioravano quello di lei.
Corpi legati in un inscindibile, voluttuoso circolo.
Anime intrecciate tra loro da una silenziosa lussuria, cullate da note dolci e corpose al sapore di melassa.

 

***
 

Gli occhi della giovane, affamati, rimanevano incollati al viso del più grande dei ragazzi. Necessitavano di quella vista, ne erano attratti, tremendamente.
Ne bramavano i tratti con desiderio insaziabile. Insostenibile.
Il desiderio che provava per le sue labbra piene era talmente forte da farle male. Le molecole d’aria che le separavano dalle proprie le pizzicavano contro la pelle calda.
Tutto, attorno a quel volto, si era fatto scuro, offuscato. La sua figura fluttuava nelle tenebre similmente ad un soggetto caravaggesco.
Si era vestito di un’incomparabile grazia.
Ma le sue iridi, cupe, erano intinte d’ingloriosa, putrida passione.
Questa non faceva che far risplendere il giovane di un’ingannevole, ma altrettanto luminosa purezza. Una purezza che implorava di essere dissacrata.

 

***


Le dita di Hui s’intrecciarono vogliosamente tra i capelli corvini di Hyuna, la quale inclinò d’istinto il capo all’indietro. L’aria entrava e usciva dalle narici della ragazza a intervalli man mano più brevi e irregolari, andando a collidere sul viso accaldato di lui.
Le loro bocche, quasi ansimanti, non osavano incontrarsi.
Il moro strinse i denti.
Percepiva il sangue pulsare nelle proprie vene, ora visibilmente rigonfie, spinte contro la sua epidermide come a gridare in richiesta di una tregua.
E’Dawn, le dita tremanti per l’eccitazione, spalancò la porta dietro di loro e venne, poi, nuovamente travolto dai due compagni, i quali non tardarono a stringerselo contro – le dita di Hyuna ne circondarono il mento, stringendolo con delicatezza in modo da guidarlo a Hui.
Questo strinse la canotta del minore tra le dita – la foga guidava ogni suo gesto – e la strattonò con noncuranza, andando a scontrare le proprie labbra disperate contro le sue in un bacio pieno di bisogno.
Un lievissimo ansito sfuggì dalla bocca del più piccolo, che già dischiudeva le labbra per carezzare quelle del compagno con la punta della lingua.
Hyuna si avvicinò – prima ad uno, poi all’altro – per disseminare la superficie dei loro colli di famelici baci, interrotti di tanto in tanto da impulsivi ma soffici morsi. Le mani scorrevano bramosamente contro i petti dei compagni, alzando i tessuti delle maglie di ognuno mentre questi continuavano a spostarsi, nel loro passionale intreccio, verso la camera.
Raggiunta l’entrata, la ragazza si fermò improvvisamente, scaturendo reazioni di stupore in entrambi i ragazzi.
Restava immobile, non una parola – il petto ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente per il fiato corto – e riversava il proprio sguardo in quello di Hui.
Non si mosse per diversi istanti. Si sentiva come bloccata di fronte a quell’opera d’incommensurabile bellezza, tanto da perdere un battito in quella sua venerazione. Giurò di leggere, in quei suoi occhi color caffé, un velo di fragilità.
E, nel momento in cui se ne rese conto, si sentì tradita dalla propria espressione.
Per la prima volta, qualcosa le era scivolato dalle dita con la rapidità di una farfalla intrappolata tra le mani di un bambino e improvvisamente liberata.
Hui si sentì schiaffeggiato dalla nauseante pietà che i grandi occhi di Hyuna avevano sprigionato, anche se per un inafferrabile frammento di tempo, mentre lo osservava.
Si era spogliata di ogni sensualità.
Aveva lasciato crollare le pareti della lussuria, del piacere, della sensualità, ed era rimasta nuda davanti a lui. Coperta solamente da una flebile aureola d’immensa affezione.
Fu come un pugno allo stomaco.
Hui desiderò soltanto di poterglielo strappare di dosso.
“Hoetaek” sussurrò lei. La voce roca.
“Hyuna”, rispose piano, portando una mano sulla spalla di lei in una delicata carezza.
Catturò la sottile spallina del vestito della compagna tra le dita, prima di farla scivolare giù dalla sua spalla. E fece, poi, lo stesso con l’altra, muovendosi con più decisione, finché le clavicole di lei non furono liberate da quel minuscolo elastico nero.
Hyuna strinse, di slancio, la mascella di lui tra le dita – costringedolo con poca grazia a poggiarsi alla parete retrostante – e si abbandonò alle sue labbra in un sentito bacio, carico di passione. Bocche danzanti famelicamente insieme, fino a divenire un’unica entità.
Il ragazzo venne invaso da un’ondata calda, che gli percorse l’intero corpo.
La testa si era fatta leggera.
Il petto pesante.
Non avrebbe mai potuto averla.

Cinse con convinzione le spalle della compagnia e la spinse distante da sé, verso il compagno minore. Lei gli si avvicino e, strette le sue ciocche chiare tra le dita affusolate, premette le labbra contro le sue, più sottili di quelle del maggiore, ma più decise. I movimenti spregiudicati, irrispettosi.
E’Dawn riprese a muoversi verso il letto, seguito dalla ragazza.
Le tempie di Hui pulsavano sempre più insistentemente.
Sentiva un crescente orrore riempirgli il petto e, incontrato un’ultima volta gli occhi glaciali di Hyuna, abbandonò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Fuori da quelle mura, crollò a terra – rimase a quattro zampe, come un animale nel fango, sporco del peccato di aver letto qualcosa di fino ad allora tenuto accuratamente segreto. Di aver scrutato un’anima senza aver prima ricevuto il permesso.

Si trascinò sul divano, dove si lasciò cadere mollemente – le orecchie graffiate dal suono degli ansiti di piacere dei compagni proveniente dalla stanza vicina – e riuscì, finalmente, a prendere un profondo respiro.
L’aria fresca gli solleticò i polmoni, riempiendoli piacevolmente.
Trattenne con sé quella sensazione il più a lungo possibile, beandosi di tale piacevolezza.
L’acqua nel vaso di Hyuna non trabocca mai, si disse.
Mai una singola goccia.
Quella sera, si compiacque nel realizzare, però, lei si era distratta per un fugace istante, lasciando così priva di controllo la propria brocca. Ed era stato Hui a raccogliere la piccola goccia d’acqua che era riuscita a sfuggirne.
Distese le labbra in un sorriso finalmente rilassato.
Dentro il proprio petto, pensò, portava un intero giardino ricco di fiori appassiti i quali avrebbero accolto, d’ora in poi, ogni singola, minuscola goccia Kim Hyunah si sarebbe concessa di donargli.

 

 

Forse ti voglio bene. Forse ti voglio molto bene.
Ma proprio per questo sarà forse meglio che rimaniamo così come siamo.
Forse un uomo e una donna sono più vicini l’uno all’altro quando non vivono insieme e sanno soltanto di esistere, quando sono riconoscenti l’uno all’altro perché esistono e perché l’uno sa che l’altro esiste. E alla loro felicità questo basta.”

– M. Kundera, Amori ridicoli.

 

|One-Shot, 2331 words|

 

Author’s Corner.
Buon pomeriggio, anime lettrici.
Dopo l’ennesima, lunga pausa, mi sono rifatta pian piano strada tra le pareti del mio account qui su efp.
Non ero sicura se farmi nuovamente viva con questa os o meno, sopratutto per le news riguardanti i Triple H – ho finito di revisionare questa fic giusto due giorni prima che Hyuna e Hyojong ufficializzassero la loro relazione –, ma mi sono detta che, in fondo, si tratta semplicemente di un testo di fantasia come un altro. In più, tenevo l’idea con me da diverso tempo e non volevo fosse l’ennesima ad andare sprecata ;//;”
Rubo ancora qualche riga per dire che sono fiera di Hyuna e Hyojong per aver avuto il coraggio di confermare la loro relazione nonostante i “pericoli” del farlo in quanto idol e spero che riceveranno l’appoggio di cui hanno bisogno da coloro che tengono a loro, assieme al gruppo stesso perché sono degli esseri umani come altri e l’odio in situazioni simili è davvero ingiustificabile.
Detto ciò, grazie del tempo dedicato a questa lettura, fill the world with love ~
A presto,

justhevidence.

  
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