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Autore: Love00    07/08/2018    4 recensioni
Lottie è una ragazza che si trasferisce a Verona per lavoro. Sognatrice, amante di libri, cd e di tutto ciò che riguarda la bellezza della piccole cose, si ritroverà a scontrarsi con uno dei suoi amori liceali. Come reagirà la nostra protagonista?
Si riaccenderá quel sentimento che sembrava spento?
Cosa succederà a questi due ragazzi che per la volontà di forze innaturali si ritrovano ancora una volta a dover camminare sulla stessa strada?
Dalla storia:
"Dai Mirko, balla con me" dissi strusciandomi su di lui.
Mirko tentava invano di farmi tornare alla ragione.
"Lottie sei ubriaca fradicia e non farò ciò che se fossi in te non vorresti." continuava a ripetere.
"Che c'è Mirko, sei cambiato, eh? Non sei più quello di una volta. Prima non ti saresti fatto problemi. Sbaglio o avevi la reputazione di esserti fatto mezza città da ragazzo?" lo provocai guardandolo negli occhi. Il suo sguardo adesso era duro, ma potevo vedere anche delusione, tristezza in esso che mi lasciò spiazzata.
"Se almeno non vuoi tu, lasciami fare quello che voglio." dissi notando che un ragazzo continuava a guardarmi.
"Ripeto Lottie, non ti farò fare niente che tu non voglia veramente."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passate due settimane da quella fantastica serata. Eh sì, proprio fantastica perché da quel momento non c'era giorno in cui non mi svegliassi senza il sorriso. 

Mirko era diventato una parte molto importante di me stessa e la cosa, nonostante mi preoccupasse leggermente, mi faceva sentire terribilmente bene. 

Quella sera lo avrei fatto conoscere meglio alle mie coinquiline ed ero abbastanza agitata. Temevo che le due gli facessero troppe domande o che mettessero in imbarazzo me con qualche aneddoto improponibile.

La cosa mi agitava, ma mi faceva anche sorridere perché sapevo che nonostante tutto, Mirko si sarebbe trovato bene con loro e stessa cosa le ragazze. Anzi, ero quasi certa che avrebbero fatto comunella contro la sottoscritta. 

In quel momento, persa nei miei pensieri, mi trovavo nel mio ufficio fissando come una scema lo schermo del pc. Stavo per finire di tradurre l'ennesimo contratto noioso ma a colorare quei momenti di disperazione erano arrivati i ricordi dei giorni passati con Mirko. 

Qualche giorno prima mi aveva invitata a casa sua. Beh, casa...io l'avrei definita uno studio di registrazione a dir il vero. Vi erano tanti di quegli strumenti che addirittura alcuni neanche li conoscevo. Ricordo che c'era un ukulele, assolutamente sconosciuto per me, infatti pensavo che fosse una semplice "chitarrina" in versione minuscola. Addirittura pensavo che fosse un souvenir, ma quello lo tenni fortunatamente per me. 

Mirko si era proiettato verso una spiegazione di come si suonasse quell'affare e io dopo un po' avevo smesso di ascoltarlo perché i suoi dannati occhi mi distraevano troppo. 

Si illuminavano letteralmente. Si vedeva e si comprendeva a distanza di km che la musica fosse così importante per lui e la cosa mi fece tenerezza che non riuscii a non bloccare quella spiegazione in riguardo agli accordi dell'ukulele che a quanto sembrasse erano diversi rispetto una chitarra e al fine di bloccare quel fiume di parole, lo baciai. Ricordavo che lui ne rimase sorpreso tant'è che avevo temuto di aver fatto la cosa sbagliata. 

E invece, neanche due secondi, che il mio ragazzo si era ripreso e si era lasciato trasportare dalla situazione. 

Che strano definirlo "il mio ragazzo".

Se avessi detto alla Lottie quindicenne che un giorno sarebbe accaduto quel che accadde quella notte, non ci avrebbe mai creduto, oppure sarebbe svenuta dall'emozione. 

Chissà perché me la immaginavo svenuta, piuttosto che scettica. 

Quella sera io e Mirko facemmo l'amore. Oddio, non era stato come nei film, non me l'aspettavo minimamente in quel modo e la realtà mi aveva dato conferma. 

Ricordavo che la prima volta era stato un qualcosa di dolce da parte di entrambi, forse perché ancora nessuno dei due conosceva il corpo dell'altro, ma la seconda e quelle a venire erano state più passionali. 

Mirko era stato veramente carino, mi rispettava e allo stesso tempo mi indicava la via verso nuove conoscenze. 

Anche da altri punti di vista era così tra di noi. Lui sosteneva me e io lui. 

Mi ascoltava quando parlavo del mio lavoro, dei miei amici e di ciò che avrei voluto fare. E mi incoraggiava ad affrontare tutte le situazioni che mi mettessero timore. 

Mentre lui, parlava solo di musica, senza toccare molto altri argomenti. Credevo che avesse bisogno di tempo, ero certa che presto mi avrebbe raccontato più di sé. 

Io non avevo fretta e avevo tutte le intenzioni di tenermi accanto quella persona che mi faceva stare così bene. 

Speravo che la stessa cosa fosse per lui, non volevo illudermi o rimanere delusa. 

Ma la vita era anche quella, no? Affrontarla così come arrivava e se il vento era a mio favore, volevo cavalcarlo e vedere dove mi portasse. 

Ad interrompere quei miei lunghi pensieri era stato Daniele. 

Dal giorno della sua sbornia, ci eravamo rivolti poco la parola. Credevo che lui si vergognasse di essersi fatto vedere in quello stato. 

Io facevo finta di nulla, perché nonostante non lo avessi in simpatia, non lo vedevo come Anita, non lo vedevo vulnerabile. Semplicemente era una persona normale e doveva accettarlo anche lui che non era Mr perfezione come supponeva di essere. 

"Dimmi" lo invitai a parlare. Se ne stava sullo stipite della porta, quasi indeciso sul da farsi. 

Ma si vergognava così tanto? Cavolo, era stata solo una sbornia. 

"Uhm...a giorni ti scade il contratto, vero?" mi domandò facendomi sbuffare. Nonostante la mia vita sentimentale andasse bene, in campo lavorativo avevo dei problemi. Nonostante tutte le aspettative di un rinnovo di contratto, quest'ultimo non era mai arrivato e ormai mi stavo rassegnando all'idea di dover trovare dell'altro. La cosa mi agitava non poco, avevo qualche risparmio, ma quanto sarei riuscita a vivere con quelli? 

"Sì, non farmi pensare che non ho ancora ottenuto il rinnovo." sospirai. Quella situazione mi spaventava non poco. 

"Mmh, è strano. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Pensavo che già te lo avessero proposto" mi confidò sedendosi di fronte a me. 

"E invece no...non so che pensare" confessai sbuffando leggermente. 

"Dai, vedremo. Tranquilla" disse allora Daniele, incapace di dire altro. Sorrisi per la cortesia, ma odiavo quelle frasi di circostanza. 

"Sei venuto qui solo per questo?" gli chiesi allora dubbiosa. 

Cosa poteva mai fregargliene a lui? 

"No...in realtà io mi chiedevo..." tentennò per poi continuare. 

"Mi chiedevo cosa farai stasera..." disse alla fine sorridendo nervoso. 

Quella proprio non me l'aspettavo. 

Mi stava forse chiedendo di uscire? 

Oh mio dio...

Daniele, mr perfezione?

"Ehm...ho invitato a cena il mio ragazzo con le mie coinquiline" dissi alla fine, dispiaciuta per lui. 

Non sapevo nemmeno se avessi mai accettato in una circostanza dove Mirko non sarebbe stato all’interno della mia vita. 

Io e Daniele eravamo troppo diversi, non riuscivo a vederlo nemmeno come un pretendente. Ma proprio di nessuna donna, tanto meno della sottoscritta. 

Però mi dispiaceva per lui...

Se Anita avesse saputo della buca presa da Daniele, glielo avrebbe ricordato a vita. Povero...

"Ah bene" disse dopo attimi di silenzio. 

"Bene, ci vediamo allora. Buona serata" disse scappando via senza star a sentire il mio "anche a te" appena sussurrato. 

Non dovevo assolutamente lasciarmi scappare nulla con Anita. 


La sera arrivò e in casa aleggiava aria d'agitazione. Le ragazze volevano che fosse tutto perfetto, manco se stessimo aspettando il principe Harry d'Inghilterra. 

Al contrario io ero molto tranquilla, fremevo dalla voglia di rivederlo, non lo vedevo dalla sera precedente e il tempo sembrava non passare mai. 

"Ma volete stare tranquille? Andrà tutto bene, fidatevi" le rassicurai sorridendo. 

Allora quelle vedendomi così tranquilla fecero una faccia esplicativa. 

"Ci dici perché tu non sei in ansia?" mi chiese Cris. Effettivamente io e l'ansia eravamo un'unica cosa, un'unione indissolubile. 

"Non lo so sinceramente. Mi sento su una nuvola, mi sento leggera. Sono felice" affermai sorridendo ancora. 

Quel sorriso non riuscivo proprio a togliermelo dalla faccia. 

"Ma guarda Ros, qui qualcuno è proprio cotta!" esclamò poi Cris facendoci ridere tutte. 

"Che poi Cris, hai visto che ha abbandonato le sue felpe enormi?" le chiese indicandomi. 

Indossavo dei pantaloni a sigaretta neri e una camicetta, con delle inglesine ai piedi. Non pensavo di essere chissà che eleganza, stavo comoda e basta.

"Mmh, qui c'è qualcosa di strano. Secondo te l’avrà bruciata quella robaccia?" le chiese allora Cristina alzando un sopracciglio. 

"Hey, voi due! Ma la smettete di parlare come se io non fossi qui con voi?!" dissi innervosendomi. 

"Mi dovete ancora una spiegazione del perché siete contro le mie adorate felpe" sbuffai e misi il muso come una bambina. E tutto ciò fece sbellicare le due, che se la risero fin quando non suonarono alla porta.

Mirko era arrivato e il mio cuore batteva all’impazzata. Forse non ero così tranquilla come sembrava. 

Andai ad aprire la porta con il cuore in gola. Mi dissi di calmarmi e che sarebbe andato tutto bene, eppure un presentimento strano si faceva spazio nel mio stomaco. 

“Hei...” sussurrai non appena i nostri sguardi si incrociarono. Mai l’avessi fatto. Erano due calamite. Per staccarmi da quegli occhi avrei dovuto combattere una guerra. 

Quanto mi piaceva Mirko...

Indossava dei jeans e una maglia nera con una giacca color cuoio. 

Ma poteva essere così bello? 

Così dannatamente bello? 

Il momento in cui mi baciò la guancia come saluto e mi sorrise in quel modo come se alludesse qualcosa durò almeno un secolo. 

Sicuro si era reso conto che la sua bellezza mi devastava. 

Dopo essere entrato in casa, raggiunse le ragazze con nonchalance. 

Pensai che sarebbe stato bello avere anch’io tutta quella sicurezza che emanava lui. 

Ma io sapevo, sapevo che sotto quella facciata vi era un ragazzo, un uomo oramai, semplicemente dall’animo dolce. 

La serata, come mi aspettai, fu un successone. 

Mirko e le ragazze se la spassavano. 

Le ragazze avevano tirato fuori aneddoti su di me, come quella volta che bruciai il pollo o quando scambiai il sale con lo zucchero, ma il tutto risultò essere adorabile. Beh, sì, adorabile perché notavo che stava nascendo quell’affinità e quella complicità che mi trasmetteva gioia al cuore. 

“Tesoro...ti va di fare un giro?” mi chiese Mirko venuto da dietro mentre io ero intenta a rimettere in ordine la cucina. 

Mi abbracciò e io smisi di respirare. 

Sarei stata così a vita. 

“Uhm...devo finire qui prima” sussurrai stringendolo di più a me. 

“Ti do una mano!” esclamò allora lui, come se si sentisse in dovere. 

La cosa mi scaldò il cuore e mi fece sorridere. 

Ultimamente, nelle ultime settimane, il mio cuore sembrava più vivo che mai. 

Come era possibile tutto questo?

Era davvero questo l’effetto dell’amore?

Potevo definire amore tutto quello? 

“Ragazzi uscite pure!” urlò Cris dal salotto, quasi avesse previsto la situazione. 

“Ma sì infatti! Uscite e state un po’ soli, qui ci pensiamo noi.” aggiunse Rossella. 

Le raggiungemmo ed entrambe ci sorrisero quasi a convincerci. 

E beh, alla fine ci riuscirono. 

Quale occasione se non quella per svignarsela dalle faccende domestiche? 

Raccontai del mio pensiero a Mirko che scoppiò in una rigorosa risata. 

Quanto mi piaceva. 

“Allora? Dove mi porti?” gli chiesi allacciando la cintura di sicurezza. 

Lui fece lo stesso per poi mettere in moto. 

“Le porto le stelle, tesoro” disse con fare sensuale che non sapendo perché mi sentii arrossire. 

Dopo un po’ di strada, capii che mi aveva portato verso le campagne al fine di poter ammirare realmente un cielo stellato indisturbato dalla confusione e dalle luminarie della città. 

Scendemmo dall’auto e ci posizionammo sul cofano, seduti, intendi a guardare le stelle. Dovevo ammettere che quella vista era quasi irreale. Era impensabile che l’essere umano non sapeva godersi di quelle piccole meraviglie quali il cielo. 

Dopo poco, vidi Mirko prendere una coperta e due birre dai sedili posteriori.

“Ma ti eri programmato la fuga, dì la verità!” esclamai puntandogli il dito. 

Lui si sentì quasi offeso e alzò le spalle. Poi capii che in realtà mi stava prendendo in giro e che aveva realmente organizzato tutto. 

“Sei veramente eccezionale...” dissi baciandogli una guancia. 

“‘Mmh, lo so. Non potevi trovarti un ragazzo migliore di me” affermò facendomi alzare gli occhi al cielo. 

Gli diedi un bel pizzicotto che lo fece sussultare. La cosa mi fece ridere molto. 

Ci coprì entrambi con la coperta e poi mi passò la birra. 

“Vuoi far ubriacare la tua nuova ragazza?” gli chiesi ridendo.

“Naaah, so che almeno a questo resisti” disse alludendo a quella serata in discoteca. Ricordo che il giorno dopo mi ero svegliata in casa sua con un mal di testa assurdo senza ricordare nulla. 

Se ripenso a quei momenti mi sale l’imbarazzo a mille. 

Mirko mi sorrise dolcemente, forse intuendo i miei pensieri, e mi accarezzò la guancia senza dire una parola. 

Restammo abbracciati e in silenzio per non so quanto tempo. Ma non importava perché quello che contava per me, e speravo anche per lui, era stare assieme, nella nostra bolla a goderci le stelle.

Mi sentivo in un film, mi sentivo talmente bene che tutto il resto passava in secondo piano. Non importavano più le preoccupazioni per il lavoro, lo stress generale della settimana, importavamo solamente noi. Esistevamo solo noi con quel nostro piccolo momento. Poi, nulla aveva realmente importanza in quel momento. 

“Mirko...” ad un certo punto interruppi il silenzio per chiarirmi un dubbio.

“Dimmi Lottie” disse girando di più il busto verso me. 

“Senti una cosa...prima, quando ancora non ci eravamo dichiarati, ecco...” cominciai il mio discorso malato che, mi resi conto, mi rese abbastanza ridicola. 

“Perché sembrava che ti comportassi come se non ti importasse nulla?” alla fine glielo chiesi. Non riuscivo ancora a comprendere perché un momento prima era il Mirko dolce e quello subito dopo era il Mirko indifferente.

“In realtà Lottie, quel mio modo di fare è un modo per proteggermi. Sono consapevole del fatto che mi renda incoerente al massimo, ma non riesco a cambiare questo lato del mio carattere.” ammise guardandomi di sottecchi. Gli presi il volto nelle mani e fissai il mio sguardo nel suo. Poi gli spiegai: “non vergognarti o quello che è, guardami negli occhi quando mi parli di te, con me non devi avere timori o insicurezze, okay?” chiesi alla fine sorridendo. Lui mi sorrise a sua volta un po’ insicuro ma sincero.

“Ci proverò” rispose. 

“Allora? Da cosa volevi proteggerti? Da me? Assomiglio così tanto ad un animale feroce?” domandai scherzando. Forse la situazione si stava facendo troppo pesante e quindi un po’ di battute stupide, tipiche del mio umorismo, potevano risolvere la situazione. 

Lo sentii ridere e allora mi rilassai. 

“Quanto sei stupidina” disse con una vocina stridula che mi fece arricciare il naso. Si prendeva gioco di me, quando io volevo solamente aiutarlo. Bene, super, iper, mega fantastico.

Lui se ne accorse e allora decise di baciarmi la punta del naso. 

Quel gesto mi sorprese e speravo di aver saputo nascondere anche il fatto che a quel gesto il mio cuore si sciolse come se fosse del gelato. 

“Temevo di affezionarmi troppo Carlotta” disse serio, guardandomi negli occhi. 

Sentii il mio corpo tremare. 

“Perché temevi...? Che male ci sarebbe Mirko?” ebbi quasi il terrore a pronunciare quella domanda ma dovevo farlo. Volevo sapere. 

“Perché non voglio Lottie che un giorno io possa farti del male. Non me lo perdonerei mai...” sospirò appoggiando la fronte alla mia. 

“Oh Mirko...ma sei serio? Guarda che potrei essere io a farti soffrire.” 

Lui allora a quel punto si staccò e mi sorrise quasi sofferente. 

“Io non credo che riusciresti mai a farlo” 

Quella frase mi spiazzò. Non capii il motivo. Mi sentivo tanto vulnerabile, un fiore in mezzo alla tempesta. 

Ancora una volta Mirko decifrò alla perfezione il mio stato d’animo e mi accarezzò la guancia. Mi guardò e poi mi baciò in fronte. 

“Godiamoci tutti i momenti che la vita ci riserva assieme” e con quella frase nel mio viso si fece largo un sorriso così sincero e felice che quasi mi venne da piangere di gioia. 

Mirko nonostante le sue paure, i suoi timori, alla fine era venuto allo scoperto, si era dichiarato, aveva deciso di giocare e allora eravamo lì, a giocare insieme quella partita. Finalmente era sceso in campo. Adesso non giocavo più da sola, avevo lui che mi aiutava, che mi difendeva e avevo lui da aiutare e difendere. 

Avevamo noi da amarci. 

Avevamo noi di cui prenderci cura. 

Quella sera il mio cuore accettò a pieno il piano di vivere tutti i momenti che la vita ci avrebbe messo davanti. Insieme. 

Potevamo ritornare due sconosciuti anche dopo poco tempo rispetto quella sera, eppure non contava. Non contava perché ancora una volta, contava solamente il momento in sé. Non esisteva né il prima né il dopo. Solamente adesso.

Ed era in quel adesso che volevo continuare a vivere. 




Buongiornoo❤️ come state passando quest’estate? Spero bene! 

Scusate per la lunga attesa del capitolo...ma adesso sono qui! 

Spero veramente che vi piaccia e non risulti essere un capitolo troppo smielato. 

Abbiamo una Lottie che praticamente è sulle nuvole, nel vero senso della parola...quasi ahahahahahah 

Ripete più volte che è felice, ma quanto dura la felicità? Ve lo siete mai chiesti? 

Mirko, boh, è ancora il solito misterioso, eppure si nota che tiene molto a Lottie. 

Cris e Rossella sono veramente fantastiche a mio parere! Raccontare aneddoti mettendo in difficoltà la loro amica è veramente eccezionale! Ahahahahahahahahah 

Ma vabbè, questi sono miei pensieri, voglio leggere i vostri adesso! 

Mi siete mancati🙈💕

Ci sentiamo presto! 

Un abbraccio a tutti 🍭🦄🌸💕

  
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