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Autore: lmpaoli94    07/08/2018    1 recensioni
Sei donne.
Tutte diverse tra loro.
Ma c’è una cosa che unisce la loro amicizia: l’amore per i libri e per la lettura.
Ogni domenica si riuniscono nella biblioteca di una loro amica per discutere sul prossimo libro da leggere.
Ma in quei momenti, non perderanno occasione di parlare della loro vita e dei loro problemi di donne.
Genere: Commedia, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una domenica come tutte le altre.
Il sole faceva capo ad una giornata meravigliosa di primavera.
L’aria era fresca e piacevole.
Insomma, doveva essere una bella giornata a tutti gli effetti.
Sandra, una giovane donna di trent’anni, arrivò dinanzi alla libreria dove si riunivano le sue amiche.
«Sei in anticipo oggi» fece la titolare della biblioteca nonché sua amica «Sono appena le nove. Avevamo appuntamento alle dieci, giusto?»
«Sono voluta venire prima perché volevo fare una passeggiata in completa solitudine.»
«La vita di mamma è così stressante?»
«Puoi ben dirlo, Anita. Non hai più tempo per te stessa. Dal lunedì al sabato fatichi come una matta. E per di più, arrivi a casa con un marito che non ti aiuta minimamente e un figlio discolo che non vede l’ora di giocare con te.»
«Sembra la tipica cornice di una casalinga disperata… Ma ti dirò una cosa: coccolati tuo figlio finché è ancora piccolo.»
«Tu dici? Io non vedo l’ora che se ne vada di casa.»
«Tornando a noi, cosa vuoi parlare oggi?»
«Ho portato con me un libro che secondo me piacerà a tutte noi: Uccelli di Rovo.»
«È quella storia dove la protagonista si innamora di un reverendo nei prima anni del ‘900 in Nuova  Zelanda?»
«Esatto. L’hai per caso letto?»
«No. Non mi piacciono le storie d’amore che finiscono male.»
«Ma questa non finisce male!»
«Ah no? Se non ricordo male, Padre Ralph decide di seguire la via della chiesa invece del suo cuore…»
«Se sai questa cosa, vuol dire che l’hai letto.»
«Gli ho solo dato una sbirciatina…»
«E non ti piace minimamente?»
«Mi dispiace.»
«Uffa! Perché quando porto un libro non piace mai a nessuno?»
«Questo non è vero, Sandra. Ti ricordi quando hai portato “I ragazzi della Via Pal”? È stato un successo. E tutte noi l’abbiamo letto e ne siamo rimaste affascinate.»
«Davvero? Non mi avevate dato questa impressione…»
«Invece se ricordi, il mio libro che ha riscosso maggior successo è stato “Piccole donne.”»
«Lo devo sempre finire, sai?»
«E cosa aspetti?»
«Il tempo, Anita. È sempre quello che mi manca.»
«Giusto… Hai già fatto colazione?»
«Sì. Insieme alla peste di mio figlio.»
«Poverino. Non dovresti chiamarlo così.»
«Se cerchi un lavoro di baby – sitter, te lo cedo volentieri.»
«No, ti ringrazio. Il lavoro alla libreria mi impegna già molto.»
«Comunque se vuoi andare un attimo a fare colazione posso accompagnarti.»
«Non ce n’è bisogno. Mangerò più tardi.»
«Come vuoi tu.»
Mentre le due giovani donne parlavano felicemente tra di loro, una giovane donna con qualche anno in più di loro di fece avanti.
«Buongiorno, Simona.»
«Ciao ragazze. State uscendo?»
«Non più. Stiamo attendendo le altre» rispose Sandra.
Una volta tornate dentro, Simona si sedette sulla prima sedia che trovò.
«Sono stanchissima. Questa settimana è stato un vero supplizio» fece Simona massaggiandosi le caviglie.
«Troppo lavoro?»
«In ufficio siamo stati riempite di pratiche d’auto che tu non puoi nemmeno immaginarti. Ho bisogno delle ferie.»
«Delle ferie? Ma se sei stata più di tre mesi fa’ in Australia!»
«Se ci fosse state anche voi, sicuramente non vedreste l’ora di tornarci.»
«Può darsi. Ma la nostra vita è qui» fece Anita.
«Purtroppo…»
«Se tu ti fossi trasferita in Australia, il nostro gruppo delle lettrici non sarebbe più lo stesso.»
«Avete ragione, ragazze» replicò Simona ritrovando il sorriso.
«Allora, quale libro hai portato tu oggi?»
«Ecco qua.»
Anita e Sandra lessero la copertina con attenzione.
«Il libro della giungla? Ma Simona! Non siamo mica delle ragazzine!»
«E con ciò? Questo libro è adatto a tutte le età. Dai più piccoli ai più grandi.»
«Non so se mio figlio amerebbe leggere questo libro.»
«Grazie Sandra… Forse perché tuo figlio ha due anni e preferisce giocare alle macchinine o a qualcosa del genere?»
«Oppure rompere le scatole a sua madre» ribatté Anita sorridente.
«Ah ah ah. Simpatiche… Quando avrete anche voi un figlio, me lo saprete ridire.»
«Ok.»
«Io ho quarant’anni, ragazze. Non ci tengo più minimamente ad avere un figlio.»
«Ma Simona… Tiziano cosa ne pensa di questo tuo pensiero?»
«Se ne dovrà fare una ragione… La mia vita è stata splendida fino a questo punto. Non ho voglia di perdere ulteriormente tempo con uno o più marmocchi da accudire.»
L’indifferenza e la freddezza di Simona lasciò alquanto stupite le sue amiche.
«Se ti dessi mio figlio per un certo periodo, sono sicura che cambieresti radicalmente idea.»
«Tu che mi dai tuo figlio? Ma se non lo sopporti!»
«Forse in questo periodo… Ma prima era una vera gioia poterlo accudire.»
«Ecco, hai visto? È quando iniziano a diventare grandi che è un problema!»
«Ma se tuo marito ne volesse avere almeno uno?»
Simona squadrò con sguardo accigliato la sua amica Anita.
«Scusami… Non sono fatti miei.»
«Non mi piace che usiate la parola marito… Sembra che sia un uomo imprigionato a me… Preferisco che lo chiamiate compagno… E comunque ne abbiamo già parlato. Nemmeno lui vuole dei figli.»
Dall’espressione di Simona, si riusciva a capire che non stava dicendo la verità.
Le ragazze evitarono di insistere ulteriormente per non farla agitare o arrabbiare.
«Ma dove sono finite le altre? Sono quasi le dieci.»
«Vedrai che saranno qua a momenti.»
«Infatti ecco che sta arrivando Lucia.»
Con la sua chioma splendente e con il suo sorriso contagioso, Lucia incontrò le altre tre amiche.
«Ciao! Come state?»
«Molto bene ora che siamo tutte assieme» rispose Sandra.
«Hai assolutamente ragione. Una settimana senza di voi è troppo snervante. Dovremmo vederci più spesso.»
«Ci piacerebbe davvero… Ma come facciamo? Siamo sommersi dagli impegni» fece Anita seria.
«Scusate. Avete ragione.»
«Tu non sei così impegnata come noi, vero Lucia?»
«Il lavoro da impiegata in banca mi lascia fortunatamente molto tempo libero.»
«Sei la ragazza più fortunata del gruppo... Un marito brillante che ti ama alla follia e un lavoro che ti gratifica.»
«Perché dici questo, Simona? Per te non è così?»
«Magari… Ho un compagno che ultimamente non mi sopporta e il mio lavoro mi fa schifo. Se non ci foste voi, credo che impazzirei.»
«Simona, se possiamo fare qualcosa per te…»
«Se qualcuna di voi vuole prendere il posto della mia vita incasinata, glielo cedo volentieri.»
«Simona…»
Per cercarla di consolare al meglio, Sandra, Anita e Lucia l’abbracciarono amorevolmente.
«Tornando a noi, quale libro hai portato Lucia?»
«Ecco qua. È un classico del fantasy.»
Quando le altre ragazze lo videro, non credettero ai loro occhi.
«Il Signore degli anelli?»
«Bello, vero? Da alcuni giorni ho finito di leggere i tre libri e per di più ho visto anche i film.»
«E ti sono piaciuti tutti i libri e pure il film?»
«Sì. Adoro i personaggi e chi le interpretano… Viggo Mortensen è perfetto del ramingo che poi diventerà re.»
«Lucia, si può sapere di cosa stai parlando?»
«Scusa, Simona. Tu non l’hai letto e non hai visto nemmeno il film, vero?»
«Arguta osservazione.»
«Ciao bellezze!»
La quinta ragazza del gruppo attirò la loro attenzione con la sua voce perentoria.
«Stefania! Finalmente ce l’hai fatta» fece Sandra andandogli incontro.
«Scusate il ritardo, ma sono rimasta a letto. Ieri sera in discoteca ho staccato molto tardi» rispose la giovane donna sbadigliando.
«Ora ne manca solo una.»
«La ritardataria per eccellenza: Michela.»
«L’ho vista ieri sera in discoteca in compagnia di un uomo.»
«Una nuova fiamma?»
«Chi lo sa…»
«Eccola qui!»
Alla fine, anche l’ultima ragazza del gruppo arrivò all’appuntamento.
«Scusate il ritardo, ragazze.»
«Ciao, piccola. Come stai?» gli domandò Sandra gettandogli le braccia al collo.
«Un po’ assonnata ma bene. E voi?»
«Mai state più contente di ritrovarci tutte assieme… Allora? Siete pronte?»
«Certo. Iniziamo.»
   
 
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