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Autore: Rohhh    07/08/2018    1 recensioni
Con l'ultimo capitolo di "Nei tuoi occhi c'ero già" avevamo lasciato Matt ed Ashley felici con la prospettiva di un futuro roseo insieme. Com'è andata poi? Cos'è successo negli anni successivi alle loro promesse? Questa one shot è la prima di due che racconta alcuni episodi del futuro dei protagonisti della mia prima storia, piccoli scorci della loro vita. Era qualcosa che sentivo di dover fare e spero sia gradito a tutte coloro che ancora ricordano la storia!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutte!
Questa one shot e quella che pubblicherò domani, riguardano la mia prima storia "Nei tuoi occhi c'ero già" alla quale sono molto legata e che è stata seguita da più di 100 lettrici, un traguardo che per altri non sarà niente di che ma che per me ha rappresentato molto.
Per chi stesse seguendo la mia seconda storia e si stesse chiedendo come mai i personaggi hanno gli stessi nomi, invito a leggere le informazioni sul mio proflo di EFP, dove spiego le ragione di questa follia ( non mi giudicate, per favore XD)
Detto questo, ero in vacanza a casa mia e ho trovato delle bozze su una one shot che avevo pensato di scrivere ma che poi era stata completamente dimenticata ed ho come sentito di doverla riprendere e completare perchè, in un certo senso, volevo ritrovare i miei vecchi personaggi e volevo chiudere alcune piccole questioni in sospeso. So che è passato un sacco di tempo ma spero che possiate prenderlo come un piccolo regalo per coloro che ancora ricordano la storia e che avranno piacere a ritrovare i personaggi e a scoprire come la loro vita è andata avanti, per sognare un altro po'.
Vi ringrazio come sempre e vi lascio alla lettura! La seconda parte è quasi terminata, spero domani di pubblicarla!
Un abbraccio!



Nei tuoi occhi c’ero già – Frammenti di futuro, parte 1
 
»Aspetta! Ti aiuto!» esclama Ashley dalla cima delle scale, precipitandosi a soccorrere il suo fidanzato, alle prese con uno scatolone così grande che di lui riesce a intravedere solo qualche ciuffo dei suoi capelli biondi, che sbucano scompigliati dietro i bordi di cartone accuratamente incerottati.
«Non ce n’è bisogno, amore! Ce la faccio, tranquilla!» risponde una voce ovattata al di là di quel pacco voluminoso, il suo tono è calmo e controllato ma Ashley fa comunque una smorfia di rassegnazione e sospira, lasciando che un sorriso le colori il volto.
Matt non cambierà mai, ha 26 anni passati adesso ma rimane il solito ragazzo testardo e determinato di sempre, quello che si farebbe in quattro per gli altri ma che si ostina a non chiedere aiuto quando è lui ad averne bisogno, per non essere di peso, per non creare problemi o dare preoccupazioni, a volte semplicemente per non mostrarsi debole e vulnerabile.
Lo conosce ormai quasi a memoria dopo quattro anni trascorsi insieme in mezzo a mille difficoltà.
Vicini, lontani, comunque sempre uniti.
Ma lei lo ama ancora come quel lontano giorno in cui le labbra di Matt sulle sue le provocarono un battito diverso nel cuore, informandola che difficilmente avrebbe potuto cancellare quel nome dalla sua vita, perciò con lei è inutile fingere o trovare delle scuse, tanto lo smaschererà comunque.
«Smettila di dire scemenze e fatti aiutare! Questo bestione è pesante pure per te!» obietta senza sentire ragioni, poi afferra lo scatolone da una delle estremità e permette al suo ragazzo di alleggerirsi un po’ e distendere i muscoli.
Traballando nel tentativo di coordinarsi e dando così vita a una scena abbastanza comica e a qualche risata, riescono finalmente nell’impresa e solo quando il pacco giace sul pavimento del corridoio, riescono a tirare un sospiro di sollievo.
«Che diavolo c’era lì dentro? Un carico di pietre?» esclama Ashley affannata, accasciandosi per terra con la schiena contro il muro e passandosi una mano sulla fronte umida.
Il suo ragazzo la imita, si siede accanto a lei non prima di aver tracannato mezzo litro d’acqua per rinfrancarsi dopo quel pomeriggio di fatica.
«Ehi, ti prego di usare un tono più rispettoso! Guarda che si tratta delle mie attrezzature musicali, sono cose preziosissime per me! – ribatte con un finto tono offeso piuttosto buffo su di lui, facendo scoppiare a ridere Ashley e guadagnandosi un pugno sulla spalla – e comunque, consolati…era l’ultimo, adesso abbiamo davvero finito!» dichiara infine, piegando la testa all’indietro e spostandosi i capelli dalla fronte.
«Oh, grazie al cielo! – si lascia andare lei, portando gli occhi al soffitto con enorme sollievo e scivolando ancora di più sul pavimento, rilassata e soddisfatta – Avrei dovuto credere a Phoebe quando mi ha avvertito di non prenderla alla leggera e che traslocare è una delle rotture di scatole più stancanti in assoluto sulla terra!» ammette sconfitta, mentre lega maldestramente i capelli in una coda e prova a farsi aria con le mani sul suo povero collo sudato.
«E perché non l’hai fatto?» chiede Matt un po’ annoiato, probabilmente immagina già la risposta, conoscendo le due sorelle è piuttosto prevedibile.
«Perché è Phoebe, no? Sai che ingigantisce sempre tutto, per lei è una tragedia pure fare quattro piani di scale senza ascensore! Ti ricordo che, quando ha partorito Evan, ha raccontato che è stato come se una forza sovrumana la squarciasse in due da dentro!» precisa Ashley, senza nascondere il suo disappunto.
Vuole un bene dell’anima a sua sorella ma è obiettiva nel riconoscere che il suo livello di sopportazione della fatica è tra i più bassi che abbia mai conosciuto.
«Magari è vero, non puoi mica saperlo! E poi mi hai detto tu stessa di esserti impressionata sentendo le sue urla!» le fa notare Matt tranquillamente, il suo viso è disteso e sereno adesso che ha recuperato le forze ma Ashley odia avere torto, solleva pericolosamente un sopracciglio e si ruota a carponi, infilandosi in mezzo alle sue gambe per guardarlo dritto negli occhi con fare di sfida.
«Stai davvero difendendo Phoebe? - lo minaccia seria, ma Matt sorride con la sua tipica espressione sfacciata e impertinente sul viso e anche Ashley alla fine è costretta ad arrendersi e si lascia scappare una risata – e comunque io ero emotivamente provata quel giorno, tutta quella confusione, l’ospedale, e poi tu non c’eri, non ti vedevo da settimane!» prova a giustificarsi pur di cadere in piedi, cercando di darsi un tono sicuro e fermo ma fallendo miseramente.
«Sù non prendertela! Quello che conta è che è tutto finito e adesso siamo finalmente qui, da soli…io e te» sussurra lui con una dolcezza disarmante, carezzandole una guancia e facendola sciogliere definitivamente.
«Già è vero – mormora la rossa, poi si spinge in avanti, gli stringe le spalle e lo bacia, tremando lievemente quando anche lui le circonda i fianchi e fa aderire i loro corpi, ricambiando il bacio più e più volte ancora, prima che Ashley si scosti lentamente per mettervi fine e riprendere fiato da quella meravigliosa apnea – Io…ancora non ci credo...non lo so, mi sembra una specie di sogno…ho quasi paura di svegliarmi e rendermi conto che tutto questo non esiste!» gli confessa con gli occhi che le brillano di una luce nuova e una leggera incertezza nella voce, mentre si guarda intorno estasiata per poi riportare gli occhi su quelli altrettanto felici e luminosi di Matt.
«Invece è tutto vero, Ashley. Che tu ci creda o meno, da oggi in poi sarai costretta a sopportarmi tutti i santi giorni…anzi, sono sicuro che tra un paio di mesi al massimo ti sarai già pentita di aver pronunciato queste parole, oggi!» scherza lui, facendola esplodere in una risata quasi liberatoria, che si porta via tutti i sacrifici, le lacrime, le attese e gli ostacoli affrontati fino a quel momento per arrivare lì dove erano adesso, seduti per terra dentro una casa non troppo grande o lussuosa, disordinata e spoglia e ancora da ultimare, ma che per loro rappresenta il tesoro più grande.
Era la loro casa, finalmente.
«Spero non accadrà mai, Matt…ti amo così tanto!» dichiara con un filo di voce, le loro fronti ancora unite e gli occhi negli occhi, splendenti, un po’ lucidi, forse anche un pizzico intimoriti per quella nuova avventura che sta per iniziare.
«Ti amo anche io, Ashley» risponde lui, si saranno ripetuti quelle parole ormai tante volte durante quei quattro anni anche se, in realtà, non sono mai stati tipi sdolcinati da dirselo troppo spesso, ma ogni volta che succede non perde mai l’intensità del primo momento e racchiude la sincerità del loro amore.
Si baciano di nuovo, con ancora più consapevolezza e trasporto adesso che hanno realizzato appieno il cambiamento che li sta travolgendo e che hanno desiderato con forza per tanto tempo.
È passato poco più di un anno da quando Matt ha chiesto ad Ashley di andare a vivere con lui non appena lei avesse completato gli studi e, da quel momento, i mesi erano scivolati via più velocemente di quanto si aspettassero.
L’estate era arrivata in fretta e con lei la laurea di Ashley, poi in autunno Matt aveva trovato un buon lavoro in un’azienda che si occupava di costruzione e progettazione di strumenti musicali e aveva cominciato a mettere da parte dei soldi per andare a stare da solo e così era successo in pieno inverno.
Aveva trovato un monolocale in affitto, all’inizio, piccolo ma pur sempre meglio di niente e soprattutto era sufficiente a  dargli l’indipendenza che aveva sempre voluto.
Ashley nel frattempo aveva seguito dei corsi per specializzarsi e lo aveva raggiunto sempre più spesso durante i mesi successivi, approfittandone per lasciare i suoi curriculum negli studi di architettura più conosciuti della città, nella speranza di poter iniziare anche un semplice tirocinio in uno di essi.
Alla fine la chiamata tanto attesa era arrivata e Matt non se ne era sorpreso più di tanto, visto il brillante percorso di studi della sua fidanzata.
Adesso Maggio era appena iniziato e con lui la loro nuova vita insieme.
Si guardano intorno appagati.
Quelle mura, le stanze ancora mezze vuote, i pochi mobili accampati qua e là in disordine, gli scatoloni sparsi ovunque come un tappeto e loro due sfiniti e abbracciati per terra, pronti per cominciare quella convivenza tanto sognata.
Con l’aiuto fondamentale delle loro famiglie, che li avevano supportati economicamente e moralmente, erano riusciti a prendere quella casa, visto che il monolocale di Matt non sarebbe bastato per entrambi, ed Ashley tra pochi giorni avrebbe cominciato a lavorare, realizzando un altro suo grande sogno.
Un sorriso la coglie nel ricordare le vicende che li hanno portati lì, il panico sulla faccia di suo padre quando gli avevano comunicato che sarebbero andati a vivere insieme, le sue perplessità sul fatto che fossero troppo giovani e nell’immaginare la sua bambina ormai adulta, pronta a condividere la vita con il suo amore, la gioia di Monica e i suoi tentativi estenuanti di farglielo accettare, le minacce di Nancy di lasciarli in pace e la sua espressione orgogliosa e commossa quando Ashley le aveva comunicato di aver trovato lavoro anche se questo avrebbe significato averla lontana da casa, persino le battute di Nathan sul fatto che la convivenza equivaleva più o meno al carcere e che se ne sarebbero pentiti, dette comunque da chi, ai tempi, aveva sacrificato la sua vita avventurosa e libera per stare al fianco della donna che amava.
Si erano stretti tutti attorno a loro, quella grande famiglia allargata un po’ stramba che Ashley aveva fatto fatica ad accettare anni prima ma che adesso era la sua forza più grande e della quale non poteva più fare a meno. Ognuno con le proprie diversità ma tutti pronti a esserci nel momento del bisogno, dando loro l’aiuto e il sostegno di cui avevano bisogno.
Perché erano consapevoli che, senza il loro supporto, la strada sarebbe stata ancora più ardua e in salita e per questo sarebbero stati grati per l’eternità e non avrebbero mai smesso di ritenersi fortunati per le persone meravigliose che li circondavano.
Per un attimo la sua espressione gioiosa scompare e gli occhi le diventano lucidi.
Matt si accorge ben presto di quel cambio di espressione e contrae la fronte, racchiudendole il viso con le mani.
«Ehi, va tutto bene?» le chiede sottovoce, preoccupato.
Ashley lo rassicura, scuote energicamente la testa. «Sì, non potrebbe andare meglio…stavo solo pensando…beh, alla mia vecchia casa, agli occhi lucidi di mia madre nel salutarmi…e poi, July ha persino pianto e lei non lo fai mai di solito…per non parlare di Phoebe che mi ha minacciato di farmela pagare se oso perdermi anche solo un compleanno di Evan! – gli spiega lei, con la voce rotta da un nodo alla gola e una lacrima dispettosa che le scivola giù lungo la guancia – Mi mancheranno tutti…mi mancheranno così tanto» ammette, stringendo ancora di più le braccia attorno al collo del suo ragazzo.
«Ashley, quella sarà sempre la tua casa, non lo dimenticare mai! Non stai cancellando tutto, stai solo aprendo un nuovo capitolo della tua vita. Sappiamo benissimo che i cambiamenti spesso fanno anche male ma…portano anche tante novità stupende. E poi io sono qui con te, superiamo tutto insieme e se ti prenderà la nostalgia, puoi sempre tornare a casa tua, potrai farlo ogni fine settimana se vuoi!» la incoraggia, dandole tutto il suo sostegno e sorridendo quando la vede annuire decisa e asciugarsi le lacrime.
«Grazie di tutto, Matt » sussurra, poi gli sfiora le labbra con un bacio delicato.
«Beh, il momento strappalacrime l’abbiamo passato! Siamo a buon punto, direi, adesso dobbiamo solo svuotare tutti gli scatoloni, sistemare i mobili e…» comincia ad elencare il biondo ma Ashley, con un improvviso slancio, lo interrompe prontamente.
«Non oggi, però…sono esausta! Abbiamo il bagno, la cucina, un tavolo su cui mangiare e un letto! Per adesso non ci serve altro, il resto lo faremo piano piano. Ora ho solo voglia di farmi una bella doccia e riposarmi!» afferma convinta e Matt non può che concordare.
Per quel giorno hanno lavorato abbastanza, hanno tutta la vita per completare e nessuna fretta, ormai.
«Hai ragione e poi, ora che ci penso, dobbiamo ancora inaugurare il nostro nuovo letto…e finalmente non ci sarà bisogno di chiudersi a chiave, o stare attenti ai rumori, o avere paura di uscire dalla stanza mezzi nudi…finalmente siamo da soli» le sussurra malizioso all’orecchio, provocandole dei brividi lungo la schiena e accendendola di desiderio, poi le scioglie i capelli che le ricadono morbidi sulle spalle.
Non ci aveva ancora pensato ma quella sarà la loro prima volta come una coppia vera, nella loro casa, in compagnia solo dell’ intimità che hanno sempre sognato e senza l’ansia di doversi salutare il giorno dopo per poi rivedersi chissà quando.
«Questa prospettiva è molto allettante – gli soffia sul collo con fare sensuale, facendolo sospirare mentre Matt le insinua una mano sotto la maglietta e le carezza i fianchi e la schiena – anzi, che ne dici di farmi compagnia sotto la doccia?» lo provoca, ottenendo esattamente ciò che voleva.
Matt la prende in braccio, ridendo si dirigono in bagno, si spogliano a vicenda, la primavera è ormai arrivata da un pezzo e, nonostante l’aria non ancora calda quanto quella estiva, l’atmosfera si è fatta più che bollente.
L’acqua tiepida li accarezza languidamente, un leggero vapore rende il mondo attorno a loro sfumato e quasi irreale, si toccano dolcemente, conoscono ormai ogni centimetro dei rispettivi corpi, non hanno segreti, non ci sono barriere a dividerli, li accompagna solo il rumore dell’acqua e dei loro gemiti sempre più frequenti e intensi.
Pensavano di stuzzicarsi lì e poi passare alla stanza da letto ma la voglia è troppa e la gioia di sentirsi liberi e senza alcuna preoccupazione li prende alla sprovvista, non possono fare altro che assecondarla, lasciarsi andare con naturalezza, senza pensare, senza rimandare. È un po’ scomodo ma in qualche modo trovano la posizione giusta, le gambe di Ashley si attorcigliano ai fianchi di Matt, lui le circonda la schiena, usano la parete della doccia come appoggio ed è tutto perfetto, soprattutto perché improvviso, non programmato.
I baci si alternano ai sospiri, le gocce d’acqua scorrono come fiumi tra le loro labbra e lungo le curve dei loro corpi, stretti e presi da quel ritmo inarrestabile. In un momento di lucidità decidono di spostarsi in camera da letto, non importa se sono tutti bagnati e combineranno un macello, non c’è nessuno a cui dovranno dare spiegazioni, nessuno che li rimprovererà per aver rovinato le lenzuola e nessun imbarazzo per il timore di essere scoperti o sentiti e quella libertà fa crescere la loro euforia.
Hanno i capelli gocciolanti, rischiano di prendersi un accidente ma non gliene frega nulla, si distendono sul materasso morbido, riprendono da dove hanno iniziato, ridono, giocano, non c’è mai stata tanta felicità e spensieratezza nell’amore che hanno fatto finora, sembra non finire mai, lo prolungano in ogni modo, finchè Ashley sente che non può più trattenersi, si aggrappa alla sua schiena con le unghie fin quasi a lasciare il segno e si abbandona al piacere e così fa lui, dopo alcune spinte più intense.
Si danno un ultimo bacio prima di guardarsi e sorridere.
«Beh, come prima volta nella nostra nuova casa direi che non è stata male!» commenta lui, voltandosi a guardarla, ancora con un leggero fiatone.
«È  stata favolosa!» aggiunge Ashley con la voce ancora colorata dalle sensazioni appena provate, è serena e sente che in quel momento non desidererebbe nient’altro, va tutto bene, ha una famiglia splendida, un lavoro e un compagno meraviglioso e quella perfezione le fa quasi paura.
«Mi sa che ora ci tocca sistemare questo casino, però» precisa Matt, non vuole fare il rompiscatole e, anzi, la sua osservazione in qualche modo rincuora Ashley.
Non è tutto perfetto, ci saranno le responsabilità, i lavori in casa, le bollette da pagare e tante altre preoccupazioni ma dover condividere ogni problema con lui la fa stare bene.
Sa che arriveranno le discussioni e i litigi, come è normale che sia in ogni coppia, soprattutto quando si trascorre insieme ogni singolo giorno, ma la prospettiva non le mette paura, solo una sana e positiva agitazione.
«Già…e poi adesso ho una fame terribile. Dopo un pomeriggio a fare sforzi il mio stomaco si sta ribellando!» aggiunge, passandosi una mano sulla pancia, poi raccoglie i capelli bagnati su un lato e recupera dei vestiti puliti dall’armadio.
Matt la segue, stiracchia le braccia stanche e si avvolge in un asciugamano.
«Stasera direi che ordiniamo una pizza, sei d’accordo? Per sgobbare davanti ai fornelli abbiamo tempo!» le propone lui ed Ashley non ha nulla di ridire, solo un’osservazione per il futuro.
«Ah, e comunque per lavare i piatti si farà a turno!» pensa bene di mettere in chiaro, guadagnandosi un’occhiata perplessa dal biondo che però poi sorride.
«Ma non era tutto rose e fiori poco fa? Non so, vuoi già stabilire chi userà per primo il bagno la mattina?» la stuzzica, incrociando le braccia al petto e poggiandosi alla parete mentre la fissa con i suoi occhi azzurri e tentatori.
Ashley lo guarda, così bello, e si innamora di lui come fosse la prima volta che ha incontrato il suo sguardo nella cucina della casa al mare di suo padre.
«Dobbiamo pensare anche alle cose concrete, non è solo una favola, non l’hai detto anche tu? Anzi, è meglio di una favola, è la nostra realtà, e io comincio ad organizzarmi, se permetti! E adesso vestiti e aiutami con questo disastro!» gli ordina bonariamente, osservando il lago che hanno creato in giro per dare sfogo alla loro passione.
La vita insieme non poteva iniziare in modo migliore, tutto sommato.
 
 
 
Ashley richiude la porta del bagno e si accascia sul letto, stremata dopo una giornata di lavoro.
Per fortuna è venerdì, domani potrà rimanere a dormire qualche ora in più e sperare di non sentirsi uno straccio malmesso come in quell’istante.
Lei e Matt vivono insieme da un anno e mezzo ormai e da qualche mese Ashley ha avuto una promozione a lavoro, i suoi progetti sono piaciuti molto e comincia ad avere clienti propri e grandi soddisfazioni in più.
L’altro lato della medaglia è che il carico di lavoro è aumentato e lei lo aggrava maggiormente, cercando di essere puntigliosa e rapida fino allo sfinimento per non deludere le aspettative e soddisfare le richieste dei clienti nel più breve tempo possibile. Spesso si porta il lavoro a casa e rimane sveglia fino a tardi per completarlo, sebbene Matt stia cercando di farle passare quest’abitudine.
Non vuole che diventi come sua madre e che faccia i suoi stessi errori, vivendo per il lavoro e trascurando il resto, così cercano sempre di ritagliarsi dei momenti solo per loro due e di andare a fare visita alle famiglie con molta frequenza.
Phoebe ha avuto un altro bambino da cinque mesi, un fratellino per Evan di nome Daniel, che stavolta è la sua esatta fotocopia.
Ashley ha persino preso delle ferie appositamente per trascorrere del tempo con loro, mentre Matt ne ha approfittato per stare un po’ con sua madre e con i vecchi amici della band. Da quando lavora non li vede più tanto spesso e appena può cerca di recuperare.
Sospirando, apre svogliatamente un cassetto, si sbottona la camicetta e indossa una maglietta larga a maniche corte. È Ottobre ma lei ha un caldo assurdo e lo stress da un paio di giorni le provoca una forte nausea che sembra non volerle passare.
Forse ha davvero bisogno di una pausa e si ripromette di non affaticare il suo fisico e trascorrere il weekend a casa, in pantofole e senza la minima intenzione di fare nulla.
Dovevano fare visita a Monica e suo padre quel fine settimana ma non se la sente, non riesce neanche a stare in piedi e decide di trovare una scusa per rimandare senza fare preoccupare troppo Gregory. Sa quanto suo padre può diventare apprensivo nei suoi confronti, non è cambiato affatto di una virgola in quegli anni.
Matt è seduto sul letto dalla parte opposta alla sua, analizza la sua brutta cera aggrottando le sopracciglia, poi si alza e le si fa vicino, sollevandole il mento per guardarla meglio in viso.
«Lavori troppo, devi andarci piano, Ashley! Non voglio che ti ammali per questo!» la ammonisce, notando che, in effetti, il volto della sua ragazza è ridotto ancora peggio che nei giorni precedenti.
«Va tutto bene, Matt! È solo un po’ di stanchezza…e poi ho anche vomitato ma sarà stato lo spuntino di poco fa! Te l’ho detto che quei panini erano troppo pesanti, io ho lo stomaco delicato!» si giustifica vagamente, con lo sguardo assente, intenta a ripiegare la sua roba e riporla via.
Matt non si rassegna, c’è qualcosa che non va e rimane immobile a osservarla.
«Hai vomitato anche ieri e avevi mangiato solo un’insalata!» le fa notare, sollevando un sopracciglio con fare indagatore.
Ashley sbuffa, quella sera non se la sente di sorbirsi l’interrogatorio di Matt, sa che lo fa perché la ama ed è  in pensiero per lei ma è davvero troppo stanca, vuole solo sdraiarsi e dormire.
«Perché c’era l’aceto e non lo digerisco!» prova a chiudere la questione, sperando che il suo ragazzo non insista.
Lui però è più agguerrito che mai e non intenzionato ad assecondare i suoi desideri.
«Non ti ho mai visto fare storie finora sull’aceto, lo usi spesso e non ti ha mai dato fastidio» obietta, sedendosi accanto a lei e scrutandola di soppiatto.
Ashley si volta d’improvviso, è nervosa, più del dovuto, e non sa nemmeno lei il perché.
Ha sempre lavorato ma la stanchezza non è mai stata intensa come in quei giorni e questa cosa le fa esplodere  nervi.
«Santo cielo, Matt, avrò preso qualche virus intestinale! Sta girando, sai, e io vengo a contatto con un sacco di gente a lavoro! Ora, per favore, lasciami in pace, ok?» lo prega, reagendo con fin troppa freddezza, più di quanto razionalmente vorrebbe ma che non riesce a controllare.
Le viene quasi da piangere e ci manca solo che la sua emotività la venga a trovare proprio adesso.
Matt le sfiora la fronte con la mano per accertarsi che non abbia la febbre, poi scuote la testa.
«Sei gelida, è impossibile» constata calmo, con lo sguardo assorto e concentrato, mentre cerca di elaborare altre possibilità e qualcosa pian piano si fa strada nella sua mente.
«Bene, io adesso vado a dormire, se permetti! Buonanotte!» lo ignora Ashley, al limite della sopportazione ma Matt la interrompe proprio quando sta per sollevare le lenzuola.
C’è un’ipotesi che ha tenuto per ultima ma che adesso sembra molto plausibile e, senza usare giri di parole o altro, si prepara a una domanda che non avrebbe mai pensato di fare.
«Ashley, tu…hai avuto il ciclo questo mese?» chiede senza scomporsi e senza incertezze nella voce.
Ashley aggrotta le sopracciglia, è confusa e la sua mente è così annebbiata dal malessere che non realizza subito il motivo che sta dietro quella domanda apparentemente inconsueta.
Adesso Matt pretende di monitorare la sua regolarità mensile?
«Boh, non ricordo…credo di no, o almeno così mi pare!» risponde infastidita e perplessa, liquidando in fretta la cosa.
Da quando lavora sodo è stata talmente impegnata da non tenere più conto di quelle cose…non erano importanti e non ci ha fatto caso, in fondo non ne aveva motivo, no?
Matt si fa serio in viso mentre lei lo guarda con aria interrogativa.
«Ashley, da quanto tempo ti salta il ciclo?» insiste, è assurdo che debba essere lui a farsi venire quei sospetti per primo ma la sua ragazza è così presa dai suoi progetti da dimenticarsi che è una donna e che c’è una buona probabilità che i suoi malori siano più che fisiologici.
La rossa si gratta la nuca, in effetti ha proprio perso il conto e si vergogna da morire davanti a Matt per la sua recente trascuratezza. Forse sta passando il limite col lavoro, deve decisamente rallentare e si promette di farlo.
«Scusa, Matt, non ricordo, credo uno o due, ma ti assicuro che mi prenderò più cura di me da ora in poi, sta’ tranquillo – cerca di rassicurarlo, addolcendo i toni, ma lo sguardo di Matt adesso è diverso, la fissa stupito, quasi incredulo, c’è una luce strana nei suoi occhi e non sembra più tanto preoccupato, anzi, scorge in lui persino un mezzo sorriso – Che ti prende ora? Cos’è quella faccia? E poi si può sapere perché ti interessi delle mie cose? Non dovresti…- fa per continuare ma all’improvviso si blocca, guarda Matt con gli occhi spalancati e finalmente capisce dove il biondo vuole arrivare – Oh mio Dio, non starai pensando che…no, questo è…fuori discussione…è impossibile!» sbotta, schizzando in piedi quasi non sentisse più la stanchezza e cominciando a camminare avanti e indietro come una pazza lungo la stanza.
Matt si alza e la raggiunge, le prende le mani e tenta di farla calmare.
«Io direi che invece è più che plausibile» ribatte, cercando di farla ragionare ma lei non si arrende, non vuole nemmeno prendere in considerazione quell’ipotesi che la terrorizza.
«Andiamo, è tecnicamente impossibile!» prova a smentirlo, tremando come una foglia, ma le sue argomentazioni non reggono.
«Tecnicamente, facciamo l’amore e ultimamente stiamo molto meno attenti, quindi, mi dispiace contraddirti ma sì, tecnicamente è possibilissimo» obietta ed Ashley stavolta non può negare la realtà dei fatti.
Si sente svenire, si appoggia a un mobile con le braccia per non perdere l’equilibrio e respira profondamente.
Le sta salendo di nuovo la nausea e il pavimento sembra girare vorticosamente sotto di lei.
Matt le è subito accanto, le cinge i fianchi e le solleva il viso, guardandola dolcemente e carezzandole i capelli per farla calmare.
«Amore, devi fare un test di gravidanza…dobbiamo sapere se sei..» inizia a dire con tutta la dolcezza del mondo ma Ashley gli pianta un dito sulle labbra.
«Non dire quella parola nemmeno per scherzo, ti prego! Io…non sono incinta, ok? Non lo sono…- insiste, cercando di convincere più sé stessa che Matt ma all’improvviso non si sente bene – io…io…devo andare a vomitare!» riesce a dire prima di sfuggire alla presa del ragazzo e catapultarsi in bagno.
Lui stavolta la segue, la sorregge, le tiene la fronte e la assiste fino alla fine.
Ashley si sciacqua il viso, sorretta dalle braccia forti del suo ragazzo, è distrutta, fisicamente e psicologicamente, dentro di lei sa che può essere la verità e non ha il coraggio di accettarlo.
Non ha nemmeno 27 anni, non si sente ancora pronta a diventare madre, vive con Matt da poco più di un anno e solo da un paio di mesi è riuscita a inserirsi a pieno nel mondo del lavoro. Un figlio adesso non se lo aspettava e non sa come prenderla.
«Come ti senti? Va meglio?» le chiede Matt, aiutandola a scostare i capelli dal viso e asciugandole la fronte sudata con un’ asciugamano pulita.
Lei annuisce appena, poi respira profondamente e pare riprendersi.
«Grazie, Matt ma…non saresti dovuto entrare, non volevo che mi vedessi in queste condizioni pietose…mi dispiace» si scusa con un filo di voce, l’ultima che le è rimasta dopo quello sforzo.
Matt sorride «Non dire sciocchezze, ho visto amici prendersi sbornie colossali e ho dovuto assisterli mentre rimettevano anche l’anima…questo non è stato niente al confronto, te lo assicuro, ho lo stomaco duro, tranquilla» la rassicura e finalmente Ashley ride, guardandolo poi con quei grandi occhi spauriti e confusi, come disperatamente in cerca di aiuto.
Non si regge in piedi, è così fragile e debole, Matt legge la paura nei suoi occhi e la sofferenza che sta provando e vorrebbe tanto poterla alleviare da quei pesi.
«Ashley, io ti amo…ascoltami! Qualunque cosa accadrà, ti starò a fianco, l’affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto, ok?» le promette, accarezzandole le guance ma lei non riesce ad essere altrettanto ottimista.
«Matt io…ho solo 26 anni, non posso avere un bambino! Volevo prima ingranare col lavoro, aspettare… viviamo da poco insieme…non so…non credo che questo sia il momento giusto…ho così tanta paura!» ammette, stringendosi a lui, l’unica forza che ha.
«Sei comunque più grande delle nostre madri quando ci hanno avuti…e loro ce l’hanno fatta alla grande!» cerca di incoraggiarla.
«E com’è andata a finire, infatti? Ti sei già dimenticato delle peripezie che hanno dovuto affrontare e di quanto sia stato difficile per noi costruire un rapporto sereno con loro? Adesso va tutto bene per fortuna ma io…non voglio ripetere gli stessi loro errori» gli rivela e Matt capisce al volo cosa la tormenti.
«Siamo insieme Ashley, nessuno nasce pronto per diventare genitore…non è una cosa che ti insegnano…però, sarebbe nostro figlio, ti rendi conto? E ce la faremo, ne sono sicuro!» le sussurra dolcemente ed Ashley si rilassa, il panico la abbandona e si lascia andare tra le braccia di Matt, che la solleva per portarla a letto.
«Adesso mettiti comoda e riposa! Se davvero sei incinta non devi fare sforzi inutili! – le raccomanda mentre la adagia sotto le coperte e si stende accanto a lei – e domani facciamo quel test e se continui a stare male andiamo dal medico, va bene? Non voglio sentire storie!» dichiara, continuando a carezzarle la fronte per darle sollievo.
«Ok – si arrende lei, poi si volta verso il suo ragazzo, lo trova sorridente e acquista un po’ di coraggio – non so come farei senza di te, Matt, ti amo» mormora, mentre gli occhi le si socchiudono finalmente e un dolce sonno la invade.
«Dormi, amore mio, andrà tutto bene» è l’ultima cosa che sente prima di addormentarsi.
 
Matt passeggia incessantemente lungo il corridoio, fissando senza sosta la porta chiusa del bagno.
Hanno preso un test di gravidanza ed Ashley è lì dentro da un paio di minuti, in attesa di conoscere il responso che potrebbe cambiare del tutto la loro vita e, anche se con lei si è mostrato sicuro, in realtà dentro ha un miscuglio di emozioni che lo rendono nervoso ed euforico allo stesso tempo.
Ha 28 anni, non è più il ragazzino impulsivo e ribelle di un tempo ma un figlio è qualcosa di enorme, è una responsabilità a tempo pieno che occuperà tutti i suoi giorni e il pensiero lo riempie di gioia e anche di tanti interrogativi.
Sarà capace di essere un buon padre, nonostante il suo passato familiare non proprio idilliaco?
Non fa in tempo a trovare una risposta che la porta si apre, Ashley spunta timidamente fuori, a passi lenti e incerti, il suo viso è serio e impaurito e Matt non riesce a intuire dalla sua espressione vaga quale possa essere la risposta celata nel test che tiene ancora in mano.
Il cuore gli fa un salto in gola, si avvicina velocemente e le si para davanti, senza nascondere una certa impazienza.
«Allora?» la sprona a parlare, notando che lei è quasi immobilizzata e non riesce a spiccicare una sillaba.
Ashley sussulta appena, solleva lo sguardo e quando incontra gli occhi carichi di aspettativa del suo ragazzo, gli angoli delle sue labbra si piegano tremolando a formare un sorriso insicuro.
«È positivo, Matt…aspetto un bambino» sussurra mentre un tremito la scuote, invasa da una valanga di sensazioni che le hanno mandato in confusione il cervello.
Avranno un figlio, uno vero e tutto loro, la quotidianità che stava diventando abitudine verrà totalmente sconvolta, ci saranno una marea di cose a cui pensare e preparare per il suo arrivo, tante persone da avvisare, migliaia di preoccupazioni per la sua crescita, fino a ieri erano una normalissima coppia giovane che conviveva e adesso devono accettare l’idea di diventare genitori.
Matt intanto sbarra gli occhi per un attimo, le poche parole sussurrate di Ashley hanno avuto la potenza di uno tsunami e, dopo il primo momento di panico, sente montargli in corpo una felicità mai provata fino ad allora.
Le afferra le mani di colpo, osservando le linee di quel test ancora ben visibili, gli occhi gli brillano e ancora non si rende conto della portata di quella notizia improvvisa.
«È...pazzesco! Avremo un figlio, Ashley! Ancora neanche ci credo!» esclama, stringendola forte, lei affonda in quell’abbraccio e, non capisce se sia già per colpa degli ormoni impazziti ma le viene solo voglia di piangere a dirotto e non sa se di felicità o per l’ansia.
Non si sente pronta e sta morendo di paura ma, nello stesso tempo, adesso che ha realizzato che un esserino frutto del loro amore sta crescendo dentro di lei, ha l’impressione che niente di più giusto e perfetto potesse mai accadere.
Ricorda bene le gravidanze di Phoebe, l’estrema gioia con cui sono state accolte, e si sente un po’ in colpa nel non riuscire a provare lo stesso per suo figlio, per quel cucciolo che adesso è solo un fagiolino poco simile a un essere umano ma che lentamente diventerà il loro bambino, potrebbe avere i suoi occhi o quelli di Matt e quel pensiero la fa sciogliere.
Lui intanto la scosta da sé per assicurarsi che stia bene, vede che sta piangendo in silenzio e le stringe le spalle.
«Ashley, non sei contenta?» chiede, c’è una sfumatura delusa nella sua voce ed Ashley non vuole che fraintenda, non riesce a immaginare un padre migliore per il suo bambino ma quell’uragano è arrivato troppo presto e per lei, abituata a programmare ogni cosa, è un colpo che l’ha stordta e ha bisogno di tempo per riprendersi.
«Ma certo che lo sono! Insomma…dopo tutto quello che abbiamo passato…pensare di avere tra le braccia nostro figlio è qualcosa di meraviglioso – ammette sinceramente e finalmente un grande sorriso si fa strada sulle sue labbra – solo che…non credevo sarebbe arrivato così presto…non sono sicura di essere pronta…non posso prevedere se sarò una buona madre…veniamo da situazioni familiari assurde, e…ho così tanti dubbi! Ma tu non hai paura?» domanda con gli occhi gonfi di lacrime, desiderosa di ricevere una risposta che possa tranquillizzarla e che non la faccia sembrare di già una futura madre snaturata.
Matt scoppia a ridere «Io? Se ho paura? Io me la sto facendo sotto dalla paura! Devo ricordarti che fino a qualche anno fa nemmeno parlavo con mia madre e che vanto un rapporto con i miei genitori che definire burrascoso è un eufemismo? – esclama ironico e riesce subito a farla sentire più leggera e meno sbagliata – certo che ho una strizza assurda ma…ci amiamo e questa è la notizia più bella che potessi ricevere! Impareremo a piccoli passi, cresceremo insieme a lui…o lei, e insieme ce la faremo!» la incoraggia, asciugandole le lacrime e baciandole le labbra.
Ashley sente di aver appena respirato una stupenda boccata d’ossigeno, ricambia il bacio, si lascia andare e adesso ha meno paura, sa che ci sarà da lavorare ma adesso deve lottare non solo per loro ma anche per il suo bambino.
Quando abbandona le labbra di Matt la sua espressione è completamente diversa. Fisicamente si sente come in mezzo a un maremoto, sa che quei mesi saranno duri da sopportare ma affronterà tutto con l’aiuto del suo ragazzo e della sua famiglia.
«Hai ragione, Matt…scusami se mi sono comportata da stupida…adesso ho bisogno di stendermi, se non  ti dispiace…e poi domani voglio andare subito a farmi visitare. Non riesco a quantificare bene il mio ritardo e potrei essere incinta anche da due mesi o che so io…devo proteggere il nostro bambino, non posso più tardare!» afferma decisa e lui sorride, rilassato.
«Ti ci accompagno io…chiederò un permesso da lavoro…adesso sdraiati e riposa» le raccomanda dolcemente, mentre si stende accanto a lei per farle compagnia.
Ashley si mette comoda, sta già meglio e con una mano si accarezza il ventre ancora piatto.
È incredibile, non sembra proprio che lì dentro si stia formando una nuova vita e lei adesso deve prendersi cura di sé stessa anche per il bimbo. Basta lavori straordinari, eccessi e ansie inutili, adesso c’è qualcuno di più importante che merita la sua attenzione.
D’un tratto la mano di Matt sfiora la sua, ancora poggiata sulla pancia, lei si volta a guardarlo e lo trova assorto, perso nei suoi pensieri.
«Sarà una femmina» dichiara poi come se ne avesse la certezza più assoluta ed Ashley solleva le sopracciglia incuriosita.
«Come fai a dirlo? Credo che adesso sia così piccolo che non si possa stabilire!» gli fa presente, guardandolo storto.
«Lo so…- fa lui con aria misteriosa – ma tuo padre mi avrà mandato qualche maledizione e questa sarà la mia punizione divina per avergli fatto passare le pene dell’inferno, portandogli via la sua amata, unica figlia. In questo modo anche io un giorno potrò capire cosa ha provato lui!» le spiega convinto ma in maniera così buffa che Ashley non trattiene una risata.
«Ma che diavolo dici? E poi mio padre sa benissimo che non potevo trovare un ragazzo migliore di te! Ti vuole bene, anche se non è bravo a dimostrarlo» ribatte, allungandosi verso di lui e baciandolo.
«A proposito…sai che dovremo dirlo anche a lui, vero? – le fa notare, Ashley sbianca immaginando la reazione del padre – e non sarò di certo io a farlo!» se ne lava le mani subito Matt.
«Ah, no! Non se ne parla proprio, io faccio il lavoro sporco, tenendomi tuo figlio dentro la pancia per nove lunghi mesi per poi partorirlo tra atroci dolori…che sia tu a fare le comunicazioni mi sembra il minimo!» si ribella, ridendo.
«Mi ucciderà, lo sai? Tuo figlio nascerà già orfano di padre!» scherza lui, Ashley gli pianta un pugno sullo stomaco senza intenzione di fargli male.
«Non fare l’idiota! Per non parlare di mia madre…e di Phoebe! Oddio, Daniel ha solo cinque mesi e lei è ancora in preda agli ormoni, di sicuro si farà venire un attacco isterico! Dobbiamo dirlo a tutti sul serio?» si lamenta come una bambina, simulando un broncio.
«Sai, tra qualche mese la tua pancia sarà abbastanza evidente…non possiamo mica nasconderlo per troppo tempo…e poi sono sicuro che, dopo il primo impatto, saranno tutti pazzi dalla gioia!» la tranquillizza, ma sa benissimo che anche Ashley ne è perfettamente consapevole.
Lei lo abbraccia e si perde insieme a lui sotto le coperte. «Lo so…» mormora, poi si abbandona ai baci e alle carezze di Matt, delle quali non si stancherà mai.
  
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