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Autore: _ Arya _    08/08/2018    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Consciousness and promises



EMMA POV

Eravamo ormai occhi negli occhi da almeno dieci minuti. Erano stati i raggi del sole a svegliarci, più o meno insieme: per poco non avevo cacciato un urlo, nel rendermi conto di non essere sola. Nel mio letto. La mia mente, per fortuna, era stata veloce ed era riuscita a collegare tutto... proprio tutto. O quasi.
Mi ero messa in ridicolo, ma lui mi era rimasto accanto rispettando addirittura i miei spazi. Era vestito, e neanche sotto le coperte.
L'avevo baciato. Quello, non era stato un desiderio dell'alcol o del crollo avuto. Solo mio.
Non osavo proferire parola, e lui nemmeno. Cosa avrei potuto dirgli, per rimediare all'orribile figura che avevo fatto la sera precedente? E non solo quella, alla fine. Negli ultimi tempi ero instabile e me ne rendevo conto, ma tutto lo stress che accumulavo non faceva che traboccare. Chissà cosa pensava di me, ora... altro che stima! Dovevo essergli sembrata una ragazzina sciocca ed immatura!
-Buongiorno Swan.
Ruppe il silenzio per primo.
-Buongiorno.- sussurrai, senza staccare lo sguardo.
-Dormito bene?
Se fosse serio o ironico, non riuscii a capirlo. Era una domanda genuina o voleva far riferimento alla notte precedente, in qualche modo? Non avrei certo potuto biasimarlo...
Mi limitai quindi ad annuire: era la verità. Nonostante il whisky di troppo non mi ero svegliata col mal di testa e sospettavo fosse stato il calore delle sue braccia ad avermi rimessa in sesto. Perché, per quanto shockante, era stato piacevole risvegliarmi nel suo abbraccio: la sua mano era ancora immobile sul mio fianco... pur essendoci separati era rimasta lì.
-Killian io... non so nemmeno come scusarmi. Non so cosa dire. Ormai non sono nemmeno credibile quando dico che normalmente non sono così, visto che ultimamente... beh...
-Emma, va tutto bene- sorrise. Un sorriso dolce che illuminò le sue splendide pozze azzurre e tutta la stanza. Per fortuna ero sdraiata, perché sentivo le ginocchia molli.
-Va tutto bene nel senso che non ti importa che io sia pazza?
Il sorriso si trasformò in una risata, ma io avevo ben poco da ridere! Beato lui!
-Forse un pochino lo sei stata, lo ammetto! Ma credimi, non ti giudico affatto. È una situazione complicata per te e chiunque al posto tuo darebbe di matto. Solo una curiosità. Eri ubriaca o solo...?
-Un po'. Insomma, non so perché ho bevuto un quarto di litro di whisky in quel modo, già ero sotto sopra di mio... diciamo che l'alcol ha accentuato il tutto. E mi ha fatto fare altre stupidaggini. È che quella lettera ha reso tutto più reale e sono entrata nel panico, e...
L'uomo mi zittì posandomi un dito sulle labbra; con l'altra mano invece mi accarezzo la guancia, al che non riuscii a trattenere un sorriso, mentre chiudevo gli occhi rilassata. A pensarci, se anche fossimo andati fino in fondo, non me ne sarei pentita. Non sarebbe stato tanto terribile avere la mia prima volta proprio con lui...
-Emma, so di essere qui per mia figlia ma non ti lascio sola in questa situazione. Sono qui, sono ancora qui e non ho intenzione di sparire come se niente fosse, te lo prometto. Tengo a te.
Le sue parole mi fecero nuovamente spalancare gli occhi, di nuovo lucidi. Ma stavolta, non per lacrime di tristezza o disperazione... ma speranza. E anche incredulità. Nessuno mi aveva mai fatta sentire così importante, oltre ai miei genitori... come se contassi davvero. C'erano Graham ed August, certo, ma con loro era diverso. Killian stava dando anima e corpo per trovare una cura per la sua bambina, ed avrebbe dato parte del suo tempo prezioso... per me?
-Non posso chiederti questo. Alice...
-Non me lo stai chiedendo, l'ho deciso io. Ed Alice non mi perdonerebbe mai se ti abbandonassi così! Anche mia figlia ha dei forti ideali come te, credo sareste andate molto d'accordo. Quindi puoi contare su di me Swan, promesso. Ed ora, forse è meglio che vada... ti lascio sistemare. E devo darmi una sistemata pure io, i cavalli avranno fame.
Annuii ancora scossa dalle sue parole, ma lasciai che si alzasse dal mio letto ed io mi tirai su a sedere per guardarlo.
La camicia era decisamente stropicciata e i capelli molto spettinati, ma nemmeno così perdeva il suo fascino! Anzi, forse... forse quell'aria un po' trasandata, quasi da pirata, lo rendeva ancora più sexy.
-Scusami per tutto.- ripetei un'ultima volta, mentre apriva la porta. Si voltò.
-Per tutto?
-Beh... non esattamente. Non per il bacio. Per quello non ti chiederò scusa.
Al che, le sue labbra si curvarono in un ghigno sghembo.
-Bene. Anche perché è stato un gran bel bacio... a dopo, Swan.
E detto questo uscì chiudendosi la porta dietro, lasciandomi sola con un sorriso ebete ed idiota che non riuscii a controllare. Ma non potevo negare che mi avesse fatto piacere il suo gradimento! Anche perché avevo dato un solo altro bacio nella mia vita, lui invece... chissà.
Ci sapeva fare, e fin troppo bene... se chiudevo gli occhi, riuscivo ancora a ricordare quel lunghissimo e meraviglioso bacio che ci eravamo dati. Un po' per foga, un po' perché ci eravamo lasciati prendere dal momento, un po' per l'alcol... un po' per errore. Ad ogni modo, era l'errore più piacevole che avessi mai commesso.
E lo avrei ripetuto volentieri, in quell'istante, senza pensarci due volte.
Avevo davvero bisogno di un bagno, possibilmente freddo. Dovevo riprendermi e pensare alle cose serie, pensare a cosa fare. Killian mi avrebbe perdonata se non lo avessi raggiunto alle stalle, ma avevo bisogno di parlare coi miei genitori – spiegar loro che avrei incontrato Neal. Avrei lasciato che invitassero la famiglia reale di Ulster e magari saremmo riusciti a trovare un accordo per allearci senza matrimoni di mezzo. Volevo pensare positivo: magari il principe si sarebbe rivelato una persona decente. Magari avremmo stretto amicizia, e a parer mio sarebbe stato un vincolo abbastanza forte per unirci. Forse, in fondo, neanche lui voleva sposare me! Magari aveva già un'altra persona nel cuore, perché no?
Io non sapevo dire chi o cosa avessi nel cuore. Ma almeno nel pensiero, c'era spazio per un solo uomo. Che venisse da un'altra epoca? A questo punto non mi sentivo di escludere proprio niente! Perché non riuscivo ancora a credere che una persona del genere potesse esistere. Forse era quello il suo segreto!
Scoppiai a ridere da sola per le mie assurde idee, e prima di averne altre afferrai velocemente un vestito di ricambio ed un asciugamano, e corsi verso il bagno.

 

***


KILLIAN POV

Mi odiavo.
Mi odiavo perché non riuscivo a concentrarmi, mi odiavo perché non ero affatto pentito della mia promessa. Anche se questo avrebbe potuto significare farmi perdere tempo prezioso, tempo che avrei dovuto dedicare a mia figlia! Perché ero lì per quello, dannazione, e non per innamorarmi di una principessa!
Ma allo stesso tempo, non le avevo mentito. Alice non mi avrebbe mai perdonato se mi fossi comportato da egoista e non avessi almeno provato ad aiutare Emma. Una donna che aveva il diritto di essere libera, come qualsiasi altra persona sulla faccia della terra.
Una donna forte e bellissima per cui provavo dei sentimenti. Questo era il problema. Come avevo potuto permettermi di arrivare a quel punto? Sapendo che non sarebbe mai potuta durare?
Per poco non scagliai il libro che avevo davanti dall'altra parte della stanza, mi trattenni solo perché sarebbe andato in pezzi se lo avessi fatto! Fu però il cuscino a subire quella sorte: avevo fatto bene a decidere di rimanere a leggere in camera.
Avevo bisogno di pace, silenzio... non che fosse servito, ma probabilmente me la sarei presa con la povera Lacey se ce l'avessi avuta intorno.
Mi odiavo, perché il solo pensiero che Emma Swan potesse sposare un altro uomo, mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Non solo perché lei non lo desiderava: per quanto cercassi di convincermi, sapevo bene che non era soltanto quella la ragione.
E neanche perché nessun uomo di quell'epoca avrebbe potuto essere degno di lei – ed avrebbe potuto darle ciò che desiderava.
No, era anche una questione egoistica.
Al solo pensiero che qualcun altro avrebbe potuto baciarla, la gelosia mi logorava. Baciarla, toccarla e perfino godere del suo sorriso.
Dovevo avere qualcosa di seriamente sbagliato, eppure... eppure non era solo attrazione fisica. C'era molto di più, per quanto mi costasse ammetterlo.
Mi stavo innamorando dell'unica donna che non avrebbe mai potuto essere mia.
E odiarmi non cambiava le cose. Non bastava a far decelerare i battiti del mio cuore ogni volta che l'avevo intorno. O a sorridere come un ebete ogni volta che invadeva i miei pensieri.
Forse io non avrei potuto avere il mio lieto fine, non in quell'epoca... ma prima di tornare a casa avrei fatto in modo che almeno lei lo avesse. In fondo, in qualche modo lo avremmo avuto entrambi: io ricongiungendomi con la mia bambina, lei vivendo la vita che desiderava.
E nel frattempo, perché non goderci il tempo insieme... nei limiti del possibile?


-Scusate il ritardo!
-Tranquillo, Sir Jones, ci siamo appena seduti a tavola.
I genitori di Emma continuavano a chiamarmi “sir”, eppure dopo quasi un mese non ero ancora riuscito ad abituarmi. E non lo avrei mai fatto, solo che non potevo dire al re e alla regina “Chiamatemi Killian!”: ero quasi certo che sarebbe stato troppo sfacciato! O forse potevo chiedere alla bionda cosa ne pensasse, anche se al momento rideva sotto i baffi. Non potevo biasimarla, visto che a lei era difficile nascondere il significato delle mie espressioni!
-Bene. Ma scusate lo stesso. Mi ero immerso nella lettura e devo essermi addormentato, ad un certo punto.
-Capita, non vi preoccupate. Piuttosto, siete riuscito a fare qualche passo avanti? Tra le letture ed il dottor Jack Hill...- mi domandò la regina, al che sospirai. Già, il dottore. Non si era più fatto sentire, anche se continuavo a ripetermi che la colpa non era di certo sua.
-Purtroppo nulla. Almeno nulla di concreto, per il momento... sto anche aspettando un riscontro dal dottore ma capisco che per una cosa del genere ci voglia del tempo.
-Mi dispiace... spero avrete più fortuna con le prossime letture. Ma non so se Emma ve lo ha accennato, però potrebbe accompagnarvi a Rosscarbery per provare a parlare col dottor Stein.
-Ehm, non c'è stata occasione- intervenne la ragazza, prima che potessi parlare io -Ne abbiamo discusso a cena ieri, tu non c'eri. Volevo dirtelo, solo che oggi...
Annuii, non ci fu bisogno che finisse la frase. Dopo quel risveglio nello stesso letto, avevamo trascorso la giornata ognuno per conto proprio. Un po' per necessità, un po' perché semplicemente avevamo avuto da fare entrambi. Non mi ero stupito non si fosse presentata alle stalle, né in biblioteca quando ero andato a scegliere un altro paio di libri. Dopo l'accaduto, avevamo entrambi avuto bisogno di respirare e di occuparci delle nostre faccende.
-Questo fine settimana ospiteremo la famiglia reale di Ulster, la domenica sera terremo un ballo... lo annunceremo domani. Siete ovviamente invitato a partecipare, immagino non abbiate avuto modo di farlo in America!
-Un ballo? Voglio dire, no, certo. Non ho mai... perché no.
Fui colto alla sprovvista. Emma mi aveva ovviamente raccontato più o meno tutto ma non avevo collegato che l'arrivo di un'altra famiglia reale avrebbe implicato una grande festa a castello. Che stupido! Era ovvio che non li avrebbero accolti con un tè del pomeriggio... e pensare che avevo visto tantissimi film e serie televisive sui Tudor e gli Stuart! Avevo accettato d'istinto, insomma, come dire di no? Quando mi sarebbe ricapitato di poter partecipare ad un vero ballo a castello?!
-Molto bene! Ad ogni modo, volevo dire che la settimana prossima quando saranno ripartiti, potreste andare. Al momento il dottore è in viaggio ma per allora sarà certamente tornato. Vi metteremo a disposizione una carrozza ed un paio di servitori che possano aiutarvi a sistemarvi per una o due notti a castello. Vi accompagneremmo volentieri, ma credo che voi giovani vi divertirete di più senza di noi!
-In effetti...- borbottò Emma, al che scoppiammo tutti a ridere. Fui addirittura sul punto di dire che saremmo potuti tranquillamente andare da soli, senza servitori... ma ciò avrebbe voluto dire mandare loro figlia da sola con un uomo, e dubitavo ne sarebbero stati molto entusiasti! Tuttavia non poteva che farmi piacere si fidassero di me al punto da lasciarci andare senza doverci necessariamente seguire. E, pur sapendo che rimanere solo con lei avrebbe potuto essere “pericoloso”, non vedevo l'ora di quella piccola avventura. Avevo già percorso lo stesso tragitto, ovviamente, ma in uno stato molto confusionale. Ora, se non altro, avevo abbracciato il fatto che quella fosse la realtà e non un qualche strano gioco o sogno.
Inoltre, avevo sensazioni positive a riguardo. Forse il dottor Stein sarebbe davvero stato la risposta a ciò che cercavo...
-Vi ringrazio. Accetterò più che volentieri l'offerta... e questa volta non dovrò neanche dormire in cella. Almeno spero!
Seguì un'altra risata, ma mentre ripensavo a quel giorno... mi sembrò così lontano! Come se fossero passati mesi, invece non era neanche uno. Assurdo... quanto era successo in quei ventun giorni?
Avevo passato mattinate tra le stalle, pomeriggi interi a fare ricerche, cene coi reali... mi ero perfino fatto un paio di amici ed ero stato in taverna con una donna. Avevo iniziato ad imparare a combattere, per poco non mi ero fatto ammazzare da dei briganti, avevo visto la mia Cork sotto una nuova luce e avevo cavalcato tra i boschi di Munster... e poi c'era lei. La ragione per cui, invece di andare fuori di testa, avevo accettato ciò che mi era accaduto. Per quanto assurdo fosse.
Lei, che rideva e come sempre aveva tutto il viso illuminato. E quelle dolcissime labbra che morivo dalla voglia di baciare ancora.
-Permettetemi di chiedermi una cosa Jones- intervenne poi il re, quando le risate si placarono -Ho notato che mia figlia si è affezionata a voi, ci ha raccontato delle vostre idee, ed ideali. In America c'è questa liberalità oppure si tratta di qualcosa di personale?
Anche se la domanda portava a tutt'altro, né io né la ragazza potemmo ignorare quel “si è affezionata a voi”. La guardai limitarsi a stringere le labbra per non replicare, ma le sue guance assunsero un colore più roseo del normale. In un'altra occasione avrei risposto con una battuta, ma davanti ai suoi genitori non era proprio il caso.
-Diciamo che in America la vita è diversa, e molto. Ma... no, non è la norma. I coloni sono solo uomini, la maggior parte delle donne che vi abitano sono le loro mogli e figlie. Gli aborigeni hanno usi e costumi particolari, certo, hanno donne cacciatrici e guerriere. Quindi sicuramente la mentalità è molto più liberale. Ma non posso dire che sia la norma, sono molto pochi gli uomini europei insediati lì che condividono le mie idee. Io non vedo semplicemente la differenza tra uomo e donna, in quanto a libertà. È difficile rispondere alla vostra domanda- anche perché nell'America di quel tempo non avevo mai vissuto, ma questo non potevo dirlo! -In poche parole, è più facile che le donne lì siano libere perché la società è diversa, così come la vita e le priorità.
-Capisco. Ed approvo. Spero non pensiate male di me e mia moglie, pur essendo certo che Emma vi abbia raccontato della ragione per cui ultimamente è di cattivo umore.
-Padre! Possiamo evitare?!
-Tesoro, voglio solo far capire al nostro ospite che non siamo dei tiranni! Ha una figlia e certamente può capire che tutto ciò che vogliamo è il tuo bene.
-Non vi preoccupate sire- intervenni, prima che Emma gli rispondesse con una bella sfuriata, e dalla sua espressione ci mancava davvero poco -Mi ha detto lei stessa che non la costringerete. E capisco, sì. Ogni genitore fa ciò che può per i propri figli. Ma alla fine sono loro a decidere...
Detto questo, sperai che il discorso fosse chiuso. Non volevo che si creassero discordie e, pur non volendo contraddire il re in persona, avevo voluto essere sincero e schietto a modo mio. Ero dalla parte di Emma e volevo fosse chiaro a tutti. A lei compresa, anche se in fondo lo sapeva già.
Per fortuna sembrò che nessuno avesse altre domande per me, così continuammo a mangiare parlando solo, di tanto in tanto, del più e del meno. Si parlò un po' anche del ballo, e del fatto che anch'io avrei dovuto trovare qualcosa di elegante da mettere – cosa a cui non ribattei. Non volevo certo fare la figura dello straccione tra tutti gli ospiti benestanti, avrei preferito non partecipare piuttosto. E poi dissero che mi avrebbero presentato come un amico di famiglia che si era offerto di occuparsi delle stalle per permettere a Sir Morgan di recuperare le forze. Non sarei stato semplicemente “lo stalliere” povero e rozzo, il che mi faceva piacere, per qualche ragione.

 

***


EMMA POV

Per fortuna mio padre non aveva continuato un discorso che avevo intuito dove sarebbe andato a parare. Forse era stata la risposta di Killian a fermarlo lì e forse le mie occhiate fulminanti avevano aiutato, ma non riuscivo a non essere infastidita. Avrebbero mai smesso di intromettersi nella mia vita? Spettava a me dire a Killian di essermi affezionata a lui, se avessi voluto.
Spettava a me dirgli di volerlo baciare ancora.
Probabilmente i miei genitori erano convinti che avrei apprezzato il fatto che approvassero quel mio “avvicinamento” con l'uomo... ma era così imbarazzante! Non avrebbero potuto, semplicemente, parlarmene in privato? Eravamo stati interrotti dalla lettera, certo, ma non avevano più sollevato l'argomento né a colazione né a pranzo, e in nessun momento della giornata. Quando avevo detto loro che avrei conosciuto il principe di Ulster senza fare storie, avrebbero potuto continuare il discorso... invece nulla.
-Swan. Vuoi per caso congelare?
-Killian!- quasi urlai, voltandomi di scatto verso l'uomo che mi aveva raggiunta. In realtà ero uscita in giardino per prendere un po' d'aria e... rimanere da sola. A pensare. E nonostante questo, non mi dispiaceva che fosse lì.
-Come mi hai trovata?
-Ti ho vista dalla finestra.
Già. Ovviamente. Che stupida! Avrei dovuto ricordarmi che anche la sua finestra desse sulla fontana e le aiuole di rose, il mio angolo preferito del giardino. Mi piaceva sedermi sulla grande fontana di pietra e guardare l'acqua che spruzzava dall'alto, schizzandomi con qualche goccia di tanto in tanto.
-Scusa.
-Mi sono perso qualcosa? Perché mi chiedi scusa?
-Per i miei. Mio padre. Insomma, si intromettono e...
-Come tutti i genitori, tesoro. È perfettamente normale...
-Sì, ma...
-Anch'io sono affezionato a te.
Detto questo, si tolse la giacca e me la poggiò sulle spalle, senza mai distogliere lo sguardo dal mio. Fui davvero contenta che fosse buio, perché non ero certa che il mio viso avesse conservato il suo naturale colorito pallido. Anche se, i suoi occhi erano un incanto anche sotto la luce della luna.
-Non ho freddo...- balbettai come una perfetta idiota, non sapendo cos'altro dire. O forse c'era così tanto da dire che semplicemente non avevo idea di dove iniziare: era dannatamente complicato. Per tante, troppe ragioni.
-Sei una pessima bugiarda. Solo un pazzo andrebbe in giro con un vestitino di seta senza maniche a quest'ora... a febbraio.
-Mi stai dando della pazza?
-Forse- scosse le spalle con una leggera risata -Ma credo di essermi abituato alle tue follie, principessa.
-Verrai davvero al ballo?
-Non... dovrei?
-Dovresti- chiarii subito alla sua espressione confusa -Non voglio restare da sola.
-Ma non sarai sola. Ci sarà il tuo... pretendente.
-Riformulo. Non voglio rimanere da sola con tutta quella gente d'alto rango e un “pretendente” di cui non mi importa nulla e che rifiuterò. Verrai con me?
-Mi stai invitando al ballo, Emma?
-Mmh. Sì, effettivamente sì.
Ridemmo entrambi e lasciai che mi stringesse le mani, scaldandole tra le sue. Ma sì, lo stavo invitando ad essere il mio accompagnatore al ballo. Sapevo che non sarebbe stato con me tutto il tempo eccetera, però sarei stata meglio a saperlo lì... per me.
-In questo caso, come dire di no alla principessa più affascinante d'Irlanda? So che sarai molto occupata ma se sei la mia accompagnatrice, me lo concederai almeno un ballo, spero.
-Sai ballare?
-Certo, Swan. Ho pur sempre sangue irlandese nelle vene. Sono un ottimo partner di danze.
-Allora ho scelto bene, mi fa piacere!
Con lui era così facile ridere. Ridere di tutto, anche della cosa più sciocca! E nonostante i miei sentimenti, continuavo ad essere a mio agio e non sentirmi mai in imbarazzo. E a pensarci bene, desideravo che quella festa passasse al più presto... ero molto più eccitata del piccolo viaggio fuori porta che avremmo fatto assieme. Ovviamente lo avrei accompagnato dal dottor Stein, ma avremmo ugualmente avuto tanto tempo da trascorrere a Rosscarbery. Probabilmente avrei anche chiesto ai miei di lasciar stare i servitori, non ne avremmo avuto bisogno. E magari saremmo anche andati a galoppo, piuttosto che in carrozza...
Ma non era il momento di far volare la fantasia. C'era molto altro, prima, e forse... forse non sarebbe stato poi così male. Anche se in realtà non sapevo bene come comportarmi, non ero mai stata in una situazione simile: una situazione neanche molto definita, a dire il vero.
Ci eravamo baciati. Eravamo affezionati l'uno all'altra, e questo lo avevamo chiarito... ma poi? Sarebbe stato strano o patetico, baciarlo prima di andare a dormire?
-Che ne dici di rientrare? Ammalarsi prima del ballo non sarebbe proprio il massimo.
-Ah. Sì, già...- mi riscossi, stringendomi automaticamente nella giacca con cui mi aveva coperta. Non avevo freddo così, stavo bene... ma lui forse non tanto, visto che era rimasto in camicia.
E poi... era una mia impressione, o anche lui era piuttosto silenzioso? Possibile che fosse in imbarazzo e confusione come me?! Era difficile da credere, per un uomo con probabilmente molta esperienza alle spalle.
Infine mi circondò le spalle con un braccio e mi condusse verso l'ingresso del castello. Dal canto mio lo lasciai fare con un sorriso e gli cinsi la schiena. Forse, in fondo, non era poi così difficile... forse mi facevo problemi che in realtà non esistevano.
Per quanto amassi il freddo, un piacevole brivido mi percorse quando – non appena varcata la soglia del palazzo – il calore ci avvolse. Dovevo ricordarmi che io sarei andata nella mia stanza e lui nella sua, la notte precedente era stato un caso particolare!
-Beh, Killian...
-Allora Emma...
Ok, quello sì che fu imbarazzante. Ma cosa mi stava prendendo?! Io non ero così, cavolo. La vergogna non era mai stata una mia caratteristica, eppure... maledizione.
-Prima tu.
-Oh. Ok. Niente, volevo solo dirti... domani riprendiamo gli allenamenti? Con la spada?
-Ah certo! Assolutamente, voglio diventare bravo. E magari sfidare a duello il tuo amico Graham, ogni volta che gli passo accanto mi guarda male!
-Aaah. È che gli ho dovuto accennare cosa è successo l'altro giorno e ora fa il protettivo... ma lascialo perdere, ci parlo io. Comunque bene, subito dopo le stalle ci vediamo al campo. Non posso venirti ad aiutare perché viene il sarto a prendermi le misure per il vestito...
-Oooh. Un abito su misura per la principessa, ovviamente! Anche se preferirei prendertele io le misure... accuratamente. Molto accuratamente...
Mi intrappolo tra sé e la parete vicina, e quando il suo sguardo si abbassò sul mio seno, deglutii e mi morsi un labbro. La pulsazione in mezzo alle gambe era tornata... eccome se lo era. Avrei potuto chiedergli di prendermi tutte le misure che desiderava in quello stesso istante...
Ma no. Non potevo permetterlo. Non potevo permettergli di avere tutto questo potere sui miei sensi, dovevo tornare in me ed assumere il controllo della situazione. Presi quindi un respiro profondo e mi liberai dalla morsa, dopo averlo spinto leggermente da parte. Il fatto che mi piacesse e che forse desiderassi qualcosa che andasse oltre l'amicizia, non voleva dire che sarei diventata una di quelle ragazzine a cui tremavano le gambe per l'emozione!
-Calma i bollenti spiriti, Jones... nel prendere le misure ci si può pungere con gli spilli, quindi vedi di stare attento.
-Forse sono disposto a correre il rischio.
-Non oggi.
-Mmh. Vuoi dire che potrei avere possibilità, un altro giorno?
-Forse.
Certo che era bravo a provocare, ma gli avrei dimostrato di sapergli tenere testa. Potevo non avere esperienza, ma ciò non voleva dire che non potessi divertirmi anch'io. Che non potessi flirtare e... provare a causare gli stessi brividi che lui dava a me.
Restammo così a guardarci, da molto vicino, ma nessuno dei due cedette ed abbassò lo sguardo. Infine sul suo volto si dipinse un ghigno divertito e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: mi feci forza e restai ancora impassibile.
-Non è da tutti riuscire a resistere al mio fascino, tesoro.
-Tu invece fai fatica a resistere al mio, ho notato...
-Audace anche senza l'effetto dell'alcol, eh?
-Te l'ho detto. Non ero in me e non sono fiera di come mi sono comportata ma... continuo a non essere pentita del bacio. Buonanotte, Killian.
Conclusi con un sorriso e gli baciai la guancia, a pochi millimetri dall'angolo della bocca, poi mi voltai con noncuranza e salii le scale soddisfatta. Forse era vero. Forse, scegliere di desiderare qualcuno, non era un segno di debolezza. Anzi.
-Buonanotte, Emma...


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! No, purtroppo non ero partita in vacanza... solo internet (e pc) che rompeva le palle e dopo mille tentativi FORSE questo è quello giusto ed ora dovrebbe essere tutto ok. Almeno l'ultimo paio di giorni lo è stato, ecco xD
Comunque... il risveglio è stato quasi pacifico. Per fortuna Emma non aveva bevuto molto quindi ha ricollegato facilmente gli eventi... ma i due hanno passato un po' di tempo a godersi quella vicinanza. Alla fine è stato un sonno casto ed innocente, ma ciò non toglie che siano sempre più consapevoli dei loro sentimenti e del desiderio... tanto che Emma si è resa conto che se fossero andati fino in fondo, seppur per ragioni sbagliate, non si sarebbe pentita. Ma alla fine è meglio così. Ora il loro flirt è diventato più esplicito, si resistono e si attirano... come un gioco col fuoco. Ma Emma lo vuole come suo accompagnatore ufficiale, ed ha la "benedizione" dei suoi per partire un paio di giorni insieme a lui. Entrambi non vedono l'ora ma prima ci sono il ballo ed i regnanti di Ulster da superare... vedremo come andranno le cose!
Intanto le ha fatto una promessa importante... ovvero che non la lascerà sola fino a che non sarà certo che le cose vadano come le desidera lei.
Cercherò di aggiornare anche l'altra ff entro il fine settimana, dovrei farcela.
Un abbraccio a tutti (o forse meglio di no, fa troppo caldo xD)...e a presto!
   
 
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