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Autore: inked    09/08/2018    0 recensioni
cosa fare quando si è a migliaia di chilometri da casa, lontani dal proprio amore e assediati da alieni urlanti che stanno per sfondare le nostre difese? Povero Sergio, davvero un bel guaio
Genere: Comico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sergio era molto incazzato.

Era molto incazzato con Erica.

Era molto incazzato con se stesso.

Era molto incazzato con Erica, ma sopratutto con se stesso.

Era molto incazzato sopratutto perchè si era molto incazzato nel momento sbagliato.

 

Per una volta che aveva ragione, lei gli aveva chiesto scusa, si era addirittura mortificata al telefono rendendosi conto della stupidaggine commessa… lui non era lì a raccogliere i frutti del riappacificamento.

 

Intendiamoci, non è che tra di loro ci fosse bisogno di scuse per “fare pace” e sancirla nel giusto modo, però era la ciliegina sulla torta alla buona riuscita dell’aver ottenuto da lei, così orgogliosa, delle vere e proprie scuse.

 

Ed ora era in quell’hotel della Micronesia, spalle alla porta. Stavano per entrare e lui era stanco, non riusciva più a respingere i loro attacchi. Troppo a lungo si era difeso da quella torma inferocita. Troppo a lungo aveva risposto al fuoco.

 

Erano così piccoli, eppure così duri a morire.

 

All’inizio erano tenaci sì, lo ricordava bene, ma non raggiungevano questi livelli di ferocia. Diventavano sempre più assetati di sangue.

 

Erano piccoli e praticamente privi di sinapsi individuali. In effetti, la loro mente in quelle situazioni sembrava fondersi e regredire ad un primordiale cervello collettivo che ne indirizzava le azioni. Concentrava i loro sforzi.

 

Strana razza. Sergio la conosceva bene. Da diversi anni ormai combatteva quegli esseri ma per quanto la sua abilità con le armi fosse invidiabile, la sua agilità nello sfuggire agli attacchi notevole e la sua resistenza degna di una chanson de geste, non era mai riuscito a sconfiggerli del tutto.

 

Tornavano sempre e sembravano ancora più tenaci. Tornavano dalla morte. Come?

 

Se lo chiedeva spesso, ma senza alcun successo. Quel giorno rischiava di fare una brutta fine.

 

E intanto non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa.

 

Era incazzato con Erica perchè non era lì con lui a scusarsi. Ed era incazzato con se stesso perchè non poteva raccogliere le sue scuse.

 

Lei in ufficio in Italia, che ancora una volta si fa fregare da quel cazzone del suo collega Damiani. Quello fa tanto il puntiglioso con lei, non gliene fa passare una, le mette sempre i piedi in testa e le fa pesare la sua molto maggiore anzianità (assunto 6 mesi prima di lei, capirai).

Per una volta lui commette una bella fesseria e Erica, che mille volte aveva chiesto consiglio a Sergio su come cambiare le carte in tavola e farsi rispettare dal collega cosa fa? Non solo non ne approfitta, ma lo copre pure!

 

E dopo aver espressamente chiesto consiglio a Sergio che le aveva spiegato per filo e per segno il da farsi, pure!

 

Era semplicissimo! Non doveva far altro che

 

“Ghgahahaghagghahghaghghgghaaghagaghg sei morto umano! Vieni fuori da lì e arrenditi! Gghaghagahgahghaghgagahga!!!”

 

I loro ributtanti e gorgoglianti versi di ilare trionfo interruppero il suo flusso di coscienza. Il nemico era alle porte e a Sergio rimaneva solo mezzo caricatore.

 

Socchiuse la porta alle sue spalle per dare un’occhiata alla situazione.

 

Venne subito investito da una pioggia di proiettili.

 

Per miracolo nessuno di questi lo colpì.

 

I mostri almeno avevano una pessima mira.

 

“Ggahgahghaggahagahgah vieni fuori e affronta il tuo destino, sporco umano! La terra è nostra ormai!!! Ghaghaghaghagagah!”

 

Avevano ragione. Aveva mezzo caricatore e loro erano… non riusciva neanche a contarli. Almeno una dozzina.

 

Tutti i suoi compagni erano spacciati ormai. Roger, David, anche Samir. Rebecca era andata poco dopo l’inizio della rappresaglia. E poi Joanna, Veronica, Federico, Daniel. Tutti caduti.

 

Doveva essere rimasto solo.

 

Ma quello che infastidiva Sergio non era tanto la sua imminente fine.

 

Ma il fatto che non poteva prendersi le scuse di Erica di persona!

 

Lei era così combattiva e risoluta, ma quando doveva affrontare quel pignolo e fetente Damiani non c’era verso che ne uscisse vincitrice!

 

E dire che Sergio le aveva perfettamente spiegato come fargli fare una figura barbina con i capi, risolvere il pasticcio creato e non fargli neanche intendere che avesse fatto lei la spia!

 

“Ghgahgahaghaggha umano prega i tuoi stupidi dei se ancora ci credi perchè ti stiamo venendo a prendere!!!”

I passi si avvicinavano inesorabili. La porta non avrebbe retto. Abbandonò la maniglia attendendo il suo destino. Forse non poteva vincere, ma almeno avrebbe portato al creatore con sè qualcuno di quei piccoli bastardi!

 

“Gaghaghaghaghgaa siamo qua umano, mangeremo la tua carcassa bucherellata ghaghaghaghaghghagahga!”

 

Eppure Erica

 

Erica, gli mancava così tanto… lei era in Italia. A quest’ora ormai era uscita dall’ufficio… era già arrivata a casa? Chissà. Magari se fosse stato lì si sarebbero incontrati e lei gli avrebbe chiesto scusa perchè era una stupida e doveva ascoltarlo e davvero mi dispiace tanto amore tu mi avevi aiutata e io ho rovinato tutto e… perchè non ci facciamo una bella doccia insieme e lasciamo perdere?

 

Erica era bravissima a scusarsi sotto la doccia e dopotutto lui la avrebbe perdonata in fretta, è solo che a volte non riusciva proprio a farle capire che

 

“AGHAGHAGHAGHGAHAH MISERO UMANO PREPARATI AD INCONTRARE IL GRANDE DIO DEGLI ELGHANS AHAHGAHGHAGHGAHAGHGHAGH!!!”

 

Sergio non ebbe neanche il tempo di accorgersi che avevano aperto a spintoni la porta quando si vide investire da una pioggia di proiettili. Quei bastardi erano rapidi e letali quando volevano. Non provava dolore, solo tanto rimpianto per essere lì, in quello stupido hotel in Micronesia. Per dover fare quella fine, crivellato dai colpi di quei mostri, senza potersi prendere di persona le scuse di E

 

“ECHECAZZO IN FACCIA NO BAMBINI! Ma cosa vi ho detto questa mattina? Sono pallini di gomma, possono ferire gli occhi!”

 

I piccoli mostri si fermarono un attimo guardandosi, poi ripresero a sommergerlo di colpi scaricando i caricatori delle pistole a pallini di gomma.

 

Sergio si raggomitolò su se stesso.

 

40 anni suonati. E ancora faceva l’animatore in quel cazzo di hotel in Micronesia.

 

E si perdeva le scuse di Erica.

 
   
 
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