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Autore: peregrina tuc    09/08/2018    1 recensioni
Ecco cosa è successo veramente al Dio degli Inganni durante Infinity War...
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Thanos, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Qui è la nave spaziale dei profughi asgardiani, siamo sotto attacco, ripeto, siamo sotto attacco. Motori in avaria, sistema di supporto vitale compromesso, richiesta di aiuto a qualsiasi nave nelle vicinanze.
Il nostro equipaggio è composto da famiglie asgardiane, siamo pochissimi soldati qui, non è una nave da combattimento…”

 

“Udite e gioite!” Ebony Maw camminava tra i corpi senza vita di metà degli asgardiani che si trovavano all’interno dell’astronave appena fuggita da Asgard con a bordo gli unici superstiti. “Avete avuto il privilegio di essere stati salvati dal grande Titano”.
Avevano provato a resistere e a combattere con tutte le loro forze nonostante fossero pochi soldati, ma Thanos e l’Ordine Nero avevano avuto la meglio anche sul Dio del Tuono. “Forse voi pensate sia sofferenza. No”. Corvus Glaive infilzò un ultimo soldato che ancora respirava.
Erano stati sconfitti. Nessuno era sopravvissuto. Thor era stremato e senza forze. Heimdall era a terra ferito.
“Questa è redenzione, la bilancia universale tende verso l’equilibrio grazie al vostro sacrificio. Sorridete, poiché anche nella morte siete diventati figli di Thanos”.
L’unico ancora in piedi era lui, il Dio degli Inganni. Loki buttò un occhio verso quella carneficina e poi alzò lo sguardo verso Thanos, che se ne stava immobile, voltato di spalle e con Thor stretto nella sua mano.
Quella era davvero la loro fine? No, Loki sapeva benissimo cosa sarebbe arrivato dopo… Il suo piano era ben costruito nella sua testa, ma per far sì che funzionasse qualcuno si sarebbe dovuto sacrificare.
“So cosa significa perdere” la voce del Titano Pazzo risuonava in quella che qualche ora prima era stata l’astronave degli asgardiani e che in quel momento era diventata la tomba di metà di loro. “Sentire disperatamente di avere ragione, ciò nonostante fallire”.
Thanos si girò e trascinando Thor per l’armatura, si avvicinò sempre di più a Loki, ormai accerchiato anche lui dall’Ordine Nero. “E’ spaventoso, fa tremare le gambe, ma io vi chiedo per quale fine… Lo temi, lo sfuggi, il destino arriva ugualmente e ora… Eccolo. O dovrei dire, eccomi”. Alzò la mano col Guanto e Loki, come aveva potuto immaginare, notò che al suo posto c’era già una gemma che brillava di una forte luce viola, la Gemma del Potere.
“Tu parli troppo” riuscì a rispondere Thor con le poche forze che gli rimanevano. Thanos sembrò non ascoltarlo, ora voleva solo parlare con Loki, e Loki sapeva benissimo cosa gli avrebbe chiesto. Prima o poi quel momento sarebbe dovuto arrivare, Thanos l’aveva rimandato anche più a lungo di quanto Loki si fosse potuto immaginare e prendere il Tesseract prima di liberare Surtur e distruggere Asgard, gli era sembrata l’unica via per salvarsi.
“Il Tesseract o la testa di tuo fratello… Presumo tu abbia una preferenza”.
Loki voleva sfidarlo, il suo sguardo era serio, arrabbiato ma non spaventato. Thanos non l’avrebbe avuta vinta così facilmente, soprattutto non in quel momento in cui la vita in pericolo non era la sua.
“Oh certo… Uccidi pure”.
Come se nulla fosse Thanos appoggiò la Gemma che aveva già nel Guanto sulla fronte di Thor. Le urla del fratello erano ancora più forti nella testa di Loki. Che stava facendo? Stava davvero abbandonando l’ultima persona al mondo che gli voleva bene, per cosa? Per un inganno…
 
“Sarai sempre il Dio degli Inganni, ma potresti essere di più”
 
I suoi occhi si riempirono di lacrime. Le urla di Thor erano piene di dolore, ma anche di disperazione e delusione… Non era la prima volta che le sentiva. Quando si lasciò cadere nel vuoto abbandonando sia Thor che il loro padre Odino aveva udito il fratello gridare così per lui. Quando si finse morto sempre agli occhi del fratello aveva sentito ancora quelle urla. Erano sempre le stesse, il male fisico che Thor stava provando in quel momento non era nulla in confronto a quello che provava dentro di sé, sentendosi di nuovo tradito e abbandonato dal suo fratello minore.
Loki teneva a Thor, non avrebbe mai permesso a Thanos di concludere il suo lavoro ma la tortura era necessaria. Necessaria per il suo piano. Se gli avesse dato il Tesseract senza problemi tutti avrebbero capito ci fosse qualcosa sotto. 
“VA BENE FERMO!”.
Thor fece un grandissimo respiro appena Thanos si allontanò da lui.
 Perdonami fratello, ho dovuto farlo… pensò Loki.
 “Non abbiamo il Tesseract, è stato distrutto su Asgard”.
Thanos e Loki si guardarono. Il Titano capì che Thor non era a conoscenza di nulla. In realtà neanche Thanos ma i due avevano già avuto un incontro anni prima e lui sapeva che Loki l’avrebbe preso.
Il Dio degli Inganni era certo che ciò che stava per fare avrebbe deluso ancora di più il fratello. Dalla mano destra, con una magia, fece apparire il Tesseract.
“Sei davvero il peggiore dei fratelli”. C’era da aspettarselo. Eppure quelle parole per Loki furono come una pugnalata allo stomaco.
Iniziò la sua camminata verso il Titano, sempre però con lo sguardo diretto a Thor “Ti assicuro, fratello, il sole brillerà nuovamente su di noi”. E a quella frase ci credeva davvero… Se solo fosse andato tutto per il verso giusto.
“Il tuo ottimismo è mal riposto… asgardiano”. Thanos scandì l’ultima parola, forse perché credeva fosse davvero asgardiano o perché voleva semplicemente farlo di nuovo sentire diverso? Il problema era che non era più il Loki di una volta, quel Loki era cresciuto e aveva accettato la sua vera natura e la sua vera origine. Quelle parole non gli avrebbero fatto alcun male.
“Prima di tutto… Non sono un asgardiano, secondo poi… Noi abbiamo un Hulk”.
Ecco la parola d’ordine che fece scattare Hulk, per tutto quel tempo nascosto. Il grosso gigante verde piombò su Thanos schiacciandolo contro la parete. Loki non esitò neanche un secondo a gettarsi su Thor. In quell’istante però lasciò cadere il Tesseract. Fu uno sbaglio? No… Niente di quello che faceva Loki era un puro e innocente sbaglio.
 
 Qualche ora prima.
L’astronave era stata colpita. Il panico si era diffuso tra gli asgardiani superstiti, i quali solo poche ore prima erano riusciti a sopravvivere al Ragnarok. Thor e Loki appena sentirono l’esplosione corsero insieme a cercare Valchiria ed Heimdall.
“Che sta succedendo?”. Loki non rispose alla domanda del fratello. Thor non aveva alcuna idea di cosa stesse per accadere, lui invece sì. Quella nave spaziale e colui che la comandava risiedevano ancora nei suoi incubi peggiori.
Valchiria li raggiunse “Siamo sotto attacco!”
Thor era visibilmente nel panico. Non sapeva con che nemico avrebbe dovuto combattere e non sapeva come fare per salvare i sopravvissuti.
“Thor! Cosa facciamo!?” gli urlò Valchiria.
“Non c’è molto che possiamo fare…” le parole uscirono dalla bocca di Loki senza che potesse trattenerle.
“Che significa!”
“Fratello…” Thor appoggiò le mani sulle spalle di Loki “Tu sai di chi si tratta…”
“Purtroppo sì”
“E allora dicci…”
Loki conosceva Thanos… Sapeva che gli avrebbe dato la caccia finchè non fosse riuscito ad ottenere il Tesseract. Non avevano scampo, nessuno lo aveva… Se fossero scappati li avrebbe rincorsi, se avessero combattuto sarebbero morti.
Loki guardò Valchiria “Raduna più asgardiani che puoi, portali alla Commodore e fate in modo di andarvene”.
“Io resto a combattere!”
“Ascolta mio fratello” Valchiria non avrebbe potuto obiettare al comando del nuovo re di Asgard. La giovane guerriera fece un cenno col capo e se ne andò di corsa a eseguire il suo compito.
“Heimdall va con lei”. Thor non avrebbe rischiato di perdere il suo migliore amico, in più Heimdall era l’unico che avrebbe potuto prendere il suo posto se non fosse tornato, si fidava.
“Il mio posto è qui”
“Così facendo scriverai la tua fine”. Loki era a conoscenza del fatto che chiunque avesse sfidato Thanos sarebbe andato incontro alla propria morte.
“E così sia… Ero il guardiano del Bifrost e di Asgard… Non ho più nulla ora, il mio compito è finito. Fatemi combattere un’ultima volta per il mio popolo”.
Quella frase provocò in Loki un forte brivido lungo la schiena. Assurdo veramente… La persona davanti a lui era pronta a togliersi la vita per il suo popolo, mentre lui cosa aveva fatto? Lui era stato solo pronto a togliere la vita al suo popolo. E’ vero, quello era il passato ma solo al pensiero Loki provava odio verso sé stesso. Se Thor non l’avesse fermato a quell’ora i Giganti di Ghiaccio non sarebbero più esistiti. Forse era arrivato il momento di prendere atto di ciò che aveva fatto e di ripartire da capo, cercando di riparare al danno che lui stesso aveva commesso.
E fu da quel preciso istante che tutto il piano di Loki prese forma, era perfetto e articolato nei minimi particolari nella sua testa. Bisognava solo che funzionasse e bisognava soprattutto che Thor non sapesse niente di niente.
Tutto ciò che gli serviva era Valchiria lontana da lì, il sacrificio di Heimdall, del bestione non se ne preoccupava, era sicuro che al momento giusto il guardiano del Bifrost l’avrebbe rispedito sulla Terra per chiudere aiuto, che il Tesseract finisse in mano a Thanos e che tutti lo credessero morto…
 
Qualche ora dopo
“Padre degli Dei, lasciate che la magia scorra attraverso me per un’ultima volta”. La voce di Heimdall risuonava lontana, quasi come un eco, per Loki, il quale approfittando del combattimento tra Thanos e Hulk, si era nascosto. Dietro la parete riusciva ad intravedere la scena. Hulk era stato battuto, Thor imprigionato ed Heimdall, come aveva promesso, era pronto per un ultimo atto. In un batter di ciglia Heimdall aprì il Bifrost per l’ultima volta per spedire Hulk lontano da lì, probabilmente sulla Terra… Come Loki aveva previsto.
“Quello è stato un errore” E con un colpo Thanos infilzò Heimdall.
Loki dovette abbassare lo sguardo. Vedere Heimdall, una persona che conosceva da quando era bambino, morire gli aveva provocato un senso di… Tristezza? Forse. Dolore. Rabbia. Frustrazione per non aver trovato altro modo.
“Giuro che morirai per questo!” urlò Thor.
 
Fratello, non è ancora arrivato il peggio.

 
Ed ecco che l’attenzione di tutti tornò al Tesseract, lasciato di proposito a terra da Loki.
Ebony Maw lo prese in  mano e si inginocchiò davanti al Titano. “La mia umile persona si inchina di fronte al tuo splendore, nessun altro essere ha mai avuto la potenza, tanto meno la nobiltà, di impugnare non una, ma due Gemme dell’Infinito. L’universo è alla tua portata”.
Thanos spaccò con facilità il Tesseract, scoprendo la Gemma dello Spazio contenuta al suo interno.
Se ci fosse stata scelta, Loki non gli avrebbe mai consegnato il Tesseract ma purtroppo quello era l’unico modo per salvare la sua vita e quella del fratello. Thanos non voleva ucciderli, o almeno non entrambi, voleva solo quella Gemma, che gli sarebbe servita per raggiungere il suo obiettivo. Dopo averla ottenuta se ne sarebbe andato lasciandoli lì.
“Ci sono altre due Gemme sulla Terra, trovatele figli miei e portatele da me su Titano”
Proxima Midnight si inchinò anche lei “Padre non ti deluderemo”.
Era il momento. Era il momento di entrare in scena. Avrebbe dovuto impiegare tutti i suoi poteri per rendere quel momento… credibile.
 
 “Scusate se mi intrometto”. Il Dio degli Inganni uscì allo scoperto con un enorme sorriso malizioso in volto. “Sulla Terra forse vi servirà una guida. Io ho un po’ di esperienza di quell’arena”.
Si avvicinò piano all’Ordine Nero.
“Sì, soprattutto esperienza in fallimenti”. Thanos lo provocò, ricordandogli la disastrosa battaglia a New York. Fu da quel giorno, da quando fallì nel suo scopo, che Loki aspettava l’arrivo di Thanos per fargliela pagare.
“Io considero l’esperienza… esperienza”. Lui era pronto. Ma sarebbe stato pronto Thor? “Onnipotente Thanos, IO Loki, Principe di Asgard”. Si fermò e guardò suo fratello ancora imprigionato. I loro occhi si incontrarono e Loki non poté dimenticare tutto quello che era stato per tutti quegli anni. “Figlio di Odino”. Ma non avrebbe mai potuto rinnegare le sue origini, aveva cercato di farlo per anni senza pensare che il suo destino e il suo vero diritto non sarebbero mai stati quelli di governare su Asgard. “Legittimo Re di Jotunheim”. La sensazione fu strana, non aveva mai pronunciato quelle parole. Era forse arrivato ad accettare ciò che era veramente? La risposta era sì, e non si sarebbe più nascosto dietro ad un incantesimo per celare la sua vera natura. “Dio dell’Inganno, ti faccio promessa” con la mano sinistra estrasse un pugnale che teneva nascosto dietro al braccio mentre continuava ad avvicinarsi a Thanos “della mia immortale fedeltà…”. Fece un respiro profondo e un secondo dopo tentò di sferrare un colpo a Thanos, il quale però non fu ingannato e bloccò subito il braccio del Dio. Thanos non era caduto in quel tranello stupido… Ed era proprio quello che Loki voleva.
“Immortale? Dovresti scegliere i termini con più cautela”. Thanos afferrò Loki per il collo e lo alzò da terra. Il Dio cercò di divincolarsi ma la presa del Titano diventava sempre più stretta.
“Tu non sarai mai… un Dio” e con quell’ultima frase Loki morì.
 
O almeno così avrebbero creduto tutti…
 
Sull’astronave Commodore
Valchiria stava passando in mezzo agli asgardiani scampati alla carneficina.
“Korg quanti ne hai contati?”
“Solo 73”
“Anche io… poco più di settanta…”
“Così pochi”
I due rimasero in silenzio per qualche minuto. “Senza Thor non hanno una guida, non sappiamo dove andare e-” Valchiria venne interrotta da un tonfo alle loro spalle.
Si girarono e videro Loki steso a terra che respirava a fatica.
“LOKI!” gridò la Valchiria avvicinandosi a lui. Come era arrivato lì? E dov’era Thor?
Il Dio era vivo, aveva solo usato troppo potere ed era rimasto senza forze.
Ce l’aveva fatta. Tutto era andato per il verso giusto. Thor era vivo da qualche parte, lo sentiva. Prima che si teletrasportasse aveva visto una navicella arrivare in lontananza, erano i soccorsi che avevano chiamato.
Mentre Thanos era stato ingannato, pensava davvero di averlo ucciso.
Loki si lasciò scappare una risatina. Oh, Thanos pensava davvero che il Dio degli Inganni avrebbe provato ad ucciderlo con quello stupido trucchetto.
“Dov’è Thor?! E perché stai ridendo?”
Loki con l’aiuto della ragazza si alzò. “Thor sta bene…”
“E questo come lo sai?!”
“Lo so e basta…”
Korg si intromise nella discussione “Che è successo agli altri?”
Loki si guardò intorno… Così pochi asgardiani… Erano rimasti così in pochi…
“Morti, tutti. Heimdall pure, l’ultimo suo atto è stato inviare Hulk lontano da qui. Sono andato via prima che Thanos facesse esplodere l’astronave. Thor era ancora vivo, l’ho lasciato lì ma era necessario”.
Valchiria non poteva crederci. “Come necessario! Dobbiamo tornare subito indietro e salvarlo”
“E per qualche ragione? Limitarlo a questa navicella e a trovare una nuova casa al nostro popolo? Forse non ti rendi conto del potere che scorre nelle vene di mio fratello. E’ uno dei pochi capaci di sconfiggere Thanos… Quello che è successo oggi era necessario per farlo arrabbiare ancora di più. Thor ora vuole vendetta, e forse solo così potrà mostrare tutta la sua forza… Se tornassimo a riprenderlo mi vedrebbe e campirebbe che quello che aveva visto pochi secondi prima morire davanti ai suoi occhi era solo un altro trucco di magia del fratello.”
Nessuno lo interruppe durante quel discorso. Forse perché essere sopravvissuto ad un disastro simile gli aveva conferito più importanza. Era sicuro di ciò che stava dicendo, non sembrava neanche più il Loki conosciuto su Sakaar. Volevano fidarsi di lui.
“Quindi Thor crede tu sia morto”.
“L’ho dovuto fare… Non pensate sia stato facile per me”
“E ora che faremo? Siamo in così pochi, ci sono tante famiglie su questa astronave e non abbiamo un posto dove andare…” Loki ascoltò attentamente quelle ultime parole di Korg. Aveva ragione, erano in pochi e deboli, non avrebbero resistito ad un ulteriore attacco. E la loro casa, Asgard, era stata distrutta.
“… E non credo che su Sakaar il Gran Maestro ci riaccetterebbe” concluse quel mucchietto di sassi.
Loki osservò quei pochi superstiti… Erano il suo popolo… Ma non erano l’unico. Era giunto il momento di prendere in mano le redini, di affrontare le sue origini e di riprendersi ciò per cui era nato.
“C’è un posto in cui possiamo andare… Se per un’ulteriore volta mi promettete che vi fiderete di me”
“Senza Thor è tuo il compito di decidere… Noi ti seguiremo”
Aveva paura, aveva paura di cosa avrebbe trovato là, aveva paura di chi avrebbe trovato là, dei suoi sensi di colpa che si sarebbero fatti sentire ma voleva… voleva far rinascere dalle ceneri i suoi due popoli.
“Amici, noi andremo a Jotunheim”.
 
Jo
tunheim
Nessuno, a parte Loki, in quell’astronave aveva mai messo piede in quella terra dei ghiacci. Durante tutto il viaggio per arrivare lì Loki non face altro che ripensare a ciò che aveva fatto, a ciò che aveva architettato anni e anni prima… solo per rendere, secondo la sua mente, orgoglioso Odino. Aveva lasciato aperto il Bifrost e aveva distrutto Jotunhaim e ucciso tantissimi Giganti di Ghiaccio. Se non fosse arrivato Thor a quell’ora del suo regno natale non ci sarebbe più stato nulla. Se anni prima lo aveva odiato per averlo fermato, aveva odiato suo padre adottivo per non averlo mai compreso, ora invece si rendeva finalmente conto di aver fatto un grosso sbaglio.
Con quale faccia sarebbe andato a reclamare il trono che gli spettava di diritto? I Giganti di Ghiaccio non avevano mai saputo la verità, ma Loki purtroppo la sapeva eccome. Se avesse ritrovato un popolo dimezzato quella sarebbe stata solo colpa sua.
Quello però se lo sarebbe tenuto per sé, non aveva alcuna intenzione di peggiorare la situazione.
“Siamo arrivati” Valchiria andò a chiamarlo.
Loki fu il primo a mettere piede su quella terra ghiacciata e ciò che trovò non fu un bello spettacolo.
Se lo immaginava, molte volte si era chiesto come sarebbe stata Jotunheim se ci fosse ritornato, se lo era chiesto anche durante il viaggio… Eppure immaginarselo era una cosa, vederlo con i propri occhi un’altra.
“Quindi questa era la tua vera casa?” Valchiria spuntò da dietro le sue spalle. “un po’ freddina…”
“Un tempo era bellissima… Era quello che tu potresti immaginare come ‘un regno di ghiaccio’, io purtroppo l’ho solo letto nei racconti quando ero piccolo. Ora è stata distrutta…”
“E perché? Che è successo?”
 
E’ stata colpa mia…
 
“Un giorno te lo dirò…” Loki vide il resto degli asgardiani avvicinarsi all’uscita dell’astronave. “Potrebbe essere pericoloso andare tutti insieme… Non so cosa potremmo trovare. Andremo io e lei” indicò Valchiria “Korg, tu resta qui a controllare tutti loro”.
Il Dio degli Inganni e la Valchiria si inoltrarono insieme nelle fredde terre di Jotunheim. L’ultima volta che Loki era andato lì fu per fingere di stringere un patto con suo padre Laufey, e ora sembrava veramente irriconoscibile. Il Bifrost ne aveva distrutto una buona parte.
Era impaziente di sapere quanti Giganti fossero ancora vivi.
Arrivarono in quella che un tempo doveva essere la sala del trono. E infatti, in lontananza c’erano i resti di quello che era stato il trono di Laufey.
“Chi siete voi?” una voce cavernosa li fece sussultare. “Perché osate entrare a Jotunheim?”
“Lei è una Valchiria, io sono Loki da Asgard”
Alla parola ‘Asgard’ da tutti gli angoli bui di quella sala spuntarono Giganti. Loki se lo aspettava… Non sarebbe mai cessato il loro dissidio verso Asgard, a meno che non fosse diventato lui re…
“Siamo venuti qui per-”
“Siete venuti a morire”. Loki lo scrutò bene, quello non era il nuovo re, semplicemente era “l’anziano del popolo” che ne faceva le veci. Lui sicuramente aveva conosciuto Laufey… e aveva conosciuto anche il figlio.
“Asgard è stata distrutta dal Ragnarok. Alcuni asgardiani si sono salvati e sono qui per chiedere la vostra ospitalità e il vostro aiuto”.
“Vi concediamo un'altra possibilità, andatevene e non vi uccideremo”
“Forse non mi sono spiegato bene…”
Il Gigante di ghiaccio si avvicinò sempre di più ai due, Valchiria restò dietro Loki continuando a guardarsi le spalle, mentre Loki non retrocedette di un passo. “Che aiuti potremmo dare noi! Guardaci! Voi asgardiani avete deturpato Jotunheim della sua gloria, avete portato via tutto al nostro popolo!”
“Lo so… E per quello che posso fare, sono qui a restituire ciò che era di Jotunheim… A Jotunheim”. Se Thor fosse stato lì, si sarebbe sentito deluso una seconda volta dal fratello. Pensava veramente che mandandolo nella Sala dei Trofei, Loki si sarebbe limitato a prendere la corona di Surtur? O a rubare il Tesseract? No… Là dentro c’era anche un’altra reliquia da preservare.
Unì i palmi delle mani, li fece scorrere e appena le allontanò apparve davanti a tutti il gioiello di Jotunheim che Odino rubò: Lo scrigno degli antichi inverni.
“Lo scrigno…” Il Gigante di Ghiaccio che fino a quel momento aveva parlato con Loki osservò come la pelle del Dio che aveva davanti stava diventando mano a mano blu. Era uno di loro. Ma come era possibile?
“Chi sei tu?”
Quella trasformazione aveva destato la curiosità di tutti. Ora i due superstiti erano quasi accerchiati, ma nessuno aveva più l’intenzione di fargli del male. Volevano solo capire.
“Sono Loki… Figlio di Farbauti e Laufey, lasciato a morire durante la guerra tra Jotunheim e Asgard… Odino mi trovò nel tempio e mi prese con sé. Sono cresciuto principe di Asgard ma in realtà non sono altro che il legittimo re di Jotunheim e se mi permettete sono qui a reclamare ciò che è mio di diritto”.
Tutti rimasero immobili davanti a quel discorso. Neppure Valchiria riusciva più a riconoscerlo. Parlava e si atteggiava davvero come un re.
“Figlio… di… Laufey”
“Esattamente…”
“Mi ricordo, mi ricordo di voi. Eravate solo un neonato quando tutti pensavano foste morto”.
Aveva già iniziato ad utilizzare il ‘voi’ come forma di rispetto. Ormai Loki ce l’aveva fatta.
“E’ stato difficile per me accettare ciò che sono veramente. Ed è stato anche difficile arrivare qui e vedere il mio regno natale ridotto così. Ma ora sono qui, e con me ho lo Scrigno che potrà riportare Jotunheim alla gloria di un tempo. Non vi chiedo molto…” il suo discorso era esteso a tutti i presenti perciò cominciò a camminare cercando di mostrarsi forte e coraggioso davanti a tutti loro. “Solo di accettarmi come vostro re e di cancellare qualunque dissidio o odio verso gli asgardiani, che non sono altro che un umile popolo. Forse Odino non avrebbe mai permesso tutto ciò, ma io non sono lui, io voglio regnare in pace e voglio riportare un equilibrio tra questi due popoli. Ho conosciuto il mio vero padre, per voi è stato un grande re, io sono stato cresciuto bene, ho imparato tante cose, ho visto tante cose e ho capito quale deve essere il mio compito. Sarò ancora meglio di mio padre, di questo avete la mia parola”
Ci fu un momento di silenzio e poi, uno ad uno, tutti i Giganti di Ghiaccio si inginocchiarono davanti al nuovo re. Loki non poteva credere ai suoi occhi. Ci era davvero riuscito. Era bastato davvero così poco? Forse non era poi così male come lo avevano voluto sempre far credere tutti. Aveva vissuto nell’ombra, credendosi inferiore a Thor ma non era vero. Ognuno aveva le sue capacità ma entrambi erano nati per regnare.
 
“Esperienza in fallimenti”
 
No Thanos, non questa volta.

 
E in quel momento capì che tutti i suoi fallimenti non erano mai stati dovuti ad una sua incapacità, o a Thor che gli rovinava i piani, o ad Odino che non gli aveva mai dimostrato grande amore, o ad Asgard in sé. Il problema non era né in lui, né negli altri. Semplicemente aveva sbagliato meta. Aveva sempre cercato di spingersi troppo oltre, non capendo che le soddisfazioni le avrebbe trovate solo tornando alle sue origini.
Non che se ne dispiacesse, in fondo persino gli atti disumani commessi erano serviti per portarlo fino a lì. Tornare a Jotunhaim significava ammettere finalmente la sua vera natura, accettarla e fare finalmente pace con i suoi demoni interiori.
 
“Per anni abbiamo vissuto nascosti, da soli e perduti qui a Jotunheim. Nessuno aveva il diritto o la forza di governare gli altri. Per anni mi sono chiesto che fine avesse fatto il figlio di Laufey… Sapevo che non era morto, il suo corpo non era mai stato ritrovato. E ora bentornato mio re… Il trono è vostro”.

Loki cominciò a salire le scale verso il trono. Un giorno, quando tutto il caos delle Gemme sarebbe finito, si sarebbe mostrato a Thor, lo avrebbe ascoltato mentre gli avrebbe urlato contro per essersi finto morto di nuovo, gli avrebbe raccontato cosa aveva fatto in quel periodo di tempo e poi lo avrebbe portato a Jotunheim, il quale non sarebbe più stato solo il regno dei Giganti di Ghiaccio ma anche degli Asgardiani. Avrebbero regnato insieme sui due popoli e il sole sarebbe tornato a splendere, come promesso, sui due fratelli, prima principi e poi re.
   
 
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