Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: inked    09/08/2018    0 recensioni
una storia sulla tristezza e il potere della musica, un bizzarro tentativo di salvataggio
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

benvenuti al NightTime with J. Voci calde e suoni morbidi. Solo la migliore musica indie italiana. Conduce Jonathan detto J, dj 36enne che si è creato un piccolo pubblico di affezionati. seguono la trasmissione, gli fanno i complimenti, gli chiedono pezzi ancora più sconosciuti di quelli che passa di solito, già oscuri per chi non conosce il genere.

...bravo Giorgio è proprio come dici tu: la musica italiana ha ancora delle potenzialità enormi, basta saper cercare sotto alla superficie del mainstream
ma infatti guarda io spero che prima o poi qualcuno si svegli e lo capisca. Meno male che ci sono ancora trasmissioni come la tua, dove si sente il vero indie!
grazie Giorgio, ora ci dobbiamo salutare, che ti metto?
grazie a te J, mi metti “una palude” dei ministri?
quello sì che è un bel pezzo, malinconico, ben registrato, sincero, ottima scelta!
lo dedico alla mia ragazza, Melissa!
e allora Melissa ecco per te “una palude”, ciao Giorgio continua a seguirci!

e la serata va avanti. J riesce sempre a far scivolare note e parole nella giusta direzione, dandogli solo una spintarella. Sa che basta poco per far rotolare giù dal prato le canzoni che trasmette accompagnate dalla sua voce. Ci ha messo anni ad impostarla come voleva e trovare il suo stile, ma ora c’è, un suo marchio di fabbrica perfettamente riconoscibile. Bravo J, stai sul pezzo e lascia che la canzone rotoli giù dal prato insieme a te che fai le capriole. Una buona canzone non si limita a trascinare chi ti ascolta giù in fondo al prato: lo fa ridere e tornare bambino. Come te che ti godi i ministri. Stai sul pezzo e fai godere chi ti ascolta. loro ascoltano e capiscono che non è solo il tuo lavoro. E’ la passione della tua vita. Sono i ministri che cantano che la terra è una palude senza di te. Senza di te che mi chiedi di passarli, Giorgio. Senza di voi che ascoltate la mia trasmissione e mi chiamate ogni sera, dal lunedì al venerdì, dalle 21 alle 24. Stai sul pezzo e macina un’altra canzone J. Un’altra chiamata. è la quinta della serata. Sarà l’ultima prima di staccare e chiudere i battenti.

Un letto caldo aspetta J che resta concentrato ma solletica l’idea di chiudere gli occhi e rotolare giù dal prato nei suoi sogni. La trasmissione di quella sera è venuta proprio bene. piovono commenti entusiasti sui social.

Ciao e benvenuta al NightTime with J Chiara! da dove chiami?
Ciao J, ho deciso di suicidarmi
No dai da dove chiami?
Sono seria, ti volevo dire che ho deciso di farla finita
Sono le 23 e 47 minuti. Sulla radio che state ascoltando viaggiano voci calde e suoni morbidi. Niente che possa disturbare la calma del vostro viaggio mentre vi dirigete verso la vostra destinazione, che sia un caldo letto o un triste cubicolo in cui vi tocca passare il turno di notte. Niente tranne forse questa piccola dichiarazione di suicidio in diretta. E J deve tenere la diretta, ormai la canzone è partita e deve ballare quello strano ritmo.
J è molto apprezzato dal suo piccolo pubblico. Ha appena ricevuto un’offerta da una radio nazionale per uno spazio in una fascia oraria pomeridiana. domani deve dare una risposta: decidere se abbandonare il suo pubblico per tentare un’avventura in un mondo più grande (e meno indie).
J non ha ancora deciso cosa risponderà. ma ora non pensa all’offerta. Pensa solo a Chiara e alla sua strana telefonata.
Chiara, lo sai che è la prima volta che mi chiamano per suicidarsi? La puntata di stasera è così brutta?
ahah no no tranquillo
quindi non ti suiciderai?
allora… ho sempre intenzione di suicidarmi, ma la trasmissione è bella come al solito. volevo salutarti e dirti che mi hai tenuto così tanta compagnia con la tua voce e la musica...
ti ringrazio per i complimenti, quindi dicevamo… di cosa volevi parlarmi?
J Ti volevo dire che non mi fa più sorridere niente. Ho deciso di farla finita...
Chiara, io penso che tu stia scherzando… chi chiama una radio per annunciare il proprio suicidio?
io
va bene, voglio stare al gioco. Come la faresti finita?
dall’altro capo della linea risuona un “clic” inconfondibile. Una pistola?
Jonathan si prende un attimo male. Le telefonate se le filtra da solo. Quella sera non ci sono state moltissime chiamate e Chiara mentre finiva la canzone dei ministri, prima di andare in onda insieme a lui, gli aveva fatto solo molti complimenti ed era apparsa normale.
Questo è un cazzo di incubo.
Che sia vero o uno scherzo, sta diventando una prova. Jonathan è abituato a lavorare insieme alle persone. Riesce sempre a creare entusiasmo e partecipazione negli altri, è una qualità che ha sempre avuto fin da bambino quando organizzava i giochi con gli amici al parco. Si è ritagliato il suo spazio radiofonico, il suo pubblico lo adora. Domani potrebbe decidere di buttarsi in qualcosa di ancora più grande. E ora, questo. Chi è questa ragazza? Davvero si sparerebbe un colpo in testa in diretta?
e poi... perchè proprio a lui? Gli stava andando tutto così bene: l’offerta di un programma tutto suo, in una radio “vera”!
E’ vero, la fascia oraria probabilmente non sarebbe il massimo, ma avrebbe comunque un pubblico mille volte più vasto di quello a cui è abituato. Magari dovrebbe sottostare a qualche paletto in più, sorbirsi gli sponsor, invitare in studio cantanti mainstream che a lui che ascolta indie non vanno troppo a genio...
potrebbero persino dargli qualche quintale di rapper scadenti da promuovere, ragazzini presi di peso da casa mentre si registrano le basi al computer e dati in pasto al grande pubblico. Al sistema del business discografico. E lui dovrebbe stare al gioco. Ma sarebbe sempre lui, saprebbe sempre come tirare fuori il meglio dal suo interlocutore.
Chiara, se quello che ho sentito è il rumore che penso sia calmati un attimo e ascoltami
appunto. Rimani sul pezzo e non ti distrarre J. Forse c’è una vita in gioco. Forse è solo uno scherzo di quei cretini di Radio FreeStyle, quelli sono così imbecilli da esserne capaci. Ma non lo puoi sapere, quindi concentrati e comportati come se fosse tutto vero.
sì, ho una pistola in mano. mi dispiace J...
ascoltami… qualunque cosa tu stia pensando non fare niente di cui ti potresti pentire
non mi pentirò di niente, non sarò più qui a pentirmene, dopo
Chiara, senti io non so chi tu sia, ma qualunque sia il motivo non ne vale la pena
che ne sai J? Tu lavori alla radio, sei un figo, tutti ti ascoltano e ti vogliono bene. non hai idea di cosa sia la mia vita…
hai ragione, non so niente di te. Tu magari sai qualcosa di me o pensi di sapere tutto, ma la voce che senti in radio non è tutta la mia vita, tutti abbiamo problemi… parlami dei tuoi!
Ecco lì il vecchio J. Ora stai andando nella direzione giusta. Falla parlare, continua a tenerla al telefono. Finchè ti risponde non può commettere pazzie. Si accorge che gli tremano le mani. Si accorge che ha versato mezza tazza di caffè sul mixer a forza di agitarla mentre gesticolava. Non si mette a pulirla. Non pensa nemmeno di mandare la pubblicità. Non cerca più di giustificare la cosa con uno scherzo di cattivo gusto di qualche radio rivale invidiosa dei suoi ascolti: la voce della ragazza è troppo seria e al tempo stesso troppo sciolta. La voce di chi ha trovato un ostacolo troppo grande sul suo cammino, troppe cose che vanno male, un peso dentro che si è fatto insopportabile. di chi ha deciso in coscienza che il vero problema è… se stessa. Che la cosa migliore è togliersi di mezzo.
e sapete qual è la cosa peggiore?
Che la voce della ragazza appare quasi sollevata. Come se l’aver preso la decisione di suicidarsi le abbia tolto quel peso dalla coscienza.
Ho capito che la cosa migliore da fare è uccidermi. Era così semplice, perchè non ci ho pensato prima?
No, non può essere così. J continua a farla parlare.
J, i miei problemi non importano...
cazzo se importano! Una mia fan si vuole uccidere! Certo che sono importanti! Non posso mica far finta di niente così, guarda che non siete poi così tanti, devo tenervi stretti! E se poi altri seguono il tuo esempio?!?
ahah sei sempre il solito, mi hai fatto ridere
guarda che non scherzo! Che ne sarà della mia trasmissione? Vedo già i titoli: “ragazzina si suicida in diretta al NightTime with J, conduttore radiofonico accusato di istigazione al suicidio”
ahahah hai ragione. Sarà un disastro. Ma magari ti renderà più famoso, magari sarà un caso che ti porterà celebrità e una radio grande ti assumerà! Ci pensi?
Può darsi Chiara, ma preferisco rimanere a fare questo programma per voi che mi ascoltate, se devo giocarmi una fan così!
lascia perdere dai… ti volevo solo dire che anche se non ci conosciamo sei l’unica persona che mi capisce. Mi hai fatto scoprire i Cani, i Baustelle, i Verdena...
Chiara questo mi fa molto piacere, vedi si è creata una connessione, la radio ha questo potere di avvicinare le persone, farci sentire meno soli...
J mi dispiace tanto ma non ci conosceremo mai, di persona, volevo solo salutarti prima di farlo...
Chiara io non so chi sei e tu vuoi ucciderti. Se davvero sono l’unica persona che un po’ ti conosce…
...sei l’unico che passa “il posto più freddo” e “cosa mi manchi a fare”. E proprio quando sono più depressa... ma forse sono io che mi riconosco nei pezzi che scelgo, forse non mi conosci davvero. forse sono solo una persona senza personalità. Senti non importa, grazie J. Addio…
la voce della ragazza inizia a tremare e le frasi si cospargono di singhiozzi come di un olio denso che si sparge sempre più sulla tavola coprendo ogni sapore, tutti i piatti di quello strano pasto fatto di ironia e idee suicide si coprono come di un catrame nero e bollente che copre ogni gusto.
J si sente soffocare. J ripensa a tutti i pezzi che passa, pezzi di gruppi indie o poco conosciuti che i ragazzi amano. Che lui ama. Ma quanti di quei pezzi possono peggiorare la depressione di qualcuno che non sta bene? J fa un frenetico check mentale di quello che ha passato quella sera, ma non c’è tempo. Torna sul pezzo. Torna alla ragazza. Torna a lei e falla restare nel mondo, il mondo di chi si muove e pensa perchè è VIVO.
CHIARA ASPETTA TI METTO ALMENO UNA CANZONE D’ADDIO!
Singhiozzi sommessi nelle cuffie di J. Singhiozzi sommessi risuonano nello studio della radio. Singhiozzi sommessi escono dalle casse del signor Damiani, che sta tornando a casa e per pura coincidenza si è messo ad ascoltare quella trasmissione. Singhiozzi sommessi scavano e torcono le budella di poche centinaia di ascoltatori ancora collegati a quel fine serata di NighTime with J. Singhiozzi sommessi vengono commentati in diretta sulla pagina facebook della trasmissione. Singhiozzi sommessi che risuonano nelle cuffie di J e diventano laceranti grida che gli perforano i timpani.
Chiara, allora, se questo è un addio allora facciamo le cose bene! Dimmi che pezzo vuoi! Avanti
...sniff. Mettimi “la guerra è finita”
No che non te lo metto!
altri singhiozzi sommessi. La guerra è finita. Baustelle. Anno 2005. La canzone è autobiografica e parla di un’amica dell’autore che vive una vita fatta di furtarelli all’esselunga, risse, relazioni amorose con estremisti di destra e che alla fine decide di farla finita. J non poteva sopportare l’idea di finire la telefonata in quel modo. Sì, oramai non gli importava più della trasmissione, pensava solo a quella ragazza appiccicata al telefono chissà dove che gli parlava con la voce rotta dal pianto.
Già, da dove lo stava chiamando? J resta sul pezzo. falla parlare. Fatti dire dov’è. Fatti dire qualcosa, qualunque cosa. Salvala perchè non può salvarsi da sola. E’ tutto sulle tue spalle campione, non fare cazzate e riporta questa ragazza sulla terra. Riportala indietro dal luogo buio in cui si è cacciata. Ti prego fa che non lo abbia ancora fatto.
Un breve silenzio dall’altro capo della linea. Attesa?
perchè non me la vuoi mettere? Mi hai chiesto di scegliere e io ho scelto! Rispetta la mia scelta!
la tua scelta è sbagliata Chiara, sbagliatissima
come puoi dire che è sbagliata, non mi conosci nemmeno, non sai come è la mia vita…
no ma io non sto parlando della tua vita, sei liberissima di farne ciò che vuoi, anche se per me significherebbe perdere una ascoltatrice e preferirei evitarlo. Sto parlando della canzone che hai scelto! La guerra è finita è una canzone che non va bene per suicidarsi. Non te ne puoi andare così…
J ma che dici, ma parla di una che ha deciso di andarsene, come me...
Chiara ascolta, lo sai benissimo che quel pezzo non parla di suicidio
non barare! certo che parla di suicidio!
non credo proprio: parla della persona che lei era, di quanto era viva! Di quello che faceva e di come, anche nella morte, lasciò un messaggio di vita! Di speranza!

Chiara, se conosci i Baustelle sai che non vorrebbero mai lasciare che una vita si spenga così, senza motivo, con una loro canzone di sottofondo poi…
J non riesco più a sopportare il dolore… ti prego smettila
non è vero, certo che ce la fai. Sai perchè? Perchè questa è la vita! La vita è dolore. La vita è mettere il dolore su un pezzo di carta e trasformarlo in arte. “parole nere di vita”!
J basta lasciami andare, è troppo tardi...
non è troppo tardi. Metti giù quell’arnese se ce l’hai ancora in mano e rimani incollata al telefono… dimmi dove sei, vengo a prenderti e ci beviamo un caffè insieme
non mi piace il caffè
una birra allora
non mi piace neanche la birra…
dall’altro capo del telefono J sentì la ragazza che si scioglieva in un pianto diverso dal primo. Più rumoroso, più forte, più liberatorio forse. J fai che sia una cosa positiva. Fai che non abbia deciso di premere quel grilletto. Non puoi pensare che dopo tutti questi discorsi lei lo voglia ancora fare. Fa che abbia cambiato idea.
non ti piace neanche una bella cioccolata, Chiara?
sniff… J volevo dirgli che per me non era insignificante
Cosa è successo al tuo ragazzo Chiara?
non era il mio ragazzo, era mio fratello… è morto in un incidente. E l’ultima cosa che gli ho detto è che per me non era nessuno, non esisteva neanche… non riesco più a sopportare l’idea che le ultime parole che gli ho detto siano state queste
è stata una fatalità, qualunque cosa sia successa tra di voi non c’entra niente con quello che gli è successo…
ma io… glielo ho detto comunque e non posso cancellare quello che ho fatto...sniff
Chiara dove sei? Ti vengo a prendere e ci facciamo una cioccolata calda insieme. Qua devo chiudere, la trasmissione è finita da 12 minuti, sto rubando lo spazio alle notizie della viabilità e alle pubblicità della trattoria di Zia Giovanna!
J sono nella cabina telefonica di piazza Dante, l’unica che è rimasta in città…
Jonathan staccò il collegamento e corse fuori dagli studio della radio correndo. Fece le tre rampe di scale correndo come un pazzo. Sul penultimo gradino inciampò e cadde facendosi male alla mano destra ma si rialzò senza neanche farci caso. La cabina telefonica descritta dalla ragazza era a meno di un chilometro da lì. Non pensò neanche alla macchina, continuò a correre nella notte. Faceva freddo ma non lo sentiva neanche, in maniche di camicia. ci mise pochissimo a raggiungere la piazza. Guardò in direzione della cabina e vide che c’era effettivamente qualcuno dentro.
Chiara era una ragazza di non più di 16 anni, i capelli verdi, magrissima, il viso pieno di lacrime. Quando vide Jonathan gli si buttò con le braccia intorno al collo e iniziò a piangere ancora più forte. Per terra lui trovò la pistola. Ce l’aveva davvero. Non la toccò neanche, la lasciò dov’era e la porto via da lì.
Andarono in uno dei pochi bar aperti in quel martedì notte di provincia e si bevvero una cioccolata calda insieme. La ragazza non smetteva più di parlare e inondava Jonathan di discorsi. Lui ascoltava e sentiva l’adrenalina scivolare via dal suo corpo, cedendo lo spazio a pura e cristallina calma. E a tanto sollievo.
J ascoltava Chiara che parlava di suo fratello morto, della sua disperazione, di come riusciva a dissimularla con i genitori e gli amici. Di come si era lentamente allontanata da tutti e non faceva più quasi altro che ascoltare musica, la stessa musica che passava lui alla radio. Di come aveva deciso di farla finita e aveva sottratto la pistola.
Più J ascoltava le parole di quella strana ragazzina dai capelli verdi più la calma si faceva strada in lui e più si rendeva conto che quella notte lo aveva cambiato. E decise anche che avrebbe rifiutato l’offerta della grande radio nazionale. Sarebbe rimasto al NightTime with J.
Il giorno dopo si svegliarono entrambi al suono del campanello di casa, insistentemente premuto da qualcuno. Jonathan aveva portato la ragazza a casa sua e le aveva prestato il suo letto, sistemandosi sul divano.
Era la polizia a cui qualcuno aveva evidentemente segnalato la trasmissione ed era stata alla radio che era ora occupata dalle forze dell’ordine. Cercavano ancora di capire cosa era successo, se si fosse trattato di uno scherzo. Capirono vedendo la ragazzina stropicciarsi gli occhi dietro al padrone di casa che non lo era.
Ci furono articoli sui giornali locali su quello strano salvataggio e il caso arrivò anche in qualche pagina dei grandi quotidiani. La pistola di Chiara fu ritrovata nella cabina, il porto d’armi era intestato al nonno che non si era accorto della sparizione. Nel caricatore c’erano 8 proiettili.
I genitori di Chiara si dissero sbalorditi, non avrebbero mai pensato che la figlia fosse capace di un simile gesto, anzi gli sembrava che la figlia di fosse ripresa dalla morte del fratello.
Jonathan e Chiara divennero grandi amici. Presero molte altre cioccolate insieme: parlavano di musica indie, film, libri e ogni tanto di quella strana notte in cui si erano conosciuti.
I Baustelle lessero della vicenda. in un concerto a Roma, dedicarono “la guerra è finita” a J e C.

FINE

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: inked