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Autore: call_me_by_your_name96    10/08/2018    0 recensioni
Il dolore di una famiglia colpita da una disgrazia vista dagli occhi di una bambina.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vieni tesoro mio, un’altra giornata ci aspetta”. Erano queste le parole che il suo papà le diceva sempre prima di uscire di casa e che Alice ora continuava a sentir ronzare nella sua mente mentre al piano inferiore si teneva la veglia funebre per il suo adorato padre. In cima alle scale del piano superiore poteva sentire i parenti e gli amici, ammassati nel piccolo soggiorno, chiacchierare e singhiozzare sommessamente mentre davano l’ultimo saluto all’uomo, il quale si trovava dentro la bara per metà aperta come se fosse stato esposto in una vetrina per il pubblico adiacente. L’incidente era avvenuto una domenica mattina mentre lei, suo padre e sua madre si dirigevano dai nonni materni per l’ormai abituale pranzo di famiglia. Alice era una bellissima bambina di dieci anni dai capelli chiari e dagli occhi castani, proprio come sua madre; ricordava ancora le grida di quest’ultima e la paura nello sguardo di suo padre che la guardava dallo specchietto retrovisore mentre l’auto sbandava. La dolce bambina pensava che se il padre avesse messo le catene alle ruote per affrontare la neve caduta la notte prima, come sua madre gli aveva consigliato, ora non sarebbe rimasta orfana di un genitore. Le mancava tantissimo suo padre ma fortunatamente sua madre era riuscita a sopravvivere all’incidente uscendone indenne se non per qualche lieve lesione e un braccio rotto. Suo padre invece era morto solo dopo aver passato due settimane in coma ed ora era lì, immobile, dentro una fredda bara di mogano. Sua madre era rimasta davanti a questa per lungo tempo, impietrita, con le lacrime agli occhi e la bocca che ogni tanto s’apriva per emettere un languido sospiro spezzato dal singhiozzo.
Dal giorno stesso dell’incidente la sua “mammina”, come Alice soleva chiamarla, era cambiata totalmente: si recava ogni giorno all’ospedale per trovare il marito lasciando la bambina a casa da sola a giocare con le bambole; non andava più a rimboccarle le coperte come era sua consuetudine fare la notte ma invece si rintanava nella camera padronale a piangere sul letto e a stringere a sé il cuscino di suo marito per inebriarsi i sensi del suo profumo unito a quello del dopobarba che l’uomo metteva in grande quantità. Alice vedeva la madre, distrutta dal dolore, addormentarsi tra le lacrime, stringendo a sé una foto che ritraeva i suoi genitori come novelli sposini. La piccola entrava nella camera dei suoi genitori in punta di piedi per non rischiare di svegliare la sua “mammina” e le concedeva un tenero bacio di buonanotte dopodiché, sempre in punta di piedi, tornava nella sua cameretta. Alice inizialmente non riusciva a comprendere la disperazione della madre, in fondo suo padre non se n’era andato, stava solo dormendo profondamente, o almeno era questo che aveva sentito alle amiche della madre che ogni tanto andavano a confortarla; ma quando fu dichiarata la morte del suo dolce papà anche lei aveva capito che non lo avrebbe più rivisto.
Alice se ne stava lì  in cima alle scale piangendo con le mani sul viso, ripensando ai bei momenti passati con il padre che non sarebbero potuti più tornare. Tra il chiacchiericcio al piano inferiore però avvertì una voce, una voce familiare, quasi inconfondibile; si tolse le mani dal viso, aprì gli occhi colmi di lacrime e ciò che vide le fece cambiare completamente espressione: la porta d’ingresso, lasciata aperta per permettere ai partecipanti della veglia di entrare nella camera ardente, dava sulla grande veranda e lì, proprio in piedi con le braccia aperte c’era il suo papà che, con uno sguardo d’infinito amore rivolto alla figlioletta, diceva: “Vieni tesoro mio, un’altra giornata ci aspetta”. Alice era terrorizzata ma allo stesso tempo felice come non lo era mai stata e, con il cuore colmo di gioia, scese velocemente le scale e si gettò tra le braccia del padre, il quale la prese in braccio e le disse che per lei ci sarebbe sempre stato, che non sarebbe più andato via e che non l’avrebbe più lasciata sola.
Intanto dietro la madre in preda al dolore, due anziane signore parlavano sotto voce, quasi come se non volessero farsi sentire per non arrecare ancora più dolore alla donno seduta davanti alla bara del suo amato, e una di queste disse: “Povera donna, quanto dolore ha dovuto sopportare dal giorno di quel maledetto incidente che prima le ha portato via la figlia ed ora il marito”.
   
 
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