Fuori piove un mondo freddo

Johnlock, drammatica, sentimentale, John POV, post quarta stagione
quintupla drabble, 110 parole l’una
cara Chia, non potrò scrivere per il compleanno di “John”, ma spero che accetterai questa breve storia...

niente più ti lega a questi luoghi

‘Non so cosa devo pensare, anzi, fare con te’.
Te l’ho sussurrato ieri notte, e non so più perché, tanti sono i motivi che si sono accumulati da quando viviamo insieme, di nuovo, e tu continui a sbagliare, di nuovo.
Sei impossibile o io sono io a essere diventato troppo intollerante, tu sei un ragazzino capriccioso o io vecchio come il bianco tra i miei capelli suggerisce?
Non me n’ero accorto finché mi sono specchiato per vedere, non solo guardare, come mi hai insegnato.
Almeno ci provo ad ascoltarti, mentre tu… mi sono avvicinato per cercare di ricordarmi com’ero il giorno che ti ho incontrato, e non mi riconosco più.

neanche questo tempo grigio

Ero spezzato, e mi hai guarito solo per ferirmi di nuovo?
Non avevo più uno scopo e mi hai regalato quello di seguirti correndo incontro a diversi dolori che non immaginavo neppure?
Ti ho pianto due anni, ed è avvenuto allora; non ho pronunciato quelle parole per stupida cocciutaggine e una paura fredda che mi sbranava l’anima. Non amo gli uomini, amavo te, solo guardando il tuo cadavere ho dato un nome a quel sentimento così sbagliato.
Sì, perché era troppo tardi, non volevo provarlo, preferivo sposare Mary, ― per desiderare di tradirla ―, odiarti per la sua morte quanto ho odiato lei per averti sparato? Non lo potrò scoprire mai.

entra in questo amore buio

Quando a mezzanotte abbiamo litigato ho evitato di gridare, come hai fatto anche tu, per non svegliare Rosie; su questo non potrei rimproverarti, sarei un vigliacco e un ipocrita, perché la curi anche più di me.  Ma non cambi, non cambi mai, mi fai impazzire di rabbia e non voglio diventare una persona di cui hai paura, o che devi detestare.
‘Ti prenderei a schiaffi’. Non intendevo farlo, te lo giuro, l’ho detto soffiando fuori tutto il veleno che sentivo corrodermi la gola e sporcare la bocca perché non potevo attaccarti a parole quanto avrei voluto, e il mio istinto aggressivo mi ha spinto a cercare un modo per liberarmi.

non perderti per niente al mondo...

Ti sei bloccato, non in modo naturale, piuttosto come fanno le cose che hanno solo parvenza di vita. Eri una statua di ghiaccio, senza respiro, e il cuore aveva smesso di battere. Credo di aver perso la testa, che medico sono per pensare questo? Poi hai fatto solo un passo, hai stretto il mio polso e hai detto: ‘non te lo lascerò fare più’.
Non sono riuscito a rispondere nulla, ti ho guardato uscire chiudendo delicatamente la porta dietro di te; ho tirato un pugno sul muro per farmi male il più possibile, spero di essermi rotto qualcosa. C’è sangue sulle nocche e voglio che tu lo veda quando tornerai.

c'è un accappatoio azzurro, fuori piove un mondo freddo

Sei tu, vero, sotto la finestra, che guardi su come aspettando un invito?
Ci siamo incontrati a metà delle scale, il tuo cappotto inzuppato di pioggia e il viso di lacrime, il senso di colpa che mi riempie i polmoni che mi soffoca la voce mentre ti chiedo perdono, ti trascino a terra, ti asciugo con le labbra e strappo i vestiti, ti prego di lasciarti amare qui e adesso, di non uccidermi. Prendi il meglio di me, è quello che meriti, e dammi il peggio, se vuoi: è quello che merito io. Sorridimi con gli occhi come stai facendo, e fammi sentire che siamo io e te, per sempre.

N..dA.= ho sempre pensato che la divina "Via con me", di Paolo Conte, sia la più bella canzone della musica leggera italiana...