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Autore: Lady Mnemosyne    13/08/2018    3 recensioni
Alla fine di una storia che non c'è mai stata, voltarsi indietro e rimpiangere ogni singolo momento in cui si ha sperato, ridendo con amarezza pensando a quanto è stato sciocco illudersi che questa volta fosse diverso…
Poesia riemersa da un vecchio quaderno di una vita fa.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maledetta


 

È finita
senza cominciare
è finita.

È finita ed io ti amo
ma non conta più
ora
e forse non sarebbe mai contato.
Ho riletto i tuoi versi,
saranno cento volte,
e sono sempre belli:
hanno la tua delicata bellezza
e la dolcezza dei tuoi occhi scuri.

Cieca fui, cieca e orgogliosa,
come Edipo, invano
tentai di fuggire il mio oracolo
e ho distrutto te e me.
Come, mi chiedo, fui in grado
di pensare che, questa volta,
finisse diversamente?
Ti ho ferito e sconvolto, ho giocato
a fare l'alchimista: i tuoi sguardi,
le parole, li usai come ingredienti.
Medea, ti inorridii solamente.
Amor ch’a nullo amato amar perdona:
mai fu scritta sentenza più falsa.

Eppure, per un tratto, ci credetti:
tutto sembrava così facile,
così evidente e semplice.
Ma tutti sanno che gli dei sono
invidiosi e colpiscono
le cime più alte.

Intorno, tutti gli altri
sono certi di noi,
sono certi per noi
ma a che vale ormai
ora che ho distrutto
quel fragile germoglio
di amicizia
che ci stava crescendo tra le mani?

Conservo ancora quel filtro di morte,
posso ancora annegare nell'oblio
ma mi chiedo: sarei davvero in grado
di stare senza te? Sai la risposta.

Rileggo i tuoi versi,
saremo a cento e uno, e penso
chi sia la musa
che meritò il tuo cuore, mentre il mio
si accartoccia nel petto
e piange tenerezza.

Pensavo di evitare
la mia maledizione,
pensavo che tu avresti
spezzato il sortilegio:
ho sottovalutato
le arti delle Moire*.
Così sono caduta
in un nuovo precipizio
e i miei occhi insanguinati
non vedono altri che te.

Non servirebbe gridare,
dilaniare le corde vocali
chiamando forte il tuo nome:
so che tu non verrai.

Tuttavia sarò qui
ad aspettarti, a
cantare i tuoi versi
e magari, un giorno
verrai a trovarmi
come si visita
un cereo fantasma
e mi narrerai,
secondo l'antico
nostro scherzo, come
cambia il colore.










*Moire: divinità greche che filano la Vita degli uomini:  Cloto fila lo stame, Lachesi avvolge il filo sul fuso, decidendo la durata della vita, Atropo taglia il filo.  Simboleggiano il destino che spetta ad ogni uomo.

   
 
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