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Demoni
pettegoli
Spaparanzato
al sole, Keros si rilassava in spiaggia. La fine delle vacanze
scolastiche era
vicina e Ary sapeva che presto avrebbe dovuto rientrare al lavoro. In
quegli
ultimi giorni di Agosto però, il mortale era riuscito a
convincere il
mezzodemone a trascorrere un paio di giorni al mare. Nonostante il
tentatore
non amasse l'idea di passare il tempo a nascondere i tatuaggi, alla
fine
l'umano aveva avuto la meglio. Ed era riuscito a convincere Keros che
poteva
mostrare tranquillamente i tatuaggi e riposare. Era stata, dopotutto,
una buona
idea perché molti turisti avevano lasciato commenti di
ammirazione e
complimenti per i disegni che il principe aveva sul corpo. Si stavano
godendo
la lieve brezza marina, in totale relax.
“Che
splendida idea hai avuto" sorrise Keros, stiracchiandosi.
“Vero?
Preferisco la montagna, ma ero sicuro che a te sarebbe piaciuto davvero
moltissimo. È una spiaggia poco affollata, bella e con un
ottimo cibo a pochi
passi. Stasera ho già prenotato in un posto che conosco".
“Mi
fido”
annuì il mezzodemone, guardandosi attorno.
L'umano
era seduto, coperto in parte dall'ombrellone. Leggeva un libro ma poi,
approfittando del fatto che Keros non dormiva più,
sfruttò le conoscenze del
tentatore per finire le parole crociate.
“Che
stai
facendo?” domandò il mortale, vedendo come Keros
si guardasse attorno.
“Nulla.
È
che mi sento osservato…” ammise il principe.
“È
sicuramente una tua impressione. Ora che ne dici se ci facciamo un
bagno? Muoio
di caldo…”.
“Che
esagerato!” si alzò in piedi il sanguemisto
“Vieni! Voglio tuffarmi dalla
scogliera!”.
“Sei
un
vecchio spione!”.
A
quelle
parole, Lucifero sobbalzò. Non essendosi accorto di avere
compagnia, era stato
preso alla sprovvista da quella voce.
“Smamma,
Mihael!” sibilò.
“Perché
te ne stai qui ad osservarli? Non hai niente di meglio da
fare?!”.
“Vuoi
proprio saperlo? No, non ho un cazzo da fare".
“So
che
non è così”.
“Impicciati
degli affari tuoi!”.
Il
demone
stava spiando Keros ed Ary. Con i propri poteri, agli umani presenti si
mostrava come un grasso turista spalmato sull'asciugamano. In
realtà, era
seduto a mezz'aria ed osservava l'erede al trono, con accanto Mihael.
Ovviamente anche l'Arcangelo era invisibile ad occhi mortali, e non
capiva il
comportamento del sovrano degli Inferi.
“Perché
lo
fai?” domandò ancora Mihael “Non puoi
andare là e salutare?”.
“Certo.
Adesso io e te mettiamo il costume da bagno a fiori ed andiamo a fare
un
castello di sabbia!”.
“Non
coinvolgermi nei tuoi progetti bislacchi".
“Non
passa per l'Inferno da mesi. Non ho sue notizie da quando l'ho visto al
Mephistophel. Sono quasi due mesi di silenzio!”.
“E
allora? Non è un po' grande per raccontarti come passa il
tempo con gli
amichetti?”.
“Quello
non è il suo amichetto. Lo sai, vero?”.
“Lo
so”.
“E
non
hai nulla da dire?!”.
“Non
vedo
perché te ne stupisci. A me gli umani piacciono”.
“Sì
ma…
forse non hai ben capito… Quei due giocano a
‘infila la banana', non so se
comprendi…”.
“Lo
so.
Sono innamorati. E fanno l'amore. E con questo?”.
“Sei
ubriaco?! È un umano!”.
Mihael
alzò le spalle. Lucifero era sconcertato da quella reazione.
Si aspettava
qualcosa di molto diverso dall'Arcangelo del sole.
“Guardalo
bene” indicò Mihael “Guarda Keros. Lo
hai mai visto così felice?”.
Il
sovrano infernale si soffermò su quel dettaglio. Il principe
stava ridendo,
divertendosi molto. In effetti, il demone doveva ammetterlo, era da un
bel po'
che non vedeva l'erede ridere in quel modo.
“È
vero.
Ora è felice. Ma per quanto tempo lo sarà? E
poi… È un umano!”.
“Smettila
di ripetere che è un umano. Lo so! Keros avrà
riflettuto, in tal senso”.
“No!
Come
non hai riflettuto tu con Carmilla ed io con Sophia. Gli è
andato il cervello
nei pantaloni!”.
“E
che
pensi di poter cambiare? Pensi di potergli fare una predica tu? Proprio
tu?
Suvvia… Vorrebbe dire che tu il cervello te lo sei fumato,
fra una sigaretta ed
un'altra".
“Il
mio
cervello sta benissimo! È il tuo che è svolazzato
via, come le tue piume quando
fai la muta!”.
“Non
faccio la muta! Non sono un'anatra!”.
“Per
me
potresti anche essere un grosso pinguino con l'aureola. Il concetto non
cambia!”.
Lucifero
si accese l'ennesima sigaretta e storse il naso, agitandosi in strani
tic
nervosi.
“Fratello,
rilassati" mormorò Mihael “Nulla accade per caso.
Io non vedo nulla di
male in due ragazzi che si amano".
“Ma
non
hai proprio in mente i precedenti?! Gli angeli cacciati dal Paradiso
perché
innamorati? L'uccisione della loro progenie?”.
“Lucy…
Pensavo di non essere io a dovertelo spiegare ma… sono due
maschi. Vedi, fra
maschi, certe cose non…”.
“Lo
so!
Mi hai preso per un idiota?!”.
“E
allora
perché ti scaldi? Non possono generare alcuna
progenie!”.
“Fa
lo
stesso. Lo sai che lui si incazza se gli si tocca gli umani e si
commettono
simili imprudenze. Ed ha un modo tutto tuo di punire. Carmilla,
Sophia… sono
morte!”.
“Lo
so”.
“Andiamo!
Carmilla è morta per colpa degli uomini! Se fosse rimasta
tranquilla
all'Inferno, lontana da questa razza di bamboline di pantano e da te,
sarebbe
ancora viva".
“E
Keros
non esisterebbe. Vero. Ma non è stata colpa degli
umani”.
“Allora
ammetti che è stato Dio?”.
“No.
Qui
non stiamo parlando di quello che è stato. Parliamo di due
persone che si amano
molto e che tu, vecchio demone pettegolo, stai spiando. Spiando
perché è
evidente che sei geloso".
“Sono
preoccupato, non geloso. E leggermente disgustato. Un umano…
che porcheria!”.
“Sei
geloso. Perché ritieni Keros una tua proprietà.
Perché è l'unico figlio che
potrai mai avere!”.
“Questo
è
tutto da vedere…”.
“No,
è la
verità. Hai perso il potere di creazione che avevi in
Paradiso. Non potrai mai
e poi mai avere figli. Non continuando a fare il demone. Ma tu sei il
re dei
demoni, perciò…”.
“Tecnicamente
tu, come angelo, non avresti neanche dovuto pronunciare parole inerenti
alla
sfera sessuale e invece ti sei riprodotto. Tutto è
possibile!”.
“Se
Dio
lo vuole".
“Fanculo
Dio! Stiamo andando fuori tema! Io resto comunque
preoccupato”.
“Preoccupato…”.
“E
lo
dovresti essere anche tu! È tuo figlio! Non temi
conseguenze? Non temi che
possa essere punito o ucciso, come è successo alla sua
splendida madre? Senza
contare che sono due uomini… sappiamo entrambi che
papà non gradisce. Eri tu
uno degli angeli di Sodoma, giusto?”.
“Giusto.
Se riceverò ordini al riguardo, ci penserò. Per
ora, auguro loro tanta
felicità”.
“Io
no.
Non permetterò che succeda qualcosa a Keros!”.
“E
che
pensi di fare?”.
“Lo
vedrai. Lo riporterò al sicuro, lontano da questo branco di
discendenti di quel
pirla di Adamo!”.
“Attento
a quel che fai. Ti tengo d'occhio. Sempre!”.
“E
poi
dai a me dell'impiccione pettegolo…”.
La
sensazione di essere osservato non lo abbandonava, ma aveva deciso di
ignorarla. Era felice! Uscì dall'acqua, rabbrividendo
leggermente, ed il
mortale lo seguì.
“Ti
va un
gelato?” propose Ary, correndo poi a prenderlo.
Keros
amava il gelato. Specie se accompagnato da uno spruzzo di panna, e se
lo stava
godendo con gioia.
“Stavo
pensando…” iniziò l'umano
“…che potremmo comprare una casa al mare. Che ne
dici?”.
“Una
casa
al mare? Ma a te non piace molto il mare!” si
stupì il sanguemisto.
“Lo
so.
Ma fra poco in montagna, dove c'è casa nostra,
farà molto freddo. Ed io so
quanto odi il freddo. Qui al mare farà comunque
più caldo, non ci sarà la neve,
e…”.
“Ary!
Non
devi adattarti alle mie esigenze! Mi vestirò di
più, starò accanto al fuoco…
Sarà un lungo inverno per me ma non importa. Vedrai che
troverò il modo di
riscaldarmi…”.
“Sicuro?”.
L'uomo
sorrise all'occhiolino di Keros, che ghignò malizioso. Era
una giornata
stupenda. E non si sentiva più osservato.
Era
una
giovane donna che camminava lentamente lungo il marciapiede. In spalla
portava
uno zaino e trainava due grosse valige. A capo chino, cercava di non
far notare
le proprie lacrime. Lucifero la osservava, aspettava solo il momento
giusto per
avvicinarsi. Stanca, lei si fermò e nascose il viso fra le
mani. Il demone,
vestito come un elegante uomo d'affari, attraversò la strada
e la raggiunse.
Seduta su una panchina, la donna non notò subito quell'uomo
che si avvicinava.
“Perdonatemi"
mormorò Lucifero “Non è mia
consuetudine importunare le fanciulle ma… Mi è
concesso sapere per quale motivo state piangendo? C'è
qualcosa che posso fare
per voi?”.
“Non
credo possiate aiutarmi" ammise lei, asciugandosi le lacrime
“Grazie per
l'interessamento, comunque…”.
“Posso
almeno offrirvi un caffè?”.
“No,
grazie. Siete molto gentile ma… Ho troppe cose a cui
pensare”.
“Ed
almeno sapere il vostro nome?”.
“Leonore.
Io mi chiamo Leonore".
“Tell
this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn, it
shall
clasp a sainted maiden whom the angels name Leonore”*
“Già…
Allan Poe… A mio padre piaceva molto quella poesia".
“È
bellissima, a mio parere. A voi non piace?”.
“Certo.
Ed è raro incontrare qualcuno che ne reciti i versi
così bene. Siete un
insegnante di letteratura inglese?”.
“No.
Ma
non siamo qui per parlare di me. Raccontatemi quel che vi è
successo, bella
Leonora".
“Ho
perso
il lavoro".
“Oh,
brutto affare. Specie al giorno d'oggi! Ma non dovete
demoralizzarvi”.
“Lo
so.
Il problema è che io ero in affitto. Il mio padrone di casa,
appena lo ha
saputo, mi ha ratificato lo sfratto. Ho cercato un nuovo lavoro, ma non
ho
trovato nulla. Così non ho potuto pagare la retta mensile ed
ora non ho un
posto dove stare!”.
“Non
avete qualche parente? O amico?”.
“I
miei
genitori sono morti. Non ho nessuno. Ho provato a chiedere a qualche
amico, ma
non hanno un posto per me…”.
“Nemmeno
un fidanzato? O un ex collega di lavoro?”.
“Non
ho
un fidanzato. Sono sola. Senza una casa, senza un lavoro… La
mia vita è
inutile!”.
Ricominciò
a piangere, mentre Lucifero tentava di consolarla. Il demone conosceva
bene la
situazione della donna, era stato lui stesso in parte a provocarla. Con
poteri
e conoscenze, l'aveva condotta esattamente dove voleva. Ora le serviva
solo una
piccola spinta...
“Non
ci
credo che una ragazza bella come voi non abbia nemmeno un ex fidanzato
nostalgico a cui chiedere un aiuto!”.
“Ma
non
potrei mai chiedergli una cosa del genere!”.
“E
perché
no?”.
Lo
sguardo aranciato di Lucifero incrociò quello ceruleo di lei
ed una scintilla
di energia attraversò le iridi della donna.
“Forse…”
parlò l'umana, sotto l'influenza del potere di Lucifero
“…forse una persona ci
sarebbe…”.
“Io
te lo
avevo detto che dovevi metterti più crema solare"
sghignazzò Keros.
Una
volta
rientrati dal loro week-end al mare, ed aver consumato un'ottima cena a
base di
pesce, era stato subito chiaro ad entrambi che l'umano stava diventando
di un
leggero color aragosta.
“Io
mi
scotto sempre” protestò Ary, chiedendo al
mezzodemone se potesse aiutarlo con
il doposole “È uno dei motivi per cui preferisco
stare fra i boschi”.
Keros,
al
contrario, si sentiva rigenerato. Pieno di energie, era tentato dal
desiderio
di farsi un bel volo nella notte. Avrebbe trascorso volentieri molti
altri
giorni simili a quello che ormai stava per concludersi.
“All'Inferno
come trascorrete le vacanze?” domandò il mortale,
sobbalzando quando la crema
gelida ne toccava la pelle scottata.
“Non
ci
sono molte vacanze all'Inferno" ammise il principe “Ma a
molti piace il
mondo umano. Qualche isola sperduta o grande metropoli piena di cose da
vedere
e da fare… Spesso visitano musei o città antiche,
per ricordare…”.
“Quindi
il mondo umano è il villaggio vacanze dei demoni?”.
“In
alcuni casi, sì”.
“E
gli
angeli non dicono nulla?”.
“Non
possono. Intervengono solo se il demone agisce in modo concreto e
negativo
contro un essere umano. Ma non succede spesso…”.
“Sarei
curioso di sapere che ne pensano gli angeli di noi".
“Difficile
dirlo…”.
“Magari
in cielo abbiamo qualche fan. Insomma… Ci sarà
qualcuno che fa il tifo per noi,
no? O sono tutti dello stesso parere di Lucifero?”.
“Ha
così
tanta importanza? Io ti amerei anche se Dio stesso mi dicesse di non
farlo".
“Ma
lo
dice? Nel senso… parla ogni tanto?”.
“Sinceramente,
io non l'ho mai sentito".
Suonò
il
campanello. I due si fissarono, piuttosto stupiti. Fuori era buio da un
pezzo e
mai nessuno si spingeva fin lì.
“Vado
io" si offrì Ary “Sarà qualche
escursionista che si è perso”.
Keros
ne
approfittò per lavarsi le mani dalla crema doposole che
aveva ancora fra le
dita. Udì un lieve vociare e poi una donna comparve sulla
porta della cucina.
Continuava a ringraziare, con lievi inchini. Il sanguemisto
osservò i movimenti
che quei capelli biondo cenere erano costretti a compiere. Lei parve
non fare
minimamente caso al mezzodemone, che storse il naso.
“Lei
è
Leonore" spiegò finalmente Ary “È la
mia ex moglie… e resterà qui per un
po'!”.
*tratto
da “Il Corvo" di Edgar Allan Poe.
Ecco
il capitolo a tema “marino" :p A
presto, con tante piccole novità!