Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    13/08/2018    2 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Demoni pettegoli

 

Spaparanzato al sole, Keros si rilassava in spiaggia. La fine delle vacanze scolastiche era vicina e Ary sapeva che presto avrebbe dovuto rientrare al lavoro. In quegli ultimi giorni di Agosto però, il mortale era riuscito a convincere il mezzodemone a trascorrere un paio di giorni al mare. Nonostante il tentatore non amasse l'idea di passare il tempo a nascondere i tatuaggi, alla fine l'umano aveva avuto la meglio. Ed era riuscito a convincere Keros che poteva mostrare tranquillamente i tatuaggi e riposare. Era stata, dopotutto, una buona idea perché molti turisti avevano lasciato commenti di ammirazione e complimenti per i disegni che il principe aveva sul corpo. Si stavano godendo la lieve brezza marina, in totale relax.

“Che splendida idea hai avuto" sorrise Keros, stiracchiandosi.

“Vero? Preferisco la montagna, ma ero sicuro che a te sarebbe piaciuto davvero moltissimo. È una spiaggia poco affollata, bella e con un ottimo cibo a pochi passi. Stasera ho già prenotato in un posto che conosco".

“Mi fido” annuì il mezzodemone, guardandosi attorno.

L'umano era seduto, coperto in parte dall'ombrellone. Leggeva un libro ma poi, approfittando del fatto che Keros non dormiva più, sfruttò le conoscenze del tentatore per finire le parole crociate.

“Che stai facendo?” domandò il mortale, vedendo come Keros si guardasse attorno.

“Nulla. È che mi sento osservato…” ammise il principe.

“È sicuramente una tua impressione. Ora che ne dici se ci facciamo un bagno? Muoio di caldo…”.

“Che esagerato!” si alzò in piedi il sanguemisto “Vieni! Voglio tuffarmi dalla scogliera!”.

 

“Sei un vecchio spione!”.

A quelle parole, Lucifero sobbalzò. Non essendosi accorto di avere compagnia, era stato preso alla sprovvista da quella voce.

“Smamma, Mihael!” sibilò.

“Perché te ne stai qui ad osservarli? Non hai niente di meglio da fare?!”.

“Vuoi proprio saperlo? No, non ho un cazzo da fare".

“So che non è così”.

“Impicciati degli affari tuoi!”.

Il demone stava spiando Keros ed Ary. Con i propri poteri, agli umani presenti si mostrava come un grasso turista spalmato sull'asciugamano. In realtà, era seduto a mezz'aria ed osservava l'erede al trono, con accanto Mihael. Ovviamente anche l'Arcangelo era invisibile ad occhi mortali, e non capiva il comportamento del sovrano degli Inferi.

“Perché lo fai?” domandò ancora Mihael “Non puoi andare là e salutare?”.

“Certo. Adesso io e te mettiamo il costume da bagno a fiori ed andiamo a fare un castello di sabbia!”.

“Non coinvolgermi nei tuoi progetti bislacchi".

“Non passa per l'Inferno da mesi. Non ho sue notizie da quando l'ho visto al Mephistophel. Sono quasi due mesi di silenzio!”.

“E allora? Non è un po' grande per raccontarti come passa il tempo con gli amichetti?”.

“Quello non è il suo amichetto. Lo sai, vero?”.

“Lo so”.

“E non hai nulla da dire?!”.

“Non vedo perché te ne stupisci. A me gli umani piacciono”.

“Sì ma… forse non hai ben capito… Quei due giocano a ‘infila la banana', non so se comprendi…”.

“Lo so. Sono innamorati. E fanno l'amore. E con questo?”.

“Sei ubriaco?! È un umano!”.

Mihael alzò le spalle. Lucifero era sconcertato da quella reazione. Si aspettava qualcosa di molto diverso dall'Arcangelo del sole.

“Guardalo bene” indicò Mihael “Guarda Keros. Lo hai mai visto così felice?”.

Il sovrano infernale si soffermò su quel dettaglio. Il principe stava ridendo, divertendosi molto. In effetti, il demone doveva ammetterlo, era da un bel po' che non vedeva l'erede ridere in quel modo.

“È vero. Ora è felice. Ma per quanto tempo lo sarà? E poi… È un umano!”.

“Smettila di ripetere che è un umano. Lo so! Keros avrà riflettuto, in tal senso”.

“No! Come non hai riflettuto tu con Carmilla ed io con Sophia. Gli è andato il cervello nei pantaloni!”.

“E che pensi di poter cambiare? Pensi di potergli fare una predica tu? Proprio tu? Suvvia… Vorrebbe dire che tu il cervello te lo sei fumato, fra una sigaretta ed un'altra".

“Il mio cervello sta benissimo! È il tuo che è svolazzato via, come le tue piume quando fai la muta!”.

“Non faccio la muta! Non sono un'anatra!”.

“Per me potresti anche essere un grosso pinguino con l'aureola. Il concetto non cambia!”.

Lucifero si accese l'ennesima sigaretta e storse il naso, agitandosi in strani tic nervosi.

“Fratello, rilassati" mormorò Mihael “Nulla accade per caso. Io non vedo nulla di male in due ragazzi che si amano".

“Ma non hai proprio in mente i precedenti?! Gli angeli cacciati dal Paradiso perché innamorati? L'uccisione della loro progenie?”.

“Lucy… Pensavo di non essere io a dovertelo spiegare ma… sono due maschi. Vedi, fra maschi, certe cose non…”.

“Lo so! Mi hai preso per un idiota?!”.

“E allora perché ti scaldi? Non possono generare alcuna progenie!”.

“Fa lo stesso. Lo sai che lui si incazza se gli si tocca gli umani e si commettono simili imprudenze. Ed ha un modo tutto tuo di punire. Carmilla, Sophia… sono morte!”.

“Lo so”.

“Andiamo! Carmilla è morta per colpa degli uomini! Se fosse rimasta tranquilla all'Inferno, lontana da questa razza di bamboline di pantano e da te, sarebbe ancora viva".

“E Keros non esisterebbe. Vero. Ma non è stata colpa degli umani”.

“Allora ammetti che è stato Dio?”.

“No. Qui non stiamo parlando di quello che è stato. Parliamo di due persone che si amano molto e che tu, vecchio demone pettegolo, stai spiando. Spiando perché è evidente che sei geloso".

“Sono preoccupato, non geloso. E leggermente disgustato. Un umano… che porcheria!”.

“Sei geloso. Perché ritieni Keros una tua proprietà. Perché è l'unico figlio che potrai mai avere!”.

“Questo è tutto da vedere…”.

“No, è la verità. Hai perso il potere di creazione che avevi in Paradiso. Non potrai mai e poi mai avere figli. Non continuando a fare il demone. Ma tu sei il re dei demoni, perciò…”.

“Tecnicamente tu, come angelo, non avresti neanche dovuto pronunciare parole inerenti alla sfera sessuale e invece ti sei riprodotto. Tutto è possibile!”.

“Se Dio lo vuole".

“Fanculo Dio! Stiamo andando fuori tema! Io resto comunque preoccupato”.

“Preoccupato…”.

“E lo dovresti essere anche tu! È tuo figlio! Non temi conseguenze? Non temi che possa essere punito o ucciso, come è successo alla sua splendida madre? Senza contare che sono due uomini… sappiamo entrambi che papà non gradisce. Eri tu uno degli angeli di Sodoma, giusto?”.

“Giusto. Se riceverò ordini al riguardo, ci penserò. Per ora, auguro loro tanta felicità”.

“Io no. Non permetterò che succeda qualcosa a Keros!”.

“E che pensi di fare?”.

“Lo vedrai. Lo riporterò al sicuro, lontano da questo branco di discendenti di quel pirla di Adamo!”.

“Attento a quel che fai. Ti tengo d'occhio. Sempre!”.

“E poi dai a me dell'impiccione pettegolo…”.

 

La sensazione di essere osservato non lo abbandonava, ma aveva deciso di ignorarla. Era felice! Uscì dall'acqua, rabbrividendo leggermente, ed il mortale lo seguì.

“Ti va un gelato?” propose Ary, correndo poi a prenderlo.

Keros amava il gelato. Specie se accompagnato da uno spruzzo di panna, e se lo stava godendo con gioia.

“Stavo pensando…” iniziò l'umano “…che potremmo comprare una casa al mare. Che ne dici?”.

“Una casa al mare? Ma a te non piace molto il mare!” si stupì il sanguemisto.

“Lo so. Ma fra poco in montagna, dove c'è casa nostra, farà molto freddo. Ed io so quanto odi il freddo. Qui al mare farà comunque più caldo, non ci sarà la neve, e…”.

“Ary! Non devi adattarti alle mie esigenze! Mi vestirò di più, starò accanto al fuoco… Sarà un lungo inverno per me ma non importa. Vedrai che troverò il modo di riscaldarmi…”.

“Sicuro?”.

L'uomo sorrise all'occhiolino di Keros, che ghignò malizioso. Era una giornata stupenda. E non si sentiva più osservato.

 

Era una giovane donna che camminava lentamente lungo il marciapiede. In spalla portava uno zaino e trainava due grosse valige. A capo chino, cercava di non far notare le proprie lacrime. Lucifero la osservava, aspettava solo il momento giusto per avvicinarsi. Stanca, lei si fermò e nascose il viso fra le mani. Il demone, vestito come un elegante uomo d'affari, attraversò la strada e la raggiunse. Seduta su una panchina, la donna non notò subito quell'uomo che si avvicinava.

“Perdonatemi" mormorò Lucifero “Non è mia consuetudine importunare le fanciulle ma… Mi è concesso sapere per quale motivo state piangendo? C'è qualcosa che posso fare per voi?”.

“Non credo possiate aiutarmi" ammise lei, asciugandosi le lacrime “Grazie per l'interessamento, comunque…”.

“Posso almeno offrirvi un caffè?”.

“No, grazie. Siete molto gentile ma… Ho troppe cose a cui pensare”.

“Ed almeno sapere il vostro nome?”.

“Leonore. Io mi chiamo Leonore".

“Tell this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn, it

shall clasp a sainted maiden whom the angels name Leonore”*

“Già… Allan Poe… A mio padre piaceva molto quella poesia".

“È bellissima, a mio parere. A voi non piace?”.

“Certo. Ed è raro incontrare qualcuno che ne reciti i versi così bene. Siete un insegnante di letteratura inglese?”.

“No. Ma non siamo qui per parlare di me. Raccontatemi quel che vi è successo, bella Leonora".

“Ho perso il lavoro".

“Oh, brutto affare. Specie al giorno d'oggi! Ma non dovete demoralizzarvi”.

“Lo so. Il problema è che io ero in affitto. Il mio padrone di casa, appena lo ha saputo, mi ha ratificato lo sfratto. Ho cercato un nuovo lavoro, ma non ho trovato nulla. Così non ho potuto pagare la retta mensile ed ora non ho un posto dove stare!”.

“Non avete qualche parente? O amico?”.

“I miei genitori sono morti. Non ho nessuno. Ho provato a chiedere a qualche amico, ma non hanno un posto per me…”.

“Nemmeno un fidanzato? O un ex collega di lavoro?”.

“Non ho un fidanzato. Sono sola. Senza una casa, senza un lavoro… La mia vita è inutile!”.

Ricominciò a piangere, mentre Lucifero tentava di consolarla. Il demone conosceva bene la situazione della donna, era stato lui stesso in parte a provocarla. Con poteri e conoscenze, l'aveva condotta esattamente dove voleva. Ora le serviva solo una piccola spinta...

“Non ci credo che una ragazza bella come voi non abbia nemmeno un ex fidanzato nostalgico a cui chiedere un aiuto!”.

“Ma non potrei mai chiedergli una cosa del genere!”.

“E perché no?”.

Lo sguardo aranciato di Lucifero incrociò quello ceruleo di lei ed una scintilla di energia attraversò le iridi della donna.

“Forse…” parlò l'umana, sotto l'influenza del potere di Lucifero “…forse una persona ci sarebbe…”.

 

“Io te lo avevo detto che dovevi metterti più crema solare" sghignazzò Keros.

Una volta rientrati dal loro week-end al mare, ed aver consumato un'ottima cena a base di pesce, era stato subito chiaro ad entrambi che l'umano stava diventando di un leggero color aragosta.

“Io mi scotto sempre” protestò Ary, chiedendo al mezzodemone se potesse aiutarlo con il doposole “È uno dei motivi per cui preferisco stare fra i boschi”.

Keros, al contrario, si sentiva rigenerato. Pieno di energie, era tentato dal desiderio di farsi un bel volo nella notte. Avrebbe trascorso volentieri molti altri giorni simili a quello che ormai stava per concludersi.

“All'Inferno come trascorrete le vacanze?” domandò il mortale, sobbalzando quando la crema gelida ne toccava la pelle scottata.

“Non ci sono molte vacanze all'Inferno" ammise il principe “Ma a molti piace il mondo umano. Qualche isola sperduta o grande metropoli piena di cose da vedere e da fare… Spesso visitano musei o città antiche, per ricordare…”.

“Quindi il mondo umano è il villaggio vacanze dei demoni?”.

“In alcuni casi, sì”.

“E gli angeli non dicono nulla?”.

“Non possono. Intervengono solo se il demone agisce in modo concreto e negativo contro un essere umano. Ma non succede spesso…”.

“Sarei curioso di sapere che ne pensano gli angeli di noi".

“Difficile dirlo…”.

“Magari in cielo abbiamo qualche fan. Insomma… Ci sarà qualcuno che fa il tifo per noi, no? O sono tutti dello stesso parere di Lucifero?”.

“Ha così tanta importanza? Io ti amerei anche se Dio stesso mi dicesse di non farlo".

“Ma lo dice? Nel senso… parla ogni tanto?”.

“Sinceramente, io non l'ho mai sentito".

Suonò il campanello. I due si fissarono, piuttosto stupiti. Fuori era buio da un pezzo e mai nessuno si spingeva fin lì.

“Vado io" si offrì Ary “Sarà qualche escursionista che si è perso”.

Keros ne approfittò per lavarsi le mani dalla crema doposole che aveva ancora fra le dita. Udì un lieve vociare e poi una donna comparve sulla porta della cucina. Continuava a ringraziare, con lievi inchini. Il sanguemisto osservò i movimenti che quei capelli biondo cenere erano costretti a compiere. Lei parve non fare minimamente caso al mezzodemone, che storse il naso.

“Lei è Leonore" spiegò finalmente Ary “È la mia ex moglie… e resterà qui per un po'!”.

 

 

 

*tratto da “Il Corvo" di Edgar Allan Poe.

 

Ecco il capitolo a tema “marino" :p A presto, con tante piccole novità!

   
 
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