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Autore: BulaBula    09/07/2009    3 recensioni
Legata a 'Giuramento'.
Sasuke è tornato a Konoha. E se Naruto un giorno si accorgesse che non è felice di quella vita, che farebbe?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due anni.
Due anni erano passati da quando Sasuke Uchiha era tornato a Konoha.
Stando accanto a lui, il tempo per Naruto era come volato; il sedicenne che tornato a Konhoa si era rinchiuso in se stesso stava a poco a poco uscendo dal guscio. Lentamente il ‘vero’ Sasuke si mostrava agli altri, tornando, quasi con timidezza, a vivere in questo mondo, nel presente.
Un paio di settimane dopo la notte in cui, per la prima e ultima volta, gli aveva mostrato la sua debolezza (vedere ‘Giuramento’ Nda), Sasuke gli aveva chiesto se poteva venire con lui ad allenarsi, ‘per non perderci la mano’, si era giustificato senza guardarlo in faccia.
E Naruto quasi si era messo a saltare quando, nel bel mezzo dell’allenamento, l’Uchiha gli aveva intimato di piantarla con quel sorriso idiota, e poi aveva borbottato: “Da domani chiederò al sensei...”
L’aveva fatto, tuttavia almeno due volte a settimana se lo trovava accanto mentre andava al campo.
Col tempo aveva anche riniziato a svolgere alcune missioni; non troppo impegnative e sempre come sottoposto, ma era pur qualcosa e sembrava piacergli. Il suo orgoglio sembrava essersi smorzato. In realtà di poco, molto di poco.
E il alto orgoglioso tipicamente Uchiha lo riservava solitamente a lui, con i suoi rimproveri sibilati a denti stretti e i suoi atteggiamenti spocchiosi e antipatici. E a Naruto andava più che bene. Il Sasuke remissivo ed educato poteva andare bene agli altri, ma non a lui. Invece il Sasuke stronzo, asociale e capriccioso, quello sì che era il Sasuke che conosceva e, sì, che gli piaceva.
Non si era nemmeno accorto di quando e come avevano oltrepassato il confine che separa gli amici dagli amanti. Fatto sta che Naruto passava molto più tempo a casa di Sasuke, e nel suo letto, che non a casa sua. Scoprendo in quel modo lati dell’Uchiha che non credeva esistessero: la passione bruciante del suo sguardo, che si illuminava per lui soltanto, la dolcezza insita nelle rudi carezze, la gentilezza nascosta dietro i rimproveri e gli insulti. Persino litigare aveva un sapore diverso.
Insomma, tutto sembrava andare bene, e se qualcuno gli avesse chiesto: ‘Naruto, sei felice?’ lui avrebbe dovuto rispondere di sì senza esitazione. Ma... C’era un ma. Sempre. Stava nascosto dietro piccoli momenti felici per fare la sua comparsa quando meno se lo aspettava. Anche in quel momento, quando, entrando nel soggiorno, lo vide seduto sul bordo della finestra, un ginocchio rialzato, lo sguardo perso all’orizzonte.
Spesso Sasuke si estraniava dal quel mondo, ed entrava in uno tutto suo, ambientato probabilmente nel passato, oppure in un futuro immaginario che non sarebbe mai potuto essere reale.
Era normale, si ripeteva Naruto, che ogni tanto fosse giù di morale, e non pretendeva che ridesse da mattina a sera, perché non era da Sasuke. Ma l’aveva notato, e non riusciva a sopportarlo. Le volte che lo trovava in quello stato gli chiedeva se andava tutto bene, e lui gli diceva di sì e sorrideva. Non un sogghigno ironico, non uno s buffo sprezzante. Un sorriso.
Tuttavia... Sasuke sorrideva in maniera triste...
-Ehi.
Sasuke si girò lentamente.
-Tutto ok?
Era già sul punto di annuire come al solito, quando Naruto lo interruppe.
Non intendevo ora, ma in generale. Insomma... la vita che fai... ti va bene?
“A me sì. Tantissimo. Ma se a te non andasse bene... temo che dovrei lasciarti andare”
Inclinò leggermente la testa di lato, forse sorpreso dalla domanda, prima di rispondere.
-Sì, certo che mi va bene.
Strinse i pugni.
-Allora... allora dovresti sorridere come una persona felice!
Preferiva di gran lunga la sua espressione seria, annoiata, sprezzante o derisoria, a quei sorrisi malinconici.
Sasuke alzò un sopracciglio.
-Non so cosa tu voglia dire... cosa tu intenda con questa cosa chiamata ‘felicità’.
Come uno schiaffo in pieno volto, fu allora che Naruto capì. Anche se aveva riniziato a vivere, se aveva deciso di ricominciare dall’inizio, c’era ancora qualcosa che logorava Sasuke dall’interno.
Si poteva anche illudere di averlo salvato, ma in realtà Sasuke era ogni giorno più dentro il baratro.
Ora che ci pensava, ma lui che aveva fatto per Sasuke? A parte rincorrerlo per tre anni e costringerlo a vivere. Di buono, di utile, che aveva fatto? Nulla.
Gli faceva una tale rabbia!
Nonostante gli allenamenti, nonostante il potere di Kyubi, c’era sempre qualcosa che non poteva fare. Era stato in grado di aiutare tante persone, eppure non riusciva a fare niente per quella per lui più importante!
Avrebbe tanto voluto avere il potere di tornare indietro nel tempo in modo da impedirgli almeno di uccidere il fratello. Forse così sarebbe stato felice... avrebbe cambiato volentieri il passato, anche se Sasuke non sarebbe diventato la persona che lui conosceva, anche se ciò lo avrebbe allontanato da lui per sempre. Non gli importava. Andava bene.
Se solo... se solo ci fosse stato un modo per donare la felicità a una persona... avrebbe voluto scoprirlo, anche a costo della vita.
Si sentiva triste. Voleva sentirsi triste. Non era giusto...
Sentiva il cuore dilaniarsi, il suo animo urlare.
“Qualcuno! Qualcuno aiuti questo ragazzo! Anche se non sarò io... non importa! Qualcuno! Liberatelo, vi prego! Lo sto chiedendo... con tutto il mio io!!”
Non gli importava se non sarebbe stato lui a rendere felice Sasuke.
Però... così non si poteva continuare!
Sentì un singulto uscirgli di bocca e gli occhi bruciare, e un istante dopo già piangeva come un bambino nel momento in cui vede la luce per la prima volta.
Pianse come non faceva da tantissimi anni, con tutta la disperazione possibile, disperazione che non credeva di nascondere nel suore.
E quelle lacrime non erano per lui. Erano tutto per Sasuke.
Piangeva, piangeva senza riuscire a fermarsi, con le mani premute sul volto, cosicchè non si accorse che Sasuke si era alzato e stava in piedi davanti a lui.
-Dobe... ma che hai capito?
Spostò le mani per osservarlo.
-Avevo solo... bisogno di una pausa, tutto qui. Tutte queste cose, ritornare a condurre una vita normale, come parte di una comunità... è difficile, mi ci devo abituare. Mi VOGLIO abituare. Voglio vivere.
Aggrottò le sopracciglia.
-Come al solito, tu non capisci mai niente.
Allungò un braccio per afferrarlo all’altezza delle spalle e premerselo contro, il viso premuto alla base del collo.
-Però... forse mi farebbe ben piangere. È da molto che non lo faccio, e più passa il tempo, più diventa difficile.
Sentì la presa intensificarsi, la voce di Sasuke più vicina all’orecchio.
-Grazie per aver pianto al posto mio.
Lo lasciò subito, dirigendosi verso la cucina.
-è ora di pranzo, ho fame.
Osservò la sua schiena, imbambolato per qualche secondo, poi si passò velocemente una manica sul viso per eliminare le lacrime residue.
-Ehi, bastardo!
-Mh?
Lo rincorse prendendolo per le spalle e facendolo girare a forza verso di lui.
-Restituiscimi le mie lacrime!!
Gli disse rabbioso. Sasuke spalancò gli occhi, e per un attimo la sua bocca si incurvò, come se stesse per scoppiare a ridere; ma tornò subito serio.
-Come ogni volta, parli di cose senza senso.
E se lo scrollò di dosso andando al frigo e controllandovi dentro.
Ma Naruto sorrideva. Magari bastavano poche parole e dei piccoli gesti, ma di sicuro anche lui, nel suo piccolo, sarebbe riuscito a fare qualcosa per Sasuke.
Ne era certo.




Forse non è un granchè, ma mi frullava in testa da un po’. Penso davvero che Naruto, nell’ipotesi in cui riuscisse a far tornare indietro Sasuke, se si accorgesse che lui non è felice e che preferirebbe andare da un’altra parte, saprebbe mettersi da parte.
Ne approfitto per ringraziare chiunque abbia letto e commentato ‘Comodino’, grazie grazie. E anche chi commenterà e leggerà questa.
  
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