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Autore: Clan della rosa    14/08/2018    2 recensioni
Hi guys!
Primo accesso come “ Il Clan della Rosa” e prima storia sulle nostre tartarughe ninja!
Siamo nella città di New York, tutto sembra filare per il verso giusto: le tartarughe sono riuscite a fermare i loschi piani del Clan del Piede e finalmente, dopo un lungo tempo, con Shredder fuori dai piedi, possono godersi un momento di tranquillità conducendo le loro vite come normali ragazzi di 20’anni.
Troppo bello vero? Infatti sono qui a posta per stravolgere ancora una volta il destino dei nostri mutanti!
Le cose tra April e Donatello si incrineranno vertiginosamente a seguito di una rivelazione inaspettata.
Michelangelo scoprirà il mondo dell’autolesionismo a seguito di un incidente costato la vita ad una persona a lui molto cara
Leonardo capirà che, nonostante Shredder sia fuori dai giochi, non tutto è finito, ancora una volta, qualcuno si celerà nell’ombra tramando oscuri piani ( No! Non sono io!)
Casey rivelerà un segreto a Raffaello capace, in poco tempo, di impossessarsi di anima, mente e corpo della tartaruga dalla fascia rossa.
Un ultima cosa? A New York arriverà una squadra di ginnaste per l’annuale competizione regionale, tra di loro vi è una ragazza, il suo nome?Leggete e scopritelo!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ore 7:00  p.m.
Dominik aprì gli occhi a fatica, una volta che ebbe messo a fuoco lo spazio circostante, notò di essere nella sua camera d’albergo. Tolse le coperte che le avvolgevano le gambe e, una volta in piedi, la testa prese a girarle, in un momento si ritrovò seduta sul materasso.
-Buongiorno!-
Lidia fece il suo ingresso portando un vassoio con una tazza di thè, alcuni biscotti e un succo alla frutta. Si sedette vicino alla bionda.
-Come ti senti?-


Dominik premeva con le mani sulle tempie facendo dei movimenti circolari.
-Abbiamo fatto festa ieri sera, non mi ricordo niente-
-Niente, niente?-
-No, so solo che c’era quel… quel… come si chiama?-
-Alex?-
-Si, lui… poi nient’altro-
Dominik guardò Lidia rivolgendole uno sguardo carico di preoccupazione
-Veramente, cos’è successo?-
-Hai solo alzato il gomito un po’ più del dovuto, ti ho riportato a casa, eri ubriaca-
Lidia preferì non rivelare lo strano incontro della sera prima, di certo quattro tartarughe mutanti non si incontrano tutti i giorni, sarebbe passata per pazza.
-Che ora sono- bofonchiò la bionda
-Sono le sette della sera, ti ho portato qualcosa da sgranocchiare-
-Grazie-
Lidia si alzò e si diresse verso la porta finestra in vetro, prese una sigaretta appoggiata nel tavolino poco distante
-Mi ricordo anche un’altra cosa-
La ragazza si voltò di scatto pietrificata
-Alex, era con me-
-Si, l’hai detto prima-
-Non intendevo quello, lui mi ha portato via-
-Che stupidaggine, sono stata con te tutto il tempo-
Cercò di tranquillizzare Dominik anche se, in cuor suo, era molto più preoccupata di lei. Uscì e si affacciò al balcone. Accese la sigaretta ed aspirò due volte a pieni polmoni ripensando alla notte prima.
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-Casey?-
-Ciao-
-Donatello mi ha detto che avete ritrovato Dominik, come sta ora?-
-Non lo so, è in albergo con mia sorella-
-Va tutto bene?-
-No, April, devo parlarti, sei libera questa sera?-
-Questa sera? Io non…-
-Ti prego-

April sospirò facendo roteare gli occhi
-Alle nove a casa mia, sii puntuale però-
La  ragazza riattaccò, mise il telefono nella tasca dei jeans, poi, guardò il mutante davanti a lei. Donatello l’osservava confuso. Erano nel laboratorio della tartaruga, le porte era chiuse a chiave, erano soli.
-Cosa c’è?-
-Casey, mi ha chiesto di incontrarlo questa sera-
Donatello chiuse le mani a pugno, April lo notò
-Non preoccuparti, è solo un amico-
-Hai detto bene! Un amico-
-Non capisco, Don…-
-Lui è un uomo! Ed è umano! Tu sei umana!-
-Dove vuoi arrivare?-
La voce del mutante si alterò, era visibilmente adirato e infastidito
-Io sono un mutante, una tartaruga… non ne se vedono molto di coppie così…-
-Aspetta… tu stai insinuando che possa innamorarmi di Casey? Di lui?-
-Potrebbe darti una vita migliore… io cosa posso offriti se non questo laboratorio e le fogne?-
April sentì la rabbia ribollirle il sangue
-Ti amo, sia chiaro, ma devo essere realista… lui può darti molto di più-
-Bhe io non lo voglio! Hai capito! Non lo voglio!-


Donatello si allontanò e si sedette in una sedia poco distante
-Sta solo attenta… -
-Sei ridicolo!-
April uscì dal laboratorio sbattendo le porte, una volta fuori, Michelangelo, allertato dal fracasso uscì dalla sua stanza e notò con stupore che gli occhi dell’amica era velati dalle lacrime. Poco dopo uscì suo fratello. I due andarono in direzioni opposte
-Che è successo?-
-Niente Michey, non sono cose che ti riguardano-
-Emh… invece si-
-Lasciami in pace-
Donatello si barricò ancora una volta nel laboratorio e non uscì prima di cinque ore.
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-Ragazzina, non dovresti fumare, lo sai?-
Lidia sussultò e voltandosi riconobbe la sagoma di uno dei quattro mutanti
-Maledizione! Cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi? Dominik potrebbe vederti!-
-Chi la bionda? È uscita cinque minuti fa-
Lidia guardò oltre il mutante, l’impermeabile nero non c’era, così come la borsa e gli scarponi
-Sarà andata a prendere una boccata d’aria-
La tartaruga la superò appoggiandosi alla ringhiera in acciaio
-Cosa ci fai qui?-
-Mi assicuravo che foste al sicuro-
-Si grazie, ora puoi andartene!-
-Quanta fretta!-
-Ascolta non fare lo stronzo con me!-
-Altrimenti?-
La tartaruga si avvicinò pericolosamente al volto della ragazza che indietreggiò di due passi
-Raffaello… giusto? Smettila, mi dai sui nervi!-
Raph rise, poi fece roteare un sai nella mano e con la lama tagliò di netto la sigaretta che la ragazza stava per portarsi alle labbra
-Hei! Sei impazzito! Avresti potuto ferirmi-
-Fidati ragazzina, se avessi voluto farti del male, l’avrei già fatto-
-È una minaccia?-
-Libera di pensarla come credi-
-E poi non sono una ragazzina! Smettila di chiamarmi così!-
Raph saltò sulla ringhiera e si accucciò per essere all’altezza della ragazza, le mise un dito sotto al mento, alzandole il capo.
-Ora devo andare ragazzina,  ci si vede in giro-
Lidia avrebbe voluto controbattere ma la sola vista di quegli occhi verdi le smorzò le parole.
Sulle labbra di Raph si disegnò un sorrisetto, la ragazza non seppe dire se fosse sarcasmo o perversione. Il mutante saltò giù, sparendo lungo il profilo dei grattacieli.
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Dominik camminava velocemente, l’aria della sera le sferzava la pelle, per la ragazza fu meglio di una doccia fredda. Si fece strada, abilmente, tra la folla di newyorkesi. Arrivò in un vicolo conosciuto e si fermò.
-Michelangelo? Sei qui?-
Nessuna risposa
-C’è qualcuno?-
Ancora niente, una coppia le passò accanto rivolgendole uno sguardo canzonatorio: certo, vedere una ragazza parlare al vuoto non dev’essere all’ordine del giorno. Sospirò voltandosi, stava per ritornare in albergo quando sentì una voce chiamarla
-Dominik-
La ragazza guardò nel piccolo vicolo buio e scorse una figura nascosta
-Sei Michelangelo?-
-Si… dov’è il mio skate?-
-È al sicuro, ma non ho potuto aggiustarlo-
-Nessuno te l’ha chiesto-
-Volevo solo essere gentile, perché non esci… per favore-
-NO! Ne abbiamo già parlato-
Dominik perse le speranze, si sedette a terra
-Che fai?-
-Me ne sto qui, finché non ti farai vedere-
-È solo tempo sprecato-
-So essere molto testarda…-
-L’ho notato… mi riporti lo skate?-
-Ma lo devo aggiustare!-
-Ci penserà mio fratello… per favore-
-Domani? A quest’ora ora?-
-Perfetto!-
La ragazza sentì uno spostamento d’aria, era il segnale che quel ragazzo misterioso se n’era andato.
   
 
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