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Autore: Tima_Las    14/08/2018    0 recensioni
"Acqua.
Tanta acqua.
Tanta acqua illuminata d’arancio; il sole che colpiva di striscio la cresta dell’onda prima che questa si scagliasse contro la roccia sotto all'elfo seduto in cima ad essa."
Il principe di Bosco Atro torna nella terra di mezzo diversi anni dopo la sua partenza per Valinor.
Troverà un mondo nuovo, completamente cambiato: intrighi, sotterfugi, nuovi elfi, vecchie storie taciute...e amori.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Eldarion, Elfi, Elrond, Glorfindel, Legolas
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 8

“Haldir? Non è possibile. È morto...l’ho visto morire!”

“Se fossero ancora vivi, ci sono elfi che giurerebbero di aver visto me morto!” specificò Glorfindel.

“Giusto...scusa...”

“Ecco appunto.” rispose l'uccisore del balrog “È tornato...ed è arrabbiato...molto...”

“Sicuro che sia lui?”

“Così le parole del giovane lasciano presagire...” sussurrò il guerriero.

“Elrond l'ha visto?”

“Si, così sembra.” annuì Glorfindel.

“Ma...”

“Legolas! Mi meraviglia che debba spiegare ad un principe, informato su ogni più piccolo particolare, come mai il capitano Haldir è arrabbiato col mondo quando non solo comandava le armate di Lorien, ma per di più è stato ordinato da Elrond su consenso di lady Galadriel all’attacco al fosse di Helm. E tu sai benissimo che Haldir era contrario...ma non avrebbe mai opposto alcuna resistenza alla sua dama.”

“E loro due sono i primogeniti...di entrambe le casate...ormai...” sussurrò pensando alle parentele dei due gemelli.

“Bravo inizi a capire...e si ci sono solo loro...” annuì Glorfindel “Sta riversando la sua rabbia in quello...”

“Sicuro che sia lui? Dobbiamo ucciderlo?”

“Si e la seconda risposta è...No!!! Gli serve aiuto! Io sono stato aiutato quando sono tornato! Lui no! Lui cos’ha trovato? Una nuova era, senza elfi, senza appoggi. I suoi signori non c’erano più, Elrond non c’era più....”

“È andato da mio padre...”

“Conosci tuo padre abbastanza per sapere che può aver fatto.” specificò il guerriero.

“Lo avrà mandato via...come minimo...”

“Minimo appunto...”

“Si ma...Haldir non era...”

“Neanche io ero come mi vedi ora...” disse Glorfindel tremendamente serio e guardandolo negli occhi “Non mi riconoscerebbero i miei genitori.”

Il principe lo scrutò completamente muto.

“Non pretendo che tu capisca, voglio solo che non attacchi quando lo vedremo...e capiterà presto perché domani ci metteremo in viaggio. Conosco il tuo carattere, hai tutto di tuo madre, tranne quel barlume di ferocia tipico di tuo padre e anche se non lo vedo dai tempi del consiglio so come agisci...poi te ne penti perché, al contrario di tuo padre, non riesci a reprimere i sensi di colpa, ma prima scatti...lascia andare me. Non fare nulla, anche se la situazione ti sembrerà terribile, fammi parlare con lui, da solo se possibile. E se non è possibile cerca di non ascoltare quello che avvererà, non sarà piacevole.”

“In che senso?”

“Potrei dover ricordare fatti poco...felici e anche passare alle mani...tu occupati di tuo padre. E lascia stare il ragazzo.”

“Ma non sappiamo nulla!!!”

“Lo so io invece, appena sarò con Haldir si sentirà perso. Molto probabilmente...dobbiamo lasciare Elros li...se possibile...dovrebbe essere il gemello a cercarlo.”

“Sono tutte congetture, non puoi pianificare una cosa simile!”

“Non sono congetture...” disse guardandolo negli occhi fin quando Legolas non dischiuse le labbra.

“Mi ha trovato Gil Galad...” annuì Glorfindel “E secoli dopo...Insomma Elrond aveva poco meno dell’età di questo Elrond, ed era...distrutto perchè già sapeva del fratello e...” disse passandosi una mano sul viso “E io odiavo tutto e tutti e...e volevo che...che la pagassero.” rispose con occhi

lucidi “Come se loro, millenni dopo, potessero essere la causa della scomparsa di Gondolin e della morte di mio figlio.” disse annuendo passandosi la lingua fra le labbra “Ma Gil Galad sapeva! Sapeva benissimo cosa mi stava accadendo! Appena ha notato il mio strano comportamento e come...mi si spezza il cuore per quello che ho detto a Elrond in quei momenti, sul serio...Elrond...nonostante soffrisse mi cercava e più io ero...insomma pericoloso forse, per quanto Gil Galad gli dicesse di starmi alla larga, lui cercava me...non avevo ancora capito che io avevo subito una perdita, ma lui ben di più. Madre, padre...e già sapeva del fratello...ti sei mai chiesto come mai io non mi allontani mai da lui o se lo faccio, come ora...guardami. Cerco di salvare i suoi nipoti...e la verità è che Eldarion non ha il polso di fare questa cosa...” disse poi arricciando il

lato del labbro e scuotendo il capo “In special modo quando i figli sono più forti del padre...intendo fisicamente non solo mentalmente...insomma sono quasi elfi non potrebbe neanche pensare di

tenergli testa.”

“Aragorn era umano, comandava eserciti di elfi!”

“Di Aragorn c’è ne uno solo.” rispose Glorfindel “Mi è bastato vedere Eldarion una volta per capire che non ha il carisma del padre...e fermo!” disse indicandolo con un dito “Non insinuo che non sia un bravo sovrano, combattente o padre. Anzi...dico solo che non devi sperare che diventi come Aragorn. Specialmente ora che ormai è in là con gli anni. E considera che Aragorn...o Estel, l'ho cresciuto anch'io...” disse guardandolo negli occhi "E si, sapeva comandare eserciti perchè io glie

l'ho insegnato...Eldarion ne dubito...e poi non c'è mai stata guerra per testarlo."

Legolas lo guardò abbassando poi il viso.

“Con questo...non voglio che tu glie lo dica, sta facendo più delle sue capacità e poi noi siamo qui no? Sistemiamo la questione del figlio, fammi recuperare Haldir, troviamo tuo padre, prendiamo i ragazzi e torniamo a casa...”

“Hai chiamato “casa” Valinor.” sorrise appena Legolas.

“Ormai lo è no? Ma ora devo tornare, Lindir voleva che restassi con il ragazzo.”

“Cosa devo fare?”

“Non posso dare ordini a un principe.”

“Quale dei due principi?” sorrise Legolas.

“Non lo sono più...”

“A me sembra di sì.” sorrise alzandosi “Cosa devo fare?”

“E va bene, tu sei più conciliante di me, vai dalla regina. Parlale, in fondo è del tuo popolo.”

“Giusto...”

“Eh...Legolas...è già depressa...”

“Scemo...” sorrise il principe.

“Un po’ di vitalità.”

“Allora!!!” Rise Legolas.

“Così va molto meglio...”

 

**

 

Quelre...” (Buongiorno) salutò Legolas, in elfico, quando scorse la regina all’esterno del palazzo.

“Buongiorno...” rispose la sovrana allontanando le sue dame con un gesto della mano e inchinandosi al principe.

“No...no non dovete...siete voi la regina...” si sbrigò subito a dire il principe indicando con la mano d’alzarsi.

“Ma voi siete il principe.”

“Principe appunto.” sorrise “Elfa o no voi siete la regina, né rispondete solo a mio padre ora...mi avete risposto nella lingua degli uomini.”

“Perdonatemi...non parlo elfico da molto tempo...” sorrise la giovane elfa “Ormai mi è naturale parlare la loro lingua...”

“Immagino...” rispose Legolas “eh...posso?” domandò porgendole il braccio incerto “Si fa ancora così vero? Su questo dovete scusarmi voi...ho imparato qui ad accompagnare le dame a braccetto, in duemila anni non l’avevo mai fatto.” disse lasciando che la sovrana gli prendesse il braccio.

“Si, si fa ancora così.” sorrise l’elfa.

“Io non mi ricordo di voi...eppure siete una sindar...”

“Non potete ricordarmi; mio padre è uno dei vostri servi...almeno era, ora è a Valinor...”

“Lo conosco?”

“Lavorava in armeria, probabile...Alcarohtar.”

“Mi sembra di sì...” annuì Legolas “C’erano molti elfi in armeria. Si occupava delle rifiniture in cuoio?”

“Esattamente lui...”

“Allora lo conosco.” Annuì Legolas “Sta bene...”

“Grazie...” sorrise la regina “Vi starete chiedendo come sia arrivata qui da umile figlia di un armaiolo...”

“Un po’ si sinceramente, ma conosco Eldarion e non mi meraviglierei di nulla...non dopo suo padre...” sorrise “Ma come comunque?”

“Stavo venendo a Valinor...”

“E vi siete fermata qui...”

“Già...”

“E il richiamo del mare?”

“Non è così impellente, sarei partita solo per la mia famiglia." Legolas annuì camminando al suo fianco.

"Da quando ho avuto i ragazzi il richiamo si è affievolito..."

"Perchè loro sono qui, è del tutto normale." rispose Legolas.

“Cosa volete sapere principe Legolas?” domandò l’elfa una volta giunti alla fine della spianata.

“Beh io...a dir la verità molte cose, ma anche nulla...ho paura delle risposte.”

“I gemelli immagino...” sospirò la sovrana “E come mai...io non ci sia mai...”

“Sui gemelli...a dir la verità si. Sulla seconda affermazioni lo so già...”

“Come fate a saperlo?” sorrise l’elfa intristita da quell’affermazione.

“Perché ho più di duemila anni, ho già passato diverse situazioni simili e...sono un elfo...ed è normale provare dolore per noi anche per cose che...che...” disse guardandosi attorno “Non siete come loro, gli umani riescono a distaccarsi dal dolore...noi no...” affermò guardandola negli

occhi “Non sai nulla del tuo mondo, non è così? Vero Tinuviel?” disse parlandole direttamente e chiamandola per nome.

“Posso...parlare...con....”

“Legolas, sono Legolas. Non del voi, non del principe...Legolas e basta.”

“Non ci riesco Legolas.”

“Non devi sentirti in colpa, è normale...”

“Tu come fai?” domandò scostandosi guardandolo in viso.

“Io...ormai ho visto troppo, ma ero come te un tempo.” ammise il principe.

“Si ma...ma sono i miei figli e io...io non so cosa fare! Non ora che sono grandi abbastanza da pensare e agire da soli...” ammise sospirando “Loro...cosa sono? A cosa ho dato vita?”

“Altro problema di quelli a cui avresti dovuto fra fronte fra anni...immagino...quanto anni hai? Trecento? Quattrocento?”

“Trecentonovantasette...” rispose l’elfa.

“I tuoi figli maggiori ne hanno...centocinquanta?” Domandò Legolas.

“Quasi...centoquarantasei...” rispose lei.

“Beh....considera che quando io ero qui nessuno si sposava e aveva figli prima dei mille anni...”

“Miei...Valar...” sospirò di nuovo passandosi le mani fra i capelli.

“Ma non è nulla di traumatico, abitando con gli uomini è del tutto normale. Ho abitato anch’io qui...ricordi? Beh...i tempi...cambiano...tu devi adattarti ai loro, loro non possono adattarti ai tuoi.”

“Mi stai dicendo che sono una bambina...”

“Beh...”

“Lo so! Lo so non c’è bisogno che me lo confermi...” disse facendosi improvvisamente sicura.

“Non puoi farci nulla, Eldarion ha scelto la vita mortale. Lui...avrebbe potuto essere...”

“Meno di un mezz’elfo...”

“Si, ma avrebbe avuto l’immortalità e non l’ha voluta in onore ai suoi genitori. E tu...tu si, avresti dovuto aspettare ancora qualche anno...ma...ma è così...”

“Eldarion mi ha minacciata.” Ammise velocemente.

“Come scusa?”

“Si io...io non posso rinunciare alla mia immortalità perché...non vuole che abbandoni i nostri figli come ha fatto sua madre.”

“Ma lui lo fa???” domandò Legolas perplesso.

“Ti prego non dirglielo.”

“No...no...io...scusa non volevo turbarti...” disse Legolas alzando le mani davanti a se “Scusa...”

“Sono mondi diversi i nostri...”

“Purtroppo credo che tu abbia ragione.” annuì Legolas sorridendole.

“Insegnami...”

“A fare cosa?”

“A essere come te.”

“Qui...qui è impossibile.” rispose Legolas “Neanche io qui sono me stesso. Ricordi il palazzo?”

“Molto poco...” sussurrò l’elfa.

“Beh...posso...rispondere ad alcune domande se vuoi...”

“Va bene...ora però devo andare.”

“Or...” iniziò a parlare avvertendo poi la voce di Elrohir al suo fianco.

“Legolas possiamo parlare?” domandò il moro.

La regina si era allontanata e quando si voltò Legolas la scorse già lontano.

“Perché scappa?” domandò perplesso guardando il più giovane dei gemelli.

“Oh...deve avermi confuso con Elladan. Fra loro non scorre buon sangue...e a dir la verità non le comunico più chi sono, mi fa comodo così...vieni un

attimo?”

“È successo qualcosa?” domandò il principe.

“A dir la verità no...” disse camminando al suo fianco fin al palazzo.

“Hai visto Glorfindel?”

“Non ancora...” disse indicandogli una via interna.

“Tu non hai le stanze proprio qui?” domandò Legolas salendo una rampa di scale.

“Già...proprio qui...” sussurrò per poi postargli velocemente le mani sulle spalle spingendolo al muro e baciandolo sulle labbra.

“Ma che...Elrohir!!!” sibilò il principe.

“Ti prego dimmi che non hai dimenticato...”

“Sei stato tu a rifiutarmi!” esclamò Legolas.

“Ero un ragazzino! Avevo paura delle conseguenze....”

“Io no? Ero anche fuggito dal mio regno!” disse scostandolo con uno strattone.

“Quando...quando ti ho rivisto...la al largo...non potevo crederci...”

“A beh grazie Elrohir, molto convincente e romantico...per questo hai chiamato prima Glorfindel e per poco non hai pronunciato il mio nome?” ghignò appena il biondo.

“Mi sarei tradito a pronunciare il tuo, ricordo il nostro patto anche se eravamo due ragazzini...” disse il moro poco prima che Legolas posasse le mani ai lati del suo viso baciandolo all’improvviso e dolcemente.

“Elladan?”

“Non entrerà...” sussurrò il moro.

“Allora muoviti.”

 

**

 

Elrohir sorrise ad occhi chiusi quando il biondo gli bacio la guancia sistemandosi poi sulla sua spalla.

“Ti ho fatto male?”

“No...” rispose Legolas sospirando.

“Cosa accade a quelli come me se mi innamoro e si portano a letto il principe di Bosco Atro?”

“Oh...nulla di particolare, vieni solo ucciso da mio padre, direi...per spada...predilige la spada, beh ma sei fortunato, metti se fossi io con l’arco neanche mi vedresti...”

“Scemo.” rise Elrohir.

“Che vuoi che accada? Ormai lo sa di noi due, da almeno un millennio credo...”

“Si bhe...non ho ancora capito effettivamente cosa siamo noi due...”

“Conforto...credo...” sospirò il biondo “Mia madre è morta, la tua non ti ricorda...io voglio

combattere, tu anche...e sapere che quanto meno io capisco te e tu capisci me...credo sia questo.”

“E se ora ti dicessi di essere Elladan?”

“Non lo sei...”

“Ne sei certo?”

“Si...” sorrise baciandogli l’orecchio “Elladan ha un tono di voce più roco...”

“Ma siamo uguali!”

“Ah! Apparentemente, ma io la sento quella piccola nota...che tu non hai...e poi tu hai un dente rotto, qui...in mezzo alla guancia.” Elrohir rise spostando la lingua sul dente.

“Valar me ne ero quasi dimenticato...”

“Tuo padre lo sistemerà...appena arriverai a Valinor.”

“È stato Eldarion, da piccolo...”

“Oh lo so, è sceso da cavallo e ti ha preso in faccia con uno stivale.” rise il principe “Una miriade di orchi e proprio un bambino ti rompe un dente...”

“Taci! Ho sputato sangue per una settimana!” rise stringendolo a se “Partirai domani?”

“Si, pare che sia così...se non abbiamo altri...intoppi...”

“Vengo con voi.” disse guardando il soffitto.

“Ma che dici? Non puoi...”

“Posso...sono io padrone della mia vita, non gli altri.”

“Si beh, se non ci siete voi due qui sembra che le cose vadano leggermente male...”

“Sono stufo di questa storia e se parti poi quando ti rivedo? Ne ho basta Legolas.”

“Mi rivedi quando torno! Poi non vuoi venire a Valinor?”

“Allora facciamo così...io non vengo con voi se, e solo se, prometti di legarti a me e che una volta a Valinor saremo noi due...”

“Mi stai chiedendo di sposarti detto in termini umani?” sussurrò Legolas sollevandosi su un gomito stupito da quelle parole “Pensavo che non ci pensassi neppure...”

“Ormai alla mia età si pensano diverse cose...” sussurrò guardandolo negli occhi.

“Che dovrei dirti?” domandò il principe.

“Di solo di sì.”

“Senti...Elrohir io...ora credevo che...”

“Cosa? È stato ben più passionale di una scopata...”

“Che finezza, ti fa male restare con gli uomini.” rise il biondo.

“Per metà lo sono...”

“No, per un terzo lo sei. Tuo padre è un mezz’elfo...”

“Si Si beh la cosa delle parentele te l’ho già sentita sciorinare una miriade di volte in queste ore...allora?”

“Non lo so...”

“Legolas...” sussurrò accarezzandoli le spalle “Non è successo di nuovo per nulla...sai benissimo che abbiamo un passato...”

“Si beh lo usavo per sfogarmi quel passato, ora che cos’è?” domandò il principe passandosi le mani in viso “Se non torno a te che succede?”

“Se non torni probabilmente sei morto e se sono legato a te...non lo so...” disse Elrohir.

“E va bene si! Si!” Esclamò “Ma giuro che se ti lasci morire e ti ritrovo a Mandos ti uccido una seconda volta!”

Elrohir rise baciandolo immediatamente.

“Si?”

“Si! Elrohir si!” sorrise Legolas guardandolo in viso “Però aspetta...noi non potremo avere figli, lo sai a cosa stai andando incontro prendendo me? Non sono un'elfa...”

“Mio padre è adottato...secondo te per me è un problema adottarne uno? Se non lo è per te...”

“No! Che cosa dici? Aragorn praticamene è come se lo fosse stato per tutti!”

“E allora dove sta il problema? Non possiamo averne uno nostro? Beh ne salviamo uno...o due...o tre...” rise baciandolo di nuovo.

“Si beh ora non esagerare, non passerò l’eternità a crescere bambini...però tre posso concederteli...” rise baciandolo per poi alzarsi “Comunque io devo andare...”

“E il nostro legame?”

“Perdonami Elrohir, ho bisogno di....un momento per...quello. E non fraintendere, non dividevo il letto con qualcuno da molto tempo...”

“Ah...” sussurrò il moro con le guance leggermente imperlate di rosso.

“Già...e poi...parto domani, non ora. Questa sera.”

“Vedi di non rimandare o ti vengo a cercare...”

“Una promessa è una promessa...non rimando...” rispose Legolas vestendosi per poi sedersi sul letto “Tuo fratello...”

“Se gli va bene è così, e tu? Tuo padre...”

“Se gli salvo la vita quanto meno voglio poter decidere per la mia...” disse serio.

“E tutte le storie che...”

“Che si sceglie una sola volta? Storie, l'hai detto tu. E noi siamo la prova che non è così.” rispose Legolas facendosi serio.

“A questa sera...”

“Ah...Elrohir...”

“Si?”

“No fiori, no frasi sdolcinate, no nulla di tutto quello che può venirti in mente. Conosco chi sei.”

“E che può venirmi in mente?” sorrise il moro abbracciandolo poi.

“No!” rise Legolas “Lo so cosa può venirti in mente, no...” sorrise scostandosi “ehi...”

“Va bene! Porto solo un coltello, ho capito...mi abituerò di nuovo alla tua freddezza...”

“Si certo...freddezza...fammi andare prima che Glorfindel mi cerchi...” disse alzandosi.

“Ah...ancora una cosa?”

“Elrohir ho detto questa sera...”

“Guarda nell’armadio prima di parlare...” sorrise facendogli corrucciare la fronte.

Legolas si avvicinò al mobile aprendolo lentamente.

“Il mio arco...”

“Prendilo.”

“Ma non sono vietate le armi qui?”

“Beh...fai parte della sicurezza di Gondor, no?”

“Da quando?”

“Da ora...prendilo...”

“Elladan scoprirà immediatamente la cosa.” Sussurrò voltandosi a guardarlo.

“Tanto lo saprà comunque.”

 

**

 

Legolas uscì nel corridoio tenendo in mano l’arco che Elrohir gli aveva appena restituito fin quando improvvisamente non venne sbattuto contro al muro.

“Hai finito di scoparti Elrohir?” Ringhiò Glorfindel.

“Ma che....”

“Credi che non vi abbia sentiti?”

“Glorfindel!” disse cercando di scostarsi.

“Che intenzioni hai? Eh?”

“Io?????”

“Tu! Si tu! L’hai già ferito una volta, domani ce ne andiamo, ancora???”

“Come lo sai?”

“Miei valar...” sospirò spostandosi “Tu credi davvero che io non lo sappia? È come se fossero nipoti miei!”

“Allora visto che sei così informato è stato Elrohir ad allontanarmi la prima volta!” Disse guardandolo negli occhi “E questa sera avremo il nostro legame, ora...se permetti visto che dirlo non credo gioverebbe a nessuno, non farne parola...”

“Cosa?”

“Già...”

“Tu...voi! Siete pazzi! Tutti e due!”

“Pazzi o no abbiamo passato anche di peggio...” rispose Legolas sorridendo appena poco prima che il guerriero l’abbracciasse.

“Oh miei...no ti prego...Glorfindel no...” rise Legolas lasciandosi abbracciare per qualche secondo e poi separarsi.

“Voi...”

“Già...già meglio tardi che mai no?”

“Se troviamo tuo padre ti uccide.” Sorrise il guerriero.

“Se lo troviamo deve essermi grato di essere tornato da Valinor ed averlo cercato. Direi che non ha nulla da dire.”

“Miei Valar...ma tu sei sicuro che...”

“Glorfindel...”

“Non voglio dire nulla ma ora?”

“O ora o mai più, non aspetterò di tornare a Valinor e di dover spiegare a chiunque la mia scelta...e penso che per Elrohir sia lo stesso. Preferisco che non lo sappia nessuno...a parte te ormai...” sorrise

abbassando il viso.

“Mi sembra azzardato e molto...freddo...ma se volete io non posso fermarvi.”

“Non siamo di certo una copia solita, ci siamo allontanati varie volte. Certe volte ci siamo visti solo per un giorno e poi divisi per anni...siamo un sindar, e della mia razza siamo rimasti in pochi, e un

mezz’elfo con una stranissima genealogia sia passata che nuova....siamo due maschi...e ti sconvolgerà sapere che Elrohir ha espresso il desiderio di adottare dei figli. Con questo, voglio dire che non accadrà subito.”

“Sconvolgere? Dal figlio di Elrond non credo proprio. So benissimo come li ha cresciuti sai? Elrohir a questo punto no, ma Elladan anche se avesse figli suoi so per certo che vuole adottare

dei ragazzi. Non l’ha fatto solo perché è qui e vedi tu stesso com’e la situazione. Elrond era a un passo dal farlo, poi Celebrian...beh lo sai, ma anni dopo è arrivato Aragorn...”

“Già...beh ora su di me basta. Lo sai, te ne prego fa si che questa sera...”

“Ti tengo fuori da ogni casino.” Sorrise Glorfindel.

“Grazie...ora...come va?”

“Beh è in piedi il signorino, ma sicuro di volerlo portare con noi? È così magro che mi fa paura.” Ammise Glorfindel “E difendere te o i gemelli è un conto...ma uno che rischia di essere trascinato a terra dal peso della propria spada...” ammise arricciando le labbra “Non lo so forse stiamo sbagliando...”

“È suo fratello...”

“Si, ma se tutto va bene torneremo qui e lo porteremo a Valinor.”

“No, viene con noi.”

“Testardo come sempre, ecco perché capisci i nani.”

“Non una parola.” sorrise Legolas incamminandosi verso le loro stanze.

Glorfindel lo segui sorridendo.

“Che hai?”

“Ah nulla...”

“Certo...” sorrise.

“Stanco per caso? A meno che non mi sia perso qualcosa, ma conosco Elrohir...”

“Glorfindel quante volte hai intenzione di morire nella tua vita?”

“Perché sei peggio del balrog?“ rise Glorfindel.

Legolas scosse la testa.

“Che fai con l’arco?”

“Lo porto in stanza.”

“Rivoglio la mia spada!”

“Dillo a Elrohir.” Ghignò Legolas.

“Non fare l’idiota...”

“E dai, ti serve...”

“Si Bhe se per riaverla devo andarci a letto...sto scherzando!” Rise Glorfindel.

“Sarà meglio.” Sorrise il principe “Quindi? Com’è il piano?”

“Piano? Ogni cosa che pianifico viene spazzata via.” Si lamentò il guerriero camminandogli al fianco.

“Giusto...Bhe io li distraggo, non è così?”

“Ma che...”

“Quindi tu ora torni da Elrond, io vado a tenere lontano da lì Elladan. Ma dubito di riuscirci fino a pranzo per cui non datevi troppo alla pazza gioia...ah e allontana Lindir fino a questa sera.”

“Senti Legolas...” lo fermò Glorfindel “Aspetta un momento...”

“Che c’è?”

“Io sono contento del tuo legame, davvero...ma...sai cosa ne comporta?”

“Certo che lo so.”

“E...sei sicuro di essere in piedi domani mattina? Non voglio un elfo mezzo morto a cavallo...”

“Sono sicuro.”

“Ma com...”

“Non è la prima volta.” Disse allontanandosi silenziosamente lasciando il guerriero basito.

 

**

 

“Ehi ehi ehi fermo!” Esclamò Glorfindel parandosi di fronte al giovane “Mi vorresti spiegare?”

“No.”

“Fermo principino!” Disse strattonandolo e bloccandolo di nuovo al muro “Hai detto tutto tu io non ho chiesto, ma ora spieghi. So benissimo com’è un legame e toglie energia, oltre che sangue...” disse guardandolo negli occhi.

“Fammi andare.”

“No.”

“E va bene è successo prima dell’anello!” Esclamò.

“Chi era?”

“Un soldato.”

“Ah...è tuo padre...”

“Non lo sa neppure ora.”

“Fermo...c’è solo un caso per cui tu puoi rifare un legame...”

“È morto!” Ringhiò guardandolo negli occhi.

Glorfindel sospirò scuotendo il capo.

“Mi dispiace Legolas...”

“È durata solo sei mesi...poi degli orchi ci hanno attaccato e lui...”

“Si non credo che tu mi debba spiegare questa parte.” Mormorò il guerriero.

“Un mese dopo Lord Elrond ha richiesto io consiglio...”

“Ecco perché ti sei fermato...io avevo avuto il compito di riscortarti nel tuo regno...”

“Già...” Mormorò con occhi lucidi.

“Lo amavi?”

“Avrei fatto un legame altrimenti?” Domandò ironico Legolas.

“Elrohir invece?”

“Non posso comparare le cose, Elrohir mi aveva rifiutato un millennio prima Glorfindel.” Ammise sincero “Non io, lui...”

“Quindi è un si...”

“Che vuoi che sia?” Domandò prendendo fiato.

“E va bene...” sospirò il guerriero alzando le mani e lasciandolo libero “Sicuro principino di farcela domani?”

“Sono sicuro...” annuì passandosi il dorso della mano sotto al naso.

“Elrohir lo sa?”

“No...nessuno lo sapeva. Solo io...”

“Bhe...tu sai di mio figlio, io so di questo...siamo pari.”

“Già...” Sorrise Legolas.

“Elrohir è alla prima volta, vacci piano e fermalo se esagera...ricorda che è un terzo umano.”

“Si lo so...” annuì Legolas.

“E non tentare la sorte, se vedi qualcosa di strano...”

“È imbarazzante Glorfindel!”

“Sarà! Ma tengo alla tua salute, so benissimo come funziona un legame. E sono felice che tu mi dica di farcela, io non mi sono alzato per tre giorni.”

“Tu...?”

“E già Legolas, non sei l’unico sposato a un elfo...e ora sai due segreti di me, me ne manca uno tuo per andare a pari.” Sorrise Glorfindel “Non lo voglio sapere, ovviamente...” disse schiaffeggiandogli il viso “Senti...tengo Lindir nella nostra stanza, non fare l’idiota. Se non ti senti bene avvisa Elrohir e digli di chiamare. Hai capito?”

“Starò bene.”

“Nel dubbio avvisa. Non voglio...che tu stia male e si comprometta la missione.”

“Forse è il caso che rimandi.”

“No! Hai già rimandato per due millenni Legolas. Te lo impedisco.” Disse guardandolo negli occhi “Andrà tutto bene...” sussurrò abbracciandolo “E ora dovrebbe dirtelo tuo padre questo.”

“Non lo farebbe mai...” ammise il biondo beandosi dei pochi attimi di quell’abbraccio.

“Su, forza...” sorrise Glorfindel lasciandolo andare “Abbiamo degli impegni.”

“Si...”

“Tieni Elladan lontano da Elrond, devo...insegnargli qualcosa...”

“Non farlo combattere o non ci servirà solo Lindir.” Sorrise il principe.

“Certo che no, devo solo spiegargli come fuggire...e se fosse così magnanimo da insegnarmi tutte le uscite...”

“Le so io, non preoccuparti. Assicurati solo che sia pronto...”

“Si certo. Che scusa hai per Elladan?”

“Non lo so...gli chiederò di fare un giro...”

“I figli di Eldarion! Abitano con la servitù non è così?”

“Giusto...mi dispiace per Elladan ma...”

“Elladan si deve dare una svegliata. Vedrai che appena non troverà noi e il fratello verrà a cercarci. Ce lo ritroveremo ben presto al seguito. Gli do due giorni...”

“Solo?”

“Solo? Se non riesce a trovarci gli tolgo la parola! L’ho addestrato io!” Esclamò Glorfindel.

“Non hai addestrato un po’ troppa gente?” Sorrise Legolas.

“Prova tu a far combattere Elrond senza motivo se ci riesci! Ha giurato di non temer più in mano una spada e l’ha fatto! Anche con i suoi figli...l’ultima volta ha salvato Galadriel solo perché era in estremo pericolo! L’hai visto tu con l’anello?”

“Io si! Ha dato Narsil ad Aragorn...”

“Ah si grazie, in completo anonimato ed è tornato indietro. Quello non è combattere se usi tutti i poteri che hai per nasconderti, giri vestito da nazgul e torni trascinandoti sui gomiti perché hai finito le forze...non la sapevi questa? Per fortuna è a Valinor perché Elrond è arrivato a questo anche per non combattere. Se ti stai chiedendo da chi ha presto quest’Elrond...immagina.” Disse Glorfindel “Sarà giovane, ma ho ben capito la sua mente e non si differenzia molto da Elrond. Anzi...” si fermò sospirando “A parte il fatto che questo è cresciuto totalmente con gli uomini e l’altro dagli elfi. La loro unica differenza, lascia fare a me.”

“Va bene, vado a cercare Elladan.”

“Non scambiarlo per Elrohir...sarebbe ironico...” ghignò il guerriero.

“Non una parola...”

“Una domanda...”

“Dilla, sarà idiota...” sorrise Legolas.

“Come mai uno si e l’altro no? Sono identici.”

“Non le loro anime.” Rispose Legolas allontanandosi.

“Anime...giusto...ah Legolas! È una scusa del cavolo!” Rispose ridendo.

   
 
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