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Autore: Xiara    14/08/2018    0 recensioni
Shane Murray.
Dylan Lloyd.
Riley Palmer.
Nash Dixon.
Gli Infernal Hydra.
Non sono solo famosi. Sono la boy-band del momento, in cima alle classifiche di tutto il mondo, con milioni di ragazzine ai loro piedi.
Dopo due anni di successi e concerti sold-out, decidono di prendere una pausa di un anno dopo l'ultimo tour, finito in agosto. Vorrebbero andare in vacanza, visitare il mondo, godersi i comfort che delle ricche superstar possono permettersi.
Peccato che le loro madri abbiano piani ben diversi.
"Dopotutto hanno 20 anni. Non dico l'università, ma dovrebbero almeno finire l'ultimo anno di superiori e prendere il diploma".
Detto, fatto.
Due settimane dopo Shane, Dylan, Riley e Nash si trovano, sotto minaccia di rottura del contratto con la casa discografica, a dover disfare le valige pronte per Dubai e ad annullare la prenotazione del lussuoso yacht che li attendeva.
Vengono così catapultati in un tranquillo quartiere per ricconi inglesi, dove dovranno vivere l'intero anno successivo per poter frequentare la scuola superiore privata del posto.
E mentre nel corpo studentesco serpeggia l'eccitazione per l'arrivo dei nuovi studenti, Lily Davis, ricca e bella regina indiscussa della scuola, non sembra d'accordo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Mi svegliai con il rumore tremendamente fastidioso della sveglia, per cui trovai giusto voltarmi dall'altra parte infilando la testa sotto il cuscino e cercando di ignorarla. 

Bip. Bip. Bip. Biiiiiiiiip.

Fanculo.

Afferrai quello stupido aggeggio e lo lanciai contro il muro.
Smise finalmente di suonare, quindi mi accinsi a tornare nel bellissimo mondo di sogni in cui mi trovavo poco prima ma...

"LIL! ALZATI!" 

Che cazzo però. Ma non si può mai dormire in questa casa?!

"No!" Risposi stizzita alla voce di mia sorella Francis, tenendo ostinatamente la testa sotto il cuscino.
Ma a quanto pare chiunque ci fosse lassù in cielo o mi odiava o mi odiava, dato che la porta della mia stanza si spalancò di colpo, facendomi sbuffare.
Apparve la figura minacciosa di Francis, vestita di tutto punto, che aveva gli occhi stretti in due fessure e le mani sui fianchi. 

Somigliava tremendamente a mia madre quando faceva così. E no, non era un complimento.

"Come sarebbe no? Alza subito il culo da quel materasso del cazzo! Non mi farai arrivare in ritardo il primo giorno di scuola!"

Mi strinsi ancora di più le coperte addosso. 

"Eddai Fran....solo cinque minuti" mugugnai.

Lei spalancò le persiane della mia camera e mi strappò il lenzuolo di dosso.

Le persiane no però, dai. Questa è vera crudeltà. 

"Assolutamente no! Sono già le sette e quarantacinque. Tra quindici minuti dobbiamo essere in classe e tu sei ancora qui!" 

Sbuffai e mi misi a sedere sul letto, arrendendomi.

Uffa.

"Che rompi coglioni che sei Franny. Vivi le bellezze della vita!" Esclamai allargando le braccia teatralmente. 
Lei roteò gli occhi in risposta.

"E dormire sarebbe una bellezza della vita? E ti ho detto mille volte di non chiamarmi Franny" 

"Come vuoi, Franny" sorrisi sorniona mentre mi stiracchiavo e mi dirigevo a velocità lumaca verso il bagno.
Lei mi spinse letteralmente dentro, sbattendo la porta alle mie spalle. 

"E muoviti! Sei più lenta di una tartaruga con le zampe rotte!"

Io sorrisi sotto i baffi. 
Adoravo la mia sorellina e le sue frasi totalmente assurde.

Mi lavai velocemente la faccia e i denti, mentre il silenzio dall'altra parte della porta mi faceva intuire che Francis fosse sparita all'interno della stanza per il guardaroba. 
La mia ipotesi fu confermata quando entrò nel mio bagno con in mano un paio di jeans scuri a sigaretta strappati e una canotta bianca attillata con su scritto 'I'm sexy, babe', mentre io finivo di pettinarmi i capelli e li legavo in una coda alta.

"Grazie sorellina bella" le sorrisi mentre mi toglievo il mio pigiamino giallo con i cuoricini bianchi e mi infilavo i vestiti che mi aveva scelto. Aveva sempre avuto il mio stesso senso dello stile. 

"Si, si. Prego ruffiana" mi rispose divertita, passandomi le mie scarpe nere con il modesto tacco di dieci centimetri. 
Dopodiché mi truccai velocemente con la matita nera e il mascara ed ero pronta.

Mi misi davanti allo specchio a fissarmi. 
Mia sorella mi raggiunse, affiancandomi.

Lo specchio rifletté due figure identiche: due belle ragazze con dei lunghi capelli castano-dorati, le labbra rosse e un fisico magro e proporzionato. 

Se qualche idiota non lo avesse capito, sì genio, siamo gemelle.

L'unica differenza erano gli occhi. 
I miei azzurro ghiaccio con qualche striatura argentata e i suoi di un verde spaventosamente vivido con delle macchioline marroncine di qua e di là.

Avrei fatto cambio con i suoi volentieri. Amavo gli occhi verdi. 

Feci la linguaccia al mio riflesso, facendo ridere la mia gemella, afferrai la cartella, infilai il mio giacchetto di pelle nera e ci incamminammo insieme verso la scuola. 
Ovviamente eravamo in ritardo e non c'era più nessuno in giro.

Strano
No, non lo era davvero.

"Non ci posso credere!" Strillò lei nel mio orecchio giunte davanti all'ingresso.

"Sei scema? Cosa cazzo ti urli?" La fulminai, tappandomi l'orecchio con una mano per proteggerlo.

"Verranno qui! Verranno qui! Verranno qui!" cominciò a ripetere saltellando come una pazza davanti a me. 

Cominciavo a dubitare della sua salute mentale. 

Lei sbuffò alla vista della mia espressione e mi indicò impaziente il gigantesco avviso appeso all'ingresso. 
Lo lessi per vedere cosa avesse causato la morte del grillo parlante di Francis.

"Attenzione studenti! Vi informiamo che quest'anno avremo degli ospiti davvero molto speciali nella nostra scuola. Questa mattina arriveranno gli Infernal Hydra. Vi preghiamo di trattarli con rispetto e di mantenere la massima discrezione. 
Cordiali saluti, la presidenza."

Beh, innanzitutto discrezione di sto cazzo, dato che era un cartello di 1x2 metri che anche i passeggeri di un aereo sarebbero riusciti a leggere. 

E poi...

"Cosa diavolo sono questi 'Cosi Infernali'?" chiesi confusa, non capendo.

Francis mi guardò come se fossi impazzita.

"Stai scherzando vero?! Non sai chi sono gli Infernal Hydra?!"

"No. E allora?" 

"Sono solo i ragazzi più fighi e famosi di questa Terra!"

La guardai senza avere la minima idea di chi fossero le persone di cui stesse parlando.

"Sono un gruppo, Lily. Dei cantanti famosi. Shane, Riley, Nash e Dylan. Svegliati!" Specificò, roteando gli occhi. 

"E quindi?" 

Mi fissò come se avessi detto una bestemmia.

"E quindi?! E quindi?! Verranno qui! Nella nostra scuola!"

"Sinceramente non mi interessa una beata minchia di quattro palloni gonfiati che vengono a scorrazzare nella nostra scuola." Espressi finalmente il mio pensiero.

"Che grazia, sorella" disse ironicamente, facendomi ridacchiare. 
"Entriamo va" risposi alzando gli occhi al cielo e tirandola per una manica. 
Raggiungemmo la nostra aula ed entrammo. 
Ad aspettarci c'era il prof Jones di algebra. Era un'uomo sulla cinquantina, grassottello e quasi completamente pelato.
Appena ci vide si voltò sorridente: tutti adorano mia sorella, prof compresi.

"Salve ragazze. Sedetevi pure. Stavamo parlando delle vacanze estive." ci disse gentilmente. 

Anche io stavo simpatica a lui, per fortuna, perchè in cinque primi giorni di scuola compreso questo, alla prima ora c'era sempre stato lui e, naturalmente, non ero mai arrivata in orario.
Obbedimmo all' insegnante e ci avviammo ai nostri posti in fondo all'aula.

"Ehi Lily!"
"Ciao Fran!"
"Ehilà Davis!"
"Ciao Marie!"

Chi é Marie, vi chiederete. Beh, sono io. 
Mi chiamo Lilian Marie Davis e mia sorella solo Francis Davis. Che ingiustizia, vero?
Odio il mio secondo nome. 
Anzi, odio AVERE un secondo nome.
Chi li ha inventati doveva amare infastidire le persone. 

Salutammo tutti con sorrisoni e baci, perché per quanto rimpiangessi le spiagge italiane dell'estate appena passata, mi erano mancati i miei compagni, nonostante non trattassi sempre tutti benissimo. 
Ma sono una stronza per natura, cosa posso farci?

Ci sedemmo ai nostri soliti posti, in fondo all'aula, mentre il prof riprendeva la sua discussione sulle vacanze. 

Giuro che ci provai ad ascoltarlo, ma mi bastarono pochi secondi per distrarmi, dato che notai che c'era decisamente qualcosa di diverso nella nostra aula. Quando mi accorsi cosa fosse questo "qualcosa" alzai la mano.

"Professore, prof!"
"Si, Lily?"

Io e Fran eravamo le uniche chiamate per nome in classe. Ah, i vantaggi di essere le favorite dai prof. 
"Perchè ci sono quattro banchi in più?" Chiesi, temendo la risposta, dato che avevo già iniziato ad intuirla.
Il professore sorrise.

Ti prego, fa che non sia quello che penso. Ti prego. Ti prego. Ti pre...

"Non avete letto l'avviso fuori da scuola?"

Ecco. Appunto.

Sperai ugualmente con tutte le mie forze che non fosse come pensavo, che si riferisse a un altro avviso.
Ma ovviamente io ho sempre ragione, quindi le mie speranze vennero miseramente disintegrate.

"Gli Infernal Hydra saranno in classe con noi" annunciò infatti il prof.

Lasciai cadere la testa sul banco.

Ahia.

Accidenti! 

Non avevo niente contro questi tizi, solo già immaginavo come si sarebbero atteggiati da padroni del mondo, nella MIA scuola. Ero io la regina lá dentro. Non mi sarei certo fatta deporre da loro. 
E la parte peggiore era che i quattro posti vuoti erano tutti intorno a me!
Due davanti, e due alla mia sinistra.

Ero circondata.

La mia disperazione interiore venne interrotta dallo sbattere della porta dell'aula, che mi fece rialzare la testa dal banco, con un'espressione arcigna stampata in volto. 
Già il fatto che fossero arrivati dopo di me mi irritava.
Ero io l'ultima ad arrivare.
Chi si credevano di essere quelli là per arrivare più in ritardo di me?

All'improvviso venni circondata da urletti vari. 
Anche Fran si era alzata in piedi e saltellava come poco fa.
"Fran, datti un cazzo di contegno! Se no comincio a chiamarti Franny..." minacciai, infastidita da tutto questo casino per quattro idioti. 
Ma lei sembrò non sentirmi.

"Ragazze! Sedute!" tuonò il prof, e quando voleva metteva davvero paura, infatti tutti si risedettero e calò un silenzio innaturale.

Una volta che, finalmente,la mia visuale si liberò riuscii a vedere quattro ragazzi in piedi davanti alla cattedra.

Oh.
Oh
Mi morsi il labbro. 

E va bene. Ammetto che Fran avesse ragione. Erano davvero dei gran fighi.

Erano tutti più o meno alti uguali, due avevano i capelli biondi, due li avevano più scuri. Ma ciò che attirava di più l'attenzione erano i loro occhi, tutti maledettamente chiari e perforanti. 

"Classe, vi presento Shane Murray, Dylan Lloyd, Nash Dixon e Riley Palmer " Disse con un sorriso caldo il prof.
I quattro ragazzi avevan decisamente l'espressione di chi avrebbe voluto essere ovunque ma non lí. Per essere dei cantanti sembravano quasi...a disagio.

Che poi, che cazzo ci facevano dei cantanti nella nostra scuola se erano davvero già così famosi? La scuola non serviva mica per avere un futuro? 

Bah, contenti loro.

"Oh, che teneri!" mormorò Fran con un tono sognante.
Sospirai: era andata. Completamente partita.
Riappoggiai la testa al banco (delicatamente questa volta, giuro), rassegnata. 

"Ragazzi, sedetevi pure lì in fondo vicino a Lily e Francis." continuò il prof.
"Lily." mi chiamò poi.
Alzai la testa di scatto.
"Si, prof?" 
"Potresti essere così gentile da sederti di fianco al signor Palmer?"
Sbuffai. Ci mancava solo questa.

Grazie, Dio. So che oggi mi odi, ma potevi risparmiartela questa, davvero. 

"Certo prof. Nessun problema" dissi ironica, alzandomi in piedi bruscamente.  
Rischiai di perdere l'equilibrio, ma per fortuna riuscii a stabilirmi e a dirigermi, con tutti i miei libri, verso uno dei banchi vuoti.
Mi fissavano tutti. 

Cazzo avete da fissare? So di essere figa, ma così mi consumate. 

Alzai il mento e mi sedetti al mio nuovo banco, incrociando le caviglie.
Quello con i capelli quasi neri, che doveva essere il 'signor Palmer', si scambiò uno sguardo con gli amici e mi raggiunse, provocando sospiri al suo passaggio. 

Ma siamo seri? Sono l'unica che ha ancora un minimo di cervello qui dentro?

Ok, era bello quanto voleva e probabilmente ricco sfondato, ma addirittura sospirare al suo passaggio?
Neanche fosse un principe o un dio sceso in terra. 

"Ciao" mi riscosse la sua voce una volta seduto al mio fianco, facendomi sobbalzare: non mi ero nemmeno accorta che fosse già giunto a destinazione.

E poi... come diavolo faceva ad avere una voce così tremendamente sexy?

"Ciao" risposi indifferente, tenendo lo sguardo fisso sul prof, che stava facendo accomodare gli altri ai loro posti. 
"Io sono Riley. Tu ti chiami Lily, giusto?"

Mi tirai un pizzicotto sul braccio, dato che la mia mente malata stava fantasticando su un contesto ben diverso in cui avrei voluto sentire il mio nome uscire dalle sue labbra. 

"Si" riuscii a rispondere, ignorando i brividi che mi scorrevano lungo la schiena e continuando ad evitare ostinatamente il suo sguardo.

"Se stai aspettando i saltelli e gli urletti di gioia ti dovrò deludere. Non me ne frega un cazzo di voi." Aggiunsi, prima che lui parlasse ancora e che io mi perdessi nuovamente nella sua voce. 

Acidità. É tenersi per mano, andare lontano, l'acidità.
Ok, forse ero un tantino maleducata. 

La sua risata  mi convinse a concedergli almeno di essere guardato negli occhi mentre parlavamo. E questo era tutto ciò che per il momento potevo conceder...

Oh.

Forse non avrei dovuto farlo.
Avevo visto che aveva gli occhi chiari, ma non mi aspettavo che avesse degli occhi verdi così... beh, verdi. Così intensi.

Amavo gli occhi verdi. Cazzo.

"Credimi, sono in grado di farti cambiare idea" sentii la sua voce roca sussurrare divertita al mio orecchio.

Quando si era avvicinato così tanto? 

Ero così distratta dai suoi occhi che non mi ero nemmeno accorta che si fosse avvicinato.
Che idiota. Non potevo farmi manipolare così da uno come lui. 
Ero io quella che manipolava la gente con il proprio fascino. 
E almeno questa 'regola' ero decisa a mantenerla. 

"Lo vedremo" dissi quindi, con tono di sfida e un ghigno stampato in faccia.
Lo sguardo che mi lanciò mi fece capire che aveva accettato la sfida, così tornai a prestare attenzione alla lezione.
Non che mi interessasse dove fossero andati in vacanza gli altri eh.
Era solo per non dargli la soddisfazione di sbavargli dietro come una deficiente. 

Mi sembrava scontato.

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ANGOLINO PER ME

Salve gente!

Tranquilli, giuro che questa sarà una delle poche volte che romperò le palle ahahah 

Volevo solo dire che sì, se questa storia vi suona familiare è perché ce l'ho in ballo da anni e magari l'avete già letta. L'ho scritta, pubblicata e poi riscritta già due volte stravolgendola completamente. 

Il fatto è che la primissima volta avevo 13 anni ed era sugli One Direction perché ai tempi andavano di moda. Ma quando a 17 l'avevo riletta ero inorridita perché 50 capitoli di storia d'amore si erano svolti in poco più di tre giorni. Ho dovuto per forza riscriverla completamente da capo, tenendo solo i personaggi e qualche scena della storia originale.

Ero abbastanza soddisfatta di quello che stava venendo fuori, ma c'era un problema: nella mia testa i personaggi di questa storia erano ben lontani dagli One Direction. Non volevo che fossero loro i protagonisti, perché altrimenti avrei dovuto sottostare a determinate regole per non stravolgere troppo le loro vere persone.

Con dei personaggi inventati invece sentivo che sarei stata più libera di dare spazio alla mia mente malata: potevo far fare loro quello che volevo senza dovermi basare su fatti reali. 

E quindi eccomi qui, a ri-riscrivere da capo questa storia, ma questa volta dando completo sfogo alla mia fantasia. Di conseguenza, questa sarà la versione definitiva, che niente avrà a che fare con la prima, anche se i primi tre capitoli saranno relativamente simili a quelli della seconda.

E niente, spero che capiate che tengo molto a questa storia, dato che ci sto lavorando ormai da sette anni, e che non vi facciate troppi problemi a lasciare recensioni, che spesso mi sollevano l'umore in una giornata di merda. 

Detto questo, vi lascio al prossimo capitolo!

Ciao ciao babessss. 

  
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