Cap.11
Difficile proseguimento quotidiano
Steven
tagliò una serie di fette di mozzarella e le mise sopra i
pezzettini
di carne, confezionando dei panini ripieni.
"Howard...
Come puoi fidarti a lasciare quell'animale da solo col
bambino?" domandò con tono duro.
Howard
sbuffò, oscillando un bicchiere di whisky.
"Cresce
Stark da un secolo, sa quello che fa" disse.
Steven
lo indicò con un pezzo di pane e ribatté: "Sa
portare guai da
più di un secolo".
Howard
bevve, e si mise seduto al tavolo.
"Ha
cresciuto me. Tony verrà su come un vero Stark, e
imparerà a
sembrare normale".
Rogers
sospirò pesantemente.
"Puoi
almeno starci attento?" domandò.
Howard
rise, roco.
"Per
quello ci sei tu, 'mammina' ".
Steve
arrossì e diede una manata al banco della cucina, sbuffando.
"Mi
sembrava volessi vedermi presto nuovamente in servizio
attivo" brontolò.
Howard
ridacchiò, e si versò altro whisky.
"Scegli
tu. Tony, o l'esercito?" provocò.
Steve
si passò una mano tra i capelli.
"Quando
sarà abbastanza grande non ci sarà più
bisogno di
scegliere" ribatté.
<
Perché devi sempre farmi sentire così male?
Così costretto?
Perché
passi dall'essere gentile, al trattarmi con i piedi, arrivando a
minacciarmi? > pensò, stringendo le labbra fino a
farle sbiancare.
Howard
sogghignò, alzò il bicchiere.
"A
quel momento" brindò.
Steve
gli diede le spalle e recuperò un piatto, socchiudendo gli
occhi.
"Vado
a portargli la cena" disse piatto.
Howard
bevve avidamente ed annuì, agitando la mano in aria.
"Vai,
vai. Non vorremo non mangiasse".
Rogers
si allontanò col piatto colmo di panini, con passo rapido.
***********
Creed
si pulì un canino con i denti e avvolse la coda intorno alla
gamba.
"Quindi,
ripetiamo un'altra volta.
Che
espressione si fa alla signorina qui presente?" chiese, indicando
Peggy con la testa.
<
Speriamo non se ne esca di nuovo dicendo che mi attira.
Il
santarello potrebbe essere ancora in zona per recuperare i piatti e
farmi qualche scenata.
Nemmeno
stessero ancora insieme! > pensò
Tony
mugugnò, portandosi il dito in bocca.
"La
si chiama mamma?" chiese.
Peggy
ridacchiò, e gli scompigliò i capelli arruffati.
"Sei
così tenero".
"Ora
non esagerare. Solo l'espressione bastava" lo riprese Creed.
Si
chiuse la casacca sul corpo massiccio.
"Ora
chiedile un'indicazione" lo incalzò.
<
Il dito non è un'idea cattiva, ma può migliorare
>.
Tony
prese a dondolare sulla punta dei piedi.
"Non
trovo il mio papà" pigolò.
Peggy
si mise in ginocchio, gli carezzò i capelli e
guardò Creed.
"Non
capisco. Gli vuoi insegnare ad essere adorabile?".
"Veramente
se volesse essere adorabile dovrebbe far scattare il tuo
lato protettivo. Ad esempio mettendosi le mani davanti o cercando
riparo dietro
di me.
In
questo modo è comunque un bambino molto indipendente"
rispose Creed
con tono sostenuto.
Tony
ridacchiò, negando con il capo.
"Ho
già una mamma chioccia".
"Con
lui puoi lasciarti andare ad una 'petulanza' spiccata" disse
Creed, grattandosi il mento con le unghie aguzze.
Tony
scrollò le spalle.
"Con
lui anche se mi comporto normalmente ottengo una mamma
iperprotettiva".
Peggy
sospirò.
"Non
è carino parlare così di Steve".
"Non
mi sorprende. Quello desidera fare la mammina quanto io il padre,
solo che fa saltare i nervi" soffiò Creed.
Tony
lo raggiunse e gli afferrò un polso, si tirò su.
"Tu
vuoi fare il papà?" chiese.
Creed
lo afferrò con due unghie per la maglietta e se lo
issò davanti al
viso.
"Vorrei
marmocchi normali, esserino" disse, guardandolo in viso.
Il suo sguardo era addolcito.
Tony
dimenò le gambine, ridendo.
"Io
sono normale! Solo che sono normale per uno Stark!".
Creed
fece una fragorosa risata e se lo mise in testa.
Tony
gli strinse i capelli, li tirò, e sorrise.
"Lo
sai che la tua mutazione sta andando a quel
paese?".
Creed
dimenò a coda e rispose: "La mia vita sta
andando a quel paese".
Peggy
mise le mani sui fianchi.
"Tony,
non usare quei termini. Creed, anche tu,
non davanti al bambino".
Tony
si sporse in avanti premendo la pancia sulla
testa di Creed.
"Uno
Stark potrebbe aggiustarti".
"Io
preferisco non chiedere niente" ribatté
Creed.
<
Uso anche termini peggiori e lei dovrebbe saperlo
> rifletté.
Tony
si sporse ancora più avanti, rischiando di cadere.
"Io
lo farei in cambio dell'addestramento, quindi non dovresti aver
paura ti chieda qualcosa" propose.
"Io
ho già qualcosa in cambio da tuo padre" sussurrò,
guardando
Peggy di sottecchi.
Peggy
prese a ticchettare la scarpa con il tacco in terra.
"Non
mi piace questa conversazione".
Tony
strinse i capelli di Creed.
"Mio
addestramento, mio pagamento!".
"Discutine
con tuo padre, soldo di cacio. Per ora discorso
chiuso" sancì Creed.