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Autore: Neko    15/08/2018    1 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

 

Tutti gli eroi si trovarono spiazzati davanti a quella scoperta.

Non avevano minimamente preso in considerazione di non trovare alcuni degli ingredienti che serviva loro per risistemare l’ordine delle cose.

Avevano pensato di poter fallire la missione condannando il mondo per altri motivi, ma pensavano che la causa sarebbe stata loro morte, e non qualcosa a cui loro non potevano porre rimedio sin dall’inizio.

Killian strinse il pugno e poi successivamente colpì l’albero nervosamente.

Emma lo guardò. Conosceva il marito e sapeva che quel nervosismo che provava, non era solo dovuto all’assenza della polvere di fata. Lo aveva intuito dal suo modo di camminare e di serrare la mandibola, era già infastidito dall’inizio del viaggio, esattamente da quando lei stessa aveva cominciato a sentirsi inquieta e sapeva che al cento per cento, quello che disturbava lei, disturbava Killian. Loro due soltanto e sapeva esattamente perché.

Gli si avvicinò e gli afferrò la mano ancora appoggiata al tronco quasi marcio dell’albero.

Killian la guardò e le diede un leggero sorriso. Non voleva preoccuparla più del dovuto, perché proprio come Emma, anche lui aveva capito cosa poteva infastidire la sua amata.

“Grande e ora come ci procuriamo uno dei preziosissimi elementi che servono per salvare i nostri mondi?” chiese Regina guardando l’albero, prima di sentire la stretta di Roni farsi più salda.

“Moriremo tutti e andremo in quel brutto posto allora?” chiese la bambina quando la madre abbassò il capo su di lei.

Regina si abbassò al suo livello e accarezzandole la guancia le disse “No amore. Ora siamo solo un po’ spiazzati perché andavamo a colpo sicuro, ma un modo per trovare quello che ci manca lo troveremo. Sarà solo un po’ più difficile! Nessuno andrà laggiù!”

“Promesso?” chiese Roni.

“Promesso tesoro!” disse Regina guardando la figlia negli occhi, ma si era dimenticata di un piccolo dettaglio, che non tardò a far sentire la sua vocina.

“Perché dici le bugie zia Regina?” chiese infatti Alice.

L’interpellata si morse il labbro. Voleva solo tranquillizzare le bambine, ma si era dimenticata del potere che Alice aveva acquisito dalla madre. Si ritrovò spiazzata e a quel punto Emma fece per intervenire, ma Snow l’anticipò.

“Regina non voleva dire bugie. Promettere che non accadrà niente è quello che tutti noi vorremmo fare. Vorremmo salvare tutti e faremo di tutto purchè succeda. È vero, fare promesse che non sappiamo se siamo in grado di mantenere non è giusto, ma voglio che voi capiate, che lo facciamo solo perché vogliamo farvi sentire al sicuro, non perché vogliamo mentirvi, capito?” disse Snow, guardando la nipotina, che annuì, seguita da Roni.

Emma e Killian sorrisero, mentre si tenevano per mano, ma presto dovettero separarsi di colpo, quando una freccia rischiò di colpirli. I due si buttarono a terra, prima che la salvatrice alzasse una barriera per proteggere tutti loro contro altre frecce che si susseguirono.

“Abbiamo la certezza che qualche indiano è rimasto!” disse Regina stringendo Roni a sé.

“Già, ma perché ci attaccano? Non siamo una minaccia per loro!” disse Snow.

“Ma siamo degli invasori!” disse David, cercando di capire dove fosse nascosto il “nemico”, perché ovunque fosse, era ben nascosto.

“Giglio Tigrato. Se ci sei, fermali. Non vogliamo fare del male a nessuno!”  urlò Killian, alzandosi in piedi per farsi riconoscere.

Le frecce si fermarono e dalla boscaglia, uscì colei che era quasi diventata una compagna di falò di Killian anni addietro.

“Uncino? Cosa ci fai qui?” chiese Giglio tigrato, avvicinandosi a loro, seguita da un paio di indiani, grandi e grossi, a guardia della sua persona.

“Siamo nei casini e ci serve il vostro aiuto…o almeno in parte!” disse Killian.

Emma abbassò lo scudo, quando il suo amato le fece cenno con il capo.

“Tu sei la salvatrice!” disse Giglio tigrato, per poi notare le altre persone intorno e una bambina che aveva chiaramente ereditato le caratteristiche dei propri genitori “Non scherzavi quando dicevi di amare la salvatrice, Uncino!”

“Emma, chiamami Emma!” disse la donna.

“Bene Emma, l’ultima volta che ho vista, anche se di sfuggita, mi hai salvato dai bambini sperduti e da una morte poco piacevole, quindi ora ricambierò il favore. Seguitemi al  nostro accampamento.

Il viaggio durò metà mattinata e finalmente diverse capanne comparirono davanti ai loro occhi.

“Non siete rimasti in molti!” disse Killian.

“No, l’isola sta diventando sempre più inospitale e cattiva e ovviamente la mia gente si sta decimando. Mi dispiace dirlo, ma non credo che ci sarà un’altra generazione di indiani. Siamo condannati all’estinzione!” disse la donna indiana dispiaciuta “Ma da quanto ci avete raccontato lungo il cammino, poco importa, siamo tutti condannati se non riuscite a rimettere le cose a posto!”

“Esatto!” disse Killian.

“Uno degli ingredienti che ci servono è una piuma degli indiani. Ne avete tante, ce ne potete dare una?” chiese Roni fiduciosa “Per favore!”

Giglio tigrato guardò la piccola, poi spostò lo sguardo su Emma “è questo l’aiuto che volevate? Una semplice piuma? Noi usiamo le piume degli uccelli che mangiamo, ve ne possiamo dare quante ne volete!” disse la donna.

“Non credo però che sia così semplice!” Disse Snow.

“Mia moglie ha ragione. Gli altri elementi sono qualcosa di specifico. L’ombra dell’isola, la polvere di fata, la squama di una sirena, un pezzo della Jolly Roger, non credo che ci basti una semplice piuma di uccello che voi avreste potuto usare!” disse David.

“Credo che mio padre abbia ragione. Credo che servi una piuma che sia rappresentativa del vostro popolo. Non so, avete una piuma che per voi è importante?” chiese Emma.

Gli indiani tacquero e si guardarono. Uno di loro minaccioso si fece avanti e tirò fuori un pugnale “Voi volete privarci del tesoro più prezioso che abbiamo? Non ve lo daremo mai!”

Alice si nascose dietro le gambe di Killian, avendo paura di quell’uomo. Roni non era da meno e cercò rifugio da Regina, la quale non potendo permettere a nessuno di minacciare la sua bambina, affrontò l’uomo.

“Abbassa quel coltello pelle rossa, se non vuoi diventare un viso pallido. Nessuno vuole prendere niente a nessuno, vogliamo solo salvare il fondo schiena  a tutti quanti. Vedi cosa per te è più importante, la vita di miliardi di persone, compreso il tuo popolo o una stupida piuma!”

“Regina!” la rimproverò Snow.

“Cosa? Stanno mettendo la loro vita davanti a un oggetto che…”

“Ok, ti do ragione su quello, ma se hanno reagito così, non credi che chiamarla stupida piuma sia come dirgli di accoltellarci seduta stante?” chiese Snow.

Regina sbuffò, ma non potè trattenere un sorriso, quando vide che aveva colpito nel segno, perché gli indiani avevano abbassato le armi.

“La piuma di cui parlate per il nostro popolo è preziosa, ma Regina ha ragione. Non ha molta importanza. Cioè se devo decidere tra salvare il mio popolo o una piuma secolare che è passata da generazioni da un capo villaggio all’altro, allora non c’è storia!” disse Giglio tigrato, portandosi una mano alla treccia, dove delle piume erano legate ad un fermaglio, che le teneva ferma l’acconciatura.

Prese la piuma e la fissò un ultima volta prima di darla a Killian.

Era una piuma variopinta, con molti colori. Una piuma di un animale che Killian, nel suo periodo vissuto all’isola, non aveva mai visto.

“Questa è una piuma che proviene da una fenice che ha abitato l’isola all’inizio della sua nascita. Si dice che le fenici rinascono sempre dalle loro ceneri, ma per permettere ai miei antenati di vivere su questa isola, terra inospitale un tempo, questo magnifico uccello, abbia sparso le sue ceneri su tutta l’area, rendendola fertile e lasciando la sua custodia ai nostri antenati. Divenne così il cimelio di ogni capo tribù e simbolo degli indiani dell’isola che non c’è!” disse Giglio tigrato, per poi continuare “Sono convinta che quella fenice non vorrebbe che il nostro popolo sparisse e non credo che se la prenderà a male se la diamo via per una buona causa!”

“Io mi chiedo quale sia la vera storia di quest’isola a questo punto!” disse David confuso.

“Non credo che qualcuno lo sappia.  Ce ne sono talmente tante!” disse Giglio tigrato abbozzando un sorriso.

“Aspetta, vi ringraziamo per la vostra generosità, ma…non ci serve a niente questa piuma se non troviamo la polvere di fata!” disse Emma.

L’indiana si fece seria “La polvere di fata? È ormai impossibile da trovare!”

Tutti la guardarono spaventata e la donna sospirò “In realtà, c’è ancora un posto dove è possibile trovarla…nella terra delle ombre, all’estremita settentrionale dell’isola.”

“Si, io e Killian ci siamo stati!” disse Emma.

“L’isola che non c’è non è più quella che conoscete. Ora le ombre sono diventate più pericolose e infime!” disse loro, Giglio tigrato.

“Ci serve anche l’ombra dell’isola, dovremo andarci prima o poi. Quindi se è presente anche la polvere, prenderemo due piccioni con una fava!” disse Regina.

Gli indiani li guardarono come se fossero usciti di senno.

“Siete dei pazzi o suicidi. Nessuno che si sia mai addentrato in quel luogo, ne è uscito vivo. È diventato un ombra lui stesso!” disse Giglio tigrato. “Lo ripeto, quest’isola è cambiata, Non ci sono più bimbi sperduti disperati che sentono nostalgia di casa. Sono diventati cattivi. Provano un odio verso coloro che li hanno abbandonati, che non provano pietà nemmeno fra di loro. Se qualcuno osa troppo, si uccidono. Noi indiani li temiamo e non osiamo mai avvicinarci ai loro territori e questo perché sono sotto il potere delle ombre. Giocano con ogni sentimento negativo, anche il minimo. Se cadete nelle loro mani, non c’è niente che vi può salvare!”

Snow guardò le bambine, visibilmente spaventate “Ora basta, stai spaventando le bambine!”

“Devono avere paura e anche voi!” disse infine l’indiana.

 

Tutti si misero a mangiare quello che gli indiani offrirono loro, ma fecero fatica  a mettere qualcosa nei loro stomaci.

Emma posò il suo piatto e alzandosi dal tronco usato come una sorta di panchina, disse “Io devo provarci comunque. Devo affrontare e catturare quell’ombra. Voi potete rimanere qui e…” la donna non terminò la frase che Killian, alzandosi, la interruppe “No Swan. Non ti lascio andare da sola!”

Killian, se mi succede qualcosa, Alice deve almeno avere un genitore. Io e te sappiamo cosa vuol dire crescere senza genitori. Non possiamo che anche nostra figlia conosca questo dolore!”

Snow e David abbassarono la testa.

“Emma nemmeno noi possiamo lasciarti andare da sola. Siamo i tuoi genitori e…” cominciò David.

“Non mi interessa. È colpa mia se ci troviamo in questo casino e non permetterò che diventiate delle ombre. Se fallisco che almeno possiate vivere il tempo che vi rimane e…magari riuscirete a trovare un altro modo per rimediare ai miei sbagli, ma se andiamo tutti insieme e moriamo tutti insieme allora…che senso ha?” disse Emma, visibilmente spaventata da quello che doveva affrontare e dalle conseguenze che poteva avere tutta quella faccenda.

“Emma, tu e Uncino fra tutti, siete quelli più a rischio se veramente siete cresciuti senza genitori, ovviamente se questi vi hanno abbandonato. So di sicuro che Uncino è stato abbandonato dal padre, ma non è difficile riconoscere gli occhi di chi ha provato quella sofferenza. Gli occhi sono in grado di raccontare molte cose è anche se si è trovati la propria felicità, il segno rimane e vedo nei tuoi occhi, quello che ho visto per secoli negli occhi dei bambini sperduti. Anche tu sei stata abbandonata!” disse Giglio tigrato con certezza.

“Si è vero, l’abbiamo abbandonata, ma non perché non la volevamo, ma perché siamo stati costretti …” cominciò Snow.

“Non importa!” disse l’indiana e facendosi seria chiese a Emma di rispondere sinceramente.

Killian mi ha detto che da quando siete sbarcati sente delle voci e che probabilmente le senti anche tu, è vero?” chiese Giglio.

“Quali voci? Emma, di cosa sta parlando?” chiese Regina, preoccupata da quello sviluppo.

“Si, è vero!” disse la salvatrice, ignorando Regina.

“Tante o una?”

“Tante!” disse Emma, non capendo che rilevanza potesse avere  il numero di voci che sentiva.

“Ora un’altra domanda, hai mai odiato i tuoi genitori per averti abbandonata?” domandò Giglio, nonostante potesse capire il disagio che il corpo di Emma le manifestava.

Emma titubò un attimo, poi rispose “No, sono stata molto arrabbiata, ma…”

“Emma, non puoi mentirmi. Non importa quello che mi racconti e che racconti ai tuoi genitori. Il sentire le voci, vuol dire che hai odiato i tuoi genitori e questa isola porta a galla sentimenti che non si provano più o che sono assopiti!”

Emma si morse il labbro, ma non ebbe il coraggio di guardare i suoi genitori, sapeva che avrebbe trovato le lacrime sul volto di sua madre.

“Altra domanda…” continuò l’indiana.

“Per favore basta…” chiese Emma, non volendo ferire i suoi genitori ulteriormente.

“Di chi sono queste voci?” insistette Giglio tigrato.

Emma non rispose e l’indiana si rivolse a Killian, facendogli la stessa domanda.

“Dell’uomo a cui sono stato venduto insieme a mio fratello!” disse Killian.

“Senti solo quella?”

“Si!” disse il pirata.

Giglio tigrato guardò Emma dispiaciuta “Emma, la tua situazione è anche peggio di quella di Killian. Le voci sono mutate, non sono più le voci dei bambini disperati che chiamano la loro mamma o il loro papà, ma sono di coloro che maltrattano i bambini abbandonati e il fatto che tu ne senta tante e non solo una, vuol dire che hai avuto parecchie persone che ti hanno trattato male intorno e questo è solo un invito a nozze per le ombre!”

Emma si abbracciò in estremo disagio e non voleva più sentire altro. Non voleva che Giglio dicesse altro. Aveva sempre cercato di nascondere il suo passato e voleva che continuasse a rimanere un segreto. Tutti poterono vedere i suoi muri venire ricostruiti prima che si allontanasse, ignorando i richiami di Snow e David.

Regina fissò Emma andare via e fu in quel momento che notò qualcosa di strano a cui nessuno sembrò farci caso. Guardò a terra intorno a lei per essene sicura e subito dopo domando a  Giglio tigrato “Come agiscono queste ombre? Come catturano la loro vittima?”

“Da quanto abbiamo capito, la vittima viene tormentata con queste voci, tanto da far scaturire nuovamente quell’odio verso i genitori. Una volta che ci sono riusciti, si impadroniscono dell’ombra della loro vittima, per aver totale controllo su di loro. Una volta che si sono impossessati dell’ombra non ha più scampo. Verrà consumata finchè la vittima si unirà a loro di sua spontanea volontà. Tutti i bambini sperduti sono caduti nella loro trappola e se vi capiterà di incontralli, quelli che non hanno ancora ceduti, potrete notare che non hanno l’ombra. È solo questione di tempo prima che si perdano per sempre.

Regina sbiancò e tutti poterono notare il suo pallore.

“Regina, cosa succede?” chiese Killian preoccupato.

“Emma, non ha più la sua ombra!”

 

  
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