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Autore: Kokoenryu97    16/08/2018    1 recensioni
[Darling in the FranXX]
"Sentii dal corridoio una voce urlare
"LARGOOOOOOOOO"
Non ebbi neanche il tempo di processare ciò che mi fosse stato detto o da parte di chi che la porta si aprì di colpo e qualcuno mi arrivo addosso come un treno, travolgendomi, per Istinto saldai i piedi in terra e non caddi all'indietro, ma perdetti l'equilibrio e, inoltre, la botta l'avevo presa e faceva un male cane. Una volta riacquistato l'equilibrio, come un demone infernale mi rivolsi a chiunque avessi davanti, senza nemmeno guardare chi fosse.
"EHI TU, MA SI PUÒ SAPERE CHE COSA CA.." La mia voce scemó. Ero incredulo, basito, shockato, sorpreso. Aveva ancora gli occhi chiusi. Capelli rosa.. Pelle candida.. Voce dolce..
"Ma.. Tu sei.." Feci io, a corto di parole.
Lei alzò lo sguardo, con i suoi grandi occhi verdi che incontrarono i miei.
"Yukkun?" Fece lei incredula, per poi riprendersi e lanciarsi addosso a me abbracciandomi
"Yukkun! Sei chiaramente Yukkun! Mi sei mancato!"
Faceva lei mentre mi abbracciava estasiata. E Fu così, che inizio il mio ultimo anno di scuola".
What if ambientata dopo la fine dell'opera, romantica e comica. Tag arancione giacché sono uno zotico e mi piace scrivere parolacce
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Molto tempo fa, c'erano un principe ed una principessa demone."
Questo è l'inizio del libro illustrato chiamato "Il principe ed il demone", mio libro preferito. Non so il perché ma, per qualche strano motivo, mi è sempre piaciuto, si da prima che io imparassi a leggere. Le figure, i disegni ed i colori in quel libro.. Mi hanno sempre trasmesso un senso di conforto, un senso di sicurezza e una confortevole sensazione di calore al petto. Adesso ho sei anni e finalmente, dopo anni di attesa ho imparato a leggere. Dopo la scuola, andai dritto al ciliegio secolare della città 13, mia città natale. Questo albero di ciliegio è da qualche settimana il mio luogo preferito dove poter stare in pace e lasciarmi confortare dalla meravigliosa vista dei petali rosa che, eleganti, danzano sopra la mia testa. Una volta arrivato, finalmente, mi siedo ad i suoi piedi, dalla quale si diramano delle enormi radici e, impaziente, inizio la mia lettura.
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"Woooow!" Escalamai, del tutto meravigliata. "Questa è la capitale? È fantastica!" Continuai, non staccando gli occhi un istante dal finestrino dell'aereo che ci stava portando in quel meraviglioso luogo
"Maestra, ma lei viveva veramente in questo posto così bellissimo??" Dissi guardando la mia maestra, una donna sulla quarantina con dei capelli bianchi legati in una coda di cavallo. Lei si girò verso di me con un sorriso dolce e, accarezzandomi la testa, mi rispose. "Si tesoro, vivevo qui molto tempo fa, con i miei compagni."
"Quindi maestra incontreremo i tuoi amici qui, maestra??" Chiesi io, ancora più eccitata all'idea di incontrare gli amici della mia amata maestra. Lei mi sorrise, dolce, come sempre "Non credo sia possibile, Iota-Chan." Misi il broncio e con voce lamentosa chiesi il perché. Allora la maestra si mise a ridere un po' "Perché tesoro, loro sono andati via molto tempo fa." -disse lei, poi mi mise una mano sulla testa, carezzandomi dolcemente- "Sono più vecchia di quanto credi, tesoro mio." mi disse che un finto tono di rimprovero, cosa che mi fece passare il broncio e che mi tiró su di morale. "Non puoi essere così vecchia, sei così bella tu, maestra Ikuno!" Dissi sorridendo sincera. Al che l'aereo si apprestó ad iniziare le operazioni di atterraggio e io dovetti tornare al mio sedile. Non stavo più nella pelle: Sentivo che in quella città avrei trovato qualcosa di mooolto bello e divertente!
Non appena scesi dall'aereo e uscimmo con la mia maestra dall'aeroporto, cominciammo ad incamminarci, rimasi ancor più estasiata dalla bellezza folgorante di quella città: I palazzi, altissimi e luminosi erano in pieno contrasto con le strade, piene di viali alberati quasi immersi nella natura facevano un contrasto molto affascinante con l'avanzata tecnologia della nostra popolazione. La città sprizzava vita da tutti i pori, era piena di persone che camminavano e ridevano, le strade principali piene di negozi e bancarelle che vendevano di tutto, dai giocattoli al cibo. Mentre guardavo con occhi che quasi brillavano davanti a quello splendore, la mia maestra parlò. "Ti piace, Iota-Chan? Questa è la città al massimo del suo splendore. Sai, oggi è un giorno di festa in tutto il mondo" -Disse con il suo tono dolce- "Oggi festeggiamo i due eroi che, adesso 205 anni fa, si sacrificarono per il bene della terra e dell'universo." Continuò. Al che mi girai, interessata e curiosa come non mai.
"Due eroi?? E cosa hanno fatto??" Chiesi quindi, speranzosa di una storia emozionante. "Combatterono contro dei cattivi che avevano intenzione di controllare l'intero universo!" -Mi disse la maestra, gesticolando un po' e assumendo un tono di narrazione- "Erano potentissimi e super cattivi!" -Continuò lei, mentre io prendevo dalle sue labbra - "Ma i due eroi non si fecero intimorire e, da soli, sfidarono l'intera armata dei cattivi uscendo vincitori!" Disse in fine. Alzò poi lo sguardo verso il cielo e aggiunse, sottovoce e con un sorriso nostalgico e amaro. "Anche se ancora stiamo aspettando il vostro ritorno.." Prima che potessi fare domande, lei si riprese e mi indicò un punto. "Lo vedi quell'albero di ciliegio? Quello è un altro regalo lasciato da uno dei due eroi. È l'unico ciliegio Bi-Secolare che esiste al mondo, secondo studi scientifici, sembra possa vivere in eterno. Ma che sbadata, non ti ho detto ancora i nomi dei due eroi, i loro nomi erano.." Avevo smesso di ascoltarla già da qualche minuto, da quando il mio sguardo incrociò quel maestoso e meraviglioso ciliegio, con i suoi lunghi rami e i suoi petali rosa, lo stesso colore dei miei capelli. Fui stregata. Ogni cellula del mio corpo mi urlava di andare lì al più presto per qualche strana ragione. Fui riportata alla realtà quando sentii chiamare il mio nome dalla maestra Ikuno. "Iota-Chan! Uffa! Sono quasi cinque minuti che ti chiamo! Ti eri imbambolata a guardare il ciliegio?" Mi disse con un tono un po' lamentoso, come se fosse stanca. Io mi girai verso di lei, ancora confusa e attratta dal ciliegio. Al che, lei mi guardò e sospirò. "Iota-Chan.. Compriamo una mela candita?" Non appena sentii mela candita, mi dimenticai del ciliegio e cominciai ad annuire fortemente in preda alla felicità golosa. La maestra sorrise vittoriosa. Mi prese per mano e mi portò alla prima bancarella di dolciumi che trovammo. Era il paradiso. Era pieno di dolci che nemmeno conoscevo e finimmo per comprare un sacchetto intero di dolciumi, oltre che la mela caramellata. Mentre ci stavamo gustando la nostra mela, ad un certo punto il cellulare della maestra squillò è lei rispose, alzandosi dalla panchina e iniziando a parlare. Inizialmente la guardai, come sempre. La ammiravo, volevo essere come lei. Era sempre dolce e sapeva tantissime cose, era come una mamma per me. Anzi, era la cosa che più si avvicinava ad una madre, dato che non ne ho mai avuta una. Però, questa volta, non rimasi rapita a guardarla come sempre. Il mio pensiero, con il mio sguardo a seguire, si rivolsero nuovamente verso il ciliegio. E quella necessità di andare li si fece sentire nuovamente, più forte di prima. Quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi avviai verso il ciliegio, inizialmente camminando, ma più mi avvicinavo e più mi sentivo felice, tanto che mi ritrovai a correre ed infine ridevo pure, felice, divertita, come se stessi facendo il gioco più divertente del mondo. Quando poi, arrivai quasi all'albero, distratta dalle risa, caddi inciampando in qualcosa.
"Tutto bene?" Sentii da dietro di me. Una voce di un bambino, maschio. Mi girai e vidi un ragazzino con dei folti capelli neri e dei profondi occhi blu, tendermi la mano destra mentre con la sinistra teneva stretto un libro. Fu come un fulmine a ciel sereno. Il mio stomaco, la mia mentre, persino la mia _Anima_ tremava. Senza nessun motivo, senza nessuna ragione, ma sembrava che avessi aspettato una vita di incontrare quella persona. Quegli occhi così profondi che adesso mi guardavano preoccupati, la mano protesa verso di me per cercare di aiutarmi.. Per qualche ragione, tutto ciò mi sembrò.. Accecante.
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<<Ma che sta facendo, questa ragazza?>>
Pensai dopo che, per due minuti buoni quest'ultima rimase a guardarmi come imbambolata.
"Tutto.. Tutto okay?" Chiesi ancora, speranzoso di una risposta. Sembrò riprendersi e si alzò di botto, ignorando la mia mano.
"Si si! Tutto super benissimo!" mi rispose, piena d'energia.
"Come ti chiami?? Il mio nome è Iota! Piacere di conoscerti! " Mi disse ancora, sorridendo felice. Era davvero piena di energie, aveva detto circa 15 parole nell'arco di 3 secondi. Era totalmente il mio opposto. Tornai a sedermi ad i piedi dell'albero prima di rispondere.
"Il mio nome è Yuusha, piacere." Risposi semplicemente. Sembrava una brava persona, ma era decisamente troppo energica per i miei standard, quindi ho pensato che rispondendo freddamente, sarebbe tornata da dove era venuta.
"Yuusha eh.." -Disse lei, mettendosi la mano sotto il mento e alzando gli occhi al cielo, come se stesse pensando- "Che nome noioso!" disse infine. "Come scusa? Il mio nome sarebbe noioso?" -Dissi con un evidente punta di astio.
Noioso? Aveva veramente definito il mio nome "Noioso"? Questa si che era nuova. Ne avevo sentite di tutti i tipi, sul mio nome. Chi mi diceva che si trattasse di un nome splendido, chi invece mi diceva che si trattasse di un nome arrogante, altri invece che mi dicevano si trattasse di un nome da portare con cura giacché il mio nome ha lo stesso significato di colui che, 205 anni fa, salvò la terra e, probabilmente, tutto l'universo. Infatti, era un nome a cui tenevo moltissimo. Non tanto per quello che significhi, Eroe, per l'appunto, ma perché vorrei eguagliare e superare quello che fece lui, facendo qualcosa che lui non fu in grado di fare.. Anche se non so cosa. Nel mentre che io facevo questa riflessione, lei mi rispose semplicemente ridendo.
"Senti tu, piccola.." Cercai di parlare, seriamente adirato, quando lui mi interruppe, con tono dolce, come se non la volessi prendere a testate.
"Dimmi, Yukkun, che cosa stai leggendo?" Disse lei con tono leggero ed innocente, sedendosi al mio fianco e avvicinandosi a me con la testa. Stavo per scacciarla via, però ad un tratto, mi fermai, imbambolato. Il suo profumo. Era il profumo più buono, gradevole e confortante che nella mia breve vita abbia mai sentito. Un profumo nostalgiaco ma confortante, persino più del profumo di mia madre. Avevo lo stomaco in sobbuglio, mi faceva male la testa e il cuore mi batteva forte. Ero convinto di star morendo.
Farfugliai qualcosa di incomprensibile per provare a mandarla via ma, come risultato, ebbi l'opposto. Lei mi si avvicinò persino di più perché non capiva cosa io stessi dicendo. Il suo profumo era ancora più forte. Mi diede alla testa. Perso dall'imbarazzo mi dimena e finii per darle quasi una testata, riuscendomi a fermare poco prima di colpirla a piena potenza, ma non riuscendo ad evitare il contatto che avvenne fra le nostre fronti.
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I due ragazzini svennero non appena le loro fronti si toccarono. Più che svenuti sembravano addormentati, come se si fossero esauriti di energia all'improvviso. Quando si svegliarono, erano lontani l'uno dall'altra. E per qualche strano motivo, erano spaventati al pensiero di rincontrarsi, ma allo stesso tempo, la voglia di farlo era ancora più grande della paura. Purtroppo o per fortuna, però, passarono 12 anni, e non si incontrarono.
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Kurenai Yuusha, 18 anni. Ultimo anno di liceo storico. Alto 182 cm, capelli neri e occhi blu profondo. Ragazzo socievole ma che non disdegnaa solitudine per riflettere. Considerato un ragazzo prodigio, destinato a grandi cose.
Questo è il mio dossier nella mia scuola. Lo rileggo ogni volta quando inizia nuovamente l'anno scolastico e noto che a cambiare sono solo altezza ed età. Sono sempre considerato un ragazzo prodigio. Che palle. Mi alzo dal letto di mala voglia e comincio a prepararmi per andare a scuola. Faccio una colazione rapida e una doccia bella lunga. Indosso la mia divisa, preparo i libri e mi avvio. Ormai sono tre anni che vivo da solo, da quando sono entrato alle superiori. Inizialmente i miei mi mantenevano a distanza, ma dopo il primo anno, presi  delle borse di studio in qualche materia e quindi non sono più un peso per loro. Come ogni mattina, il mio umore era grigio. Apatico. La mia vita era priva di stimoli. Era come se stessi costantemente aspettando qualcosa, non so, però, di cosa si tratti. L'unico interesse che mi fosse rimasto era quello per il combattimento. Da ormai tre anni facevo assiduamente allenamenti di MMA e per quelle poche ore al giorno, mi sentivo vivo. Per il resto, grigia apatia. Il sogno che coltivava da bambino, sparito nel nulla. Così come l'amore per il nome che portavo. Eroe? Eroe di cosa? Potevano chiamarmi Capitan apatia, dovendo scegliere un nome da eroe. Arrivai ad i cancelli della scuola e come ogni giorno ormai da anni, controllai con cura i presenti.
"Neanche oggi si intravede.." Sussurrai sospirando amaramente. In realtà so cosa stessi aspettando. O meglio. Chi. Cerco sempre di prendermi in giro, ma con scarsi risultati. Sono passati 12 anni da quando incontrai quella ragazzina e da allora non l'ho più vista ma.. Non l'ho mai dimenticata. Nonostante fossi spaventato a incontrarla nuovamente all'inizio, crescendo questa paura sparì, per lasciare spazio invece alla curiosità e alla voglia di provare nuovamente quelle emozioni. È una cosa malata lo so. Ed i sogni che faccio non aiutano per nulla. Di tanto in tanto, in questi 12 anni mi capita di sognarla. Ma non da bambina, ma cresciuta come me, sempre scherzosa, sorridente, sempre.. Bellissima. L'unica ragazza che in vita mia ho considerato bellissima è lei. E nonostante io continui a sognarla con delle strane piccole corna rosse in testa, continuo a trovarla bellissima. Ma probabilmente è solo frutto dei miei sogni. Sono passati 12 anni, come dovrei mai incontrarla nuovamente? Arrivai in classe e mi sedetti all'ultimo banco, sulla sinistra, vicino alla finestra. Erano quasi tutti presenti, mancava solo il mio amico d'infanzia Argo. Un ragazzone di 190 cm. Il tipico gigante buono amico di tutti. Oggi tardava ad arrivare, cosa abbastanza strana per un tipo diligente come lui. Passarono altri 10 minuti e arrivo l'insegnante. Al che tutti prendemmo posto. L'insegnante cominciò a fare l'appello. Quando arrivo ad Argo e vide che era assente, mi chiese spiegazioni.
"Yuusha, sai se Argo stia male o simili? È davvero insolito per lui mancare alle lezioni, soprattutto il primo giorno di scuola." Chiede l'insegnante, ben consapevole della diligenza del ragazzo assente e quindi sinceramente preoccupata, come me del resto.
"Non le so dire prof. Ma se mi concedesse di andare fuori per qualche minuto potrei telefonargli e chiedere le sue condizioni." Chiesi io, cogliendo anche l'occasione per saltare qualche minuti di pallosissima matematica.
"Va bene Yuusha, fammi sapere, ma non metterci troppo." Rispose lei accondiscendente. Al che io mi alzai dalla sedia e mi avviai verso la porta, ma, proprio mentre stavo per aprirla, sentii dal corridoio una voce urlare
"LARGOOOOOOOOO"
Non ebbi neanche il tempo di processare ciò che mi fosse stato detto o da parte di chi che la porta si aprì di colpo e qualcuno mi arrivo addosso come un treno, travolgendomi, per Istinto saldai i piedi in terra e non caddi all'indietro, ma perdetti l'equilibrio e, inoltre, la botta l'avevo presa e faceva un male cane. Una volta riacquistato l'equilibrio, come un demone infernale mi rivolsi a chiunque avessi davanti, senza nemmeno guardare chi fosse.
"EHI TU, MA SI PUÒ SAPERE CHE COSA CA.." La mia voce scemó. Ero incredulo, basito, shockato, sorpreso e chissà quanti altri termini per dire la stessa cosa.
"Ahi ahi ahi.." fece la ragazza davanti ad i miei occhi carezzandosi la testa e tenendo gli occhi chiusi. Capelli rosa.. Pelle candida.. Voce dolce..
"Ma.. Tu sei.." Feci io, a corto di parole.
Lei alzò lo sguardo, con i suoi grandi occhi verdi che incontrarono i miei.
"Yukkun?" Fece lei incredula, per poi riprendersi e lanciarsi addosso a me abbracciandomi
"Yukkun! Sei chiaramente Yukkun! Mi sei mancato!"
Faceva lei mentre mi abbracciava estasiata.  E Fu così, che inizio il mio ultimo anno di scuola.

  
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