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Autore: IlCerbiattoVolante    17/08/2018    1 recensioni
Era notte fonda, e come al solito la Creatura stava a rimuginare davanti ad una seconda tazza di té, pensando alle torte.
“Una bella e grossa, grossa torta alla fragola e cioccolata, con tanto, tanto zucchero…”
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Il Cerbiatto era ancora la’ come i mesi scorsi, a fissare quella finestra dal manto blu chiaro della notte ormai sul finire.

Fissava, parole le venivano in mente, ma non le stava ad ascoltare.

Mau era nel suo letto, a sbuffare perché sapeva che era inutile dire qualcosa, ormai la sua Padrona e Creatura aveva preso come abitudine quella di stare alzata nelle ore più buie, quando tutto è avvolto nel silenzio, e le emozioni celate ed assopite si risvegliano.

Tutto ciò la faceva sospirare.

Pensava, perché non riesco a vivere come gli altri?

Perché vivo come se dovessi prepararmi sempre alla morte?

I pupazzi suoi piccoli amici, sue piccole creature nate di ricordi, dormivano tranquille.

Lei no, quella notte voleva lei essere di guardia per se’ stessa, distrattamente.

Nel sonno, e nel sogno, non tutti possono sentire un pericolo, tutti sono inermi, in balia di emozioni come in un boom, eppure nello stesso tempo ci svegliamo per caso, e ci salviamo, così come alla fine tutto ciò viene dal nostro cervello ed alla nostra volontà.

Pensava, pensava, pensava e ri-pensava…

Pensava per tutti gli altri, senza ricevere un granché indietro, ma all’inverso non riusciva, era come voler aiutare ma senza ricevere nulla di cambio, sentirsi un peso addosso, quello del mondo intero, ma nello stesso tempo cercando di fare quel che le piacesse realmente nel profondo.

Stacca la spina, le disse Mau miagolando stanco.

Lo sainon puoi sempre stare all’ertarilassati, le diceva.

Inutile, il suo cuore altrimenti palpitava più forte, doveva per forza osservare qualcosa senza pensare, non sarebbe riuscita ugualmente a dormire.

La notte, quel vetro della finestra di una casa nel verde dei monti così blu mare, le ricordava un felice passato.

Una prigione mentale che però le dava sicurezza e tristezza nello stesso tempo, una sorta di malinconia che però la allontanava dal pensiero che tutto quello un giorno sarebbe finito.

“Fammi godere il momento, lo so che non tutti vivono alla giornata, ma io sono fatta così, a vivere di giorno sento di perdere tutto il mio controllo”

Controllo di cosa, pensava Mau.

Tu non puoi capire, gattaccio.

Tu non puoi capire, non vivi nel mondo reale.

Mau sbadigliò ancora e decise di lasciarla stare. Ci aveva provato.

Beati voi che riuscite a dormire, pensò alla fine il Cerbiatto, malinconico, beati voi.

   
 
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