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Autore: Spensieratezza    17/08/2018    3 recensioni
Può il potere di una moneta cambiare il corso di una vita? E perchè Jared Padalecki lo permette?
Jared Padalecki e Jensen Ackles si ritroveranno a essere l'uno, l'antitesi dell'altro, senza averlo scelto.
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fiaba oscura/ serie dei gemelli '
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Erano passati sei mesi da quando Jensen e i suoi genitori, assieme al maggiordomo Alfred, si erano trasferiti a Gotham.

Quella sera, Alfred era fuori, mentre i genitori e Jensen, stavano uscendo dal cinema, quando un uomo misterioso, inquietante, si parò davanti a loro.
 
“Non un fiato!” disse l’uomo, puntando loro la pistola.

“Sta calmo, Jensen.” disse suo padre.
“Fuori i soldi!”

“Non c’è problema..” disse il padre, passandogli il portafoglio.”Non ti ostacoliamo.”

“La collana.” Disse il rapinatore coperto dal cappuccio.

La donna se la tolse e gliela diede, ma la collana cadde e le perle si sparpagliarono.

Il rapinatore sparò prima a lui, poi alla madre.
Jensen rimase inerme a bocca aperta.

Il rapinatore puntò la pistola anche a Jensen, sembrò indeciso per un momento, poi qualcuno gli si gettò alle spalle, atterrandolo.

Un pugno. Un altro.
Jensen era rimasto paralizzato dal terrore.

Il ladro rifilò uno sganassone a Jared e scappò, senza la pistola.

Jared meditò per un attimo di sparargli, ma l’esitazione di qualche secondo, non gli fece centrare bene la mira.

Il ladro sparì nel buio e lui tornò a guardare Jensen.
 
Jensen che lo fissò smarrito e con le lacrime agli occhi, poi il biondo sembrò riprendersi e corse dai suoi genitori, che erano in una pozza di sangue.

“Mamma, papà!”

Jared si sentiva come se avessero sparato anche a lui, si avvicinò a loro, benché avesse ancora il viso con la faccia rovinata a metà.



Jensen quando vide la sua faccia illuminata dal lampione, soffocò un grido muto.

Ma tutto quello che Jared fece, fu di piangere e per qualche strana ragione, questo aumentò il dolore di Jensen.
I genitori stavano guardando Jared, adesso, con un’espressione interrogativa.

Mi dispiace.. riuscì a dire loro, telepaticamente., tornando con la faccia normale.
Jensen vide i suoi genitori spalancare gli occhi.

“ Mamma, papà, resistete, adesso chiamo l’ambulanza!” disse prendendo il cellulare.
Jared però sapeva che non restava a loro molto tempo.
 
Perdonatemi..vi ho voluto bene proprio come un figlio… pensò il moro, mettendo le mani sulle loro fronte e illuminandole di una luce e di un calore iridescente.

Fu come se quei mesi non fossero mai passati, milioni di flash di ricordi trapassarono i loro occhi come dei lampi velocissimi. I loro occhi si ingrandirono sempre di più nella consapevolezza.



“Perché..?” chiese il padre, dando voce alla domanda di entrambi.

“Resisti, papà.” Disse Jensen, pensando chiaramente che il padre si domandava perché di quella brutale aggressione.
Chiuse il cellulare e si avvicinò di nuovo a loro.

“Perché io dovevo proteggere il vostro bambino..” sussurrò Jared con le lacrime agli occhi.

"Tu...ti sto RICONOSCENDO adesso.."
"Sì, perchè gli ho ripristinato i ricordi. La prego, non deve dire niente a Jensen, non deve sapere che mi conosce. Che ci conosciamo. "No..tu non capisci..più indietro..ti riconosco da più indietro.."

"Stia calmo, per favore non deve agitarsi. è stato sparato."
"COSA GLI STAI FACENDO?"

“Il padre di Jensen aveva afferrato la maglia di Duefacce e gli aveva detto: “Devi riportarlo indietro. Devi riportare indietro, TUTTI LORO. TI PREGO…”

"EHI."
“HANNO RAPITO I BAMBINI. TUTTI QUEI BAMBINI. TUTTI,.”

"Non c'è nessun bambino, papà. Calmati, ti prego, l'ambulanza sta arrivando.” Disse Jensen andando da lui, lasciando un Jared più scioccato che mai, che incespicava per andare via, per chiedere aiuto.
Jensen li prese tra le braccia, li cullò, piangendo silenziosamente.
“Vi prego..non mi lasciate..dovete resistere..non posso farcela senza di voi..” “Ce la farai, sei un ragazzo coraggioso..” disse il padre.
“Sei il nostro..cough..il nostro ometto.” Disse la madre dolcemente. “Ci dispiace, figliolo..di non essere stati sinceri con te..” disse lui. A queste parole, Jensen tremò.
“Cosa state dicendo..? Io..aspetta..qualche giorno fa..io vi ho chiesto..papà..il ragazzo che era qui prima e che ha pianto..non è mio fratello, vero? Vero?”
Jensen era così terrorizzato. Era una cosa che si portava dentro da giorni e giorni. Quel dubbio non lo faceva dormire la notte. La scomparsa improvvisa, l’amnesia collettiva, il dubbio atroce che lui c’entrasse con quello strano ragazzo..il dolore accecante appena aveva desiderato di avere un fratello..la loro strana reazione..”
“No, Jensen…no..certo che no..” disse il padre, sorpreso che il suo ragazzo pensasse una cosa del genere.

E Jensen si sentì assurdamente sollevato, nonostante i suoi genitori erano quasi vicini alla morte. Sollevato perché sentiva un legame con quello strano ragazzo e non voleva scoprire che fosse suo fratello e che avevano chissà come avuto una relazione e che la sua scomparsa fosse dovuta a quello. “Ma allora cosa..”
“Ma non sei tanto lontano dalla verità..” disse l’uomo e toccò con la mano la fronte del figlio.
Quando lo fece, una luce venne irradiata dalla fronte di Jensen e gli scaturì una visione stranissima.
Una visione inquietante.

In quel momento Jared che si stava allontanando venne fermato come se qualcosa lo avesse colpito. Sussubito pensò fosse un infarto, ma poi percepì il ciondolo bruciare.
“N-no..”
Dei flash gli bruciarono la testa!


C’era un luogo oscuro, avvolto dall’oscurità, ma sopra quello che sembrava un lungo tavolo, erano adagiate delle ceste, con delle coppie di bambini.
Tre ceste per ogni coppia di bambini.

“No..guarda…meglio…” disse il padre che, chissà come, aveva captato i suoi pensieri.

Jensen e Jared si sentirono come se guardassero attraverso un televisore che stesse scattando una specie di ZOOM. Si sentirono avvicinare come se fosse li presente e guardarono MEGLIO.
Non tre coppie di gemelli.

DUE coppie di gemelli per due ceste, ma nella terza..TRE.
Tre gemelli.

“Che significa?” ma la visione svanì e anche Jared fu libero. Cadde sull’asfalto.
“Papà? No, per favore, riportami là, devo vedere ancora..io..”

“Ti vogliamo bene, figliolo..” sussurrò il padre, la madre sussurrò un “Perdonaci.” Accompagnato da una carezza alla guancia e poi spirarono tutti e due.

Jensen rimase scioccato a vedere l’ultimo respiro dei suoi.

Aveva perso l’ultima occasione per salutarli un’ultima volta, per dirgli quanto gli voleva bene e tutto per assistere ad uno supido sogno ad occhi aperti.

“No..no….NOOOOOOOOOOOOOOOOO!” gridò, inginocchiato in mezzo alla strada.
Jared era in ginocchio. Distante, ma non abbastanza per non sentire le grida di Jensen che sfrecciarono nell’aria. E non aveva bisogno del ciondolo telepatico per quello.
   
 
 
*

Quando arrivarono i poliziotti, cercarono invano di interrogarlo, ma Jensen non era molto collaborativo, aveva detto il minimo, poi era rimasto come un vegetale, con su una copertina indosso per il freddo, sopra delle scale di un magazzino, davanti alla scena del crimine, l’investigatore si avvicinò a lui con l’intento di fargli qualche domanda e forse ci sapeva fare, perché Jensen si aprì un po di più, ma quando vide una sagoma famigliare avvicinarsi, si buttò tra le sue braccia.

ALFRED.

 
 

*


Fu solo per istinto, che quando Jensen cominciò a interrogarlo riguardo a un possibile suo fratello, che l’uomo gli toccò la fronte.

Sperava che il calore che era sprigionato da quel ragazzo che gli aveva restituito la memoria, potesse essere sfruttato da lui, come potere trasversale, per trasferire a sua volta una visione importante a Jensen.
Di un passato oscuro e troppo a lungo, rimasto sepolto.
John sapeva che stava per morire, ma non gli importava in quel momento.

Si dispiaceva sì, per sua moglie e avrebbe voluto che almeno lei vivesse, ma a quanto pare avrebbero affrontato quest’ultima avventura insieme.
La cosa importante era però che Jensen capisse che Jared non era suo fratello.
Suo figlio aveva sofferto così tanto già a quell’età, non meritava di soffrire di un dolore ancora più intenso, pensando che il ragazzo che tanto amava, avrebbe potuto essere suo fratello.
Non era giusto.
Sperò che alla fine ricordasse e riuscissero in qualche modo a ritrovarsi e a ritrovare anche quel loro bambino andato perduto.
Perché non era giusto quello che era capitato, a tutti loro, non era giusto per nessuno.

Quella visione, fu l’ultimo regalo.
L’ultimo.
 
 
 
 



*

L’indomani mattina, qualcuno suonò il campanello. Suonarono a lungo.
“Signorino Jensen, forse dovrei rispondere.” Disse Alfred.

“E va bene. Ma se chiedono di me, dì che sono morto assieme ai miei genitori. E non fare entrare nessuno.”

Alfred grugnì qualcosa e si avviò alla porta.
 
“Il signorino Jensen non vuole vedere nessuno. È ancora a lutto. Arrivederci e addio.” Disse, sbattendo la porta in faccia alla ragazzina bionda.
“Ti avevo detto di dire che ero morto,” disse Jensen, ombroso, dal divano.
“Nessuno ti ha mai detto che un vero lord non origlia alle porte?” ribattè Alfred con un sorriso.
 

Poco dopo, qualcosa bussò alla finestra.
“Ma che diavolo..”

Andò alla finestra e fu sorpreso di trovarsi davanti una ragazza bionda e slanciata, vestita completamente di nero.
“Ciao. Piacere, Bela.
“Che diavolo stai facendo?? Come hai fatto ad arrampicarti sulla mia finestra?” disse Jensen.

“Dall’albero.” Rispose lei con sfacciataggine. “Il tuo maggiordomo non voleva farmi entrare.”

Fuori subito di qui o chiamo la polizia.” Disse Alfred irrompendo nella stanza.

Bela incrociò le braccia facendo una smorfia da bambina viziata.

“Non dovreste trattare così dei testimoni oculari.”
“Testimoni??” chiese basito Jensen.
“Io ho assistito all’aggressione che hai subito..” disse la ragazza un po imbarazzata. “Ci ho messo due giorni per decidermi a venire qui da voi..ma eccomi qui..”

“Hai assistito all’assassinio dei miei genitori??” urlò Jensen.
Il maggiordomo però, prese Bela per la maglia e la allontanò dal biondo.

“Non le dia ascolto signorino, è una ladra. Tutti sanno chi è in paese, come osi venire qui e sfruttare una tragedia come questa per spillare qualche soldo? Non sei altro che ..”

“Sono tante cose, maggiordomo, ma non permetto a nessuno di darmi della bugiarda! Se dico che l’ho visto..l’ho visto..anche se..avrei preferito forse non vedere..” disse aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Cos’hai visto?” volle indagare Jensen.

“Il tizio con la maschera..che..spara ai tuoi..e poi un altro tizio..che lo fa scappare..non ho visto altro..scusate se non sono intervenuta, ma..ehi..non ci tenevo a farmi sparare anche io..” disse imbarazzata.

Alfred e Jensen si guardarono.

“Sembra che dica la verità..ma se non sai chi è il tipo con la maschera..non ci sei di nessun aiuto.la prego, adesso vai via, stai turbando il signorino Jensen ancora di più..”

“Va bene, comunque se vuoi, ci vediamo.” Disse facendo un timido sorriso al ragazzo.
 
La ragazza uscì dalla finestra e poi cominciò a saltare come una scimmia.
Alfred le gridò dietro.

“E non tornare!” sbattendo la finestra con un esplicito messaggio.
 
“Alfred..perchè ti sei comportato così con quella ragazza? Voleva solo farmi un favore.” Disse Jensen.

“Ti suggerisco di non farti ingannare da quella ragazza e dal suo faccino angelico, Jensen, quella ragazza è una LADRA. è molto famosa in paese, come dicevo prima, tutti la conoscono, ma la polizia finge di non vedere perché..beh, è minorenne, ma è tutt’altro che innocente. Sfrutta le conoscenze degli ambienti loschi, per fare da spia, in cambio di denaro. Mi rincresce che sia riuscita ad entrare qui dentro.

“Credo che tu stia un po esagerando, Alfred, a me non sembrava pericolosa.”
Alfred alzò gli occhi al cielo.

“Capisco..il bel faccino inganna..è sempre così..”
“Alfred..non sei costretto..”

“Costretto? A fare cosa?”
“A farmi da padre..sai..adesso che loro non ci sono più..”

Alfred gli fu subito vicino, poggiandogli le mani sulle spalle.

“Ma sei tu che mi hai scelto..ricordi quando sei comparso in quell’ascensore, mesi e mesi fa? Sei venuto inconsciamente da me, quindi non potrei mai abbandonarti adesso..io VOGLIO essere qui.e non è per la villa..o per la ricchezza..signorino Jensen..” disse il maggiordomo.

Jensen non potè fare altro che commuoversi e abbracciare il maggiordomo che ormai da mesi era più di questo, era un amico.
 
 
 
 
*

Jensen aveva chiesto ad Alfred di insegnargli a combattere, aveva scoperto che il maggiordomo era un esperto combattente e sapeva molto sulle arti marziali.
“Aiutami a combattere. Aiutami a vendicare i mie genitori. Aiutami a farlo, aiutami ad averne la forza!”
E Alfred lo aiutava.

Si allenavano in giardino, un ottimo posto per allenarsi senza essere visti.

All’inizio, Jensen si era allenato con un punging ball, poi con Alfred, usando sempre i guanti, poi erano passati alle arti marziali.

Poi avevano cominciato a farlo anche di notte.
Jensen non sembrava mai stanco. Mai.
 
Una notte, però, successe qualcosa di impensabile.

Si stavano allenando, quando gli occhi di Jensen sembrarono brillare di rosso, nell’oscurità.



“Buon dio! I tuoi occhi..” disse Alfred,

Jensen sembrò che non l’avesse neanche sentito.

Poi spiccò il volo, come un pipistrello, lasciandolo di stucco.
 
“Jensen!! Jensen!! Scendiiiii!” cercò invano di acchiapparlo, ma Jensen sembrava in trance e alla fine non sembrava neanche più Jensen!

Alfred non sapeva come spiegarselo. Forse era uno scherzo della notte che impediva di distinguere il corpo del suo figlioccio, ma ad un certo punto sembrava proprio che Jensen si fosse fuso con la notte stessa.

“ALFRED!”

Per fortuna, o forse qualcuno dall’alto aveva voluto aiutarli, Jensen passò vicino alla lanterna che illuminava un angolo della villa e Alfred riuscì a precipitarsi appena in tempo per evitare che Jensen cadesse rovinosamente al suolo.
 
Lo prese al volo, anche se Jensen era troppo pesante, non essendo più un bambino e quindi entrambi caddero a terra, sul prato.

Jensen sopra Alfred. Gli aveva fatto da materasso.



“Scusa, scusa, scusa. Stai bene?”
“Mai..stato meglio.” Disse Alfred, dolorante.

“Dio, Alfred, ma cosa mi è successo?”
“Direi che lei ha volato, signorino.” Disse Alfred guardandolo.
“Ma questo è impossibile!” disse Jensen alzandosi.

“Le è già capitato di volare prima di oggi?”

“No! cioè..io non credo..” e subito si preoccupò.
“Il ragazzo moro che mi ha salvato..credi che sia come LUI?”

“No, signorino, a meno che non abbia una doppia faccia nascosta da qualche parte sotto la pelle, ma è talmente candido e puro che non credo!” disse con un sorriso.

Jensen gli sorrise a sua volta.

“Sei sempre troppo gentile con me, Alfred.”
 
Insieme si incamminarono di nuovo all’ingresso della villa.
Il maggiordomo gli cingeva il collo con un braccio.

“Alfred..ma se davvero sono in grado di volare..credi che sia un ANGELO?”

“Gli angeli stanno in cielo, padroncino Jensen.”

“Ma se lo fossi, tu mi aiuteresti comunque a combattere? Mi insegneresti tutto quello che sai?”

“Certo, padroncino Jensen. Non ho mai avuto un angelo come figlioccio, ma se lo fossi, non ne sarei poi così sorpreso.”

"Sei troppo gentile con me, Alfred!"
 
 
 
*

I voli di Jensen furono sempre più frequenti e anche con l’aiuto di Alfred, riuscì a destreggiarsi meglio con il “volo.”

Imparò a combattere e cominciò ad uscire sempre più spesso di notte.

Spesso Alfred lo attendeva sveglio, sul divano, leggendo un libro.

Una leggenda cominciò a crearsi dopo qualche tempo.

Un nome…
 
“Alfred, avrò bisogno di un nome, per mascherare la mia vera identità..che ne dici di Batman?”

Una leggenda.

Batman.
 
 






















Note dell'autrice: eccomi ragazze!!! Finalmente ho svelato il grande mistero! Certo, oramai lo avevate già capito ma finalmenteeee è Ufficiale xd 
ho mantenuto il segreto tutto questo tempo ma ho seminato di indizi tutti i capitoli! xd Jensen..il trapezista..il pipistrello nella caverna!!! e il deltaplano ahha e poi i voli tra i tetti con Jared xd forse sono stata troppo vaga ma credevo che la presenza di Duefacce facesse indovinare che Jensen sarebbe stato Batmannnnnnn xd

Daisy  non è stato facile mantenere il segreto anche con te tuto sto tempo ahha so quanto sei affezionata all'anime <333 e al fumetto. Volevo proprio fosse una sorpresa!! Non so se Robin potrò inserirlo..di certo non subito, ci sono troppe cose prima.. ma dimmi, ti piace sta svolta? Non te l'aspettavi proprio? Delusa? Curiosa? :ppp e non ti preoccupare di dirmi anche quando e se dovessi andare OOC, purtroppo non ho mai visto batman, ho solo visto Gotham, quindi credo che purtroppo un po ci andrò!

Team, tu da qualche capitolo sapevi, ma in realtà sarei stata curiosa di vedere se alla fine indovinavi se non dicevo niente xd mai più spoiler!  complimenti comunque per aver capito subito che il tipo del'ospedale era Alfred xd 

Ragazze comunque sono abbastanza emozionata, vedrete che ci saranno altre novità e spero che la storia non vi annoi, per adesso non posso anticiparvi nulla ^^


altre precisazioni:

- temevo di rendere Alfred toppo smielato, ma lui è proprio così , almeno in Gotham, anzi, certe scene le trovavo anche un po imbarazzanti ahha e per dirlo io!!! xd

-non so bene se Batman vola, qualcosa mi dice che è una cosa a metà strada ahha ma qui ho voluto fare che volasse, o perlomeno ci prova xd

- Bela! novità dell'ultimo momento ma mi piace lei. Non riesco a immaginarmi nessuno di spn che potrebbe fare la donna gatto, se non lei! xd
   
 
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