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Autore: Wendy_BluHand    18/08/2018    4 recensioni
Piccolo tributo a Jonghyun.
Tratto dal testo:
"Jonghyun dai capelli bianchi e dalla pelle ambrata, Jonghyun leggero come la neve, Jonghyun dal sorriso sghembo, Jonghyun immortale, Jonghyun sempre giovane, Jonghyun dalla voce d’oro, Jonghyun della luna, il loro moon boy. "
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jonghyun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Story of Light

 

 

 

 

Before spring comes
Before it gets warm, shall we meet?
Before the day comes
When everyone else is asleep, let’s met

 

 

 

É inverno, c’è una casa grande e calda e qualcuno legge queste parole, sempre, ogni sera.

È una promessa? Forse.

L’aveva sempre saputo, fin da subito, fin da bambina, fin da quando la testa aveva iniziato a funzionarle e a formulare pensieri di senso compiuto, lo aveva sempre saputo che avrebbe dovuto aspettare qualcuno per tutta la vita. All’inizio era una sensazione, poi era diventato un sospetto e infine una certezza. Certo, nella vita si aspettano tutti, tutti quelli che devi incontrare, si aspettano a un punto fermo e prima o poi arrivano tutti, quasi tutti. Però ci sono persone che non arrivano mai, non del tutto, come il ragazzo della luna. Era passato tante volte vicino al punto d’incontro ma non si era mai fermato davvero perché qualcuno aveva deciso che dovevano guardarsi da lontano. E così avevano fatto, per tutta la sua vita.

Il ragazzo della luna si chiama Jonghyun e ha i capelli candidi, bianchi come la superficie lunare ma Shawol sapeva che un tempo erano stati di tanti colori: neri, castani, biondi,rosa. Jonghyun ha i denti candidi e il sorriso grande, ha gli occhi pieni di stelle e la pelle ambrata ed era inverno e faceva freddo quando ha iniziato a chiamarlo così, ragazzo della luna.

Era inverno e c’era la neve il giorno in cui Shawol si era fermata al punto d’incontro senza sapere che lui non si sarebbe mai presentato. Tuttavia Shawol aspetta ancora, aspetta a lungo, a volte pensa che aspetterà per sempre anche se sa che lui indietro non torna, che lui sta riposando adesso su quel tondo bellissimo, come lui, e lucente.

Shawol fissa il muro per ore, per giorni, per mesi. Lo fissa stringendo le ginocchia al petto, con gli occhi velati, a labbra serrate, con la testa che scoppia e il cuore che trema. Sente degli occhi sulla schiena, li sente sempre e sa che è lui, lo sa perché all’inizio cerca di ignorarlo perché il dolore è l’unica cosa che vuole vedere e sentire ma poi Jonghyun inizia a cambiare il colore delle luci, diventano di un forte e luminoso verde acqua. È questo il modo che utilizza per chiederle di sorridere, ne accende tantissime, in strada e in casa, come se soffiasse all’interno dell’involucro di vetro centinaia di fatine dalle ali luminose. Però non basta, allora cambia il colore alla luna, una perla brillante e verde acqua che emana una potenza straordinaria. Shawol la guarda con il naso all’insù e sorride, poco ma lo fa. Le notti che si susseguono sono sempre bellissime, il cielo è di un blu immenso e Shawol ha voglia di ridere e ballare sotto quelle fessure di infinito, chiamate stelle ma ci sono notti in cui piange rannicchiata fra le lenzuola e sussurra il suo nome, come una preghiera. Shawol avrebbe voluto riempire il cuore di Jonghyun di baci per non farlo più soffrire, lo pensa ogni giorno e si morde l’interno della guancia con gli occhi stanchi.

È una notte d’estate e fa caldissimo, non c’è un alito di vento fuori e Shawol se ne sta sdraiata sul letto con il braccio a coprirle gli occhi. Lo pensa intensamente, vorrebbe scrivere il suo nome sui muri, sul pavimento, sulle finestre, urlarlo a pieni polmoni.
È una notte d’estate e fa caldissimo, non c’è un alito di vento quando lo scacciaspiriti della sua stanza inizia a tintinnare prima lievemente e poi sempre più forte ma non con violenza piuttosto con una certa grazia, eleganza. Shawol scosta con stupore e con il fiato sospeso il braccio dagli occhi e resta immobile sul letto, con lo sguardo puntato su quello strumento di vetro e improvvisamente, da quel momento, si sente meno sola, meno disperata.
Queste sono le cose che Shawol ricorda quando è vecchia e stanca e, seduta in camera sua, fissa il suo vecchio scacciaspiriti. Queste sono le cose dolorose che sono accadute otto mesi dopo quell’agghiacciante dicembre di tanti anni prima e Shawol le ricorda tutte. Sorride ancora con un po' di amarezza quando pensa a quel numero, otto, otto come il giorno del suo compleanno, come uno dei suoi numeri preferiti.

Sospira Shawol.

Jonghyun, Jonghyun, Jonghyun.

Shawol ha pensato a lui per tutta la vita, non c’è stato un giorno in cui non l’abbia pensato. L’ha pensato il giorno della sua laurea, il suo primo giorno di lavoro perfino il giorno in cui ha incontrato lui, l’uomo con cui ha condiviso sessant’anni e che ha riempito il suo cuore di baci. Aveva anche lui un sorriso grande e candido, gli occhi comprensivi, che brillavano. Si somigliavano un po', Shawol l’aveva sempre pensato.
Aveva pensato a lui quando erano nati i suoi figli – che padre meraviglioso sarebbe stato – e i personaggi delle storie che raccontava loro, sapevano tutti un po' di lui. I re delle fiabe avevano un po' il suo volto, gli spiriti dei boschi il suo sorriso, i cantastorie la sua voce per raccontare e cantare.

Che voce meravigliosa aveva Jonghyun, che voce armoniosa, la sua voce era come l’oro, oro fuso e bollente.

Shawol è vecchia e stanca, l’inverno è rigido ma la primavera è alle porte. Ora abita con sua figlia, la più grande dei tre mentre il suo adorato, amabile, dolcissimo marito è volato in cielo qualche anno prima e la sta aspettando, Shawol lo sa.

Shawol è vecchia e stanca quando si abbandona sul letto, con la testa sul cuscino candido come i suoi capelli e la luna alta, piena nel cielo. Chiude gli occhi e lo vede, come sempre. Anzi, da qualche tempo a quella parte lo vede più del solito, lo sente anche ad occhi aperti mentre lavora a maglia sulla sedia a dondolo. Vede Jonghyun distintamente anche con le palpebre calate. Jonghyun dai capelli bianchi e dalla pelle ambrata, Jonghyun leggero come la neve, Jonghyun dal sorriso sghembo, Jonghyun immortale, Jonghyun sempre giovane, Jonghyun dalla voce d’oro, Jonghyun della luna, il loro moon boy.

Shawol sorride mentre sente il cuore farsi più leggero. Non è andata affatto male – pensa – più di novant’anni di gioie e dolori, lacrime e risate, di rughe e ricordi. Più di novant’anni di viaggi, di amore, di baci, di Natali, di storie, di sorrisi dei suoi bambini, di lui, di SHINee, di musica.
Già la musica. Le sembra di sentirla entrare dalla finestra socchiusa, è una voce armoniosa. È vento che canta, che sfoglia le pagine dei suoi vecchi libri abbandonati in poltrona.
Ormai è tutto vecchio in quella stanza, tutto datato come lei.
Shawol non sente il bisogno di riaprire gli occhi come fa dopo ogni volta che ripensa a lui intensamente. Sa che questa volta non deve riaprirli, il suo cuore lo sa, la sua testa lo sa, lo avverte nelle vene. È stata una bella vita la sua, con pochi rimpianti, se tornasse indietro rifarebbe tutto o quasi. È calma e serena Shawol, come non lo è mai stata in vita sua.
Il vento cessa improvvisamente e la stanza è un po' fredda nonostante il riscaldamento, poi lo sente, il tintinnio che non sentiva da anni, è il suo vecchio scacciaspiriti. Tintinna lievemente con le sue lune di vetro e argento mentre Jonghyun con il sorriso grande le porge la mano e Shawol la prende, l’accetta, si lascia andare. Jonghyun la porterà sulla luna, la porterà dal suo uomo con gli occhi comprensivi, la porterà dai suoi cari, lei lo sa.
Allora è questo il punto d’incontro – pensa Shawol – avevo sbagliato, mi ero fermata al punto d’incontro troppo presto, è questo il momento.

L’inverno freddo, rigido, maestoso sta finendo, la primavera è alle porte e Shawol non è più stanca, non è più vecchia. Fuori sta diventando caldo, gli alberi stanno per fiorire e le giornate per allungarsi ma Jonghyun è arrivato al punto d’incontro, ha mantenuto la promessa. Il sole sta sorgendo, la primavera sta arrivando e va bene, va tutto bene.

 

 

 

 

 

 

Wendy’s words <3

Questo è un piccolo tributo a Jonghyun, l’ennesimo magari ma il mio secondo per lui. Sono passati otto mesi da quel 18 dicembre e Jonghyun manca, manca sempre, tantissimo.
È difficile ancora oggi affrontare il pensiero che lui non sia più su questa terra ma dobbiamo farci i conti tutti i giorni e personalmente io cerco di affrontarlo scrivendo e leggendo, sembra una cosa da niente ma è il mio luogo sicuro, lo è da sempre. Immagino che siamo tutti, noi shawol, sulla stessa barca ed è per questo che la protagonista, se così si può definire, di questa storia si chiama così. Ho preferito darle questo nome perché siamo tutte/i noi, io, tu che stai leggendo, voi che leggerete e anche quella shawol dall’altra parte del mondo che non conosco.
Quando si torna sull’argomento è davvero difficile dire qualcosa di significativo ma l’unica cosa che mi va di scrivere qui è: ricordatelo, ricordatelo sempre. Ricordatelo con l’outfit più bello che ha indossato, con il vostro hairstyle preferito, ricordatelo con la sua canzone migliore, con quella che vi ha colpito di più, ricordatelo con il sorriso e la sua risata contagiosa, ricordatelo sul palco a cantare. Conservate il ricordo più bello che avete di lui e Jonghyun vivrà per sempre sotto la sua luce migliore, che non è solo la sua ma anche la vostra che da sempre si riflette su di lui e sugli altri ragazzi.
Non so ora le condizioni di chi legge, non so se siete credenti, se professate una qualche tipo di fede ma io so che gli antichi dicevano che l’arte rende immortali e Jonghyun era un’Artista, come tale ha creato dell’arte e ciò lo rende immortale.
Spero un giorno di tornare a scrivere attivamente sugli SHINee, ci ho provato qualche tempo fa ma ho cancellato tutto, credo non sia ancora il momento.
Comunque una piccola delucidazione su quello che ho scritto, gli scacciaspiriti, per chi non lo sapesse, sono degli oggetti con diverse forme e di svariato materiale che vengono solitamente appesi fuori dalla porta di casa o in casa stessa e un tempo si credeva scacciassero gli spiriti ma sono utilizzati anche come regali di buon auspicio, ovviamente in questa piccola piccola storia ha una funzione un pochino diversa.
Grazie dell’attenzione e grazie a chi leggerà, un abbraccio fortissimo.

 

  
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