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Autore: terryoscar    19/08/2018    7 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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La poverina del dottor Lassonne
 
 

“Augustin, tu qui? Stai nuovamente male?”
“Ma no cosa dici, sto benissimo, non lo vedi?
“Mi fa piacere che tu sia qui a titolo di amicizia e non come mio paziente, ma su entriamo accomodiamoci, non rimaniamo sull’ingresso, andiamo nel mio studio.”


Percorriamo un piccolo corridoio e arriviamo quasi subito nello studio di Lassonne.
Ci accomodiamo alla scrivania, e ci sediamo l’uno di fronte all’altro.
Il generale è vestito di tutto punto, con giacca rosso scuro cin bordi ricamati, jabot, lungo gilet di un colore più chiaro della giacca, chiuso da bottoni dorati, camicia bianca allacciata fino al collo, coulottes scure, calze bianche e scarpe con una fibbia dorata. Ordinato, impeccabile. Ha pure il tricorno in mano e la parrucca in testa. Io ho un abbigliamento più sobrio, meno ricercato, sui toni del blu. Siamo entrambi nobili, amici di vecchia data, ma quando lavoro preferisco un abbigliamento più scarno, più adatto al mio ruolo di medico.

“Senti Lassonne, amico mio, devo parlarti!”
“Allora Augustin che ti succede, perché sei qui?”
“Vedi Lassonne io .. vorrei … come posso dirtelo … sinceramente amico mio non so da dove cominciare …. Vedi Lassonne io … vorrei un aiutino ecco.” Il mio amico è vistosamente imbarazzato, ma davvero non riesco a capirlo.
“Un aiutino? In che senso, io non ti capisco Augustin che genere di aiuto ti serve?”
“Vedi .. io … sai … è davvero imbarazzante ….”
“Su Augustin, non tergiversare e dimmi tutto, senza alcun imbarazzo, a me puoi dire tutto, lo sai che il medico è come il confessore.”
“Lassonne, mi ritengo un timorato di Dio, ma il mio confessore, non lo vedo da anni e non ho nessuna intenzione di vederlo. Comunque Lassonne, perdona la mia digressione, e veniamo a noi …”
“Parla, dimmi pure.”
“Lassonne vedi .. io … non che io ne abbia bisogno no affatto … però un aiutino ci starebbe meglio …”
“Continuo a non capirti, spiegati meglio.”
 
Oggi Augustin è più strano del solito, che abbia di nuovo qualche strana idea per la testa, ancora con l’idea fissa del nipote?


“Si si hai ragione … vedi Lassonne, io, con mia moglie, vado ancora alla grande, anzi posso dire che funziono perfettamente, però …” mi dice gesticolando vistosamente con mani e braccia, come a volermi rassicurare.
“Però? Cosa c’è che non va?”
“Vedi, vorrei che i miei incontri con Marguerite, diventassero più frequenti e non soltanto due volte a settimana, ma di più, mi comprendi adesso?”
“Ma Augustin alla nostra età, non ti sembrano sufficienti due incontri alla settimana?”
“Certo che no, se paragonati a quando eravamo più giovani!... E si! Quelli si che erano tempi amico mio! Ricordo che quanto tornavo a casa dopo essere stato via con il mio reggimento, dopo un lungo periodo di assenza, non vedevo l’ora di tornare a casa dalla mia Marguerite ed io …… ah che tempi! Ma … lasciamo stare Lassonne”
“Ma Augustin, cosa vorresti che ti dessi?”
“Il medico sei tu Lassonne, non io!! Che ne so, una polverina magari … un qualcosa che faccia stuzzicare ancora di più i miei sensi … sai, non vorrei che la mia Marguerite ne risentisse e così …..”
“Uhmmm …. Vediamo Augustin ….”

Vedo Lassonne alzarsi dalla sua poltrona e andare nell’armadietto delle medicine.
Ci tantissimi recipienti in vetro con svariate polverine di diversi colori, ne prende uno, e ne versa un discreto quantitativo in un piccolo recipiente, e mi dice: “Tieni Augustin, questa è una polverina miracolosa, ti aiuterà nel tuo intento.”
 
Sorrido al pensiero di Augustin e Marguerite, quanta pazienza che deve avere quella donna!


“Dici davvero Lassonne? Allora la mia non era un’idea …. bizzarra?”
“Certo che no Augustin! Lo sai che in merito la medicina ha fatto dei passi importanti.”
“Scusa il mio ardire Lassonne, ma … tu ne fai uso?”
“Certo amico mio, e in tutta franchezza, ti dirò che è un vero tocca sano, e ti assicuro che funziona alla perfezione, sta tranquillo!”
“Oh Grazie, grazie Lassonne! ….. Senti e se …….”
 
Augustin ha una strana luce negli occhi, un guizzo di follia.


“Se?”
“Se la facessi prendere anche ad Andrè?”
“COSA? … Ma Augustinn!!”
 
No davvero, torna sempre sul solito discorso, mai che si decida a lasciare in pace sua figlia e quel santo che ha per genero!


“No ascoltami, non è come pensi tu, ti assicuro che mio genero funziona benissimo, eccome se funziona , l’ho visto io, quando ero nel passaggio segreto .. ti assicuro che è un vero portento …”
“No basta non continuare più Augustin, non voglio più ascoltarti.”
“Invece tu mi ascolti, e sta zitto un momento per favore! .. Vedi ….. io gliela consiglierei solo per fare in modo che raddoppi i suoi incontri con mia figlia affinché arrivi il mio ered …”
“E ti prego basta Augustinn, ancora con questa storia! Te l’ho già detto, lascia … in .. pace ..i .. ra.. gaz ..zi! .. E tuo nipote non tarderà ad arrivare, ca.. pi .. to?”
“E basta con questa cantilena, che davvero sei snervante Lassonne!!”
“Noo Augustin sei tu che mi stai snervando con questa storia, vuoi mettertelo in testa? Tra un po’ perderai il senno, vuoi tranquillizzarti? E ricordarti che più li assilli, e più dovrai aspettare per avere il tuo nipote! Te lo ripeto, lasciali tranquilli! L’unica cosa di cui hanno bisogno per concepire questo benedetto bambino è la tranquillità!”
“Ma io Lassonne …”
“Basta Augustin, e adesso scusami ho da fare altre visite!”
“Cosa fai, mi stai cacciando dal tuo studio?”
“No Signore! Anche questo adesso? Io non ti sto cacciando, ti ho semplicemente detto che ho delle visite urgenti da fare, ed io ho assolto il mio dovere, ma non ho tempo da perdere, per ascoltare le tue eresie!”
“E va bene, ho capito, non voglio rubarti altro tempo, vado! …. Quindi dici che Andrè, non ha bisogno di questa polverina?”
“Certo che no, mettitelo in testa Augustin, Andrè non ha bisogno di nulla, soltanto che lo lasci a sua moglie, senza fargli pressione! E non infastidire neppure tua figlia!”
“Sicuro Lassonne?”
“Sicurissimo Augustin, va pure tranquillo.”
“E va bene, voglio fidarmi di te, io vado … e grazie per la polverina.”
“Prego Augustin, e poi è mio dovere fare del mio meglio con i miei pazienti.”
“A presto Lassonne.”
“A presto Augustin.”

Vedo Augustin lasciare il mio studio felice, l’ho visto, soddisfatto, mettere il piccolo barattolo nella tasca della sua giacca. Spero che sia l’ultima delle sue stravaganze! All’idea sorrido. Gli ho detto che ne faccio uso anch’io, ma non è così. Non c’è nulla che possa aiutarlo in quel senso, gli ho dato solo della Valeriana, magari la sua testa l’aiuterà a concentrarsi, e penserà davvero che quella polvere gli faccia raggiungere il suo obbiettivo.


E’ passata una settimana da quando Oscar ed io ci siamo sposati, a parte qualche inconveniente con il Generale, è stata la settimana più bella di tutta la mia vita. Oscar ed io finalmente dormiamo insieme liberamente,senza il timore di essere scoperti, e poi passiamo tutte le notti ad amarci: è tutto così incredibilmente meraviglioso! E poi, la mattina mi sveglio stringendola tra le mie braccia, accarezzo la sua pelle, sento il suo profumo e vedo l’azzurro dei suoi occhi davanti ai miei. Non c’è nulla di più bello al mondo che vedere mia moglie, appena apro gli occhi. È bellissima! E poi è di una dolcezza e di una tenerezza! Solo con me, si lascia andare senza timore di essere giudicata. Quanto la amo. Guardo le nostre fedi, sorrido. Il mio sogno proibito è qui con me, si è avverato.
Vedo Oscar indossare la divisa, anch’io sono già pronto, pronto per riprendere servizio in caserma. Abbottona uno ad uno gli alamari della giacca, passa le mani per togliere qualsiasi piega. È perfetta, si guarda allo specchio soddisfatta. È tornata ad essere il comandante Jarjayes. Poi si volta verso di me, ed il suo viso si illumina di un sorriso bellissimo, dolce. Solo per me.

“Andrè ho fatto, sono pronta, possiamo andare.”
Mi avvicino a lei l’abbraccio e le dico: “Sai? E così strano! .. Noi due riprendiamo servizio in caserma da sposati, giuro che se qualcuno me l’avesse detto, non ci avrei mai creduto!”

“Nemmeno se te l’avesse detto nonno Augustin? Ah ahah!”
“Ti va di scherzare Comandante? Ma ti sembra davvero il caso di …. prendere servizio? Io sinceramente, vederti tornare in caserma dopo essermi sposato con te, lo trovo un tantino strano! .. Io ti preferirei congedata e magari a occuparti di … altro!”

Guardo Andrè con curiosità e ribatto: “Per esempio a fare cosa?”
“Non so, o forse si ….. aspettarmi … e …”
“E? ….”
“Magari chiuderci nello studio di tuo padre e …. Insomma ….”
“Andrè! Ma davvero, tu non faresti altro! Mi domando dove trovi tanta energia! Comunque, a proposito di mio padre, lo hai visto, negli ultimi tre giorni? .. Non ha fatto altro che pedinarci, nella speranza che tu ed io ci chiudessi nel suo studio. Certo che questa volta, Joséphine l’ha fatta davvero grossa!”
“Non dirlo a me Oscar, pensa che ieri sera prima di raggiungerti qui in camera, mi ha fermato per il corridoio e mi ha detto: “Ehi tu Andrè, hai forse dimenticato che ti ho dato la chiave del mio studio?”
“E tu, cosa gli hai risposto?”
“Certo che no Signore! E tuo padre: “Andrè, ma se non Vi ho mai visti andare lì, come fai a dire che non l’hai dimenticato? .. Ed io: “Ma Signore, Oscar ed io ci rechiamo nel Vostro studio, quando tutti dormono, non pretenderete mica che si venga a sapere?”
“E lui Andrè cosa ti ha detto?”
“Nulla, ti assicuro che non mi ha creduto, perché sono convinto che ci sorveglia continuamente!”
“Lo so Andrè, lui ci sorveglia di continuo. Adesso che torniamo in caserma, magari vedendoci meno, lui se ne starà tranquillo e ci lascerà in pace! ….. Che ne dici di andare di sotto a fare colazione, mi sono svegliata affamata!”
“Agli ordini Comandante! ….. Sentite Comandante, quando deciderete di lasciare il sevizio militare?”
“Vuoi proprio che lo faccia, vero Andrè?”
“Si Oscar, desidero davvero che ti congeda, ed io con te.”
“Andrè, anch’io desidero lasciare questa vita, ormai è un capitolo che dovrà concludersi prima o poi, però …. Mi serve ancora un po’ di tempo, per me è tutto così strano. In pochi mesi mi sono ritrovata da figlio maschio a donna sposata! Cerca di capirmi, io ti amo, ma la mia vita sta cambiando con una velocità a cui io non riesco ad adattarmi. Resterò al mio posto ancora per un po’, e poi devo far capire al Generale che mi congedo quando lo decido io, e non quando lo decide lui. E ti prometto che se dovessimo aspettare un figlio, lascerei subito la divisa. Anzi, lasceremo la divisa.”
Guardo Oscar e tirando un respiro profondo, le dico: “Confido nel vostro buon senso Comandante .. andiamo!”
“Andiamo Capitano!”

“Augustin ..”
“Si Marguerite?”
“Sei davvero incredibile, mi sembra di essere tornata in dietro del tempo di almeno dieci anni, sei davvero stupefacente!”
“Dici davvero Marguerite? Tu dici che io sono tornato vigoroso come un tempo?”
“Ma tu lo sei sempre stato marito mio! .. E’ solo che da quando hai fatto in modo che Oscar e Andrè si fidanzassero tu .. tu sei cambiato, e ti sei allontanato di nuovo da me, e poi sei sempre così nervoso, non sei più sereno come un tempo, e tutto questo ha influito sul nostro rapporto.”
“Si si hai ragione, però Marguerite ….. senti …... tu in questi tre giorni, cioè da quando ho consegnato la chiave dello studio ad Andrè, tu li hai visti … entrare? Pensi che l’abbiano fatto lì?”
“Augustin, ti pare che mi metta a spiare Oscar e Andrè?”
“Si lo so che non è tua abitudine spiare, però magari li hai visti en …”
“No! Augustin, non li ho visti entrare.”
“Maledizione! Ma perché, perché fanno esattamente il contrario di quello che dico loro?”
“Perché non sono più dei ragazzini Augustin, e non puoi importi in questo modo, riesci solo ad ottenere l’effetto contrario.”
“Marguerite ti prego non farmi una delle tue solite ramanzine.”
“Le mie non sono ramanzine, ma …..”


Vedo mio marito sollevare le coperte ed avvicinarsi alla porta, senza essersi vestito, e origliando, mi dice: “Scc… sta zitta Marguerite, lasciami sentire!”

“Cose c’è Augustin, perché hai teso l’orecchio alla porta?”
“Scc … ho sentito dei passi, devono essere loro.”
“Loro chi?”
“Di chi stiamo parlando, ma di Oscar e di Andrè!!”
“Aspetta che mi infilo velocemente la mia camicia da notte e vado a vedere …. Ma cosa faranno in giro a quest’ora per il corridoio? … E’ appena l’alba! ….Forse vanno nello studio .. finalmente, era ora che si decidessero!”

Vedo Augustin infialarsi in tutta fretta la sua camicia e mi dice: “Forse Marguerite, si saranno finalmente decisi a consumare sulla scrivania …. A dopo Marguerite vado a controllare!”
“Augustin, torna indietro, lasciali in pace, AUGUSTINN!!”
“Non gridare, ti questo passo sveglierai tutto il palazzo! ZITTA MARGUERITE … certe volte sei davvero insopportabile!!”

Apro furtivamente la porta della mia camera, per poco non mi viene un colpo, quando vedo mia figlia e mio genero in divisa, camminare mano nella mano, e senza rendermene conto lancio un urlo: “Ehi voi due, dove credete di andare? Avete sentito? Parlo con Voi? Forse andate nel mio studio vestiti in uniforme, Andrèè?!”
“No Signore, perché mai dovremmo andare nel vostro studio, vestiti in uniforme? Non capisco! …”
“Come sempre, tu non capisci un bel niente Andrè!”
La porta della camera di Joséphine si spalanca, mia cognata mia guarda divertita e mi dice: “Per una volta Andrè, debbo dare ragione a mio padre, possibile che tu non capisca mai un bel niente?”
“Capire cosa,Joséphine?”
“Andrè, tu e mia sorella .. nello studio .. con indosso le divise .. brr.. sai che emozione?!!”
Vedo il Generale andare su tutte le furie e sbraitare: “JOSÉPHINE DOVE CREDI DI TROVARTI, IN QUALCHE POSTRIBOLO?”
“Certo che no Padre, siamo a palazzo Jarjayes, dove ne succedono di tutti i colori, specialmente durante la notte!”
“CHARLES CHARLES!!”
“Sissignore!”
“PORTA VIA, IMMEDIATAMENTE, QUELLA SFACCIATA DI TUA MOGLIE, DIVENTA SEMPRE PIU’ IRRIVERENTE, VEDI DI METTERLE UN FRENO, NON E’ POSSIBILE CHE PARLI SOLAMENTE DI UNA COSA! PER UNA DAMA COME LEI, NON STA BENE AFFATTO, CAPITO CHARLESSS!!”
“Si Generale, ma vedete lei è così ed io…”
“Smettila con questa storia, che lei è così, ed è una Jarjayes. Questa storia, non sta ne in cielo e nemmeno in terra. E adesso andate VIAA!!”


Sono in cucina a fare colazione, tra qualche minuto lascerò palazzo Jarjayes per recarmi in caserma e prendere servizio, quando all’improvviso odo le grida, riconosco la voce: “Ma è il vecchio pazzo! E adesso cosa gli sarà capito, perchè sta strepitando come un bufalo inferocito? … Bah .. meglio che vada a vedere, magari ha bisogno d’aiuto!”

Ad una ad una, si spalancano tutte le porte delle camere da letto.
La prima è quella di Luisa che dice: “Ma cosa succede adesso, possibile che qui a palazzo sia diventato impossibile dormire?”
Mio padre mi guarda e con tono severo dice a mio marito: “Maxim, porta a letto tua moglie, è in stato interessante e ha bisogno di riposo.”
“Sissignore, avete ragione Signore, andiamo cara, tuo padre lo sai vuole solo il meglio per te!”
“Ma non ci penso proprio di tornare in camera, dopo che si è messo a urlare in quel modo; voglio capire cosa gli è preso adesso!”

Vedo Marianne e le altre sbucare dalle loro porte, e ciascuna di loro mi chiede spiegazioni.

“Ma si può sapere cosa succede? Padre cosa avete scoperto adesso? Magari che si è macchiato di inchiostro qualche altro mobile di nonno Augustin?”
“MARGUERITEE LE TUE FIGLIE SONO TUTTE DELLE SFRONTATE!!! TORNATE TUTTE NELLE VOSTRE STANZE, AVETE CAPITO? AVANTI VIA .. VIA HO DETTO, CHE DEVO PARLARE CON Oscar e Andrè!”
Luisa ribatte: “Lo immaginavo, sempre loro … Maxim torniamo a dormire … se mai ci riusciremo, tanto l’argomento è sempre lo stesso: Oscar e suo marito. Andiamo Maxim!”
“Si cara andiamo!”
Il Generale sussurra: “Oh finalmente, almeno la prima si è rinchiusa, così non sarò costretto ad ascoltare altre idiozie.”

“E voi altri che fate ancora lì impalati? Via, ho detto, via!”

Finalmente sono tutti tornati in camera loro, quando per le scale vedo arrivare di corsa Sassoin, questa volta vestito di tutto punto.

“Ecco .. adesso ci mancavi solo tu, per completare il quadro!”

Guardo i miei amici e domando: “Comandante, Capitano … Generale, cosa succede? Ho udito le Vostre grida dalla cucina, facevo colazione e …”
“Sassoin vedi di zittire, anzi di andartene immediatamente..”
“Ma Generale …”
Vedo il Comandante avanzare verso suo padre e dice: “Padre avete svegliato l’intero palazzo, ed io e Andrè non abbiamo ancora capito il motivo, se vorreste spiegarcelo in fretta, ve ne sarei grata, visto che Andrè ed io dobbiamo recarci in caserma.”
“E’ questo il punto, ma quale caserma, voi due non andrete da nessuna parte, se non nel mio studio, capito Oscar?!!”
Sorrido con aria di sfida e dico: “Padre, Voi avete forse dimenticato che il nostro ultimo giorno di licenza è stato ieri? Oggi riprendiamo servizio … Padre …”
“COSA? Ma davvero tu pensi di tornare in caserma? .. E .. e .. il tuo matrimonio? E .. e il mio piccolo François?!”
“Cosa centra adesso il mio matrimonio, e .. il .. vostro François?!”
“Non il mio Francois, ma il nostro Francois, avete capito o no, voi due?”
“Ho inteso benissimo Padre, ma tutto questo non ha nulla a che vedere con il mio lavoro.”
“Lavoro? Ma quale lavoro? Tu con quella vita hai chiuso …”
“Perché? Perché lo dite Voi Padre? Io non ho nessuna intenzione di lasciare la divisa, mi sembra di averlo già detto!”
Alain mi guarda sorridendo e mi dice: “Brava Comandante, così si parla!”
“STA ZITTO IMBECILLE! PARLI BENE TU, CHE TRA UN PO’ TUA MOGLIE TI DARA’ UN FIGLIO, SU FILA VIA, CHE QUESTE NON SONO COSE TUE!”
“Agli ordini Generale ……… Comandante, io Vi precedo a dopo!”
“MIA FIGLIA NON VA DA NESSUNA PARTE, SE NON SULLA MIA SCRIVANIA CON SUO MARITO!”
“Padre, ma come Vi permettete di parlare della mia vita intima davanti al mio soldato?!”
Alain ribatte divertito: “Vostro soldato, e Vostro testimone di nozze e di guai ih ih ih!”
“SASSOIN SPARISCI!!”
“Si si vado Generale!”

Vedo allontanarsi Sassoin, quando Joséphine riapre la porta della sua stanza e ribatte: “Padre, ma non preoccupateVi, Oscar e Andrè possono tranquillamente farVi il piccolo François anche in caserma, sapete che divertimento lì, chiusi nel loro ufficio e magari in ….. divisa?”
“CHARLESS!! ….”
“Sissignore!”
“CHIUDI QUESTA SCELLERATA DI TUA MOGLIE IN CAMERA VOSTRA E NON FARLA USCIRE FINO A MIO NUOVO ORDINE!! SONO SICURO CHE AVRAI ARGOMENTI ADATTI A TRATTENERLA!”
“Signore, ve l’ho detto, lei risplende di luce propria, non vive di riflesso!”
“DANNAZIONE, MA E’ MAI POSSIBILE CHE TU … VOI … SIATE TUTTI COSÌ …. COSÌ ….. BAAAA!!”

Non ascoltiamo più le proteste di mio padre, Andrè ed io lasciamo i corridoi e prendiamo le scale, quando alle nostre spalle giunge la voce di mio padre: “ANDREE’ ..OSCARRR … TORNATE INDIETROOO!”


Vedo mia moglie fare capolino dalla nostra stanza. Indossa la vestaglia sopra la camicia da notte.

“Augustin, hai finito di strillare? Vuoi lasciare i ragazzi alla loro vita? Cosa ti ha detto Lassonne e .. il nonno Augustin? Lui tutto vede e tutto sa …”
Joséphine osa ancora: “Date ascolto a mia Madre, Padre, il nonno sta assistendo a tutto quello che Voi avete appena fatto, e statene certo che non Vi approva di certo, anzi io al Vostro posto temerei una ritorsione. Voi no? …. Bene Padre, adesso posso ritirami nella mia stanza … a proposito Padre .. buon inizio di giornata ah ah!”

Mia figlia entra in camera sua ridendo, io guardo Marguerite e mormoro appena: “Mio nonno …. Avrà assistito a tutto, non vorrei che adesso si adirasse con me … e mi punisse!”
“Smettila Augustin, non dire idiozie, possibile che non ti renda conto che tutti ti prendono in giro? I fantasmi non esistono!”
“Smettila Marguerite! Io mio nonno l’ho sentito, e se tu o gli altri non volete crederci … beh .. è affar vostro! E adesso lasciami in pace!”

Vedo Augustin in tutta fretta, prendere la sua divisa e dirigersi verso la stanza da bagno.

“Cosa fai adesso, vai al Comando? Ma non rientri domani mattina?”
“Certo che si, ma stamattina, svolgo il mio lavoro tra i Soldati della Guardia Metropolitana.”
“E cosa ci vai a fare tu lì?”
“Semplice, voglio affiancare quella squinternata di tua figlia e quel … marito tanto arrendevole che si .. ritrova.”
“Non capisco il senso del tuo ragionamento.”
“Lo capisco io Marguerite. Voglio convincerla a ritornare sui suoi passi, e poi riportarli a casa a svolgere l’unico compito che gli è stato affidato.”
“E quale sarebbe questo compito che gli è stato affidato?”
“Come Marguerite, e dai!!! ….. Il loro unico lavoro da svolgere, almeno in questo momento, è procreare il mio François, e poi facciano quello che vogliono, capito adesso Marguerite? E adesso lasciami tranquillo che devo prepararmi, poi le strade di Parigi sono pericolose, ed io devo proteggere la mia discendenza!!!”

Augustin afferra con rabbia la sua divisa ed entra in bagno, mormoro appena: “Non è possibile, e adesso cosa accadrà in quella caserma?”


Andrè ed io abbiamo raggiunto il comando, appena arriviamo i primi soldati si mettono sull’attenti. Continuiamo a percorrere i corridoi della caserma quando vediamo aprirsi la porta dell’ufficio del Colonnello De Guille.

“Buongiorno Comandante Oscar, buongiorno Capitano!”
“Buongiorno a voi Colonnello! .. Come vanno le cose qui in caserma?”
“Direi come sempre Comandante, ho organizzato due pattuglie per le solite perlustrazioni a Parigi, una guidata da Voi Comandante e l’altra da me.
Comandate Jarjayes, l’ordine e quello di perlustrare tutti i bordelli di Parigi.”
“Tutti? Ma cosa succede De Guille?”
“Si teme che all’interno dei bordelli si possano nascondere dei rivoltosi …”
Vedo il Colonnello tirare fuori dalla tasca il dispaccio e mi dice: “Ecco qua Comandante, qui ci sono i nomi di coloro che cerchiamo.”
“Fate vedere … bene, avete già formato le squadre?”
“Si comandate, nella Vostra ci sono il capitano Grandièr e il soldato Sassoin ….”

Sento una voce fare irruzione nel mio ufficio.

“Naturalmente Oscar, al tuo gruppo mi unisco anch’io!”
“Padre, ma .. ma cosa ci fate Voi qui? E come Vi permettete di entrare nel mio ufficio così!”
“Mi unisco a Voi per le perlustrazioni, ho deciso di darvi una mano, anziché rimanere a casa senza fare niente! … Contenta Oscar?”
“No padre …”
De Guille interviene: “A me non dispiace Generale, anzi, un aiuto in più non può che agevolare il nostro compito, sarà una giornata davvero estenuante, e chissà a che ora finiremo.”
Mio padre continua: “Bene, è deciso verrò con Voi Oscar, Andrè da l’ordine ai soldati di farsi trovare nella piazza d’armi, il nostro giro di perlustrazione deve cominciare quanto prima, su avanti va!”
“Agli ordini Generale!”
Andrè lascia il mio ufficio e De Guillè mi dice: “Comandante, io vado a organizzare il mio gruppo, ci vediamo stasera qui in caserma.”
“Andate pure Colonnello.”

Mio padre ed io rimaniamo soli, chiudo la porta gli dico: “Padre, perché siete qui?”
“Oscar, ma ti rendi conto di cosa stai combinando?”
“Io Padre? Voi piuttosto, cosa volete dimostrarmi, unendovi a noi?!”
“Cosa voglio dimostrarti? CHE LE STRADE DI PARIGI SONO PERICOLOSEE!”
“E va bene Padre, ma sia ben chiaro, qui comando io! Potrete seguirci ma dovrete stare ai miei ordini. Diversamente, tornate a casa.”
“Come vuoi Oscar, l’importante è che ti segua, vista la situazione a Parigi.”
“Non è certo una novità per me Padre, perché mai adesso ve ne preoccupate, cos’è che Vi spinge a farlo?”
“Il MIO François, naturalmente!”
“Non è possibile!!”
“Certo che è possibile, tu non dovresti stare qui e nemmeno Andrè, il vostro posto è a palazzo a fare figli! CAPITO?”
“Fare figli … Ma chi Vi dice che io e Andrè, abbiamo voglia di fare figli?”
“Cosa? Non scherzare Oscar, lo scopo del matrimonio è fare figli, e il tuo è, oltre a darmi il mio esercito di nipoti, quello di darmi anche gli eredi!! …. E tutti MASCHI!! MI SONO SPIEGATO?”
“Spiegatissimo …. Padre! .. E’ solo che c’è un piccolo particolare …”
“Quale?”
“Che Andrè ed io abbiamo deciso di aspettare.”
“NOO NOOOO!!!”
“Si invece, e adesso per favore lasciateci in pace!”
“Un momento Oscar, tu non sei una ragazzina, non hai più quindici anni …”
“Non è il caso di ricordarmelo Padre, lo so benissimo che non sono una ragazzina, appunto per questo, dovreste lasciarmi tranquilla! E poi io, a quindici anni, comandavo le Guardie Reali! Devo rammentarvelo?”
“Non ti lascerò in pace fin tanto che non mi avrai dato François!!”

Sento bussare la porta.

“Avanti.”

Vedo mio padre accigliarsi.

“A sei tu Andrè! Su su chiudi della porta che devo parlarti.”
“Cosa succede Signore?!”
“Cos’è questa storia?”

Vedo Oscar alle spalle del Generale, fare dei cenni, ma non capisco i suoi gesti.

“Cosa intendete dire Generale …”
“Mia figlia mi ha appena detto che Voi .. per il momento non volete avere figli. Andrè voglio una spiegazione immediatamente!”
“Signore vedete io ….”
“Parla non perdere tempo, e poi se ti ho concesso mia figlia in moglie, è per la mia discendenza, non dimenticarlo, e lo sai perché ho scelto te?”
“Sissignore, certo che lo so, è perché io avrei concesso di dare il cognome della vostra famiglia ai vostri nipoti, e perché io sono l’unico in grado di sopportare Oscar!”
Vedo Oscar furibonda che mi si avvicina con aria minacciosa: “Andrè, ma come osi dirmi questo, E COSÌ IO AVREI IL CARATTERACCIO DI MIO PADRE?!”
“Beh Oscar un po’ devi ammettere che è .. così, gli somigli così tanto che certe volte mi fai paura!!”
“COSA?!!”
Vedo anche il Generale scagliarsi contro di me: “ANDRE’ SEI DIVENTATO MATTO? E’ QUESTA LA RICONOSCIENZA CHE MI DIMOSTRI, DOPO QUANTO HO FATTO PER TE? RICORDATI CHE IO TI VOGLIO BENE COME SE FOSSI MIO FIGLIO E TU NON DEVI MANCARMI DI RISPETTO, CHIARO ANDRE’!!”
“Sig .. Signore … Oscar, non ti arrabbiate per favore, io ho solo detto quello che penso, ma ciò non significa che non Vi rispetto e non Vi voglia bene Generale, e tu Oscar non arrabbiarti così, lo sai che ti amo … e moltissimo!”
“ANDREE’ VUOI USCIRTENE CON DUE BELLE PAROLE DOPO QUANTO HAI DETTO!?”
“No Oscar aspetta … non fraintendermi ..”
Il Generale interviene: “Guarda Andrè, vedi che pasticcio adesso hai combinato, invece di …. Con mia figlia, ….Si insomma mi hai capito, ti metti a litigare con lei? OH SANTA PAZIENZA, CHE INCUBO!!!”
“Padre è sempre tutta colpa Vostra se io e Andrè litighiamo, volete capire?”
“ALLORA VUOL DIRE CHE VI ORDINO DI NON LITIGAREE!”

Sono in piazza d’armi radunato con gli altri soldati, siamo tutti pronti per partire per Parigi, siamo tutti presenti, tranne che il Comandante, il capitano ed il Generale.
Il Colonnello De Guill, mi guarda e mi dice: “Sassoin, avverti il Comandante che siamo pronti, va nel suo ufficio e muoviti!”
“Sissignore!”

Entro in caserma, percorro il corridoio che mi porta nell’ ufficio del Comandate, quando da lontano odo delle grida. Mi dico: “Visto che nell’ufficio del Comandante c’è il vecchio, sicuramente l’artefice di questo scompiglio è lui di sicuro.”

Continuo a percorrere il corridoio e le urla sono sempre più chiare, e le parole sempre più udibili.
Faccio attenzione a ciò che dice e sorridendo penso: “Lo sapevo, sempre la solita storia, al centro delle sue contestazioni c’è il piccolo François!”
Sono dietro la porta. Ormai lo sento strepitare sempre di più, temo di disturbare la loro discussione, ma devo farlo, De Guille sta aspettando. 
Busso, ma la risposta si fa attendere .. busso ancora e ancora, ma niente, in compenso però le urla diventano sempre più concitate.
L’unica soluzione è aprire, ormai sono già arrabbiati, cosa possono farmi? Tanto il vecchio pazzo strepiterebbe comunque contro di me! Io apro, vediamo cosa succede.


Vediamo la porta aprirsi all’improvviso, è Alain, mio padre appena lo vede, gli urla addosso: “SASSOIN, SEI UN SOLDATO INDISCIPLINATO! COME OSI ENTRARE SENZA BUSSARE?”
“Signore, io ho bussato tante volte, ma voi eravate così presi dalle vostre discussioni, che non mi avete nemmeno sentito! Cosa succede qui, ho l’impressione che palazzo Jarjayes si sia trasferito qui, le vostre grida si sentono fino in fondo al corridoio!”
“SASSOIN SPARISCIII!”
“Io lo vorrei Signore, ma non posso. Vedete mi manda il Colonnello a dirvi che siamo pronti per partire, e mancate solo Voi tre all’appello.”
Il Comandante mi risponde con un tono duro ed uno sguardo che farebbe scappare chiunque, il suo solito tono di comando : “Adesso arriviamo Alain, va pure!”
“Sissignore!”
 
Quella donna è incredibile! L’ho vista guardare Andrè con uno sguardo dolcissimo, ed ora è tornata ad essere il nostro diavolo biondo!
Sto per uscire, quando arresto il passo, mi giro, guardo il vecchio pazzo e gli dico canzonandolo: “Signore, se li lascerete tranquilli, vedrete che François arriverà quando meno ve lo aspettate, e poi con tutta la pratica che stanno facendo Andrè e il Comandante, molto probabilmente, il piccolo è già in viaggio verso palazzo Jarjayes ah aha h!”
“MALEDIZIONE SASSIONNNN, SPARISCIII!!”
“Sempre ai Vostri ordini Signor Generale!”


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