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Autore: Kano_chan    19/08/2018    2 recensioni
Dal quinto capitolo:
- Grazie per il passaggio Hank e perdonami se ti ho fatto preoccupare – gli avevo detto apprestandomi a scendere.
- Provi qualcosa per Connor? Intendo… - il poliziotto aveva lasciato la frase in sospeso.
- Credi sia possibile innamorarsi di un androide ed essere ricambiati? - avevo ribattuto io con un sorriso mesto, prima di aprire la portiera e scivolare via.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor/RK800, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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prologo

Prologo


Mi chiamo Seren Andrews.
Ho 30 anni e vi sto per raccontare di come la mia vita sia cambiata completamente.... ancora una volta.

Vi faccio un breve riassunto: insegno musica in un conservatorio, a Detroit. Ogni venerdì, quando le mie lezioni finiscono, alle cinque del pomeriggio esco e vado fino al vicino Chandler Park. Al centro esatto del giardino c’è un piccolo pianoforte verticale, sotto ad un padiglione in legno bianco.
Ora voi mi direte: “Insegni pianoforte tutto il giorno e quando finisci di lavorare vai a suonarlo sotto ad un vecchio gazebo rovinato dal tempo!?”
Sì, perché quello è il mio momento di assoluta libertà. In quei tre quarti d’ora mi dedico alla musica, senza dover badare che la mia esigua classe non riesca a seguirmi. Non ho spartiti davanti, non ho metrature da seguire. Siamo io e la mia voglia di suonare.
Ho anche un discreto pubblico. Per lo più è gente anziana, ma il fatto che si riunisca lì per ascoltarmi a me basta e avanza, mi sembra di rendere liberi anche loro in qualche modo.
Ma anche io ho una domanda da farvi.
Voi, siete mai stati liberi? Intendo per davvero.
Avendo la palpabile certezza di star facendo esattamente quello che volete fare, nel momento in cui volete farlo? E vi è mai successo che quel senso di libertà vi fosse strappato via brutalmente? Beh, questo è esattamente ciò che mi è accaduto quel tardo pomeriggio del 15 luglio 2038.

Come ogni volta mi ero recata al parco. Avevo salutato cordialmente i miei ascoltatori, mi ero seduta sul piccolo sgabello e avevo iniziato a suonare l’unica canzone che io abbia mai composto. Non avevo mai sbagliato una nota di quella canzone, né la mia libertà era mai terminata... fino a quel giorno.
Mentre attaccavo la parte centrale, quella più ricca, più coinvolgente, alzai gli occhi.
Le dita semplicemente mi scivolarono dai tasti, mentre le mie spalle si irrigidivano e il cuore cacciava un urlo. Il piano stridette e poi tacque, mentre un lieve brusio si propagava dai miei ascoltatori senza che però io ci badassi.
Fissavo quella figura, quel fantasma apparso dal nulla e continuai a farlo, mentre incespicando mi precipitavo giù dal palchetto.
Quando fui più vicina, e quindi la situazione mi fu più chiara, la rabbia prese il posto dello shock. La figura, che in un primo tempo avevo scambiato per un fantasma, era in realtà un androide. Sulla giacca gli brillava fioco il nome del modello: “RK800”.
Non lo avevo mai sentito prima d’ora, ma questo non migliorò di certo il mio stato d’animo, anzi, semmai lo peggiorò.

- Mi dispiace di averla interrotta Miss Andrews – esordì quello cordialmente.

Aveva una voce pacata, che grattava leggermente in fondo alla gola.

- Chi diavolo sei? - gli abbaiai contro.
- Mi chiamo Connor, sono l’androide mandato dalla Cyberlife – si presentò, mentre il led circolare che aveva sulla tempia lampeggiava quieto.
- La Cyberlife… - mormorai in preda ad un’incredulità alla quale il cyborg replicò educatamente con un sorriso appena accennato.

Connor aveva i capelli scuri e gli occhi di un caldo color castano. La fronte, con qualche ruga ad incresparla, era interrotta da un ciuffo ribelle che gli ricadeva morbidamente sulla pelle chiara. Indossava un completo con cravatta ordinatamente annodata, smorzato da un paio di jeans e scarpe comode. Il logo della Cyberlife spiccava luminoso sul petto della giacca, a far ben intendere la sua provenienza.
In realtà non era niente di nuovo per me… ma era qualcosa che pensavo di aver seppellito ormai da tempo.  

- Mi scuso davvero di averla disturbata, ma dovrei farle alcune domande -

Connor si interruppe subito non appena alzai la mano facendogli cenno di tacere.

- No.. - replicai secca, tirando fuori il cellulare dalla tasca e componendo un numero.

L’androide corrugò la fronte perplesso dal mio gesto, ma rimase rispettosamente in silenzio mentre prendevo la linea.

- Che cazzo è questa storia? - sibilai al microfono – Risparmia le cerimonie e i finti perbenismi… vi divertite a farmi questo? - replicai guardando per una frazione di secondo Connor in viso – Dopo tutti questi anni… Dio… no! Non mi interessa, c’entra sempre… sempre! - proseguii sentendo la gola stringersi dolorosamente – State fuori dalla mia vita! - gridai al telefono chiudendo al contempo la chiamata.

Avevo il respiro spezzato e la testa che girava, come se avessi corso per chilometri.

- Miss Andrews, sta bene? -

Al solo sentirmi sfiorare dalle dita dell’androide mi ritrassi, puntandogli addosso un paio di occhi spiritati.
Connor mi guardò sorpreso e il suo led lampeggiò di giallo.

- Io… -

Più guardavo il suo viso e più il mio malessere aumentava. Mi pareva di vivere un incubo.. di nuovo lo stesso incubo

- Stai lontano da me… stai solo lontano da me – mormorai, prima di voltarmi e fuggire via.

Così è cominciata la mia storia, fuggendo da un androide che mi ricordava fin troppo bene il mio passato.





Jericho's place:

Salve a tutti e benvenuti in "Dream"!
Avete avuto una piccola infarinatura di ciò che sarà e di quali saranno i suoi protagonisti ^^ Spero di avervi messo addosso abbastanza curiosità da voler provare a leggere il resto!
Sarà una storia breve, che si concluderà, credo, con una cinquantina di pagine in tutto. I capitoli saranno corti, vi avverto già da subito!
Purtroppo una volta avevo più tempo da dedicare alla scrittura, adesso molto meno ^^" Per questo stesso motivo non so dirvi con quale cadenza posterò i capitoli, ma non lascerò la storia incompiuta, di questo potete stare tranquilli.
Ho preso Detroit il giorno dell'uscita e me ne sono innamorata! Così come mi sono innamorata del personaggio, un pò controverso, di Connor. Da lì la storia ha preso piede da sè nella mia testa.
Il titolo riprende una canzone degli Imagine Dragons, se volete qui di seguito trovate il link per ascoltarla: Dream - by Imagine Dragons
Vi ringrazio fin da ora per il tempo che mi avete dedicato nel leggere questo prologo!

A presto!
Marta
  
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