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Autore: SterekLover1121    19/08/2018    2 recensioni
«Io ti perdono, Hannibal»
Il suo nome, si rese conto, non gli era mai parso così bello, pronunciato al contempo come una bestemmia e una benedizione da quelle labbra d’angelo dannato, schiuse come due petali di rosa, che avevano tormentato i sogni di Hannibal da ormai otto mesi a quella parte, come la più dolce delle torture.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piece by Piece

 

 

 

 

D’accordo, inizio col dire che sono una principiante in questo fandom, quindi siate clementi con la sottoscritta, ve ne prego. Non ho mai scritto niente del genere, prima d’ora, e non avevo neanche intenzione di pubblicarla inizialmente; tuttavia, poi mi sono detta: perché no? Proviamoci. Male che vada riceverò qualche critica costruttiva, poiché l’ultima cosa che voglio è non riuscire a rendere pienamente omaggio a due personaggi complessi come Hannibal e Will, ed alla loro relazione ancora più complicata. Spero di esserci riuscita, almeno in parte, ma questo sta’ a voi deciderlo. Buona lettura :) 

 

***

 

“Io ti perdono”

Quelle tre parole appena sussurrate riecheggiarono nel buio delle Catacombe della Cappella Palatina con la medesima potenza di uno sparo, rimbombando e fondendosi tra di loro in una danza silenziosa e leggiadra, tanto affascinante da costringere anche i morti a mettersi in ascolto.

Uno in particolare, elegante e impassibile come una statua di marmo, rallentò il passo sino a fermarsi.

Era raro che le parole, specialmente se pronunciate da qualcun altro, esercitassero un tale effetto su di lui, ed ancora più raro era che quelle stesse parole riuscissero a ricucire in un così breve lasso di tempo, seppur con un tocco inesperto e indeciso, i lembi tagliuzzati del suo cuore marcio. 

Ma d’altronde, raro era l’aggettivo perfetto da abbinare anche alla persona che le aveva pronunciate; egli, così come Hannibal, nient’altro era che un morto tra i morti, costretto a reggere sulle proprie spalle il peso opprimente di una sopravvivenza stentata, priva di un’apparente scopo. O almeno, lo era stata prima di incontrare lui. E prima di venirlo a cercare. 

«Io ti perdono, Hannibal» 

Il suo nome, si rese conto, non gli era mai parso così bello, pronunciato al contempo come una bestemmia e una benedizione da quelle labbra d’angelo dannato, schiuse come due petali di rosa, che avevano tormentato i sogni di Hannibal da ormai otto mesi a quella parte, come la più dolce delle torture.

Fu solamente in quel momento che, in piedi in quel territorio sacro che era la Cappella, con un filo invisibile che li teneva legati nonostante la distanza, Hannibal Lecter si rese pienamente conto di quanto Will Graham gli fosse mancato. 

Di quanto la sua assenza lo avesse logorato dall’interno, per tutto quel tempo, diffondendosi come un tarlo in ogni parte del corpo, contaminando ogni cellula e neurone.

E Will era al contempo malattia e cura, poiché il solo pensiero che lui si trovasse lì, che avesse seguito gli indizi che aveva lasciato appositamente per lui, che lo avesse cercato ed infine trovato - Brillante, brillante ragazzo! - comunicandogli in un sussurro che lo aveva perdonato per quello che aveva fatto - che si erano fatti a vicenda - lo riempì di un sentimento a lui sconosciuto, e con il quale stava ancora tentando di familiarizzare; se Hannibal fosse stato un amante delle definizioni sintetiche e sbrigative, lo avrebbe definito amore. 

Tuttavia, sapeva bene che il rapporto tra lui e Will Graham andava ben oltre quel filo sottile che separava l’odio dal sentimento amoroso. 

Era qualcosa di ultraterreno, un legame bellissimo e terribile che portava unicamente il loro nome. 

Ovviamente, Hannibal Lecter non era uomo noto per cedere alle proprie tentazioni, sopratutto se esse arrivavano a minacciare il corso degli eventi da lui accuratamente prestabilito. 

Tuttavia, era ormai assodato che Will rappresentasse da sempre per lui la più forte e pericolosa delle tentazioni, capace di ridurre in cenere le fortezze che si premurava con tanto impegno di costruire intorno e dentro di lui, e di mandare in fumo i suoi piani.

Anche in quel momento, pur non muovendo alcun muscolo, Graham lo teneva ancorato al suolo con catene forgiate con parole anziché metallo, con la forza di quella semplice frase e la pacata potenza dei suoi sussurri. 

Hannibal lo ammirava e disprezzava, per questo. 

Per il potere che la sua sola presenza esercitava su di lui; gli bastava chiudere gli occhi per riuscire ad immaginarselo perfettamente, Will, con le labbra rosee dischiuse, i riccioli scuri ed il leggero strato di barba ad incorniciargli il volto, ed il profumo del solito dopobarba scadente che gli regalavano sempre a Natale, che null’altro era che una barriera per nascondere i suoi veri odori, fatti di ansia, paura, insicurezza... ma anche forza, determinazione, empatia. 

Ed infine gli occhi, due pozze d’oceano senza fondo nelle quali Hannibal Lecter si era lasciato affondare, sino a non essere più in grado di risalire in superficie. Quegli stessi occhi, ora, erano sicuramente rivolti verso un punto indefinito in alto, quasi come aspettandosi che Hannibal potesse comparire da un momento all’altro.

E sarebbe stato così facile per lui uscire allo scoperto e ritrovarsi faccia a faccia con l’oggetto delle sue ossessioni, godendo finalmente di quella bellezza che aveva ritratto tante di quelle volte sui suoi album da disegno da perdere ormai il conto: nessuna di quelle opere, suo malgrado, riusciva a rendere pienamente giustizia all’originale, tanto era perfetto nelle sue imperfezioni.

Tuttavia, Hannibal non poteva permettere ai sentimenti di interferire con le sue azioni.

Non di nuovo. Non lì. 

Il loro ricongiungimento era inevitabile, certo; Hannibal gli aveva dedicato il suo cuore, dopotutto, messo in mostra davanti all’altare e a Dio, in modo tale che tutti potessero essere testimoni, non potendo far altro che invidiare e rabbrividire di fronte ad un legame forte e terribile come il loro.

I loro occhi si sarebbero riuniti, lottando per il predominio in quella familiare guerra di sguardi che fin dall’inizio aveva contraddistinto il loro rapporto. 

Ma non era quello il momento. O il luogo. 

Così, con quel pensiero in mente, Hannibal Lecter diede le spalle ai morti, il cui silenzio sembrava quasi giudicarlo, e a Will Graham. 

Per l’ennesima volta. 

 

“Trovami”

 

La tazza sul pavimento era in procinto di ricomporsi; nella sua mente i frammenti si muovono a rallentatore, incontrandosi l’un l’altro come durante un Valzer. 

 

“Trovami, Will”

 

Pezzo dopo pezzo.

 

                         Passo.

 

                                      Dopo. 

 

                                                  Passo.

 

 

   
 
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