Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: MissSaade    19/08/2018    1 recensioni
Noemi Camello ha una vita “normale”: una famiglia che la ama, la sua migliore amica Carlotta con cui confidarsi e un lavoro part-time.
Tutto sembra procedere per il verso giusto, fino a quando una serie di eventi non le stravolgeranno la vita.
Un cambiamento non vuol dire per forza qualcosa di negativo. Peccato, però, che Noemi dovrà affrontare diversi ostacoli prima di iniziare a sorridere di nuovo.
Anche se l’ostacolo maggiore sarà colui che le ruberà il cuore.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




1.
 
Noemi Camello non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe cambiata così radicalmente. Una serie di eventi che l’avrebbero travolta da capo a piedi, stravolgendole la vita e regalandole allo stesso tempo felicità, malinconia, sorpresa, rassegnazione, amore e odio.
Questo non voleva certamente dire, che fino a quel momento, la sua vita fosse una completa apatia. Diciamo che, Noemi la giudicasse tremendamente “normale”.
Abitava in un piccolo quartiere di Milano insieme alla sua famiglia: suo padre Gennaro, sua madre Anna e suo fratello minore Benedetto. Si erano trasferiti da Napoli, la loro città natale, da circa quattro anni e si erano ambientati facilmente. Gennaro Camello aveva trovato lavoro presso una fabbrica di scarpe mentre sua moglie Anna si arrangiava a fare le pulizie, quel poco che bastava per arrivare a fine mese, insomma.
La famiglia Camello era tremendamente “normale” e Noemi non poteva che esserne felice.
L’uragano di eventi che di lì a poco l’avrebbero travolta, sarebbero iniziati proprio quella mattina di settembre, l’ultima domenica delle vacanze estive.
Noemi aveva appena varcato la soglia del “ Green Tea ”, il bar in cui lavora. Aveva indossato il grembiule verde pastello, raccolto i capelli in una coda di cavallo e aveva raggiunto la sua migliore amica dietro il bancone, la quale arrivava sempre in anticipo.
<< Buongiorno! >> la salutò Carlotta, con uno dei suoi soliti sorrisi.
Carlotta Mastrostefano l’aveva conosciuta due anni prima, quando era stata assunta come barista. Come Noemi, anche Carlotta approfittava del periodo estivo per lavorare e mettere da parte qualche spicciolo. Durante il loro primo anno lavorativo, grazie alle generose mance dei clienti, erano riuscite ad andare ad un concerto.
<< Buongiorno. >>
Noemi e Carlotta avevano la stessa età, frequentavano la stessa scuola, ma erano in due classi differenti. Trascorrevano interi pomeriggi al parco, tra compiti, gelati e chiacchiere tra ragazze. Noemi dava molta importanza alla sua amicizia, anche perché prima di incontrarla non aveva stretto legami con nessuno a scuola. Qualche chiacchiera tra compagne di classe, ma nulla a confronto con l’amicizia che la legava a Carlotta.
<< Hai comprato tutti i libri di testo? >> chiese l’amica, mentre riponeva le tazzine nella lavastoviglie.
Noemi sbuffò. << No. Mi manca il libro di letteratura italiana. Sono andata in copisteria per vedere se avessero una copia di quelle fotocopiate. Mi hanno detto di passare la settimana prossima. >>
<< Ti farei fotocopiare il mio se solo fosse lo stesso. >>
<< Lo so, Carlotta. >>
Carlotta sorrise e si avvicinò all’amica mettendo le mani sui fianchi. << Su con il morale! Oggi è il nostro ultimo giorno di lavoro. Possiamo festeggiare con un bel pranzo da Mc Donald. >>
Noemi annuì e ripensò a quelle parole “ ultimo giorno di lavoro ”. La rattristava non poter, fino alla prossima estate, contribuire alle spese familiari. Grazie al lavoro di barista era riuscita a pagarsi tutti i libri di testo per sé e suo fratello.
Era piacevole trascorre intere giornate con Carlotta al Green Tea. I clienti erano sempre gli stessi e con alcuni di loro era nata una bella conoscenza. C’erano delle signore dei quartieri più “ In” di Milano che le raccontavano gli ultimi pettegolezzi di gente che lei nemmeno conosceva. Poi c’erano una coppia di anziani, marito e moglie, che ogni mattina venivano a fare colazione prima di andare in palestra. “ La ginnastica dolce è un toccasana per la mia schiena! ” ripeteva la donna, dopo averle salutate.
Le giornate avrebbero preso una nuova piega all’indomani, senza tener conto che Noemi non si sarebbe mai aspettata di quanto veritiera fosse la frase appena pensata nella sua testa. Non avrebbe più lavorato al Green Tea, avrebbe passato i suoi pomeriggi a studiare ed uscire con Carlotta…diciamo che tutto sarebbe tornato alla normalità.
Noemi Camello quindi non avrebbe smesso di fare le solite cose, però, in realtà, su una cosa si sbagliava di grosso. La sua normalità, l’indomani, se ne sarebbe andata a farsi friggere!
 
 
*
 
<< Come mai papà ancora non è arrivato? >> domandò Benedetto, un po’ preoccupato.
Erano le 19:00, il turno festivo di Gennaro Camello terminava alle 17:00. Solitamente l’uomo chiamava quando faceva delle ore di straordinario. Cioè quasi tutti i giorni.
Anna, guardò per l’ennesima volta l’orologio appeso al muro. Nascondeva la sua preoccupazione per non darlo a vedere ai suoi figli, ma sentiva le gambe molli e il cuore batteva all’impazzata. Quella mattina, Gennaro l’aveva chiamata cinque volte e non aveva ricevuto nessuna risposta. Il telefono lo aveva dimenticato nel piccolo ripostiglio e dato che la signora Anna aveva un rapporto difficile con la tecnologia, non aveva fatto minimamente caso alla mancanza di quest’ultimo.
Dov’è quel maledetto aggeggio? Si era chiesta, nel pomeriggio. Quando lo aveva trovato, inutile fu il tentativo di richiamare il marito. Il telefono risultava spento. Solito di Gennaro, così lige al suo dovere!
<< Mamma, hai provato a chiamare in fabbrica? >>
Anna sbatté gli occhi e rivolse lo sguardo verso la figlia. << No. Non ho il numero. >>
<< Io ho fame! >> si lamentò Benedetto.
<< Adesso papà arriva e mangiamo tutti insieme. >>
Anna sospirò e si diresse in cucina. La prima cosa che avrebbe fatto non appena fosse arrivato suo marito, sarebbe stata segnarsi su un foglietto di carta il numero della fabbrica. Lei, era una donna abbastanza ansiosa e questo di certo non l’aiutava. Stava cercando di mantenere la calma per non far preoccupare i suoi figli.
Ebbe quasi un sussulto quando il portone di casa si aprì e Gennaro fece il suo ingresso.
<< Finalmente! Come mai hai fatto così tardi? >> chiese Noemi.
Gennaro non diede nessuna risposta, perché venne accolto dalle braccia dolci della moglie. Benedetto fece una smorfia, mentre Noemi si lasciò sfuggire un sorriso.
I suoi genitori si amavano ancora nonostante il tempo. Erano il classico esempio di una coppia felice, che aveva realizzato, grazie al loro amore, tutto ciò che può essere chiamato “famiglia”. I problemi c’erano, a chi mancavano? Questo però sicuramente non rappresentava un ostacolo per i Camello. Gli ostacoli vanno affrontati! ripeteva spesso Gennaro ai suoi figli.
<< Perché non hai riposto alle mie chiamate? >>
Anna sciolse l’abbraccio e sgranò gli occhi. << Ehm, lo sai che dimentico quel coso ovunque! >>
<< Sono stato in centrale fino a mezz’ora fa. È successo tutto così all’improvviso… >>
Gennaro venne interrotto da Anna. << In centrale? >>
<< Si. La polizia ha voluto interrogarmi. >>
Gennaro ebbe l’attenzione di tutta la sua famiglia. Anna sgranò nuovamente gli occhi, Noemi aprì e chiuse la bocca un paio di volte, Benedetto scattò dal divano e si avvicinò ai tre.
<< Hai rubato un paio di scarpe papà? >>
Gennaro sorrise al figlio e scosse la testa. << Io non sono un ladro. Andiamo a tavola, vi racconterò tutto. >>
Noemi aiutò sua madre a mettere tavola, presero le pietanze appena cucinate e si sedettero velocemente. L’attesa li stava logorando, volevano sapere cosa era successo a Gennaro.
<< Ho una bella notizia! >> iniziò l’uomo, prendendo del pane al centro della tavola.
<< Tesoro, vuoi ancora tenerci sulle spine? Forza…racconta! >>
Gennaro annuì. << Bene…Stavo andando a lavoro questa mattina e ho perso il tram. Così ho dovuto aspettare quello successivo, voi sapete quanto io odio andare in ritardo a lavoro… >>
<< Puoi arrivare al dunque? >> disse spazientita Noemi.
<< Fammi raccontare. >> si lamentò il padre. << Quindi…mentre aspettavo l’altro tram, ad un certo punto ho visto un ragazzino che attraversava la strada. Il semaforo per i pedoni era rosso! >>
Anna annuì e incitò il marito a proseguire.
<< Sono scattato in piedi e mi sono scaraventato in mezzo alla strada per non farlo attraversare. Per poco non mi ha investito un motociclista. >>
<< Sei andato in centrale perché hai attraversato con il rosso? >> domandò Benedetto.
<< No! >> rispose Gennaro a suo figlio. << Ho salvato quel ragazzino da un possibile incidente. >>
Anna si alzò, i palmi delle mani impiantati sul tavolo. << Mi puoi spiegare perché sei stato dalla polizia? >>
<< Non mi lasciate finire il mio racconto! >> Gennaro alzò di due toni la sua voce. << Adesso basta! State a sentire… il ragazzino che ho salvato è il figlio di Brando Martone. >>
<< Chi è Brando Martone? >> domandò ingenuamente Benedetto.
Anna fece spallucce, Noemi scosse la testa. Nessuno sapeva chi fosse.
<< Brando Martone è il preside della scuola superiore privata più rinomata di Milano. >> spiegò Gennaro.
Noemi sgranò gli occhi. << L’istituto Olivandro. >>
L’istituto Olivandro era famosissimo. Tutti gli studenti più ricchi frequentavano quella scuola. Noemi non era affascinata da quella gentaglia, sicuramente troppo snob per i suoi gusti, piuttosto per la varietà di materie che venivano insegnate. L’istituto, poi, era bellissimo. Aveva visto tutte le foto dal sito internet della scuola. Aveva pensato anche di iscriversi il primo anno, peccato per la retta. Troppo alta per la sua famiglia.
<< Si, Noemi. >> Gennaro bevve un sorso d’acqua e poi continuò. << C’era un poliziotto in borghese, si è avvicinato e ha chiesto di seguirlo, insieme al signor Martone per fare la denuncia. >>
<< Ah… >> Anna sospirò.
<< Papà sei un eroe! >>
<< Non dire sciocchezze figliolo, chiunque avrebbe fatto lo stesso. >>
Noemi si morse il labbro. << Papà, ma prima cosa intendevi per “ ho una bella notizia ”? >>
Gennaro sorrise. << Il signor Martone per sdebitarsi ci ha fatto un regalo! >>
<< Ti ha dato dei soldi? >> chiese Anna.
L’uomo scosse la testa e guardò prima Benedetto e poi Noemi. << No, ma interessa voi due. >>
<< Insomma, che cos’è? >> chiese stizzita Anna. Perché suo marito faceva tanto il misterioso? Era così difficile arrivare al dunque…
<< Si è offerto di pagare gli studi ai nostri figli. >>
Benedetto fece una smorfia, Noemi sbuffò. << Che bel regalo! >>
Gennaro intuì la risposta ironica della figlia. << Noemi, si è offerto di pagare gli studi a te e tuo fratello all’Istituto Olivandro. >>
La ragazza sbiancò e balbettò qualcosa che fu incomprensibile per la sua famiglia.
Si chiese se stesse sognando, lei, che aveva desiderato ardentemente di poter andare in quella scuola ora aveva l’opportunità della vita. Non ci credeva, non era possibile.
<< Papà ma io sono alle elementari! >> si lamentò Benedetto.
<< Tranquillo, potrai usufruire del tuo regalo più tardi. >> poi guardò Noemi. << Mentre tua sorella domani avrà il suo primo giorno di scuola all’Istituto Olivandro. >>
Noemi sorrise eccitata. Doveva chiamare Carlotta, non ci poteva credere.
Poi si rattristò all’improvviso. Carlotta. Non avrebbero più frequentato la stessa scuola.
<< Dobbiamo festeggiare allora. >> Anna si alzò e portò verso l’alto il bicchiere ricolmo d’acqua.
Benedetto e Gennaro la imitarono, Noemi sorrise meno eccitata di prima e allungò il bicchiere verso gli altri tre.
<< Ai nostri figli! Che possano avere la migliore istruzione! >>
<< Salute! >> gridò Gennaro, soddisfatto.
<< Salute! >> ripeterono Anna e Benedetto.
Noemi Camello non sapeva che quello fu soltanto l’inizio del suo cambiamento. Quei giorni così normali sarebbero terminati. La sua vita sarebbe stata stravolta, un turbinio di emozioni, sensazioni e eventi l’avrebbero prevalsa.
Strinse il bicchiere e sorridente esclamò. << Salute! >>
 
 
 
 
 
*
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao
È da diverso tempo c
he scrivo storie che non avrò mai coraggio di postare.
Questo primo capitolo è una prova, ma è qualcosa che è balenato nella mia mente e ho dovuto darne forma attraverso le parole scritte. Non so se possa minimamente piacervi, spero di si.
Cercherò di postare una volta a settimana, datemi il tempo di scrivere….
Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie!
 
  • L’Istituto Olivandro è una mia invenzione.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MissSaade