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Autore: AlessandRusso    19/08/2018    0 recensioni
Blake Fash č un adolescente come tutti gli altri, ha un carattere forte, qualche passione un pizzico di aciditā.
La vita al nuovo istituto non č facile per lui, avendo molto pregiudizio nei confronti altrui.
Conoscerā nuove persone, verrā traumatizzato da una terribile notizia ed infine, scoprirā un fatto della sua famiglia che lo sconvolgerā.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“Perchè non mi hai detto niente?”

“Riguardo a cosa?”

“A Lucy Gentle, mamma.”

“Mi sono dimenticata,scusa..”

“Come puoi dimenticare una cosa del genere?!”-urlai.

Mia madre fu sconvolta.

Presi il piatto contenente porridge e lo buttai a terra sporcando tutto il pavimento.

Ero di un'acidità che in confronto a me, un limone, era dolcissimo.

Ripresi la mia giacca, il mio smartphone, Scintilla Blu e me ne andai via.

Senza salutare, senza parlare.

Mio padre era al piano superiore, non sentì nulla.

Corsi, andai veloce, io e la mia Scintilla.

Veloci, tanto veloci.

Come un piccione quando vede una briciola di pane, come un cane che corre per prendere il suo bastone, come un falco che addenta la sua preda.

Direzione?Non lo sapevo neanche io.

Frenai di colpo, che per poco una macchina non mi investii, davanti ad un negozio di fiori.

Fiori?Cosa c'entravano con quella stupida giornata?

Rammentai dopo poco cos'era successo, quella mattina.

Fermai la musica dal mio cellulare.

Avevo due chiamate perse da mia madre.

Alla musica non ci stavo facendo più caso.

Ti regalerò una rosa,

una rosa rossa per dipingere ogni cosa.

Una rosa per ogni tua lacrima,

da consolare.

E una rosa per poterti amare.

Che cos'era quella canzone incomprensibile?

Non conoscevo quella lingua, a Melbourne non si parlava italiano.

Mi venne un improvviso flashback.

La pro-zia di Lucy era italiana e viveva in una città di nome Capri.

Un anno sono andato in vacanza con Lucy e sua mamma a Capri e mi hanno fatto ascoltare questa canzone, nonostante non capissi niente.

L' unica parola che ricordavo era “rosa” perchè assomigliava tanto alla mia lingua, “rose”.

Si intende un fiore rosso e spinoso che simboleggia l'amore, quello che provavo per Lucy.

“Cos'hai bisogno?”

“Avrei bisogno di una rosa..”

“Rossa, bianca, gialla, arancio o rosa?”

“Uhm...me ne dia una rossa, grazie.”

“Sono 15 dollari.”

Pagai.

Quel pomeriggio grigio, volevo andare a trovare Lucy al cimitero.

Peccato non ricordassi dov'era collocato, non ci andavo dalla morte di mio nonno.

Chiesi ad una signora seduta su una panchina fuori dal negozio.

“Mi scusi, dove si trova il cimitero?”

Mi guardò, non mi rispose.

Scomparve nel nulla.

Adesso avevo anche le allucinazioni?!

Mi fermai fuori dal portone aspettando qualcuno.

Chiedevo, ma nessuno mi calcolava.

Una signora, insinuò addirittura di chiamare la polizia poiché pensava io volessi imbrattare le tombe.

Ma siamo seri?!

Io stavo male dentro, ero un castello in rovina e a nessuno importava.

Quando, sentii in lontananza una voce.

“Black!Da quanto!”

Mi girai.

“Gloop!Vieni con me!”

“Dove stai andando?”

Il mio compagno di banco grassottello mi guardò negli occhi aspettando una risposta.

“Al cimitero. Vado a trovare Lucy.”

“Ma...pensa te che caso!Anche io sto andando lì!”- disse con voce soffocata.

“Allora vieni, visto che anche tu sei in bici!”

Mi sorrise e si mise in sella.

“Gloop, sai per caso dove si deve andare?”

“Ahm, si. Mi metto davanti così che tu possa seguirmi.”

The Adventures of Rain Dance Maggie alle orecchie e partimmo.

Seguii Gloop che mi guidava.

Dopo 30 minuti, come mi indicava il contachilometri, mi fermai.

“Gloop, siamo arrivati?”

Non rispose, aveva gli occhi lucidi.

“Gloop, stai bene?”

“Black, non so dove siamo. In realtà non so neanche dov'è il cimitero e non dovevo neanche andarci....”

Lo guardai.

Stava piangendo.

Non volevo vederlo così.

Ma era colpa sua, se adesso davanti avevamo un cartello.

Eravamo arrivati a Flemington.

“Mi dispiace,Balck. Abito sotto il negozio di fiori e ho riconosciuto la tua bicicletta”

“Si ma adesso ci troviamo in uno dei sobborghi ed io non so tornare indietro.”
“Neanche io.”

“Hai qualche dollaro?Chiamiamo un taxi.”

“E le nostre biciclette?”

A questo ancora non ci avevo pensato.

Siamo fregati, per colpa tua.

“Lo so”-singhiozzò.

Mi faceva pena, non volevo invaderlo di sensi di colpa, ma era tutta colpa sua.

Eravamo io, Gloop, Scintilla e un mazzo di rose.

Bloccati davanti quello stupido cartello.

Mi arrivò un messaggio.

Forse era mamma, decisi di non accendere il cellulare.

Quando però, il mio cervello individuò la suoneria di un messaggio del mio sito chatting, lo accesi subito.

Era XenaX.

Sei tu?

Cosa intendi?

Sei tu davanti a casa mia?Dalla foto profilo sembri tu.

Alzai lo sguardo.

Una ragazza dai capelli tinti di blu mi salutò da un balcone.

“Gloop, ho la soluzione!”

Ci avvicinammo all'appartamento con le nostre biciclette.

Un pastore tedesco si mise davanti al cancello, come se ci stesse aspettando.

“Black, io ho paura dei c-cani.”- bisbigliò.

“Sorridi e sii gentile.”

“Ma chi è quella?”

“Fai silenzio.”

“Lucky, ma dove sei andato!”

XenaX e suoi capelli celesti si avvicinarono.

“Sei tu? Sei BlakenotBlack?”

“Si sono io.”

Ero troppo felice di aver incontrato quella che era la mia attuale cotta a distanza.

Era bellissima in chat, figuratevi dal vivo.

“Non mi aspettavo avessi i capelli blu. La tua foto profilo è quel cane, d'altronde..”

“Si, lui è Lucky.”

Gloop nel frattempo stava zitto, come avevo richiesto.

“E tu sei?”

“Augustus.”

“Gloop?”- disse ridendo.

Io mi trattenni dal ridere.

“Ce l'avete con questo Gloop, lo conosco?”

“Penso di no, è tedesco.”

“Ahh capisco.”

“Che ci fate qui al cancello?Entrate!”

“In realtà ci siamo persi, non avevo la minima idea tu vivessi qua.”
“Che coincidenza!”

XenaX fece per aprire il cancelletto.

“Aspetta.”

“Perchè?”

“Non so come ti chiami.”

“Mi chiamo Clare, tu immagino Blake.”

“Esatto.”

Sorrisi.

Clare ci fece entrare in casa e, quando ella si scusò e andò in bagno, Gloop iniziò a parlare.

“Black, io voglio tornare a casa. Ho visto che ha una macchina, ha la patente.”

“Si, ma voglio conoscerla meglio.”

“Non mi interessa okay? Io voglio tornare a casa da mamma.”

“Uhh poverino, vai da mamma a casina su.”

“Ah, si?”

Lo guardai non capendo cosa stava per dire.

“Tu stai con la tua amica, io troverò un modo per tornare a casa.”

Se ne andò.

Quasi mi venne da ridere, ma lo stava facendo sul serio.

“Addio, Black.”

Stavo per intervenire, ma uscì Clare.

“Vuoi un thè?”

“Si, grazie.”

In realtà a me non andava, ma volevo stare con lei.

“Abbiamo tante cose da raccontarci noi due, Blake.”

“Già.”

“Aspetta, dove è il tuo amico?”

“E' tornato a casa, non si sentiva bene.”

“Ah, mi dispiace.”

“Ma...quindi tu sei maggiorenne.”

“Si, da cosa lo hai dedotto?”

“Hai un appartamento da sola e hai una macchina.”

“Beh, sono orfana.Per questo vivo da sola...”

“Veramente?Mi dispiace...non me ne avevi parlato..”

“Esatto.Preferivo non parlarne.”

“Mi dispiace, su me puoi contare..”

“Per caso, hai sentito anche Su4ar e Kikka18? Su4ar è tanto che non scrive.”

“Avrà le mestruazioni.”

Volevo far ridere, ma probabilmente quella battuta non la fece ridere.

Ci mettemmo a chiaccherare del più e del meno e si fece tardi.

Avrei voluto chiederle di riaccompagnarmi a casa, ma non ne avevo il coraggio.

“Andiamo al fiume? Al Marybirnong?”

“Ahm..si dai...”

Perchè le avevo detto di sì?

Stupido.

Mia mamma alla fine aveva finito la “punizione”, doveva sentirmi, adesso.

“Che fai? Non pensare al cellulare adesso!”

“Scusami.”

“Ahhaha ma stavo scherzando.”

Ma ormai avevo spento il cellulare.

A pochi passi dal suo condominio, si trovava una distesa d'acqua dolce corrente.

Il parco era carino ma io continuavo a pensare a Gloop.

Pensavo al peggio e poi mi dicevo “Adesso sarà a casa ad invidiarti per essere a casa della Fata Turchina più sexy che esista”.

Clare continuava a raccontarmi cose che si, mi sarebbero interessate, se solo non fossi preoccupato.

Avevo trascurato Lucy.

Continuavo a farlo, era preoccupante.

Come se Lucy non fosse stata una delle persone più importanti della mia vita.

“Lucky, prendi il bastone!”

Lucky corse per andare a prenderlo, ma testardo com'era, tornò indietro senza riportare il pezzo di legno lanciato.

Mi misi lì seduto, mentre Clare mi raccontava la sua vita e io pensavo a mamma, a papà, a Gloop e a Lucy.

Ero stato arrogante con Gloop, la dovevo pagare.

Forse l'amicizia con Clare, non importava più di tanto.

“Tutto bene, Blake?”

“Sisi, scusami.”

“Ma quindi il tuo nickname è la fusione di Xena principessa guerriera e lo Xanax?”

“Esatto.”

“Geniale!”

“Ne sono consapevole.”-disse sorridendo.

Scoppiai una risata estremamente forzata.

Il sole cominciava a calare.

“Grazie per il bel pomeriggio, forse è meglio adesso io vada.”

“Grazie a te Blake, ho passato delle piacevoli ore con te.”

Tornammo a casa.

“Vado un attimo in bagno.”

“Vai pure.”

Mi diressi verso il bagno.

Sentivo il suono della televisione.

Clare, doveva averla accesa.

Girò parecchi canali.

Quando uscì dal bagno, era sul telegiornale della sera.

“Ragazzo sui 14 anni investito sulla Macaulay Road”

   
 
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