Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Miione    19/08/2018    3 recensioni
Odore di sangue. Sentii l’odore del sangue.
Così diverso dai corpi bruciati a cui sono abituato, motivo per cui notai subito la differenza.
Ma soprattutto riuscii ad accorgermene perché la stessa lama, che aveva inflitto tale pena a quel corpo disgraziato, la sentii penetrare anche la mia di pelle, quando mi resi conto di chi fosse la vittima.
Girai il capo a destra verso il Tenente che aveva lo sguardo vuoto, fisso verso l’alto, per poi accasciarsi a terra, nel suo stesso sangue che aumentava, creando una pozza profonda.
«TENENTE!»
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
https://i.postimg.cc/TPThGL1r/ai.gif
two damaged people, trying to heal each other is love
 
Image and video hosting by TinyPic








Ero bloccato. Due uomini mi avevano messo al tappeto, in ginocchio, con le mani rivolte verso l’alto, i polsi fermi, inermi. Il guanto tagliato, privandomi della mia unica, utile, arma.
Il Tenente Hawkeye alla mia destra, tenuta ferma per il collo, Scar alla mia sinistra, incastrato al muro dalle spade affilate dei suoi aguzzini.
«Allora Mustang, tu questo forse non lo sai» disse l’uomo rivolgendosi a me, allargando il suo sorriso vittorioso che metteva in mostra il canino d’oro. «ma il tempo sta per scadere, perciò apprezzerei molto se ti decidessi a collaborare. Potresti fare una piccola trasmutazione umana e aprire il portale?»
Il lungo camice ondeggiava mentre arrivava, un piede dopo l’altro, davanti a me per fissarmi meglio.
«Cosa vuoi che faccia?» risposi flebilmente, confuso. Non capivo perché voleva facessi una trasmutazione umana, quando, oltre ad essere un Tabu, era chiaro non funzionasse. Non avrei mai potuto riportare nessuno in vita.
«Non mi importa chi userai.» riprese a parlare lui, fingendosi pensieroso, come se volesse aiutarmi a ponderare la decisione della vittima da disturbare dal regno dei morti. Come se sapesse che avrei ceduto. «Un genitore, un amante, un amico… il tale a cui eri molto affezionato, non ricordo mai come si chiama…»
Digrignai i denti. Non osare nominarlo.
«…Hughes! Anche lui potrebbe andare bene.»
E mi sarebbe bastato quello per poterlo incenerire, anche con lo sguardo, se solo fosse bastato, mentre mi dimenavo affinché quei due dannati burattini mi lasciassero andare. Ma erano come incollati al suolo, con lo sguardo vacuo, magnetizzato verso quello che sembrava essere il loro creatore.
Quell’uomo continuava a parlare, a spiegare cosa dovessi fare ed io cominciavo a capire, finalmente, a che gioco stessero giocando. Del motivo per cui Acciaio fosse scomparso, la causa per cui ci avevano attaccati, bloccati e disarmati.
Volevano me. Il loro ultimo sacrificio. Chiunque apriva il portale poteva diventare un sacrificio nel loro assurdo disegno.
E loro avevano scelto me per completare il piano e dare inizio all’ultimo atto.
«Mai e poi mai» dissi risoluto, portandomi con il busto in avanti per quanto potessi. Volevo che il concetto gli fosse chiaro. Pensavano di avermi in pugno, di potermi piegare. Ma non avrebbero mai potuto.
«Non farò una trasmutazione umana e non aprirò il portale!»
«Te l’ho già detto» rispose lui, portando l’indice della mano destra sul ponte degli occhiali per spostarli più in su sul naso. «Il nostro tempo sta per scadere.»
 
 
thought I found a way
thought I found a way, yeah
but you never go away
So I guess
gotta I stay now
 
 
Odore di sangue. Sentii l’odore del sangue.
Così diverso dai corpi bruciati a cui sono abituato, motivo per cui notai subito la differenza.
Ma soprattutto riuscii ad accorgermene perché la stessa lama, che aveva inflitto tale pena a quel corpo disgraziato, la sentii penetrare anche la mia di pelle, quando mi resi conto di chi fosse la vittima.
Dei gemiti di dolore. Capelli biondi che diventano rossicci.
Girai il capo a destra verso il Tenente che aveva lo sguardo vuoto, fisso verso l’alto, per poi accasciarsi a terra, nel suo stesso sangue che aumentava, creando una pozza profonda.
«TENENTE!» gridai, inconsapevolmente.
Non avrei mai pensato, fino a qualche mese fa, di poter essere così trasparente come in quel momento, o di usare un tono così straziato verso la mia sottoposta. Né di sentirmi, ancora una volta, colpevole, impotente, di averla trascinata in questa storia nonostante l’avesse scelto lei, di sua spontanea volontà.
Gliel’avrei dovuto impedire nel momento stesso in cui i suoi occhi freddi e determinati avevano incontrato i miei e, portando una mano a scatto sulla tempia nel tipico segno militare, avevano gridato insieme alla sua bocca:
«La seguirò fino all’inferno, se lo desidera.»
 
Avrei dovuto saperlo che l’avrebbero usata.
Ancora una volta l’avevano colpita per colpire me.
L’uomo che le aveva sferzato il colpo, la prese per il colletto della camicia con poca grazia, portandola più al centro della stanza, davanti ai miei occhi.
Lei non era svenuta e con una mano premeva sulla ferita al collo, inutilmente, per controllare il fiotto di sangue che sgorgava.
Era diventata silenziosa. Nemmeno un piagnucolio.
«TENENTE!» gridai ancora, ancora con quel tono supplichevole, iniziando a contorcermi e a lottare contro gli uomini che mi tenevano legato. «TENENTE!»
Dovevo tenerla sveglia, ricordarle quale fosse il suo posto. Ricordarle l’ordine che le avevo dato.
Restare viva.
Non poteva morire prima di me.
Non potevo permettermelo.
«E adesso ti decidi ad aprire il portale, Colonnello Mustang?»
 
 
 
oh, I hope some day I'll make it out of here
even if it takes all night or a hundred years


 
«Io non morirò» disse improvvisamente il Tenente, flebilmente.
«Perché devi sapere che ho ricevuto il preciso ordine di non morire
 
Come lo spieghi ad una donna che può lasciarsi andare, almeno per una volta, al dolore, quello vero.
Permettere agli altri di occuparsi di lei, per una volta.
Non rendere le cose così complicate, mentre ti ordina di non cedere, di girarle le spalle. Di lasciarla morire.
Come lo spieghi a quella donna di smetterla di guardarti dentro e frugarti il cervello, anzi no di continuare a farlo. Non potresti farne a meno.
 
Come la proteggi una donna così, che morirebbe, pur di vedere realizzarsi il tuo più grande sogno, che è diventato anche il suo.
Disposta a mettersi da parte, ancora e ancora, pur di essere lì al tuo fianco a scalare la montagna, a distruggere i detriti, a spianarti la strada.
Gli occhi rivolti verso lo stesso obiettivo, lei due passi indietro allo sguardo offuscato degli altri, ma ad appena uno dalla tua anima, solo per proteggerti.
Ti guarda le spalle, la pistola nella fondina, pronta a sfoderarla e a uccidere chiunque si metterà lungo il tuo cammino.
Pronta a diventare un’assassina, come te, per stare al tuo fianco.
Accompagnarti all’inferno. E non risalire più.
                         
Come puoi salvarla questa donna?
Disposta a morire pur di non farti fare passi falsi.
Disposta a puntarti la pistola contro pur di non farti perdere nei meandri dell’odio e della vendetta.
Come lo spieghi ad una donna così che non puoi fare passi giusti se non è lei a segnarti la via da percorrere?
Come le spieghi che senza lei, quel sogno, non ha importanza?
 
Come lo spieghi ad una donna, a quella donna, a Riza, che te ne sei follemente innamorato.
E non avresti dovuto.
È stata la tua e la sua condanna.
Ma sai che non sarebbe servito a nulla non permetterti di amarla.
 
 
need a place to hide, but I can't find one near
wanna feel alive
, outside I can fight my fear
 
 
«È diventata molto taciturna» riprese l’uomo, lo sguardo curioso, in attesa della mossa decisiva. «Strano, non vorrei fosse già morta.»
Digrignai i denti, cercando di liberarmi i polsi dalle mani di quegli uomini che non mi permettevano di poterla salvare, di combattere ad armi pari e portarla via.
«Maledetto. Me la pagherai cara!» gridai nuovamente.
Lei stava morendo ed io ero lì a non fare niente, combattuto, sfiancato.
L’uomo mi fissava con il sorriso largo e la pietra filosofale alla mano sinistra, come muto ricatto, ricordandomi che tutto quello che dovevo fare era cedere e lui sarebbe intervenuto.
Sarebbe bastata una goccia della pietra e lei sarebbe stata meglio, l’avrebbe salvata.
Ma io, in cambio, dovevo aprire il portale.
Semplice.
Se non fosse che significherebbe scendere a compromessi e sapere che lei non me lo perdonerebbe mai.
«Colonello, guardi che non serve che esegui una trasmutazione» rispose nuovamente il Tenente, leggendo i miei pensieri, ancora una volta. «Non lo faccia.»
La sua voce iniziava a tremare. Cercava di dimostrarmi che stava eseguendo l’ordine e che non era ancora morta.
Ma io sapevo che non era per molto, mentre la vedevo stringere sempre più fievolmente la mano sulla ferita e la pozza di sangue diventare sempre più ampia.
Un momento. Ha detto “Non serve”.
Mi guardò, gli occhi fissi nei miei, determinati, pieni di dolore ma privi di paura.
Dimmi cosa fare. Permettimi di salvarti. Le urlavo.
Il suo sguardo mi incatenò nuovamente, come era suo solito fare. Cercava di comunicarmi qualcosa, di penetrare nella mia mente e creare quel collegamento che solo lei era in grado di fare.
Continuava a scrutarmi, con le ultime forze che aveva.
Voltò la pupilla verso l’alto.
Insistentemente.
Non osare. Sembrò dire. Fidati di me.
 
«D’accordo.» dissi, abbassando lo sguardo, cedendo alla sua richiesta.
«Bravo!» esultò l’uomo, viscidamente. Gli occhi da dietro le lenti sembravano luccicare. «Allora farai quello che ti ho chiesto?»
«D’accordo, Tenente» sottolineai, alzando lo sguardo questa volta fiero, determinato come il suo, fisso negli occhi del nostro carnefice. «Non eseguirò la trasmutazione umana.»
Ho capito, Tenente. Ho capito.
 
«Ti seguirò» fu la mia muta risposta.
«Se disobbedisci all’ordine, ti seguirò.
Fino all’inferno
 
 

 
Isn't it lovely, all alone?
Heart made of glass, my mind of stone
Tear me to pieces, skin and bone
Hello,
welcome home
 
Image and video hosting by TinyPic

Buonasera. Grazie, come sempre, a chiunque sia arrivato alla fine della storia.
E' la mia prima storia Royai, nel mondo di Full metal alchemist, quindi chiedo di essere molto clementi con me.
Sono nuova al mondo di FMA, ma sin da subito ne sono diventata ossessionata, fino a decidere di buttare giù qualcosa su quella che è la mia coppia preferita.
Questa storia è nata di getto tra ieri ed oggi, seguendo un bisogno personale. Avevo un progetto totalmente diverso per essa, ma, come al solito, ho deciso di lasciarmi domare dalle mie sensazioni e soprattutto dalla canzone che vi consiglio di ascoltare (spero il collegamento posto all'inizio della storia funzioni).
Spero sia di vostro gradimento, sebbene non ne sia totalmente entusiasta. Volevo modificarla, ritornare a quello che era il disegno iniziale, ma poi ho deciso che andava bene così, guidata dalle emozioni che sentivo. Ho cercato di impersonificarmi e rendere i personaggi il più reali possibili in quella che è, secondo il mio personale parere, una delle scene più belle dell'anime.
Ogni recensione è ben accetta.
Miione
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Miione