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Autore: Lory221B    20/08/2018    1 recensioni
La GCPD ha un'operazione importante da compiere e niente deve ostacolarli. Per evitare intromissioni da parte di Oswald, Harvey ha il piano perfetto: trovare qualcuno che possa distrarlo. Ma le cose non vanno esattamente come previsto.
(Gobblepot)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harvey Bullock, Jim Gordon, Oswald Cobblepot
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Jim Gordon si risvegliò avvolto da uno strano tepore e dall’odore di disinfettante. Sentiva che sopra di lui era adagiato qualcosa come una coperta  - ecco spiegata la sensazione di tepore - ma non ricordava di essere andato a dormire, né tantomeno di  essersi coperto.  Aprì piano gli occhi e si accorse che era in ospedale con diversi cavi collegati al suo corpo e quello che sembrava essere Bullock, addormentato sulla sedia. Solo allora si ricordò del magazzino, della sparatoria… « Oswald? » mormorò.

 

Cercò di restare sveglio, Harvey si alzò dalla sedia per avvicinarsi a lui, ma poco dopo richiuse nuovamente gli occhi.

 

Gli riaprì un’altra volta, era più buio, doveva essere sera o forse notte, c’era soltanto una luce fioca accanto al suo letto. Gli parve di scorgere un paio di occhi azzurro-verdi, particolarmente preoccupati, ma era troppo debole per restare cosciente, per cui si addormentò nuovamente mentre una mano tremante stringeva la sua.

 

Passò un altro giorno prima che uscisse dal sonno e avesse la forza di restare sveglio. Era di nuovo giorno, all’apparenza mattina, la coperta era sempre sul suo letto e l’odore di disinfettante era mitigato dalla presenza di un mazzo di mughetti in un vaso accanto al suo letto.

Bullock stava leggendo il giornale e quando si accorse che Jim era finalmente sveglio balzò in piedi e lo raggiunse raggiante.

 

« Jim, sei tornato tra noi. Sei un bastardo fortunato! Cominciavo a temere che dovessimo portarti da Hugo Strange per il suo abracadabra »

 

Jim sorrise, non pensava che questa volta sarebbe rimasto vivo ed era sempre rassicurante trovare Harvey ad attenderlo.

 

« Sei ancora debole, riposati »

 

Jim notò che Harvey voleva dirgli qualcos’altro ma si stava trattenendo. Temette ci fossero brutte notizie, che magari le sue condizioni erano comunque precarie, che ci fosse stato qualche conseguenza negativa dallo sparo e iniziò a muoversi per controllare che il suo corpo rispondesse come sempre.

 

Harvey notò l’aumento del battito cardiaco di Gordon nella macchina che monitorava il suo stato di salute e si rese conto che Jim lo stava fissando preoccupato « I dottori hanno detto che stai bene, sei a posto » lo rassicurò,  prima di aggiungere quello che stava nascondendo « Non so se ti interessa ma è passato a trovarti Pinguino, più di una volta. È venuto sempre di notte, non lo ha visto nessuno dei nostri agenti » fece con tono cospiratorio « Ti ha lasciato un catalogo di arredamento, non so cosa significhi »

 

Jim rise, forse doveva davvero comprare qualche mobile per l’appartamento « Stupido »

 

« E c’è anche un invito per l’inaugurazione del suo locale » gli mostrò una busta nera con il logo dell’iceberg lounge stampata sul dorso « Sembra un déjà-vu, non credi? Sei già stato invitato all’inaugurazione del suo locale  »

 

« Già »

 

« Ma immagino che sta volta non vorrai cestinarlo » continuò Bullock, allungandogli la busta e scuotendo la testa prima di uscire dalla sua stanza.

 

**** * ****

 

Oswald era seduto al pianoforte del suo club da cui si era staccato a fatica negli ultimi cinque giorni. Bullock gli aveva mandato un messaggio per dirgli che Gordon si era svegliato e stava bene e lui aveva deciso di non imporre la sua presenza in ospedale, se non richiesta.

 

Aveva atteso invano una chiamata da Jim, un messaggio, qualcosa, ma non arrivato nulla, con sua enorme tristezza. Se proprio Jim non provava qualcosa per lui, avrebbe potuto almeno tenere da conto i suoi sentimenti e immaginare che fosse preoccupato per lui, invece non era cosi rilevante come sperava.

 

Aveva deciso di mettersi l’anima in pace, a Jim non importava di lui, si era illuso di poter contare qualcosa ma non era così. Era malinconico, doveva inaugurare il locale quella sera, aveva anche pensato di rinviare l’evento in attesa di Jim ma le probabilità che gli interessasse partecipare si erano ridotte di ora in ora. Non era cambiato niente da quattro anni prima.

 

Sentì la porta aprirsi, stava per sbraitare che erano chiusi e andarsene immediatamente quando gli mancò il fiato alla vista di chi era entrato.

 

Ogni pensiero di qualche minuto prima era dimenticato, Jim Gordon era venuto all’iceberg lounge.

 

Si alzò di scatto e abbandonò il pianoforte per andargli incontro; nonostante gli ultimi giorni in ospedale, non sembrava troppo provato dalla sparatoria ma a dirla tutta, per Oswald, Gordon sarebbe stato perfetto anche dopo un mese ad Arkham.

 

« Jim, ti hanno dimesso! » gridò. Avrebbe voluto abbracciarlo ma dopo il salvataggio si sentiva ancora in imbarazzo e, in ogni caso, non aveva idea di cosa Gordon stesse pensando.

 

Jim sorrise, guardandosi attorno, ammirato dall’arredamento nuovo e l’atmosfera sofisticata « In tempo per la tua inaugurazione »

 

« Su quella sei in anticipo di qualche ora » lo corresse, anche se non voleva davvero riprenderlo, era più che felice che fosse lì ma non sapeva come mai fosse venuto, se c’era ancora qualche speranza o se volesse solo ringraziarlo per avergli salvato la vita.

 

Jim si avvicinò piano, quasi malizioso e Oswald seguì ogni mossa, incerto. Aveva bisogno del suo consulente amoroso per capire quello che stava accadendo ma, sta volta, non poteva chiedere a Jim, doveva arrangiarsi da solo.

 

« Lo so che sono in anticipo » sussurrò, sempre più vicino « ma volevo avere un po’ di tempo da soli per una questione privata »

 

Oswald pensò che stesse per baciarlo, stava quasi per chiudere gli occhi, invece all’ultimo Jim si scansò per accendere l’impianto stereo del locale, lasciandolo a bocca aperta.

 

Jim sorrise tra sé, lo stava stuzzicando troppo ma voleva vendicarsi almeno un po’ per essere stato manipolato per settimane. Inserì un cd e tornò da Oswald che stava ancora risentendo delle ultime mosse di Jim: era immobile, leggermente indispettito per il mancato bacio e in attesa di capire cosa Gordon avesse in mente.

 

I found a love for me

Darling, just dive right in and follow my lead (1)

 

Gordon tornò da Oswald e senza preavviso gli passò un braccio dietro la schiena, iniziando a muoversi al ritmo della canzone.

 

Oswald fissò prima il braccio, poi i piedi di Jim e infine alzò la testa.

 

« Cosa stai facendo? »

 

« Non volevi ballare? Si presume che tu alzi le braccia e le appoggi sulle mie spalle o sulla schiena, come ti è più comodo»

 

« Non scherzavo, non posso ballare. Come potrei tenere il ritmo? » rispose, contrariato e anche ferito, perché avrebbe davvero voluto ballare con Jim. Non aveva mai odiato tanto la sua caviglia come in quel momento.

 

« Nemmeno un lento? » gli rispose, stringendosi di più a lui e costringendolo a muoversi.

 

Oswald iniziò a tremare, Gordon era così umorale che a volte era difficile stargli dietro. Sentiva tutto il calore del suo corpo, amava quella sensazione. Da quando era rimasto solo, sentiva un’enorme mancanza di contatto umano, qualcuno a cui voler bene che lo abbracciasse. E poi, Jim era Jim, non uno qualunque.

 

« Se mi stai prendendo in giro, sappi che non è divertente » esalò, temendo che non fosse vero, certe cose non capitavano a lui.

 

« Stavo pensando che oltre a camminare al buio assieme, potremmo danzare nel buio, come dice la canzone che stiamo ascoltando » così dicendo gli fece fare una piccola giravolta, ridendo.

 

Oswald trattenne il fiato, stavano davvero ballando, non una danza che avrebbe preso degli applausi ma non gli importava più di niente mentre Jim lo guardava come aveva sempre sperato che un giorno sarebbe successo. Lo contemplava come una volta guardava Barbara e poi Lee, quanto le aveva invidiate, ma in quel momento era lui che stava ammirando.

 

« Sei sicuro di quello che stai facendo? Non scapperai di nuovo? »

 

« Sono qui, no? » gli rispose, un po’ più tenero, mentre Oswald continuava ad agitarsi tra le sue braccia, insicuro.

 

« S-sì, sei qui. Con quattro anni di ritardo e… »

 

Jim alzò gli occhi al cielo e deciso di zittirlo posando le sue labbra sulle sue e ottenne finalmente un bel silenzio da parte di Oswald. Voleva soltanto che iniziasse a lasciarsi andare, ballando, ma baciarlo era un ottimo modo per fargli capire quanto tenesse a lui.

 

But darling, just kiss me slow, your heart is all I own

And in your eyes, you’re holding mine

 

« Jim… » lo chiamò, con le labbra vicino al suo collo e Gordon sentiva che l’atmosfera si stava scaldando, per entrambi, perché era innegabile, lo aveva già avvertito la prima volta che si erano baciati; a breve avrebbe dovuto parlare con Oswald di come evolvono di solito gli appuntamenti, soprattutto quando si supera il terzo, ma per una volta era piacevole non correre e assaporare ogni momento.

 

Soprattutto quando Oswald era così tenero e indifeso, molto diverso dal suo solito atteggiamento.

 

« Jim, dimmi che resterai » era poco più di un sussurro nel suo orecchio, la voce leggermente spezzata, leggera e dolce e Gordon non poté che stringerlo ancora più forte.

 

« Sono qui, sono sempre qui »

 

Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms

Barefoot on the grass, listening to our favorite song

When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath

But you heard it, darling, you look perfect tonight

(1)Perfect - Ed Sheeran

 

 

 

   
 
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