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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    21/08/2018    2 recensioni
Quasimodo era alla ricerca di qualcuno che lo accettasse così com’era.
Esmeralda era colei che anche con gli occhi chiusi vedeva il suo Sole, la creatura più bella esistente.
Sygin era la moglie incompresa, colei che ti aspetta a casa e che sai avrai sempre al tuo fianco.
Un sogno ingannatore e dannato.
Poi c’è /lui/, il chaos, che aveva sempre avuto una passione segreta per ciò che non avrebbe mai potuto avere.
Possibile OOC, possibile finale drammatico. Non l'ho ancora deciso.
Per ora questa storia é ferma, magari un giorno la continuerò. Non si sa.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Quasimodo
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender, Incompiuta
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Note dell'autrice:
Scusate l'immenso ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma ho avuto non pochi problemi con l'università. Tant'è che non so neanch'io quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo, ma poi dovrei stabilizzarmi. Quindi non preoccupatevi non ho dimenticato questa storia



Finalmente suo fratello era tornato a casa. L’Esmeralda corse ad abbracciarlo. Suo fratello, che credeva di aver perduto due anni prima, era riuscito, non si sapeva come, a raggiungerli. Il ragazzo aveva occhi verde smeraldo a differenza dei suoi e una carnagione eternamente chiara. Probabilmente il tutto era causato dalla magia che qualche cristiano gli aveva buttato addosso o, più semplicemente, dal fatto che fosse albino, ma all’epoca sembrava essere considerata come più probabile la prima ipotesi. I suoi capelli erano eternamente sporcati dal nero di seppia per renderli di un bel colore scuro, unico dettaglio che aveva in comune con la sorella, assieme al fatto che fosse un eccellente ballerino e decisamente di bell’aspetto.
Il giovane le sorrise sollevandola dalle ascelle in uno svolazzo. Dove trovasse tante forze un ragazzo decisamente esile e con relativamente pochi muscoli era un enigma come quasi tutto di quel giovane.
- Ti sono mancato, principessa?- Chiese, prima di darle un fugace bacio sulla guancia.
-LOKI!- Disse, ridendo a sua volta Esmeralda, dandogli un colpetto sul braccio. Poi fece la sua smorfietta, guardandolo - Dove sei stato in questo periodo e come ci hai raggiunto? - Poi volse lo sguardo ai suoi abiti verde smeraldo e ricami d’oro
- Ma come sei vestito?- Chiese, scoppiando a ridere.
- Ti piace? Me l’ha regalato un... amico! - Le fece l’occhiolino, poi come se fosse una magia tirò fuori da una manica un fiore, una rosa bianca.
- Per la donna più bella di Parigi!- Esmeralda, scosse il capo, prendendolo fra le mani.
- Oh, ma che gentiluomo!- Lo prese in giro, annusando subito dopo la rosa.
Loki volse lo sguardo tutto attorno.
- Allora, non c’è un buon pasto per un viandante, qua dentro?- Chiese, anzi gridò, subito a proprio agio nella Corte dei Miracoli, avviandosi a salutare il re dei gitani, suo fratello per altro, e gli altri amici che lo salutavano con grida.

***

La finestrella mostrava la luce della notte, ma Quasimodo ci mise un po’ a comprenderlo. Si era svegliato, era vero, ma non a causa dell’arrivo del giorno come invece aveva creduto.
Plof!
Un altro sasso era caduto dall’alto, infrangendosi in qualsiasi cosa potesse esserci per terra. Da poco dopo che aveva aperto gli occhi erano iniziati a cadere sassi dalla finestrella. Quasimodo ringraziò per la seconda volta di non aver scelto di sedersi lì sotto. Per sua fortuna non poteva sentirli, questo non si poteva dire per quanto riguardasse il vedere le pietre cadere a poca distanza. Cercare di concentrarsi nuovamente nel guardare la finestrella era impossibile, ancora di più lo era cercare di rilassarsi abbastanza per riaddormentarsi.
Plof!
Un altro sasso cadde nel buio. Quasimodo tentò di non seguirlo nella sua caduta, cercando di capire che cos’è che lo stesse facendo cadere. Possibile che la sua cella avesse scelto proprio quel giorno per crollare?
Ripetè a fior di labbra quella parola “Loki”. Come se fosse un portafortuna
Mreeew!
Il muso di un gatto si infilò fra due sbarre arruginite, era un gattino nero tutto spennacchiato. Per poco Quasimodo non prese un sasso per scacciarlo via dallo spavento. Poi la paura scemò lasciandogli un senso di inespresso stupore. Sembrava quasi che quel micetto avesse deciso di entrare nella cella. Allungò le mani, allargandole nel tentativo di prenderlo in braccio.
Fffrrr!
Il muso del gattino sparì fra le sbarre non prima che una piccola zampa avesse cercato di graffiarlo, per fortuna non era neanche riuscito a toccarlo. Quasimodo abbassò gli occhi. Era così orrendo da spaventare persino un cucciolo? Ripensò a quella creatura che aveva sognato poco prima. Chissà come mai una creatura tanto bella era andata a fargli visita. Occhi azzurro cielo, capelli rosso fuoco, labbra... Una luce invase la cella, la luce traballante, che si muoveva creando strane ombre per terra. Sembrava quasi la luce di qualche fiaccola tenuta sollevata da qualcuno. Quelle ombre sembravano come tanti demoni che si muovessero in un ballo frenetico.
Quasimodo li riusciva ad immaginare quegli spiriti, gli stessi di cui gli aveva sempre parlato suo padre Frollo, ma poi qualcuno lo prese e il suo cuore smise di battere all’impazzata o forse iniziò solo in quel momento a farlo, il Campanaro non riescí a comprenderlo.
Si lasciò trasportare via da quella cella, come se fosse un peso morto, senza sapere a cosa andasse incontro, spera solo di fare le cose per bene.
   
 
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