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Autore: Soul Mancini    21/08/2018    4 recensioni
[Il mio piccolo regalo per il compleanno di Serj che oggi, 21 agosto, compie cinquantuno anni. TANTISSIMI AUGURI a una delle voci più dolci, potenti ed emozionanti che esistano!!! ♥]
DAL TESTO:
«Mi aveva sbattuto il telefono in faccia, e ora io riuscivo solo a fissare il display pieno di messaggi e notifiche senza nemmeno vederlo.
Non riuscivo nemmeno a essere arrabbiato. Ero solo triste e profondamente angosciato. [...]
“Secondo te uno qualsiasi potrebbe mai stare senza gli altri tre?”
“No. Mi manca.”
“Anche tu gli manchi.”»
Storia di un'amicizia, di un'incomprensione, di mille parole non dette.
Scritta sulle note della meravigliosa "Till The End" di Daron Malakian & Scars On Broadway.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Serj Tankian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

Ecco a voi titolo e link della canzone che vi consiglio di ascoltare durante la lettura:

Till The End





Stay with me till the end




«Siamo degli stronzi estremamente fortunati ad avere dei fan che vogliono che la nostra raffazzonata cricca di disadattati pubblichi un disco dopo tutti questi anni, visto che i tempi lo richiederebbero. Questo ha naturalmente generato numerosi pettegolezzi attorno alla band e alla nostra incapacità di fare un nuovo album, insieme a tutto il chiacchiericcio di cose dette da tizio e caio prese dalle nostre interviste passate e presenti e a quei media sempre a caccia di sensazionalismo che non stanno – diciamocelo – cambiando il mondo in meglio.
Quindi proverò a mettere in chiaro le cose per il bene di tutti noi una volta per tutte, sperando di non calunniare nessuno.

È vero: sono l’unico e solo responsabile della pausa che i SOAD si sono presi nel 2006. Tutti gli altri volevano andare avanti e fare dischi e tour allo stesso ritmo. Io no. Perché? Per molte ragioni:

1. Artistiche: ho sempre sentito che continuare a fare sempre la stessa cosa con le stesse persone diventa ridondante, nel tempo, anche per formazioni dinamiche come la nostra. Al tempo sentivo che avevo bisogno di tempo per lavorare alle mie cose. Non escludevo di riprendere le cose con la band più avanti.

2. Egalitarie: quando abbiamo iniziato, il nostro contributo creativo e la suddivisione dei proventi erano praticamente uguali all’interno della band. Ma quando uscì “Mezmerize/Hypnotize” le cose erano ormai stravolte fino all’opposto, con Daron che voleva controllare sia il processo creativo che prendersi il grosso nella suddivisione delle entrate, per non parlare della sua volontà di essere il solo a rilasciare interviste.

3. Volevo andarmene dalla band prima di “Mezmerize/Hypnotize” per queste ragioni. Perché personalmente non mi sento così vicino alla musica contenuta in quei dischi. C’erano brani che volevo includervi, ma sono stati tagliati fuori con promesse non mantenute, oltre che a causa della mia passività di quel momento.

Poi è passato il tempo, ognuno ha fatto le sue cose. La mia carriera solista mi ha dato la sicurezza necessaria come songwriter e poi anche come compositore per poter tornare guardare ai SOAD da una posizione di forza, solo per tornare in tour e godermi la compagnia degli altri, cosa che abbiamo fatto e che continua ad essere.

Sapevo che volevano fare un nuovo disco, ma visto cos’era successo in passato ero dubbioso. All’epoca ci sono stati scatti d’ira dall’uno o dall’altro membro della band, per lo più rivolti contro di me, in cui mi si dava la colpa per l’inattività della band.

Dopo molto tempo passato a pensare e metabolizzare, circa due anni fa sono andato dai ragazzi con alcune proposte per andare avanti come band.

Volevo raddrizzare le storture del passato e stabilire un modo per essere tutti felici di andare avanti, quindi ho posto le seguenti raccomandazioni:

1. Pari contributo creativo: ad oggi ho pubblicato cinque album solisti ed ero migliorato come songrwiter da un punto di vista musicale, come Daron stava migliorando come autore di testi, quindi ho proposto che ognuno portasse sei brani e che tutti i membri della band approvassero totalmente e di lavorare su di essi con brani e riff anche di Shavo.

2. Pari divisione dei diritti: personalmente, sentivo che la band è una società paritaria e che questo debba riflettersi anche sul piano finanziario.

3. “Director’s cut”: chiunque abbia scritto il brano prende le decisioni finali dopo che tutti nel gruppo hanno detto la loro, esaurendo ogni tipo di proposta. Ho voluto questo perché in passato mi è capitato di portare brani che sono stati trasformati in modi indesiderati e che, fosse stato per me, non avrei mai preso in considerazione.

4. Sviluppare un concept nuovo o un tema, in modo che non fosse solo un disco ma un’esperienza completa.

(Ovviamente sto tralasciando molti altri dettagli, come il fatto di mettersi d’accordo sul “sound” di un nuovo disco, che non potevamo sicuramente fare nemmeno andando avanti e indietro con brani scritti da Daron e me. Ricordo che ho mandato un sacco di note sui brani di Daron, soprattutto sul suo ultimo disco con gli Scars On Broadway, la maggior parte delle quali non erano per me applicabili ad un nuovo album dei SOAD ecc., giravano attorno a certi miei brani – basta per dire che penso che ci abbiamo provato).

Infine ho dovuto tracciare una linea perché sapevo che non avrei mai potuto essere felice tornando a come le cose stavano prima nella band.

E siccome non abbiamo potuto incontrarci su tutti questi punti, abbiamo deciso di mettere da parte l’idea di un disco, per ora.

Il mio solo rimpianto è che siamo stati incapaci, come gruppo, di darvi un nuovo album dei SOAD e per questo mi scuso.

Grazie per aver letto.
Peace
Serj.»

[Post di Serj Tankian, 12 luglio 2018; traduzione di metalitalia.com]




Il mio cellulare, poggiato sul piano del tavolino accanto a me, prese a vibrare. Lo afferrai e consultai il display prima di rispondere.

Daron.

Sospirai profondamente prima di premere sulla cornetta verde. Sapevo che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, ma sapevo anche che il chitarrista era imprevedibile e non avevo idea di cosa aspettarmi da quella chiamata.

Sì?” esordii in tono esitante, portandomi il telefono all'orecchio.

Serj” sibilò la voce di Daron dall'altro capo, glaciale.

Hai letto le mie dichiarazioni, vero?”

La mia era solo una domanda retorica.

Sì.”

E sei incazzato con me?” azzardai.

Può essere.” Calò il silenzio per qualche secondo, poi Daron domandò: “Perché l'hai fatto?”.

Mi passai una mano tra i capelli. Ma perché mi dovevo ritrovare in queste situazioni scomode e surreali per colpa di una delle mie più grandi passioni? Gli eventi stavano prendendo una piega decisamente negativa.

Daron, ascoltami. I fans insistevano, volevano chiarimenti, e tu lo sai bene. E poi che dovevo fare? Lasciare che tu mi dipingessi nelle interviste come la pecora nera del gruppo? Per certe cose avrai anche ragione, ma ho comunque tutto il diritto di dire la mia!” mi difesi.

Forse non ti rendi conto della cazzata che hai fatto” ribatté Daron, cercando invano di mantenere un tono piatto; in realtà cominciava ad alterarsi. “Tra meno di una settimana esce il nuovo album degli Scars dopo dieci anni di silenzio, e tu non hai fatto che gettarmi merda addosso. Grazie mille per la pubblicità, davvero. Già la maggior parte dei fans dei System non mi sopporta...”

Per favore, smettila,” lo interruppi, “non siamo più dei bambini e non mi sembra il caso di discutere per una cosa del genere. Fammi capire: secondo te sono così stronzo da voler boicottare il tuo progetto? Per quale motivo, poi? Il fatto che io abbia scritto quel post a pochi giorni dall'uscita di Dictator è solo un caso, avevo semplicemente voglia di fare chiarezza! Tutti mi dicono che non ho rispetto per i nostri seguaci, invece mi sono anche premurato di dare delle spiegazioni e...”

Cominciavo a perdere la pazienza. Ogni giorno tutta quella situazione diventava sempre più intricata e io non sapevo più come uscirne; il nervosismo mi stava mangiando vivo.

Serj, io me ne fotto del rispetto che porti ai fans. Quello che mi interessa è il rispetto che hai di me!” sbottò Daron.

Se a me non importasse nulla di te, non avrei nemmeno accettato di fare i System venticinque anni fa e ora non saremmo amici” gli feci notare.

Mi hai sempre preso per il culo, il mio modo di lavorare e comporre non ti è mai piaciuto. Odio la gente condiscendente che mi dà ragione solo per vedermi felice” mi accusò in tono pungente.

Io l'avevo preso per il culo? Durante il periodo di attività con i System gli avevo sempre lasciato molta libertà perché lo vedevo così entusiasta e pieno di creatività, ero sempre sceso a compromessi con lui e avevo lasciato che le mie idee venissero bocciate una dopo l'altra. E dopo tutto ciò, Daron si era fatto quest'idea di me?

Ero deluso.

Senti Daron, pensa quello che vuoi, non mi interessa. Entrambi sappiamo che le cose sono sempre andate come le ho raccontate in quel fottuto post; non mi sembra un grande segreto da custodire fino alla morte, anche perché molti dei nostri fans ci sono arrivati da soli. Io non ho scritto niente con l'intento di offenderti, non ti ho dato colpe, ho solo spiegato i fatti in maniera obiettiva. Se hai manie di persecuzione e vedi cospirazioni contro di te anche dove non ci sono, beh, non so cosa dirti.”

Vabbè, dai. Tanto è anni che parlo al vento: sei convinto delle tue idee e non le vuoi cambiare. Vaffanculo” concluse Daron in tono acido, interrompendo la conversazione.

Mi aveva sbattuto il telefono in faccia, e ora io riuscivo solo a fissare il display pieno di messaggi e notifiche senza nemmeno vederlo.

Non riuscivo nemmeno a essere arrabbiato. Ero solo triste e profondamente angosciato.

Io e Daron eravamo amici da una vita, gli volevo bene come a un fratello e per lui avevo sempre fatto i salti mortali, sacrificando molte volte amici e impegni. Non volevo discutere con lui per via dei System, delle dichiarazioni che rilasciavamo durante le interviste, delle dicerie che portavano fuori i nostri fans.

Daron diceva sempre che non prendeva le nostre divergenze musicali sul piano personale, ma quella chiamata era stata la dimostrazione che in realtà non riusciva a tenere le due cose separate.

Presi qualche respiro profondo, ma mi sentivo soffocare: là in giardino cominciava a fare caldo, forse era meglio rientrare e stare all'ombra.

Mi alzai e mi stiracchiai. Mi sarei voluto addormentare per dimenticare tutto ciò che era successo, peccato che non avessi sonno e dovessi pensare alla valanga di impegni che mi attendeva nei giorni successivi.

Papà! Vieni, c'è un insetto strano!” La vocina di Rumi mi raggiunse e poco dopo lo vidi sbucare dalla porta d'ingresso e correre sul vialetto verso di me.

Mi riscossi e mi sforzai di sorridere e concentrarmi su mio figlio. Non volevo che si accorgesse del mio stato d'animo. “Un insetto? Dove?”

Vicino alla finestra! Mamma ha paura, dice che non sa cos'è!” Rumi mi prese la mano e cominciò a trascinarmi verso il portone.

Lo seguii all'interno, intenzionato a mettere da parte tutto il resto.



Auguri fratello, e siamo a quarantatré! Corri corri, tanto non mi raggiungi :)


Era il 18 luglio e io, come tutti gli anni, avevo mandato gli auguri di compleanno a Daron. Gli scrivevo ogni anno un messaggio simile e lui puntualmente mi rispondeva con qualche fesseria delle sue.

Non ci eravamo ancora chiariti dal giorno della chiamata, ma io non ero arrabbiato con lui. È vero, Daron mi faceva spazientire spesso, ma sapevo che era fatto così e non me la prendevo; sapevo anche che quando discutevamo metteva il broncio per un paio di giorni, ma poi passava tutto e mi scriveva qualche messaggio stupido o mi mandava qualche foto.

La giornata trascorse in fretta e io, assorbito da un sacco di faccende da svolgere, non ebbi tanto tempo per stare appresso al cellulare. Solo verso mezzanotte meno un quarto, dopo aver messo Rumi a letto e aiutato Angela a sistemare un po' la cucina, mi resi conto che Daron non aveva risposto.

Non ricevetti nessun messaggio da lui nemmeno il giorno seguente.

Cominciavo a preoccuparmi.



Serj?” Angela mi si sedette accanto sul divano e prese a osservarmi, le sopracciglia inarcate.

Distolsi per un attimo lo sguardo dal mio cellulare e le rivolsi un'occhiata di sbieco. “Mmh?”

Sei strano ultimamente. Che succede?” domandò in tono apprensivo, posandomi una mano sul braccio.

Daron non mi scrive da giorni. Gli ho anche mandato gli auguri e non mi ha risposto” ammisi con un sospiro.

Angela mi attirò a sé e mi fece posare la testa sulla sua spalla. “Sai com'è fatto, no? Sono sicura che tornerà da te, siete come fratelli!” cercò di rassicurarmi con dolcezza.

Chiusi gli occhi e inspirai il suo profumo, che era sempre in grado di tranquillizzarmi. “Non lo so, non so cosa pensare. Sai bene che i ragazzi sono una parte di me, non posso fare a meno di nessuno dei tre; quando sento che qualcosa non va con uno di loro, ci sto male. Mi chiedo se non sia stato io a sbagliare qualcosa.”

Tu non hai sbagliato niente e non devi avere alcun rimpianto: hai fatto di tutto per mantenere la pace nel gruppo, andare avanti secondo regole giuste e tutelare anche Shavo e John, che non si sono mai lamentati anche se ne avevano motivo. Sei sempre stato sincero e paziente, hai lasciato che gli altri ti sbattessero in faccia il loro disappunto senza mai ribattere e alterarti e non hai mai mancato di rispetto a qualcuno, tanto meno a Daron. Ora sta a lui riflettere e capire che ha esagerato.”

Riflettei su quelle parole. Sapevo che Angela aveva ragione, ma non era quello il punto.

Lo so, è solo che... io e lui siamo amici e non voglio rischiare che il nostro rapporto venga compromesso da stronzate del genere. Ma non voglio nemmeno riprendere i lavori con i System contro la mia volontà per farlo felice. Non so come uscirne” spiegai.

Cosa puoi fare in alternativa? Lasciare che Daron sbollisca la rabbia e continuare così, oppure lasciare il gruppo...”

No!” sbottai. “Non ce la farei mai a lasciare i System!”

Il mio cellulare, abbandonato sul cuscino del divano accanto a me, cominciò a vibrare. Sollevai la testa di scatto e lo afferrai, col cuore colmo di speranza.

Era Shavo.

Mi rabbuiai, ma subito dopo sorrisi: forse il bassista poteva aiutarmi a risolvere questa faccenda, dato che viveva a Los Angeles come Daron e lo poteva osservare meglio di me.

Shavo!” risposi.

Fratello, ehi! Come va?” esordì lui allegro.

Mmh... insomma... cioè, volevo chiederti una cosa. Però prima dimmi perché mi hai chiamato.”

Mi devo preoccupare?” si agitò subito lui.

No. Dai, dimmi!”

Ho condiviso sulla pagina dei System il nuovo album di Daron, l'hai visto? Spero che la cosa non ti dispiaccia, anche John era d'accordo!”

Non c'è problema. A proposito: volevo parlarti proprio di Daron” colsi la palla al balzo.

Angela mi strizzò l'occhio e si alzò dal divano, poi lasciò la stanza.

Cos'ha combinato? È ancora incazzato per il post?” chiese Shavo.

Come faceva a saperlo? Io non gliene avevo parlato.

Nel caso te lo stessi chiedendo: sì, il giorno in cui lo ha pubblicato mi ha chiamato e si è lamentato ininterrottamente per tre quarti d'ora. Gli avrei chiuso il telefono in faccia!” chiarì.

Ah, ecco. Sì, penso sia ancora incazzato perché non mi scrive almeno da una settimana. Forse stavolta l'ho combinata grossa.”

Shavo rise. “Macché! Hai fatto quello che era giusto fare, ne avevi tutto il diritto. Io sono dalla tua e cercherò di farlo ragionare, okay?”

Lui era sempre così positivo e ottimista!

Volevo porgli una domanda, ma mi sentivo un po' in imbarazzo. Mi guardai attorno, raccolsi tutto il coraggio che avevo e presi fiato. “Shavo, secondo te Daron mi vuole davvero bene?” buttai fuori tutto d'un fiato.

Lui addolcì il tono della voce. “Daron stravede per te, ti ammira in una maniera assoluta. Darebbe la sua vita per vederti felice, anche se non lo dimostra. E come dargli torto? Sei una delle persone migliori che questo fottuto mondo abbia mai visto.”

Ecco perché non volevo fare quella domanda: sapevo che la risposta mi avrebbe commosso. Avvertii le lacrime pungermi gli occhi, ma le ricacciai indietro. Non era da me lasciarmi andare così; che la vecchiaia mi stesse rendendo più sensibile?

Grazie Shavo, ti voglio bene.”

Anche io ti adoro! Ora devo andare però, Hayk sta rompendo perché vuole che gli tolga le rotelle dalla bici: ha visto il fratello e ora è geloso, vuole imparare anche lui ad andare in bici come i grandi. Non ti dico, Serj, questi due sono un disastro! Meno male che la terza è una femmina, almeno sarà più tranquilla!” disse il mio amico, e in lontananza si sentirono le perforanti grida dei suoi figli.

Risi. “Buona fortuna, e di' a Sonia di preparare garza e disinfettante per le ginocchia di Hayk!”

Ah, 'fanculo! Grazie, ne avrò bisogno! Tu cerca di tirarti su... ah, e ascolta Till The End, secondo me ti sarà d'aiuto!”

Chiusi la chiamata.

Till The End. Se la memoria non mi ingannava, si trattava di una nuova canzone di Daron.

Perché Shavo mi aveva consigliato di ascoltarla? Daron mi aveva già fatto sentire le sue canzoni tanto tempo prima, chiedendomi un parere sincero sul suo lavoro.

Comunque la cercai subito su Spotify e premetti sul simbolo del play senza pensarci due volte.


We were talking on the phone
About the years that have gone
Everyone's got heartache to share
We're going crazy in here

I'm so happy that you're with me
It just feels good to be free
There's no egos
It's just you and it's just me


Una lacrima prese a scorrere lungo la mia guancia. Non ero riuscito a trattenerla.

Avevo dimenticato quanto fosse bello, diretto e sincero il testo di quella canzone. Avevo dimenticato quanto la voce del mio amico fosse capace di emozionare.

Ma non avevo dimenticato quanto gli volessi bene e speravo che anche per lui fosse lo stesso, nonostante tutto.


Stay with me till the end
With me till the end
Stay with me till the end
With me till the end


Avrei voluto prenderlo a schiaffi per come si stava comportando e dirgli che sì, sarei stato con lui per sempre, perché gli volevo troppo bene.



La gente pensa banalmente che le più grandi sofferenze dipendano da dei problemi di coppia e che l'amicizia non sia poi così importante.

Secondo me quelle erano solo cazzate. Ma forse il problema era mio, che mi legavo troppo alle persone che mi circondavano.

Agosto era iniziato da qualche giorno, il caldo era sempre più opprimente e di Daron nessuna traccia.

Gli avevo scritto un altro messaggio, mandandogli semplicemente il buongiorno; aveva visualizzato e non risposto.

Ero disperato. Perché mi ignorava così? Mi mancava terribilmente.

Ne avevo parlato anche con John e lui mi aveva confessato di essere preoccupato. “Non è da Daron, in genere cede dopo qualche giorno. Con me si incazza quasi ogni giorno, anche senza motivo, ma torna sempre indietro e si fa perdonare” aveva detto.

Pregavo Shavo affinché estrapolasse qualche informazione a Daron, giusto per capire cosa ne pensava il chitarrista di tutta questa faccenda.

Intanto io ero andato in fissa con Till The End. Era raro che una canzone mi entrasse in testa in quel modo, ma il suo testo e la sua melodia erano magnetici e non potevo fare a meno di canticchiarla in ogni momento. Forse l'avevo scoperta davvero solo allora, nonostante la conoscessi già da sei anni.

Era il 4 agosto – mancavano sei giorni alla nostra partenza per Los Angeles – quando Shavo mi mandò una lunga registrazione. Si trattava di una sua conversazione telefonica con Daron, mi spiegò; aveva ben pensato di registrarla e farmela sentire, al posto di raccontarmi successivamente cosa il chitarrista avesse detto.

Mi sedetti in giardino, al riparo dalla luce arancione del tramonto, indossai gli auricolari e rimasi in ascolto.


Shavo, cosa vuoi?”

Ehi fratello, come va? Stasera devo uscire con alcuni amici, volevo chiederti se per caso ti andava di unirti a noi!”

No, grazie.”

Come vuoi. Sei un po' strano, ti sento un po' giù. Ancora per quella storia con Serj?”

Per favore, non ne voglio parlare.”

Col cazzo, Daron. Adesso invece ne parliamo! Mi sono stancato.”

Non rompere, ho fretta.”

Malakian, ti ho detto di starmi a sentire. Perché stai facendo così lo stronzo?”

Ah, io sarei stronzo? E allora si...”

Non hai risposto alla domanda. Non divagare.”

Perché mi sono stancato di tutta questa situazione con i System eccetera, va bene? Quando io e Serj ci vediamo andiamo d'amore e d'accordo, ma intanto da questo punto di vista continuiamo ad andarci contro e battibeccare pubblicamente. Ti sembra una cosa normale?”

No, ma non mi sembra nemmeno un motivo valido per ignorarlo per settimane. Tu ci stai male e lui ci sta male; perché cazzo devi sempre mischiare le faccende lavorative – perché volente o nolente i System sono il nostro lavoro – con la vostra amicizia? Non capisco cosa speri di ottenere comportandoti così.”

Io non sto mischiando il gruppo con la vita personale, è solo che...”

Che...? Parla, non ti tenere tutto dentro.”

Okay, sto sbagliando tutto, lo so. Ho esagerato anche questa volta e Serj ha ragione: aveva tutto il diritto di raccontare come stanno le cose in quel post, soprattutto perché io gli ho messo contro un sacco di fans tramite le dichiarazioni nelle interviste. Non gli voglio rispondere perché so che mi ha perdonato per l'ennesima volta e non avrebbe dovuto. Non lo merito.”

Daron, ma cosa stai dicendo? Sei rincoglionito?”

Shavo, non capisci. Come al solito. Sono un amico di merda e ho paura... quando sbaglio e qualcuno si incazza con me, ho sempre paura di perdere la persona in questione.”

Ma questo cosa c'entra? E comunque non dire cazzate, non sei un amico di merda!”

Ho paura che, andando avanti di questo passo, arriverà quella volta in cui Serj non sarà più disposto a perdonarmi e mi manderà a fanculo. E sai cosa? Farebbe bene, ne avrebbe tutte le ragioni; ma io non lo sopporterei lo stesso. Ti immagini come sarebbe senza Serj?”

Daron, io ho capito quello che mi stai dicendo, lo trovo anche molto bello e soprattutto vero. Però fammi capire una cosa: per evitare di perdere Serj, lo ignori? Non ha molto senso.”

Lo evito perché sono fottutamente orgoglioso e non riesco a chiedergli scusa. Ma ora ho anche paura che non mi voglia più stare a sentire, dato che è quasi un mese che non gli rispondo.”

Daron, sei un coglione. Devi trovare un modo per farti perdonare, ma ti assicuro che Serj non vede l'ora di riabbracciarti!”

Tu dici?”

Secondo te uno qualsiasi potrebbe mai stare senza gli altri tre?”

No. Mi manca.”

Anche tu gli manchi. L'11 arriva qua a Los Angeles.”

Grazie Shavo.”

Non ti preoccupare. E pensaci, mi raccomando!”

Ci penserò. Ci sentiamo poi.”

Ciao fratello!”


Daron era un idiota.

Come aveva anche solo potuto pensare che non lo avrei perdonato? Stavolta aveva sbagliato lui, ma la prossima volta avrei potuto commettere un errore anch'io e lui mi avrebbe perdonato.

Non erano questi i motivi per cui mandare all'aria un'amicizia come la nostra.

Però ero così contento di sapere che anch'io mancavo a lui e in fondo non era arrabbiato con me! Ero ancora preoccupato, ma almeno il dubbio che mi pesava di più era stato chiarito.

Scrissi a Daron l'ennesimo messaggio a cui sicuramente non avrebbe risposto, utilizzando le sue stesse parole. Quei versi non volevano proprio abbandonare la mia mente.


There's some people that are crazy
They've got demons in their heads
There's some people that are crazy
They're my friends

Stay with me till the end



Il caos che trovavo sempre all'aeroporto era qualcosa di micidiale, non mi ci sarei mai abituato nonostante viaggiassi spesso in aereo.

Trascinavo due enormi trolley, facendo strada tra la folla a Rumi e Angela. Avevamo impiegato un'eternità a scendere dall'aereo perché la gente preferiva farsi selfie e rispondere ai messaggi piuttosto che darsi una mossa, e ora non vedevo l'ora di salire su un taxi e lasciarmi quell'inferno alle spalle.

Avevamo appena superato le porte a vetri dell'uscita, quando lo vidi.

Stazionava vicino a un lampione, con il volto oscurato dalla visiera di un cappello nero e nascosto da una nuvoletta di fumo che pian piano si innalzava sulla sua testa. Indossava una maglietta blu notte e dei jeans neri.

Mi sarei aspettato di tutto, tranne di imbattermi in lui fuori dall'aeroporto.

Il mio cuore perse un battito e per la gioia mollai la presa sulle maniglie dei trolley. Uno cadde a terra, l'altro rimase miracolosamente in equilibrio.

Serj, guarda un po' chi si vede!” mormorò Angela alle mie spalle entusiasta, mentre Rumi la tartassava di domande su tutto ciò che lo circondava.

Non appena mi avvistò, Daron spense la sua sigaretta schiacciandola sotto la suola della scarpa e sollevò lo sguardo.

Cercava di mostrarsi imperturbabile, ma i suoi occhi dicevano tutto. Erano come un libro aperto.

Camminai con passo svelto verso di lui e, senza aggiungere una parola, lo strinsi in un abbraccio affettuoso e fraterno. Non avrei mai potuto descrivere a parole la gioia che provai in quel momento, l'emozione di compiere quel gesto. Per quasi un mese avevo creduto di non poterlo più fare, di aver perso per sempre quell'amico così prezioso.

Daron mi strinse a sua volta, aggrappandosi a me come a volersi accertare che fossi davvero lì, e posò la testa sulla mia spalla.

Non provavamo nessuna vergogna nel rimanere stretti così, ne avevamo un estremo bisogno. Nessuno poteva capire la paura che avevamo provato e la felicità che ci aveva travolto in quel momento.

Cullai tra le mie braccia quel ragazzo un po' sciocco e insicuro come fosse mio figlio; in un certo senso era così.

I'm so happy that you're with me, it just feels good to be free” mi ritrovai a canticchiare quasi senza accorgermene.

There's no egos, it's just you and it's just me” continuò prontamente Daron in un sussurro.
Stay with me till the end.

With me till the end.

Sciolsi l'abbraccio, lo afferrai per le spalle e lo allontanai da me per poterlo guardare negli occhi. Li trovai lucidi e colmi di emozioni contrastanti.

Ringrazia che non sono una persona violenta, altrimenti ti avrei già preso a schiaffi. Cosa cazzo hai combinato?” gli chiesi, piegando leggermente la testa di lato.

Non lo so, Serj, non lo so. Spesso faccio delle cose a caso, sono fatto così. Io volevo solo... avevo paura e... scusa.”

Scusa. L'aveva detto davvero? Era piuttosto raro che Daron si scusasse apertamente.

Osservai i suoi grandi occhi scuri e sgranati, l'involontaria smorfia che aveva messo su, i capelli che gli ricadevano disordinatamente intorno al viso e sulle spalle. Scoppiai a ridere e lo abbracciai di nuovo. “Ma come si fa ad arrabbiarsi con te? E certo che starò con te fino alla fine, non azzardarti a dubitarne mai più!”

Lui si divincolò dalla mia stretta e finalmente sorrise.

Daron!” strillò Rumi alle mie spalle; poco dopo lo vidi comparire nel mio campo visivo e saltare letteralmente addosso al mio amico. “Ciao!”

Daron lo prese in braccio e gli diede un buffetto sulla guancia. “Mostriciattolo mio, che bello rivederti! Caspita, somigli sempre più a tuo padre!”

Lanciai un'occhiata divertita ad Angela, che intanto mi aveva raggiunto trascinandosi dietro tutti i bagagli. Solo allora mi resi conto di averli abbandonati in mezzo al marciapiede.

Mamma, papà! Torniamo a casa con Daron, vero? Ci accompagna lui?” chiese Rumi con entusiasmo, ancora tra le braccia del mio amico.

Ma certo che vi accompagno io!” affermò subito il chitarrista.

Se siamo di disturbo non ti devi preoccupare” aggiunse subito Angela.

Ma quale disturbo, sono venuto apposta per questo!” disse lui, mettendo Rumi a terra e avvicinandosi a mia moglie per salutarla.

Sorrisi.

Quel giorno il sole mi pareva ancora più luminoso del solito.



Signore e signori, un attimo di attenzione!” strillò Daron, in piedi su una sedia e con una chitarra classica tra le braccia.

Come da tradizione, io e Angela avevamo invitato alcuni amici da noi per festeggiare i nostri compleanni: il mio era il 21 agosto mentre il suo era il 20.

Non ci andava di organizzare grandi feste, così avevamo radunato gli amici più stretti e imbandito un grande tavolo in giardino.

Ora la cena era finita e, come da tradizione, era giunto il momento dei regali.

Peccato che non sapessi assolutamente cosa Daron avesse in mente.

Adesso fa un discorso” sghignazzò Shavo.

Tu stai zitto!” lo rimbeccò il chitarrista, poi si schiarì la gola e sistemò meglio la chitarra tra le braccia. “Sono qui sopra per fare un regalo di compleanno molto speciale a una persona molto speciale. È uno dei miei più grandi amici, un uomo buono, comprensivo, giusto e divertente, un ottimo confidente, una persona umana e stupenda, un collega affidabile e leale. Ha un gran cuore, una mente eccezionale, una voce da brivido, un carattere fantastico e – devo ammetterlo – una bellissima famiglia. Semplicemente mio fratello. Io, e immagino anche tutti voi, mi sento così fottutamente fortunato ad averlo nella mia vita. Buon compleanno, Serj.”

Ero sconvolto e talmente emozionato che non riuscivo nemmeno a muovermi, a piangere, a ridere, a pensare. Osservavo soltanto Daron mentre cominciava a suonare con concentrazione la sua chitarra.

Angela, commossa, singhiozzava e si soffiava il naso; anche Shavo si asciugava qualche lacrima col dorso della mano, sperando che nessuno se ne accorgesse.

Daron puntò il suo sguardo su di me e cominciò a cantare.

Solo allora riconobbi la canzone.


We were talking on the phone
About the years that have gone
Everyone's got heartache to share
We're going crazy in here

I'm so happy that you're with me
It just feels good to be free
There's no egos
It's just you and it's just me


Mi alzai dalla mia sedia e mi posizionai accanto a lui. Avrei tanto voluto intonare la canzone insieme a lui, ormai la conoscevo meglio delle mie, ma non ne avevo la forza.


There's some people that are crazy
They've got demons in their heads
There's some people that are crazy
They're my friends

Stay with me till the end
With me till the end
Stay with me till the end
With me till the end

I was talking to be alone
Abused, addicted and stoned
Everyone's got heartache to share
We're going crazy in here

I'm so happy that you're with me
It just feels good to be free
There's no egos
It's just you and it's just me

There's some people that are crazy
They've got demons in their heads
There's some people that are crazy
They're my friends

Stay with me till the end
With me till the end
Stay with me till the end
With me till the end

Tutt'intorno a me sentivo gente che tratteneva dei singhiozzi o canticchiava la canzone.

Io invece ascoltavo la voce di Daron, un po' incerta e a tratti strozzata, ma impregnata di emozione e sincerità.

Ero contento che Daron avesse deciso di portare avanti il progetto Scars On Broadway, perché quelle erano le sue canzoni e dentro di esse c'era lui.

Quello era Daron, il mio Daron. Che si definiva un amico di merda, ma non si rendeva neanche conto di quanto fosse speciale e fondamentale non solo per me, ma per tutti noi.


I'm so happy that you're with me
It just feels good to be free
There's no egos
It's just you and it's just me

There's some people that are crazy
They've got demons in their heads
There's some people that are crazy
They're my friends

I'm so happy that you're with me
It just feels good to be free
There's no egos
It's just you and I'm hoping that you see

That you made me what you made me
And I'm stronger in the end
That you made me what you made me
You're my friend

A quel punto la voce di Daron tremava, rotta dall'emozione.

E alla fine io ero più forte di prima.

E alla fine Daron era più forte di prima.

E alla fine eravamo amici.

E lo saremmo stati fino alla fine.


Stay with me till the end
With me till the end
Stay with me till the end
With me till the end


I was talking to be alone


Mi accorsi appena che avevo iniziato a piangere in silenzio senza riuscire a controllarmi.

Mi accorsi appena che John mi si era accostato e mi stringeva le spalle con un braccio.

Mi accorsi appena che tutti battevano le mani a Daron e tutti i bambini presenti erano in visibilio.

Ma quando Daron scese dalla sedia e posò la sua chitarra, lo attirai a me e lo strinsi in un abbraccio talmente forte da sembrare indissolubile.

Ehi, non pensavo ti facesse quest'effetto!” cercò di sdrammatizzare lui, ricambiando la stretta.

Stai zitto e abbracciami, razza di stronzo.”

Auguri, Serj. Ti voglio bene. E sai cosa ti dico? Alla fine sono più forte.”


And I'm stronger in the end




♥ ♥ ♥



AUGURI SERJ!!!!!! ♥

Ragazzi... non so bene cosa dire. Questa storia è venuta fuori così, emozionando e coinvolgendo anche me. Mi sono lasciata ispirare dalle note della bellissima Till The End che mi ha letteralmente rubato il cuore (complimenti Daron, good job!) e dai recenti avvenimenti riguardanti i System. Mi sono immaginata il “backstage” di tutta questa storia, le reazioni dei System al post di Serj e soprattutto quella di Daron. Cosa succederebbe se cantante e chitarrista avessero un'incomprensione? Chi cederebbe e chi si scuserebbe?

Non so se questa storia si possa definire un vero e proprio regalo di compleanno per Serj (a proposito: auguri anche alla dolce e adorata Angela ♥), ma spero che almeno voi abbiate gradito ^^
Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui e chi deciderà di lasciare il suo parere :3

E buon compleanno alla coppia migliore che io conosca, AUGURI SERJ E ANGELA!!!! ♥



   
 
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