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Autore: methamorphose    22/08/2018    1 recensioni
La storia di Gianluca, un ragazzo al primo anno di Medicina a Roma.Nuovi posti, nuova vita? O nuovi posti, stessa storia?
Dove finirà questa storia lo scopriremo solo leggendo.Storia dagli occhi di un'adulto, uno di noi che si trova a compiere scelte nella vita di tutti i giorni. (Con flashback in momenti inaspettati e in ogni capitolo)
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Entro nel camerino di Ileana e di Katerina. Sembra una sala trucco per le star hollywoodiane. Ci sono tre postazioni con uno specchio davanti che fa tanto anni ’50. Mi ricordano un po’ Marylin Monroe, con vari trucchi sparsi e anche parrucche.
Mi siedo su una sedia che trovo lì accanto, mentre Katerina mi porta un bicchiere d’acqua. “Ecco,” mi dice a perdifiato, porgendomelo.”Il tuo nome?”
“Gianluca”, le rispondo, mentre mi scruta con un po’ di curiosità.
“Piacere, Katerina. 26 anni. Vengo dalla Bielorussia. E tu?” mi dice fissandomi mentre ingurgito un po’ d’acqua.
Un po’ intimorito, rispondo alla domanda. “Gianluca, sono di Trieste, piacere mio, 19 anni.”
Rimane sbalordita dalla mia età e la vedo davvero stupita. “Mi avete fatto venire un bello spavento, tutti e due.”
Si è infilata una camicia bianca. Credo che sia del suo ragazzo..Rimango a fissarla, un po’ in soggezione e pensieroso.
“Mi dispiace del disturbo che ti ho arrecato”, le dico, un po’ imbarazzato per fissarla troppo.
“Ma quando mai! E’ a me che dispiace di questa situazione”.
Entra Ileana da una porta adiacente alla sala trucco e mi guarda con occhi stupiti, come se si fosse dimenticata che fossi lì.
“Scusate, sono andata un attimo in bagno a risistemarmi un po’”, dice, per poi avvicinarsi a me, “Mi dispiace molto di esserti venuta addosso, davvero..Spero non ti sia fatto niente”.
“Ma non preoccuparti, smettila”, le dico, deciso. Nei suoi occhi leggo lo spavento che si è presa per la caduta, nonostante siano passati pochi minuti dal fatto.
“Ho visto che non rinvenivi ed ero spaventata a morte. Pensavo non ti riprendessi più.”, riprende con un filo di voce. “Comunque piacere. Mi chiamo Ileana e faccio la ballerina di lap dance in questo locale. E tu?”
“Io mi chiamo Gianluca, piacere di conoscerti”, rispondo, come fulminato da tanta bellezza. Rimango col bicchiere in mano, al che, accortasi che era vuoto, Katerina si affrettò a togliermelo di mano, notando il modo in cui ci studiavamo a vicenda. “Ho diciannove anni e sono venuto a Roma per studiare Medicina all’Università La Sapienza”.
Il proprietario del locale entra nel camerino sbuffando e adirato: “Quando riprenderete a ballare? Vi pago anche troppo! Andate ad intrattenere le persone”, fulminandomi con lo sguardo.
“Andiamo subito, signor Capaldi. Ci eravamo solo prese un attimo per riprenderci dalla caduta di prima.”, risponde prontamente Katerina.
Il proprietario esce con passo pesante, mentre ci guardiamo tutti e tre senza dire una parola per qualche secondo. Fu Ileana a chiudere quel silenzio, dicendo: “Scusaci, ma dobbiamo andare”. Le faccio segno con la testa che non c’è problema e torno al bancone dove ritrovo Rodolfo e David che mi guardano come se avessero visto un fantasma.
“E’ stata una  brutta caduta, l’ho vista!” dice Rodolfo, ammiccando a David come qualcuno che sa quel che dice. “Sicuro sia tutto a posto, Gianluca?” “Si, grazie al cielo non mi sono fatto niente e nemmeno Ile..la ragazza”. Mi guardano entrambi sorridendo.
“Già ti ha detto il suo nome? E bravo Gian! Hai messo gli occhi su due donne da schianto”, mi dice David. Ridiamo tutti e tre insieme come degli idioti. Non dico nulla, impegnato com’ero a riflettere su quello che era accaduto poco prima.
Rodolfo mi guarda seriamente, come se fosse preoccupato che fosse successo altro che mi impensierisse. “E’ successo qualcosa?”
“No”, rispondo. “Ma mi sono sentito strano. Certo vedere la ragazza castana mentre si faceva masturbare dall’uomo biondo così in pubblico non mi era mai capitato, come anche che una ragazza mi cadesse addosso letteralmente.”
Chiamo il barista e ordino tre bicchierini di assenzio. “Non pensiamoci più e festeggiamo”, dico ad entrambi, mentre anche Michele si avvicina e beve il mio bicchierino. Sorrido e basta. Sono felice di essere con loro lì in quel locale a festeggiare.
 
Mi risveglio tutto assonnato. E’ l’ora della prima lezione di anatomia di quest’anno e mi sono addormentato sul bancone. Ieri sera sono andato a dormire tardi. Ho pensato tutto il tempo a come mi sono lasciato con Ileana. Mi guardo intorno per controllare che nessuno si sia accorto del mio pisolino e noto che la lezione è finita e il professore ci sta accomiatando. Mi sento fissato:  una ragazza dai capelli rossi corti mi lancia uno sguardo torvo dalla parte destra della stanza. Ha gli occhi verdognoli dello stesso colore di una biglia; di quelle che da piccolo usavo per giocare in assolate giornate estive con i miei amici delle elementari e medie. Indossa una maglietta dei Guns N’ Roses nera e dei pantaloncini arancioni.
Dev’essersi accorta che sono crollato nel bel mezzo della lezione. Inizio a raccogliere le mie cose per andare via; noto che ho scritto qualche appunto di quello che diceva il prof. Malerba ma sono comunque rammaricato per non aver seguito la lezione come si deve. Mentre sto per andarmene, la ragazza dai capelli rossi mi si avvicina e mi tira per il colletto della camicia.
“Ehi, Gianluca! Dove credi di andare?” Resto lì confuso a guardarla. “Non mi riconosci? Sono Vanessa. Andavamo in classe insieme alle medie.” Riguardandola meglio noto una certa somiglianza; la Vanessa che conoscevo io era una tipa molto ingenua come se fosse spesso tra le nuvole e poi era un po’ robusta di costituzione, grassoccia. Veniva costantemente presa di mira dai tre bulletti di classe Alexander, Roberto e Francesco.
“Sei davvero tu? Ma..è impossibile! Sei cambiata completamente!”, le dico, preso proprio di sorpresa che una ragazza così carina fosse di fronte a me.
“Eh..si”, dice, toccandosi la frangetta, un po’ intimidita dalla mia risposta. “Le persone cambiano,sai? Sono passati secoli dall’ultima volta che ci siamo visti! Come te la passi?”, continua, poi, cercando di cancellare l’imbarazzo. “Non mi lamento..ma anche tu qui a Roma?”, ribatto io, guardandola come se avessi visto un alieno.
“Ehm..si, ho preso anche io Medicina.”, mi risponde caldamente. “Ti va di andare a prendere un caffè al bar?”, mi chiede. “Ma certo. Ci aggiorniamo un po’..”, le dico con piacere. Ci dirigiamo verso la porta principale della classe e prendiamo la strada più breve per uscire dall’edificio.
Ad un certo punto, non la trovo più di fianco a me e mi giro intorno per capire se è in mezzo alla gente. Mi trovo al parcheggio e la mia attenzione si sposta su una moto rossa fiammante che si sta avvicinando nella mia direzione. Rimango sbalordito dal vederla a cavallo della motocicletta con un casco blu in testa.
Si ferma a due passi da me. Mette il cavalletto al mostro e scende. Mi si avvicina, toglie il casco e mi dà un bacio appassionato sulle labbra all’improvviso . Sento le sue unghie di nero dipinto che mi stringono la nuca e che mi tirano leggermente i capelli. Mi morde le labbra ed infila la sua lingua in bocca con una passione tale che non posso fare altro che rimanere lì immobile e ricambiare tale mossa audace. Non è più la persona che conoscevo.
Ad un certo punto le sue labbra si staccano dalle mie e mi chiede: “Allora andiamo?”, facendomi un occhiolino.
“Ehm..Ok..”, lasciandomi con un’espressione da idiota da rimanermi a bocca aperta.
 
 
 
   
 
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